#agguati mafiosi
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pier-carlo-universe · 18 days ago
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Calogero Zucchetto: una vita spezzata dalla mafia il 14 novembre 1982Il poliziotto che lottò contro Cosa Nostra a Palermo
Il 14 novembre 1982, a Palermo, la mafia uccise Calogero Zucchetto, un giovane poliziotto impegnato in prima linea nella lotta contro Cosa Nostra
Il 14 novembre 1982, a Palermo, la mafia uccise Calogero Zucchetto, un giovane poliziotto impegnato in prima linea nella lotta contro Cosa Nostra. Zucchetto, noto per la sua dedizione e il suo coraggio, collaborava con il pool antimafia guidato da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, cercando di colpire il cuore delle attività mafiose nel capoluogo siciliano. La carriera di Calogero…
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paoloxl · 6 years ago
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Cogliamo l’occasione per ringraziare quanti hanno manifestato vicinanza e preoccupazione per Giorgio, e per ricostruire meglio alcune cose fondamentali in merito ai fatti precedenti l’incidente.
Aggiornamento sulle condizioni di Giorgio e precisazioni sui fatti precedenti l’incidente
Innanzitutto troviamo ignobili gli articoli e le ricostruzioni che sono state fatte quando abbiamo dato notizia del ricovero di Giorgio.
Solerti giornalisti, magari imboccati da qualche agente della D.I.G.O.S (Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali), non si sono limitati a ricostruire i fatti ma hanno costruito un quadro narrativo dove Giorgio ne usciva come uno senza patente, che ha fatto un incidente, gli hanno sequestrato il mezzo e verrà denunciato.
Repubblica
Sul Movimento Notav da molto tempo è in corso una vera e propria persecuzione, volta a colpire i singoli appartenenti al Movimento nelle libertà di movimento e libertà personali.
Ci viene da pensare che su Giorgio ci sia quasi, da parte del Questore Messina, un qualcosa di simile all’ossessione … Infatti ad ogni iniziativa al cantiere Messina fa riportare sui giornali la presenza di Giorgio e tra i vari provvedimenti che ha emanato (tutti preventivi, quindi senza un giudice che abbia mai deciso) c’è anche quello della revoca della patente per mancanza di requisiti morali.
Un provvedimento assurdo, preso in combutta con, agenti Digos stufi di passare le domeniche al cantiere, e il prefetto Saccone che si è preso la briga di firmare la sospensione della patente.
Trattato come un criminale, con disposizioni di legge che vengono applicate ai mafiosi, Giorgio si è visto impossibilitato a muoversi per lavorare (fa il giardiniere e lavora in varie zone del Piemonte) per lo sfizio di chi si crede l’ultimo baluardo di difesa del cantiere/bancomat Tav e non accetta un’insubordinazione palese e continua come quella dei notav.
Giorgio in particolare non ha mai accettato questo provvedimento e ha continuato a spostarsi con i mezzi a sua disposizione, perché lavora a Piossasco (dove ha la famiglia), abita a Bussoleno e firma quotidianamente alla caserma dei Carabinieri di Susa.
Ha sfidato i divieti senza clamore, con la tranquillità di chi sa di essere dalla parte della ragione e della necessità di doversi spostare attraverso mezzi privati.
Da qui è nata una vera e propria task force della digos (Divisione Investigazioni Generali e OPERAZIONI SPECIALI) che ha fatto veri e propri agguati a Giorgio per sequestrargli ogni mezzo che guidava, dalla sua macchina al furgone della ditta di famiglia.
Sarà che il questore si è immedesimato troppo nella figura dello storico commissario Ugo Moretti, quello del celebre film Torino Violenta, e i suoi agenti hanno dato vita ad brillanti OPERAZIONI SPECIALI (come da sigla) per chi guarda troppa tv anche dalle parti della questura evidentemente, che hanno visto l’apice il venerdì precedente all’incidente, con due auto in borghese appostate fuori casa di Giorgio per impedirgli di andare a lavorare in furgone con suo nipote.
Questa operazione, che rimarrà negli annali delle OPERAZIONI SPECIALI, ha fatto sì che Giorgio abbia dovuto prendere lo scooter per muoversi e poi ha subito il grave incidente di cui è rimasto gravemente vittima.
Dobbiamo smentire i giornali anche su questo, visto che avevano scritto che il furgone era stato sequestrato in Valsusa (e invece a Piossasco) e non era stato notato da un agente della digos, come scritto, ma da un appostamento davanti a casa sua di più di due auto civetta.
Per noi chi è responsabile di questa persecuzione, ai soli fini di soddisfazione personale, ha una buona percentuale di responsabilità nelle condizioni di Giorgio, perché l’incidente è diretta conseguenza dei sequestri e dei blitz perpetrati nei giorni precedenti.
Poi nella dinamica altro non è che uno dei tanti incidenti che purtroppo capitano ai motociclisti, in questo caso causato da una macchina di un pensionato in una manovra molto azzardata.
Giorgio dall’ospedale ci tiene a far sapere che “Non accetterò mai la limitazione della mia libertà personale e quella di movimento. Possono scordarsi che io tra tre anni vada a scuola guida per riprendere la patente, visto il provvedimento. Le iniziative della questura mi danno lo stesso fastidio delle punture delle zanzare “
Ci andrà parecchio tempo per vederlo in forma ma…è di buon umore e saluta tutte/i.
 da notav.info
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purpleavenuecupcake · 7 years ago
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Polizia: in manette responsabili di due omicidi di mafia
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OPERAZIONE "OUTSET" LA POLIZIA ARRESTA I RESPONSABILI DI DUE OMICIDI DI MAFIA La Polizia di Stato, a conclusione di complesse attività d´indagine condotte dalle Squadre Mobili di Catanzaro e Vibo Valentia e dal Servizio Centrale Operativo di Roma, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, dalle prime ore della mattinata odierna, ha dato esecuzione ad un´ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 8 soggetti ritenuti responsabili a vario titolo dell´omicidio di Mario FRANZONI, avvenuto nell´anno 2002 a Porto Salvo (VV), dell´omicidio di Giuseppe Salvatore PUGLIESE CARCHEDI e del tentato omicidio di Francesco MACRI´, avvenuti nell´anno 2006 sulla SS 522 tra Vibo Marina e Pizzo Calabro, tutte vittime di agguati mafiosi. L´operazione vede l´impiego di uomini delle Squadre Mobili di Catanzaro, Vibo Valentia e del Servizio Centrale Operativo, con il sostegno operativo del Reparto Prevenzione Crimine di Vibo Valentia. Le attività d´indagine, coordinate dal Procuratore Distrettuale dr. Nicola GRATTERI, dal Procuratore Aggiunto dr. Giovanni BOMBARDIERI e dal Sostituto Procuratore dott. Camillo FALVO ,supportate anche dalle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia, Giuseppe GIAMPA´, Raffaele MOSCATO, Pasquale GIAMPA´, Andrea MANTELLA, hanno permesso di fare luce sui moventi degli omicidi e sui relativi mandanti oltreché sugli esecutori materiali dei gravi fatti di sangue, tutti riconducibili ad appartenenti alle cosche LO BIANCO e PISCOPISANI di Vibo Valentia oltre che ai GIAMPA´ di Lamezia. In particolare, è stato accertato che l´omicidio di FRANZONI era stato commissionato dal costruttore Francesco BARBA ad esponenti della cosca LO BIANCO, tra cui Andrea MANTELLA, al fine di vendicare un episodio in cui i suoi figli erano stati minacciati con l´uso di una pistola da Mario FRANZONI. Come corrispettivo l´imprenditore edile vibonese BARBA si era impegnato a costruire due villette a Vibo Valentia, cedendole in favore degli esecutori materiali dell´omicidio. In merito al tentato omicidio e successivo omicidio di PUGLIESE CARCHEDI è stato accertato che il movente immediato di tale gesto era da individuarsi in una relazione clandestina da lui intrattenuta con la figlia minorenne di Felice NAZZARENO, esponente di vertice dei PISCOPISANI; relazione che non aveva troncato nonostante i vari avvertimenti a lui pervenuti. Tuttavia, al di là dell´ apparente movente riconducibile all´antico schema del "delitto d´onore", la reale causale del fatto è emersa essere quella dei contrasti in seno alla criminalità organizzata vibonese ed in particolare il fatto che la vittima non riconoscesse l´autorità criminale dei maggiorenti delle cosche perpetrando in assoluta autonomia delitti, anche di natura estorsiva. Click to Post
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cosenzapage · 7 years ago
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Operazione "Outset": 8 persone in manette per due agguati mafiosi
http://www.cosenzapage.it/media/2016/06/polizia_notte_1.jpg - #CosenzaPage VIBO VALENTIA – Un gruppo di fuoco della ‘Ndrangheta responsabile di omicidio e tentato omicidio è stato disarticolato oggi da Polizia e Dda di Catanzaro. A conclusione di complesse attività d’indagine condotte dalle Squadre Mobili di Catanzaro e Vibo Valentia e dal Servizio Centrale...
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giuliocavalli · 8 years ago
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I particolari dell’operazione Provvidenza coordinata dalla Dda di Reggio Calabria. Colpita una delle cosche calabresi più potenti con ramificazioni a Milano e negli Usa
Associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, intestazione fittizia di beni, autoriciclaggio ed altri reati aggravati dalle finalità mafiose. Sono le accuse di cui devono rispondere, a vario titolo, le trentatrè persone fermate nell’ambito del blitz messo a segno all’alba di oggi dai carabinieri del Ros. Nell’ambito dell’operazione, condotta in tre regioni (oltre la Calabria anche la Basilicata e la Lombardia) sono stati sequestrati beni per un valore di circa 40 milioni di euro.
L’egemonia dei Piromalli. Al centro delle indagini, coordinata dalla Procura antimafia di Reggio Calabria, c’è il potente clan dei Piromalli di Gioia Tauro. Gli investigatori del Ros ritengono di aver documentato le dinamiche associative e gli assetti mafiosi della cosca, accertandone l’ormai definitivo e incontrastato dominio sul locale di Gioia Tauro e l’egemonia sull’intero mandamento tirrenico, assicurata anche dai rapporti di interazione con le più qualificate articolazioni ndranghetiste della piana di Gioia Tauro. Sul fronte economico, è stata evidenziata la penetrazione della cosca nel tessuto economico e sociale dell’area gioiese e la sua capacità di esercitare un radicale controllo degli apparati imprenditoriali, con specifico riferimento al settore agro-alimentare. L’attività è riuscita inoltre a delineare il quadro degli interessi illeciti gestiti in ambito nazionale e transnazionale dal sodalizio indagato, verificando la disponibilità di ingenti risorse finanziarie reimpiegate in numerose iniziative imprenditoriali e commerciali nel nord-italia e negli Stati Uniti.
Il fronte calabrese. L’indagine, che ha preso le mosse dagli esiti delle operazioni “Cent’anni di storia”, “Maestro”, “Mediterraneo” e “Mammasantissima”, ha accertato la peculiare strutturazione dell’organizzazione, imperniata su una base operativa nella piana di Gioia tauro e su un’emanazione economico-imprenditoriale attiva a Milano, controllate dal principale esponente della cosca, Antonio Piromalli classe ‘72 (figlio di uno degli esponenti storici, Giuseppe Piromalli, classe ’45), da molti anni residente nel capoluogo lombardo. Sul fronte calabrese, le basi operative dell’organizzazione sono state individuate a Gioia Tauro negli uffici della società edile di Pasquale Guerrisi, uomo di fiducia di Antonio Piromalli, e nel casolare di campagna Girolamo e Teodoro Mazzaferro, cugini di Giuseppe Piromalli cl’45, ove veniva documentata la costante presenza di esponenti apicali della ‘ndrangheta reggina. In particolare, Girolamo Mazzaferro e Pasquale Guerrisi costituivano l’interfaccia calabrese di Antonio Piromalli, per conto del quale, in aderenza alle direttive che provenivano dal capoluogo lombardo, curavano il complesso degli affari illeciti della cosca, garantendone la leadership sull’intero mandamento tirrenico.
Le ramificazioni. I collegamenti con la propaggine milanese erano infatti assicurati da Francesco Cordì e Francesco Sciacca, cognati del Piromalli, anche attraverso un sistema di comunicazioni basato sui cosiddetti pizzini, che il Guerrisi aveva il compito di ricevere e instradare ai destinatari finali. Girolamo Mazzaferro, esponente storico della cosca, era stato affidato il compito di: dirimere i contrasti sorti tra gli affiliati alla cosca e costituire altresì un punto di riferimento per risolvere controversie o problematiche anche in ambito non prettamente criminale; gestire, unitamente al fratello mazzaferro teodoro, le operazioni immobiliari e di compravendita di terreni, in molti casi estorti con il ricorso all’intimidazione mafiosa o come contropartita per i prestiti erogati a tasso usurario; prendere decisioni per la conduzione delle attività illecite della cosca, con particolare riferimento al traffico di stupefacenti, pianificando altresì agguati o azioni intimidatorie nei confronti delle compagini criminali che andavano ad interferire sul controllo delle banchine e dei piazzali dello scalo portuale.
  I contrasti con i Molè. In relazione a tale ultimo aspetto, le indagini hanno dato conto dei rapporti contrastati tra i Piromalli e Domenico Stanganelli, già organico alla cosca Molè, per il controllo di alcuni gruppi specializzati nella gestione e fuoriuscita delle partite di cocaina dal porto di Gioia Tauro. Il dissidio aveva fatto registrare due attentati a colpi di arma da fuoco all’indirizzo di Gaetano Tomaselli e Giuseppe Antonio Trimboli, entrambi contigui alla cosca Piromalli e dipendenti della società Mct di Gioia Tauro, attiva nelle operazioni di transhipment all’interno dello scalo portuale. In tale contesto, si accertava come i vertici dell’organizzazione, tra cui Girolamo Mazzaferro e Francesco Cordi’, avessero costituito un gruppo di fuoco, pianificando l’omicidio di Michele Zito, braccio destro di Stanganelli, individuato quale esecutore materiale dell’azione intimidatoria. l’evento, ad ogni modo, veniva scongiurato grazie ad una serie di servizi predisposti sul territorio dalle forze di polizia e per l’intervenuta carcerazione dello stesso Zito.
I nomi. Queste le persone coinvolte nell’inchiesta: Francesco Sciacca, 49 anni di Gioia Tauro; Alessandro Pronesti, 39 anni di Gioia Tauro;  Antonio Piromalli, 45 anni di Milano; Loredana Sciacca,45 anni di Milano; Giovanni Scibilia, 46 anni di Cusano Milanino; Carmela Sciacca, di 48 anni di Cusano Milanino; Rocco Saccà, 63 anni di Milano; Nicola Rucireta, 45 anni di Pisticci (Mt);  Paolo Vincenzo D’Elia, 88 anni di Palmi (residente a Filogaso); Michele D’Agostino, 43 anni di Rizziconi; Francesco Trunfio, 36 anni di Gioia Tauro; Giuseppe Barbaro, 35 anni di Gioia Tauro; Domenico Barbaro di 37 anni di Gioia Tauro; Grazia Piromalli di 38 anni di Gioia Tauro; Francesco Cordì, 40 anni di Gioia Tauro; Domenico Stanganelli, 40 anni di Gioia Tauro;  Rocco Dato, 41 anni di Gioia Tauro; Teodoro Mazzaferro, 42 anni di Gioia Tauro; Amedeo Fumo, 43 anni di Gioia Tauro; Pasquale Guerrisi, 44 anni di Gioia Tauro; Pietro Gallo, detto “Pierone”, 49 anni di Gioia Tauro; Annunziata Sciacca, 49 anni  di Gioia Tauro; Carmelo Bagalà, 25 anni di Gioia Tauro; Vincenzo Bagalà, 53 anni di Gioia Tauro;  Maria Martino, 63 anni di Villa San Giovanni; Teodoro Mazzaferro, detto “Teo”, 42 anni di Gioia Tauro; Girolamo Mazzaferro, 82 anni di Gioia Tauro; Giuseppe Gangemi, 66 anni di Gioia Tauro;  Giovanni Sergio, 30 anni di Sinopoli; Carmine Alvaro, 49 anni di Sinopoli; Francesco Arcuri 48 anni di Rizziconi.
(fonte)
‘Ndrangheta, operazione Provvidenza contro i Piromalli: i fatti, le facce, i nomi I particolari dell’operazione Provvidenza coordinata dalla Dda di Reggio Calabria. Colpita una delle cosche calabresi più potenti con ramificazioni a Milano e negli Usa…
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purpleavenuecupcake · 7 years ago
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Polizia: in manette responsabili di due omicidi di mafia
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OPERAZIONE "OUTSET" LA POLIZIA ARRESTA I RESPONSABILI DI DUE OMICIDI DI MAFIA La Polizia di Stato, a conclusione di complesse attività d´indagine condotte dalle Squadre Mobili di Catanzaro e Vibo Valentia e dal Servizio Centrale Operativo di Roma, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, dalle prime ore della mattinata odierna, ha dato esecuzione ad un´ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 8 soggetti ritenuti responsabili a vario titolo dell´omicidio di Mario FRANZONI, avvenuto nell´anno 2002 a Porto Salvo (VV), dell´omicidio di Giuseppe Salvatore PUGLIESE CARCHEDI e del tentato omicidio di Francesco MACRI´, avvenuti nell´anno 2006 sulla SS 522 tra Vibo Marina e Pizzo Calabro, tutte vittime di agguati mafiosi. L´operazione vede l´impiego di uomini delle Squadre Mobili di Catanzaro, Vibo Valentia e del Servizio Centrale Operativo, con il sostegno operativo del Reparto Prevenzione Crimine di Vibo Valentia. Le attività d´indagine, coordinate dal Procuratore Distrettuale dr. Nicola GRATTERI, dal Procuratore Aggiunto dr. Giovanni BOMBARDIERI e dal Sostituto Procuratore dott. Camillo FALVO ,supportate anche dalle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia, Giuseppe GIAMPA´, Raffaele MOSCATO, Pasquale GIAMPA´, Andrea MANTELLA, hanno permesso di fare luce sui moventi degli omicidi e sui relativi mandanti oltreché sugli esecutori materiali dei gravi fatti di sangue, tutti riconducibili ad appartenenti alle cosche LO BIANCO e PISCOPISANI di Vibo Valentia oltre che ai GIAMPA´ di Lamezia. In particolare, è stato accertato che l´omicidio di FRANZONI era stato commissionato dal costruttore Francesco BARBA ad esponenti della cosca LO BIANCO, tra cui Andrea MANTELLA, al fine di vendicare un episodio in cui i suoi figli erano stati minacciati con l´uso di una pistola da Mario FRANZONI. Come corrispettivo l´imprenditore edile vibonese BARBA si era impegnato a costruire due villette a Vibo Valentia, cedendole in favore degli esecutori materiali dell´omicidio. In merito al tentato omicidio e successivo omicidio di PUGLIESE CARCHEDI è stato accertato che il movente immediato di tale gesto era da individuarsi in una relazione clandestina da lui intrattenuta con la figlia minorenne di Felice NAZZARENO, esponente di vertice dei PISCOPISANI; relazione che non aveva troncato nonostante i vari avvertimenti a lui pervenuti. Tuttavia, al di là dell´ apparente movente riconducibile all´antico schema del "delitto d´onore", la reale causale del fatto è emersa essere quella dei contrasti in seno alla criminalità organizzata vibonese ed in particolare il fatto che la vittima non riconoscesse l´autorità criminale dei maggiorenti delle cosche perpetrando in assoluta autonomia delitti, anche di natura estorsiva. Click to Post
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purpleavenuecupcake · 7 years ago
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Polizia: in manette responsabili di due omicidi di mafia
OPERAZIONE "OUTSET" LA POLIZIA ARRESTA I RESPONSABILI DI DUE OMICIDI DI MAFIA La Polizia di Stato, a conclusione di complesse attività d´indagine condotte dalle Squadre Mobili di Catanzaro e Vibo Valentia e dal Servizio Centrale Operativo di Roma, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, dalle prime ore della mattinata odierna, ha dato esecuzione ad un´ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 8 soggetti ritenuti responsabili a vario titolo dell´omicidio di Mario FRANZONI, avvenuto nell´anno 2002 a Porto Salvo (VV), dell´omicidio di Giuseppe Salvatore PUGLIESE CARCHEDI e del tentato omicidio di Francesco MACRI´, avvenuti nell´anno 2006 sulla SS 522 tra Vibo Marina e Pizzo Calabro, tutte vittime di agguati mafiosi. L´operazione vede l´impiego di uomini delle Squadre Mobili di Catanzaro, Vibo Valentia e del Servizio Centrale Operativo, con il sostegno operativo del Reparto Prevenzione Crimine di Vibo Valentia. Le attività d´indagine, coordinate dal Procuratore Distrettuale dr. Nicola GRATTERI, dal Procuratore Aggiunto dr. Giovanni BOMBARDIERI e dal Sostituto Procuratore dott. Camillo FALVO ,supportate anche dalle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia, Giuseppe GIAMPA´, Raffaele MOSCATO, Pasquale GIAMPA´, Andrea MANTELLA, hanno permesso di fare luce sui moventi degli omicidi e sui relativi mandanti oltreché sugli esecutori materiali dei gravi fatti di sangue, tutti riconducibili ad appartenenti alle cosche LO BIANCO e PISCOPISANI di Vibo Valentia oltre che ai GIAMPA´ di Lamezia. In particolare, è stato accertato che l´omicidio di FRANZONI era stato commissionato dal costruttore Francesco BARBA ad esponenti della cosca LO BIANCO, tra cui Andrea MANTELLA, al fine di vendicare un episodio in cui i suoi figli erano stati minacciati con l´uso di una pistola da Mario FRANZONI. Come corrispettivo l´imprenditore edile vibonese BARBA si era impegnato a costruire due villette a Vibo Valentia, cedendole in favore degli esecutori materiali dell´omicidio. In merito al tentato omicidio e successivo omicidio di PUGLIESE CARCHEDI è stato accertato che il movente immediato di tale gesto era da individuarsi in una relazione clandestina da lui intrattenuta con la figlia minorenne di Felice NAZZARENO, esponente di vertice dei PISCOPISANI; relazione che non aveva troncato nonostante i vari avvertimenti a lui pervenuti. Tuttavia, al di là dell´ apparente movente riconducibile all´antico schema del "delitto d´onore", la reale causale del fatto è emersa essere quella dei contrasti in seno alla criminalità organizzata vibonese ed in particolare il fatto che la vittima non riconoscesse l´autorità criminale dei maggiorenti delle cosche perpetrando in assoluta autonomia delitti, anche di natura estorsiva. Click to Post
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purpleavenuecupcake · 7 years ago
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Polizia, otto arresti eccellenti in Calabria
La Polizia di Stato, a conclusione di complesse attività d’indagine condotte dalle Squadre Mobili di Catanzaro e Vibo Valentia e dal Servizio Centrale Operativo di Roma, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, dalle prime ore della mattinata odierna, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 8 soggetti ritenuti responsabili a vario titolo dell’omicidio di Mario FRANZONI, avvenuto nell’anno 2002 a Porto Salvo (VV), dell’omicidio di Giuseppe Salvatore PUGLIESE CARCHEDI e del tentato omicidio di Francesco MACRI’, avvenuti nell’anno 2006 sulla SS 522 tra Vibo Marina e Pizzo Calabro, tutte vittime di agguati mafiosi. Le attività d’indagine, supportate anche dalle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia, Giuseppe GIAMPA’, Raffaele MOSCATO, Pasquale GIAMPA’, Andrea MANTELLA, hanno permesso di fare luce, oltre che sui moventi degli omicidi, anche sui mandanti e sugli esecutori materiali dei gravi fatti di sangue. Click to Post
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