#Ombra Cristian
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whatilikedoninstagram · 14 days ago
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instagram.com/tokyo.shi instagram.com/ombra_cristian 2020/02/19
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jeanbastiendiary · 6 years ago
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femminacomelaguerra · 3 years ago
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Quale miglior modo di passare halloween se non andare a messa? (Ironia, per chi non ci arrivasse).
Con tanto di prete che :
"Venendo qui ho visto un sacco di persone girare per strada, voltando le spalle a Dio, corrotti dal diavolo tentatore"
"la vera festa, quella di tutti i santi, è messa in ombra da questa oscura ricorrenza.. dobbiamo distinguere e dare importanza alle festività vere, cristiane"
Per non parlare dei dieci minuti buoni che ci ha messo il signorino a masticare la particola, talmente croccante che manco il pane vecchio di un anno scrocchia così tanto (non so voi, ma a catechismo a me hanno sempre insegnato che non si mastica la particola, sarebbe come masticare il corpo di Cristo.. da atea ignorante a riguardo vorrei capire se era solo psicopatica la mia catechista o il prete di stasera si è fatto fuori un po' troppo vino santo..)
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elisadagliocchiblu · 6 years ago
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Il fenomeno cinquanta sfumature.
Premetto di aver letto solo i libri di cinquanta sfumature e di essermi rifiutata di vedere i film.
Leggendo mi sono ritrovata in una storia con una forte ombra maschilista senza precedenti.
Ancora oggi mi chiedo come una donna possa aver creato qualcosa del genere.
Mettendo da parte le parti erotiche, che secondo me si possono trovare in un qualsiasi altro romanzo, parlerò di tutto il resto.
Nei primi capitoli c'è la conoscenza tra i due e si può notare un concreto colpo di fulmine, fin qui nulla da dire.
Andando avanti ci troviamo di fronte ad un contratto. Un fottuto contratto, in cui si richiede a questa cara e innocente ragazza di vendersi in cambio di rapporti sessuali.
Non ci si limita ad offrire soldi, ma le si offre parrucchiere ed estetista gratis, tanto per fare qualche esempio.
Ecco, ora io non ho nulla contro a chi decide legalmente di svolgere un lavoro in cui si prevedono dei rapporti, ma quel contratto all'inizio di quel libro mi fa pensare e non poco.
Quel contratto è inappropriato sotto ogni punto di vista.
Andiamo avanti. I due protagonisti s'innamorano e ciò dovrebbe farmi vedere tutto sotto una luce d'amore e passione, ma purtroppo non è così.
Dopo molto la protagonista si confronta con colui che ha seguito il protagonista in un percorso lungo e doloroso. Infatti Cristian ha un bruttissimo passato e a causa di esso si era messo a cercare ragazze, simili alla madre biologica, per utilizzare metodi rudi in camera da letto con loro.
E già qui inizio a pensare che questo caro Cristian sia un sociopatico, ma nessuno sembra pensarla come me.
Altra cosa che ho odiato e non poco è stato un gesto d'amore possessivo e senza senso.
Il caro protagonista compra l'azienda in cui lavora la sua compagna per controllarla, spiarla e vedere le sue mail. Roba da pazzi è dire poco.
A nessuno è venuto in mente che fosse esagerato?
Finisco col ricordare le parole del caro e adorabile Cristian che accusa la sua "amata" di volerlo incastrare rimanendo incinta e che lui in una vita in mezzo a pannolini e altro non ci vuole di certo stare. Che uomo modello, vista l'età.
Scusate, ma finalmente sono riuscita a sfogarmi al riguardo.
Ditemi voi cosa ne pensate, anche perché sono davvero curiosa di sapere se esiste qualcuno che ha avuto le mie stesse impressioni oppure no.
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loveint-diario · 2 years ago
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Capitolo 22 - Quella cosa alata
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Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti.
Luigi Pirandello
Dalla mia tana uscii quando la mia amica Mariangela venne a prendermi, una notte d’inizio settembre, e mi portò alla Valle dei Templi di Agrigento, per ascoltare un concerto che si teneva all’alba. Era un concerto per archi, non ricordo cosa suonassero, ma ricordo bene il momento in cui il sole si levò alzandosi tra le colonne del Tempio di Apollo alle spalle del quartetto, in pochi secondi una luce rosata aveva falciato ogni ombra.
Dopo il concerto visitammo la casa di Pirandello, che si trova non molto lontano dalla Valle dei Templi. Nel modesto giardino della casa c’è un bellissimo pino secolare che entrambe ammirammo per molto più tempo di quello trascorso a visitare la casa dello scrittore. Sul suo tronco, gocce gonfie di resina brillavano alla luce già piena del giorno come lucciole nella notte.
Ritornata a casa che era ancora mattina, mi sentivo bene come non mi accadeva da tempo. La mia cara amica era riuscita a tirarmi fuori da quel senso d’immobilità impotente in cui si cade quando si perde la speranza. Mi aveva preso per mano e senza dire parole, mi aveva ricordato quanta bellezza ci fosse fuori nel mondo, quanto facile fosse raggiungerla, quanto valesse la fatica di una notte insonne per goderne. La sua empatia, la sua attenzione e la sua delicatezza mi avevano curato. Il suo volermi bene mi aveva restituito quel sano senso di fiducia nella vita così pesantemente rovinato dalle esperienze degli ultimi anni. Riuscivo adesso a sperare di nuovo e capivo che il mio isolamento doveva finire, non era più tempo di silenzio e solitudine, avevo più che mai bisogno di avere vicino i miei affetti e i miei amici.
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Acquistai un biglietto per Barcellona e andai a trovare due amici di vecchia data che vivevano lì, Cristian e Asumpta. Avevo conosciuto Cristian quando vivevo a Roma ai tempi dell’Università, lui era uno studente di Filosofia in Erasmus e io stavo completando la stesura della mia tesi in vista della laurea. C’incontrammo a una festa e dopo a poco diventammo amici, ci univa il comune interesse per l’arte, la poesia e la filosofia. Passavamo le notti facendo lunghe passeggiate a piedi o con la mia vespa per Roma e nonostante parlassimo due Lingue diverse ci comprendevamo perfettamente, forse anche per via del motto che Cristian scelse per intitolare le nostre serate: “Un vaso y la vìa!”
Cristian venne varie volte a visitarmi in Sicilia, conobbe la mia famiglia e i miei amici, che diventarono anche i suoi amici. Andai spesso a Barcellona a trovarlo e conobbi anche io la sua famiglia e i suoi amici, Asumpta fu una tra questi. Lei e Cristian si conoscono da quando erano bambini e non ci volle molto perché Asumpta si unisse a noi durante le nostre discussioni passeggiate, che con la sua fresca eleganza rinominò: “Una copa de tinto y vìa!”.
Negli anni avevo seguito i vari traslochi di Cristian, i suoi cambi di lavoro, lui i miei. Asumpta era diventata una creatrice di gioielli e madre di due splendide bambine, che finalmente avrei conosciuto di persona, dopo averle viste soltanto in foto.
La sera che arrivai a Barcellona, andai a cena con Cristian e lasciai il mio telefono in albergo. Tra le tante cose di cui parlammo durante la cena, gli dissi che avevo da poco letto un libro di Oloferne, era uno dei suoi libri meno recenti e un’amica, non saprei dire quando, me lo aveva regalato ma l’avevo tenuto fino ad allora, nella mia pila di libri da 'leggere un giorno'. Era un libro d’inchiesta sulla produzione e la distribuzione della droga e i dati che condivideva sul guadagno annuo dei trafficanti, mi avevano colpito così tanto che ne parlai con il mio amico.
Dopo aver acquistato online il mio biglietto aereo, avevo anche comunicato il mio arrivo per email e per WhatsApp ai miei amici. Qualche giorno dopo, Oloferne pubblicizzò sul suo account Instagram un suo prossimo viaggio a Barcellona per presentare il suo ultimo libro. Quando lo lessi, ricordo bene che fui contenta del fatto che i giorni coincidessero e che avrei potuto andare alla presentazione e incontrarlo di persona. Quella sera lo dissi a Cristian, conosceva la biblioteca dove avrebbe avuto luogo la presentazione e propose di accompagnarmi. Disse anche, salutandomi nella hall dell’albergo, che un suo amico una specie di genio informatico, mi avrebbe aiutato a liberarmi dell’hacker.
Non credevo a quello che avevo appena sentito. Salii in camera volando, finalmente qualcosa stava cambiando, vedevo di nuovo delle possibilità. Mi riconobbi il merito di aver continuato a sperare e mi convinsi che una volontà provvidenziale mi aveva spinta a intraprendere questo viaggio.
Ero quasi così felice che mi sarei messa a ballare e cantare come non so chi né come. Non amo molto i musical quindi ne conosco pochi e mi viene in mente soltanto la scena del film Dancer in the dark di Lars Von Trier in cui Bjork, che interpreta una povera donna, un’operaia che sta perdendo la vista, canta Cvalda tra i macchinari della fabbrica nella quale lavora.
Più o meno sarebbe stata così l’atmosfera della mia felicità, infatti una volta in camera quando ripresi il mio telefono e tolsi la modalità aereo, per la prima volta salì una notifica con un video musicale suggerita da Youtube. Non era mai successo. Il video era una canzone di un film animato interamente prodotto in Italia, il titolo era: A chi appartieni?. Pensai subito che fosse opera di Oloferne anche se non potevo esserne sicura, era la prima volta che usava questo modo per comunicare con me, mi sembrò uno modo impacciato ma tenero di comunicarmi la sua gelosia. Guardai il video e mi piacque, per cui non diedi importanza alla cosa, pensando che presto nessuno avrebbe più avuto il controllo del mio telefono.
Quello che successe dopo fu che lo stalker iniziò a tempestare il mio telefono di notifiche di Youtube. Canzoni d’amore, poesie d’amore, video con suoi interventi a festival o a trasmissioni televisive, cartoni animati e quanto altro servisse a comunicare con me, o come da intenzione da lui dichiarata, con quanto servisse a manifestarmi il suo amore.
Il pomeriggio della presentazione, Cristian fu bloccato da un contrattempo di lavoro e io andai da sola. L’ospite preferì parlare in Italiano data la maggiore presenza di italiani in platea, in quel momento non pensai nemmeno per un attimo che fosse a conoscenza del fatto che mi trovassi tra il pubblico e per nessuna delle cose che disse pensai che si stesse rivolgendo a me. Nonostante non fosse proprio pertinente con la presentazione del suo romanzo, Oloferne parlò del libro d’inchiesta che avevo letto di recente e citò proprio l’importanza dei dati che mi avevano colpito e di cui avevo discusso con Cristian, la sera che ero arrivata a Barcellona. Mi colpì piacevolmente, la presi per una coincidenza, non sospettai nulla, anzi mi sembrò la conferma di una corrispondenza di amorosi ideali tra di noi.
Alla fine dell’incontro si fermò per autografare le copie vendute. Ne presi solo una in Catalano per regalarla a Cristian dato che non era riuscito a partecipare, mi misi in fila pensando a cosa gli avrei detto quando mi sarei trovata faccia a faccia con lui. Non mi aspettavo chissà cosa, ma di sicuro non mi aspettavo niente di quello che accadde. Lui fece finta di nulla e ridendo mi chiese se fossi catalana, io risposi dicendo che il libro era per Cristian, un amico che non aveva potuto esserci. Prese la copia e scrisse: A Cristian, un abbraccio. Ci salutammo con una stretta di mano e mentre scendevo dal palco mi accorsi che stavo tremando.
Tremavo non come succede quando ci s’innamora e sembra che le gambe cederanno da un momento all’altro, tremavo di paura e non trovandone la ragione scambiai il tremore per emozione.
Il giorno dopo, Instagram postò la foto di una ragazza spagnola che indossava una salopette di jeans con una maglia rosa che faceva non so cosa, mi colpì il fatto che fosse vestita esattamente come ero vestita il giorno della presentazione. Oloferne sul suo account, postò una foto di lui sul palco di Barcellona con gli organizzatori, ringraziava del calore ricevuto in particolar modo dal pubblico italiano presente, che abbracciava forte.
Passai gli ultimi giorni del viaggio a casa di Cristian, libero dal lavoro per il fine settima. In quel momento parlò con il suo amico e io lo ascoltai in vivavoce mentre spiegava a Cristian che ogni mio sospetto era assolutamente fondato. Disse che era possibile hackerare non soltanto pc, notebook, IPad che come ogni supporto Apple aveva la fama di essere inattaccabile, ma anche moltissimi elettrodomestici tra quelli che chiunque teneva in casa, un frullatore, una radio, e che potevano contenere al loro interno, microfoni e telecamere che potevano essere attivate da remoto per spiarci, vederci o ascoltare senza che si abbia la possibilità di accorgersene. Ci spiegò che attraverso la mia rete di contatti, lo stalker poteva spiarmi anche quando non avevo il telefono con me, hackerando quello dei miei familiari, dei miei amici e di tutti i miei contatti in rubrica. Ci disse che poteva sfruttare la posizione sul mio telefono, per sapere in ogni momento dove mi trovassi. Per aiutarmi però, aveva bisogno dei miei supporti che non avevo portato con me. Rimanemmo d’accordo che a ottobre quando sarei ritornata, ci saremmo visti e gli avrei consegnato tutto: usb, hard-disk portatili, notebook, IPad e anche la mia macchina fotografica.
Alla fine della telefonata tremai di nuovo. Cristian mi chiese perché, secondo me, quest’uomo stava facendo tutto questo. Risposi che anche io non riuscivo a capirlo.
Rivedere i miei amici mi fece molto bene. Pensai che trasferendomi lì per qualche tempo sarei stata meglio. Avrei seguito un corso, o semplicemente avrei imparato il Castigliano, o magari il Catalano. La Spagna mi sembrava accogliente, ordinata, pulita, colorata e allegra, inoltre non sarei stata sola, c’era Asumpta e c’era Cristian che m’incoraggiò a prendere questa decisione, mi offrì il suo aiuto e mi disse: “Sarò per te quello che tu sei stata per me quando arrivai a Roma, quando non parlavano Italiano, non conoscevo la città e non avevo amici!”.
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Tornai in Sicilia per predisporre il mio trasferimento in Spagna, una nuova energia mi animava era quella cosa alata, la speranza, che mi muoveva.
Roma 19 febbraio 2023 h: 2.47 pm 
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gossipnewsitalia · 2 years ago
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Ilary Blasi, replica di fuoco a Totti: “Visto cose che potrebbero rovinare 50 famiglie”
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Ilary Blasi non sta a guardare
La bella e brava conduttrice romana in forza a Mediaset ha replicato (non andando troppo per il sottile) all’ex marito attraverso il suo legale Alessandro Simeone.I matrimoni, purtroppo lo sappiamo possono finire e possono farlo in diversi modi, quello di Francesco Totti e Ilary Blasi è terminato nel più brutto di certo. L’intervista che ha rilasciato nelle scorse ore l’ex capitano della Roma al Corriere della Sera ha confermato senza ombra di dubbio alcuno, quasi tutti i rumor che erano circolati insistentemente in questi mesi. Si pensava che i due ex coniugi non si fossero lasciati bene, a partire dai comunicati disgiunti, al proseguo dell��estate dei due, ma ormai è assodato che la situazione è addirittura peggiore (se possibile) di quel che è stata scritto su quotidiani, riviste e siti nelle ultime settimane. Francesco Totti ha infatti accusato, senza troppi giri di parole, l’ex moglie di averlo tradito nella primavera 2021 e di essersi impossessata della sua collezione di orologi; lui, per ripicca, le ha fatto sparire le borse nel tentativo di effettuare uno scambio.
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Ilary Blasi, replica di fuoco a Totti: Ma qui non si tratta di fantagossip, perché sono tutti racconti usciti direttamente dalla bocca dell’ex calciatore giallorosso. Quindi Ilary come ha preso le esternazioni poco lusinghiere dell’ex marito? Per nulla bene a giudicare dalla reazione immediata. La conduttrice romana in forza a Mediaset ha replicato duramente e lo ha fatto tramite il suo legale. L’avvocato ha pronunciato una frase decisamente bomba. Parla Ilary Blasi: con Totti è guerra “Ho sempre protetto i miei figli e continuerò a proteggerli”, ha fatto sapere Ilary tramite il suo avvocato Alessandro Simeone, il quale ha aggiunto che la linea della sua assistita non è affatto cambiata. Resterà quella del silenzio per il bene di Cristian, Chanel e Isabel i tre figli nati dal matrimonio con Francesco Totti. Nel mentre si avvicina sempre più la battaglia legale, che, a questo punto e con ogni probabilità, si svolgerà in tribunale. I due ex coniugi sono effettivamente molto lontani dal trovare un accordo che consenta loro di non dover passare dal giudice (Totti ha parlato anche di questa faccenda, affermando che Ilary non ha voluto sentire ragioni e accettare alcuna proposta).
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Ilary Blasi, replica di fuoco a Totti: “La tutela dei miei figli viene prima di tutto, ognuno è responsabile delle sue azioni”, ha poi ribadito con forza Ilary ad amici e collaboratori con i quali ha commentato l’intervista di Totti. “Se si sceglie una linea la si porta fino in fondo”, è il ragionamento che guida la Blasi nelle sue azioni. “Ilary ha visto cose in questi ultimi anni che potrebbero rovinare una cinquantina di famiglie”, questa la frase bomba che ha pronunciato il legale della conduttrice. Ora quindi non resta che aspettare e capire se Ilary davvero sarà pronta ad eclissarsi e a rimanere in silenzio come ha annunciato per proteggere e fare il bene dei figli oppure se deciderà di cambiare strategia e si presenterà  finalmente davanti alle telecamere della tv, magari proprio a Verissimo nel salotto dell’amica storica Silvia Toffanin. In quel caso non c’è dubbio alcuno che il caso della “cinquantina di famiglie che potrebbero essere rovinate” sarà di certo affrontato e approfondito. La stupenda favola d'amore che sembrava non dover mai giungere al termine ora si è trasformata in un vero e proprio incubo, e anche uno dei peggiori, i cui protagonisti , che una volta si amavano alla follia , hanno iniziato a vuotare sacchi e a buttarsi fango addosso. Per il bene dei figli auguriamo loro di ritrovare la pace anche se ognuno per la sua strada. Read the full article
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iltempoimmobile · 3 years ago
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#iltempoimmobile . . . Sorge non lunge a le cristiane tende Tra solitarie valli alta foresta, Foltissima di piante antiche, orrende, Che spargon d'ogni intorno ombra funesta. Qui ne l'ora che 'I sol più chiaro splende, È luce incerta e scolorita e mesta, Quale in nubilo ciel dubbia si vede, Se 'I di a la notte, o s'ella a lui succede. Ma quando parte il sol, qui tosto adombra Notte, nube, caligine ed orrore, Che rassembra infernal, che gli occhi ingombra Di cecità, ch'empie di téma il core; Né qui gregge od armenti a paschi, a l'ombra Guida bifolco mai, guida pastore: Né v'entra peregrin, se non smarrito; Ma lunge passa, e la dimostra a dito. (Torquato Tasso - L’incantesimo della foresta) #abandonedearth #abandonedafterdark #decay #abandonedcentral #urbex_utopia #ig_urbex #urbex_supreme #abandon_seekers #nature_takes_over #abandoned_excellence #world_wide_urbex #sombrexplore #urbex_apocalypse #glitz_n_grime #total_abandoned #abandonedworld #urbanexploration #abandonedplaces #raw_abandoned #aband0n_all_h0pe #ig_abandoned #beniculturali #tesori_italiani #tesoriabbandonati #urbexitalia #urbexitaly #italiaabbandonata https://www.instagram.com/p/CaxmxQsLgl4/?utm_medium=tumblr
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paoloxl · 7 years ago
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L’associazione Liberarsi ha organizzato il secondo giorno di digiuno nazionale, venerdì 30 marzo 2018, contro la pena dell’ergastolo. Ci rivolgiamo a tutte le comunità cristiane d’Italia e a tutti i credenti nelle varie religioni e a coloro che pur non credenti operano per il rispetto dell’umanità. Vi chiediamo di prendere posizione contro l’ergastolo: venerdì 30 marzo 2018 è una giornata particolare per molti cristiani, ma non ci rivolgiamo solo a loro. Vogliamo sentire vicini a noi anche i cristiani ortodossi, che celebreranno la passione e morte di Cristo una settimana dopo, vogliamo sentire accanto a noi anche gli ebrei, i mussulmani, gli induisti, i buddhisti, gli atei. Sappiate che siamo 1.677 persone attualmente condannate all’ergastolo in Italia, alcuni nell’isolamento delle sezioni a 41 bis, altri nelle sezioni ad alta sicurezza, altri ancora nel sovraffollamento delle celle comuni. Con noi migliaia di detenuti e detenute, migliaia di nostri familiari e di volontari, venerdì 30 marzo 2018, digiuneranno per la vita, perché il nostro nuovo Parlamento si pronunci contro l’ergastolo che ci condanna fino alla morteperché per legge siamo cattivi e colpevoli per sempre. Siamo né morti né vivi. Siamo uomini ombra (così si chiamano gli ergastolani fra loro) prigionieri dell’Assassino dei Sogni (così i prigionieri chiamano il carcere) condannati alla “Pena di Morte Viva” (così è chiamata da noi la pena dell’ergastolo). Per molti di noi non c’è più nessuna speranza, nessun futuro e nessuna compassione. Non c’è più nulla. Solo il dolore, perché il tempo passa e non abbiamo nulla da aspettare. Siamo destinati per tutta la vita a stare nell’ombra e a morire di vecchiaia murati vivi nelle nostre celle. Nel medioevo ti ammazzavano, ti cavavano gli occhi, ti tagliavano un braccio, ma il dolore non durava per sempre. Ora, invece, l’ergastolo è nello stesso tempo una pena di morte, una tortura e un dolore all’infinito. Un vero e proprio incubo a occhi aperti, da cui non è possibile svegliarsi. Sembra che gli uomini ergastolani siano umani azzerati, non più figli di Dio, ma figli della malvagità degli uomini. E, condannati ad essere cattivi e colpevoli per sempre, molti di noi vivono ormai una vita vegetativa, senza volontà, né desideri, né sogni. Per questo vi chiediamo di partecipare venerdì 30 marzo 2018, (venerdì santo) alla giornata di digiuno nazionale per l’abolizione dell’ergastolo in Italia!  Potrete aderire nel sito www.liberarsi.net . Per l’occasione è stato pubblicato il Volume 2 di 9999 Campagna Digiuna per la Vita, con il resoconto giornalistico della Campagna precedente e con nuove, inedite, testimonianze. Gratuitamente scaricabile qui:   http://www.stradebianchelibri.com/9999-volume-2.html Per l’Associazione Liberarsi: Carmelo Musumeci
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giancarlonicoli · 4 years ago
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Cristiano Fusi - Monza
24 nov 2020 17:14
TAMPONI NEL PALLONE, SI MUOVE L'ANTIMAFIA - INDAGATO PER ESERCIZIO ABUSIVO DELLA PROFESSIONE MEDICA IL DOTTOR FUSI (EX MILAN) A CUI S'È RIVOLTO IL MONZA DI BERLUSCONI. A METÀ OTTOBRE, ERA ESPLOSO UN FOCOLAIO NEL CLUB BRIANZOLO CON 9 CALCIATORI POSITIVI - L'OBIETTIVO È ACCERTARE SE DIETRO A QUESTO PRESUNTO GIRO DI TEST IRREGOLARI POSSA ESSERCI LA CRIMINALITÀ - IL MONZA: “NOI ESTRANEI” - IL PM DELLA FIGC È IN ATTESA ANCHE DI AVERE NOTIZIE DA AVELLINO SUL CASO LAZIO…
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Emiliano Bernardini Claudia Guasco per “il Messaggero”
Sospetti sull' esecuzione dei tamponi, sui titoli professionali di chi li ha eseguiti, sulla provenienza dei test e sulle modalità con cui vengono processati. Su questa catena indagano i magistrato della Direzione distrettuale antimafia di Milano, che ipotizzano possibili infiltrazioni della criminalità organizzata.
Un' inchiesta che potrebbe avere ripercussioni sul campionato di serie B in corso poiché riguarda i tamponi a diverse squadre di calcio, tra cui spicca il Monza di Silvio Berlusconi, effettuati dal dottor Cristiano Fusi, noto medico sportivo ex Milan e attuale consulente esterno del team allenato da Cristian Brocchi.
Fusi risulta indagato per esercizio abusivo della professione medica. Ieri mattina i carabinieri del Nas e la guardia di finanza hanno perquisito la sua macchina, l' abitazione, gli studi professionali alla clinica Zucchi di Monza, dove è responsabile dell' Unità operativa di riabilitazione specialistica, e alla Madonnina di Milano, acquisendo documenti.
Gli investigatori si sono presentati anche alla sede del Monza Calcio per verificare le modalità dei tamponi rapidi ai calciatori: negli spogliatoi i controlli sono pressanti, tuttavia a metà ottobre è esploso un focolaio con nove atleti positivi, sette giocatori e due persone dello staff.
Stando alle indagini, i test agli sportivi di cui si mette in dubbio la regolarità sono stati eseguiti negli ultimi mesi, in particolare dall' estate in poi, da personale non qualificato.
Ma la Dda indaga anche su tutti i passaggi per l' approvvigionamento dei tamponi, passando per l' esecuzione dei test, per i laboratori di analisi dove sono stati processati fino al rilascio dei certificati ai calciatori.
L' obiettivo è accertare se dietro a questo presunto giro di test irregolari possa esserci l' ombra della criminalità organizzata. La società a cui il Monza Calcio ha affidato la consulenza esterna per i tamponi risulta occuparsi di rifiuti, energia rinnovabile e altro, da novembre ha esteso il suo oggetto sociale anche ai dispositivi di protezione individuale ma, è stato accertato, non ai tamponi.
Fusi è uno dei tre medici incaricati di alternarsi a Monzello per effettuare i tamponi rapidi, procedura che il club ha introdotto a metà ottobre. Ieri i dirigenti della squadra hanno mostrato agli uomini della gdf le fatture relative a tre ordini per i tamponi rapidi acquistati in due farmacie brianzole per una spesa attorno ai 10 mila euro e hanno fornito i nomi dei dottori che, a turno, hanno fatto i test.
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daisytulip · 4 years ago
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"Halloween è un'americanata, non mi piace, non è una nostra festa!" Quante volte avete sentito questa frase? Io troppe! In questo testo, da me tanto apprezzato, Jean Markale (studioso francese della civiltà celtica) ci porta per mano attraverso la riscoperta di questo fenomeno popolare legato alla commemorazione delle anime dei defunti, che attualmente si festeggia senza ombra di dubbio su impronta del modello americano ma in realtà affonda le sue radici in tempi lontani ma in aree geograficamente non distanti da noi e, ci tengo sempre a sottolinearlo: dietro la sua aurea meramente economica e modaiola, Halloween nasconde significati e valori ben più profondi. Le origini di cui sopra vanno ricercate proprio in Europa (l'importazione in terra americana risale solamente al XIX secolo), nei territori calcati dalla popolazione celtica che ne occupava perlopiù la zona centrale e in maniera più diffusa l'Irlanda. Approfondirò in un altro post le specifiche usanze religiose celtico/pagane ma anche cristiane relative alla notte più scura dell'anno (in Italia le tradizioni erano vive come non mai sino a qualche generazione fa e nel precedente libro di cui vi ho parlato qualche post fa, troviamo ampie descrizioni). Una piccola cosa semplice da memorizzare è l'etimologia del termine Halloween, di origine anglofona, derivata dalla contrazione di All Hallow Even o All Saints Even, ossia vigilia di tutti i Santi. Leggendo ci si rende presto conto del fatto che non sia affatto semplice barrare una linea di confine tra le tradizioni della festa cristiana di Ognissanti e quelle della tradizione pagana. Tutti gli elementi sono indissolubilmente intrecciati tra loro: lacrime e gioia, sacro e profano, reale e immaginario ma soprattutto vita e morte. Il cuore pulsante delle varie cerimonie era comune: aiutare i defunti, attraverso offerte e rituali, a tornare nel mondo dei vivi in quella sera del 31 ottobre in cui il confine tra i due mondi si pensava essere pressoché indistinguibile. Il libro è edito da L'età dell'acquario, un marchio @edizionilindau, la mia è l'edizione del 2005 ma ho appena controllato sul sito e potete trovare lì la nuova se vi interessa leggerlo!📖 (presso Halloween Town) https://www.instagram.com/p/CGSffsrHigP/?igshid=18barcth0co5n
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pangeanews · 4 years ago
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“Ho avuto la nettissima sensazione di trovarmi nel centro esatto dell’universo”. Gianluca Barbera ci scrive da Gerusalemme (e inaugura la rubrica “Cartoline dal mondo”)
L’ultima volta che l’ho incontrato – l’anno scorso, credo – mi ha portato tra i colli senesi. Il fuoristrada tagliava i boschi percorrendo sentieri vertiginosi, neri e pieni di uccelli. Dopo un po’ siamo approdati in un piccolo borgo: spunzoni di rocca medioevale, un paio di vie, il silenzio denso come olio, la luce che traduce le forme in possibilità. “Tutto è altro”, mi dicevo, ripetendo Evagrio Pontico. Il panorama era straordinario, che banalità. Solo che mentre io ammiravo i colli senesi Gianluca Barbera, bardato di cappello, barba da Achab e occhi enciclopedici, vedeva, in quegli stessi avvallamenti, Ecbatana e Efeso, una antica città in Normandia, un paese di minatori, in Russia, l’estasi di una storia. Da allora non l’ho più visto. Nel frattempo ha pubblicato un romanzo, “Il Viaggio dei Viaggi”, più ambizioso dei precedenti, dedicati a “Magellano” e a “Marco Polo”. Già quel giorno dichiarava il desiderio di inseguire la propria ispirazione, ovunque essa lo conducesse, di compiere una vita inattuale, tesa al rischio, devota all’enigma. Ho cercato di chiamarlo un paio di settimane fa, perché l’amicizia, per me, è oro. Il telefono è sempre staccato. Qua e là ho letto recensioni lusinghiere al suo romanzo, diverse interviste. È vivo, mi son detto. Poi si è palesato. Una breve mail da Gerusalemme in cui scrive qualcosa di vago sul “Vangelo di Cristo”. La cosa mi ha incuriosito; mi ha sollevato, soprattutto, avere una traccia del mio amico. “Questo mondo mi annoia”, ricordo che mi aveva detto, l’anno scorso. Da giornalista l’ho messo all’angolo: scrivimi una lettera compiuta, gli ho intimato, una specie di racconto del tuo viaggio, chiamerò la rubrica “Cartoline dal mondo”. Barbera ha detto sì, l’idea lo stuzzica, ed ecco a voi la prima puntata. (d.b.)
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Caro Davide, mio caro direttore, ti mando questa e-mail dalla città santa di Gerusalemme.
Ti domanderai che cosa ci faccio qui. È presto detto. Sono venuto per incontrare un amico dei tempi dell’università, che in questo momento insegna a Storia delle religioni all’Università di Gerusalemme. Una settimana fa ho ricevuto da lui una stranissima e-mail, che mi ha messo in un grande stato di agitazione. Sulle prime credevo a uno scherzo. Pensa che mi scriveva di essere entrato in possesso nientemeno che del Quinto Evangelio. Quello scritto da Gesù stesso, di suo pugno. Non potevo crederlo. Se non fosse stato lui a dirmelo – persona seria – lo avrei preso per un mitomane, un pazzo. Eppure, pare che sia proprio così. Mi ha mandato una scansione di alcuni frammenti e a quel punto non ci ho pensato due volte. Ho preso il primo volo. Voglio verificare di persona. È una questione troppo importante. Lo vedrò questa sera, cena a casa sua. Nel frattempo, per impiegare il tempo al meglio, mi sono dedicato a visitare la città.
Prima tappa, Monte del Tempio. Spianata delle Moschee, per i musulmani.
Mi sono fatto portare da un taxi fino ai piedi del monte. Seguendo alcuni cartelli sono entrato dalla porta riservata ai cristiani.
Appena dentro mi sono sentito preso da una vertigine. Il colpo d’occhio era impressionante. Al centro dell’enorme rettangolo in cui consiste la Spianata, un’area sopraelevata delimitata e sostenuta sui quattro lati da massicce mura di contenimento, troneggia una poderosa cupola d’oro. La Cupola della Roccia. Che meraviglia!, ho pensato. Mi sono voltato e sul lato destro, poco distante, ecco apparirmi il gioiello architettonico della Cupola della Catena, dove si racconta che Davide e Salomone amministrassero la giustizia. E su tre lati – nord, sud, ovest – i quattro zuccherosi minareti di al-Fakhariyya, Ghawanima, Bab al-Silsila e al-Asbat. Poco più in là, per uno stretto passaggio si accede a uno dei più stupefacenti edifici religiosi del mondo, la Moschea al-Aqṣā, sorta nel punto esatto in cui in età remota si ergeva il Tempio di Salomone, e dove, al tempo del re di Gerusalemme Baldovino II, i Cavalieri Templari ebbero la loro prima sede. Solo con la riconquista della città da parte di Saladino la complessa struttura sarebbe stata riconvertita in moschea. Quale emozione, trovarmi lì, in quel punto esatto, così vibrante di energie, crocevia e cuore pulante di tutte le civiltà sorte attorno al Mediterraneo. Per un attimo mi è mancato il respiro.
Ho avuto la nettissima sensazione di trovarmi nel centro esatto dell’universo. In questo luogo s’incontrano, o forse dovrei dire si scontrano, le tre grandi religioni monoteiste del pianeta: cristianesimo, ebraismo e islam. Questo è forse il luogo più intriso di simbolismo e di misticismo della terra, e anche il più conteso. A dire il vero anche il paganesimo ha avuto qui un suo santuario, un suo centro di culto, ai tempi dell’imperatore Adriano; per l’esattezza un colossale tempio dedicato a Giove, poi demolito per far posto a basiliche cristiane e moschee. A un certo punto qualcuno mi ha tirato per la manica della giacchetta.
«Le serve una guida?» mi sono sentito dire in inglese.
Un arabo piccoletto mi sorrideva sotto un paio di baffetti saltellanti.
«Perché no? Why not?» ho risposto.
L’altro mi ha fissato sorpreso. Evidentemente non si aspettava quella risposta.
«Lei è italiano?».
«Ma certo. Da cosa l’ha capito?» ho detto scherzando.
«Anche io lo sono» ha detto l’uomo.
«Lei? E che ci fa qui, nei panni di una guida turistica?».
«Ah, sapesse» ha detto lui, «è una lunga storia. Non perderò tempo a raccontargliela, se non per dirle che una decina di anni fa mi sono convertito all’islam e mi sono trasferito qui, a Gerusalemme. Poi ho iniziato a seguire la via del sufismo e…».
«Lei pratica il sufismo? È un sufi?».
«A rigore, dovrei risponderle di no. Un sufi non ammetterà mai di esserlo. È una questione di purezza: tradotto, di modestia. Ma siccome siamo concittadini…». E ha allargato le braccia.
«Il sufismo mi ha sempre spiazzato» ho detto.
«Bisogna intendersi» si è affrettato a rispondere l’altro. «Vede, il sufismo non è qualcosa che si possa spiegare a parole. Non è un insieme di regole, di pratiche o di conoscenze: è una pratica, un comportamento, un adeguarsi alla volontà di Allah in tutto e per tutto. In realtà esseri sufi significa soltanto abbandonare quello che hai nella testa, donare ciò che hai nella mano e non ritrarti di fronte ciò che ti riserva il destino. Il sufismo non è che un abbandono totale a Dio. Un assumere le sue qualità. Per usare le parole del grande sufi Junayd al-Baghdadi, sii con Allah, senza attaccarti a nulla che non sia Lui… Un vero sufi a nulla si attacca e da nulla è attaccato… Come ha scritto il sommo Abul Hassan Ali ibn Jafar Al Kharqani, sufi non è chi porta sempre il tappeto da preghiera, né chi indossa vestiti rattoppati, né chi mantiene certe abitudini e apparenze. Sufi è colui che attira l’attenzione di tutti, pur nascondendosi. Sufi è colui che durante il giorno non necessita di sole e di notte non ha bisogno della luna. L’essenza del Sufismo è l’inesistenza assoluta che non necessita di esistenza, dato che non c’è esistenza oltre a quella di Allah».
«Lei parla come un libro stampato» gli ho fatto notare. «O piuttosto come una guida. E mi dica: si può essere sufi e guide turistiche al tempo stesso?».
«Perché no? In qualche modo si dovrà pur campare, no? L’importante è seguire la buona via, fare ciò che è più adatto a ciascuno in ogni momento, ciò che è più opportuno secondo il tempo e il luogo. Il sufismo consiste nel non possedere nulla, così come nulla abbia a possedere te… Ma venga, mettiamoci all’ombra di quegli alberi, parleremo meglio».
Come ci siamo spostati, la guida si è asciugata la fronte sudata con un fazzoletto.
«Vede, un sufi è come la terra, calpestata dai pii e dagli empi, è come le nubi, la cui ombra si estende su ogni cosa, è come la pioggia che bagna ogni cosa».
«Chi lo ha detto?».
«Un sufi persiano del IX secolo… Ah, a proposito, non ci siamo presentati. Piacere, mi chiamo Guido, anche se ora il mio nome è Abu Bakr, in onore di…».
«Piacere, Gianluca» ho detto, senza lasciarlo finire. E gli ho porto la mano.
«È qui come turista?».
«Sì e no. In questo momento sì. In serata vedrò un amico e domani prenderò un volo per rientrare in Italia, purtroppo».
«Ah, che peccato. Venga, le racconto qualcosa dei vari edifici che sorgono su questo sacro recinto»…
Così, tanto per raccontarti qualcosa. Mi fermo qui. Domani, se potrò, ti dirò come è andato l’incontro con Y. Immagino che tu stia morendo dalla voglia di sapere di più del Quinto Evangelio. Per me è lo stesso, del resto. A domani, a Dio piacendo. Un abbraccione, Gianluca
Gerusalemme, 4 settembre 2020
*In copertina: Giacomo Brogi (1822-1881), Cupola della chiesa del S. Sepolcro a Gerusalemme
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cristian-randieri · 6 years ago
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Bravo il presidente anche se mi sembra sempre in ombra dei suoi due vice...... Mai vista una cosa del genere.... Voi che ne dite? Ho torto?? https://t.co/7JlaPpx7mf
— Cristian Randieri (@C_Randieri) September 8, 2018
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cristian-randieri · 7 years ago
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Agenzia_Ansa "Colpo di #calore, i bambini sono quelli che rischiano di più in auto: è sufficiente posteggiare la macchina pochi minuti in un'area senza ombra perché l'abitacolo diventi un forno | #ANSAmotori Speciale #vacanze #viaggiaresicuri https://t.co/mfbzdSRinf" - Via C…
— Cristian Randieri (@C_Randieri) August 6, 2018
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