#Letteratura Tedesca
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Il caldo era un po' afoso ma non opprimente: come un morbido braccio di donna s'appoggiava delicatamente alle ombre e riempiva il respiro con il profumo d'invisibili fiori (Stefan Zweig, Quattro storie della prima esperienza).
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“ Fuori continuano a sfilare, genitori e bambini. Ma perché diavolo B è venuto a trovarmi? “Perché non sfili anche tu?” chiedo. “È pure il tuo dovere.” Sogghigna. “Mi sono dato ammalato.” I nostri sguardi s’incontrano. Ci capiamo, dunque? “Non ti tradirò,” dico. “Lo so.” Che cosa sai? penso. “Non mi piace più sfilare e neppure mi va questa storia del comando. Il primo venuto ti riempie la testa di urla semplicemente perché ha due anni più di te. E quei discorsi... sempre gli stessi, pure stupidaggini.” Non posso fare a meno di ridere. “Spero che sarai il solo, in classe, a pensare così.” “Oh, no, siamo già quattro.” “Quattro di già? Da quando?” “Ricorda, professore, quando ha parlato dei negri, in primavera, prima di partire per il campo? Abbiamo tutti firmato che non la volevamo come professore, ma io l’ho fatto dietro comando. Perché lei aveva ragione, naturalmente, per i negri. E poi ce ne sono stati altri tre che si sono espressi nello stesso modo.” “Chi?” “Non lo posso dire, è proibito dal nostro codice.” “Quale codice?” “Abbiamo formato un club. Vi aderiscono altri due, ma non del liceo. Uno è apprendista fornaio, l’altro è un fantino.” “Un club?” “Sì, ci riuniamo settimanalmente, e leggiamo tutto ciò che è proibito.” “Ah, ah!” Che cosa diceva Giulio Cesare? Di nascosto si legge, ma soltanto per riderne. Il loro ideale è il dileggio. Andiamo verso tempi freddi. Domando a B: “Allora vi riunite per ridere di tutto, eh?” “No, l’ironia è severamente proibita dal paragrafo 3. Sì, ci sono dei ragazzi che ridono di tutto, per esempio T, ma noi non siamo di quelli, ci riuniamo per discutere su quello che abbiamo detto.” “E poi?” “E poi parliamo del mondo come dovrebbe essere.” Ascolto. Come dovrebbe essere? Guardo B e rivedo Z. Dice al presidente: “Il professore parla del mondo come dovrebbe essere, non come è.” “
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Ödön von Horváth, Gioventù senza Dio, traduzione di Bruno Maffi, Bompiani, Milano 2003. (Libro elettronico)
[ 1ª edizione originale: Jugend ohne Gott, Amsterdam, 1937 ]
#Ödön von Horváth#Gioventù senza Dio#letteratura tedesca#letteratura tedesca del '900#narrativa#leggere#letture#libri#narrative europea del XX secolo#antimilitarismo#militarismo#storia della Germania#anni '30#giovani#educazione#vita#seconda guerra mondiale#libero arbitrio#antifascismo#etica#citazioni letterarie#razzismo#libertà di parola#umanesimo#libertà di pensiero#umanità#Bruno Maffi#scrittori tedeschi#maestri#pacifismo
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Hermann Hesse: La forza dell’amore nella poesia. Recensione di Alessandria today
L’amore che dona coraggio e felicità eterna: un inno all’amore universale
L’amore che dona coraggio e felicità eterna: un inno all’amore universale Un viaggio tra parole e sentimenti La poesia di Hermann Hesse, intitolata “Ma la cosa migliore”, rappresenta un canto d’amore intenso e universale, che racchiude l’essenza stessa dell’esistenza umana. Hesse, con il suo linguaggio semplice ma straordinariamente potente, ci accompagna attraverso le esperienze più belle…
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Nell'inoltrarsi nella vita ci si fa illusioni, ma la vita non illude mai.
— Johann Wolfgang Goethe, Le affinità elettive
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Peter Weiss ~ Resistenza e precarietà della letteratura
Peter Weiss, Menschen in der Strassenbahn I und II Guardando quei miei oggetti cercavo una forza che resistesse al senso d’estraneità che veniva dal di fuori della stanza. Ritornato a Stoccolma conservai il mio impiego come disegnatore di motivi per la fabbrica impegnandomi fornire ogni settimana una determinata quantità di lavoro. Nella mia nuova stanza che si trovava in una casa d’affitto…
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Durante il 1992 il mio funzionario ed io sapevamo che l' esperienza dell' Ufficio di Rappresentanza a New York City delle Banche Popolari dell' Emilia Romagna era finita per ragioni tecnologiche. Lui si apprestava a tornare a Parma alla sua banca d'origine (poi sarebbe finito in Mediolanum) io avevo deciso di accettare la proposta commerciale di un cliente che, l' anno prima, avevo accompagnato nella Columbia Britanniche per tornare in Italia a fare il venditore (il lavoro di famiglia) e il responsabile fornitori esteri (ci sare rimasto 30 anni). Swea, la mia convivente tedesca, si era laureata alla Columbia University in letteratura inglese, ed era diventata assistente della Capo struttura di allora [ora dopo due matrimoni, cinque figlie (una l' ha chiamata Andrea, che in Francia e Germania. e anche un nome femminile, insegna alla Santa Barbara University in California e convive con un bagnino). "Perché non rimani in USA?" mi chiese in un mattino di sole di maggio del 1992 "Vedi amore io sono un europeo americanizzato ma un europeo. Preferisco, per ragioni culturali, vivere in Europa, meglio in Italia, e riservarmi la possibilità di viaggiare".
(Sopra l' ultima foto che mi ha mandato, sotto vedete Swea quando la conobbi io nel 1983 sulla vespetta che condivideva con le amiche che vivevano con lei nel loro monolocale ad Harlem, è quella di cui si vede la faccia. In quei dieci anni avrebbe cambiato mille volte lunghezza e colore dei capelli eh eh) 😘 #whenilivedinNYC 😂 #ecchime
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A Franz Overbeck a Basilea
[23.02.1887] Mercoledì
caro amico
Oggi ti prego di accettare i miei ringraziamenti per la tua lettera e per l'invio di denaro che mi ha tranquillizzato; Raramente nella mia vita mi sono trovato a questo punto, alla fine del mio “latino”. Del resto sto male, tossisco molto, ho i brividi: e con ciò, quasi sotto la mia finestra si svolge il rumoroso Carnevale di Nizza... (...)
Qualche settimana fa non sapevo nemmeno il nome di Dostoevskij: io, un uomo ignorante che non legge i “giornali”! Mentre curiosavo a caso in una libreria, un'opera tradotta in francese, Lo spirito sotterraneo, si è imbattuta nel mio sguardo (una coincidenza del genere mi aveva già colpito al mio 21esimo anno con Schopenhauer e al 35esimo con Stendhal). L'istinto di parentela (o come chiamarlo?) ha parlato subito, la mia gioia è stata straordinaria: devo tornare all'incontro con Il Rosso e il Nero di Stendhal, per ricordare una gioia simile (eh si tratta di due racconti, il il primo è in realtà un brano musicale, una musica veramente straniera, veramente non tedesca, il secondo, un colpo di genio psicologico, una sorta di autoironia dello Gnôthi seautón ). (...)
Questo inverno mi fa bene, come intermezzo e uno sguardo al passato. Sorprendente ! Negli ultimi quindici anni ho messo insieme tutta una letteratura e finalmente l'ho "finita" con prefazioni e integrazioni, al punto che l'ho considerata staccata da me - che posso riderne 'lei, in fondo Rido di qualsiasi invenzione della letteratura. Tutto sommato, gli ho dedicato solo gli anni più miserabili della mia vita.
In fede, il tuo vecchio amico
N.
homo analfabeta
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Hanno voluto ed imposto a tutti il Green New Deal, adesso iniziano a pagare pesantemente le conseguenze delle loro politiche falsamente ambientali.
"La situazione economica della Germania si è deteriorata drasticamente quest'anno. Invece della crescita prevista, il ministro dell'Economia Robert Habeck prevede ora un calo della produzione economica. Inizialmente era previsto un più dello 0,3 per cento, ora si calcola un meno dello 0,2 per cento. Queste nuove cifre riflettono la grave situazione dell'economia tedesca".
E' bene ricordare che, nonostante gli alti e bassi dell'economia tedesca recente, nel 2021 l'economia ha registrato una forte ripresa, con una crescita del PIL che ha raggiunto il 2,7%.
Dopo le imposizioni verdi del ministro dell'economia, e non solo lui, la situazione è drammaticamente cambiata. Il costo dell'energia progressivamente è incrementato fino a raggiungere livelli pari a 3 volte il costo dell'energia degli Stati Uniti e almeno il doppio di quella della Francia.
Le industrie pesanti, quindi tutto il settore siderurgico/metallurgico, quindi acciaio ed alluminio, la filiera chimica con la BASF su tutte, il mondo dell'automobile con Gruppo Volkswagen, BMW e Mercedes, hanno risentito del costo record dell'elettricità e dei continui black-out che stanno interessando il Paese.
La rivoluzione verde ha, quasi immediatamente, colpito l'economia con una crescita dell'1,9% nel 2022 e a un anemico 0,1% nel 2023.
Ma non c'è nulla di cui preoccuparsi, almeno così afferma il ministro dell'Economia tedesco Robert Habeck (Verdi). Il malessere economico è solo colpa della Russia, e la Germania deve solo mantenere la sua "rotta verde".
Per comprendere come mai un ministro si dice certo di un ritorno della Germania ai fasti del passato, si deve comprendere l'estrazione socio-educativa della persona.
Robert Habeck ha studiato lingua e filosofia tedesca e ha conseguito un master in letteratura e filosofia nel 1996. Ha conseguito il dottorato nel 2000 ed è entrato a far parte dell'ALLEANZA 90/I VERDI nel 2002.
Oggi è ministro federale dell'Economia tedesco; se vogliamo parlare di competenze in materie economiche ed energetiche, non si sa bene come e dove possa averle acquisite, ma il mondo teutonico, a volte, assomiglia tanto a quello italico-grillino...
Fernando Arnò.
Vorrei ricordare che la Merkel, in qualità di Fisico, ha responsabilità circa l'attuale condizione della Germania che pochi vogliono riconoscere. Lei ha deciso la Phase-out dal nucleare, citando Fukushima come causa principale, ma come Fisico non poteva non sapere che a Fukushima non è accaduto un emerito azzo. E' stata lei a sostenere la speculazione delle rinnovabili e la menzogna circa i pericoli del nucleare da abbandonare ad ogni costo, e come Fisico doveva sapere, non poteva non sapere, che il cambiamento climatico è una menzogna. Non rimpiangono nessuno, lei ha gettato le basi di questa disfatta, è lei una delle vendute ed artefici.
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ANATOMIA DI UNA CADUTA
Preambolo: non amo particolarmente il cinema di parola, piuttosto preferisco il teatro dove la parola riveste un altro ruolo, oppure la letteratura dove la parola, con la sua infinita combinatoria, risulta essere l'essenza stessa della sostanza artistica. Il cinema racconta eminentemente per immagini e, ove queste siano sacrificate massicciamente a favore dei dialoghi sembra, a mio parere, tradire la sua stessa essenza. Ma naturalmente, ogni regola ha la sua eccezione: è il caso, per esempio del cinema di Rohmer o di Resnais, ma anche di tanti altri registi francesi e non solo. Forse non è un caso che Justine Triet, regista di "Anatomia di una caduta", in questi giorni nelle sale, sia una giovane regista e sceneggiatrice francese (è nata nel 1978), con alle spalle una discreta carriera tutta centrata su un cinema di forte impegno sociale. "Anatomia di una caduta" ha vinto la Palma d'Oro al Festival di Cannes lo scorso anno e così, con non eccessiva convinzione, ho pensato valesse la pena vederlo. La vicenda è quella della scrittrice tedesca Sandra Voyter che dopo un'intervista concessa ad una giovane giornalista, viene coinvolta nella straziante morte del compagno, anche lui scrittore, Samuel Maleski caduto o gettato da una mansarda, nella loro casa di montagna, sulla neve ghiacciata. Nella casa, insieme a Sandra e a Samuel, vivono il piccolo Daniel, figlio della coppia, bambino ipovedente a seguito di un incidente, e il loro cane. Sospettata di essere la potenziale omicida, il film si svolge tutto attorno alla figura di Sandra e procede come un tipico "courtrooom drama" con tutte le limitazioni del caso (scenografia inesistente, riprese in interni piuttosto monotone, ecc.). Tuttavia senza anticipare nulla ai miei lettori, circa il finale del film, il meccanismo dello svolgersi degli avvenimenti è oliato alla perfezione: i dialoghi sono serrati e incalzanti, i tratti psicologici dei personaggi sono di assoluto realismo, le implicazioni psicologiche del dramma sono fondate e plausibili e poi ancora il ritmo narrativo del film è calibratissimo, le riprese volutamente claustrofobiche non concedono nulla allo spettacolo, la recitazione degli attori, specie quella di Sandra Hüller (Sandra Voyter) e di Milo Machado Graner (il piccolo Daniel), è semplicemente superlativa e bravissimo anche il di lei avvocato Vincent Renzi, con quella espressione tipica da parigino bene, interpretato da Swann Arlaud. Insomma, forse un film più da “ascoltare “che da “vedere”, ma che riesce a far scorrere velocemente le due ore e mezza di proiezione.
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Uno dei titoli di cui Edizioni Medusa va fiera: Gli anni di viaggio di Wilhelm Meister, o i Rinuncianti di Johann Wolfgang Goethe. Finalmente ristampato. La prima edizione, del 2005, a cura di Rosita Copioli, è la prima integrale in lingua italiana.
Se il contesto storico è quello che vede l’esercito napoleonico scorrazzare per l’Europa e oltre, con i risultati che ben sappiamo, ancora maggiori sono gli sconvolgimenti “morali” e materiali della “forma di vita” che anche con Goethe, indubbiamente, la cultura europea comincerà a chiamare occidentale. Agli Entsagenden si susseguiranno, nella letteratura tedesca, salendo su fino a Broch a Mann a Musil uomini e personaggi che dei Rinuncianti se non i cantori saranno gli eredi incerti e claudicanti. Un romanzo, come scrisse Kierkegaard, di una totalità perfetta, un mondo contenuto in uno specchio, il vero e proprio microcosmo.
Se volete leggere non qualcosa, piuttosto volete avere a che fare con qualcuno… ebbene quel qualcuno si chiama, in questo caso Goethe, e la vita del nostro continente vi apparirà più chiara nella sua storia, nella sua decadenza e, anche, nella sua promessa mai mantenuta… Affrettatevi… non ne abbiamo stampate molte…
Per acquistarlo cliccare sull’immagine.
P.S. La copertina è un particolare del Sogno di san Giuseppe di Georges de la Tour.
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- L'arte deve rallegrare la gente, essere sempre là dove la si cerca e non ritirarsi aristocraticamente timorosa nella sua torre d'avorio. (Theodor Fontane, Cécile).
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" Si trattava ancora una volta di un libro, e l'autore si chiamava Kafka, Franz, e il libro era intitolato "Nella colonia penale". Più tardi ho chiesto a Boris se davvero non immaginava le conseguenze di quello che faceva quando, alla fine del '44 (!), raccomandava a Leni uno scrittore ebreo, e lui mi ha risposto: «Avevo tanta di quella roba in testa, tante cose a cui pensare che me lo sono dimenticato». Dunque, Leni andò un'altra volta col suo bravo biglietto alla biblioteca, ce n'era ancora una in funzione e la bibliotecaria, per fortuna, era una donna piuttosto anziana e abbastanza ragionevole che strappò il biglietto e prese subito Leni in disparte e le ripeté, alla lettera, quello che le aveva già detto la madre superiora quella volta che aveva chiesto con tanta insistenza di Rahel: «Ma figliuola, ha perso la testa? Chi l'ha mandata qui a chiedere questo libro?» Però Leni, sa, anche stavolta non ha mollato. La bibliotecaria dev'essersi accorta subito che non era un agente provocatore, perciò l'ha presa da parte e le ha spiegato esattamente che quel Kafka era ebreo, che tutti i suoi libri erano stati proibiti e bruciati eccetera, e certo Leni dev'essersene uscita col suo solito disarmante «E con questo?», e allora quella donna le spiegò ben bene, anche se tardi, come stavano le cose tra nazisti ed ebrei, e le mostrò - naturalmente ce l'aveva in biblioteca - lo "Stürmer"* e le spiegò tutto, e Leni, quando venne da me, era inorridita. Finalmente aveva afferrato qualcosa.
Ma non mollò, s'era messa in testa di avere il suo Kafka e di leggerlo, e ci riuscì! Pensi che andò in treno a Bonn, da alcuni professori per i quali suo padre aveva lavorato e di cui sapeva che avevano delle grandi biblioteche, e infatti ne trovò uno che ormai era un nonnetto di settantacinque anni passati e se ne stava là in mezzo ai suoi libri, ormai pensionato, e sa che cosa le disse quello, alla lettera? «Ma figliuola, ha perso la testa? Kafka, nientemeno? Perché non addirittura Heine?» Però fu molto gentile con lei, si ricordò di lei e di suo padre, solo che non aveva quel libro e dovette andare da un collega e poi da un altro finché ne trovò uno con cui la fiducia era reciproca e che per di più possedeva il libro. Non fu tanto semplice, la cosa durò un giorno intero, sa, arrivò a casa nel cuore della notte e aveva il libro nella borsetta, non era una cosa tanto semplice perché non solo bisognava trovare uno che si fidasse del professore e di cui il professore potesse fidarsi, ma quello doveva fidarsi anche di Leni, e non solo doveva avere il libro ma anche cacciarlo fuori! Effettivamente ne trovarono due che lo avevano, ma il primo non volle darlo. Roba da matti, le preoccupazioni di Leni e di Boris, quando era in ballo la vita, la vita nuda e cruda. "
*Settimanale di propaganda nazista veementemente antisemita, edito sin dal 1923.
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Heinrich Böll, Foto di gruppo con signora, (traduzione di Italo Alighiero Chiusano), Einaudi (collana Tascabili), 1972.
[Edizione originale: Gruppenbild mit Dame, Verlag Kiepenheuer & Witsch, Köln, 1971]
#Heinrich Böll#Foto di gruppo con signora#libri#Letteratura tedesca del XX secolo#citazioni#letteratura europea del '900#letteratura europea del XX secolo#leggere#narrativa#narrativa del '900#citazioni letterarie#Germania#letture#1971#anni '70#Franz Kafka#bibliofilia#bibliomania#biblioteche#Nella colonia penale#antisemitismo#ingenuità#regimi autoritari#taotalitarismo#seconda guerra mondiale#classici novecenteschi#anti-intellettualismo#Italo Alighiero Chiusano#lettori#Bonn
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Hermann Hesse: lo scrittore più letto del ventesimo secolo. Un talento precoce e una decisione illuminante. A cura di Alessandria today
A soli 13 anni, Hermann Hesse decise che sarebbe diventato uno scrittore, un'aspirazione che avrebbe plasmato l'intera sua vita. Nato il 2 luglio 1877 a Calw, in Germania, Hesse mostrò fin dalla giovane età un'intensa introspezione e un'immaginazione ferv
A soli 13 anni, Hermann Hesse decise che sarebbe diventato uno scrittore, un’aspirazione che avrebbe plasmato l’intera sua vita. Nato il 2 luglio 1877 a Calw, in Germania, Hesse mostrò fin dalla giovane età un’intensa introspezione e un’immaginazione fervida. Questa vocazione lo portò a esplorare temi universali e profondamente umani, rendendolo uno degli autori più influenti della sua…
#Alessandria today#autori ispiratori#dualismo anima e materia#Eredità letteraria#filosofia e narrativa#Google News#grandi autori del Novecento#Hermann Hesse#Il lupo della steppa#influenze culturali#introspezione#introspezione filosofica.#italianewsmedia.com#letteratura moderna#letteratura spirituale#letteratura tedesca#lettura universale#libri classici#libri imperdibili#LIBRI TRADOTTI#Narciso e Boccadoro#narrativa esistenziale#narrativa mondiale#opere tradotte#Pier Carlo Lava#premio Nobel 1946#Premio Nobel letteratura#Ricerca interiore#romanzi filosofici#saggi di Hesse
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Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo.
— Johann Wolfgang Goethe, Le affinità elettive
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Brigitte Reimann
Brigitte Reimann, scrittrice inquieta e appassionata, ha avuto un impatto significativo sulla letteratura della Germania Est nel periodo della Guerra Fredda.
Autrice ribelle dalla vita tormentata, il suo stile è caratterizzato da una profonda introspezione e un’attenzione alle questioni sociali e politiche della sua epoca.
I suoi diari Non rimpiango nulla. Diario 1955-1963 e Tutto sa di partenza. Diario 1964-1970, sono molto apprezzati per il loro resoconto chiaro della vita nella DDR.
Il suo romanzo più famoso è Franziska Linkerhand, del 1974, che narra la storia di una giovane architetta che lotta con la burocrazia e le limitazioni della società socialista. Diventato un classico della letteratura, affronta temi come l’individualismo, l’alienazione e il conflitto tra aspirazioni personali e ideologie socialiste.
Politicamente impegnata, claudicante a causa della poliomielite infantile, ha avuto ben quattro matrimoni, non si è mai iscritta al Partito che ha spesso contestato e che ha censurato le sue opere.
Nata il 21 luglio 1933 a Burg, in Sassonia, in una famiglia medio borghese, aveva affrontato, sin da piccola sfide e difficoltà. Ha iniziato a scrivere a quattordici anni, mentre si stava riprendendo dalla poliomielite. A diciassette anni aveva già pubblicato un libro di opere teatrali che le era valso il primo premio in un concorso di teatro del Volksbühne di Berlino.
Per mantenersi, mentre scriveva, ha svolto diversi lavori, è stata libraia, insegnante e giornalista. Quando era impiegata in una miniera di lignite, ha scritto il racconto Ankunft im Alltag, considerato un capolavoro del realismo socialista.
Nel 1963 dopo diverse revisioni da parte della censura, è uscito Fratelli la cui trama si ispira alla fuga del fratello Lutz a Ovest, nel 1960. Il romanzo aveva suscitato clamore perché aveva osato descrivere una Repubblica Democratica Tedesca povera e incerta la cui cittadinanza era alla ricerca di libertà e giustizia.
Nel 1964 ha vinto il premio Heinrich Mann.
Il volume Un’amicizia in lettere 1964/1973 contiene il carteggio con l’altra grande Maestra della letteratura tedesca contemporanea, Christa Wolf.
Dopo amori travagliati e coraggiose prese di posizione politiche, è morta a soli 39 anni di cancro, il 22 febbraio 1973.
Nel 2022, durante i lavori di ristrutturazione di un edificio in Sassonia, è stato rinvenuto il manoscritto di Fratelli che, l’anno seguente, è stato ristampato integralmente, riportando alla luce il valore della sua scrittura.
In un suggestivo scontro tra idealismo e repressione, lealtà familiare e desiderio di autonomia, tra personale e politico, le sue pagine sono tra le più vere e toccanti sui conflitti umani nella Germania divisa.
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Il romanzo moderno nasce (1615) con il Don Chisciotte di Miguel de Cervantes che per ragioni formali (la prosa anziché i versi come nei romanzi cortesi), narrative (lo studio dei personaggi, l’ironia, l’assenza di motivi didascalici) e contenutistiche (il tramonto dei valori cavallereschi) supera la letteratura precedente, dall’epica dantesca alla novellistica, dalla poesia di Petrarca alla drammaturgia di Shakespeare.
Nel Settecento diventerà - di contro all’epica cavalleresca - la forma letteraria borghese per eccellenza raccontandone l’ascesa, i valori, le aspirazioni nazionalistiche, le contraddizioni fino a venire messa in discussione dalla crisi della Prima Guerra Mondiale da cui deriveranno opere che metteranno in luce l’assurdo, l’alienazione, l’assenza di linearità del flusso di coscienza. La Prima Guerra Mondiale, anticipata dal naufragio del Titanic (1912) rappresenta la fine dell’età dell’innocenza della società europea e il termine di quel periodo che ricade sotto il nome di Belle Epoque, Gilded Age, età umbertina e giolittiana.
Breve cronologia della Prima Guerra Mondiale:
- 28/6/1914: attentato di Sarajevo
- 2/8/1914: invasione tedesca del Belgio. L’Inghilterra dichiara guerra alla Germania
- 12/9/1914: inizia la guerra di trincea sul confine franco-tedesco
- primavera 1915: le truppe anglo-francesi sono sbarcate in Turchia per sconfiggere l’Impero Ottomano e ricongiungersi, attraverso i Dardanelli, all’alleato russo. Sono sconfitte a Gallipoli da Kemal Ataturk
- 24/5/1915: entrata in guerra dell’Italia
- luglio 1915: battaglia del Col di lana
- settembre 1915: i tedeschi hanno la peggio alla battaglia della Marna
- ottobre 1915: occupazione della cengia Martini
- febbraio 1916: guerra di logoramento sul Verdun
- aprile 1916: battaglia del Col di lana
- maggio 1916: Strafexpedition austriaca sull’Altopiano di Asiago
- 10/6/1916: Salandra sostituito da Boselli come primo ministro
- luglio 1916: battaglia della Somme
- 12/7/1916: Cesare Battisti e Filippo Filzi impiccati a Trento
- agosto 1916: conquista di Gorizia
- 7/9/1916: Wilson presidente degli USA
- 21/11/1916: Carlo I succede a Francesco Giuseppe
- aprile 1917: gli Stati Uniti entrano in guerra
- agosto 1917: avanzata della Bainsizza
- 24/10/1917: Caporetto
- 6/11/1917: Rivoluzione d’ottobre
- 8/11/1917: Diaz sostituisce Cadorna
- giugno 1918: battaglia del Piave
- 16/7/1918: lo zar Nicola II ucciso a Ekaterinenburg
- ottobre 1918: Vittorio Veneto
- 2/11/1918: affondamento della Viribus Unitis
- 21/1/1920: Trattato di Versailles
Le tappe fondamentali del romanzo:
1532: Gargantua e Pantagruel (Rabelais)
1554: Lazarillo de Tormes (anonimo), il più noto frai i romanzi picareschi
1615: Don Chisciotte (Cervantes), racconto ironico della fine dell'epoca cavalleresca dopo la battaglia di Lepanto (1571)
i romanzi borghesi e avventurosi:
1719: Robinson Crusoe (Defoe), in viaggio per arricchirsi, non per un'avventura cavalleresca
1722: Moll Flanders (Defoe)
1726: I viaggi di Gulliver (Swift), allegoria del colonialismo inglese
1740: Pamela (Richardson)
1749: Tom Jones (Fielding), trovatello come poi Oliver Twist (Dickens)
1813: Orgoglio e pregiudizio (Austen) la cui protagonista, Elisabeth Bennet, sfida le consuetudini sociali del tempo e intende sposarsi per amore
1847: Cime tempestose (Emily Bronte) con il tenebroso Heathcliff. Della stessa autrice Jane Eyre, orfana che trova l’indipendenza e l’amore
1869: Piccole donne (Alcott)
1887: Capitani coraggiosi (Kipling)
i romanzi romantici:
1796: Wilhelm Meister (Goethe), romanzo di formazione del tipico artista romantico alla ricerca della sua ispirazione e vocazione
i romanzi storici:
1819: Ivanhoe (Walter Scott)
1830: Il rosso e il nero (Stendhal) che segue le ambizioni di Julien Sorel
1836: La figlia del capitano (Puskin)
1839: La Certosa di Parma (Stendhal) in cui Fabrizio Del Dongo vive gli ideali napoleonici nell’Italia della Restaurazione
1842: I promessi sposi (Manzoni)
1844: Il Conte di Montecristo (Dumas) in cui Edmond Dantès, accusato di bonapartismo, consuma la sua vendetta
i romanzi naturalisti:
1838: Oliver Twist (Dickens)
1850: Comedie humaine (Balzac), il cui titolo fa il verso alla Divina Commedia, e David Copperfield (Dickens)
1851: Moby Dick (Melville)
1856: Madame Bovary (Flaubert), storia dei tradimenti di Emma, oppressa dalla vita borghese di provincia, che compie un adulterio e poi si suicida. E' il romanzo realista per eccellenza, in cui l'autore osserva freddamente la materia come nel successivo L'educazione sentimentale (1869).
1862: I miserabili (Hugo) con la generosità del protagonista, Jean Valjean
1869: Guerra e Pace (Tolstoj) in cui la storia delle guerre napoleoniche fa sfondo alle storie dei protagonisti. La storia, come un pendolo, si muove a prescindere dalla gesta dei singoli individui.
1873: Il ventre di Parigi (Zola), racconto della repressione di un repubblicano nel Secondo Impero di Napoleone III
1877: Anna Karenina (Tolstoj). La protagonista, aristocratica bella e infelice, si perde nell’amore per il conte Vronskij e si suicida.
"Le donne sono la principale pietra d'inciampo nell'attività dell'uomo"
1885: Germinale (Zola) ambientato fra la vita dei minatori. Il romanzo naturalista è frutto del pensiero positivista e della temperie darwiniana di fine XIX sec. L'autore è onnisciente e in modo oggettivo studia la società dei più umili che fino ad allora aveva assunto un ruolo comico e non tragico.
1889: Mastro Don Gesualdo (Verga), parte del ciclo dei vinti
i romanzi decadenti:
1884: Controcorrente (Huysmans) con al centro il disprezzo verso il mondo dell’aristocratico Des Esseintes
1889: Il piacere (D’Annunzio) e l’alter ego dell’autore Andrea Sperelli
1891: Il ritratto di Dorian Gray (Wilde)
1897: Dracula (Stocker)
i romanzi ascrivibili al "realismo simbolico":
1915: La metamorfosi (Kafka). Con la trasformazione di Gregor Samsa in insetto, inizia il realismo magico e l’indagine nella complessità della coscienza umana.
1926: Il Castello (Kafka), scontro fra l’oscura burocrazia e l’agrimensore K
1940: Il deserto dei tartari (Buzzati). Come Calvino e Pavese, Buzzati coniuga una scrittura precisa e dettagliata dei fatti alla volontà di raccontare valori universali.
1949 - La bella estate (Pavese). Nei racconti e nei romanzi di Pavese la campagna diventa il luogo della verità, anche crudele, in contrapposizione della finzione cittadina: si coglie in questa letteratura l'influenza della letteratura americana (Melville, Steinbeck) e della coppia mythos e logos da cui quest'ultima è costituita.
i romanzi modernisti:
1922: Ulisse (Joyce). Leopold Bloom non è l’eroe omerico, ma l’essere umano comune seguito nella sua quotidianità;
1923: La coscienza di Zeno (Svevo), un antieroe alle prese con la difficoltà di smettere di fumare;
1925: La Signora Dalloway (Woolf) con il flusso di coscienza della protagonista che sta organizzando una festa.
1926: Uno, nessuno, centomila (Pirandello)
i romanzi esistenzialisti:
1866: Delitto e castigo (Dostojevskij)
1869: L'idiota (Dostojevskij) il cui protagonista è un nobile decaduto ed inetto di fronte ai drammi della vita
"La bellezza salverà il mondo"
1938: La nausea (Sartre)
1942: Lo straniero (Camus)
1947: La peste (Camus)
altri romanzi del primo dopoguerra:
1924: La montagna incantata (Mann) in cui viene rappresentato, in un lussuoso sanatorio di Davos, il tramonto della Repubblica di Weimar uscita dal Trattato di Versailles. Segue la struttura del romanzo di formazione, ma prelude significativamente non alla pienezza della vita, ma al crogiuolo della Prima Guerra Mondiale.
1925: Il Grande Gatsby (Scott Fitzgerald)
1929: Niente di nuovo sul fronte occidentale (Remarque)
1932: Brave New World (Huxley)
1938: La cripta dei Cappuccini (Philip Roth), elegia della fine dell’impero austroungarico vista da una famiglia della piccola nobiltà slovena. Un anno sull’Altopiano (Lussu).
1939: Furore (Steinbeck), ambientato durante la Grande Depressione del primo dopoguerra
1967: Il Maestro e Margherita (Bulgakov). Pubblicato postumo, rappresenta una metafore della dittatura di Stalin (il diavolo) e della libertà dello scrittore ("i manoscritti non bruciano").
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