#Interazioni Interpersonali
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akel-hair-transplant · 1 year ago
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Trapianto di Capelli e il Suo Impatto sulla Vita Professionale Introduzione: Il trapianto di capelli, pur essendo principalmente un intervento di tipo estetico, può avere profonde ripercussioni sulla vita professionale di una persona. La fiducia acquisita da un trapianto di capelli riuscito può influenzare le prestazioni lavorative, le interazioni interpersonali e il benessere generale sul luogo…
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i-libri-di-ale · 1 year ago
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La Comunicazione Empatica nel Mondo Digitale
Nell’era digitale in cui viviamo, le nostre interazioni quotidiane si stanno sempre più spostando online. Dai social media alle e-mail, dalle videochiamate alle chat, la tecnologia ha rivoluzionato il modo in cui ci connettiamo con gli altri. Tuttavia, mentre abbracciamo questo mondo digitale, dobbiamo anche considerare come mantenere l’empatia e la comprensione reciproca nelle nostre interazioni…
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susieporta · 3 months ago
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L'ARTE DI ASCOLTARE
Quando ascolti un'altra persona, non farlo solo con la mente, ma usa tutto il corpo.
Percepisci il campo energetico del tuo corpo interiore mentre lo fai. Ciò distoglie l'attenzione dal pensiero e crea uno spazio di pace che ti permette di ascoltare davvero, senza interferenze da parte della mente.
Stai dando all'altra persona lo spazio di essere. E' il dono più prezioso che puoi offrire. La maggior parte delle persone non sa come ascoltare perché concentra l'attenzione sul pensiero. Vi presta molta più attenzione di quanta ne dia a ciò che dice l'altro, trascurando completamente ciò che conta davvero: l'Essere dell'altra persona al di sotto delle parole e della mente.
Ovviamente, non puoi percepire l'Essere di qualcuno altro se non attraverso il tuo. Questo è l'inizio della realizzazione dell'unità, che è amore. Al livello più profondo dell'Essere, sei tutt'uno con ciò che esiste.
Le relazioni interpersonali consistono principalmente di interazioni mentali tra individui, non della comunicazione tra esseri umani in comunione tra di loro.
Nessun rapporto può prosperare in questo modo, e questo è la ragione per cui ci sono così tanti conflitti.
Quando è la mente a governare la tua vita, gli scontri, i dissidi e i problemi sono inevitabili.
Essere in contatto con il corpo interiore crea uno spazio limpido dove la mente è assente e le relazioni possono fiorire.
E. Tolle
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ipierrealism · 5 months ago
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Chissà come sarebbero la società e le interazioni interpersonali se i social network non ci avessero condizionato a questa costante FOMO pressante
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scienza-magia · 7 months ago
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Honjok è il metodo coreano per trovare la felicità
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La solitudine può diventare "un'occasione per liberarci, cambiare e creare opportunità" dalla Corea del Sud arriva l'honkjok, ovvero l'arte dello stare bene con se stessi. Un fenomeno che capito potrebbe portarci a rielaborare l concetto di felicità. L’Honjok è un movimento culturale nato in Corea del Sud che celebra l’individualità e il tempo trascorso da soli. Il termine deriva dalla fusione delle parole coreane “hon” (solo) e “jok” (tribù), e letteralmente significa “una tribù fatta di una sola persona”. Secondo questa filosofia, svolgere attività da soli, come mangiare, fare sport, cantare o viaggiare, è considerato un atto liberatorio che permette di conoscersi meglio, sviluppare il proprio potenziale e aumentare la felicità. L’Honjok non è contrario allo stare in gruppo o fare comunità, ma propone modi diversi per farlo. Ad esempio, nascondersi dagli sguardi altrui (chiamati “gaze rape”) è un valore per gli honjok, poiché evita la vergogna e il giudizio associati a comportamenti considerati inadeguati dalla società tradizionalista coreana. Contesto socio economico Nel contesto socio economico attuale gioca a un ruolo cruciale per plasmare le relazioni interpersonali tra i giovani. La crescente competizione per posti di lavoro limitati hanno creato un ambiente di elevata pressione. Questo non solo impatta negativamente sul benessere psicologico dei giovani, ma ne modifica anche i comportamenti sociali. Stress e relazioni interpersonall Le relazioni umane, sebbene siano una fonte potenziale di supporto emotivo. possono anche rappresentare una fonte di stress, soprattutto quando si è già sotto pressione. Mantenere relazioni interpersonali richiede tempo, energia e risorse emotive, che molti giovani ritengono di non potersi permettere a causa delle loro circostanze attuali. La ricerca di privacy e autonomia In risposta a queste pressioni molti giovani optano per una maggiore privacy ed autonomia, evitando interazioni sociali non necessarie. Questo comportamento è indicativo di una strategia di copyng volta a minimizzare ulteriori fonti di stress. L'isolamento sociale, non è solo una conseguenza passiva delle difficoltà economiche e lavorative, ma anche una scelta attiva per preservare il proprio benessere mentale. Implicazioni per la società Questo fenomeno ha implicazioni significative per la società. La riduzione delle interazioni sociali può portare a una diminuzione del capitale sociale e della coesione comunitaria. inoltre il ritiro sociale dei giovani può influenzare negativamente la loro crescita personale e professionale, limitando le opportunità di networking e supporto sociale. È interessante notare come la solitudine possa essere vista come un’opportunità per la crescita personale e la creazione di nuove opportunità. L’idea di preservare la propria autonomia e privacy attraverso l’isolamento sociale è un aspetto importante da considerare, specialmente in un mondo sempre più connesso. L’Honjok offre una prospettiva unica sulla felicità e sulla relazione con se stessi. La ricerca di un equilibrio tra interazioni sociali e momenti di solitudine è fondamentale per il benessere individuale. Nel contesto attuale, dove la pressione economica e sociale può essere opprimente, trovare modi per coltivare la propria felicità personale è essenziale. Read the full article
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mcvinmartini · 9 months ago
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Il progetto fotografico "MCV in MARTINI" trascende i confini della mera rappresentazione fotografica per sondare le profondità delle dinamiche relazionali umane, l'identità individuale e collettiva, nonché le mutazioni culturali in atto.
L'impulso creativo alla base del progetto affonda le sue radici in un'ispirazione di carattere intimamente personale, derivante dall'interazione con due figure di spicco nella mia vita: Andreina Martini, psicologa e linguista nata nel 1927, e Maria Chiara Valacchi, critica d'arte di rilievo nel panorama contemporaneo. Queste personalità hanno impresso un marchio indelebile sul mio percorso vitale e artistico, spingendomi verso l'esplorazione delle intricate maglie relazionali che intercorrono tra noi, mediante il linguaggio della fotografia.
Il mio interesse nel ritrarre MariaChiara Valacchi trova origine non solo nella sua innata bellezza e predisposizione al dialogo attraverso l'immagine, ma intende altresì sondare l'interazione dinamica tra persona e ambiente, all'interno degli spazi vissuti da Andreina Martini. Tali ambienti, saturi di storia e di significati latenti, si configurano come lo sfondo su cui si dipanano le nostre reciproche interazioni, con gli abiti di entrambe a fungere da emblemi di identità e metafore delle complesse relazioni interpersonali sempre in evoluzione.
L'omonimia del cognome "Martini" con l'azienda di superalcolici Martini aggiunge un ulteriore strato di significato al progetto, facendo emergere una complessa rete di connessioni culturali e linguistiche.
L'immagine delle bottiglie di Martini e dei cocktail con il loro caratteristico nome impresso non è semplicemente un elemento decorativo, ma piuttosto una porta d'ingresso a un ulteriore riflessione sulla permeabilità delle nostre vite al linguaggio commerciale e alla cultura di consumo.
In un contesto sociale sempre più influenzato dalla presenza onnipervasiva del marketing e della pubblicità, è inevitabile che anche i marchi commerciali si insinuino nelle nostre interazioni quotidiane, diventando parte integrante del nostro lessico familiare e del nostro immaginario collettivo. Questo fenomeno, tuttavia, non è semplicemente una questione di assimilazione passiva dei prodotti commerciali, ma piuttosto una manifestazione più ampia delle interazioni complesse tra individui, cultura e economia.
Le fotografie che incorporano il marchio Martini offrono una finestra su questo processo, mostrando come gli oggetti di consumo possano entrare a far parte del tessuto delle nostre relazioni personali e influenzare la nostra identità e il nostro senso di appartenenza. Questo dialogo tra il personale e il commerciale, tra l'individuo e il marchio, si manifesta in una serie di connessioni visive e grafiche che arricchiscono ulteriormente il significato delle fotografie nel contesto del progetto.
La similitudine di Maria Chiara Valacchi con le figure femminili delle pubblicità dell'azienda Martini aggiunge un intrigante strato di significato. Questa connessione visiva e simbolica crea un ponte tra il mondo dell'arte e della pubblicità, invitando a riflettere sul potere dell'immaginario visivo e sulle influenze culturali nel plasmare le nostre percezioni e relazioni.
Attraverso questa sovrapposizione di immagini e significati, il progetto sfida lo spettatore a esplorare il complesso intreccio di significati che caratterizza il mondo contemporaneo, offrendo nuove prospettive sulle relazioni tra arte, cultura e società.
Andreina Martini e Maria Chiara Valacchi possono non essere famose nel senso tradizionale del termine, ma sono donne di grande valore e significato nella mia vita come in quella di molte altre persone nel contesto della comunità in cui operano. Sono intellettuali rispettate e influenti nei rispettivi campi, e le loro vite e contributi sono preziosi e significativi nonostante non abbiano raggiunto una fama globale.
La scelta di ritrarre queste donne è quindi un atto di riconoscimento e celebrazione delle esperienze e delle relazioni umane che possono avere un impatto profondo sulle nostre vite anche senza essere amplificate dai riflettori mediatici, si invita a guardare oltre la superficie della fama e a riconoscere il valore intrinseco di ogni individuo, indipendentemente dal suo grado di notorietà pubblica.
Nell'approccio tecnico adottato, ho armonizzato metodologie fotografiche di stampo tradizionale a tecniche di elaborazione digitale, al fine di forgiare un'estetica che bilanci la tradizione con una prospettiva deliberatamente contemporanea. Questa dicotomia tra passato e presente, tra analogico e digitale, incarna la dialettica delle relazioni umane e delle espressioni artistiche nel fluire del tempo.
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italiaefriends · 10 months ago
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"Oltre il possesso c'è l'amore" di Riccardo Rescio
Il concetto di amore, nella sua essenza più pura, si estende ben oltre i confini delle relazioni interpersonali, aprendosi a comprendere una profonda considerazione e rispetto per gli esseri viventi, gli oggetti, e l’ambiente che ci circonda. Questa visione dell’amore, come forza etica e trasformativa, ci invita a valutare le nostre interazioni con il mondo in termini di cura, rispetto e…
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agenziamatrimoni · 1 year ago
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Aprire un'Agenzia Matrimoniale Guida Passo per Passo
Se hai una passione per le relazioni interpersonali e credi nell'amore eterno, aprire un'agenzia matrimoniale potrebbe essere la tua strada per un'attivit¢ gratificante e redditizia. Questo settore offre l'opportunit¢ di connettere persone in cerca dell'anima gemella, creando una base solida per relazioni durature. Segui questa guida passo per passo per avviare la tua agenzia matrimoniale con successo.
1. Ricerca di Mercato:-Prima di tutto, fai una ricerca di mercato per capire la domanda e l'offerta nella tua area. Analizza la concorrenza, identifica il tuo pubblico target e valuta la richiesta per servizi di matchmaking nella tua zona.
2. Pianificazione del Business:-Piano Aziendale: Stendi un piano aziendale dettagliato che includa la tua visione, la missione dell'agenzia e una strategia di marketing. Individua i tuoi obiettivi a breve e lungo termine e le risorse necessarie.
Struttura Aziendale:- Decide se vuoi avviare un'agenzia fisica o virtuale. Stabilisci anche se desideri specializzarti in un pubblico specifico, come persone di una certa et¢ o orientamento.
3. Leggi e Regolamenti:-Consulta le leggi e i regolamenti locali relativi alle agenzie matrimoniali nel tuo paese o stato. Assicurati di ottenere tutte le licenze e le autorizzazioni necessarie per operare legalmente.
4. Creazione di un Marchio:-Crea un marchio accattivante e professionale per la tua agenzia matrimoniale. Scegli un nome memorabile e sviluppa un logo che rifletta la tua filosofia aziendale.
5. Sviluppo di Servizi:-Definisci i servizi che offrirai. Potresti offrire matchmaking personalizzato, consulenze sulla relazione, eventi per single, o una combinazione di queste opzioni. Assicurati di fornire un valore aggiunto che ti differenzi dalla concorrenza.
6. Tecnologia e Piattaforme:-Investi in un buon software di gestione clienti (CRM) per tenere traccia dei dati dei membri. Se vuoi offrire servizi online, crea una piattaforma sicura e user-friendly per le interazioni tra i membri.
7. Marketing e Pubblicit¢:-Promuovi la tua agenzia matrimoniale attraverso vari canali. Utilizza i social media, pubblicit¢ online, e partecipa a eventi locali. Crea contenuti rilevanti sulle relazioni e il dating per attirare l'attenzione del tuo pubblico target.
8. Collaborazioni e Partnership:-Stabilisci collaborazioni con altri professionisti del settore, come consulenti matrimoniali, fotografi o organizzatori di eventi. Queste partnership possono ampliare la tua offerta di servizi e attirare pi clienti.
9. Gestione delle Relazioni Clienti:-La fiducia │ fondamentale in questo settore. Investi nel mantenimento di relazioni positive con i tuoi clienti. Fornisci un servizio clienti eccellente e mantieni la confidenzialit¢ delle informazioni personali dei membri.
10. Monitoraggio e Adattamento:-Monitora costantemente le performance della tua agenzia matrimoniale. Raccogli feedback dai clienti e adatta i tuoi servizi di conseguenza. Sii flessibile e pronto a evolversi con le esigenze del mercato.
Aprire un'agenzia matrimoniale richiede impegno e dedizione, ma può essere una carriera gratificante per coloro che amano aiutare le persone a trovare l'amore. Segui questa guida e metti il cuore nel tuo lavoro, e potrai contribuire a creare legami significativi per tutta la vita.
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ellebori · 1 year ago
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Corpi, sudore, analogie
Venerdì sera a una serata universitaria.
Decido, dopo settimane, di uscire e di immergermi in un bagno di persone sudate, nude, vestite, con il cappello di pikatchu, con le maglie a rete e i costumi da bagno rosa, in felpa o in cappotto con gli occhiali da sole che si muovono o restano ferme le une vicine alle altre, mentre riempiono i polmoni di fumo di erba o tabacco, lasciando scorrere nelle vene il thc che rallenterà i loro movimenti e il loro pensiero, lasciandolo libero di scorrere e di svelargli chissà quale genialità a cui da lucidi non avrebbero mai fatto caso oppure a offuscare le loro menti con fiumi di alcool che avvelenano il corpo e ti facilitano le momentanee ed effimere interazioni interpersonali.
in mezzo a questi esseri umani così variegati, così poco attenti alle norme sociali, al buon costume, alla società capitalistica, alle lauree non da fuori corso, al non andare oltre il limite del proprio corpo e qualsiasi altra legge non scritta che regola le uscite tutte uguali e preconfezionate dei perbenisti con il lavoro settimanale che non si sono scelti davvero e che detesteranno per tutta la loro vita del mood, mi sento libero di fare il cazzo che voglio, libera di presentarmi come mi pare, di vestirmi o non vestirmi, di truccarmi o andare col pigiama.
sui gradoni qualcuno tranquillo che chiacchiera, una ragazza bionda e piccina collassata che l'amica prova a risollevare. Vomita. Nello spazio grande, tra pareti coperte di murales che non riesco a vedere ma della cui presenza sono sicura, la bolgia di persone che balla.
mi immergo in questo mare cercando la musica, il contatto fisico casuale e disinteressato, il calore e mi sento come un dito che entra in un canale vaginale, stritolato da entrambe le parti da cuscinetti morbidi e bagnati che indirizzano e accompagnano il tuo moto da dentro a fuori, dall'ingresso all'uscita. Dopo aver riflettuto su qesta analogia ho pensato al fatto che tra i canali vaginali esplorati ne mancava uno importante all'appello: il mio. Una parte così fondamentale del mio corpo, così forte, imponente e determinante in ogni senso possibile eppure così sconosciuta. come saranno le pareti? quanto strette, quanto morbide? quanto umide? è una delle poche interiora che si possano esplorare, dopo tutto. viviamo tutta una vita con un corpo che fatica da morire e fa una miriade di lavori tutti insieme solo per permetterci di esistere e non ne conosciamo che una misera parte, ne vediamo solo un minuscolo frammento e del resto non siamo neanche coscienti e consapevoli. solo quando qualcosa funziona male ce ne accorgiamo e così il nostro cervello attira la nostra attenzione su quella parte da salvaguardare, senza che neanche noi sappiamo cosa sia, se in quel punto esista un organo o un muscolo e se sia sempre stato lì, non avendolo mai notato, non avendo mai fatto caso alla sua esistenza.
moriremo senza sapere come sono fatti i nostri corpi dall'interno, senza aver visto la forma del nostro stomaco o il colore del nostro cuore, senza averne visto il battito, senza aver assistito alla distruzione dell'endometrio e all'espulsione dell'ovulo dal nostro corpo, senza aver visto gli spermatozoi formarsi e il fegato slegare le molecole del cibo di cui siamo nutriti. ecco perché il cibo è così sacro. ci costruisce dall'interno.
nonostante tutto questo, guardiamo e giudichiamo il nostro corpo solo dall'involucro esterno di protezione, ignorando che la pelle è un po' come della plastica organica che protegge il vero corpo all'interno, come il case di un computer.
Forse il nostro involucro dovrebbe essere trasparente, come quelli dei pc da gamer che all'interno brillano e diffondono le luci e i colori più disparati, forse dovremmo brillare anche noi all'esterno. Essere fatti di pelle e muscoli trasparenti per lasciarci guardare all'interno e scrutarci con attenzione, ci sceglieremmo in base alla morfogia della milza o alla lunghezza dell'intestino. mi immagino a investigarci e a guardarci con espressioni incuriosite, ad osservarci dentro durante il sesso, a vedere il cuore battere incrociando lo sguardo di qualcuno, a guardare il nostro stomaco mentre disfa il cibo di cui lo abbiamo riempito.
Alla fine ho accettato di essere come un dito in un canale vaginale, mi sono lasciata scaldare da quelle pareti umide e ho continuato a ballare finché non mi sono annoiata e mi sono lasciata risputare fuori dove i fenomeni atmosferici potevano finalmente entrare in contatto con la mia pelle e riportarmi al mondo esterno con l'aria di novembre che raffreddava il sudore accumulato e le luci al neon che mi facevano ritirare le pupille.
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fitnessitaliano · 1 year ago
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Svelare il Potere della Meditazione: Un Viaggio Verso il Successo
Nel vortice frenetico della vita moderna, la meditazione è come un rifugio silenzioso che ho scoperto nel corso del tempo. A 59 anni, ho imparato che questa pratica millenaria può essere la chiave per il successo non solo nella mia professione di digital marketer ma anche nella mia vita in generale.
Gestione dello Stress e Crescita Personale
La finanza e il business possono essere terreni ostili, ma la meditazione mi ha insegnato a trovare la calma nel caos. Riduce lo stress, mi aiuta a mantenere la mente lucida e migliora la mia capacità di prendere decisioni sagge. Ma non è solo una questione di lavoro; la meditazione ha contribuito notevolmente alla mia crescita personale.
Potenziare le Prestazioni Cognitive
Nel mondo affollato dei mercati finanziari e delle strategie di marketing, la meditazione ha migliorato la mia concentrazione, la memoria e il mio pensiero logico. Mi ha aiutato a vedere le cose da nuove prospettive, rendendo le sfide più facili da affrontare.
Relazioni Interpersonali e Networking
Nessuno avrebbe mai pensato che la meditazione potesse influenzare le relazioni, ma è accaduto. Questa pratica ha stimolato l'empatia, migliorato la comunicazione e aumentato la mia fiducia in me stesso. Questo è stato un grande vantaggio nelle mie interazioni professionali.
Integrare la Meditazione nella Tua Vita
Non è necessario dedicare ore alla meditazione; anche pochi minuti al giorno possono fare la differenza. Trova un momento tranquillo, respira profondamente e immergiti nel presente. La meditazione è diventata il mio alleato segreto nel business e nella vita. È ora di scoprire il suo potere anche tu.
Condividere il valore della meditazione è un viaggio che mi appassiona, e Tumblr è uno dei luoghi dove mi piace condividere questa passione. Continuate a seguirmi per ulteriori approfondimenti e consigli su come la meditazione può migliorare la vostra vita.
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mindfulness75 · 1 year ago
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ANEDONIA: UNA VITA IN ASSENZA DI PIACERE
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Come evitare di sperimentare l’assenza di piacere.
Avete presente quelle piccole cose che ci danno piacere❓Mangiare, uscire, trascorrere del tempo con le persone a cui teniamo❓Sono cose importanti per tutti noi.
D’altronde sono situazioni che ci trasmettono belle emozioni, queste: eppure, per alcuni, non è proprio così.
Cos’è l’anedonia: etimologia del termine
Come è possibile non provare emozioni davanti a cose che, in realtà, dovrebbero darcene molte❓
Quanto detto può accadere a chi è affetto da anedonia: una condizione che può portare il soggetto che ne soffre a sperimentare un’assenza di piacere, riguardo vari aspetti di vita.
Senza piacere, dunque. Senza un senso di appagamento che deriva dalla soddisfazione di bisogni primari e non, quali mangiare, bere, avere relazioni positive.
Ribot, psicologo francese, ha coniato questo termine verso la fine del 900, definendola come “l’incapacità patologica di percepire piacere in ogni sua forma”.
Una definizione breve, ma coincisa, verrebbe da dire.
Le forme di assenza di piacere
Ad oggi, l’anedonia è considerata un vero e proprio disturbo psichiatrico, appartenente alla categoria dei disturbi dell’umore: non solo, è altresì considerata, dal mondo scientifico, un sintomo comune a diversi disturbi, tra cui:
disturbi dello spettro autistico
depressione
distimia
disturbo bipolare
ciclotimia
disturbo di personalità borderline
disturbo post-traumatico da stress
schizofrenia
Tale condizione, inoltre, può presentarsi sotto varie forme: possiamo parlare di anedonia sociale e fisica. 
Quando l’assenza di piacere ha come oggetto le relazioni interpersonali, le interazioni con amici, familiari, siamo in presenza di anedonia sociale.
Al contrario, siamo in presenza di anedonia fisica, quando sono il cibo ed il sesso a creare un’assenza di piacere.
Le cause dell’assenza di piacere
Le cause possono essere diverse ma, all’origine di tale disturbo, sembra esserci la genetica.
A tal proposito, vediamo come possano essere presenti in famiglia casi di anedonia, anche precedenti.
Ma come la psicologia insegna, le cause possono venire anche da molto lontano: da un’educazione sin troppo rigida o da una mancata elaborazione di un trauma vissuto da piccoli.
Alcuni studi più recenti, però, indicano come ipotesi più accreditata quella che presuppone l’anedonia come conseguenza di un malfunzionamento delle vie dopaminergiche, dove per dopamina si intende il neurotrasmettitore coinvolto nei centri del piacere.
Come si manifesta l’anedonia❓Quali sono i suoi sintomi❓
Come possiamo ben immaginare, chi è affetto da anedonia si ritrova a provare un costante senso di malinconia e di rabbia con sentimenti di ansia, paura che portano il soggetto ad isolarsi.
A tal proposito, è importante sottolineare come tale disturbo possa essere un fattore di rischio per il suicidio, considerato la soluzione migliore per superare l’angoscia sperimentata.
Come prevenire l’anedonia❓
Sicuramente prendendoci cura di noi: sentite che una situazione vi sta scappando di mano❓Cercate di rilassarvi. Calmatevi. Fate sport o concentratevi sui vostri hobbies, amatevi, condividete questi momenti “bui” con una persona fidata. Vi rendere conto che tutto questo non basta e il malessere ha ormai preso il sopravvento❓
Cercate un aiuto professionale, per aumentare la consapevolezza del vostro corpo e delle vostre convinzioni, con l’obiettivo ultimo di riuscire a sviluppare un miglior approccio alla vostra vita, che sia relazionale o sessuale.
La terapia più adeguata per tale condizione è quella prevista per la cura della depressione o per altri disturbi di natura psicologica: un trattamento per questo disturbo dovrebbe prevedere delle sedute psichiatriche e, ove necessario, un trattamento farmacologico, nella misura in cui la persona fatica a seguire le indicazioni del terapeuta.
Qualora il professionista dovesse rendersi conto che la presenza dell’anedonia presuppone anche la presenza di altri disturbi, è importante riuscire ad individuarne la vera causa, al fine di intervenire efficacemente e in maniera tempestiva.
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solalosonosemprestata · 2 years ago
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Forse servirebbero delle istruzioni d'uso per le interazioni interpersonali
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ross-nekochan · 2 years ago
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Ci prendiamo mai responsabilità delle emozioni degli altri? No, mai.
A volte capita che si venga a creare un contatto non per nostra volontà, ma per volontà altrui. Un like, un commento, due like, due commenti. Poi, un messaggio. Magari inviato per noia, perché non sapevi che cazzo fare e allora perché no. Oppure un messaggio così, senza pretese. Ma ci pensiamo mai a cosa possiamo scatenare con le nostre interazioni dall'altra parte? Mai. Riteniamo giusto sentirci responsabili delle nostre azioni, ma nel momento in cui si interagisce con l'altro, parte della responsabilità cade inesorabilmente. Ho già scritto di questa cosa e ora che è risuccessa, ma non a me, gli stessi pensieri ricominciano a girarmi nel cervello.
Se io subisco una interazione e poi va a finire che do più importanza a questo legame di quello che gli dà chi lo ha iniziato per prima, la "colpa" di questa eccessiva importanza su chi ricade? Ovviamente su chi l'interazione la subisce. La colpa è di chi ha dato troppa importanza al tutto perché ha cominciato a voler creare un castello quando l'altro voleva solo briciole. Però, cazzo, se TU non avessi mai avuto nemmeno la più piccola interazione con me, se in quel cazzo di momento di noia, ti fossi messo a fare altro, IO non avrei avuto nemmeno la sabbia per costruire il castello.
Ma, giustamente, chi comincia l'interazione può mai immaginare che nell'altro possa succedere tutta una tempesta emotiva, quando pensava semplicemente a come fare per non annoiarsi? No, non lo può immaginare. E allora diventa inevitabile: la colpa è di chi ci crede troppo, perché non doveva crederci.
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aurorasword · 4 years ago
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#COMETELOSPIEGO
Afefobia
"Non mi toccare, altrimenti sto male."
L’afefobia è una fobia specifica che consiste nel provare disagio e repulsione nei confronti del contatto fisico, sia dato che ricevuto, visto dal soggetto che ne soffre come violazione ed invasione della propria ed altrui intimità.
Può riguardare solo le persone del sesso opposto, e quindi avere risvolti di natura sessuale, o essere generalizzata a tutti.
È difficile da individuare e all’esterno potrebbe apparire semplice timidezza o ritrosia. L’afefobico, invece, sperimenta intensi disagi e grandi limitazioni con pesanti ripercussioni nella vita quotidiana e nelle relazioni interpersonali.
Vive con il costante bisogno di difendere i propri spazi, di mantenere un’adeguata distanza fisica e con la preoccupazione di evitare il contagio e la contaminazione dagli altri.
Il contatto fisico produce in lui le comuni reazioni fobiche di angoscia ed ansia fino a veri e propri attacchi di panico e sintomi come sudorazione, tremori, tachicardia, disturbi respiratori, ecc.
Nelle interazioni sociali comportanti contatto fisico la persona affetta da afefobia prova malessere, imbarazzo, fastidio nonché sensazioni di violazione, impotenza e vulnerabilità. Tende, inoltre, continuamente e costantemente, a mettere in atto condotte di evitamento.
Tra le cause ci possono essere traumi non superati, deprivazione affettiva nell’infanzia, abusi, aggressioni e violenze di natura fisica e sessuale.
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marikabi · 4 years ago
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Kintsugi fix
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Sì, lo so che in tempi di distanziamenti fisici e (conseguentemente sociali) sarebbe inutile affrontare l’argomento, ma il problema - uno dei tantissimi nel mondo - esiste e fa danni. Questa settimana parleremo di maleducazione crescente.
Sai che novità, Marika! Obietterete.
Ognuno di noi - a cominciare da me - si sente vittima della cattiva educazione degli altri. Ma ‘gli altri’ per tutti gli altri siamo noi. E secondo me, questo è il primo spunto di riflessione. Quanto il nostro agire è consono a noi stessi e non all’altrui sguardo?
Quante migliaia sono le giustificazioni che adduciamo per le nostre maleducazioni, laddove condanniamo senza appello quelle degli altri?
Lo sapete che è educazione anche il non impuntarsi sulla maleducazione altrui? Beh, è atto eroico e martirizzante, nonché una vera utopia illudersi che il nostro educato silenzio sia più eloquente di qualsiasi reprimenda pubblica (leggi: ‘piazzata’ o ‘disturbata’ in vernacolo): non tutti (e non dipende dal censo o dall’istruzione, sia chiaro) sanno ben leggere ed interpretare i silenzi e le omissioni altrui. 
Oppure, come capita spesso a me, si è così presi dai problemi e dai propri pensieri che semplicemente ci dimentichiamo di vivere in una comunità che ha bisogno di cortesie come l’acqua per le piante.
Inoltre, l’educazione è come la mascherina: serve soprattutto agli altri. Se tutti la usiamo e se tutti siamo educati, allora si sopravviverà e si vivrà anche bene, ma se non la utilizziamo e se non usiamo la cortesia, possiamo morire e se sopravviveremo vivremo molto male, in una sorta di savana.
Tuttavia, un minimo di obiettività nel fenomeno possiamo trovarlo: aumenta il rancore proporzionalmente all’interazione sociale. Quando e dove succede?
Il disrespect (inglese per ‘mancanza di rispetto’. Volete protestare per l’uso dei forestierismi? Fate bene, tuttavia dovete convenire che in inglese è più conciso e va dritto al nocciolo) sta diventando una piaga sempre più ulcerosa, a causa della pandemia.
L’indicazione di guardarci dalla prossimità degli altri, la non così sottile avvertenza che davanti a noi potrebbe esserci un untore, la fretta di chiudere un incontro, una transazione, una commissione, ma anche l’accalcarsi sugli autobus, sbuffare alla fila alle casse, al bar o in farmacia (gli unici luoghi più affollati, oltre alle pizzerie al Sud) spingono verso una rudezza finora inedita nei rapporti interpersonali, che cresce nelle lande desertiche che si sono aperte con l’obbligo della rarefazione delle interazioni sociali. Ci stiamo sempre più disabituando agli altri, alla loro presenza, a considerare il loro agire. E la situazione, va da sé, è reciproca: aumenta il tasso di diffidenza ed intolleranza vicendevole.
Leggo su Quartz che la scostumatezza e l’insensibilità dilaga anche nei luoghi di lavoro e tracima nelle email di servizio, le quali situazionalmente sono già comunicazioni meno mediate: il vaffa è costantemente in agguato, la minaccia è sempre più diretta, la cattiveria trasuda copiosa.
Quartz definisce la mancanza di basilare senso civile un killer silenzioso del benessere lavorativo, della produttività e della salute dei lavoratori. I costi psicologici sono alti e continuano a crescere assieme ai contagi. Viene corroso il senso di lealtà e di attaccamento all’azienda.
Già tempo fa la netiquette prescriveva più gentilezza e garbo nella messaggistica diretta (personale e/o di lavoro), proprio perché il pericolo di arrivare all’accetta (nel senso di ascia) verbale era incombente.
Ditemi, chi non ha mai ricevuto un whatsapp da un capo/boss/dirigente che parte senza un ‘Buongiorno’ e che finisce senza un ‘Per favore’ ovvero un ‘Grazie’ (a prescindere dai doveri di un dipendente, tutti hanno diritto alla buona educazione) e che vi mette in fibrillazione anche da remoto? I dipendenti sono diventati tutti cattivi lavoratori da meritarsi solo perentorietà, arroganza e scostumatezza? Essere capi non significa saltare a pie’ pari il vivere civile.
Il Covid-19 è una malattia che attacca anche i comportamenti, oltre che gli organi interni delle persone. Ed è proprio in questi buissimi tempi che occorre molta più gentilezza, al lavoro come nel parcheggiare la propria auto. (E lo smart working fa incazzare le dirigenze aziendali e pubbliche.)
Avrete senz’altro letto pure voi tutti dei timori per nuovi lockdown. Non è solo per una (vitale) questione economica. Si è calcolato che il 65% della popolazione abbia sperimentato disagi psicologici a seguito della situazione di chiusura ed un nuovo blocco di tutto (anche se a settori) sarebbe psicologicamente pernicioso e per alcuni addirittura mortale. Qualunque cosa accadrà ancora alle nostre convivenze comunitarie - oltre ai lockdown, gli inasprimenti delle serrate, i coprifuoco, il ricorso massivo allo smartworking - ha modificato e modificherà la nostra antropologia per sempre.
Sarà come le ferite interne da terremoti: indelebili. (Ne sappiamo qualcosa noi dell’Irpinia che ci si è oscurata l’anima da quarant’anni in qua, e conosciamo l’animo di Aquilani, Marchigiani e Umbri colpiti dalla stessa sciagura.)
L’altro ci dà fastidio. La solitudine ci potrà distruggere, dicono gli psicologi, ma la presenza altrui ci mette in agitazione e preferiamo cancellare il prossimo e con esso le regole delle interazioni, del buon vivere, del civismo, del rispetto e della buona fede. (Pssst: la buona fede è il fondamento del nostro codice civile. Sapevatelo.)
Come prima non saremo mai più. Anche quando arriverà un vaccino e il pianeta si sarà liberato dall’incubo dei distanziamenti (ma come l’AIDS dovremo convivere attrezzandoci), il nostro sguardo sulla vita sarà inesorabilmente cambiato ed il cinismo avrà lesionato il nostro cuore.
L’unica soluzione a mo’ di kintsugi (l’arte giapponese di riparare la porcellana rotta con colate d’oro. Si pronuncia /kinsugnì/) è riempire le falle con atti di gentilezza e rispetto. Anche a prescindere (a casaccio, come si legge nelle frasi motivazionali sui social), come scusa preventiva per la maleducazione che potremo agire già noi stessi, che ce ne accorgiamo o no.
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pezzidia · 4 years ago
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La realtà è un progetto completo e allo stesso tempo in continuo mutamento realizzato a partire da costrutti mentali e interazioni interpersonali. Esso rappresenta la fotografia semivolontaria del singolo ricreata per avere una visione totale dell'universo cosmico, ma che in realtà è più una proiezione dell'architetto stesso nel mondo esterno, dai singoli corpi alle strutture piu complesse, e ne definisce la personalità, la struttura e la posizione in cui il medesimo colloca se stesso e non.
Pertanto sappiate che le vostre riprese sulla mia vita parlano più di voi che di me.
Un abbraccio
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