#Ilaria Drago
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Pistoia, la premiazione del Campionato Toscano di Monta Storica
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Pistoia, la premiazione del Campionato Toscano di Monta Storica. Si svolgerà sabato 3 dicembre, alle 17, nella Sala Maggiore del Palazzo comunale la cerimonia di premiazione del Campionato Toscano di Monta Storica (Giostra all'anello) 2022 della Fitetrec-Ante, evento che gode del patrocinio del Comune di Pistoia e del Comitato Cittadino di Pistoia. "Ringrazio il Comune e il Comitato Giostra dell’Orso - dice Roberto Parnetti, referente toscano delle disciplina e promotore dell'iniziativa - per la disponibilità e collaborazione nell'ospitare questa cerimonia che, di fatto, chiude un anno che ha regalato numeri record alle quattro tappe in cui si è sviluppato il campionato toscano. Sabato saranno premiati non solo i cavalieri e amazzoni delle singole categorie, ma anche i centri e le associazioni sportive dilettantistiche che hanno ospitato le varie gare o che hanno collaborato all'organizzazione delle tappe". "Siamo molto contenti che la Fitetrec-Ante Toscana abbia scelto la nostra città - sottolinea Alessandro Sabella, assessore alle Tradizioni Jacopee del Comune di Pistoia - per chiudere la stagione delle Giostre all'anello che hanno visto una grande partecipazione, in particolar modo di cavalieri e amazzoni dei quattro Rioni della nostra Giostra dell’Orso. Pistoia ha una lunga tradizione di manifestazioni con cavalli e l'impegno dell'Amministrazione è quello di promuovere iniziative che mettano in risalto queste nostre tradizioni come la Giostra dell'Orso che, quest’anno, ha avuto il patrocinio della Fitetrec-Ante, o come le tappe del campionato regionale che ha visto due tappe disputarsi nelle strutture di Rioni della Giostra". Il programma della cerimonia vedrà la partecipazione del referente nazionale della Monta Storica Fitetrec-Ante Nicola Biagini, che porterà anche il saluto del presidente toscano Alessandro Pasquelli che, per impegni precedentemente presi, non potrà partecipare alla manifestazione. Previsto anche il saluto del presidente del Comitato Cittadino Giostra dell’Orso Francesco Becagli, quindi si passerà alla consegna degli attestati ai centri e associazioni sportive affiliati alla Fitetrec-Ante che hanno organizzato le singole tappe del campionato toscano. La chiusura sarà riservata alla premiazione in primis delle amazzoni, con le prime tre lady della classifica finale, quindi dei primi cinque cavalieri con la proclamazione del Campione Toscano 2022. I pistoiesi che saranno premiati saranno (in ordine alfabetico): Alessandro Culatore, Azzurra Pani, Federico Santi, Ilaria Signorini e i responsabili dell’Asd Il Ponticino (Rione del Grifone) e dell’A.S.D. Giove Deus (Rione del Cervo Bianco). La cerimonia, che sarà a ingresso libero, vedrà anche la partecipazione di figuranti in costume con i gonfaloni dei Rioni del Drago, Cervo Bianco, Grifone e Leon d'Oro. Prevista anche la diretta streaming sulle pagine social del portale più seguito in ambito nazionale riservato alle Giostre, Quintane e Palii ovvero "brontolodicelasua ".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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persinsala · 7 years ago
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Esigenza, intuizione, realtà e osservazione dell'altro / Più che danza
Esigenza, intuizione, realtà e osservazione dell’altro / Più che danza
Al Teatro Sala Fontana sono andati in scena gli spettacoli della rassegna Più che danza: dal 29 settembre all’11 ottobre, tante occasioni per riflettere sulla contemporaneità e ancora di più sui percorsi che il teatro contemporaneo sta prendendo. (more…)
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giuseppearagno · 3 years ago
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Contronarrazioni. Un libro da leggere
Contronarrazioni. Un libro da leggere
MITI D’OGGIMarino Niola QUELLE PAROLE SONO PASSWORD SCADUTE Ci sono momenti in cui le parole non stanno al loro posto e non riescono più a descrivere quel che veramente ci accade. Questo svuotamento del linguaggio è uno del primi sintomi di una crisi. Sociale, culturale, economica. Come quella che stiamo attraversando. Lo dicono Tiziana Drago ed Enzo Scandurra, classicista l’una e urbanista…
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retegenova · 6 years ago
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TEATRO SOCIALE DI CAMOGLI
Dal Belgio, gli acrobati di Circus Zone per Teatro come Sport (17/05)
e l’omaggio a Govi dei Villezzanti con “I manezzi pe’ maja na figgia” (18/05)
Venerdì 17 maggio – ore 21 – Teatro come Sport
(Biglietti €22 / under 26 €15 / under 12 €12)
In collaborazione con Associazione Culturale Sarabanda – Rassegna Circus Zone
La Mob à Sisyphe (Francia) in
HUITIÈME JOUR. CIRQUE D’ENFANT TERRIBLE
di e con Idris Roca, Cochise Leberre, Raphaël Milland
La Mob à Sisyphe propone uno spettacolo di clownerie postmoderna che sfida le leggi della fisica per raccontare il tempo che non c’è, giocando tra acrobatica e pratica sportiva, nella più pura arte circense. Un circo multiplo e multiforme che scopre la magia del virtuosismo in ogni cosa, seguendo una traccia narrativa in filigrana, dove l’atto concreto è assurdo e l’atto assurdo è concreto. Per sconcertare e sorprendere, con lo spirito stupito di un bambino: un bambino terribile.
Tutto accade all’alba dell’ottavo giorno. Tre personaggi sospesi in un mondo folle e vuoto, dove il tempo passa lentamente, senza limiti, senza futuro. Esistono semplicemente: là e qui, finché il momento in cui esistere non basta più. Passano il tempo ad attendere la fine di qualcosa o, forse, il suo inizio. Vercando, trovando e inventando, nel vuoto, l’infinità creatività del gioco. Chi sono? Che cosa aspettano? Oggi, ottavo giorno, è il giorno del loro ultimo giorno.
Sabato 18 maggio ore 21
(Biglietti €22 / under 26 €15 / under 12 €12)
Omaggio a Govi – Compagnia I VILLEZANTI
I MANEZZI PE’ MAJÂ NA FIGGIA
di Niccolò Bacigalupo, regia di Anna Nicora
con Eugenio Montaldo, Cristina Aprile, Ilaria Devoti, Ivana Olcese, Mario Montaldo, Eugenio Brisca, Silvio Maggiolo, Vilme Signa, Paolo Drago.
I Manezzi è una delle più amate e popolari commedie di Gilberto Govi. La storia, ambientata negli anni ’50 ha come protagonista il signor Steva, maturo e semplice sensale, vessato dalla moglie Gigia, volitiva e autoritaria, con una figlia da maritare, Metilde. Per questa figlia ‘sola’ sembrerebbe esserci lo spasimante ideale: il signor Riccardo, ricco figlio di un senatore. Ma fra i pretendenti c’è anche Cesarino, di umili origini. La signora Gigia, naturalmente, farà di tutto per accasare la ragazza con il partito, facendo carte false, in un crescendo di equivoci e risate.
Gli esordi della compagnia I Villezzanti risalgono al 1970-74 a Davagna, ma solo 25 anni dopo, nel 1996 nasceva ufficialmente l’attuale compagnia che debuttava a Davagna col Dente del Giudizio presso il locale Genoa Club. Da allora quasi quattrocento spettacoli un po’ in tutta la Liguria, con qualche puntata anche fuori regione e sempre con grandi successi. Il nucleo iniziale, formato d Eugenio Montaldo – che interpreta il personaggio un tempo di Govi – e da suo fratello Mario e sua cognata Cristina è rimasto inalterato. Accanto ai tre, la regista Anna Nicora, tutti appunto “villezzanti” di Davagna.
TEATRO SOCIALE DI CAMOGLI 
Piazza Giacomo Matteotti, 5 –  Camogli (GE) Tel. 0185 1770529 
www.teatrosocialecamogli.it 
   Ufficio stampa Marzia Spanu
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Cooperativa Battelieri del Porto di Genova
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Il Secolo XIX
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Cricus Zone e I Manezzi al Teatro Sociale di Camogli TEATRO SOCIALE DI CAMOGLI Dal Belgio, gli acrobati di Circus Zone per Teatro come Sport (17/05)
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teacblanc · 3 years ago
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È in preordine l'antologia "Il fiore della quintessenza", silloge di racconti su multiversi e universi paralleli, curata da Sergio Mastrillo e pubblicata da Ali Ribelli Edizioni.
Partecipano gli scrittori Donato Altomare, Serena M. Barbacetto, Tea C. Blanc, Lorenzo Davia, Davide Del Popolo Riolo, Linda De Santi, Irene Drago, Alessandro Forlani, Ernesto Gastaldi, Laura Marinelli, Maico Morellini, Ilaria Petrarca, Giovanna Repetto, Riccardo Vezza, Andrea Viscusi, Salvatore Vita.
Postfazione di Sandro Battisti. Preordine al seguente link > https://www.aliribelli.com/prodotto/il-fiore-della-quintessenza/
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alessandro-bottai · 4 years ago
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Naeema Ruber
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Naeema Ruber di Ilaria Drago con Paolo Grimaldi arriva a Narni Città Teatro from OOOH.Events https://ift.tt/30hHQQ7
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womanbride · 5 years ago
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Palazzo del Drago svela le proprie meraviglie e rivela un territorio ricco di grandi valori storici, artistici e culturali
Palazzo del Drago svela le proprie meraviglie e rivela un territorio ricco di grandi valori storici, artistici e culturali
La Conferenza stampa di presentazione di Palazzo del Drago del 26 Ottobre 2019, ha messo in evidenza le grandi potenzialità ricettive di una regione meravigliosa
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Palazzo del Drago – Ph. Ilaria Palombi
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Palazzo del Drago – Ph. Ilaria Palombi
Sulle strade che furono percorse da eruditi, antichi viaggiatori, che cercavano nei loro Grand Tourl’essenza dello spirito italiano, sul percorso silenzioso…
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swapmuseum · 6 years ago
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SCOPRI I LAVORI DI ILARIA PER  “ESPLORA L’ARTE SACRA” AL MUSEO DIOCESANO D’ARTE SACRA DI LECCE
IL MUSEO
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Il Museo Diocesano d’Arte Sacra è situato, assieme all’ Archivio Diocesano e alla Biblioteca Innocenziana, all’interno dello splendido Seminario posto in Piazza Duomo,  raro esempio di piazza chiusa e luogo molto amato dai visitatori e dai cittadini.  I dipinti, le sculture, gli argenti e i paramenti liturgici che vi sono custoditi documentano la storia della Diocesi dalla fine del 400 alla fine del 700. Al piano terra si può visitare il chiostro, la cappella e le sale della Gallerie d’arte sacra contemporanea.
L’ATTIVITÀ: Creazione del Taboo Culturale
LE ORE: 15 ore
I PREMI: buono per acquistare libri
LA SWAPPER:
ILARIA ZACCARIA, 21 anni, studia lettere moderne, ama l’arte, il cinema d’autore e il vintage
I RISULTATI:
Al termine della visita guidata, Ilaria è rimasta particolarmente affascinata dalla presenza di una forte simbologia sacra nascosta tra le opere della collezione. E’ per questo che 11 simboli - il globo del Salvator Mundi, il drago di San Giovanni, la scimitarra di Giuditta con la testa di Oloferne, etc. - sono diventati il suo oggetto di ricerca e grazie ad un sito internet utile per la personalizzazione di grafiche, ha creato il layout delle carte.
ILARIA SU SWAPMUSEUM
“Con #Swapmuseum il binomio tecnologia/cultura funziona! L'arte trova nuova linfa vitale e torna ad essere la protagonista!”
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viaggiatori · 8 years ago
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Forse fra le città famose della Toscana, Lucca è un po’ meno conosciuta, ma vi posso assicurare che non ha proprio nulla da invidiare alle altre. Per questo motivo, diventando turista per un giorno nella mia città, voglio guidarvi nella scoperta di questa perla adagiata in una piana, vicina sia alla montagna che al mare, circondata da colline e stupendi paesaggi, per vivere un fine settimana davvero speciale.
Il centro storico di origine romana, con chiese, strade e palazzi pressoché intatti dal periodo medievale e rinascimentale, è racchiuso dalle mura cinquecentesche di mattoncini rossi, le quali non sono mai servite alla difesa militare e che dal 1800, grazie a Maria Luisa di Borbone, permettono una piacevole passeggiata alberata di quasi cinque chilometri, da fare assolutamente a piedi o in bicicletta (in diversi punti della città se ne possono affittare sia per adulti che per bambini).
Nella città delle cento chiese, come è anche definita Lucca, si potrebbero trascorrere giorni e giorni ad ammirare l’architettura e i dettagli interni di tutte quelle che si incontrano ad ogni angolo delle strade; ma ce ne sono quattro che si devono assolutamente visitare, attraversando alcune delle vie e delle piazze più belle:
Il Duomo di San Martino, ubicato nell’omonima piazza, è di impostazione romanica e fu costruito fra il XII e il XV secolo. Ha una facciata stupenda e particolare e al suo interno, riccamente decorato, sono custodite la bellissima tomba di Ilaria del Carretto, capolavoro  di Jacopo della Quercia del 1407/1408, il Volto Santo (crocifisso ligneo, probabilmente risalente all’XI secolo, che durante la festa della Santa Croce del 14 settembre viene vestito con paramenti d’oro e gemme preziose), e la statua di San Martino che dona il suo mantello ad un povero.
Nella vicina Piazza San Giovanni si trova la Basilica dei Santi Giovanni e Reparata, dove fu battezzato Giacomo Puccini e che al suo interno presenta un bellissimo percorso archeologico sotterraneo con resti dal I secolo AC fino al IV-V secolo. Avviandosi poi verso Piazza Napoleone (detta anche Piazza Grande e creata a seguito dell’abbattimento di alcune case e palazzi nel periodo di Napoleone) rimarrete estasiati dal maestoso Palazzo Ducale e dalla statua di Maria Luisa di Borbone; alle sue spalle si trova il Teatro Del Giglio, un autentico Teatro della Scala in miniatura, bello sia dentro che fuori.
Da qui si può quindi proseguire fino a Piazza San Michele, antico foro romano, dove fra palazzi di mattoncini, bei negozi e molti locali, domina la Basilica di San Michele dedicata al Santo, la cui statua che uccide il drago è alla sommità della ricca ed elaborata facciata (da notare i visi di celebri personaggi italiani risalenti all’800) , in contrasto con i semplici ed austeri interni.
Da Via Roma si arriva a Via Fillungo, la strada dello shopping, con negozi e locali, piccole corti e la Torre delle Ore; si possono salire i suoi 207 scalini per godere il panorama dall’alto. Proseguendo proprio su Via Fillungo si raggiunge Piazza San Frediano con la sua Basilica illuminata dal duecentesco mosaico dorato dell’Ascensione della facciata, tipica del romanico lucchese. Lo splendido interno racchiude un fonte battesimale di rara bellezza, una pregevole Annunciazione di Andrea Della Robbia, le spoglie del Santo Frediano e di Santa Zita, patrona delle domestiche, la cui festa  ricorre il 27 aprile. In questa occasione, la piazza della Basilica e la vicina Piazza dell’Anfiteatro si trasformano in uno stupendo giardino fiorito; e proprio nella Piazza dell’Anfiteatro, a cui si accede da quattro piccole porte, costruita sulle base di un anfiteatro romano, è davvero rilassante fermarsi per un aperitivo o un gelato.
Ma se si vuole davvero godere al massimo l’incanto di questa città, provate a “perdervi” per qualche ora nelle sue strade e scoprire i suoi mille angoli e dettagli, proprio come faccio io in bicicletta, o a passeggiare con le luci della sera, nel silenzio, quando la folla si è dispersa e i negozi sono chiusi, è davvero molto romantico.
La città è piccola ma non è affatto difficile incontrare sul proprio cammino tante, tantissime altre bellezze: la Torre Guinigi, il cui accesso è in Via Sant’Andrea, è la “Torre con l’albero” e da qui si gode di una vista stupenda su tutta la città (pare che anticamente ce ne fossero diverse come simbolo di ricchezza delle nobili famiglie lucchesi). Il Museo Nazionale nella Villa Guinigi, il vicino complesso di San Francesco, oggi  sede dell’Istituto IMT, e il Museo di Arte Contemporanea (L.U.C.C.A.) sono solo altri esempi dei tanti che potrei citare.
Lungo Via del Fosso si arriva al Giardino Botanico, altro piccolo gioiello del posto e scrigno di rarità botaniche fin dal 1820; si trova proprio ai piedi delle mura. E ancora Palazzo Pfanner con il suo celebre giardino (usato anche come set cinematografico), Piazza San Salvatore con la sua bellissima fontana, Piazza della Cittadella con la statua dedicata al maestro Giacomo Puccini (qui anche la sua casa natale trasformata in museo) e la Piazza del Suffragio, piccola e deliziosa, dove si trova la statua di un altro illustre musicista lucchese, Luigi Boccherini. Termino “in bellezza” aggiungendo altri due piccoli esempi: la Chiesetta della Rosa e Via Santa Croce (che si chiude con la bellissima Porta San Gervasio, duecentesco reperto dell’antica cinta muraria).
Il periodo migliore per venire a Lucca? Da aprile a novembre, perché oltre alla bella stagione, ci sono molte manifestazioni che rendono ancora più speciale una visita: la festa di Santa Zita, il Summer Festival a luglio, la Festa della Santa Croce (14 settembre), e Lucca Comics and Games alla fine di ottobre. Tutto l’anno il mercato dell’antiquariato è presente in città il terzo sabato e la domenica seguente di ogni mese.
La cucina toscana è poi sinonimo di eccellenza e Lucca non fa eccezione: escludendo i locali più turistici, mi sento di consigliare solo quelli che frequento da locale. La Buca di Sant’Antonio in primis: ristorante elegante e raffinato senza creare soggezione.
Consigliato anche Ristorante il Giglio, Trattoria Buralli e per la pizza (ma non solo) Gli Orti di Via Elisa. Concedetevi, infine, uno strappo alla dietacon i dolci insuperabili della Pasticceria Pinelli in Via Beccheria e il tradizionale “Buccellato”, con l’esclusiva ricetta della Pasticceria Taddeucci in Piazza San Michele.
Per un gelato squisito e nel massimo rispetto della tradizione dei gelatai lucchesi, famosi in tutta Europa, “I Gelati di Piero” in Via Roma.
Ecco, il piacere di vedere tutto questo splendore non ha bisogno di altre scuse!
Un fine settimana a Lucca: consigli utili di viaggio Forse fra le città famose della Toscana, Lucca è un po' meno conosciuta, ma vi posso assicurare che non ha proprio nulla da invidiare alle altre.
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gazzettadimodena · 5 years ago
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Ilaria Drago protagonista di un concerto poetico sulla grande intellettuale del 900 «Una teorica dell’amore incondizionato che oggi sembra in via di estinzione» https://ift.tt/352AkJF
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pangeanews · 6 years ago
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“Il teatro ha perso la sua bellezza, ma a noi basta una carezza per andare avanti”: dialogo con Maurizio Argan, un lottatore contro i mulini a vento
Dialogare attorno al teatro assieme a Maurizio Argan, che nella scena ci è conficcato con mani, gambe e mente, è, per chi scrive, “deontologicamente” scorretto: siamo amici da quasi 20 anni, con lui ho un “figlio artistico” – il festival “Le voci dell’anima”, in scena dal 29 settembre al Teatro degli Atti di Rimini –, siamo, teatralmente, una “coppia di fatto” e su di lui, anche su di lui, ho costruito la mia tesi di laurea. La tentazione di un’autointervista camuffata da intervista (so abbastanza bene come la pensa e cosa pensa) è forte, ma ancora più mancata è la curiosità di “raccogliere” i suoi pensieri attraverso le sue parole. E poi dovrei giustificare l’immagine che correda l’intervista: obiettivamente siamo abbastanza diversi. Non come pensieri, ovviamente.
Il “cappello” – insomma, due cose due su cosa ha fatto sul palco per inquadrarlo – è a quattro punte: definito da Paolo Puppa, fisicamente, “un lottatore di sumo” – “Dovevamo scegliere (e siamo stati scelti)”, passato anche al Festival di Santarcangelo, è ispirato a un testo dello stesso Puppa che il regista Fabio Biondi ha poi ricamato attorno alla figura di Argan –, protagonista del videoclip “Il Terzo Mondo” del gruppo rock Punkreas, ha anche recitato in tre spettacoli di Pippo Delbono: “Enrico V”, “La rabbia” e “Il silenzio”. Maurizio, lottatore contro i mulini a vento del nuovo secolo, ha pale grosse che macina, fa girare. Ha tirato su una rassegna di teatro che si muove “in direzione ostinata e contraria”, che predilige l’anima al vestito, che raccoglie le voci più sincere che il sistema non si degna di ascoltare, preferendo mode, urla urlate e nomi “raccomandati”.
Quanto segue quindi (didascalia esplicita) è estremamente serio.
Sedici edizioni di festival, nonostante tutto.
“Circa 1.000 compagnie hanno fatto richiesta di partecipazione e oltre 10.000 spettatori hanno potuto seguire gli spettacoli degli artisti finalisti. Con questi dati alla mano il festival conferma il suo ruolo di osservatorio teatrale e di terreno di confronto tra realtà geograficamente distanti, accomunate dall’interesse per la ricerca di forme espressive che oltrepassino il limite intrinseco delle mode e dei dettami correnti. ‘Vd’A’ si è dimostrato sempre più un’occasione di dialogo, un’opportunità dialettica dalla quale non solo sono scaturite occasioni di reciproco studio interattivo, ma si sono rinsaldati quegli essenziali e prolifici rapporti tesi a dar vita a un circuito di idee e di esperienze teatrali le più disparate. Se infatti a tutt’oggi il limite e l’ostacolo più insormontabile per le produzioni teatrali risiede nella mancanza di opportunità di circuitazione, limite questo che pregiudica non poco l’essenza stessa del fare teatro, ‘Vd’A’ è riuscito, attraverso la sua stessa struttura itinerante organizzata in tappe geograficamente dislocate e grazie alla sempre più numerosa partecipazione di teatri e associazioni culturali, a fornire una risposta valida a questo problema culturale, permettendo la compresenza su territori diversi di un certo numero di produzioni provenienti dalle diverse regioni d’Italia, e garantendo al tempo stesso anche la compresenza di una ampia pluralità di linguaggi e una vasta gamma di offerta drammaturgica”.
Il titolo di quest’anno è, a modo suo, una sorta di polemica, o di provocazione: “Asini d’amore”.
“Il titolo è venuto dopo aver letto un testo di Ilaria Drago. Lo stupore sempre nuovo, quasi inaspettato ogni volta, di sentirsi in una rete di anime belle, tenaci, vitali ci fa sorridere, ci fa alzare la testa, cantare e gridare. A noi serve fare arte, seguire la traccia profumata della sua bellezza che ogni sera sotto le luci dei riflettori, le luci di una ribalta fatta di occhi attenti e belli, si traduce in parole, gesti, suoni. Agli asini piace la compagnia sincera di chi dà carezze e non gli insulti dell’indifferenza, non la pacca sulla spalla ipocrita e le briciole avanzate dai banchetti dei bulimici che si appropriano indebitamente dei ‘posti giusti’. Credo che l’arte debba parlare, anzi, ragliare la sua meravigliosa protesta del cuore. Dalle nostre idee non ci muoviamo, ma aspettiamo le carezze del nostro padrone: il pubblico”.
Sedici edizioni di festival. In maniera “autonoma”, senza sponsorizzazioni politiche…
“È stata una scelta e oggi, se devo pensare alle prossime edizioni, la vedo difficile: partire, mettere in scena una rassegna quando ancora aspetti i rimborsi della scorsa edizione significa doversi scontrare con alcune dinamiche economiche che non agevolano il lavoro. Programmare senza contributi regionali è un salto nel vuoto. Dobbiamo capire se continuare, se diventare una vetrina di proposte, se spostarci. Ci basta una carezza per andare avanti. Non mi va di entrare nella rete di scambio: io do a te una mia replica e tu ne dai una a me. Se tutti rifiutassero questa forma di baratto e si andasse ‘a incasso’, credo che le proposte sarebbero qualitativamente migliori di quelle che si vedono nei cartelloni. Le grosse colpe le hanno le amministrazioni, e parlo al plurale, che non capiscono una mazza”.
Rimini?
“Con l’apertura del teatro Galli, il futuro del teatro Novelli è incerto: lo vogliono buttare giù quando invece potrebbe diventare un centro di residenze artistiche. Il Novelli, per molti di noi, è una casa. Utilizzarlo come ‘centro di ricerca’ – ti ospito per una settimana e tu compagnia alla fine fai uno spettacolo su cui io amministrazione faccio pagare un eventuale biglietto di ingresso – potrebbe essere una soluzione interessante, tra l’altro già sperimentata, con successo, altrove. Rimini non rivolge attenzioni alle realtà locali – sono 20 anni che non nasce una compagnia teatrale professionale -, il Novelli quindi potrebbe davvero andare a colmare quella annosa lacuna degli spazi. Non è un fatto di ‘contributo’ ma di politica culturale”.
È passato qualche anno dai tuoi lavori con Pippo Delbono. Com’è cambiato il teatro negli ultimi quattro o cinque lustri?
“In peggio, senza dubbio. È peggiorato. Non c’è più entusiasmo. Una volta andavi lì e conoscevi le persone, oggi invece i festival sono pilotati dai critici. 20 anni fa a Santarcangelo dei Teatri ci si ritrovava in piazza e si parlava dei lavori visti. C’era, voglio dire, uno scambio di idee, di commenti. Oggi invece esci e sei da solo. È l’evoluzione dei tempi: oggi il teatro è la trasposizione della televisione. Prendiamo i reality, che sono una fotografia nitida del mondo dello spettacolo: soldi facili e poca gavetta. Il teatro ha perso la sua bellezza, ha smarrito quel gusto di sentirsi parte di una rete. Oggi non si fa più sistema, nonostante i social. Social che hanno creato una lobby. I critici non sono mai venuti a ‘Le voci dell’anima’. Non ne sento la mancanza. All’inizio forse sì, ma oggi questa assenza è diventata una bandiera: non pago nessuno per seguire il nostro progetto. Forse non vengono perché ospitiamo spettacoli puliti. Gli artisti che abbiamo scelto e che hanno portato i loro lavoro a ‘Le voci dell’anima’ hanno una carriera, i ‘pompati alti’, quelli spinti e supportati da chi conta, durano un anno o due e poi finiscono nel dimenticatoio”.
Il teatro è morto?
“Si sono perse la poesia, l’amore e le idee. Si fanno spettacoli per fare spettacoli e non perché c’è qualcosa da dire. Qualcosa che senti dentro, una storia, un’emozione. Il teatro oggi non è meno urgente ma chi lo fa vuole l’urgenza. Le stagioni teatrali sono uniformate, gli stessi lavori circuitano sempre negli stessi teatri. Il fatto vero, secondo me, è che il pubblico non si lascia più incantare dai titoli furbi. Le persone non sono sceme: una, due o tre volte le freghi, alla quarta non vengono più a teatro”.
Colpa di una cultura più raffinata e profonda?
“Parte della colpa di questa decadenza è dovuta al sistema dei laboratori teatrali: alimenta illusione, serve solo a far credere che tutti i partecipanti sono attori, che possono diventare attori. In questo modo i laboratori si allontanano dalla loro reale funzione per cui sono stati fatti, quella educativa”.
Alessandro Carli
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tarditardi · 7 years ago
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La Top 100 degli Influencer Italiani in ambito clubbing & co by Riccardo Sada è farlocca... al 61esimo posto c’è quel pirla di Lorenzo Tiezzi (ma è un giochino così divertente, presto la Top 50 di AllaDiscoteca)
1 Alberto Gobbi, manager 2 Paul David Sears, manager 3 Gianluca Vacchi, dj 4 Alberto “aNight” Fumagalli, manager 5 Federico Cirillo, Universal Music Italia, A&R e Dance Dept 6 Marco Mazzi, DJ Mag Italia, imprenditore 7 Matteo Esse, A&R 8 Fabrizio De Meis, Cocoricò, manager 9 Giammarco Ibatici, Mac Mac Agency 10 Amerigo Provenzano, m2o, dj 11 Damir Ivic, Soundwall 12 Massimiliano Max Moroldo, Do It Yourself, discografico 13 Alvaro Ugolini, Energy Production 14 Benny Benassi, dj 15 Mirko Salerno, manager 16 Merk & Kremont, dj 17 Renato Tanchis, Sony Music Italy 18 Rossano Prini DjRoss, m2o 19 Manuela Doriani, dj, m2o 20 Luca De Gennaro, giornalista 21 Gigi Barocco, produttore 22 Antonio “Tony” Ciotola, manager 23 Stefano Fontana, dj e produttore 24 Marco Sanseverino, imprenditore 25 Sandor Von Mallasz, promoter 26 Anna Merzari, promoter 27 Lele Sacchi, Radio Rai 28 Daniele Spadaro, giornalista 29 Albertino, Radio Deejay 30 Ale Lippi, giornalista 31 Andrea Corelli, dj e discografico 32 Molella, dj 33 Gabry Ponte, dj 34 Fabio De Luca, giornalista 35 Mauro Miclini, dj 36 Paolo Belluzzi, manager 37 Claudio Coccoluto, dj 38 Pierangelo Mauri, editore 39 Bob Rifo from The Bloody Beetroots, dj 40 Genny Mosca, International Talent, booking manager 41 Angelo De Robertis, dj 42 Steven Balasari, Number One 43 Enrico Galli, Altromondo Studio 44 Marnik, dj e produttori 45 Paolo Caputo, promoter 46 Daniele Orlando, Fabrique 47 Alessio Primavesi, Energy Production 48 Michael Corradi, Pioneer DJ 49 Ilaria Bencivenga, Ego Music 50 Gianluca Rossi, manager 51 Gianfranco Bortolotti, Media Records, imprenditore 52 Claudio Cecchetto, produttore discografico 53 Max Baffa, dj 54 Mario Fargetta, dj 55 Gianluca Solcia, manager 56 Corrado Rizza, dj e scrittore 57 Max Bondino, dj e speaker, 105 58 Davide Ippolito, promoter manager 59 Lello Mascolo, dj e produttore 60 Roberto Tury Turatti, produttore 61 Lorenzo Tiezzi, giornalista (!!!!) 62 Luca Moretti, IHU Music Group, discografico 63 Federico Piccinini, giornalista 64 Arno Parmeggiani, manager 65 Giancarlino, Goa Roma 66 Lush & Simon, dj e produttori 67 Astrit Kurtaim, dj 68 Mario Sala, Universal Music 69 Ilario Drago, Ego Music, discografico 70 Marco Vitelloni, imprenditore 71 Thomas Cibelli, Do It Yourself 72 Riccardo Lai, Amnesia Milano 73 Marco Mazzilli, Vizi Capitali 74 Alberto Margheriti, discografico 75 MC Cece, imprenditore 76 Gianluigi De Rosa, discografico 77 Giorgio Tramacere, avvocato 78 Enzo Martino, discografico 79 Emilio Lanotte, produttore 80 Leonardo Filomeno, giornalista 81 Marco Ravelli, dj 82 Max Brigante, dj e imprenditore 83 Pico Cibelli, Sony Music Italy, discografico 84 Fedez, rapper 85 Morris Capaldi, produttore 86 Alberto Traversi, giornalista 87 Giosuè Impellizzeri, giornalista 88 Maurizio Clemente, imprenditore 89 Claudio Arilotta, promoter 90 Semi Trabelsi, dj 91 Mauro Picotto, dj 92 Giuseppe Ottaviani, dj e produttore 93 Eugenio Tovini, giornalista 94 Matteo Villa, Youbeat 95 Luca Pechino, booking manager 96 Piero Fidelfatti, dj 97 Bruno Oggioni, discografico 98 Sergio Cerruti, discografico 99 Joe T Vannelli, dj 100 Pierpaolo Peroni, produttore
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persinsala · 4 years ago
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Inequilibrio 2020
Torna il Festival di teatro e danza, organizzato da Armunia, con un doppio appuntamento dal 3 al 6 e dal 10 al 13 settembre. (more…)
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compagniagirodivite-blog · 8 years ago
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WORKSHOP DI ILARIA DRAGO A VICENZA
http://dlvr.it/NtqlvV
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paolinasays · 9 years ago
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Non ci si vergogna delle cose di cui ci si dovrebbe vergognare, ci si vergogna della parola amore. Non ci si vergogna delle cose di cui ci si dovrebbe vergognare, ci si vergogna della parola amore. Non ci si vergogna delle cose di cui ci si dovrebbe vergognare, ci si vergogna della parola amore. Non ci si vergogna delle cose di cui ci si dovrebbe vergognare, ci si vergogna della parola amore. Non ci si vergogna delle cose di cui ci si dovrebbe vergognare, ci si vergogna della parola amore. Non ci si vergogna delle cose di cui ci si dovrebbe vergognare, ci si vergogna della parola amore. Non ci si vergogna delle cose di cui ci si dovrebbe vergognare, ci si vergogna della parola amore. Non ci si vergogna delle cose di cui ci si dovrebbe vergognare, ci si vergogna della parola amore. Non ci si vergogna delle cose di cui ci si dovrebbe vergognare, ci si vergogna della parola amore. Non ci si vergogna delle cose di cui ci si dovrebbe vergognare, ci si vergogna della parola amore.
L’Antigone Pìetas di Ilaria Drago
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persinsala · 8 years ago
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Metamorfosi
Affascinante e conturbante Metamorfosi di Roberto Latini, apparso per la prima volta nell’estate 2015 a Inequilibrio, cresciuto in evoluzioni diversificate – con il solo Latini, in spettacoli corali e in versioni per uno spettatore alla volta. (more…)
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