#Il Nuovo Melangolo
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Milano, tutti gli appuntamenti di gennaio delle Librerie Feltrinelli
Milano, tutti gli appuntamenti di gennaio delle Librerie Feltrinelli. Riprende con il nuovo anno anche la programmazione delle Librerie Feltrinelli a Milano. L’impronta degli appuntamenti a calendario in questo mese è fortemente orientata al territorio milanese, sfondo e ambientazione delle storie narrate da Piero Colaprico, in uscita per i tipi di Feltrinelli con il nuovo noir Requiem per un killer ambientato tra San Siro e i Navigli e presentato in anteprima il 26 gennaio alle ore 18.30 alla Feltrinelli di piazza Piemonte, da Gian Andrea Cerone che fa tornare in azione il commissario Mandelli e l’ispettore Casalegno in una Milano buia, fradicia e pericolosa ne Il trattamento del silenzio (Guanda) presentato il 31 gennaio alle 18.30 in piazza Piemonte, e da Michele Sasso che presenta Assalto in Lombardia (Laterza) sempre il 31 gennaio alla Feltrinelli di piazza Duomo. Sempre al racconto di una pagina della resistenza milanese, in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria, è dedicato lo speciale incontro per l’uscita de I giorni della libertà (Mondadori) dello scrittore e giornalista di Radio24 Alessandro Milan che il 19 gennaio alle 18.30 presso il Memoriale della Shoah – Binario 21 ne dialoga con Mario Calabresi in un evento organizzato in collaborazione con Librerie Feltrinelli. I giorni della libertà è un grande affresco di uomini e donne che, pur non conoscendosi, si trovano legati da un filo invisibile, protagonisti e testimoni della Storia. Le loro vite si sfiorarono tra le strade dello stesso quartiere, della stessa città, Milano, sempre più devastata dai bombardamenti e dalle macerie. Quello di Milan è un racconto universale che, con accuratezza storica e un brillante passo narrativo, restituisce un pezzo di storia del nostro Paese. Non mancano ovviamente anche altri protagonisti delle grandi uscite editoriali tra cui Charlotte Link che martedì 24 gennaio alle ore 18:30 in piazza Duomo torna a farci rabbrividire con La notte di Kate (Corbaccio) e il ritorno dell’investigatrice Kate Linville, Niccolò Ammaniti che lunedì 30 gennaio alle ore 19 alla Feltrinelli in piazza Piemonte dialoga con Marco Missiroli e Giulia Ichino sul suo nuovo romanzo La vita intima (Einaudi), Giovanna Melandri che mercoledì 18 gennaio alle ore 18 in piazza Duomo incontra Stefano Boeri e Massimo Recalcati per discutere su Come ripartire, il saggio scritto insieme a Isabella Guanzini per Melangolo. E ancora, Ester Viola che il 25 gennaio alle 18.30 in piazza Piemonte parla di amore attraverso i dieci racconti raccolti in Voltare pagina (Einaudi) e Rosella Postorino che inaugura il mese di febbraio con uno speciale incontro sabato 4 alle ore 17.30 in piazza Piemonte con il suo Mi limitavo ad amare te (Feltrinelli Editore) insieme a Massimo Recalcati e Alessandra Tedesco. Modalità di accesso e tutti i dettagli sugli incontri in programma su: Eventi: Presentazioni Libri e Firmacopie | laFeltrinelli laFeltrinelli Milano Responsabile eventi Chiara Collini | [email protected] | 347 452 3936 Alessandro Borreca |[email protected] | 393 039 2286 ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Recensione: "Alessandro. Romanzo dell'utopia" di Klaus Mann
Recensione: “Alessandro. Romanzo dell’utopia” di Klaus Mann
ENGLISH REVIEW: HERE Buongiorno a tutti sono Elena e vi ringrazio di essere su Life is like a wave who rises and falls. Oggi vi parlo del romanzo: Alessandro. Romanzo dell’utopia (Alexander. Roman der Utopie) di Klaus Mann Traduzione di Gianni Bertocchini Prefazione di Jean Cocteau e Postfazione di Gianni Bertocchini Il Nuovo Melangolo, 2005 ISBN: 978-8870185799, 213 pag. «Si può…
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Review: "Alexander. A Novel of Utopia" by Klaus Mann
Review: “Alexander. A Novel of Utopia” by Klaus Mann
Good day everyone, I’m Elena and thanks to be here on Alessandro III di Macedonia, blog about Alexander the Great and Hellenism. Today I’m talking about: Alexander. A Novel of Utopia (Alexander. Roman der Utopie) by Klaus Mann Read in the Italian translation by Gianni Bertocchini Preface by Jean Cocteau e Afterword by Gianni Bertocchini Il Nuovo Melangolo, 2005 ISBN: 978-8870185799, 213…
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Olga Knipper ad Anton Čechov Mosca, 27 novembre 1902 Mio caro, amore mio, sei di nuovo partito... Sono sola, in camera e scrivo, scrivo... Intorno tutto è silenzio .... Vorrei dirti tante cose e invece sento che non riuscirò a scrivere niente di sensato. E’ un po’ assurdo dover subito scrivere e non poter parlare. Ho perduto l’ abitudine. Mi è rimasto impresso nella mente il tuo volto meraviglioso, nel finestrino del treno! Così bello, dolce, delicato. Bello per qualche cosa di interiore, come se qualcosa in te risplendesse. Desidero tanto dirti le cose più care, le più affettuose! Provo dolore per ogni attimo spiacevole che ti ho procurato, caro. Ti bacio. Come va il viaggio? A cosa pensi? Hai mangiato? Probabilmente stai dormendo adesso. Fra poco sarà l’una. Qui in camera è rimasto il tuo buon odore. Mi sono adagiata sul tuo cuscino ed ho pianto. Ho portato le mie lenzuola nel tuo letto e dormirò qui; nel mio c’è un fosso... Arrivederci amore mio, il tuo cane. Chi scrive è Olga Knipper, brillante attrice e giovane sposa di Anton Čechov, appena tornata a Mosca dopo uno dei molti distacchi dall’amatissimo Antonchik, in quei sei brevi, ma intensissimi anni d’amore. Nei quattro anni che “lo scrittore” e "l’attrice” vissero da marito e moglie (si erano conosciuti solo qualche anno prima ed entrambi erano stati letteralmente folgorati l’uno dall’altra in quel loro primo, velocissimo incontro nel 1898 in occasione delle prove de “Il Gabbiano”) si scambiarono oltre 400 lettere, lei da Mosca, dove faceva parte del Teatro d’Arte della capitale, lui da Yalta, costretto dalla malattia che lo stava minando da tempo, togliendogli la voglia di vivere e perfino l’amore per il teatro che diverrà, invece, il terzo protagonista di questo racconto di vita fatto di carta e penna. La lettera che riportiamo è tratta dal volume «Lo scrittore Čechov non ha dimenticato l’attrice Knipper » Lettere 1902 – 1904, tradotto da M.A. Curletto e C.M. Fiannacca e pubblicato dalla casa editrice Il Melangolo nel 1989. Grazie a Raffaella per aver ispirato la pubblicazione di questa lettera.
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Il "mortale" nella terra isolata, da Emanuele Severino, Oltre l'uomo e oltre Dio, Il nuovo melangolo, Genova 2002, p. 73
Il “mortale” nella terra isolata, da Emanuele Severino, Oltre l’uomo e oltre Dio, Il nuovo melangolo, Genova 2002, p. 73
Il “mortale” è l’abitatore della terra separata dal destino della verità – della terra che egli non vede e non vive come separata dalla verità, ma come la vera terra. Nella sua genesi storica la filosofia rende radicale questa separazione e, testimoniando per la prima volta l’opposizione assoluta tra essere e nulla, pensa la terra come il luogo i cui gli enti escono dal nulla e vi ritornano.…
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14 MAR 2019 08:45
UN PAESE IN MUTANDE - UN ITALIANO SU DUE FATICA A PAGARE LE VISITE MEDICHE - LO SCORSO ANNO QUATTRO FAMIGLIE SU DIECI NON SONO RIUSCITE A SOSTENERE GLI ACQUISTI DI TUTTI I GIORNI PER ABITAZIONE, SALUTE, MOBILITÀ E TEMPO LIBERO, MENTRE UNA SU DUE HA FATTO FATICA A RISPARMIARE O NON È RIUSCITA A METTERE DA PARTE NEPPURE UN EURO…
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Nicola Lillo e Gabriele Martini per “la Stampa”
«Una vita spesa a far la spesa», scriveva Leo Longanesi mentre il Paese scopriva il boom economico dopo gli anni bui della guerra. Un motto ironico che nell' Italia di oggi non vale più. Dopo un decennio difficile per la nostra economia, la situazione si è ribaltata e ora - che il Paese si trova nella terza recessione dal 2008 - gli italiani stringono la cinghia e rinunciano anche a spese fondamentali, a partire dalla salute.
Lo scorso anno quattro famiglie su dieci non sono riuscite a sostenere gli acquisti di tutti i giorni relativi ad abitazione, salute, mobilità e tempo libero, mentre una su due ha fatto fatica a risparmiare o addirittura non è riuscita a mettere da parte neppure un euro. È la fotografia della difficoltà con le quali sempre più spesso anche il ceto medio deve convivere.
A scattarla è Altroconsumo, associazione di consumatori, che nella sua prima indagine sulla capacità di spesa delle famiglie - sono state sentite 1.628 persone tra i 25 e i 79 anni da Nord a Sud - mostra l' affanno in cui si trovano gli italiani. Lo studio ha indagato le spese relative a sei settori: la salute, l' abitazione, l' alimentazione, l' istruzione, la mobilità e il tempo libero.
Ne è uscita l' immagine di un Paese che non si sente al riparo dai problemi, dove i pensionati tendenzialmente riescono a sostenere le spese in modo più agevole delle giovani coppie e dove c' è pessimismo per il futuro.
L'Italia arranca. Il Pil ha il segno negativo da due trimestri a questa parte e per lo scorso anno ha registrato un modesto +0,9% contro l' 1,6 auspicato dal governo: un calo legato al «netto ridimensionamento» del contributo della domanda interna e dunque dei consumi, come sottolinea l' Istat. A questo si affianca l' indice del clima di fiducia, precipitato anch' esso.
Il dato più preoccupante del report di Altroconsumo è quello relativo alla salute. Per il 44% delle famiglie, infatti, la sanità è un peso economico. Il 55% degli italiani ha trovato difficile sostenere le cure dentistiche (per il 27% è molto difficile o addirittura impossibile), il 51% le visite mediche specialistiche (per il 18% non è stato possibile) e il 41% l' acquisto di farmaci (per il 12% è impossibile comprarli).
«Ci sono vari gradi di difficoltà espressa dagli intervistati - spiega Flavio Pellegrinuzzi, curatore dell' indagine statistica -. Si tratta comunque di persone che purtroppo non sono andate lisce con le spese e quindi sono state costrette a tagliare da qualche altra parte nel bilancio di famiglia».
Sardegna maglia nera Le difficoltà economiche sono diffuse su tutta la Penisola, ma al Sud la situazione è più complicata. «Stiamo parlando della percezione dei cittadini, non di dati oggettivi, ma sono comunque significativi», aggiunge Pellegrinuzzi.
Per raccontare come cambia la vita quotidiana degli italiani, Altroconsumo ha creato un indice da 0 a 100 sulla capacità di spesa, ponderando i dati in base all' importanza delle rinunce: la sanità chiaramente pesa più delle mancate spese per il tempo libero.
L' Italia ha un indice pari a 46,5 punti, è cioè un Paese con alcune difficoltà economiche. Le differenze tra le regioni sono marcate: in fondo alla lista c' è la Sardegna con 38,4 punti, penultima la Sicilia, poi a salire Abruzzo, Liguria e Puglia; in cima alla classifica invece il Trentino Alto Adige con 59,2 punti (unica regione a registrare un dato che identifica una zona senza particolari difficoltà economiche), seguito da Emilia-Romagna, Lazio e Lombardia.
Sfiducia nel futuro Oltre alla salute, gli italiani faticano a sostenere le spese per la casa e la mobilità. Il 48% ha avuto problemi legati ai costi di luce, gas e acqua o alla manutenzione dell' abitazione, mentre il 46% ha incontrato difficoltà a trovare le risorse necessarie per l' automobile o per viaggiare sui mezzi pubblici.Il calo del potere d' acquisto ha colpito in primo luogo il tempo libero. Il 42% delle famiglie ha incontrato criticità: per i viaggi il 53%, per una serata al ristorante il 36%.
È questo l' ambito in cui è ovviamente più facile fare un sacrificio. Vengono registrate invece meno complessità per le spese relative all' alimentazione e all' istruzione. Nel primo caso la percentuale di famiglie in difficoltà scende al 25% (il 32% per l' acquisto di carne e pesce), così come per le spese scolastiche, dove la percentuale si ferma al 24%.
Oltre ai problemi registrati per il 2018, ci sono poi quelli che le famiglie mettono in conto per l' anno in corso: una su tre ritiene che nel 2019 la situazione sarà peggiore e una su due crede che sarà praticamente impossibile mettere da parte qualche risparmio.
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Recensione: "Alessandro. Romanzo dell'utopia" di Klaus Mann
Recensione: “Alessandro. Romanzo dell’utopia” di Klaus Mann
Buongiorno a tutti sono Elena e vi ringrazio di essere su Alessandro III di Macedonia, blog su Alessandro Magno e l’Ellenismo. Oggi vi parlo del romanzo: Alessandro. Romanzo dell’utopia (Alexander. Roman der Utopie) di Klaus Mann Traduzione di Gianni Bertocchini Prefazione di Jean Cocteau e Postfazione di Gianni Bertocchini Il Nuovo Melangolo, 2005 ISBN: 978-8870185799, 213 pag. «Si può…
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Questo blog ha il suo account su Instagram e Twitter! + Qualche nuovo arrivo e segnalazione rivista in edicola
Questo blog ha il suo account su Instagram e Twitter! + Qualche nuovo arrivo e segnalazione rivista in edicola #alessandroIIIdimacedonia #alessandromagno #alessandroilgrande #alexanderthegreat
Buongiorno a tutti, buon sabato!
Oggi posso dirvi che ho aperto degli account Twitter e Instagram del blog!
Potete seguirmi a questi link:
@AlessandroIIIdiMacedonia
@Alessandro_III_
Sono account appena nati però piano piano li sto aggiornando e conto di farli diventare due importanti risorse in più per scoprire e seguire il mio blog su Alessandro Magno!
Inoltre la…
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Il "mortale" nella terra isolata, in Emanuele Severino, Oltre l'uomo e oltre Dio, Il nuovo melangolo, Genova 2002, p. 73
Il “mortale” nella terra isolata, in Emanuele Severino, Oltre l’uomo e oltre Dio, Il nuovo melangolo, Genova 2002, p. 73
Il “mortale” è l’abitatore della terra separata dal destino della verità – della terra che egli non vede e non vive come separata dalla verità, ma come la vera terra. Nella sua genesi storica la filosofia rende radicale questa separazione e, testimoniando per la prima volta l’opposizione assoluta tra essere e nulla, pensa la terra come il luogo i cui gli enti escono dal nulla e vi ritornano.…
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Il "mortale" nella terra isolata, citazione proposta da Vasco Ursini, in Emanuele Severino, Oltre l'uomo e oltre Dio, Il nuovo melangolo, Genova 2002, p. 73
Il “mortale” nella terra isolata, citazione proposta da Vasco Ursini, in Emanuele Severino, Oltre l’uomo e oltre Dio, Il nuovo melangolo, Genova 2002, p. 73
Il “mortale” nella terra isolata
Il “mortale” e l’abitatore della terra separata dal destino della verità – della terra che egli non vede e non vive come separata dalla verità, ma come la vera terra. Nella sua genesi storica la filosofia rende radicale questa separazione e, testimoniando per la prima volta l’opposizione assoluta tra essere e nulla, pensa la terra come il luogo i cui gli enti…
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“Il principe delle maree” non è soltanto un grande film: soprattutto, è un bellissimo romanzo. Elogio di Pat Conroy
C’è un film che si apre con le acque di una palude insanguinata dall’esplosione di un sole rosso di tramonto, e i bagliori gialli denunciano lievi increspature. Tre bambini corrono sul pontile in fuga temporanea da un carcere i cui secondini sono genitori nei quali l’introversione e un’oscura e ancestrale angoscia può diventare violenza, fisica o morale. Tutto scorre sotto il pallore di un senso di colpa affilato come la lama della sempre incombente spada di Damocle. Una voce fuori campo benedice il tuffo di quei tre bambini, due maschi e una femmina, e nella loro immersione gioiosa ne celebra l’unione in un girotondo di carne, sangue ed acqua. La loro successiva emersione sigla l’inizio del film Il Principe delle Maree, uscito nel 1991.
Un intenso Nick Nolte dà volto e corpo al tormento che l’infanzia ha depositato nel cuore di un uomo, tanto chiuso in sé quanto pieno di vita da vivere e trasmettere. È uno di quei tre bambini, qualche decennio dopo. Un’appassionata Barbra Streisand, scavando nel passato di quell’uomo, ne riporterà alla luce la memoria, sepolta un giorno con la speranza di arginare il dolore, e di tutto questo innamorarsi sarà la causa nonché l’esito finale. Alla fine un uomo tornerà, o forse giungerà per la prima volta a comprendere il mistero della vita: gli affetti dati e ricevuti, l’orgoglio di fare qualcosa in cui si crede e la stima, di pochi o molti non importa, che inevitabilmente ne segue, i legami vicini e lontani. I ricordi ne sono il nutrimento. E ciò «è più che sufficiente», perché il resto è da mettere nel conto di una permanenza tra tutta la nostra «imperfetta, vergognosa umanità».
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Un film di tale potenza emotiva, perfettamente calibrata tra parole, immagini, sguardi di attori in stato di grazia, non poteva, e non può a chi oggi lo vedesse per la prima volta, non portare a chiedersi chi ne abbia scritto la sceneggiatura. Così scoprii quasi trent’anni fa Pat Conroy, autore dell’omonimo romanzo nonché dello stesso adattamento per il grande schermo (assieme a Becky Johnston). Un romanzo, The Prince of Tides, che nel 1986 vendette cinque milioni di copie e restò per circa un anno nei primi posti delle classifiche dei libri più venduti negli Stati Uniti.
Pertanto, incuriosito dal precedente e un po’ intimorito dalla mole, accolsi con piacere l’uscita nell’ormai lontano 1996 della traduzione italiana di un nuovo romanzo di Conroy, intitolato Beach Music. Davvero straordinario. Se il Principe delle Maree è in sostanza una storia d’amore, sia pure inserita in un contesto più ampio, Beach Music è un affresco corale di più generazioni che si scontrano, si incontrano, segnano la vita di una cittadina del Sud degli Stati Uniti, Waterford, e quella dei loro figli che la storia, sia quella con la minuscola sia quella con la maiuscola, finisce col disperdere per il mondo.
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Siamo di fronte ad un romanzo epico, una sorta di Odissea moderna compiuta anche stavolta in nome del ritorno, che è sempre occasione di travagli, bilanci e, infine, riconciliazioni con la vita. Con questo romanzo Conroy mi si rivelò un maestro nell’arte dell’affabulazione e, descrivendo con acume e pietas anche il dolore, la meschinità, la turpitudine e l’alienazione in cui possono sprofondare gli esseri umani, ne confermò ai miei occhi la grande capacità di avvincere il lettore e di farlo sentire partecipe di una vicenda di donne e uomini portandoti fino in fondo alla commozione.
Grazie a quest’indubbia dote, la pagina di Conroy, se sappiamo abbassare il volume della ragione, comincia a pulsare e dice qualcosa che, alla fine, riguarda anche la vita odierna di ogni singolo lettore, così che si conferma quanto la storia risenta sempre della Storia. Ci si sente infine coinvolti, talora persino travolti, dalla storia del secolo appena trascorso, e questo è quanto è in grado di compiere la parola quand’è sapientemente architettata sotto forma di narrazione. Come i racconti delle nonne che hanno avvolto di magia le infanzie di alcuni bambini.
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Cosa troverete nel libro? Tutto ciò che uomini e donne, vecchi e bambini possono costruire negli anni, prendendosi, lasciandosi, ritrovandosi, forse, un giorno. Forse. E anche tutto ciò che possono distruggere, letteralmente annientare nell’odio di guerre che massacrano popoli. Apro il libro e m’imbatto in una pagina che mi riporta alla mente la grande mareggiata che suggella un’amicizia, una generazione, un’epoca. Scorrono così le immagini esaltanti e malinconiche di Un mercoledì da leoni (1978) di John Milius, forse il solo regista che potrebbe cimentarsi nell’impresa quasi impossibile di trasformare degnamente questo romanzo in un film. Sarebbe il modo migliore per rendere omaggio alla memoria di Pat Conroy, che ci ha lasciato anzitempo nel marzo del 2016 per un tumore al pancreas. Di sé aveva detto una ventina di giorni prima di morire: «Ho scoperto di aver passato gran parte della mia vita da scrittore cercando di capire chi sono e penso di non esserci nemmeno arrivato vicino».
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Apro allora un altro libro, di piccole dimensioni, poche pagine ma preziose. È stato tradotto in italiano nel 2017, il suo autore è francese, Frédéric Schiffter. Il titolo è accattivante: Filosofia del surf (editore: il melangolo). Lo scrittore francese è filosofo e surfista, e vive a Biarritz, la capitale europea del surf. Leggo il paragrafo XXXVI del suo aureo libretto e ne sottolineo un paio di brani: «Il surfista non è solo un uomo d’azione, ma un corpo mobile inserito in un movimento di cui non è origine né causa. […] le figure, che il surfista lega a un’onda mossa da una forza cieca, danno a vedere una volontà viva che si pone e s’impone su un meccanismo della natura».
Torno pagine e pagine addietro, ed estrapolo un altro brano, stavolta dal paragrafo VIII, dove si parla di Robinson Crusoe: «Affrontando la natura, però, il naufrago torna a ciò che è essenziale, autentico, puro. Si è perso, ma ritrova in sé l’umanità edenica. Ulisse cristiano, Robinson è condannato, per la propria redenzione, a un’odissea interiore». Ho così meglio compreso Pat Conroy, la sua poetica, il suo rovello e il senso lasciato dal suo passaggio su questa terra.
*
Torno al suo romanzo, Beach Music, avendo in mente le pagine di Schiffter e i protagonisti del film di Milius. Ed ecco che posso vederli come fossero lì, proprio davanti a me, in carne, ossa, pelle ramata e sangue che pulsa in crescendo: quattro adolescenti con la loro tavola da surf che si stagliano contro un cielo di burrasca, più o meno pronti a sfidare l’oceano. E nella testa ti ronzano alcune frasi di Beach Music appena rilette a mo’ di rituale omaggio e trattenuto congedo:
«E allora quale è il motivo per cui fai surf? Vorrei conoscerlo».
«Perch�� mi fa sentire come in presenza di Dio. L’oceano. Il sole. Le onde. La spiaggia. Il cielo. Non riesco a spiegarglielo, Doc. È come pregare senza parole».
Danilo Breschi
*In copertina: Nick Nolte e Barbra Streisand ne “Il principe delle maree” (1991). Il film, diretto dalla Streisand, ottenne sette nomination agli Oscar
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