#Ghiacci
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pier-carlo-universe · 11 days ago
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Mostra Fotografica "ICE" di Fulvio Ferrua: L'Arte del Ghiaccio all'Arte Diffusa di Alessandria. Recensione a cura di Alessandria today
Il Bio Café ospita le emozionanti fotografie di Fulvio Ferrua, un viaggio visivo tra i ghiacci dell'Islanda e le bellezze del Monferrato
Il Bio Café ospita le emozionanti fotografie di Fulvio Ferrua, un viaggio visivo tra i ghiacci dell’Islanda e le bellezze del Monferrato. Il progetto “Arte Diffusa” dell’Associazione Culturale Libera Mente – Laboratorio di Idee, guidato da Fabrizio Priano, inaugura un nuovo capitolo artistico con la mostra fotografica “ICE” di Fulvio Ferrua. Sabato 16 novembre 2024, alle ore 10:30, presso il Bio…
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tuttalamiavitarb · 1 month ago
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Punti di visita
Oggi ho letto una cosa "change my mind" in una tesi di laurea.
Il sistema di temperatura del nostro universo è una roba che va da -273 °C a qualche milione di °C.
Quindi se si volesse visualizzare il tutto, come una retta che collega la terra alla luna, dove lo zero assoluto è il suolo terrestre e il suolo lunare la temperatura massima, il range di temperatura che consente la nostra esistenza sarebbe rappresentabile con una palla da tennis appoggiata sul marciapiede.
Noi siamo le terribili creature del ghiaccio di questo universo
Deal with it
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forgottenbones · 10 months ago
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scritturacreativa-85 · 2 months ago
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L’amore tra i ghiacci
Il vento soffiava forte, sollevando piccoli vortici di neve attorno alla figura esile di Sara mentre si avventurava fuori dalla base scientifica in Antartide. Le temperature rigide le pungevano il viso, nonostante lo spesso strato di abbigliamento termico. Ogni passo sembrava pesante, ma dentro di lei c’era una curiosità insaziabile. Lavorava come biologa marina da qualche anno, e l’Antartide era…
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angelomeini · 1 year ago
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Desertificazione e Tropicalizzazione
Desertificazione
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Nella foto potete vedere un parco giochi per bambini, in primo piano ci sono le cortecce, dopo la striscia scura doveva esserci un prato, non rigoglioso ma sarebbe dovuto essere verde, in altri giardini stanno cominciando a seccare gli alberi più piccoli.
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Consiglio vivamente ad ogni lettore (che non l'abbia ancora fatto ovviamente), di guardare il film documentario intitolato -Home- e il documentario intitolato -Before the Flood-, è importante prendere coscienza e approfondirla in merito determinati argomenti. Come se il progressivo presentarsi con maggior frequenza di fenomeni climatici estremi, non fosse sufficiente per capire che molto probabilmente il danno arrecato dall'attività umana all'ecosistema, ha avuto un effetto degenerativo probabilmente irreversibile per il clima! Chi, razionalmente si brucerebbe la terra sotto i piedi? Proviamo a pensare al boscaiolo che sale in direzione della punta di un grande albero, lentamente taglia i rami man mano che sale... se il boscaiolo non è completamente idiota, si taglierebbe il ramo che lo sostiene? Il ramo che ha sotto i piedi? Come ho già detto in passato, l'essere umano si è rivelato un boscaiolo prima idiota e poi pazzo! L'estate dell'anno 2022 si è rivelata una tra le peggiori degli ultimi decenni, la foto che state guardando è stata scattata il 16 giugno 2023. Quel parco giochi è completamente secco a metà del mese di giugno, c'è un piccolo dettaglio da prendere in seria considerazione, se ora è in quella condizione, probabilmente ad agosto sarà una distesa di sabbia (la terra tuttavia quando secca sembra cenere). Dopo un mese che non piove non solo questo parco ha assunto questo inquietante aspetto, ma anche i giardini privati, i parchi e le aiuole pubbliche sono completamente seccate, quando si alza il vento, le folate sollevano grandi nuvole di polvere, è inquietante! La colonizzazione di specie tropicali nel Mar Mediterraneo, dovrebbe essere una prova più che sufficiente, sta avvenendo un fenomeno di tropicalizzazione dei climi temperati, una notizia comparsa sul giornale circa due giorni fa dovrebbe far pensare, nel Mar Baltico e nel Mare del Nord sono presenti batteri carnivori, le autorità invitano i bagnanti ad osservare la massima cautela! Lo scioglimento ormai inarrestabile dei ghiacciai e delle calotte polari, provocherà disequilibri inimmaginabili, un esempio, di tanto in tanto le strade della Florida finiscono sott'acqua! I negazionisti dei cambiamenti climatici, non credono realmente alla menzogna che sostengono, ormai è palese il drastico cambiamento climatico avvenuto negli ultimi 40-50 anni, sono solo individui così avidi che per denaro sono disposti a bruciare il pianeta sotto i piedi anche ai loro figli... ci vuole coraggio! I fratelli Koch e le grandi multinazionali che gestiscono i mercati dei combustibili fossili, non hanno pensato al trascurabile dettaglio che se il pianeta finisce male coinvolge anche le loro famiglie, credono di scendere dal globo e andarsene con le valige piene di soldi? L'essere umano spesso assume atteggiamenti realmente ripugnanti! Dovrebbe essere incentivata la corsa alle energie rinnovabili, i pannelli solari, le pale eoliche, le turbine idriche, dovrebbe esser sostenuta la ricerca scientifica affinché possa cercare ulteriori soluzioni eco-sostenibili. Come stiamo assistendo in Ucraina, il genere umano preferisce scialacquare le proprie risorse in armamenti e guerre, se il denaro di dieci missili fosse messo a disposizione della scienza o del sostegno sociale, avremmo edificanti risultati per il futuro del pianeta e della specie umana, avrebbe senso investire per un mondo migliore! Le tempeste sono sempre più distruttive, le siccità sono sempre più devastanti, quell'alternarsi che scandiva armoniosamente le quattro stagioni si risolve in periodi transitori primaverili e autunnali sempre meno riconoscibili, tra qualche anno avremo due stagioni, da un estremo all'altro, ma non credo che risulterà piacevole! Il futuro non si prospetta roseo, pensando all'argomento con relativa attenzione, la preoccupazione suscita cupo pessimismo. Dovremmo creare boschi su tutti i territori possibili, dovremmo sfruttare i venti dei deserti con le pale eoliche, dovremmo coprire i deserti rocciosi di pannelli solari, dovremmo sfruttare e ottimizzare tutte le tipologie di produzione energetica eco-sostenibile... ci sono svariate persone che, per percorrere una distanza di 300-500 metri usano l'auto, dovremmo cambiare modo di pensare, attualmente è il rapporto con le comodità ad essere completamente sbagliato (poi nella popolazione aumentano smisuratamente le persone obese). Molte famiglie buttano nella spazzatura consistenti quantità di prodotti alimentari, oltre al danno per l'equilibrio dell'economia domestica, la produzione di molti prodotti alimentari ha richiesto considerevoli quantità d'energia, molti individui si giustificano con la frase: - ...ma si sa, è normale-. È normale buttare significative quantità di alimenti nell'immondizia? Quando sento queste cose personalmente assecondo chi le dice, ma ciò da la misura dell'idiozia che il consumismo ha generato... prova a fare una spesa adeguata alle necessità, riduci quasi a zero gli sprechi, questa è la sfida per il futuro. Poi ci lamentiamo dell'irresponsabilità delle nuove generazioni, se l'esempio che hanno ricevuto è questo, non possiamo pretendere che facciano qualcosa di intelligente! Come ho già detto in passato: -L'esempio è sempre un invito!-, al contegno, all'atteggiamento e al comportamento!
18 giugno 2023
Angelo Meini
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crisicsgames · 2 years ago
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A CACCIA DI CONFORTO GOD OF WAR RAGNAROK FANTASMA DEI GHIACCI - MIDGAR 🎮...
#godofwarragnarok #Midgar #Acacciadiconforto #Fantasmadeighiacci #Kratos #Atreus #mimir 🎮 #Walkthrough #gameplay #ps5 #youtubegaming >
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falcemartello · 1 month ago
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+++Breaking News+++
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SICCOME IL PIANETA NON SA DEL RISCALDAMENTO GLOBALLE, I GHIACCI CONTINUANO A CRESCERE.
La calotta glaciale della Groenlandia è diventata di nuovo più grande e più spessa negli ultimi 12 anni. E non solo anche il ghiaccio marino è aumentato.
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abr · 5 months ago
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Nei giorni scorsi molti giornali hanno abboccato a una notizia falsa e viceversa non hanno pubblicato una notizia verissima, benché poco conciliante con l'allarmismo sul famigerato surriscaldamento climatico.
La notizia falsa, per riprendere un titolo di Repubblica, è questa: «Everest, l'effetto macabro dello scioglimento dei ghiacci: riaffiorano centinaia di cadaveri». Non è vero, non sta riaffiorando niente: anche se è verissimo (come ha scritto e titolato correttamente Il Giornale) che è in corso «una spedizione per recuperare i corpi degli alpinisti».
Invece la notizia vera, snobbata da tutti, è che i rilievi annuali dei principali ghiacciai del Trentino e in parte della Lombardia (l'Adamello) hanno evidenziato che le coperture nevose stagionali, quindi le probabili formazioni di nuovo ghiaccio, sono decisamente cresciute: quindi presto cresceranno anche i ghiacciai, a meno che quest'estate non si presentino improbabili temperature da deserto iraniano.
Facci, non Tozzi in conflitto di interessi, debunka le FAKE NEWS per boccaloni, via https://www.ilgiornale.it/news/politica/i-ghiacciai-delle-alpi-cresciuti-nascosto-2340571.html
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abbandonatoalcaos · 4 months ago
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È bella, ha gli occhi grandi, sembrano paesaggi
Giuro che vorrei portartici dal sole ai ghiacci artici
Ma sono rotto dentro, in mezzo agli ingranaggi
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poesiauncazzo · 6 months ago
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Rivelazione
Il sogno da bambino di essere magici, diversi svegliarsi un giorno e rivelarsi a sé stessi, al mondo  con talenti, miracoli celati  e lasciare tutti incantati  mostrando di saper volare,  anche solo levitando  di una spanna, un palmo sopra la buccia del suolo in un istante cristallino e calmo.
Chiamare a sé un merlo dal becco giallo o un pettirosso, una rana verde con un semplice gesto uno sguardo, un fischio un canto nella loro lingua  e lasciare tutti incantati  mentre la creatura salta in braccio «Visto!», dirsi, «Posso farlo!»  e anche solo per un attimo ammutolire la buriana.
Una figura non terrena  d’oltre tempo, d’oltremare  avrebbe allora attraversato i ghiacci e il tempo e la sua rena per vedere il mio raggio di luce  e dirmi, «lo sola t’ho visto», dirmi, «Siamo al mondo per volerci bene». Io l’avrei chiamata, senza fiatare e prima di prenderla in petto, nella sua lingua, le avrei detto: «Su, vieni, ché andiamo».
Era possibile, era possibile  mentre passeggiavo da piccolo  con una mamma, sotto i platani  in quella via paesana in discesa  larga ai miei occhi bambini come una Prospettiva russa e accanto a noi quel muro che indossava un mosaico  celeste e bianco e marrone  di cui mille tessere, ho perduto  nella dimenticanza.
Stasera, nella via cittadina tornavo, con una cena da passeggio e pensavo, nel chiarore della sera che è possibile, ancora, immaginarlo con la musica e nella musica nelle parole dei buoni scrittori o degli scrittori buoni, posso ancora incantare i presenti mentre ricompongo il mosaico e torno piccolo e vado, volando a salvare una tristezza.
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gregor-samsung · 10 months ago
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“ Il sabato, il mercato apre al pubblico alle nove. Questo vuol dire che i veri appassionati alle otto in punto sono già lì, in attesa. Ci si incontra in un bar proprio di fronte al mercato, tutti dotati di enormi zaini vuoti che si spera di riempire. Qualche saluto imbarazzato fra persone che si conoscono di vista da anni, di cui spesso si sanno nome e professione, ma con cui non si è mai davvero scambiato quattro chiacchiere. Si beve un caffè e ci si guarda sospettosi, soprattutto fra rivali con gli stessi gusti. È una specie di maledizione, qualunque sia l’argomento della tua ricerca ci sarà sempre qualcuno contro cui combattere. Anch’io, naturalmente, ho il mio antagonista. È un signore anziano, alto e sottile come un giunco. Avvizzito e scuro di carnagione come se fosse stato a seccare per anni al sole del deserto, vestito sempre con quello che a me sembra essere lo stesso lungo impermeabile chiaro, estate o inverno che sia. Insensibile al clima come i migliori cercatori di libri: che piova, nevichi o tiri vento, che si ghiacci o ci sia un’afa irrespirabile, lui è sempre lì. Ogni sabato alle otto. Si aggira fra i banchi con una leggera zoppia che usa come un’arma per dissimulare la sua ferocia. Pensi possa essere lento nel muoversi e, invece, appena qualcosa attrae la sua attenzione è capace di scalare degli enormi mucchi di libri con la stessa agilità di un ragazzino. Io ormai lo so, ma tra i neofiti la sua apparente fragilità fa molte vittime. Fragilità? Non sa cosa sia. È duro come il legno stagionato di cui sembra essere fatto. È resistente anche, il maledetto! Non si stanca mai, controlla con pignoleria ogni mucchio e non c’è sabato che a fine giornata non vada via con il suo zaino stracolmo di pesanti tomi. Ho sentito un libraio una volta chiamarlo professeur e un altro Henri. Professor Henri era, quindi, tutto quello che conoscevo del mio avversario, oltre al fatto che era temibile, un vero osso duro, che adora la botanica e la Rivoluzione francese. E che mi sta antipatico. Sembra avere un sesto senso per i libri di botanica. Si tuffa nei mucchi come una donnola dentro la tana di un coniglio e ne emerge sempre con qualcosa fra le mani. Quando ci si incrocia fra i cumuli, sembra sempre che mi osservi con uno sguardo dove si mescolano in parti uguali sufficienza e divertimento. Ci teniamo d’occhio da lontano e normalmente a inizio giornata ci dirigiamo ai poli opposti del mercato alla ricerca di mucchi appena scaricati guardandoci in cagnesco, con la speranza di trovare per primi qualcosa che possa suscitare l’interesse dell’altro. Una vitaccia, ve lo garantisco. “
Stefano Mancuso, La pianta del mondo, Laterza (collana i Robinson / Letture), 2022⁷, pp. 19-20.
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theunbearablelightnessofbein · 11 months ago
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Alla fine ho provato a cercarti al telefono, ma la linea era defunta
la cornetta puzzava di formalina. ho svitato il coperchio del microfono
e ho trovato il metallo arrugginito, pieno di vermi;
ho cercato un cacciavite
e ho smontato la carcassa: ai fili metallici del rocchetto
i ragni avevano fissato la loro tela.
sul cordone attorcigliato, ormai putrescente, con la gomma rovinata e il cavo scorticato
l’ho afferrato, l’ho strappato finché è venuto via dalle graffette nel muro insieme con l’intonaco,
ho continuato a tirarlo finché sono riuscito ad avvicinare
metro dopo metro il tuo quartiere al mio
rovinando farmacie, bar, pasticcerie, facendo scoppiare condotte fognarie
sovrapponendo strati d’asfalto, schiacciando tanto le stelle nel cielo violaceo, da tramonto, fra le case
che in alto è rimasta soltanto una lama di luce splendente
pulsante nell’aria bruciata, come da un fulmine.
tiravo il filo, e come un santone indiano volteggiante sulle acque
tiravo il filo, avvolgendolo intorno al braccio, e d’un tratto
la tua casa con le modanature rosa e bianche simile a un dolce fatto di calce
apparve con la tua finestra davanti alla mia finestra
i vetri andarono fragorosamente in frantumi
e noi ci siamo ritrovati l’uno di fronte all’altro
e ci siamo avvicinati sempre più
fino ad abbracciarci, schiacciando le nostre labbra
polverizzando i nostri abiti, i nostri tessuti di carne, fondendo il nostro cuore
mangiandoci le ciglia, il bianco degli occhi, le costole, il sangue,
sbrecciando la nostra spina dorsale, bruciando.
bruciavamo crepitando, quasi fossimo cosparsi di benzina
ci struggevamo fra ghiacci bluastri, fra stalattiti di fumo
con la cera sfrigolante, con il grasso accecante
finché la cenere ha riempito il contenitore dietro il sofà e il lavabo del bagno
e i ragni hanno dispiegato le loro tele dentro il nostro petto.
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danzameccanica · 3 years ago
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Oggi è un luglio del 2021 e credo che sia la prima volta che riascolto Vespertine dopo almeno quindici anni. Questo è l’album che quando ero al liceo mi ha aperto all’elettronica, alla musica intima, a tutto quello che non era metal. È grazie a Vespertine che poi ho inziato a comprare la rivista Ritual e a scoprire il gothic rock; questo album è stata la chiave di volta che ha poi sorretto tutto il muro della mia crescita sopra le colonne del metal estremo. Senza Björk non ci sarebbero stati i Massive Attack, i Radiohead, gli Oasis, i Verve, i Sigur Rós e tutto il resto… Vespertine, per uno che ha amato tantissimo Björk, forse è l’ultimo album accessibile, orecchiabile, facile nell'assimilazione. Ricordo con dispiacere l’uscita di Medulla: ricordo tantissimo il potenziale di quell’album e il concept ma che, sfortunatamente, non era riuscito a fare colpo. La Björk di quegli anni non era più “solo” e “semplicemente” una musicista ma un’artista a 360 gradi. La tragica esperienza di Dancer in the Dark è stata solo un caso isolato; in questi anni Björk si muoveva nel mondo dell’arte contemporanea, delle performance, della body e video-art (anche coadiuvata dal compagno dell’epoca Matthew Barney). Posso certamente dire che da questo momento in poi l’aspetto visuale di Björk è aumentato in maniera esponenziale ma anche inversamente proporzionale all’impatto musicale.
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Vespertine è l’ultimo album “pop”; l’ultimo disco dove puoi fischiettare le canzoni una per una. "Hidden Place" è un intro struggente e drammatico, intimo e fragile che segna quasi il passaggio dall’inverno allo sbocciare della primavera; gli archi durante il ritornello sono arcobaleni che si aprono sopra i grigi ghiacci islandesi. "Cocoon" è una ballad su un registro di toni altissimi ma delicati: come se Björk cantasse una ninnananna alla rugiada sulle ragnatele, ultimi testimoni di una notte fatata che scoppietteranno a breve fra il noise-glitch gentile di questa meravigliosa composizione. Anche "It’s not up to you" è una graziosa interrogazione ai baccelli della foresta, musicata da una specie di post-drum’n’bass col contrabbasso jazz. "Undo" e "Pagan Poetry" (uno dei picchi più alti del disco) rivelano tutta la fragilità di questo bozzolo nel quale Björk si è rinchiusa cantando della sua terra. Ci sono i ricordi drammatici di "Bachelorette" e c’è questo strano sentore di catastrofe o – ad ogni modo - dell’irreversibilità della situazione. "Frosti" è una strumentale di carillon che evoca una magia notturna che prosegue naturalmente in "Aurora" e torna ad essere drammatica in mezzo agli scratch e breakbeat di "An Echo a Stain". "Sun in My Mouth" riprende il carillon ma ricorda qualcosa di Debut. Dietro al mixer e alla produzione di questo album siede Mike ‘Spike’ Stent che aveva già collaborato in Homogenic ma anche in Bedtime Stories e Music di Madonna; poi i Matmos che si porterà sul palco in almeno un paio di tour mondiali. Riascoltandolo oggi, mi rendo conto che forse le ultime 4-5 canzoni non sono così memorabili ma contengono le stesse sonorità delle precedenti mantenendo un perfetto filo-conduttore fino alla finale "Unison", un’allegra ballata che ricorda tanto i connazionali Sigur Rós. Ma la potenza, l'unicità e l'efficacia di Vespertine (ma in generale di tutti i primi album di Björk fino ad ora) è il suo utilizzo della voce come se fosse lo strumento principale; e, infine ma non per ultima cosa, utilizzare la sua voce per creare melodie principali. L’effimera natura di questo album, il suo essere freddo ma nella sua ultima fase, quella prossima al disgelo, lo rende davvero unico e speciale; Vespertine è un disco che sicuramente chiude una fase di crescita di Björk e ne apre un’altra verso la sperimentazione; purtroppo, per quello che mi riguarda, è davvero l’ultimo album magico, capace di raccontare qualcosa che a sua volta riuscirà a piantare un seme dentro l’animo.
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leggerezza-dell-essere · 2 years ago
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Vieni, diceva con la voce intinta
nel più profondo miele, vieni che ti
sbrino il cuore, ti sciolgo
questi ghiacci eterni, ti lancio
l’autostima in orbita, in eccesso
di erezione l’ego, ti titillo
la vanità.
Paolo Polvani, Piccoli morsi dell’amore cannibale.
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scritturacreativa-85 · 2 months ago
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L'amore tra i ghiacci
L’aria era pungente, e il vento soffiava come una lama affilata sul viso di Sara mentre osservava l’immensità bianca dell’Antartide. Quel luogo, così distante dal mondo conosciuto, la faceva sentire incredibilmente piccola, e allo stesso tempo viva come non mai. Aveva sempre sognato di partecipare a una spedizione di questo tipo, di studiare da vicino le creature marine che abitavano nelle gelide…
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swingtoscano · 1 year ago
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Tu senti che vado lontano
in zone pericolose.
Potrei non fare ritorno –
restare sbalzata su quel fuoco
con veste incendiata rovinare
o perdermi nei deserti del cielo
sbandare sui ghiacci stesi
spericolarmi nei boschi e nelle radure
minacciose. Si è molto soli là
tra le alture e le fosse, nelle fermentazioni
nel pullulare appena di voci.
Slacciata da ciò che mi è noto
un po’ squilibrata nel vuoto.
Ci debbo ogni tanto tornare –
che qui c’è la parte migliore.
Di quella mi vesto ogni tanto
di rado. Ma tu non girarti a guardare.
Lasciami sola. Non farmi di sale.
Mariangela Gualtieri
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