#Genova 1999
Explore tagged Tumblr posts
Text
Addio Adele, grazie di tutto, grazie di Bruce.
youtube
Voglio ricordarla così, più che con le parole di The Wish, l'unico brano che Bruce abbia dedicato alla madre, ma anche uno dei più toccanti di una discografia che ha spesso fatto vibrare le corde del cuore, o attraverso le parole della autobiografia\spettacolo teatrale: sul palco dello stadio Marassi di Genova nel 1999 quando, con la sorella (la zia di Bruce), ballò una tarantella davanti al pubblico venuto a vedere quel bambino a cui comprò quella prima chitarra troppo grande per le sue mani.
Se abbiamo un debito di riconoscenza nei confronti di Bruce, per tutte le volte che la sua musica ci ha tirato fuori dalle paludi dell'anima e per tutte le volte che ci ha fatto da sottofondo nei momenti più belli, allora il debito nei confronti di questa donna umile, che tutti i giorni si vestiva, truccava, metteva i tacchi e andava a fare la segretaria per mantenere una famiglia di tre figli ed un marito alcolizzato e depresso, sempre con il sorriso, sempre con leggerezza e allegria. Quella donna che ascoltava la radio in casa e faceva scoprire al figlio quella cosa per la quale era nato: il rock'n'roll.
A dire il vero, la musica era il soul, a cui oggi Bruce è approdato con il suo ultimo disco Only the strong survive, ma la frase non sarebbe stata né di effetto né onesta rispetto alla carriera effettiva del nostro.
Non è un caso se uno dei bootleg più famosi, quello del concerto di San Siro del 1985 (comporto dei più belli che abbiano fatto, a detta di tutti i componenti della band), si chiami Back to roots - Bruce Zirilli.
@clacclo
#musica#bruce springsteen#rock#Adele zirilli#adele zerilli#back to the roots#Bruce zirilli#only the strong survive#Youtube#a family affair#Genova 1999#live#bootleg
6 notes
·
View notes
Text
Post 3. Noticed all my fav hetalia charcters have wavy hair.
#my art#art#traditional art#hetalia#fanart#oc#the hobbit#tolkien#doodle dump#hws genova#hws genoa#hws canada#mr. apple#apple reverse 1999#reverse: 1999#avari elf#san lang#tgcf#tolkien oc#r1999 oc#sketch dump
16 notes
·
View notes
Text
youtube
"Fabrizio De Andrè - Don Raffaè"
Fabrizio Cristiano De André (Genova, 1940 – Milano, 1999)
45 notes
·
View notes
Photo
Paola Pivi
My Religion Is Kindness. Thank You, See You In The Future
Vecchi Magazzini della Stazione di Porta Genova, Milan November 14 – December 10, 2006
With her sculptures, performance pieces and installations, Paola Pivi builds an upside-down world, a personal universe ruled by the laws of absurdity.
The artist’s work comes out of colossal undertakings, but is pervaded by lightness and irony: through changes of context, endless multiplications and radical displacements, Pivi’s magical realism turns apparently impossible actions into disarmingly simple gestures. For the exhibition My Religion is Kindness. Thank You, See You In The Future, Pivi combines historic pieces with brand-new work, dreaming up a fairy-tale world in which everyday objects and apparently mundane situations are animated to create extraordinary events. The majestic, austere setting of Porta Genova station’s old warehouse is invaded by a festive, yet unexpectedly sinister collage of today’s world.
First presented at the Venice Biennale’s 48th International Art Exhibition in 1999, and never exhibited since, Senza titolo (aereo) [Untitled – Airplane], 1999, announces a blissful apocalypse in which objects come to life and upset the order of things: a menacing Fiat G-91 fighter plane is turned belly-up in defiance of the laws of physics and engineering, staging a radical reversal.
All around it, the exhibition is teeming with life: a drove of all-white domestic and exotic animals inhabit the exhibition space, which seems to become a hallucinatory dream or a bizarre country fair. In Interesting (2006)—as in an abstract, monochromatic moving sculpture—not only horses, cows, sheep, doves, dogs, but parrots, Japanese carps, and even a llama, turn the warehouse space into a magical, disturbing Noah’s Ark.
....
10 notes
·
View notes
Text
Lunedì 30 gennaio
Il 13 gennaio 1999 si svolse a Genova il funerale di Fabrizio De André. Più di diecimila persone si riunirono per dare l’ultimo saluto al grande cantautore e poeta. Tra loro, il suo amico storico Paolo Villaggio (il famoso Fantozzi), il quale in un’intervista rilascia “io ho avuto per la prima volta il sospetto che quel funerale, di quel tipo, con quell’emozione, con quella partecipazione di tutti non lo avrei mai avuto. Gli avrei detto: guarda che ho avuto invidia, per la prima volta, di un funerale”.
Quella di Paolo e Fabrizio era un’amicizia fraterna che li legava dagli anni ‘50, quando si conobbero per la prima volta a Cortina. Insieme scrissero il grande successo di De André Carlo martello ritorna dalla battaglia di Poitiers.
#deandre#paolovillaggio#curiosità#storia#musica#aforismi#frasi italiane#aforismi tumblr#giornopergiorno#giornoxgiorno#gxg
2 notes
·
View notes
Link
0 notes
Text
Maddalena Cerasuolo e le “Quattro giornate di Napoli”
Ma il Ventotto dello stesso mese il popolo insorse contro il massacro e il sopruso, e c’ero anch’io dietro la barricata, ragazza piena di amor di patria.
Trovai una mitraglietta e sparai, sparai, sparai contro le camionette e i carri armati…
Maddalena Cerasuolo è la donna simbolo delle ‘Quattro giornate di Napoli’ l’insurrezione popolare contro l’esercito tedesco, che si svolse dal 27 al 30 settembre 1943.
Napoli è stata la prima città italiana a liberarsi da sola dall’occupazione nazifascista, ancor prima dell’arrivo delle truppe americane. Un anno e mezzo prima che Milano fosse liberata il 25 aprile del ’45.
Maddalena Cerasuolo, detta Lenuccia, nacque nella città partenopea il 2 Febbraio 1920, in una famiglia popolare e numerosa, aveva cinque sorelle e due fratelli. Il padre Carlo, cuoco, aveva ricevuto la medaglia d’argento al valor militare per le sue azioni nella prima guerra mondiale. Durante il secondo conflitto mondiale, gestiva la mensa dell’Ansaldo, in seguito perse il lavoro e si mise a vendere pizze fritte per strada aiutato dalla moglie, Annunziata Capuozzo, che era stata aiuto-cuoca nella stessa fabbrica del marito. La giovane Maddalena, che faceva l’operaia in un calzaturificio, non esitò ad andare a combattere per le strade di Napoli in rivolta, per seguire il padre e il fratello Giovanni, entrambi militanti antifascisti.
Durante gli scontri armati nel quartiere Materdei, per impedire che i tedeschi depredassero una fabbrica, si offrì di andare da sola in avanscoperta per poter valutare l’entità delle forze tedesche, mettendo a rischio la propria vita.
Il 29 settembre del 1943, grazie al suo coraggio e tempestività ha impedito la distruzione del ponte della Sanità, già minato e pronto ad esplodere, che rappresentava un’importante arteria per l’ingresso in città.
In seguito alla liberazione di Napoli, ha continuato a impegnarsi affinché anche il resto d’Italia venisse liberato.
Col nome di battaglia di Maria Esposito, sigla “C22”, ha operato dal 23 ottobre 1943 all’8 febbraio 1944, con lo Special Operations Executive, i servizi segreti britannici.
Ha partecipato a una serie di operazioni per oltrepassare le linee nemiche, che la portarono in Corsica e fino a Bastia, con l’obiettivo di sabotare, una volta in Liguria, siti militari del nemico. Imbarcata su di un sommergibile partì per Genova, dove venne bloccata da una camionetta di fascisti che la interrogarono, sospettando che fosse una spia. Lei, mostrando una cartolina e sostenendo di dover raggiungere un zio a Sanremo perché aveva perso l’intera famiglia a causa dei bombardamenti, riuscì a farla franca.
In seguito è stata paracadutata oltre le linee nemiche che si trovavano fra Roma e Montecassino per raccogliere informazioni fingendosi cameriera dell’artista Anna D’Andria con cui collaborava, organizzando feste in società per carpire informazioni sulla strategia tedesca.
Nel 1945, per il suo impegno nella Special Force, le venne consegnato un “Attestato di Benemerenza” dal Comando Numero 1 della Special Force.
Il 24 maggio del 1946, è stata riconosciuta partigiana e insignita con una medaglia di bronzo al valor militare.
Ha vissuto per tutto il resto della sua vita a Napoli, con le sue testimonianze è diventata il “volto” e la “voce” delle donne della Resistenza napoletana.
È morta a Napoli il 23 ottobre 1999.
Il 3 Marzo del 2000 a Napoli le è stata dedicata una una targa “la straordinaria Lenuccia eroina delle quattro giornate del 1943 in perenne ricordo e ammirazione”.
Il 27 gennaio 2011 le è stato intitolato il ponte che sovrasta il rione Sanità e che lei ha contribuito a salvare. Uno dei pochissimi ponti in tutta la penisola intitolati a una donna.
Sua figlia, Gaetana Morgese, ha scritto la sua storia nel libro “La guerra di mamma”.
La partecipazione di Maddalena Cerasuolo alla rivolta delle “Quattro giornate di Napoli” non è stata un caso isolato, l’intervento delle donne napoletane nell’insurrezione fu massiccio, considerando anche il fatto che la maggior parte degli uomini erano arruolati.
Il ruolo della componente femminile nell’insurrezione, però, è stato troppo spesso ignorato o sminuito.
Dai racconti della stessa Maddalena Cerasuolo, furono proprio le donne napoletane a iniziare l’insurrezione, non il 27 ma già il 23 di settembre, nel giorno della promulgazione del famigerato “Editto Sholl”, con il quale si imponeva a circa trentamila giovani napoletani, di età compresa fra i 18 e i 33 anni, di presentarsi spontaneamente ai centri di reclutamento per essere deportati in Germania nei campi di lavoro, pena la fucilazione.
Questi giovani, di ritorno dai vari fronti di guerra europei, accolsero la notizia con angoscia tanto da decidere di non presentarsi, consapevoli che non sarebbero più tornati.
E ne erano consapevoli anche le donne napoletane, decise a nascondere e difendere in ogni modo i propri figli, mariti, fratelli e salvarli dai nazifascisti.
In mille modi riuscirono ad aggirare i controlli dei tedeschi e dei fascisti che cercavano gli “imboscati”, come fece una mamma del rione Materdei che per salvare dei ragazzi ebbe l’idea di fingersi malata di lebbra, scoraggiando così i tedeschi a entrarle in casa.
L’intraprendenza e il coraggio delle donne napoletane vennero fuori in tutta la loro forza in quei momenti drammatici e quando i nazifascisti iniziarono i rastrellamenti casa per casa per stanare tutti coloro che si erano nascosti per disattendere la chiamata fu allora che le donne scesero in strada per bloccare le truppe, in ogni modo, e salvare la vita ai loro cari.
Quando fu costruita la barricata nella zona di San Giovanniello, anche i “femminielli” (termine napoletano per persone omosessuali e transessuali) accorsero in massa per difenderla, per anni erano stati abituati a fronteggiare la polizia e il potere e non si tirarono indietro davanti all’occupazione nazista.
La rivolta napoletana del 1943, con eterosessuali e “femminielli” che combatterono fianco a fianco, ha rappresentato una delle principali lezioni di integrazione nella storia contemporanea italiana. Soprattutto, considerando il momento storico in cui si è verificata, un periodo caratterizzato dal confino, da violenze e eccidi contro omosessuali e transessuali.
Dopo anni di soprusi, per gli omosessuali napoletani arrivò il momento di prendersi la loro rivalsa, cogliendo al volo l’occasione di non stare a guardare, ma entrare a far parte della storia.
0 notes
Link
Genova: Viale Sardegna Testimonianza di Edilio Leveratto del 14 luglio 1999, dal libro “Recco 1940-1945”“Io ero un garibaldino; ero l’aiutante di Bisagno.
0 notes
Text
Libro “Le Voci del Suq” celebra i 25 anni dello storico festival genovese
“Le Voci del Suq”
Dall’Intercultura in scena dal 1999 nasce un originale libro per festeggiare i 25 anni del SUQ Festival
Un esperimento artistico e sociale unico nel suo genere, con un lungo racconto a più voci
Autori: Giulia Alonzo, Oliviero Ponte di Pino, Alberto Lasso, Carla Peirolero
Presentazione domenica 18 giugno h. 18 al 25° SUQ Festival – Genova – Porto Antico
Nel libro “Le Voci del Suq - dal 1999 l’intercultura in scena” l’originalità di questa avventura viene esaltata dalle autrici e dagli autori che hanno raccolto l’invito a scegliere una parola da cui partire per raccontare il loro rapporto con il Suq, questo mercato delle culture, dalla scenografia che riproduce un bazar mediterraneo.
Una sorta di dizionario ragionato e poetico, con interventi, tra gli altri, di Marco Aime, Lucio Argano, Mohamed Ba, Paola Caridi, Nando Dalla Chiesa, Pippo Delbono, Kossi Komla - Ebri, Goffredo Fofi, Chef Kumalé, Amir Issaa, Lucy Ladikoff, Emilia Marasco, Maria Pace Ottieri, Moni Ovadia, Andrea Porcheddu, Roberto Rinaldi, Pietro Veronese…. Arricchiscono le emozioni del viaggio le immagini di Max Valle, Giovanna Cavallo, Alessio Ursida e di Uliano Lucas.
Tra i brani, uno è firmato da Don Andrea Gallo, scritto nel 2010. Il “Gallo” come famigliarmente è chiamato a Genova, del Suq è stato grande amico oltre ad essere stato protagonista di uno spettacolo indimenticabile della Compagnia del Suq, Esistenza, soffio che ha fame, da Qohèlet ed altri testi sacri. In questo anno ricorrono i 10 anni dalla morte. A lui e a Roberta Alloisio, cantante e colonna portante del Suq, è dedicato il libro.
Ma il Suq può bastare a fare la differenza in un mondo che pare esacerbare le ingiustizie sociali e i pregiudizi?
Il Suq di Genova, ideato nel 1999 da Valentina Arcuri e Carla Peirolero – anche direttrice artistica – compie 25 anni nel 2023 mantenendo inalterata la sua forza. E’ un esperimento artistico e sociale unico nel suo genere. Un modo di ripensare il teatro e le sue funzioni. La spinta propulsiva delle ideatrici è stata questa: inventare un “nuovo spazio di rappresentazione”, meno paludato di quello dei teatri tradizionali, per accogliere linguaggi espressivi diversi, genti e culture di altri paesi, artisti dal background migratorio, cucine e artigianato… per raccontare la bellezza del viaggio che gli altri ci portano. In questo è stato fondamentale l’apporto dello scenografo architetto Luca Antonucci che ha disegnato la scenografia teatrale ispirata al “suq”, mercato in arabo. Al Suq la migrazione da fattore di disturbo e problema, diventa elemento di successo e crea traiettorie straordinarie per nuovi sguardi sull’oggi.
Un Suq che vive con il Festival di giugno, alla Piazza delle Feste del Porto Antico (nel 2019, prima del Covid, ha registrato 70.000 presenze in 10 giorni) ma anche tutto l’anno con spettacoli, progetti di innovazione civica, attività formative.
Nel libro si rincorrono voci e lingue diverse, grazie ai contributi di artisti e rappresentanti di comunità di immigrati, insieme a ricette dai sapori dei cinque continenti, rime di canzoni e poesie, versi graffianti come quelli dell’indimenticato giornalista e umorista, Enzo Costa di cui viene riproposta la sua purtroppo intramontabile “Io non sono razzista, ma…” Come scrivono i curatori nella prefazione “Abbiamo voluto fare un Suq di carta, per farlo vivere anche a chi non ci è mai stato. Di sicuro a chi legge verrà voglia di venirci, ci vediamo al Suq ”
Alcuni stralci:
Marco Aime, antropologo e scrittore, nel suo brano del libro a partire dalla parola Cultura, se lo domanda e risponde: La strada per la convivenza è ancora dura e impervia, ma l’esperienza del Suq ricorda l’antica favola del colibrì. Un giorno scoppiò un grande incendio nella foresta. Tutti gli animali abbandonarono le loro tane e scapparono spaventati. Mentre fuggiva veloce come un lampo, il leone vide un colibrì che stava volando nella direzione opposta. “Dove credi di andare?”, chiese il Re della Foresta. “C’è un incendio, dobbiamo scappare! ”Il colibrì rispose: “Vado al lago, per raccogliere acqua nel becco da buttare sull’incendio”. Il leone sbottò: “Sei impazzito? Non crederai di poter spegnere un incendio gigante con quattro gocce d’acqua!?” Il colibrì rispose: “Io faccio la mia parte”.
Goffredo Fofi parte da Città di mare, per raccontare il suo rapporto con Genova e con il Suq, che definisce un festival “necessario in mezzo a tanti superflui perché ha permesso incontri e scambi, sorprese e scoperte, e finalmente un piccolo mondo transitorio e bensì plurale di differenze vecchie e nuove, ma nel rispetto delle nuove e più faticose e anche dolorose, lottando per abbattere timori e diffidenze”.
Moni Ovadia, intorno alla parola Futuro, scrive tra l’altro:
“L’indicazione giusta per una autentica integrazione viene dalla migliore cultura. Un esempio che mi sento di proporre come paradigma è il Suq di Genova. Da anni propone nell’ambito della musica, del teatro, della danza, dell’arte culinaria e del bere, uno spettro di attività di grande respiro. Il festival fertilizza processi culturali di conoscenza che preparano la nuova Italia e la nuova Europa (…) Perché se saremo salvi, lo saremo grazie alla bellezza e all’arte e in queste due dimensioni del talento dell’homo sapiens sapiens non ci sono discriminazioni. Per questo motivo invito i politici a visitare il Suq, miglioreranno loro stessi e conseguentemente il paese che pretendono di governare.”
Maria Pace Ottieri, associa al Suq la parola Contagio, in senso positivo, e a un certo punto scrive:
“Il Suq è stato tra i primi a riconoscere invece nei nuovi arrivati l’avanguardia di un fenomeno cronico e non occasionale, che ci avrebbe accompagnato per molti decenni perché appartiene alla Storia e non alla cronaca. Il Suq non ha mai guardato all’Altro astratto e ideologico, ma agli altri concreti, che vivono le stesse esperienze, cogliendo da subito nella loro presenza l’occasione di un esperimento lungimirante per tutta la città. Se anche le cosiddette istituzioni avessero saputo vedere la forza di questo contagio immaginativo e vantaggioso, il Suq ora avrebbe una casa e un sostegno stabili”.
Chef Kumalè, naturalmente, parte da Cibi per raccontare come tutte le cucine sono figlie della mescolanza, dell’intreccio di saperi e sapori, dove tutto si confonde per trasformarsi in qualcosa di nuovo, di unico, di meraviglioso, così come accade alla musica e all’arte. (…) Gli italiani, lo si sa, amano farsi prendere per la gola e al Suq l’elemento cibo non è mai stato fine a sé stesso, è sempre stato uno strumento per mettere a confronto identità e differenze tra popoli e culture. Non esiste infatti un solo piatto al mondo che non sia frutto dell’incontro e dello scambio, avvenuto nel corso dei secoli, nello spazio e nel tempo, tra genti diverse
Nando Dalla Chiesa ha scelto la parola Evoluzione, perché conoscere il Suq gli ha fatto cambiare idea sul significato stesso della parola. “Da allora per me Suq è luci sul mare, apertura e fiducia, cultura in movimento, credito ai diversi. Di più, perfino di più, che “accoglienza” e “condivisione”. Prova che sono sempre le cose e le esperienze a fare le parole. Per me è stata una lezione. L’ennesima che ho appreso in un cammino ormai lungo. E che quella donna di teatro, Carla Peirolero, ha impresso – credo per sempre – nel mio esigente rapporto con il vocabolario.
Pippo Delbono sceglie Poesia e ricorda una serata al Suq, non l’unica perché ha partecipato a più edizioni “Ma la serata che mi ha più emozionato è stata quella con il grande poeta palestinese Mahmud Darwish. Ero stato in Palestina con la mia compagnia nel 2002 e avevamo anche incontrato Arafat. Quando Darwish è venuto al Suq nel 2008, lui leggeva le sue poesie in arabo e io le leggevo in italiano. (…) Quella sera le due lingue, con i loro ritmi, hanno danzato insieme. E ho capito ancora una volta che l’essenza della poesia è l'incontro.
0 notes
Text
Anthony cerca le sue origini ❣️❣️❣️
Anthony scrive, cerco le mie origini, sono nato a Genova il 26 Maggio 1999 da genitori Sloveni. Sono stato un anno in casa famiglia, so che mio padre biologico mi veniva a trovare, poi sono stato adottato. Vi chiedo di condividere il più possibile il mio appello affinché possa ritrovare le mie origini. Grazie
View On WordPress
0 notes
Text
giornata mondiale della Poesia con il ritratto di Dante ricordando Dante e Branca a Genova ed. 2021
IL “DANTE” STRAORDINARIO DI ROBERTO MALINI tra Iconografia e Intelligenza ArtificIale, per noi ancora in compagnia di Branca Doria, Ura kazuaki , Hal Yamanouchi e gli attori del Piccolo. “Lunigiana Dantesca” CLSD. Il 21 marzo di ogni anno si celebra nel mondo la Giornata della Poesia, istituita dall’UNESCO nel 1999 per celebrare una delle “forme di espressione e identità culturale e linguistica…
View On WordPress
0 notes
Text
Milano, leprotti uccisi durante la manutenzione di un'area della rete ferroviaria italiana. Oipa: "Pronti ad intervenire a livello legale"
Milano, leprotti uccisi durante la manutenzione di un'area della rete ferroviaria italiana. Oipa: "Pronti ad intervenire a livello legale". Circa venti leprotti sono stati uccisi a Milano, a Porta Genova, in un’area di proprietà della Rete ferroviaria italiana (Rfi), del Gruppo Ferrovie dello Stato italiane, durante un’operazione di pulizia della zona da erbacce e detriti. L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), appresa la notizia della pubblica denuncia della presidente del Consiglio del Municipio 6, Elisa Scarano, è pronta a intervenire a livello legale dopo avere ottenuto la documentazione tramite un regolare accesso agli atti. «Dopo aver appurato l’esatta dinamica dei fatti valuteremo se si possa configurare una responsabilità penale per la morte, evitabile, degli animali», dichiara la responsabile dell’Ufficio legale dell’Oipa, l’avvocato Claudia Taccani. «Se si aprirà un procedimento siamo pronti a costituirci parte civile». C’è un precedente analogo in cui le cose andarono diversamente: nel 1999, a Torino, s’intervenne per salvare alcuni coniglietti che vivevano in una zona oggetto di sgombero in vista della costruzione di un supermercato. In quell’occasione le associazioni animaliste, in collaborazione con l’Uta di Torino, trovarono un accordo con i responsabili del progetto, che diedero due giorni per recuperare gli animali. E così fu. «Chiederemo un incontro urgente con il Garante degli animali e con l’Ufficio tutela animali del Comune di Milano», aggiunge la delegata dell’Oipa di Milano, Francesca Collodoro. «In quell’area residenti e commercianti avrebbero voluto avviare un progetto per la realizzazione di un orto incrementale per coltivare cibo e per far avvicinare i bambini al mondo delle piante. Le cose sono andate molto diversamente e vogliamo sapere di chi è la responsabilità».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Photo
DARMAN - IN COLLABORAZIONE CON PROGETTO ITACA IL TOUR CHE GIRA DAPPERTUTTO: CONFERMATE LE PRIME DATE
L'artista calabrese Darman, ormai una certezza nel panorama rock e cantautorale italiano, porterà in giro per l'Italia il suo ultimo album "Rifugio", uscito lo scorso 18 novembre, partendo da Firenze il 13 gennaio 2023.
"Il tour che gira dappertutto", il nuovo giro musicale d'Italia di Darman, ha un sapore del tutto particolare. Il cantautore calabrese, infatti, porterà la sua musica nei Club di Progetto Itaca, Fondazione che promuove programmi di informazione, prevenzione, supporto e riabilitazione rivolti a persone affette da disturbi della Salute Mentale e alle loro famiglie. Darman suonerà per loro, in concerti intimi che sfoceranno in veri e propri laboratori musicali, dove la musica sarà il veicolo mediante il quale scoprire il bello che c'è in tutti noi e attorno a noi.
Le prime date confermate:
13/01 Firenze
9/02 Torino
13/02 Bologna
14/02 Parma
15/02 Milano
24/02 Lecce
14/03 Palermo
24/03 Napoli
28/03 Genova
Commenta l'artista il nuovo tour: "Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia che mi ha regalato un'esperienza unica: quella di condividere la mia esistenza con due persone per me speciali, Zia Nice e Zio Gregorio. Grazie a loro, alla loro gioia di vivere e grazie all'amore che i miei familiari hanno sempre trasmesso loro, ho potuto constatare in prima persona quanto ogni singola esistenza sia importante e quanto ogni storia umana vada vissuta fino in fondo. Il rispetto e l'importanza della vita vanno ben aldilà della semplice e, spesso, superficiale percezione personale. La realtà è soggettiva, e ciascun essere vivente la vive appieno per come percepisce e si muove in quello spazio e in quel tempo. Questa mia esperienza mi ha insegnato quanto sia importante il rispetto e l'amore per la vita, quanto sia bello donare gioia a persone speciali. Spesso ho suonato per i miei zii e da sempre avevo in mente di realizzare un progetto di questo tipo e regalare momenti di gioia e bellezza a più persone possibili. Tutto questo ha preso forma grazie all'energia vitale con cui Leonardo Artini ha risposto alla mia proposta di realizzare il tour al Club Itaca di Firenze. Il nostro entusiasmo è stato talmente contagioso che l'idea si è allargata a tutti gli altri Club della Fondazione, diventando un vero e proprio tour italiano. Sarò onorato di realizzare questi laboratori musicali coi Soci dei Club e vivere momenti di piacere e scambio culturale ed emozionale."
Spiega Leonardo Artini, responsabile comunicazione di Progetto Itaca Firenze: "Ogni mattina a Club Itaca (nostro progetto di riabilitazione per lo sviluppo dell'autonomia socio-lavorativa) leggiamo tutti insieme le mail e lo scorso maggio siamo stati meravigliosamente colpiti da questa proposta di Darman. Ci ha subito unito la passione per la musica, elemento che ci accompagna in molte fasi della giornata, il suo modo di scrivere e le parole utilizzate ci hanno fatto capire che ci fosse qualcosa di speciale in lui. Proprio come in ognuno di noi. Colpito da questo forte entusiasmo ho coinvolto subito Lorenzo (responsabile comunicazione di Fondazione Progetto Itaca) ed in seguito ad una call con il cantautore calabrese, ci siamo subito attivati per coinvolgere le altre sedi di Progetto Itaca. Le adesioni non hanno tardato ad arrivare. Adesso tutti i Soci (ragazzi con disagio psichico che aderiscono gratuitamente al Club) stanno aspettando il momento di conoscere Darman, le sue canzoni e di condividere piacevoli momenti insieme, ognuno con la sua storia. Tutto questo mi riempie di orgoglio e sono certo che la voce di Darman (con le sue note), da Milano a Palermo, possa amplificare il nostro messaggio a sostegno della salute mentale. Grazie ancora e stay tuned!"
Progetto Itaca nasce nell'ottobre del 1999 con l'obiettivo di promuovere programmi di informazione, prevenzione, supporto e riabilitazione rivolti a persone affette da disturbi della salute mentale e alle loro famiglie. Ciò che ha spinto alla fondazione di Progetto Itaca è stato sperimentare personalmente il dolore che colpisce un'intera famiglia quando una persona, quasi sempre molto giovane, si ammala di un disturbo mentale. Spesso il grave ritardo della diagnosi e della cura porta un danno grandissimo alla sua vita. Per il recupero del benessere, però, accanto alle terapie farmacologiche, altrettanto importanti sono un ambiente favorevole e una società più accogliente, sensibile e informata che possano attivare una forte rete di supporto. È trasversale, inoltre, per tutte le iniziative di Progetto Itaca la sensibilizzazione della comunità per superare stigma e pregiudizio, diffondendo una corretta informazione per favorire la prevenzione e l'orientamento alla cura. Nel corso degli anni, la piccola squadra iniziale di Progetto Itaca adesso conta più di 600 volontari attivi in ben 17 sedi in tutta Italia, e solo nell'ultimo anno ha sostenuto più di 12.300 persone, formandone più di 800 e sensibilizzandone più di un milione.
"Rifugio" è il "quarto album di inediti di Darman composto da 9 brani scritti e arrangiati dal cantautore calabrese (ad accezione del testo di "Come la mente sempre più assisa", di Umberto Alcaro). Darman sorprende ancora una volta con un disco acustico, che si discosta dalle tre precedenti produzioni alternative rock. Con Rifugio siamo in una dimensione più minimale negli arrangiamenti, in cui è preservata l'idea l'anima intima dei brani, impreziosita da scelte stilistiche di finezza e dolcezza.
Il filo conduttore che lega trasversalmente tutti i brani dell'album è la ricerca di un percorso di interiorità che possa condurre agli altri, al mondo. Il vero "Rifugio" è inteso come un senso di apertura e non di chiusura. Nella copertina, infatti, trova spazio un "ossimoro visivo", è come se il titolo fosse apparentemente contrapposto alla figura iconica del guscio d'uovo. Infatti, molto spesso, il rifugio è interpretato come un luogo nel quale chiudersi ed estraniarsi da ciò che ci circonda; nel significato di Darman, invece, il concetto è stravolto: qui si è davanti a un'apertura totale verso la scoperta del mondo, della vita vissuta a 360°, della conoscenza di sé stessi e, di riflesso, degli altri.
Biografia
Darman, volto nuovo dell'alternative rock italiano prossimo a lanciare il suo quarto album in studio "Rifugio", è attualmente impegnato con l'Eunomos tour 2022, col quale sta portando in giro per l'Italia la sua musica intima e luminescente.
Il cantautore calabrese di base a Torino ha già all'attivo tre lavori discografici, tutti pubblicati per l'etichetta Ayawasca Sciamani Musicali: "Four-Leaved Shamrock" 10 novembre 2015, "Segale Cornuta"; 20 aprile 2017 e "Necessità Interiore", 3 aprile 2020.
"Necessità Interiore", registrato ed editato da Christian Lisi al Not Brushing Dolls di Castel San Pietro Terme (Premio Tenco con "Il Grande Freddo" di Claudio Lolli), mixato da Dirk Feistel allo Studio X Berlin e masterizzato da Kai Blankenberg allo Skiline Tonfabrik di Dusseldorf, (entrambi freschi collaboratori per il live a Berlino dei Black Rebel Motorcycle Club) fa sbarcare Darman nei negozi di dischi grazie alla collaborazione con AudioGlobe.
Sono molti i singoli che Darman ha lanciato in questi primi cinque anni di carriera da solista. Come non citare "Strana Creatura", attualmente il suo brano di maggior successo, primo singolo estratto da Segale Cornuta e pubblicato in anteprima su Fanpage il 30 marzo 2017 (il videoclip su YouTube ha ricevuto oltre 210.000 views). O "Pubblicità Riflesso", primo singolo estratto da Necessità Interiore e pubblicato in anteprima italiana su Rockerilla e mondiale su Vents Magazine.
Il nome e il seguito che è riuscito a creare attorno a sé ha portato Darman a realizzare quattro tour italiani e uno europeo (il secondo sarebbe dovuto partire nella primavera del 2020, poi annullato per via della pandemia da Covid-19), oltre che a presenziare su palcoscenici importanti; ne sono un esempio il Concerto del Primo Maggio 2012 in Piazza Maggiore a Bologna, le due anteprime in Expo Milano 2015 e la partecipazione da headliner al festival italiano Musaic-On 2017 e al The Sound Festival 2018 in Olanda.
Anticipato dai brani "Agay" ed "Elle", venerdì 18 novembre esce il nuovo album "Rifugio" disponibile in tutti i negozi di dischi in versione cd e vinile e su tutte le piattaforme di streaming digitale distribuito da Audioglobe, prodotto dallo stesso Darman per Ayawasca Sciamani Musicali (Edizioni di Riccardo Rinaldi).
0 notes
Link
0 notes
Text
Only the Beginning
The Mummy (1999) AU! Joe/Nicky, background Booker/Nile, background Andy/Quynh, Og3 (platonic). Rated T. ~23k words
Summary: Nicky has never met a fight he couldn't get out of alive. Joe longs for adventure from among the bookshelves. Booker sets off a discovery that will take them all into the desert and face-to-face with a three-thousand-year-old cursed mummy.
You can read it over on my ao3 account here.
#the mummy au#joe x nicky#kaysanova#book of nile#andromaquynh#og3#yusuf al kaysani#aka joe#nicolò di genova#aka nicky#sebastien le livre#aka booker#nile freeman#andromache the scythian#andy#quynh#lykon#james copley#the mummy 1999#the old guard#the old guard fanfic#my fic
98 notes
·
View notes
Text
Who said another kaysanova fic?
Soooo, before the genius among all geniuses created the whole “Indiana Joe” thing, and that everybody went crazy with it, I started to imagine a fic of my own, especially since she dressed up Nicky like Evelyn from “The Mummy, 1999″. The Mummy is one of my all time favorite movies, and Marwan’s five minutes in The Mummy (2017) are not enough, so I imagined him as Rick and I died...
With that being said, here is my contribution to the “Thirsty over Malik and Indiana Joe fandom”:
The Curse of the Mummy
Joseph Jones, 36, London, England.
Once a sergeant, now a drunkard who works stealing for rich collectors, who lives tortured by the nightmares of a past life that haunt him.
He is not looking for love, least of all in a little bookworm who expects him to be a decent man and help him in the name of science.
Niccolo di Genova, 30, Rome, Italy.
An erudite, fighting to get his PhD in Egyptian history, working in the most boring of the places while trying to control his drunken older brother.
Never expected to fall for the man that broke his heart once and who refuses to help him on the greatest adventure of their lives.
From the deepest of the earth he will raise up, and will bring with him the seven plagues, to take revenge on the world that condemn him once, and will take flesh and souls until he gets to his true form.
"You're a grown up man, a scientist and whatever... You know mummies and curses are not real, right?"
~
"Booker you big asshole, stop touching the fuckig gold!"
~
"We have been guarding these tombs and avoiding the prince to be brought to life for centuries, and I'm not gonna let you idiots ruin that."
~
"Are you supposed to read that?
Oh come on, It's just a book. No harm ever came from reading a book"
~
"Don't you see it Joe? This is the reason why you have always been attracted to Egypt. Is in your blood, is your destiny."
~
"I'm not gonna seat here and wait to be murdered by my previous self. I'm gonna kill him first."
Two men in love, two guardians, two adventurous bastards, a dagger and a curse...in the middle of the end of the world.
#not so indiana joe ik but this is the best i can do#shout out to luminarai and its great invention#the old guard#joe x nicky#yusuf al kaysani x nicolo di genova#yusuf and nicolo#joe/nicky#nicolo di genova#yusuf al kaysani#andromache the scythian#sebastian le livre#quynh/noriko#nile freeman#the mummy 1999
129 notes
·
View notes