#Genova 1999
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Addio Adele, grazie di tutto, grazie di Bruce.
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Voglio ricordarla così, più che con le parole di The Wish, l'unico brano che Bruce abbia dedicato alla madre, ma anche uno dei più toccanti di una discografia che ha spesso fatto vibrare le corde del cuore, o attraverso le parole della autobiografia\spettacolo teatrale: sul palco dello stadio Marassi di Genova nel 1999 quando, con la sorella (la zia di Bruce), ballò una tarantella davanti al pubblico venuto a vedere quel bambino a cui comprò quella prima chitarra troppo grande per le sue mani.
Se abbiamo un debito di riconoscenza nei confronti di Bruce, per tutte le volte che la sua musica ci ha tirato fuori dalle paludi dell'anima e per tutte le volte che ci ha fatto da sottofondo nei momenti più belli, allora il debito nei confronti di questa donna umile, che tutti i giorni si vestiva, truccava, metteva i tacchi e andava a fare la segretaria per mantenere una famiglia di tre figli ed un marito alcolizzato e depresso, sempre con il sorriso, sempre con leggerezza e allegria. Quella donna che ascoltava la radio in casa e faceva scoprire al figlio quella cosa per la quale era nato: il rock'n'roll.
A dire il vero, la musica era il soul, a cui oggi Bruce è approdato con il suo ultimo disco Only the strong survive, ma la frase non sarebbe stata né di effetto né onesta rispetto alla carriera effettiva del nostro.
Non è un caso se uno dei bootleg più famosi, quello del concerto di San Siro del 1985 (comporto dei più belli che abbiano fatto, a detta di tutti i componenti della band), si chiami Back to roots - Bruce Zirilli.
@clacclo
#musica#bruce springsteen#rock#Adele zirilli#adele zerilli#back to the roots#Bruce zirilli#only the strong survive#Youtube#a family affair#Genova 1999#live#bootleg
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Post 3. Noticed all my fav hetalia charcters have wavy hair.
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«Il cuore di un Anarchico sanguina sempre, il mio perchè sono consapevole che Anarchia è solo pura utopia, e perchè il mondo che osservo con i miei occhi non mi piace, e lo vorrei diverso.
Vorrei che nessuno fosse padrone e che nessuno fosse più servo,
vorrei che l'uomo riuscisse finalmente ad autogestirsi e a collaborare con gli altri, vorrei non avere più nessun uomo politico che gestisca il mio futuro e quello di migliaia di altre persone, vorrei che nessuno sia più mercenario di guerra al servizio del potere.
Vorrei che l'uomo non avesse più inibizioni come una legge imposta dall'alto e che l'unica legge fosse la nostra morale. Vorrei che la gente smettesse di credere in valori sbagliati come il consumismo.
Vorrei che l'uomo fosse finalmente libero.»
Faber❤️
Oggi è l'11 Gennaio ed in questo giorno, nel 1999, a Milano moriva il grande cantautore Fabrizio De Andrè. Era nato a Genova nel 1940 e viene considerato uno tra i più grandi cantautori italiani di ogni tempo. Insieme a Gino Paoli, Bruno Lauzi, Umberto Bindi e Luigi Tenco ha fatto parte della cosiddetta "Scuola Genovese". Libertario, pacifista e di pensiero anarchico, i suoi testi hanno raccontato di emarginati, prostitute e ribelli, ma anche il tema dell'amore è stato affrontato con grande e particolare originalità. Alcuni suoi testi, considerati vera e propria "poesia", sono stati inseriti in antologie scolastiche di letteratura. E' il cantautore con maggiori riconoscimenti dal "Premio Tenco" (prestigioso premio tra i più importanti riconoscimenti musicali italiani, creato in omaggio a Luigi Tenco e riservato ai cantautori) con sei targhe e la vittoria di un Premio Tenco. Attraverso le sue canzoni s'interessò anche di rivalutare certi idiomi locali, come il genovese ed il gallurese. Conosciuto anche con l'appellativo di “Faber”, che gli dette l'amico attore Paolo Villaggio, riferendosi alla predilezione da parte di De Andrè per le matite ed i pastelli “Faber-Castell”. L'esordio discografico avvenne nel 1961 con un 45 giri che conteneva i due pezzi: Nuvole Barocche” e “E Tu La Notte” e nel 1963 avvenne il suo debutto televisivo nel programma “Rendez-Vous”. Tra la miriade dei grandi successi di De Andrè, possiamo ricordare ' in estrema sintesi, “La Canzone di Marinella”, “Il Pescatore”, “Via Del ampo”, “Bocca di Rosa”, “Creuza De Ma'”, “La Guerra di Piero”, “Amore Che Vieni, Amore Che Vai”, “Dolcenera”, “Amico Fragile”, “Don Raffaè”. Dopo la scomparsa, gli furono intestate in varie parti d'Italia, vie, piazze, parchi, biblioteche e scuole.
Bruno Pollacci
Direttore dell'Accademia d'Arte di Pisa
Ricordando Faber...Buongiorno🌈
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Paola Pivi
My Religion Is Kindness. Thank You, See You In The Future
Vecchi Magazzini della Stazione di Porta Genova, Milan November 14 – December 10, 2006
With her sculptures, performance pieces and installations, Paola Pivi builds an upside-down world, a personal universe ruled by the laws of absurdity.
The artist’s work comes out of colossal undertakings, but is pervaded by lightness and irony: through changes of context, endless multiplications and radical displacements, Pivi’s magical realism turns apparently impossible actions into disarmingly simple gestures. For the exhibition My Religion is Kindness. Thank You, See You In The Future, Pivi combines historic pieces with brand-new work, dreaming up a fairy-tale world in which everyday objects and apparently mundane situations are animated to create extraordinary events. The majestic, austere setting of Porta Genova station’s old warehouse is invaded by a festive, yet unexpectedly sinister collage of today’s world.
First presented at the Venice Biennale’s 48th International Art Exhibition in 1999, and never exhibited since, Senza titolo (aereo) [Untitled – Airplane], 1999, announces a blissful apocalypse in which objects come to life and upset the order of things: a menacing Fiat G-91 fighter plane is turned belly-up in defiance of the laws of physics and engineering, staging a radical reversal.
All around it, the exhibition is teeming with life: a drove of all-white domestic and exotic animals inhabit the exhibition space, which seems to become a hallucinatory dream or a bizarre country fair. In Interesting (2006)—as in an abstract, monochromatic moving sculpture—not only horses, cows, sheep, doves, dogs, but parrots, Japanese carps, and even a llama, turn the warehouse space into a magical, disturbing Noah’s Ark.
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Lunedì 30 gennaio
Il 13 gennaio 1999 si svolse a Genova il funerale di Fabrizio De André. Più di diecimila persone si riunirono per dare l’ultimo saluto al grande cantautore e poeta. Tra loro, il suo amico storico Paolo Villaggio (il famoso Fantozzi), il quale in un’intervista rilascia “io ho avuto per la prima volta il sospetto che quel funerale, di quel tipo, con quell’emozione, con quella partecipazione di tutti non lo avrei mai avuto. Gli avrei detto: guarda che ho avuto invidia, per la prima volta, di un funerale”.
Quella di Paolo e Fabrizio era un’amicizia fraterna che li legava dagli anni ‘50, quando si conobbero per la prima volta a Cortina. Insieme scrissero il grande successo di De André Carlo martello ritorna dalla battaglia di Poitiers.
#deandre#paolovillaggio#curiosità#storia#musica#aforismi#frasi italiane#aforismi tumblr#giornopergiorno#giornoxgiorno#gxg
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Fabrizio De André: il poeta degli emarginati
Fabrizio De André: il poeta degli emarginati
L’11 gennaio 1999 l’Italia perdeva uno dei suoi più grandi cantautori: Fabrizio De André, conosciuto come “Faber”. A oltre 25 anni dalla sua scomparsa, il suo lascito artistico continua a ispirare generazioni, facendo di lui un simbolo della libertà, dell’ironia e della poesia. Un genovese dal cuore universale Nato il 18 febbraio 1940 a Genova Pegli, De André è cresciuto in una città portuale…
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Faber is near his 85th birthday.
Faber is near his 85th birthday. Fabrizio De André was a legendary italian songwriter, born in Genova, Italy, in February 18th, 1940.He started his career in 1961 with Nuvole Barocche, and would proceed to release 13 album in his 40 year career. Collaborating with other important people, such as Ivano Fossati for 1996 Anime Salve, Massimo Bubola for 1980 L'indiano and Francesco De Gregori for Volume 8. Fabrizio De André rearranged a lot of songs into italian, with some prime examples being Giovanna D'Arco and Via Della Povertà. His album Non Al Denaro, Non All'Amore, Né Al Cielo was entirely inspired from The Anthalogy Of Spoon River by Edgar Lee Master. Fabrizio De André was legendary, in his songs he talked about emarginated people in society, giving voice to people without one. Cancer got him in January 11th, 1999, at only 59 years old. We are near to his 26th death anniversary and his 85th birthday. Rest in peace, Faber P.S. Faber was the nickname for Fabrizio De André, given to him by his friend Paolo Villaggio, due to Fabrizio's obsession with the Faber Castell pencils. Submitted December 27, 2024 at 04:58AM by Sieryk97 https://ift.tt/2j7RAUe via /r/Music
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Maddalena Cerasuolo e le “Quattro giornate di Napoli”
Ma il Ventotto dello stesso mese il popolo insorse contro il massacro e il sopruso, e c’ero anch’io dietro la barricata, ragazza piena di amor di patria.
Trovai una mitraglietta e sparai, sparai, sparai contro le camionette e i carri armati…
Maddalena Cerasuolo è la donna simbolo delle ‘Quattro giornate di Napoli’ l’insurrezione popolare contro l’esercito tedesco, che si svolse dal 27 al 30 settembre 1943.
Napoli è stata la prima città italiana a liberarsi da sola dall’occupazione nazifascista, ancor prima dell’arrivo delle truppe americane. Un anno e mezzo prima che Milano fosse liberata il 25 aprile del ’45.
Maddalena Cerasuolo, detta Lenuccia, nacque nella città partenopea il 2 Febbraio 1920, in una famiglia popolare e numerosa, aveva cinque sorelle e due fratelli. Il padre Carlo, cuoco, aveva ricevuto la medaglia d’argento al valor militare per le sue azioni nella prima guerra mondiale. Durante il secondo conflitto mondiale, gestiva la mensa dell’Ansaldo, in seguito perse il lavoro e si mise a vendere pizze fritte per strada aiutato dalla moglie, Annunziata Capuozzo, che era stata aiuto-cuoca nella stessa fabbrica del marito. La giovane Maddalena, che faceva l’operaia in un calzaturificio, non esitò ad andare a combattere per le strade di Napoli in rivolta, per seguire il padre e il fratello Giovanni, entrambi militanti antifascisti.
Durante gli scontri armati nel quartiere Materdei, per impedire che i tedeschi depredassero una fabbrica, si offrì di andare da sola in avanscoperta per poter valutare l’entità delle forze tedesche, mettendo a rischio la propria vita.
Il 29 settembre del 1943, grazie al suo coraggio e tempestività ha impedito la distruzione del ponte della Sanità, già minato e pronto ad esplodere, che rappresentava un’importante arteria per l’ingresso in città.
In seguito alla liberazione di Napoli, ha continuato a impegnarsi affinché anche il resto d’Italia venisse liberato.
Col nome di battaglia di Maria Esposito, sigla “C22”, ha operato dal 23 ottobre 1943 all’8 febbraio 1944, con lo Special Operations Executive, i servizi segreti britannici.
Ha partecipato a una serie di operazioni per oltrepassare le linee nemiche, che la portarono in Corsica e fino a Bastia, con l’obiettivo di sabotare, una volta in Liguria, siti militari del nemico. Imbarcata su di un sommergibile partì per Genova, dove venne bloccata da una camionetta di fascisti che la interrogarono, sospettando che fosse una spia. Lei, mostrando una cartolina e sostenendo di dover raggiungere un zio a Sanremo perché aveva perso l’intera famiglia a causa dei bombardamenti, riuscì a farla franca.
In seguito è stata paracadutata oltre le linee nemiche che si trovavano fra Roma e Montecassino per raccogliere informazioni fingendosi cameriera dell’artista Anna D’Andria con cui collaborava, organizzando feste in società per carpire informazioni sulla strategia tedesca.
Nel 1945, per il suo impegno nella Special Force, le venne consegnato un “Attestato di Benemerenza” dal Comando Numero 1 della Special Force.
Il 24 maggio del 1946, è stata riconosciuta partigiana e insignita con una medaglia di bronzo al valor militare.
Ha vissuto per tutto il resto della sua vita a Napoli, con le sue testimonianze è diventata il “volto” e la “voce” delle donne della Resistenza napoletana.
È morta a Napoli il 23 ottobre 1999.
Il 3 Marzo del 2000 a Napoli le è stata dedicata una una targa “la straordinaria Lenuccia eroina delle quattro giornate del 1943 in perenne ricordo e ammirazione”.
Il 27 gennaio 2011 le è stato intitolato il ponte che sovrasta il rione Sanità e che lei ha contribuito a salvare. Uno dei pochissimi ponti in tutta la penisola intitolati a una donna.
Sua figlia, Gaetana Morgese, ha scritto la sua storia nel libro “La guerra di mamma”.
La partecipazione di Maddalena Cerasuolo alla rivolta delle “Quattro giornate di Napoli” non è stata un caso isolato, l’intervento delle donne napoletane nell’insurrezione fu massiccio, considerando anche il fatto che la maggior parte degli uomini erano arruolati.
Il ruolo della componente femminile nell’insurrezione, però, è stato troppo spesso ignorato o sminuito.
Dai racconti della stessa Maddalena Cerasuolo, furono proprio le donne napoletane a iniziare l’insurrezione, non il 27 ma già il 23 di settembre, nel giorno della promulgazione del famigerato “Editto Sholl”, con il quale si imponeva a circa trentamila giovani napoletani, di età compresa fra i 18 e i 33 anni, di presentarsi spontaneamente ai centri di reclutamento per essere deportati in Germania nei campi di lavoro, pena la fucilazione.
Questi giovani, di ritorno dai vari fronti di guerra europei, accolsero la notizia con angoscia tanto da decidere di non presentarsi, consapevoli che non sarebbero più tornati.
E ne erano consapevoli anche le donne napoletane, decise a nascondere e difendere in ogni modo i propri figli, mariti, fratelli e salvarli dai nazifascisti.
In mille modi riuscirono ad aggirare i controlli dei tedeschi e dei fascisti che cercavano gli “imboscati”, come fece una mamma del rione Materdei che per salvare dei ragazzi ebbe l’idea di fingersi malata di lebbra, scoraggiando così i tedeschi a entrarle in casa.
L’intraprendenza e il coraggio delle donne napoletane vennero fuori in tutta la loro forza in quei momenti drammatici e quando i nazifascisti iniziarono i rastrellamenti casa per casa per stanare tutti coloro che si erano nascosti per disattendere la chiamata fu allora che le donne scesero in strada per bloccare le truppe, in ogni modo, e salvare la vita ai loro cari.
Quando fu costruita la barricata nella zona di San Giovanniello, anche i “femminielli” (termine napoletano per persone omosessuali e transessuali) accorsero in massa per difenderla, per anni erano stati abituati a fronteggiare la polizia e il potere e non si tirarono indietro davanti all’occupazione nazista.
La rivolta napoletana del 1943, con eterosessuali e “femminielli” che combatterono fianco a fianco, ha rappresentato una delle principali lezioni di integrazione nella storia contemporanea italiana. Soprattutto, considerando il momento storico in cui si è verificata, un periodo caratterizzato dal confino, da violenze e eccidi contro omosessuali e transessuali.
Dopo anni di soprusi, per gli omosessuali napoletani arrivò il momento di prendersi la loro rivalsa, cogliendo al volo l’occasione di non stare a guardare, ma entrare a far parte della storia.
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Genova: Viale Sardegna Testimonianza di Edilio Leveratto del 14 luglio 1999, dal libro “Recco 1940-1945”“Io ero un garibaldino; ero l’aiutante di Bisagno.
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Anthony cerca le sue origini ❣️❣️❣️
Anthony scrive, cerco le mie origini, sono nato a Genova il 26 Maggio 1999 da genitori Sloveni. Sono stato un anno in casa famiglia, so che mio padre biologico mi veniva a trovare, poi sono stato adottato. Vi chiedo di condividere il più possibile il mio appello affinché possa ritrovare le mie origini. Grazie
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giornata mondiale della Poesia con il ritratto di Dante ricordando Dante e Branca a Genova ed. 2021
IL “DANTE” STRAORDINARIO DI ROBERTO MALINI tra Iconografia e Intelligenza ArtificIale, per noi ancora in compagnia di Branca Doria, Ura kazuaki , Hal Yamanouchi e gli attori del Piccolo. “Lunigiana Dantesca” CLSD. Il 21 marzo di ogni anno si celebra nel mondo la Giornata della Poesia, istituita dall’UNESCO nel 1999 per celebrare una delle “forme di espressione e identità culturale e linguistica…
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Only the Beginning
The Mummy (1999) AU! Joe/Nicky, background Booker/Nile, background Andy/Quynh, Og3 (platonic). Rated T. ~23k words
Summary: Nicky has never met a fight he couldn't get out of alive. Joe longs for adventure from among the bookshelves. Booker sets off a discovery that will take them all into the desert and face-to-face with a three-thousand-year-old cursed mummy.
You can read it over on my ao3 account here.
#the mummy au#joe x nicky#kaysanova#book of nile#andromaquynh#og3#yusuf al kaysani#aka joe#nicolò di genova#aka nicky#sebastien le livre#aka booker#nile freeman#andromache the scythian#andy#quynh#lykon#james copley#the mummy 1999#the old guard#the old guard fanfic#my fic
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Who said another kaysanova fic?
Soooo, before the genius among all geniuses created the whole “Indiana Joe” thing, and that everybody went crazy with it, I started to imagine a fic of my own, especially since she dressed up Nicky like Evelyn from “The Mummy, 1999″. The Mummy is one of my all time favorite movies, and Marwan’s five minutes in The Mummy (2017) are not enough, so I imagined him as Rick and I died...
With that being said, here is my contribution to the “Thirsty over Malik and Indiana Joe fandom”:
The Curse of the Mummy
Joseph Jones, 36, London, England.
Once a sergeant, now a drunkard who works stealing for rich collectors, who lives tortured by the nightmares of a past life that haunt him.
He is not looking for love, least of all in a little bookworm who expects him to be a decent man and help him in the name of science.
Niccolo di Genova, 30, Rome, Italy.
An erudite, fighting to get his PhD in Egyptian history, working in the most boring of the places while trying to control his drunken older brother.
Never expected to fall for the man that broke his heart once and who refuses to help him on the greatest adventure of their lives.
From the deepest of the earth he will raise up, and will bring with him the seven plagues, to take revenge on the world that condemn him once, and will take flesh and souls until he gets to his true form.
"You're a grown up man, a scientist and whatever... You know mummies and curses are not real, right?"
~
"Booker you big asshole, stop touching the fuckig gold!"
~
"We have been guarding these tombs and avoiding the prince to be brought to life for centuries, and I'm not gonna let you idiots ruin that."
~
"Are you supposed to read that?
Oh come on, It's just a book. No harm ever came from reading a book"
~
"Don't you see it Joe? This is the reason why you have always been attracted to Egypt. Is in your blood, is your destiny."
~
"I'm not gonna seat here and wait to be murdered by my previous self. I'm gonna kill him first."
Two men in love, two guardians, two adventurous bastards, a dagger and a curse...in the middle of the end of the world.
#not so indiana joe ik but this is the best i can do#shout out to luminarai and its great invention#the old guard#joe x nicky#yusuf al kaysani x nicolo di genova#yusuf and nicolo#joe/nicky#nicolo di genova#yusuf al kaysani#andromache the scythian#sebastian le livre#quynh/noriko#nile freeman#the mummy 1999
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E strade su strade poi strade, arrivammo a Genova il mare a Novembre era freddo come i tuoi occhi blu
Il vento piegava le dita ai pochi alberi e ciò che sapevo io lo sapevi tu
Ritornerai come sempre Ritornerai accanto a me
La voce del centro spirava dai suoi vicoli la nave nel porto sembrava aspettare me
In questa città senza posto neanche per piangere gli amanti stringevano al petto il loro lungo addio
Ritornerai come sempre Ritornerai a Genova
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11 Gennaio 1999 💔 te ne sei andato.
"Non mi sono mai sentito così attaccato alla vita come nei momenti in cui ho avuto paura di morire: l'importante è riuscire a ricordarselo."
#fabrizio#fabrizio de andré#faber#11 Gennaio 1999#21 anni fa#21 years ago#tutti morimmo a stento#la buona novella#nuvole barocche#la guerra di piero#il testamento di tito#dori ghezzi#vino#sigarette#alcol#alcolismo#genova#1940#17 febbraio 1940#cantautore#cantante#chitarra#musica italiana#musica#music#principe libero#italy#italia#italian music
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