#GENOCIDIO
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Genocidio.
Palestina.
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Native method of cooking on clay stoves, using charcoal for fuel, Palestine, 1906
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Desde el rio hasta el mar...
Bogotá, Colombia.
14/05/24
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Esta desgarradora foto de una abuela judía y sus nietos, sosteniendo a un bebé en sus brazos, camino a la cámara de gas en un campo de concentración Nazi, es una de esas imágenes que cimbran al que la ve.
“El infierno está vacío, todos los demonios están aquí.”
William Shakespeare
#sobre la marcha#foto#fotografía#desgarradora#holcausto#infierno#demonios#camara de gas#genocidio#abuela#nietos
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Perché non ti è piaciuta l'esibizione di imagine a Sanremo?
Ha un sacco di cose sbagliate. Partiamo con il contrasto tra la canzone e l'intervento del papa, una figura religiosa. Non si sono nemmeno sforzati di essere coerenti con il testo della canzone, che condanna ugualmente stati e religione come cose per cui si uccide e si muore, e quindi si fa la guerra. "Imagine there's no countries It isn't hard to do Nothing to kill or die for AND NO RELIGION TOO Imagine all the people Living life in peace.
Immagina non ci siano stati non è difficile niente per cui uccidere o morire E ANCHE NESSUNA RELIGIONE immagina tutte le persone che vivono la vita in pace." Primo indizio del fatto che è un'azione estremamente ipocrita e senza coerenza.
Continuiamo con l'intenzione che sarebbe stata quantomeno interessante se si fossero sforzati di cercare davvero una Palestinese. Di fatto, le due cantanti sembrano essere Israeliane.
Infine, la richiesta di pace la fai quando due stati di pari potere o circa si scontrano, non quando uno dei due decide di schiacciare completamente l'altro. In tal caso, se proprio vuoi fare una richiesta, la fai a quello che sta progettando un genocidio.
L'idea era bellissima. L'hanno resa qualunquista e rivoltante. Minimamente sensato se ci fosse davvero stata una palestinese. Meglio se avessero solo cantato. Perfetto se avessero richiesto una fine del genocidio e non di una guerra.
#sanremo#genocidio#palestina#israele#imagine#religione#dqr#diario quasi ribelle#sfogo#attivismo#pensieri#trash#italian trash#trash italiano
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... Multato di 400€ per uno striscione stop genocidio (propaganda politica non autorizzata .. ). Ancora convinti di non essere sudditi usa/sionisti?
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Io ricordo la Shoah dello scorso millennio, ma non dimentico la mattanza di Gaza di questi giorni.
…
Da "Memorie"
https://aitanblog.wordpress.com/2025/01/26/memorie/
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AYUSO AL FRENTE JUGO A SER DIOS Ayuso jugó a ser Dios. Negó su derecho a la asistencia hospitalaria a los mayores en #residencias. Y les dejó morir agonizando. Nos faltan 7291 personas. No olvidamos. Verdad y justicia YA. Lorena Morales @Lorenamp82
#Ayuso7291#LoDeEvole#JUSTICIA#SOLIDARIDAD#protocolosdelamuerte#protocolosdelaverguenza#actas#residencias#7291mayores#7291victimas#7291asesinatos#genocidio#consejeriasanidad#comunidaddemadrid#CarlosMur#EnriqueRuizEscudero#ayusodimision#AyusoAPrision7291#ayusoabuso#ayusoveteya#ayusononoscalla
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La dichiarazione finale del G7 è composta di 19.842 parole. Apro il mio tablet sul bordo del lago di Sevan. Sono venuti a trovarmi alcuni amici cacciati dall’Artsakh (Nagorno-Karabakh), desertificato della sua popolazione indigena dagli invasori giunti dall’Azerbaigian tirando cannonate su Stepanakert e su tutti i villaggi abitati. Una espulsione totalitaria equivalente al genocidio, qualcosa di così disumano da spaccare le ossa della mia anima.
Ma so che tutto questo è stato vissuto dolorosamente anche da tanti italiani, a differenza del loro governo e del Parlamento (maggioranza e opposizione, presenzialisti e assenteisti). Tutti adoratori della Costituzione, questi politici, e tutti a citare l’articolo 11 che «ripudia la guerra». Ma ci dev’essere un post-scriptum riservato, che si passano tra loro le generazioni di potenti: non c’è scritto che bisogna ripudiare chi fa la guerra e annienta poveri cristi, purché in cambio stipino di gas
i nostri serbatoi, e di caviale certi tipetti, e di denaro le nostre fabbriche di cannoni e aerei militari per trasferire paracadutisti di reparti d’assalto sui tetti di sciagurate minoranze cristiane…
Sono ingiusto a non fare distinguo. Non tutti i parlamentari e i ministri e i sottosegretari hanno sacrificato gli armeni dell’Artsakh alla ragion di Stato (ma val la pena sopravviva uno Stato che ha ragioni così miserabili per campare, al punto da accarezzare massacri e pulizie etniche purché gli autori siano bravi fornitori?); non tutti hanno chiuso gli occhi, ci sono pochi meravigliosi deputati e senatori coraggiosi, oltre a qualche Nicodemo che nel silenzio dissente. Oso qualche nome: Centemero, Formentini, Zampa, Pozzolo, Orsini, Malagola, Fassino e se dimentico qualcuno, scriva che – se sono ancora vivo – rimedierò.
Speranze tradite
Ho letto la dichiarazione finale firmata da capi di Stato e premier del G7. Ho usato i dispositivi dell’intelligenza calcolatrice che permettono di scrutare il succo dei testi. Avevo moderate speranze di trovare un impegno per tutelare la piccola culla delle memorie cristiane, un luogo che non è simbolico e basta, ma palpitava. Uso il passato! Il Nagorno era abitato da centoventimila cristiani. Nel settembre del 2020 l’Azerbaigian sostenuto dai turchi si era già preso metà del territorio. Russia e Bielorussia, che avrebbero dovuto intervenire in base ai trattati sottoscritti con l’Armenia, hanno lasciato fare. Nel 2022, quattro giorni prima dell’aggressione all’Ucraina, Putin e il dittatore azero Ilham Aliyev hanno firmato un trattato che ha consentito alla Russia di triangolare gas e petrolio con l’Occidente tramite il simpatico tiranno il cui padre Heydar fu vice di Breznev e colonna asiatica del Kgb. Nel 2023, dopo uno stillicidio di attacchi e assassinii, e l’assedio utile per far morire i bambini di fame, il colpo finale. In centomila espropriati della loro essenza furono costretti, per non essere schiavizzati o appesi ai pali, ad andarsene in Armenia. L’Italia era corsa in soccorso del vincitore sin dai primi giorni del 2023 firmando un accordo per la “modernizzazione” (dichiarazione ufficiale del governo di Baku) delle forze armate azere.
Clima 53, Nagorno 0
Ed ecco il G7 a presidenza italiana. Speravamo in Giorgia Meloni, ma forse l’essersi affidata a Elisabetta Belloni come sherpa per fissare accordi, non è stata una grande idea, almeno per noi disgraziati cristiani del Caucaso. Avevamo sperato nella presenza al G7 di Borgo Egnazia dello Stato più amico di noi armeni che esista in Occidente, almeno sulla carta: in Francia circa 750 mila suoi cittadini sono “arméniens de France”; ma dovrebbero esserlo anche gli Stati Uniti e il Canada, nazioni in cui i miei fratelli assommano a un milione e mezzo. Risultati? Siamo invisibili, siamo inesistenti. Esiste anche un genocidio che passa attraverso la soppressione del problema, l’impiparsene.
Tra i circa 20 mila lemmi ho fatto contare al computer alcune parole chiave. Innanzitutto nomi di Stati o territori: Russia 61 occorrenze, Ucraina 57, Cina 29, Nord Corea 14, Palestina 13, Israele 11, Iran 11, Gaza 9, Libia 6, Armenia 0, Nagorno-Karabakh 0, Azerbaigian 0./
Nomi per problematiche: clima/cambiamento climatico 53, gender 25, diritti umani 24, dignità umana 3, migrazioni/migranti 38, inquinamento 12, plastica 9, libertà 13, libertà religiosa 0, persecuzione 1, persecuzione religiosa 0.
Come si vede, l’Armenia e la sparizione di una nazione cristiana dalle cartine geografiche in Caucaso non sono un problema che interessi i grandi. Qui batterò ancora qualche colpo in alfabeto Morse, o vi siete stancati anche voi?
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Dejavu.
Non si invochi questo per raccontare quello. Non si paragoni uno schifo per descriverne un altro.
D'altra parte le macchine non ragionano.
#zombie#società#società malata#liliana segre#svegliatevi#aprite gli occhi#diavoli#sistema#manipolazioni#dittatura#schiavi#discernimento#mass media#illusioni#genocidio#olocausto#bugiardi#politica#mondo marcio#robot
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" Un pensiero o idea di trasferimento [del popolo palestinese risale] ai primi tempi del movimento sionista, come mostrerebbe un'annotazione del diario di Theodor Herzl: «Dobbiamo espropriare con delicatezza. […] Cercheremo di indurre la popolazione in miseria ad attraversare il confine procurandole un'occupazione nei paesi di transito; negandogliela, però, nel nostro. […] Il processo di espropriazione e di sgombero dei poveri deve avvenire con discrezione e circospezione.»¹ A distanza di quarant'anni, Ben-Gurion ribadiva il concetto: «Il trasferimento di popolazione è già avvenuto nella valle di Jezreel, nella piana del Sharon e in altri luoghi. Siete a conoscenza del lavoro del Fondo nazionale ebraico in proposito. Ora occorre realizzare un trasferimento di ben altre dimensioni.»² Durante la guerra del 1948, Ben-Gurion mise in pratica le sue raccomandazioni. In una campagna nota come "Operazione Hiram" fu realizzato un trasferimento indiscriminato di popolazione dalla Galilea. Durante questa campagna, ha scritto Morris, le forze armate sioniste eseguirono "un numero insolitamente elevato di esecuzioni di popolazione civile contro muri o nei pressi di un pozzo con notevole metodicità". Molto scrupolosamente, Morris cita ventiquattro episodi di terrorismo o di massacro, di cui i più efferati ebbero luogo a Saliha (78 uccisi), Lod (250), Dawayima (centinaia) e, ovviamente, nel già citato villaggio di Deir Yassin. Alcuni di questi massacri furono probabilmente perpetrati per ragioni tattiche: a Dawayima, nei pressi di Hebron, per esempio, "una colonna entrò nel villaggio sparando all'impazzata e uccise qualsiasi cosa si muovesse". Altri massacri rispondevano, invece, all'intento strategico di terrorizzare la popolazione affinché fuggisse. Questi massacri non furono certo tenuti nascosti dalla popolazione palestinese. Dopotutto, come ebbe a dire una volta Lenin, l'intento del terrorismo è terrorizzare. (Morris, ricordiamo per inciso, ha giustificato i sionisti richiamandosi alla logica del ben noto aforisma di Lenin: "Per fare la frittata occorre rompere le uova").
Secondo un testimone oculare di Deir Yassin: «Deir Yassin era un villaggio che fu attaccato dagli israeliani, o dai sionisti, il 9 aprile 1948. […] Incontrerà delle persone che le diranno: "Questo è quello che successe a Deir Yassin", perché loro erano là. Ho incontrato una donna che mi ha detto che le portarono suo figlio e le dissero di prenderlo in grembo e poi lo uccisero. Usavano coltelli, baionette. Un macello; non un combattimento. Non c'era nessuno da combattere. Erano prevalentemente donne e bambini. Molte, moltissime persone furono massacrate in quel villaggio. Questo massacro terrorizzò l'intera Palestina. Tutti parlavano del massacro di Deir Yassin.» Complessivamente, furono cancellati oltre cinquecento villaggi palestinesi. La maggior parte dei palestinesi che fuggì fini in Cisgiordania, nella striscia di Gaza, nei paesi arabi limitrofi. Quelli con un certo grado di istruzione, con specializzazioni o disponibilità economica cercarono di rifarsi una vita meglio che poterono, talvolta in luoghi lontani come il Golfo persico, l'Europa, le Americhe. Quelli che non furono altrettanto fortunati finirono nei campi profughi, organizzati, inizialmente, dallo United Nations Releif for Palestine (Unrp). "
¹ B. MORRIS, Revisiting the Palestinian Exodus of 1948, in E. L. ROGAN e A. SHLAIM (a cura di), The War of Palestine, Rewriting the History of 1948, Cambridge University Press, Cambridge, 2001, p. 41 [trad. it. La guerra per la Palestina: riscrivere la storia del 1948, Il Ponte, Bologna, 2004]. ² Ibidem, p. 43.
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James L. Gelvin, Il conflitto israelo-palestinese. Cent'anni di guerra, traduzione di Piero Arlorio, Einaudi (collana Piccola Biblioteca Einaudi n° 357), 2007¹; pp. 179-181.
[Edizione originale: The Israel-Palestine Conflict, Cambridge University Press, 2005]
#James L. Gelvin#Palestina#Israele#Il conflitto israelo-palestinese#saggi#saggistica#libri#letture#leggere#Medio Oriente#questione palestinese#Gaza#Cisgiordania#Territori occupati#sionismo#nazionalismi#resistenza#Giordania#citazioni#Theodor Herzl#David Ben Gurion#Fondo nazionale ebraico#deportazioni#Operazione Hiram#Benny Morris#Nuova storiografia israeliana#crimini di guerra#pulizia etnica#genocidio#diaspora palestinese
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CANARIAS TIENE UN LIMITE
Las tropas de ocupacion tiene miedo.
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#canarias tiene un limite#20o#aborigenous#indigenous#culture#history#genocide#native#unesco#united nations#canary islands#cou penal international#international criminal court#corte penal internacional#aborigenes#indigenas#cultura#historia#genocidio#nativos#naciones unidas#islas canarias#canarias tiene identidad cultural propia#canarias la colonia mas antigua del mundo#descolonizacion de canarias#canarias#onu#icc#cpi#amazigh
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that the Palestinians would dare to challenge the lines imposed upon them during the age of european colonization is an affront to the values that the US was funded on (and that countries like the UK hold most dear) which are settler colonialism and white supremacy
as a punishment for their transgressions, those powers have let the Israeli far right (which is all that is left) loose upon the whole region
make no mistake, the lunatics pulling the trigger may be Israelies, but this genocide belongs to the united states
#from the river to the sea palestine will be free#free gaza#free palestine#genocidio del pueblo palestino#libertad para palestina#palestina#palestine#israel#gaza genocide#genocidio#genocide
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Ribellarsi ad una tirannia non è terrorismo, ma LEGITTIMA DIFESA.
Non esistono genocidi più importanti di altri: non esistono persone falciate da una ideologia meno importanti di altre.
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#pueblo#corrupción#genocidio#voluntarios#Valencia#Spain#gota fría#héroes#heros#catástrofe#catastrophe#genocide#government corruption
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"Carestia" è una parola utile quando non si vogliono usare parole come "genocidio" e "sterminio".
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