#Fausta Cialente
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Non si era accorta di me, lavorava a maglia e Boy, il fox terrier, stava accucciato ai suoi piedi e sembrava addormentato. Lo vidi a un tratto levare la testa come a un richiamo e guardare inquieto la sua padrona; poi si mise sulle zampe e dopo aver esitato un momento le balzò vicino e scodinzolando fece udire un lieve mugolio che mi sembrò implorante e affettuoso. La zia non si mosse, non si volse nemmeno a guardarlo, continuò a lavorare. Mi accorsi allora che, lavorando, in silenzio piangeva. Il cane, invece, seguitava a mugolare, ogni tanto faceva sentire un piccolo guaito e osservava la sua padrona piegando la testa ora da una parte ora dall’altra, finché si levò ancora, posò le zampe anteriori sulla sua spalla e si sforzò per giungere a lambirle il viso. Si era quindi accorto di quel pianto silenzioso – e non doveva essere la prima volta, doveva già averne l’abitudine. Lei continuò a non badargli e dopo un poco, con un gran sbadiglio sconsolato Boy si ritrasse, le si accucciò vicino e le posò la testa in grembo. Solamente allora una delle sue mani discese a fargli una carezza, il cane chiuse gli occhi e riprese a dormire; ed io sentii che così guardandola le stavo dicendo teneramente addio, non avrei potuto farlo in un miglior momento.
Fausta Cialente, Le quattro ragazze Wieselberger
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The participating authors for the Italian Lit(erature) Tournament: the general list WITH the new ADDITIONS + the link to the google form to add the last proposals
John William Waterhouse - The Decameron
The Italian 🔥Lit(erature) Tournament is approaching and new names have been submitted in addition to the ones from the original list! This post is only to remember that the google form will remail open for a while to add the last proposals, plus other few details 👇
You can find the first part of the rules here and link to the survey to add new names here!
Under the cut you'll find the usual list but with the addition of the names from the survey so far, all in italics. Other names that have been submitted but already present on the first list remain in a regular font.
There are 13 new names, of the 18 submitted (5 of them already present as written above).
Dante Alighieri
Sibilla Aleramo
Vittorio Alfieri
Cecco Angiolieri
Pietro Aretino
Ludovico Ariosto
Cletto Arrighi
Matteo Bandello
Anna Banti
Giambattista Basile
Giorgio Bassani
Maria Bellonci
Pietro Bembo
Matteo Maria Boiardo
Giovanni Boccaccio
Giordano Bruno
Dino Buzzati
Italo Calvino
Luigi Capuana
Andrea Camilleri
Giosuè Carducci
Guido Cavalcanti
Fausta Cialente
Carlo Collodi
Vittoria Colonna
Gabriele D'Annunzio
Giacomo da Lentini
Tullia d'Aragona
Alba de Céspedes
Cielo (Ciullo) d'Alcamo
Jacopone da Todi
Federico de Roberto
Edoardo De Filippo
Antonio Fogazzaro
Grazia Deledda
Umberto Eco
Beppe Fenoglio
Dario Fo
Marsilio Ficino
Ennio Flaiano
Ugo Foscolo
Fruttero & Lucentini
Veronica Franco
Carlo Emilio Gadda
Natalia Ginzburg
Carlo Goldoni
Guido Gozzano
Carlo Gozzi
Amelia Guglielmetti
Francesco Guicciardini
Tommaso Landolfi
Giacomo Leopardi
Carlo Levi
Primo Levi
Carla Lonzi
Niccolò Machiavelli
Alessandro Manzoni
Giovanbattista Marino
Giovanni Meli
Alda Merini
Pietro Metastasio
Eugenio Montale
Elsa Morante
Alberto Moravia
Anna Maria Ortese
Giuseppe Parini
Goffredo Parise
Giovanni Pascoli
Pier Paolo Pasolini
Cesare Pavese
Francesco Petrarca
Luigi Pirandello
Angelo Poliziano
Luigi Pulci
Salvator Quasimodo
Gianni Rodari
Lalla Romano
Amelia Rosselli
Umberto Saba
Emilio Salgari
Jacopo Sannazaro
Goliarda Sapienza
Leonardo Sciascia
Matilde Serao
Gaspara Stampa
Mario Rigoni Stern
Italo Svevo
Antonio Tabucchi
Igino Ugo Tarchetti
Torquato Tasso
Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Pier Vittorio Tondelli
Giovanni Verga
Renata Viganò
Elio Vittorini
Giuseppe Ungaretti
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Ricominciò a domandarsi, turbato, perché mai pensasse a tante cose invece d'essere felice, semplicemente.
Cortile a Cleopatra
Fausta Cialente
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Giulietta Masina, la nostra piccola Charlot
L’attrice preferita di Charlie Chaplin, soprannominata female Charlot, Giulietta Masina non era solo una first lady, ma una professionista completa, attrice drammatica e comica (di teatro, cinema, televisione e radio), cantante, ballerina, presentatrice. Il destino ha voluto che nel 1943 sposasse Federico Fellini e ne diventasse la musa ispiratrice. Il 22 febbraio ricorre il centenario della nascita, poco dopo quello di Federico, da cui la separava solo un anno di età.
Il vero debutto cinematografico fu nel 1948 con il film Senza pietà di Lattuada, perché prima di allora aveva recitato solo una piccola parte in Paisà di Rossellini. Affiancò i più grandi attori dell’età d’oro della commedia all’italiana: Totò in Sette ore di guai, Gino Cervi in Cameriera bella presenza offresi, Sordi ne Lo scocciatore.
Ma fu ugualmente splendida nei ruoli drammatici: in Europa ’51 di Rossellini accanto a Ingrid Bergman, nel poliziesco Ai margini della metropoli di Lizzani con Massimo Girotti, in La gran vita di Julien Duvivier; nell’episodio Purificazione del film Cento anni d’amore interpreta l’insolito ruolo di personaggio negativo, come anche in Nella città l’inferno a fianco di una Anna Magnani al massimo delle sue possibilità artistiche.
Sempre un po’ in ombra rispetto al celebre consorte, in realtà fu protagonista di film e sceneggiati poco trasmessi in televisione e ingiustamente dimenticati, come Fortunella di Eduardo De Filippo, in cui primeggia in uno dei ruoli che le sono più congeniali, quello di una ragazza che cela la miseria della sua vita quotidiana a fianco di uno scapestrato rigattiere (Alberto Sordi) dietro illusorie fantasie di ricchezza.
Per la televisione recitò in due sceneggiati che negli anni ’70 riscossero grande successo di pubblico: Camilla di Sandro Bolchi, tratto dal romanzo di Fausta Cialente Un inverno freddissimo, ed Eleonora. Quest’ultimo, ambientato a Milano, racconta la storia di una donna di famiglia altolocata che per amore trova il coraggio di abbandonare i suoi privilegi e di ribellarsi al rigore paterno, scegliendo di andare a vivere con un pittore scapigliato, interpretato da Giulio Brogi. Un autentico feuilleton, un’“interpretazione memorabile di donna sofferente ma d’animo forte, sempre pronta al sorriso e al riscatto” (Davinotti).
Il duetto artistico con l’inclito consorte ha dato i frutti più conosciuti: piccole parti in Luci del varietà (1950), Lo sceicco bianco (1952) e Il bidone (1955), e la consacrazione planetaria in La strada (1954), il film che la Rai ha scelto di trasmettere il giorno della morte del regista, come quello forse più vicino al gusto popolare, certo il più lirico ed empatico.
Di questo film, uno dei preferiti di Akira Kurosawa, si è detto e scritto di tutto: definito “una metafora della condizione umana” ambientata nel mondo del circo, dei saltimbanchi, degli artisti di strada, tanto caro al regista. Si è parlato di “realismo visionario” per questa favola senza tempo che ha la sua protagonista, Gelsomina, in una sorta di folletto spaurito dagli occhi spalancati e colmi di stupore.
Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/c/c8/La_strada.jpg
La storia della scelta del casting e delle riprese ha orami assunto i toni della leggenda (vi raccomandiamo a questo proposito una nuova acquisizione delle biblioteche: il volume di Aldo Tassone Fellini 23 ½): accenniamo soltanto al look della Masina i cui capelli furono tagliati personalmente dal marito con una ciotola, poi intonacati col sapone per conferirle un aspetto disordinato; il viso veniva cosparso di talco per farla assomigliare a un attore kabuki e le fu fatto indossare un mantello sfilacciato risalente alla Grande Guerra.
La colonna sonora di Nino Rota accompagna questa pellicola che pare, più che un film, una poesia per immagini: a proposito del lirismo di La strada si racconta che Luigi Rovere, produttore di Lo sceicco bianco, dopo averne letto la sceneggiatura commentò: “Un film come questo non farà guadagnare un centesimo. Non è cinema, questa è letteratura”.
In occasione delle celebrazioni che si stanno svolgendo a Milano per i 70 anni di Miracolo a Milano, vogliamo ricordare che La strada contiene un richiamo evidente a questo film nella sequenza che inquadra il pubblico sorridente davanti al tendone del circo.
Un altro gioiello fu Le notti di Cabiria (1957), in cui, di nuovo, la Masina veste i panni di una prostituta e, di nuovo, è vittima della violenza e della crudeltà degli uomini. Ma, per usare le parole stesse del regista, “Gelsomina era un personaggio più allegorico, eccezionale; Cabiria è più umana e più identificabile”. La solitudine e l’emarginazione sono ancora più dure da sopportare se agli infelici viene offerto da una parte uno specchio per contemplare tutto l’abisso della propria desolazione e, dall’altra, uno schermo per poter ammirare la dorata irraggiungibile esistenza dei privilegiati. È proprio quello che succede alla piccola Cabiria, scarrozzata per una crudele ripicca in Via Veneto su una fuoriserie guidata dall’aitante Amedeo Nazzari. Ma ancora una volta sarà l’arte, se pur rappresentata da festanti musicisti di strada, a far tornare il sorriso sulle labbra dell’ingenua Cabiria. Un film raccontato senza retorica, in cui (come ne Il bidone) sono ancora evidenti i legami con il neorealismo.
Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/6/68/Giulietta_degli_spiriti.JPG
Per otto anni Fellini lavorò con altre attrici e poi finalmente la chiamò come protagonista assoluta (addirittura anche nel titolo) in quel curioso, onirico, indecifrabile film che è Giulietta degli spiriti (1965). Un’opera originalissima che ha dato adito ai giudizi più disparati, un film decisamente ‘felliniano’, per usare un aggettivo che, quando fu aggiunto al vocabolario della lingua italiana, suscitò grande stupore nel regista, il quale proclamò di ignorare del tutto cosa volesse esprimere. Per il suo pubblico, invece, l’aggettivo ha un significato preciso e identifica perfettamente uno stile diverso da quello di tutti gli altri ma unico nelle sue peculiarità. Comunque lo si voglia valutare, il film è sicuramente uno spettacolo che lascia il pubblico inchiodato allo schermo per tutta la sua durata.
L’ultimo lavoro realizzato dal geniale sodalizio coniugale fu Ginger e Fred (1986) accanto a Mastroianni: una feroce critica del panorama televisivo contemporaneo, “contro l’abuso sconsiderato che si fa della televisione … che intorpidisce lo spettatore, indebolendo pericolosamente le sue capacità di riflettere, di emozionarsi” (Fellini).
Un’attrice unica nel panorama cinematografico non solo italiano, un mimo, uno spiritello incantato, una piccola Charlot dall’irresistibile sorriso, consacrata persino in un’edizione di Topolino!
#giulietta degli spiriti#giulietta masina#federico fellini#ginger e fred#nino rota#eduardo de filippo#fausta cialente#fortunella#lo sceicco bianco#La Strada#sandro bolchi#marcello mastroianni#alberto sordi#amedeo nazzari
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Il caso Fausta Cialente
Il caso Fausta Cialente
Magra, occhi azzurri, elegante signora che porta molto bene i suoi anni, Fausta Cialente ha 78 anni quando, nel 1976, vince il Premio Strega con Le quattro ragazze Wieselberger. È il suo ultimo libro (nello stesso anno esce anche Interno con figure, ma è una raccolta di vecchi racconti) ed è quello dove la scrittrice riesce a ricomporre i fili esistenziali, storici, memoriali, emblematici,…
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#Anna Santoro#ballata#Cagliari#Camilla#Catherine Ramsey-Portolano#Cleopatra#cortile#Egitto#Fausta Cialente#levantina#Natalia#ragazze#romanzi#scrittrice#Vie Nuove#Wieselberger
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Posso esattamente figurarmi le ciliege, le susine del Carso, ed i fichi, l'uva e le pesche d'Istria, le arance e i limoni della Sicilia. Un profumo e dei colori fortissimi.
Le quattro ragazze Wieselberger, Fausta Cialente.
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venticinque febbraio
Enzo Sellerio, Palermo Quartiere della Kalsa, bambini giocano alla fucilazione con le armi giocattolo (2 novembre 1960).
La terra è secca, ha sete e si spacca. Sui labbri dei crepacci le lucertole arroventate corrono in fiamme. … La terra è secca, ha sete e la notte è nera e perversa. Cristo, dalle da bere, ché vuol peccare e farsi perdonare.
( Gino Bonichi [Scipione] )
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accadde...oggi: nel 1898 nasce Fausta Cialente, di Valentina Di Cesare
accadde…oggi: nel 1898 nasce Fausta Cialente, di Valentina Di Cesare
Fausta era innanzitutto un’intellettuale curiosa, coraggiosa, lucida, anticipatrice di importanti tematiche care al femminismo moderno e alla sociologia contemporanea ma anche una scrittrice raffinata e colta, autrice di romanzi intensi, alcuni vincitori di importanti riconoscimenti, formatasi a pane e Conrad, Proust, Salgari, James ed un’ottima traduttrice dall’inglese (sue le celebri versioni…
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Sono state educate e sono vissute fino all’inizio del secolo aspirando a una sintesi alla quale sarebbero giunte, maritate o no, attraverso esemplari godimenti d’arte, di bellezza e d’affetti – valori innegabili, intramontabili, anzi; affacciate, insieme ai loro benevoli genitori, s’un immenso specchio d’acqua, mobile, sì, ma trasparente, limpido, nel quale hanno visto ondeggiare ideali grandi ed eterni, per cui vale la pena di vivere; e pur non essendo uscite da una famiglia religiosa e osservante hanno certamente più volte ringraziato la sorte, se non un dio, per quell’averle arricchite d’una simile sanità morale, d’un tale desiderio di pienezza di vita. Non si sono accorte in tempo che tutto ciò era la sognante immagine d’un mondo inesistente, e quando hanno scoperto che la vita andava presa com’è, in amore, in politica, in musica perfino, hanno dovuto scoprire una parte dell’amara realtà, e solamente una parte: tutto il resto – il peggio – dovrà ancora venire. La storia è il grosso termometro dei cambiamenti d’umore degli Stati, una temperatura che oscilla, al primo colpo d’occhio, tra passioni che sembrano soltanto esagerate o sbagliate; ma al secondo si vedono già – o soprattutto – gl’intrighi e i compromessi d’alto luogo, gl’interessi quasi sempre cinici, o sporchi, o ridicoli; le crudeltà e le menzogne mascherate, la bassezza dei razzismi, l’intolleranza del fanatismo. Ma esse, le sorelle, non sono in grado di capirlo. Nonostante la dura lezione che hanno già ricevuto esse guardano fuori, vedono oltre, sperano ancora, forse: e riascoltano con una calda tenerezza del cuore l’eco delle loro giovani voci che hanno cantato gioiosamente incoscienti e provocanti: salveumbertoemargheritaedisavoialamagion.
Fausta Cialente, Le quattro ragazze Wieselberger
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Considerazioni sparse e provvisorie in vista di una qualche modesta proposta per riuscire a fare a scuola gli autori del nostro tempo senza rinunciare ai classici (e viceversa)
Considerazioni sparse e provvisorie in vista di una qualche modesta proposta per riuscire a fare a scuola gli autori del nostro tempo senza rinunciare ai classici (e viceversa)
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#Anton Webern#Antonia Arslan#Ciro di Pers#Ezra Pound#Fausta Cialente#Federigo Tozzi#Francesco Petrarca#Gabriele D&039;Annunzio#Gaia Servadio#George Orwell#Giacomo Zanella#Gioacchino Rossini#Giorgio Caproni#Igor Stravinskij#Italo Cavino#Joseph Maddrey#Jovanotti#Jules Laforgue#Karlheinz Stockhausen#Lorenzo Cherubini#Lorenzo Montano#Luigi Nono#Luigi Pirandello#Mario Luzi#Mario Pomilio#Nanni Balestrini#T. S. Eliot#Umberto Saba
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(via L'oblio nuoce alla conoscenza: la storia della scrittrice Fausta Cialente.)
Fausta Cialente, figura decisamente poco studiata e conosciuta rappresenta la donna-scrittrice che si crea da sé, un demiurgo muliebre che crede fermamente nella propria libertà letteraria ed intellettuale, decidendo quindi di affermarsi in una società che non è pronta ad accogliere le scrittrici per conferire loro la giusta considerazione e dignità artistica.
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Una serie di contributi e testimonianze mettono a confronto critici e studiosi che, con diversi approcci metodologici, analizzano e rivalutano la scrittura e il pensiero dell'Aleramo. Per la prima volta viene svelata nelle sue profonde intuizioni una coscienza femminile anticipatrice. Il libro, che nasce da un convegno organizzato dall'Amministrazione provinciale di Alessandria, luogo di nascita dell'autrice, si divide in tre parti. Nella prima, "Attraversare una vita", Bruna Conti analizza i problemi archivistici da lei affrontati nel riordinare il vastissimo materiale lasciato dalla scrittrice; Alba Morino racconta l'avventura editoriale della pubblicazione dei "Diari" dell'Aleramo, rimasti, dopo la morte dell'autrice, per diciotto anni inediti, e della pubblicazione della biografia "Sibilla Aleramo e il suo tempo". Nella seconda parte, "Coscienza", Lea Meandri, Rita Guerricchio, Laurana Lajolo e Marino Biondi privilegiano, nell'esperienza dell'Aleramo, il momento della "coscienza esistenziale"; nella terza parte, "Scrittura", Giorgio Luti colloca la vicenda di Sibilla nel più vasto quadro della letteratura del Novecento, Anna Nozzoli propone una rilettura dei romanzi, Simona Costa e Barbara Zandrino analizzano i rapporti di Sibilla con D'Annunzio e Dino Campana, Jorgen Stender Clausen quelli della scrittrice con lo scrittore francese Georg Brandes. Concludono il volume le testimonianze di Fausta Cialente, Adele Faccio e Davide Lajolo che hanno avuto con la scrittrice rapporti di amicizia, e una nota bibliografica a cura di Bruna Conti sulle opere di e su Sibilla Aleramo..... #libridisecondamano #ravenna #bookstagram #booklovers #bookstore #instabook #igersravenna #instaravenna #ig_books #sibillaaleramo (presso Libreria Scattisparsi) https://www.instagram.com/p/Bxq-0cqoGVN/?igshid=1776oivq5vo1y
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