#Castel di Pietra
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stilouniverse · 1 year ago
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Castel di Pietra nella Maremma grossetana
Siamo nei pressi di Gavorrano, lungo la valle del fiume Bruna che in tempi lontani sfociava in quel lago salmastro detto Prile dai Romani, conosciuto poi come il Lago di Castiglione. Castel di Pietra lega il suo nome alla leggenda della Pia, quella Pia de’ Tolomei che Dante immortalò nei versi della sua Commedia. In realtà ha rivestito un ruolo chiave nell’economia medievale del territorio della…
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thegianpieromennitipolis · 2 years ago
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CENNI DI ARCHITETTURA - di Gianpiero Menniti 
DAL "LIBER AUGUSTALIS" A CASTEL DEL MONTE 
L’architettura non è mai un’espressione casuale.  Possiede un significato, interpreta un modello oppure lo crea.  E rimane come traccia perenne, come richiamo continuo di un’idea che il tempo nasconde, come reazione all’inevitabile oblio.  Per questa ragione, quando si osserva un monumento architettonico del passato occorre interrogarsi sulla ragione di quelle linee, della materia utilizzata, delle grandezze che lo compongono, del luogo prescelto.  E dell’umanesimo silenzioso che lo abita.
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stralcidivetta · 9 months ago
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La solitudine dello stambecco
Non ho mai tratto soddisfazione dalle compagnie. Anche in mezzo a molte persone sono sempre stato più comodo nel mio spazio. Ne ho tratto forza e concentrazione per arrivare dove volevo o allontanarmi da ciò che non volevo.
La natura è stata per me un enorme campo di gioco. Posso esprimermi al meglio senza timore o alcun compromesso. E' vera ed intima.
Da bambino passavo ore, ovunque. Su un albero o per i prati alpini. I sassi, il torrente, le trote e i miei piedi immersi. C'era un gran silenzio. Dentro c'era un gran casino.
Il senso di inadeguatezza era frutto della violenza. Quella che vorresti evitare ma devi per forza esserne vittima. Qualcun altro stava male e tu eri solo sulla sua strada, purtroppo. Ad 8 anni lo vidi in tutto il suo malessere. L'ho vissuto sulla mia pelle. Non sono bastate le lacrime a fermarlo. E non quelle silenziose ma quelle a singhiozzo. E' così è andata, nessuno potrà cambiarlo mai.
Se il rumore era troppo allora uscivo. Saltavo dal balcone dritto nel canneto di bamboo e su verso il bosco. La sotto l'occhio vigile della Grona ero al sicuro. Li le ferite si curavano col vento. I lividi venivano accarezzati dai prati. Tutto tornava in ordine.
Una volta all'anno per una settimana avevo una finestra di tempo dove evadere. Don Luca ci portava in montagna. Tutti noi ragazzi della piazza ( Morbegno ) senza neanche le scarpe giuste per l'ora di ginnastica a scuola andavamo in montagna.
Era la settimana più bella della mia vita. La notte prima ero insonne. Ricontrollavo mille volte lo zaino. Era rosso dell'invicta e aveva i buchi. Le spalline le avevo rimesse su con il nastro adesivo. Era di mia sorella e poi tocco a me. Rispetto a quelli che uso oggi era uno zaino molto diverso. Non vi erano dentro mezze corde, rinvii o pala artva e sonda. C'era il berretto, la borraccia, la bussola magnetica e il binocolo assieme ad un quadernetto e una matita faber castel.
La mattina della partenza correvo al bus. Partenza da via ferrante aporti. Non avevo molti amici. Parlavo poco. Avevo paura di ricevere altro male quando sarei stato scoperto. Con il pensiero salutavo mia mamma e mia sorella. Poi attendevo con ansia l'arrivo.
Una notte fummo portati in rifugio a dormire. Io non dormii. Sentivo oltre l'angolo della parete il vento. Andava e veniva con un ritmo costante,a volte più forte a volte meno forte. Come sulla grona.
Non aveva senso dormire. Scivolai piano giu dal letto a castello. Andando verso la porta del corridoio. Era tutto buio. Tutti dormivano. Riuscii ad uscire dalla porta principale passando per la zona mensa. Il chiarore della luna illuminava le foto di vecchi alpinisti in cordata e le guide negli scaffali. La stufa sbuffava le ultime scintille da un carbone ardente.
Infilati gli scarponi veloci ero fuori. Girando a sinistra c'era un enorme pietraia la risali di corsa. l'unica luce era quella della luna. Le pietre granitiche brilavano. Mi sentivo sulla luna. Alla fine della pietraia c'era un cumulo di neve. Probabilmente sopravvissuto grazie alla bassa esposizione del sole.
Feci un passo dentro e sprofondai. Decisi quindi di fermarmi su un sasso poco più avanti. Fu li in quel momento, illuminato dal chiarore della luna, forte ed in controllo sulla pietra davanti a me si mostrò lo stambecco.
Lo stambecco era solo fermo che paresse stesse ascoltando il vento. Il suo pelo che racchiudeva anni di vita, le sue zampe forti e pronte allo slancio e le corna alte. Era solo e nella sua solitudine aveva trovato la sua via in mezzo ai sassi. Nel freddo della notte. Era il re indiscusso della montagna e faceva di quei sassi il suo campo di gioco. Fino a poco prima erano solo sassi ora erano i sassi suoi quali lui poggiava. Perchè non importa la strada ma quello che sta nel cuore di chi la percorre.
In un lampo, saltò e corse velocissimo fino in fondo la pietraia per risalire sull'altro versante. Si fermò a guardarmi, forse infastidito ? non lo so ma schizzo via nel buio.
Era forse un niente. Ma la sua presenza la diceva lunga. La solitudine dello stambecco è quella che ti insegna a correre sui sassi per arrivare dove devi e non più a scappare. E' quella solitudine che nel buio della notte ti chiederà di essere paziente, di accettare la sofferenza ancora un pò. Ci sarà un altro giorno, forse peggiore o forse migliore. Non si sa con certezza. Ma per questo hai una pelliccia folta due corna dure e delle zampe veloci. Non ti occorre altro.
La vita può toglierti e darti tutto. Può farti sentire dalla stessa mano che ti ha accarezzato il dolore più estremo. Può farti sentire la fame e dopo la fame altra fame ancora senza fermarsi. Può continuare a farti cadere e lasciarti al freddo senza un senso ne una ragione vera. A volte ti va cosi e basta. Ti lascerà i lividi e gli incubi che non se ne andranno mai, perchè furono giorni di verità. Non andranno mai via sono la parte oscura di te. Però, è dentro il nostro cuore possiamo scegliere da che parte stare e credendoci fino in fondo senza mai arrendersi possiamo ritrovare la nostra serenità, quella che la violenza ha provato a toglierci. Quella che difenderemo sempre a costo di soffrire ancora .
Quella notte egli mi apparse per chiedermi di fare la mia, cosi scelsi e feci la mia promessa.
La promessa che qualunque sarebbe stata la notte avrei contato spòp sulle mie zampe, sulla pelliccia e sulle corna. Avrei trovato la mia via tra le rocce. Col tempo, senza fretta e solo, come lo stambecco.
Ora re indiscusso delle pietre. Libero dal male.
Grazie montagna.
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pietroalviti · 10 months ago
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Ceccano, Franz si accanisce ancora su Castel Sindici
Scritte sulla parete nord del Castello, quella sormontata dalla torre, discendenti in rame distrutti, coperture in asfalto strappate. staccionate divelte ormai dappertutto, cestini portaimmondizie fatti a pezzi, fontane in pietra colorate con vernici in acrilico, percorso botanico ormai inservibile, come pure lo è il percorso per disabili: questa la sommaria situazione del parco di Castel Sindici…
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dimensionesogno · 1 year ago
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IN NOME DELLA PIA
In un letto di spine spinate giace la Pia. E’ appena caduta dalle mura del maniero di Nello dei Pannocchieschi, in quel Castel di Pietra, in Maremma, un castello arcinoto per i suoi fantasmi in ghingheri bianchi e neri. Ricordati di me che son la Pia, Siena mi fè, disfecemi Maremma. In un letto di fuoco il Sommo poetastro la colse e la depose sopra la pubblica coscienza mettendola in versi aulici…
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personal-reporter · 1 year ago
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Castel del Monte
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Situato a pochi chilometri dalla città di Arezzo, Castel del Monte è uno dei monumenti più importanti dell'area circostante. Questo antico castello medievale, situato sulla cima di una collina, domina la Valle dell'Arno ed è uno dei simboli più rappresentativi del patrimonio storico-culturale della regione Toscana. La storia del Castel del Monte risale al X secolo, quando venne costruito per proteggere la città di Arezzo dalle invasioni barbariche. Nel corso dei secoli, il castello subì numerose trasformazioni e ampliamenti, diventando un importante punto di difesa e un centro politico e amministrativo. Oggi il Castel del Monte si presenta come un grande edificio a forma di pentagono, sui cui cinque lati si aprono le cinque torri che caratterizzano la sua architettura. Il castello è costruito in pietra ed è delimitato da una grande cinta muraria, con un fossato che lo separa dal resto del territorio. L'interno del castello è composto da numerose sale e camere, con affreschi e decorazioni che testimoniano l'eleganza e la bellezza dell'epoca medievale. Nel cuore del castello si trova una grande corte interna, circondata da una serie di portici in cui si svolgevano le attività cittadine e le funzioni religiose. Il Castel del Monte di Arezzo è una delle maggiori attrazioni turistiche della regione, grazie alla sua architettura unica e alla sua storia millenaria. Numerose sono le attività che è possibile svolgere all'interno del castello, tra cui visite guidate, mostre e manifestazioni culturali. Una delle attrazioni più apprezzate dai visitatori è senza dubbio la vista dalla sommità del castello, da cui è possibile ammirare la bellezza della Valle dell'Arno e le colline circostanti. Numerosi sono anche gli eventi che si svolgono nel corso dell'anno, tra cui l'importante Fiera Antiquaria di Arezzo, che richiama appassionati da tutto il mondo. Il Castel del Monte di Arezzo è inoltre circondato da un suggestivo paesaggio naturale, che offre ai visitatori l'opportunità di fare escursioni e passeggiate alla scoperta della flora e della fauna locali. Rappresenta uno dei luoghi storici più importanti della Toscana, grazie alla sua architettura unica e alla sua lunga storia millenaria. Una visita al castello è un'esperienza unica e suggestiva, che consente ai visitatori di immergersi nella cultura e nella storia del territorio toscano, tra arte, natura e tradizioni. Read the full article
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bergamorisvegliata · 1 year ago
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I LUOGHI DELL'ANIMA
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L'anima in questi giorni ci porta all'interno di uno dei borghi più suggestivi e splendidi d'Italia, oltre a costituire una sorta di angolo ai più sconosciuto dal momento che non appare nemmeno segnato come meta turistica: si tratta di Finalborgo, piccolissimo centro ligure in provincia di Savona, e già il luogo geografico basterebbe ad attirare visitatori per via di un paesino incastonato tra l'entroterra e il Mar Ligure...Buona lettura!
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Il nome Deriva da Burgum Finarii, terra di confine (ad fines) ai tempi dei Romani e centro amministrativo del marchesato dei Del Carretto tra il XIV e il XVI secolo.
La storia 113 a.C., viene costruita la via Julia Augusta, che entra nel finalese dalla Valle di Ponci, dove ancora si notano cinque ponti romani. XII sec., l’origine del borgo è in genere fatta risalire all’epoca del marchese Enrico I Del Carretto detto il Guercio (morto nel 1185), ma recenti scoperte archeologiche retrodatano la sua fondazione di qualche secolo. 1300 ca.-1598, Finalborgo è governata, dall’alto di Castel Gavone, dalla famiglia Del Carretto, parte della medievale marca degli Aleramici, la quale lascia nella capitale del marchesato palazzi, chiese, castelli, fortificazioni e un convento dagli splendidi chiostri e dai sontuosi saloni. Le mura di cinta sono distrutte nel 1449 dai genovesi (alla cui influenza i Del Carretto cercano sempre di sottrarsi) e riedificate nel 1452. 1598-1713, è il periodo della dominazione spagnola. Il marchesato, venduto alla Spagna, diventa per tutto il Seicento un territorio strategico che permette il controllo del Nord Europa attraverso lo Stato di Milano. Gli spagnoli valorizzano l’importante punto di sbarco della Marina, realizzano nuove vie di comunicazione come la Strada Beretta (1666) e attuano una generale ristrutturazione del sistema difensivo del borgo, grazie al Forte San Giovanni (1640-44) e al rafforzamento di Castel Govone. 1713, il marchesato è ceduto a Genova e il passaggio all’antico nemico chiude la fase di prosperità vissuta sotto la Spagna. Simbolo della fine di un’epoca è la distruzione di Castel Govone da parte dei genovesi nel 1715. 1740, alla morte dell’imperatore Carlo VI, Finale è coinvolta nelle vicende della guerra di successione austriaca che vede in campo austriaci, piemontesi e inglesi contro Borboni, francesi e spagnoli. 1748, la pace di Aquisgrana pone definitivamente Finale sotto Genova e tale rimarrà formalmente sino al 1795 quando, con l’arrivo dei francesi, il marchesato viene abolito e Finale segue le sorti della Repubblica Ligure, e infine quelle dei Savoia e del Regno d’Italia.
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Un’antica fontana, una loggia, un portale imponente, un’edicola votiva, un chiostro, il particolare di un portone o una piazzetta raccolta: l’aria di Liguria che si respira a Finalborgo è una brezza marina odorosa di rosmarino e di timo, un silenzio trasparente, traforato di luce.
Un vecchio, quieto borgo, questo di Finale, che fu capitale del marchesato, e che ancora conserva, nei bei palazzi, un po’ della boria dei dominatori spagnoli, aggrappata a un ornamento, uno stemma, un portale in ardesia. Se nella splendida balaustra marmorea della basilica di San Biagio, vorremmo essere un angelo che sistema la tovaglia, fuori ci emozioniamo per i colori liguri, sfumati dal tempo. Le tinte e le mezze tinte dei palazzi nelle sere estive assecondano un desiderio fluttuante, tra mare e collina, simile al vivere di qui.
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Chiuso tra mura medievali ancora ben conservate, intervallate da torri semicircolari e interrotte solo in corrispondenza delle porte, il Borgo di Finale (così detto per distinguerlo dalla Marina) offre subito al visitatore una sensazione di protezione e raccoglimento. L’antica concezione difensiva e comunitaria sopravvive nel reticolato delle vie, disposte perpendicolarmente tra loro a formare scorci affascinanti in spazi contenuti. Percorsi gli stretti vicoli, ogni piazza è una conquista e una sorpresa, in grado di esibire meraviglie nella “pietra del Finale”, l’ardesia che adorna portoni, si modella in colonne, diamanti, ornamenti. Se i grandi monumenti (i palazzi rinascimentali e barocchi, la basilica di San Biagio, il complesso di Santa Caterina e – fuori le mura – Forte San Giovanni e Castel Gavone) esprimono, per così dire, la forza e la vanità del borgo, i negozi e le botteghe artigiane ne rappresentano la vivacità. Questo è, infatti, un luogo vivo, abitato, dove le piazze moltiplicano i momenti d’aggregazione e le attività commerciali (un patrimonio di creatività plasmato nella pietra del Finale, nella ceramica, nel vetro e nel ferro) si integrano armoniosamente nel tessuto urbano. Il borgo è impreziosito dai palazzi quattrocenteschi e di epoca rinascimentale, modificati nel periodo della dominazione spagnola. Il Palazzo del Municipio, in origine della famiglia Ricci, è uno dei migliori esempi di architettura del primo Rinascimento in Liguria, come annuncia lo splendido portale; Palazzo Cavassola (ospitò papa Pio VII) e Palazzo Gallesio illustrano alla perfezione le concezioni decorative della Finale del Seicento; Palazzo Brunengo in piazza Aycardi si contraddistingue per la bella loggia a doppia arcata (Loggia di Raimondo) e il grande stemma familiare, ormai poco visibile; denuncia già nella facciata le complesse trasformazioni subite in varie epoche il Palazzo del Tribunale 
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nell’omonima piazza, che fu dimora dei Del Carretto, quindi dei Governatori spagnoli e genovesi, sede del Tribunale del Circondario e infine della Pretura; Palazzo Aycardi ha una fronte con motivi ornamentali secondo il gusto settecentesco e Palazzo Arnaldi vanta una straordinaria facciata in stile rococò, movimentata da stucchi; sulla stessa piazza si affaccia Palazzo Messea e in piazzetta Doria si trova Palazzo Chiazzari. Il monumento più importante di Borgo è la Basilica di San Biagio, sontuoso esempio di architettura barocca realizzato nel XVII secolo sulla precedente chiesa medioevale (1372), di cui conserva l’abside e l’ardito campanile tardo gotico (1463) a forma ottagonale, leggermente pendente, dalle numerose e sottili bifore su ogni lato. La facciata è rimasta incompiuta in pietra grezza mentre l’interno a tre navate colpisce per la grandiosità e la ricchezza delle decorazioni. Proveniente dalla chiesa di Santa Caterina, come altre opere e pale d’altare, si trova nella navata centrale il mausoleo di Giovanni Andrea Sforza Del Carretto, l’ultimo dei marchesi morto nel 1604. Eccezionali sono le sculture attribuite allo Schiaffino: la balaustra in marmo di Carrara e il pulpito che rappresenta la visione di Ezechiele.
Le origini della Chiesa di Santa Caterina e del complesso
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domenicano di Finalborgo si collocano intorno al 1360, dopo la morte del marchese Giorgio I Del Carretto, quando la vedova sentì la necessità di una chiesa gentilizia destinata ad accogliere le spoglie mortali dei membri della famiglia marchionale. Il convento ha subito negli anni profonde modifiche: dal 1863 al 1964 è stato trasformato in carcere, ma la sua bellezza è rimasta intatta, come possono testimoniare, dopo il recente recupero, i due splendidi chiostri rinascimentali realizzati tra il ’400 e il ’500.
Il Teatro Aycardi, inserito dal FAI tra i monumenti italiani da tutelare, fu la prima sala di spettacoli costruita in Liguria durante il periodo napoleonico e in quasi due secoli di vita ha ospitato drammi lirici, concerti e spettacoli di prosa, tra cui, nel 1845, l’opera L’empirico e il masnadiero, commissionata ad artisti liguri dalla locale Accademia Filarmonica.
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Altre informazioni su Finalborgo, su altri luoghi da visitare nei dintorni, sui piatti tipici locali le potete trovare al seguente link:
...infine, curiosamente, la Basilica di San Biagio
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ha ispirato in buona parte una conoscenza di "Bergamo Risvegliata", Ilaria Pugni che ha tratto ispirazione anche da figure, bassorilievi, stemmi che rimandano alle carte dei tarocchi a loro volta rappresentative dei 12 portali facenti parte del suo libro:
"Oltremond e i 12 portali".
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Genova, protezione civile: introdotta allerta valanghe in Liguria
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Genova, protezione civile: introdotta allerta valanghe in Liguria. “Regione Liguria, tramite Arpal, potrà diramare allerte per potenziali valanghe. Sono 41 i comuni montani o dell’entroterra, da Ponente a Levante, classificati come a rischio, cioè in cui esistono infrastrutture esposte in caso di valanga. Sono invece 57 quelli in cui sussiste un pericolo valanghe, un livello di pericolosità inferiore rispetto al rischio: in questi casi ad essere esposte non solo infrastrutture, ma sentieri”. Così l’assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone dopo l’approvazione in Giunta della “Carta del Rischio Valanghe” e degli “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento regionale e per la pianificazione di protezione civile territoriale nell’ambito del rischio valanghe”. “Negli ultimi anni – spiega Giampedrone – il nostro impegno per la prevenzione e la diffusione della cultura di Protezione civile e della consapevolezza è stato costante. È bene non sottovalutare mai, in nessun caso, i pericoli derivanti o collegati a eventi atmosferici che possono avere ripercussioni importanti al suolo, ed è bene prevenire e diramare messaggi di attenzione e cautela, in caso di situazione potenzialmente pericolosa, anche sul fronte della neve e del rischio valanghe, eventi che possono colpire in particolare le nostre valli e le zone montane e che non vanno assolutamente sottovalutati. La Liguria infatti – conclude – in una scala da 1 a 3, è classificata di livello 2 per quanto riguarda il rischio valanghe, cioè un luogo in cui la problematica riveste carattere prevalentemente locale, pur essendo comunque da non trascurare”. I 41 comuni della Liguria indicati nella Carta del rischio valanghe sono: Armo, Aurigo, Baiardo, Castel Vittorio, Cosio di Arroscia, Dolcedo, Isolabona, Mendatica, Molini di Triora, Montalto Carpasio, Montegrosso Pian Latte, Murialdo, Nasino, Pieve Di Teco, Pigna, Pornassio, Rezzo, Rocchetta Nervina e Triora in provincia di Imperia, tutti comuni che rientrano nel settore Alpi Liguri sud; di Bardineto, Bormida, Calizzano e Tiglieto in Provincia di Savona (i primi tre nel settore Alpi Liguri sud, il quarto nel settore Appennino Ligure); di Fascia, Favale di Malvaro, Genova, Lorsica, Masone, Montoggio, Ne, Neirone, Propata, Rezzoaglio, San Colombano Certenoli, Santo Stefano d’Aveto, Torriglia e Valbrevenna in provincia di Genova e Varese Ligure in provincia della Spezia, tutti questi ultimi rientranti nel settore Appennino Ligure. A questi 41 si sommano ulteriori 57 comuni esposti al solo pericolo valanghe, per un totale di 98. Si tratta di Airole, Aquila di Arroscia, Badalucco, Boissano, Borghetto di Arroscia, Borgomaro, Calice Ligure, Castelbianco, Castelvecchio Di Rocca Barbena, Cesio, Chiusanico, Dolceacqua, Erli, Giustenice, Magliolo, Mallare, Massimino, Osiglia, Prelà, Rialto, Roccavignale, Taggia, Testico, Vasia e Vessalico in provincia di Imperia; Pietra Ligure, Stellanello, Toirano, Vendone, Pontinvrea, Roccavignale, Urbe, Varazze e Sassello in provincia di Savona; Arenzano, Bargagli, Busalla, Campomorone, Cogoleto, Crocefieschi, Fontanigorda, Gorreto, Isola Del Cantone, Lumarzo, Mezzanego, Moconesi, Orero, Montebruno, Rossiglione, Rovegno, Vobbia e Savignone nella Città metropolitana di Genova; Calice al Cornoviglio, Maissana, Rocchetta di Vara, Zignago e Sesta Godano in provincia della Spezia. Le allerte saranno emesse da Arpal e adottate e diramate dalla Regione, in base ai livelli di pericolo indicati dalla combinazione tra il Bollettino Neve e Valanghe del Servizio METEOMONT dei Carabinieri e i livelli di criticità del Bollettino di Criticità Valanghe combinati tra loro.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lafavolaincantata1997 · 2 years ago
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the-paintrist · 4 years ago
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Pompeo Molmenti - Pia de' Tolomei Being Led to Maremma - 1853
Pia de' Tolomei was an Italian noblewoman from Siena.
According to a tradition recorded by early commentators on Dante's Divine Comedy, she can be identified as the 'Pia' mentioned in Canto V of Purgatory, where Dante and Virgil meet those were penitent at the time of their sudden violent deaths – her tale follows that of Bonconte da Montefeltro. She states that she came from Siena and was killed by her husband in the Maremma:
Do thou remember me who am the Pia; Siena made me, unmade me Maremma; He knoweth it, who had encircled first, Espousing me, my finger with his gem.
She refers bitterly to her murderer for his disregard of his marital vows to her and briefly tells Dante her story. She asks the poet – once he has rested from his long journey – to remember her among the living and thus speed her journey through Purgatory. Dante uses the name 'la Pia' not 'Pia', underlining the familiarity between them. She also asks him to pray for her since she knows none of her family do so.
The identification of this 'Pia' with Pia de' Tolomei is now almost universally accepted, although conclusive documentary proof of this has yet to be found. Early commentators on the poem noted that she was to be identified as a woman of the Tolomei family in Siena, wife of Nello dei Pannocchieschi, lord of Castel di Pietra in Maremma, podestà of Volterra and Lucca, captain of the Guelph Taglia from 1284 and alive until at least 1322 (the year he made his will). There is also a surviving record of his second marriage, as a widower, to Margherita Aldobrandeschi, countess of Sovana and Pitigliano. They had one son, Binduccio or Bindoccio, who was murdered, aged thirteen, when Orsini assassins, threw him down a well in Massa Marittima.
The surviving archives do not name Nello's first wife, but she has been identified as Pia. Nello owned Castel di Pietra in Maremma, where it has been suggested he murdered Pia in 1297, either after she found out he was having an affair with Aldobrandeschi or to clear the way for his second marriage. Among the early commentators, Jacopo della Lana, l'Ottimo and Francesco di Bartolo claim that she may have been killed for some crime, while Benvenuto and an anonymous Florentine of the 14th century assert it was due to her husband's jealousy.
Against this identification, the Tolomei family had no daughters or nieces named Pia in Nello's time. However, one male of the family did marry a woman named Pia Malavolti – the marriage did not last long (she had many lovers) and so the Tolomei decided to have Nello, the head of the family, remove her to Maremma, where she died in misery, possibly murdered. A closely related theory is that Pia was born a Malvoti and entered the Tolomei family by her marriage to Baldo d'Aldobrandino de' Tolomei. According to this story, Pia was accused of adultery by her husband, then kidnapped by Nello and taken to Maremma, where she died.
Pompeo Marino Molmenti (8 November 1819, Villanova in Motta di Livenza – 17 December 1894, Venice) was an Italian painter.
He was born in Friuli to Francesco Molmenti, an engineer of comfortable means, who had followed his older brother, Ettore, to Venice. When he was orphaned as a boy, Pompeo was cared for by his uncle Ettore, who encouraged his studies. In 1834, he was enrolled in the Accademia di Belle Arti di Venezia to study under Ludovico Lipparini, Odorico Politi, and Michelangelo Grigoletti. As a student he painted a Murder of Caesar.
One of his early patrons was Count Spiridione Papadopoli (1799-1859) and his wife, Teresa Mosconi, who owned a villa in Villanova, not far from Molmenti's birthplace. As a young man, he had painted a Death of Othello for the Papadopoli family. A second version was completed in 1866. During 1835 to 1840, Molmenti painted a Madonna and child for a lunette at the private oratory of the Papadopolis, which recalled the Renaissance Madonna Giovanelli of Giovanni Bellini. He painted a Santa Teresa (now lost) for the countess, and a San Paolo (destroyed) for the church of San Polo di Piave.
From 1843 to 1844, he accompanied the Duke Saverio di Blancas on a trip through Syria and Greece. During this time he drew many Arab subjects, and painted The Departure of Tobias with Rachel from the House of Laban for his patron Count Papadopoli and Sara gives Agar as wife to Abraham. He then traveled to Florence, Rome, Paris, and Munich. During 1848-1849, he participated in some of the patriotic uprisings.
In 1850, he displayed three paintings: Cimabue discovers in Giotto the Genius of Painting (now lost), a Holy Family copied from the Raphael painting Madonna della seggiola, and a Virgin and child and a St Ursula for the church of Sant'Orsola of Conegliano, now displayed in the duomo. He painted an Immaculate Conception for Malo near Vicenza; a Martyrdom of Santa Filomena for Vidor; a San Rocco for a church of Palmanova; and Jesus gives the key to St Peter for Fontanelle.
In 1851, he became professor at the Academy of Fine Arts, Venice and worked alongside Pietro Selvatico to reform the institution. Among his pupils were Antonio Beni, Giacomo Favretto, Luigi Nono, Bressanesi, Luigi Pastega, Egisto Lancerotto, Tranquillo Cremona, Napoleone Nani, Silvio Rotta and Ettore Tito.[6] He was knighted for the Order of the Crown of Italy.
In 1853 he exhibited a painting on the subject of Pia de' Tolomei, commissioned by the architect Count Giacomo Franco [ and now in the Museo Civico di Castelvecchio. He also painted an Arrest of Filippo Calendario (1854) commissioned by Princess Giovanelli.
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stilouniverse · 8 months ago
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Leggende toscane
Castel di Pietra e la leggenda della Pia La leggenda della Rocca di Crevole La leggenda di Margherita Marsili Il Sasso di San Zanobi e la sua leggenda Il castello di Romena fra poesia e leggenda Castagnata del Diavolo: un piatto legato a una leggenda Abbazia di San Salvatore e la leggenda di re Rachis Cinque leggende toscane  
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thegianpieromennitipolis · 3 years ago
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SENSI DELL'ARCHITETTURA - di Gianpiero Menniti
"IL RE DI PIETRA"
Il “Liber Augustalis”, meglio conosciuto come le “Costituzioni di Melfi”, volute da Federico II, re di Sicilia e Imperatore del Sacro Romano Impero nei primi anni del XIII secolo e fino alla morte avvenuta nel 1250, contemplano l’istituto giuridico della “defensa”.  L’introduzione di questo elemento normativo aveva uno scopo molto originale ed innovativo: coloro che avessero invocato il nome del re mentre stavano subendo un’aggressione, avrebbero ottenuto per i violenti una giustizia molto più severa e cruenta poiché il reato sarebbe stato compiuto, simbolicamente e per effetto dell’invocazione, contro la figura sacra del re difensore del popolo.  L’atto giuridico è sempre il riflesso del sorgere di un esigenza culturalmente sentita o imposta per imperio politico.  Così, negli anni di regno di Federico II, in continuità con la tradizione amministrativa normanna che egli aveva ereditato (esiste una querelle sull’effettivo spirito innovativo di Federico, ritenuto da alcuni storici il continuatore di un’intuizione dovuta ai sovrani normanni ed in particolare a Ruggero II), l’affermazione del potere regio transita anche da certa architettura: il castello è “il Re di pietra”, si potrebbe dire, l’immagine di valenza retorica imponente del ruolo immanente del sovrano in grado di estendere la propria presenza sul territorio del regno con quelle che variamente assumono la controversa funzione di residenze di caccia, osservatorio astronomico o altro ancora ma che sono, sostanzialmente, costruzioni militari difensive e di controllo.  Per Castel del Monte la questione rimane aperta, non esiste una precisa caratterizzazione della struttura e non c’è una datazione certa: intorno al 1240 circa potrebbe essere stato avviato il cantiere ovvero realizzata parte dell’edificio.  Ma il senso del suo apparire come un’astronave antica sulla sommità di una collina dalla quale domina l’alta Murgia, in Puglia, in quella che era ed è una frazione del Comune di Andria, è legato al concetto di potestà reale.  Siamo in un’epoca nella quale le monarchie europee da tempo hanno avviato ed in parte realizzato un recupero di sovranità rispetto ai poteri localistici signorili la cui rilevanza e diffusività, tuttavia, permane quale tratto culturale afferente la difesa, l’esercizio delle armi, antico retaggio delle scorrerie dei secoli IX e X. Questa rappresentazione del potere attraverso la forza militare e la protezione dei re legislatori, offre contenuti di certezza nuovi, in linea con lo sviluppo di ceti proto-borghesi che si affermano dovunque nell’Europa cristiana ed in coincidenza con la fase matura delle autonomie comunali italiane.  L’esigenza di garantire alla monarchia la prevalenza degli istituti giuridici e politici è quindi molto sentita da un sovrano come Federico II che non a caso impone ai comuni del regno meridionale la soggezione al potere reale impedendo (sempre nella tradizione normanna) forme di autonomia locale e comunale attraverso una gerarchica ed efficiente struttura burocratica: in essa si può riconoscere una personalità statale ante-litteram, con un rilievo etico della funzione che pone la monarchia in un contesto di assolutismo illuminato.  Il castello reale è, dunque, il segno tangibile, evidente, imponente di un dominio inoppugnabile.  La pianta ottagonale di Castel del Monte riflette in particolare quest’imponenza: di 56 metri è il diametro complessivo; oltre 10 metri la lunghezza di ognuno degli otto lati intervallati dalle otto torri anch’esse ottagonali del diametro di quasi otto metri ciascuna; di quasi 18 metri il diametro dell’ottagono interno che costituisce il cortile del castello.  Il tutto proiettato in elevazione fino ai quasi 25 metri delle torri ed agli oltre 20 metri delle pareti perimetrali.  Un po’ troppo per una residenza di caccia o qualunque altra cosa che non sia essenzialmente una fortificazione militare connotata politicamente. Un’architettura che possiede una forte impronta geometrica, una severità del tratto stilistico che la rende originale ma che, secondo diverse interpretazioni, non sfugge ad influenze classiche romane, ai contenuti concettuali asciutti e funzionali dell’architettura cistercense, a suggestioni mediorientali assorbite durante la VI crociata tra il 1227 ed il 1229.  Certamente il complesso e funzionale sistema idraulico interno è di concezione araba.  Qualche cenno tra il romanico ed il gotico s’insinua nel disegno del portale principale d’ingresso e delle finestre sulle facciate, oltre che nelle coperture con archi costolonati delle volte a crociera.  Simbolismi di carattere astronomico?  Forse evidenti, forse solo possibili per la vasta eco connessa al ruolo ed alle attività di Federico II e della sua corte, nell’alveo ampio ed affascinante di contenuti leggendari sorti in un’età prestata a riflessi simbolici metafisici, effetto di una miope ricerca di significati ben lontana dalla consapevolezza nichilista moderna che ripiana le pur robuste escrescenze medievali. 
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goalhofer · 3 years ago
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2020 Olympics Italy Roster
Diving
Lorenzo Marsaglia (Rome)
Giovanni Tocci (Cosenza)
Noemi Batki (Trieste)
Sarah Jodoin-Di Maria (Rome)
Elena Bertocchi (Rome)
Chiara Pellacani (Rome)
Gymnastics
Ludovico Edalli (Busto Arsizio)
Marco Lodadio (Frascati)
Alice D’Amato (Genoa)
Asia D’Amato (Genoa)
Vanessa Ferrari (Genivolta)
Martina Maggio (Villasanta)
Lara Mori (Montevarchi)
Alexandra Agiurgiuculese (Udine)
Milie Baldassarri (Ravena)
Alessia Maurelli (Rivoli)
Martina Centofanti (Rome)
Martina Santandrea (Bentivoglio)
Agnese Duranti (Spoleto)
Daniela Mogurean (Padua)
Karate
Angelo Crescenzo (Sarno)
Luigi Busà (Avola)
Mattia Busato (Mirano)
Viviana Bottaro (Rome)
Silvia Semeraro (Faggiano)
Pentathlon
Elena Micheli (Rome)
Alice Sotero (Asti)
Sailing
Giulio Calabrò (Rome)
Giacomo Ferrari (Rome)
Mattia Camboni (Rome)
Ruggero Tita (Rovereto)
Bianca Caruso (Rome)
Caterina Banti (Rome)
Silvia Zennaro (Chioggia)
Elena Berta (Rome)
Marta Maggetti (Cagliari)
Shooting
Tammaro Cassandro (Capua)
Gabriele Rossetti (Florence)
Lorenzo Bacci (Firenze)
Tommaso Chelli (Livorno)
Mauro De Filippis (Taranto)
Marco De Nicolo (Legnano)
Ricardo Mazzetti (Busto Arsizio)
Paolo Monna (Fasano)
Marco Suppini (Porretta Terme)
Diana Bacosi (Città Della Pieve)
Chiara Cainero (Udine)
Sofia Ceccarello (Lugo)
Jessica Rossi (Cento)
Silvana Stanco (Winterthur, Switzerland)
Softball
Alexia Lacatena (Byram Township, New Jersey)
Ilaria Cacciamani (Macerta)
Greta Cecchetti (Bollate)
Elisa Cecchetti (Bollate)
Marta Gasparotto (Monfalcone)
Erika Piancastelli (Carlsbad, California)
Andrea Filler (Ft. Wayne, Indiana)
Amanda Fama (Anaheim, California)
Giulia Longhi (Bussolengo)
Andrea Howard (Albuquerque, New Mexico)
Emily Carosone (Orlando, Florida)
Giulia Koutsoyanopoulos (Mission Viejo, California)
Fabrizia Marrone (Bussolengo)
Laura Vigna (Chieri)
Beatrice Ricchi (Rimini)
Climbing
Ludovico Fossali (Vignola)
Michael Piccolruaz (Bolzano)
Laura Rogora (Rome)
Swimming
Alberto Razzetti (Lavagna)
Federico Burdisso (Pavia)
Thomas Ceccon (Thiene)
Marco De Tullio (Bari)
Gabriele Detti (Livorno)
Nicolò Martinenghi (Varese)
Gregorio Paltrinieri (Carpi)
Mario Sanzullo (Massa Di Somma)
Domenico Acerenza (Potenza)
Stefano Ballo (Bolzano)
Giacomo Carini (Piacenza)
Santo Condorelli (Lake Oswego, Oregon)
Stefano Di Cola (San Benedetto Del Tronto)
Pier Matteazzi (Veneto)
Alessandro Miressi (Turin)
Federico Poggio (Voghera)
Matteo Restivo (Udine)
Simon Sabbioni (Rimini)
Lorenzo Zazzeri (Florence)
Manuel Frigo (Cittadella)
Matteo Ciampi (Rome)
Filippo Megli (Florence)
Rachele Bruni (Florence)
Martina Caramignoli (Rieti)
Martina Carraro (Genoa)
Sara Franceschi (Livorno)
Margherita Panziera (Montebelluna)
Federica Pellegrini (Mirano)
Benedetta Pilato (Taranto)
Simona Quadarella (Rome)
Ilaria Bianchi (Castel San Pietro Terme)
Ilaria Cusinato (Cittadella)
Elena Di Liddo (Bisceglie)
Francesca Fangio (Livorno)
Anna Mascolo (Florence)
Stefania Pirozzi (Benevento)
Giulia Vetrano (Turin)
Arianna Castiglioni (Busto Arsizio)
Linda Cerruti (Savona)
Costanza Ferro (Genoa)
Beatrice Callegari (Castelfranco Veneto)
Domiziana Cavanna (Pietra Ligure)
Francesca Deidda (Cagliari)
Costanza Di Camillo (Rome)
Gemma Galli (Melzo)
Enrica Piccoli (Castelfranco Veneto)
Taekwondo
Vito Dell’Aquila (Mesagne)
Simon Alessio (Livorno)
Wrestling
Frank Chamizo (Rome)
Abraham Conyedo (Rome)
Archery
Mauro Nespoli (Voghera)
Tatiana Andreoli (Venaria Reale)
Lucilla Boari (Mantua)
Chiara Rebagliati (Savona)
Athletics
Lamont Jacobs; Jr. (Rome)
Filippo Tortu (Milan)
Eseosa Desalu (Casalmaggiore)
Antonio Infantino (London, U.K.)
Davide Re (Milan)
Edoardo Scotti (Lodi)
Yeman Crippa (Trento)
Paolo Dal Molin (Belluno)
Hassane Fofana (Gavardo)
Alessandro Sibilio (Naples)
Amed Abdelwahed (Rome)
Ala Zoghlami (Palermo)
Osama Zoghlami (Palermo)
Lorenzo Patta (Oristano)
Vladimir Aceti (Giussano)
Yassine El Fathaouli (Belfaa, Morocco)
Eyob Faniel (Bassano Del Grappa)
Yassine Rachik (Casablanca, Morocco)
Francesco Fortunato (Andria)
Massimo Stano (Palo Del Colle)
Federico Tontodonati (Turin)
Andrea Agrusti (Sassari)
Teodorico Caporaso (Benevento)
Marco De Luca (Rome)
Filippo Randazzo (Cattagirone)
Tobia Bocchi (Parma)
Andrea Dallavalle (Piacenza)
Chiebuke Ihemeje (Verdellino)
Stefano Sottile (Borgosesia)
Gianmarco Tamberi (Civitanova Marche)
Claudio Stecchi (Bagno A Ripoli)
Leonardo Fabbri (Bagno A Ripoli)
Nick Ponzio (San Diego, California)
Zane Weir (Westville, South Africa)
Giovanni Faloci (Umbertide)
Anna Bongiorni (Pisa)
Vittoria Fontana (Gallarate)
Gloria Hooper (Villafranca Di Verona)
Dalia Kaddari (Cagliari)
Elena Bellò (Schio)
Federica Del Buono (Vicenza)
Gaia Sabbatini (Teramo)
Nadia Battocletti (Cles)
Luminosa Bogliolo (Albenga)
Elisa Di Lazzaro (Trieste)
Eleonara Marchiando (Aosta)
Linda Olivieri (Turin)
Yadis Matrone (Sicignano Degli Alburni)
Zaynab Dosso (Rome)
Johanelis Herrera (Vicenza)
Irene Siragusa (Poggibonsi)
Rebecca Borga (Treviso)
Maria Chigbolu (Rome)
Ayomide Folorunso (Fidenza)
Raphaela Lukudo (Modena)
Alice Mangione (Niscemi)
Petra Nardelli (Bolzano)
Anna Polinari (Verona)
Gia Butler (Los Angeles, California)
Giovanna Epis (Venice)
Eleonora Giorgi (Milan)
Antonella Palmisano (Mottola)
Valentina Trapletti (Magenta)
Dariya Derkach (Pagani)
Alessia Trost (Pordenone)
Elena Vallortigara (Schio)
Roberta Bruni (Rome)
Elisa Molinarolo (Soave)
Daisy Osakue (Turin)
Sara Fantini (Fidenza)
Basketball
Marco Spissu (Sassari)
Nicco Mannion (Phoenix, Arizona)
Stefano Tonut (Cantù)
Danilo Gallinari (Sant’Angelo Lodigiano)
Nicolò Melli (Reggio Emilia)
Simon Fontecchio (Pescara)
Amedeo Tessitori (Pisa)
Giampaolo Ricci (Rome)
Riccardo Moraschini (Cento)
Michel Vitali (Bologna)
Achille Polonara (Ancona)
Alessandro Pajola (Ancona)
Chiara Consolini (Peschiara Del Garda)
Rae D’Alie (Waterford, Wisconsin)
Marcella Filippi (Bergamo)
Giulia Rulli (Rome)
Boxing
Giordana Sorrentino (Rome)
Irma Testa (Torre Annunziata)
Rebecca Nicoli (Nicoli)
Angela Carini (Naples)
Canoeing
Giovanni De Gennaro (Brescia)
Manfredi Rizza (Pavia)
Luca Beccaro (Monsélice)
Samuele Burgo (Siracusa)
Marta Bertoncelli (Ferrara)
Stefi De Gennaro (Brescia)
Francesca Genzo (Trieste)
Cycling
Alberto Bettiol (Castelfiorentino)
Damiano Caruso (Ragusa)
Giulio Ciccone (Chieti)
Filippo Ganna (Verbania)
Gianni Moscon (Trento)
Vincenzo Nibali (Messina)
Simon Consonni (Ponte San Pietro)
Francesco Lamon (Mirano)
Jonathan Milan (Tolmezzo)
Elia Viviani (Isola Della Scala)
Luca Braidot (Gorizia)
Nadir Colledani (San Daniele Del Friuli)
Gerhard Kerschbaumer (Bressanone)
Giacomo Fantoni (Zevio)
Marta Bastianelli (Velletri)
Marta Cavalli (Cremona)
Elisa Longo-Borghini (Ornavasso)
Soraya Paladin (Treviso)
Martina Alzini (Legnano)
Rachele Barbieri (Pavullo Nel Frignano)
Martina Fidanza (Ponte San Pietro)
Vittoria Guazzini (Pontedera)
Letizia Paternoster (Cles)
Elisa Balsamo (Cuneo)
Eva Lechner (Bolzano)
Equestrian
Francesco Zaza (Monza)
Emmanuele Guadiano (Matera)
Susanna Bordone (Milan)
Vittoria Panizzon (Rome)
Arianna Schivo (Turin)
Fencing
Marco Fichera (Acireale)
Enrico Garozzo (Catannia)
Andrea Santarelli (Foligno)
Gabriele Cimini (Pisa)
Andrea Cassarà (Passirano)
Alessio Foconi (Rome)
Daniel Garozzo (Acireale)
Giorgio Avola (Modica)
Enrico Berrè (Rome)
Luca Curatoli (Naples)
Luigi Samele (Foggia)
Aldo Montano (Livorno)
Rossella Fiamingo (Catania)
Federica Isola (Milan)
Mara Navarria (Carlino)
Alberta Santuccio (Catania)
Martina Batini (Pisa)
Arianna Errigo (Monza)
Alice Volpi (Siena)
Erica Cipressa (Mirano)
Martina Criscio (Foggia)
Rossella Gregorio (Salerno)
Irene Vecchi (Livorno)
Michela Battiston (Palmanova)
Golf
Guido Migliozzi (Vicenza)
Renato Paratore (Rome)
Giulia Molinaro (Camposampiero)
Lucrezia Colombotto-Rosso (Monte Carlo, Monaco)
Judo
Manuel Lombardo (Turin)
Fabio Basile (Rivoli)
Christian Parlati (Naples)
Nicholas Mungai (Pistoia)
Francesca Milani (Rome)
Odette Giuffrida (Rome)
Maria Centracchio (Castel Di Sangro)
Alice Bellandi (Brescia)
Rowing
Gennaro Di Mauro (Massa Di Somma)
Giovanni Abagnale (Gragnano)
Marco Di Costanzo (Naples)
Stefano Oppo (Oristano)
Pietro Ruta (Gravedona)
Matteo Castaldo (Naples)
Matteo Lodo (Terracina)
Bruno Rosetti (Ravenna)
Giuseppe Vicino (Naples)
Giacomo Gentili (Cremona)
Andrea Panizza (Lecco)
Luca Rambaldi (Ferrara)
Simon Venier (Latina)
Aisha Rocek (Erba)
Kiri Tontodonati (Genoa)
Chiara Ondoli (Cittiglio)
Alessandra Patelli (Conegliano)
Federica Cesarini (Cittiglio)
Valentina Rodini (Cremona)
Stefania Gobbi (Padua)
Valentina Iseppi (Gavardo)
Veronica Lisi (Padua)
Alessandra Montesano (Cassalmaggiore)
Skateboarding
Ivan Federico (Cirié)
Alessandro Mazzara (Erice)
Asia Lanzi (Bologna)
Surfing
Leonardo Fioravanti (Rome)
Table Tennis
Debora Vivarelli (Bolzano)
Tennis
Fabio Fognini (Arma Di Taggia)
Lorenzo Sonego (Turin)
Lorenzo Musetti (Monte Carlo, Monaco)
Camila Giorgi (Tirrenia)
Jasmine Paolini (Bagni Di Lucca)
Sara Errani (Bologna)
Triathlon
Gianluca Pozzatti (Trento)
Delian Stateff (Rome)
Alice Betto (Cavaria)
Angelica Olmo (Pavia)
Verena Steinhauser (Brixen)
Volleyball
Daniel Lupo (Rome)
Paolo Nicolai (Ortona)
Adrian Carambula (Rome)
Enrico Rossi (Cesenatico)
Jiří Kovář (Civitanova Marche)
Luca Vettori (Parma)
Osmany Juantorena (Trento)
Simon Giannelli (Bolzano)
Ivan Zaytsev (Spoleto)
Matteo Piano (Asti)
Massimo Colaci (Gagliano Del Capo)
Gianluca Galassi (Trento)
Riccardo Sbertoli (Milan)
Simon Anzani (Como)
Alessandro Michieletto (Desenzano Del Garda)
Daniel Lavia (Cariati)
Marta Menegatti (Rovigo)
Viktoria Orsi-Toth (Santeramo In Colle)
Indre Sorokaite (Kariya, Japan)
Ofelia Malinov (Bergamo)
Monica De Gennaro (Piano Di Sorrento)
Raphaela Folie (Bolzano)
Alessia Orro (Oristano)
Caterina Bosetti (Busto Arsizio)
Cristina Chirichella (Naples)
Anna Danesi (Brescia)
Sarah Fahr (Piombino)
Elena Pietrini (Imola)
Miriam Sylla (Palermo)
Paola Egonu (Cittadella)
Water Polo
Marco Del Lungo (Tarquinia)
Francesco Di Fulvio (Pescara)
Stefano Luongo (Chiavari)
Pietro Figlioli (Albany Creek, Australia)
Nicholas Presciutti (Rome)
Alessandro Velotto (Naples)
Vincenzo Renzuto-Iodice (Naples)
Gonzalo Echenique (Rosario, Argentina)
Niccolò Figari (Genoa)
Michaël Bodegas (La-Seyne-Sur-Mer, France)
Matteo Aicardi (Finale Ligure)
Vincenzo Dulce (Brescia)
Gianmarco Nicosia (Busto Arisizio)
Weightlifting
Davide Ruiu (Sassari)
Mirko Zanni (Podenone)
Antonino Pizzolato (Castelvetrano)
Maria Alemanno (Galatina)
Giorgia Bordignon (Gallarate)
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myanasatravelblog · 3 years ago
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🇺🇸 Until 590, the monument we all know as Castel Sant’Angelo was called the Mausoleum of Hadrian, precisely for the reason we have just talked about. In 590, however, a wave of pestilence was sweeping Rome: the archangel Michael appeared to Pope Gregory I during a procession to the Mausoleum while sheathing his sword as a sign of the end of the plague. To the most skeptical we will only say that the plague ended and that even today it is possible to see the footprints of the archangel on the stone where it appeared. Then, in honor of the archangel Michael and the good news he had brought, the Hadrian Mausoleum was called Castel Sant’Angelo and a statue depicting the angel was placed on top of the monument. 🇮🇹 Fino al 590 il monumento che tutti conosciamo come Castel Sant’Angelo si chiamava Mausoleo di Adriano, proprio per il motivo di cui abbiamo appena parlato. Nel 590 però un’ondata di pestilenza stava investendo Roma: l’arcangelo Michele apparve a Papa Gregorio I durante una processione al Mausoleo mentre rinfoderava la spada come segno della fine della peste. Ai più scettici diremo soltanto che la peste ebbe fine, e che ancora oggi è possibile vedere le impronte dell’arcangelo sulla pietra dove apparse. Quindi, in onore dell’arcangelo Michele e della buona notizia che aveva portato, il Mausoleo Adriano venne chiamato Castel Sant’Angelo e una statua raffigurante l’angelo venne collocata in cima al monumento. (presso Roma, Italia / Rome, Italy) https://www.instagram.com/p/CQ8o_TOBDtb/?utm_medium=tumblr
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📍 #italia #Roma ⠀ L’altare della patria è uno dei monumenti più famosi e fotografati di Roma. Molti romani chiamano il Vittoriano “macchina da scrivere”, ripetono che è brutto e lo associano al fascismo ma in realtà non c’entra proprio niente né con Mussolini né con il ventennio della sua dittatura. Il Vittoriano o Altare della Patria è un monumento di grandissima valenza simbolica che riunisce in sé tutti i valori dell’Italia risorgimentale e della nostra Costituzione. Questo è uno dei monumenti più emblematici della storia del nostro Paese ed è il simbolo dell’Italia D’Italia, del Risorgimento e della monarchia sabauda. La prima pietra fu posta da Umberto I di Savoia nel 1885, figlio di Vittorio Emanuele II, il primo re d’Italia. La necessità era quella di avere un monumento commemorativo estremamente simbolico per testimoniare i cambiamenti del Paese. La scelta di costruire il Vittoriano sul Campidoglio non è stata certo casuale: si tratta infatti del primo colle su cui, secondo la leggenda, fu fondata Roma nonché dove fu eretto il tempio a Giove Capitolino. Simbolicamente fu deciso di porre il Vittoriano non lontano dal Colosseo, massimo simbolo della Roma imperiale e in contrapposizione a San Pietro, che rappresentava il potere temporale dei Papi. Sempre per fare da contrappeso al potere dei papi, fu costruito pochi anni dopo il palazzo di Giustizia vicino a Castel Sant’Angelo, da sempre prigione sotto il controllo del Vaticano e perciò simbolo di un potere religioso che ormai doveva lasciare il posto all’Italia unita e laica. (presso Altare Della Patria, Roma, Italia)
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freedomtripitaly · 4 years ago
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Nei musei del nostro paese è concentrato un numero incredibile di opere d’arte, testimonianze storiche di un passato illustre, o di più passati, che va preservato e costantemente protetto, ammirato e anche riscoperto. Di seguito segnaliamo i principali musei italiani che custodiscono le opere d’arte più importanti del nostro paese, ma anche alcune piccole grandi esposizioni significative. Un’eredità non solo italiana, ma anche mondiale. La galleria degli Uffizi di Firenze La galleria degli Uffizi, detta anche galleria delle Statue e delle Pitture, è il fiore all’occhiello del patrimonio museale di Firenze, il museo più visitato d’Italia, nonché uno dei più famosi del mondo. Il percorso museale, oltre a conservare nelle sue sale le più famose opere di Giotto, Raffaello, Tiziano, Botticelli, Caravaggio, Dürer, Rubens e molti altri, comprende anche il corridoio Vasariano, le collezioni di palazzo Pitti e il giardino dei Boboli. Si consiglia, data la forte affluenza, di munirsi di un biglietto salta fila o prenotare un tour con ingresso prioritario. La galleria dell’Accademia di Firenze Il percorso museale conserva tra altre mirabili opere il celebre David (1501-1504) di Michelangelo e altre sei grandi sculture dell’artista, nonché una vasta esposizione, tra le prime al mondo, di opere pittoriche a fondo oro (Giotto, Masolino, Cimabue, Leonardo Da Vinci e altri ancora) e, infine, una pregevole collezione di antichi strumenti musicali. Per evitare che qualcosa sfugga all’attenzione, una buona idea è quella di farsi guidare nelle stanze della galleria da una guida esperta. Il museo Nazionale del Bargello di Firenze Dedicate essenzialmente alla scultura medievale e rinascimentale, le sale del Bargello ospitano alcuni capolavori di Michelangelo, Donatello, Benvenuto Cellini, mentre il complesso comprende anche le pregevoli cappelle Medicee, la chiesa di Orsanmichele, palazzo Davanzati e casa Martelli. Vista la vastità dell’esposizione, anche qui è consigliata una visita guidata. Galata, il museo del Mare di Genova Il Galata di Genova è il percorso museale più grande dell’area del Mediterraneo dedicato al mare e uno dei più moderni d’Italia. Nelle sue sale è illustrata la storia di Genova, del suo legame indissolubile con il mare e delle mille sfaccettature che questo legame porta con sé: dalle galee agli atlanti e ai globi, dai viaggi come quello di Cristoforo Colombo alla vita dei marinai fino allo sviluppo del porto di Genova dal Medioevo ai giorni nostri. Il museo Egizio di Torino Il museo Egizio di Torino è il più antico al mondo dedicato alla cultura egizia e secondo per importanza soltanto a quello del Cairo. Le sale, suddivise in cinque livelli, permettono di ammirare alcuni tra i reperti archeologici più importanti mai ritrovati come il libro dei Morti di Luefankh (332-320 a.C.), la mummia risalente al periodo Predinastico (3500 a.C.), la coeva e rarissima pittura di Gebelein, la tomba degli Ignoti, il pregevole ostrakon (frammento di ceramica) della Ballerina, le pitture a tempera ritrovate nella cappella di Maia, le statue della galleria dei Re, quella di Uahka (1760 a.C.) e infine la tomba di Kha e Merit, risalente a 3400 anni fa. Al fine di godersi al meglio la visita, potrebbe essere una buona idea acquistare un accesso prioritario o meglio ancora prenotare un tour guidato. Il museo Nazionale del Cinema di Torino Ospitato dal 1996 all’interno dell’inconfondibile e bizzarro edificio della mole Antonelliana, il museo del Cinema di Torino è uno dei più visitati d’Italia e raccoglie numerose macchine pre-cinematografiche e altrettanti oggetti provenienti dal mondo del cinema (film, libri, manifesti, stampe, locandine ecc.). I musei Reali di Torino Il circuito dei musei Reali di Torino comprende la visita al palazzo e ai giardini Reali, alla biblioteca e all’armeria Reale, alla galleria Sabauda, al museo Archeologico, a palazzo Chiablese e infine alla cappella della sacra Sindone. Da non perdere all’interno di palazzo Reale la sfarzosità tutta intagli, stucchi, dorature e affreschi della sala da Ballo e quella del Trono, il salone degli Svizzeri e la splendida scala delle Forbici. Il Cenacolo Vinciano a Milano La straordinaria Ultima Cena detta anche Cenacolo (1494-1498) di Leonardo da Vinci è oggi conservata nell’ex refettorio rinascimentale adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie di Milano. La sala, esclusivamente dedicato alla fruizione del capolavoro vinciano, è assolutamente necessaria non solo per la scoperta dell’opera ma anche per la sua precaria conservazione. Le vicissitudini e le curiosità legate all’opera meritano forse la presenza di una guida in grado di poter illustrare i tanti aspetti legati all’Ultima Cena di Leonardo e un ingresso prioritario, anche in tarda serata, per avere la sicurezza di poter accedere. La pinacoteca di Brera a Milano La galleria Nazionale d’arte Antica e Moderna ospitata presso il palazzo Brera di Milano è un complesso museale vastissimo che custodisce una delle più celebri raccolte di pittura del nostro paese, con opere appartenenti a specifiche scuole artistiche come quella lombarda, veneta, toscana, dell’Italia centrale e, inoltre, della scuola fiamminga. Il palazzo di Brera ospita inoltre numerose istituzioni artistiche note in tutto il mondo: la biblioteca Nazionale Braidense, l’osservatorio, l’orto Botanico, l’istituto Lombardo di Scienze e Lettere e infine la celebre accademia di Belle Arti di Brera. Un’esperienza guidata all’interno delle suggestive sale dell’accademia potrebbe essere davvero un’ottima idea. Il museo del palazzo Ducale di Mantova Le sale della reggia dei Gonzaga di Mantova custodiscono alcune delle opere migliori di Mantegna, tra cui i meravigliosi affreschi della camera degli Sposi (1464-1475), Rubens, Palma il Giovane, Daniel van den Dyck, tanto da meritarsi un posto all’interno dei musei più importanti del nostro paese. Il complesso museale comprende la corte Vecchia, la domus Nova, la corte Nuova, la basilica Palatina di Santa Barbara e il quattrocentesco castello di San Giorgio. Il museo Archeologico di Venezia Il museo, sito in piazza San Marco presso le procuratie Nuove, dalla fine del Cinquecento raccoglie numerose collezioni private veneziane comprendenti antichissime opere risalenti al periodo greco e romano. Le gallerie dell’Accademia di Venezia Ai piedi del ponte dell’Accademia, l’antico complesso un tempo formato dalla chiesa di Santa Maria della Carità, il convento dei Lateranensi e la scuola Grande, dall’inizio dell’Ottocento ospita l’accademia di Belle Arti della città lagunare, nonché la più importante collezione di arte veneziana e veneta del mondo, con dipinti databili dal XIV al XVIII secolo. Tra gli artisti esposti si segnalano Piero della Francesco, Giovanni Bellini, Leonardo da Vinci con il suo Uomo Vitruviano, Andrea Mantegna, Giorgione, Cosmé Tura, Palma il Vecchio, Giambattista Tiepolo, Giorgio Vasari e Francesco Hayez. Il museo Storico del castello di Miramare Il museo allestito all’interno del castello di Miramare a Trieste, eretto intorno alla metà dell’Ottocento per volere di Massimiliano d’Asburgo-Lorena arciduca d’Austria, è uno dei musei più visitati d’Italia. L’elegante e suggestiva struttura in pietra chiara affacciata sul golfo di Trieste conserva ancora gli arredi originali dell’epoca e numerose testimonianze della vita dei proprietari, l’arciduca Massimiliano e sua moglie Carlotta del Belgio, prima di diventare la residenza del duca Amedeo d’Aosta. All’interno sono da segnalare la sfarzosa sala dei Regnanti, la bella sala della Musica e la sala ispirata all’arredamento navale della fregata Novara sulla quale Massimiliano aveva prestato servizio nella Marina Austriaca, mentre all’esterno il parco circostante il castello e il superbo giardino all’inglese permettono di effettuare piacevoli passeggiate di fronte al mare. Il castello è visitabile in completa autonomia o con tour privato. La galleria Nazionale delle Marche Ospitata nelle sale del palazzo Ducale di Urbino, questa interessante collezione comprende le opere più importanti del Rinascimento urbinate promosso alla corte di Federico da Montefeltro, tra cui alcuni capolavori di Raffaello, Piero della Francesca e Federico Barocci. Il museo nazionale di castel Sant’Angelo a Roma Il percorso museale allestito all’interno dell’imponente castel Sant’Angelo si sviluppa in 7 livelli che illustrano in maniera approfondita la storia, le modifiche architettoniche e gli usi ai quali la fortezza fu adibita durante i secoli, sin dal 135 d.C., ovvero quando in questo luogo l’imperatore Adriano fece costruire il mausoleo funebre per sé e la sua famiglia fino alla riorganizzazione voluta da papa Farnese nel Settecento, quando qui fu imprigionato, tra gli altri, il conte di Cagliostro. La galleria Borghese di Roma Sita all’interno della magnifica villa Borghese Pinciana, il percorso museale espone molte impareggiabili sculture di Gian Lorenzo Bernini, numerose tele del Caravaggio e pregevoli opere del Bronzino, Antonio Canova, Raffaello, Perugino, Lorenzo Lotto, Antonello da Messina, Rubens, Bellini, Correggio, Parmigianino, Pinturicchio e Tiziano. All’interno delle sale della villa è possibile muoversi in autonomia, oppure in alternativa con un tour privato. I musei Vaticani e la cappella Sistina La grande stagione di fervore artistico promossa da papa Giulio II all’inizio del Cinquecento che ha impreziosito la basilica di San Pietro, ha dato inoltre vita alle stupende collezioni dei musei Vaticani, con gli affreschi e le opere di Giotto, le stanze papali dipinte da Michelangelo e Raffaello, la galleria Lapidaria, quella delle carte Geografiche, l’appartamento Borgia e il giardino con il celebre gruppo statuario del Laocoonte. Lo straordinario patrimonio, tutto italiano, che adorna gli spazi dei musei vaticani si condensa infine nella superba cappella Sistina con il Giudizio Universale (1508-1512) e gli affreschi della volta (1535-1541) realizzati da Michelangelo. Le pareti della cappella non sono di certo da meno, impreziosite da un ciclo di affreschi realizzati dai massimi artisti italiani della seconda metà del Quattrocento: da Botticelli al Perugino, dal Pinturicchio al Ghirlandaio. Vista l’elevata affluenza si consiglia di dotarsi preventivamente di un biglietto con ingresso prioritario. Il museo Archeologico Nazionale di Napoli Il museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) vanta forse il più ricco patrimonio archeologico d’Italia. Esso comprende infatti i reperti dell’antica Neapolis, la collezione Farnese con pregevoli reperti provenienti dall’antica Roma, le collezioni Borboniche con i reperti provenienti da Pompei, la collezione Egizia e altre importanti collezioni private (Borgia, Santagelo, Stevens e Spinelli). Vista la grande quantità di reperti e opere degne di interesse, un tour guidato è l’ideale per poter comprendere appieno il valore di quanto esposto. Il museo Civico Archeologico “Giovanni Marongiu” di Cabras Il piccolo museo di Cabras, in Sardegna, custodisce gli importanti reperti archeologici ritrovati nella suggestiva penisola del Sinis, sul golfo di Oristano, colonizzato in epoche antichissime. Il percorso museale custodisce e continua a raccogliere ancora oggi quanto ritrovato nel insediamento neolitico di Cuccuru is Arrius, in quello nuragico di Sa Osa, nel sito archeologico di Tharros (età fenicio-punica), nonché i resti del relitto romano dell’isola di Mal di Ventre. Pezzo forte del museo, davvero da non perdere, sono i resti del complesso statuario dei giganti di Mont’e Prama. Il museo dell’ex Stabilimento Florio e delle tonnare di Favignana e Formica Concludiamo questo excursus sui musei più importanti d’Italia con un piccolo e suggestivo museo sito sulla splendida isola di Favignana, ovvero quello ospitato nello storica tonnara appartenuta alla famiglia Florio per oltre un secolo tra Ottocento e Novecento. Splendido esempio di archeologia industriale, perfettamente recuperato e conservato, la tonnara ospita al suo interno un innovativo museo, con sale multimediali che ripercorrono la storia della mattanza, la cruenta pesca del tonno, e della tonnara, e un interessante Antiquarium con reperti archeologici ritrovati nell’arcipelago siciliano delle isole Egadi e risalenti alla prima guerra Punica (III secolo a.C.). https://ift.tt/2O9d5Xc I 20 musei più visitati d’Italia Nei musei del nostro paese è concentrato un numero incredibile di opere d’arte, testimonianze storiche di un passato illustre, o di più passati, che va preservato e costantemente protetto, ammirato e anche riscoperto. Di seguito segnaliamo i principali musei italiani che custodiscono le opere d’arte più importanti del nostro paese, ma anche alcune piccole grandi esposizioni significative. Un’eredità non solo italiana, ma anche mondiale. La galleria degli Uffizi di Firenze La galleria degli Uffizi, detta anche galleria delle Statue e delle Pitture, è il fiore all’occhiello del patrimonio museale di Firenze, il museo più visitato d’Italia, nonché uno dei più famosi del mondo. Il percorso museale, oltre a conservare nelle sue sale le più famose opere di Giotto, Raffaello, Tiziano, Botticelli, Caravaggio, Dürer, Rubens e molti altri, comprende anche il corridoio Vasariano, le collezioni di palazzo Pitti e il giardino dei Boboli. Si consiglia, data la forte affluenza, di munirsi di un biglietto salta fila o prenotare un tour con ingresso prioritario. La galleria dell’Accademia di Firenze Il percorso museale conserva tra altre mirabili opere il celebre David (1501-1504) di Michelangelo e altre sei grandi sculture dell’artista, nonché una vasta esposizione, tra le prime al mondo, di opere pittoriche a fondo oro (Giotto, Masolino, Cimabue, Leonardo Da Vinci e altri ancora) e, infine, una pregevole collezione di antichi strumenti musicali. Per evitare che qualcosa sfugga all’attenzione, una buona idea è quella di farsi guidare nelle stanze della galleria da una guida esperta. Il museo Nazionale del Bargello di Firenze Dedicate essenzialmente alla scultura medievale e rinascimentale, le sale del Bargello ospitano alcuni capolavori di Michelangelo, Donatello, Benvenuto Cellini, mentre il complesso comprende anche le pregevoli cappelle Medicee, la chiesa di Orsanmichele, palazzo Davanzati e casa Martelli. Vista la vastità dell’esposizione, anche qui è consigliata una visita guidata. Galata, il museo del Mare di Genova Il Galata di Genova è il percorso museale più grande dell’area del Mediterraneo dedicato al mare e uno dei più moderni d’Italia. Nelle sue sale è illustrata la storia di Genova, del suo legame indissolubile con il mare e delle mille sfaccettature che questo legame porta con sé: dalle galee agli atlanti e ai globi, dai viaggi come quello di Cristoforo Colombo alla vita dei marinai fino allo sviluppo del porto di Genova dal Medioevo ai giorni nostri. Il museo Egizio di Torino Il museo Egizio di Torino è il più antico al mondo dedicato alla cultura egizia e secondo per importanza soltanto a quello del Cairo. Le sale, suddivise in cinque livelli, permettono di ammirare alcuni tra i reperti archeologici più importanti mai ritrovati come il libro dei Morti di Luefankh (332-320 a.C.), la mummia risalente al periodo Predinastico (3500 a.C.), la coeva e rarissima pittura di Gebelein, la tomba degli Ignoti, il pregevole ostrakon (frammento di ceramica) della Ballerina, le pitture a tempera ritrovate nella cappella di Maia, le statue della galleria dei Re, quella di Uahka (1760 a.C.) e infine la tomba di Kha e Merit, risalente a 3400 anni fa. Al fine di godersi al meglio la visita, potrebbe essere una buona idea acquistare un accesso prioritario o meglio ancora prenotare un tour guidato. Il museo Nazionale del Cinema di Torino Ospitato dal 1996 all’interno dell’inconfondibile e bizzarro edificio della mole Antonelliana, il museo del Cinema di Torino è uno dei più visitati d’Italia e raccoglie numerose macchine pre-cinematografiche e altrettanti oggetti provenienti dal mondo del cinema (film, libri, manifesti, stampe, locandine ecc.). I musei Reali di Torino Il circuito dei musei Reali di Torino comprende la visita al palazzo e ai giardini Reali, alla biblioteca e all’armeria Reale, alla galleria Sabauda, al museo Archeologico, a palazzo Chiablese e infine alla cappella della sacra Sindone. Da non perdere all’interno di palazzo Reale la sfarzosità tutta intagli, stucchi, dorature e affreschi della sala da Ballo e quella del Trono, il salone degli Svizzeri e la splendida scala delle Forbici. Il Cenacolo Vinciano a Milano La straordinaria Ultima Cena detta anche Cenacolo (1494-1498) di Leonardo da Vinci è oggi conservata nell’ex refettorio rinascimentale adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie di Milano. La sala, esclusivamente dedicato alla fruizione del capolavoro vinciano, è assolutamente necessaria non solo per la scoperta dell’opera ma anche per la sua precaria conservazione. Le vicissitudini e le curiosità legate all’opera meritano forse la presenza di una guida in grado di poter illustrare i tanti aspetti legati all’Ultima Cena di Leonardo e un ingresso prioritario, anche in tarda serata, per avere la sicurezza di poter accedere. La pinacoteca di Brera a Milano La galleria Nazionale d’arte Antica e Moderna ospitata presso il palazzo Brera di Milano è un complesso museale vastissimo che custodisce una delle più celebri raccolte di pittura del nostro paese, con opere appartenenti a specifiche scuole artistiche come quella lombarda, veneta, toscana, dell’Italia centrale e, inoltre, della scuola fiamminga. Il palazzo di Brera ospita inoltre numerose istituzioni artistiche note in tutto il mondo: la biblioteca Nazionale Braidense, l’osservatorio, l’orto Botanico, l’istituto Lombardo di Scienze e Lettere e infine la celebre accademia di Belle Arti di Brera. Un’esperienza guidata all’interno delle suggestive sale dell’accademia potrebbe essere davvero un’ottima idea. Il museo del palazzo Ducale di Mantova Le sale della reggia dei Gonzaga di Mantova custodiscono alcune delle opere migliori di Mantegna, tra cui i meravigliosi affreschi della camera degli Sposi (1464-1475), Rubens, Palma il Giovane, Daniel van den Dyck, tanto da meritarsi un posto all’interno dei musei più importanti del nostro paese. Il complesso museale comprende la corte Vecchia, la domus Nova, la corte Nuova, la basilica Palatina di Santa Barbara e il quattrocentesco castello di San Giorgio. Il museo Archeologico di Venezia Il museo, sito in piazza San Marco presso le procuratie Nuove, dalla fine del Cinquecento raccoglie numerose collezioni private veneziane comprendenti antichissime opere risalenti al periodo greco e romano. Le gallerie dell’Accademia di Venezia Ai piedi del ponte dell’Accademia, l’antico complesso un tempo formato dalla chiesa di Santa Maria della Carità, il convento dei Lateranensi e la scuola Grande, dall’inizio dell’Ottocento ospita l’accademia di Belle Arti della città lagunare, nonché la più importante collezione di arte veneziana e veneta del mondo, con dipinti databili dal XIV al XVIII secolo. Tra gli artisti esposti si segnalano Piero della Francesco, Giovanni Bellini, Leonardo da Vinci con il suo Uomo Vitruviano, Andrea Mantegna, Giorgione, Cosmé Tura, Palma il Vecchio, Giambattista Tiepolo, Giorgio Vasari e Francesco Hayez. Il museo Storico del castello di Miramare Il museo allestito all’interno del castello di Miramare a Trieste, eretto intorno alla metà dell’Ottocento per volere di Massimiliano d’Asburgo-Lorena arciduca d’Austria, è uno dei musei più visitati d’Italia. L’elegante e suggestiva struttura in pietra chiara affacciata sul golfo di Trieste conserva ancora gli arredi originali dell’epoca e numerose testimonianze della vita dei proprietari, l’arciduca Massimiliano e sua moglie Carlotta del Belgio, prima di diventare la residenza del duca Amedeo d’Aosta. All’interno sono da segnalare la sfarzosa sala dei Regnanti, la bella sala della Musica e la sala ispirata all’arredamento navale della fregata Novara sulla quale Massimiliano aveva prestato servizio nella Marina Austriaca, mentre all’esterno il parco circostante il castello e il superbo giardino all’inglese permettono di effettuare piacevoli passeggiate di fronte al mare. Il castello è visitabile in completa autonomia o con tour privato. La galleria Nazionale delle Marche Ospitata nelle sale del palazzo Ducale di Urbino, questa interessante collezione comprende le opere più importanti del Rinascimento urbinate promosso alla corte di Federico da Montefeltro, tra cui alcuni capolavori di Raffaello, Piero della Francesca e Federico Barocci. Il museo nazionale di castel Sant’Angelo a Roma Il percorso museale allestito all’interno dell’imponente castel Sant’Angelo si sviluppa in 7 livelli che illustrano in maniera approfondita la storia, le modifiche architettoniche e gli usi ai quali la fortezza fu adibita durante i secoli, sin dal 135 d.C., ovvero quando in questo luogo l’imperatore Adriano fece costruire il mausoleo funebre per sé e la sua famiglia fino alla riorganizzazione voluta da papa Farnese nel Settecento, quando qui fu imprigionato, tra gli altri, il conte di Cagliostro. La galleria Borghese di Roma Sita all’interno della magnifica villa Borghese Pinciana, il percorso museale espone molte impareggiabili sculture di Gian Lorenzo Bernini, numerose tele del Caravaggio e pregevoli opere del Bronzino, Antonio Canova, Raffaello, Perugino, Lorenzo Lotto, Antonello da Messina, Rubens, Bellini, Correggio, Parmigianino, Pinturicchio e Tiziano. All’interno delle sale della villa è possibile muoversi in autonomia, oppure in alternativa con un tour privato. I musei Vaticani e la cappella Sistina La grande stagione di fervore artistico promossa da papa Giulio II all’inizio del Cinquecento che ha impreziosito la basilica di San Pietro, ha dato inoltre vita alle stupende collezioni dei musei Vaticani, con gli affreschi e le opere di Giotto, le stanze papali dipinte da Michelangelo e Raffaello, la galleria Lapidaria, quella delle carte Geografiche, l’appartamento Borgia e il giardino con il celebre gruppo statuario del Laocoonte. Lo straordinario patrimonio, tutto italiano, che adorna gli spazi dei musei vaticani si condensa infine nella superba cappella Sistina con il Giudizio Universale (1508-1512) e gli affreschi della volta (1535-1541) realizzati da Michelangelo. Le pareti della cappella non sono di certo da meno, impreziosite da un ciclo di affreschi realizzati dai massimi artisti italiani della seconda metà del Quattrocento: da Botticelli al Perugino, dal Pinturicchio al Ghirlandaio. Vista l’elevata affluenza si consiglia di dotarsi preventivamente di un biglietto con ingresso prioritario. Il museo Archeologico Nazionale di Napoli Il museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) vanta forse il più ricco patrimonio archeologico d’Italia. Esso comprende infatti i reperti dell’antica Neapolis, la collezione Farnese con pregevoli reperti provenienti dall’antica Roma, le collezioni Borboniche con i reperti provenienti da Pompei, la collezione Egizia e altre importanti collezioni private (Borgia, Santagelo, Stevens e Spinelli). Vista la grande quantità di reperti e opere degne di interesse, un tour guidato è l’ideale per poter comprendere appieno il valore di quanto esposto. Il museo Civico Archeologico “Giovanni Marongiu” di Cabras Il piccolo museo di Cabras, in Sardegna, custodisce gli importanti reperti archeologici ritrovati nella suggestiva penisola del Sinis, sul golfo di Oristano, colonizzato in epoche antichissime. Il percorso museale custodisce e continua a raccogliere ancora oggi quanto ritrovato nel insediamento neolitico di Cuccuru is Arrius, in quello nuragico di Sa Osa, nel sito archeologico di Tharros (età fenicio-punica), nonché i resti del relitto romano dell’isola di Mal di Ventre. Pezzo forte del museo, davvero da non perdere, sono i resti del complesso statuario dei giganti di Mont’e Prama. Il museo dell’ex Stabilimento Florio e delle tonnare di Favignana e Formica Concludiamo questo excursus sui musei più importanti d’Italia con un piccolo e suggestivo museo sito sulla splendida isola di Favignana, ovvero quello ospitato nello storica tonnara appartenuta alla famiglia Florio per oltre un secolo tra Ottocento e Novecento. Splendido esempio di archeologia industriale, perfettamente recuperato e conservato, la tonnara ospita al suo interno un innovativo museo, con sale multimediali che ripercorrono la storia della mattanza, la cruenta pesca del tonno, e della tonnara, e un interessante Antiquarium con reperti archeologici ritrovati nell’arcipelago siciliano delle isole Egadi e risalenti alla prima guerra Punica (III secolo a.C.). I musei italiani da visitare sono davvero moltissimi e dislocati in quasi tutte le città del nostro Paese, da Torino a Roma, da Napoli alle Trieste.
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