#Castel di Pietra
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Castel di Pietra nella Maremma grossetana
Siamo nei pressi di Gavorrano, lungo la valle del fiume Bruna che in tempi lontani sfociava in quel lago salmastro detto Prile dai Romani, conosciuto poi come il Lago di Castiglione. Castel di Pietra lega il suo nome alla leggenda della Pia, quella Pia de’ Tolomei che Dante immortalò nei versi della sua Commedia. In realtà ha rivestito un ruolo chiave nell’economia medievale del territorio della…
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#Castel della Pietra#Castel di Pietra nella Maremma grossetana#Castelli della Maremma Grossetana#Pia de&039; Tolomei
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CENNI DI ARCHITETTURA - di Gianpiero Menniti
DAL "LIBER AUGUSTALIS" A CASTEL DEL MONTE
L’architettura non è mai un’espressione casuale. Possiede un significato, interpreta un modello oppure lo crea. E rimane come traccia perenne, come richiamo continuo di un’idea che il tempo nasconde, come reazione all’inevitabile oblio. Per questa ragione, quando si osserva un monumento architettonico del passato occorre interrogarsi sulla ragione di quelle linee, della materia utilizzata, delle grandezze che lo compongono, del luogo prescelto. E dell’umanesimo silenzioso che lo abita.
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La solitudine dello stambecco
Non ho mai tratto soddisfazione dalle compagnie. Anche in mezzo a molte persone sono sempre stato più comodo nel mio spazio. Ne ho tratto forza e concentrazione per arrivare dove volevo o allontanarmi da ciò che non volevo.
La natura è stata per me un enorme campo di gioco. Posso esprimermi al meglio senza timore o alcun compromesso. E' vera ed intima.
Da bambino passavo ore, ovunque. Su un albero o per i prati alpini. I sassi, il torrente, le trote e i miei piedi immersi. C'era un gran silenzio. Dentro c'era un gran casino.
Il senso di inadeguatezza era frutto della violenza. Quella che vorresti evitare ma devi per forza esserne vittima. Qualcun altro stava male e tu eri solo sulla sua strada, purtroppo. Ad 8 anni lo vidi in tutto il suo malessere. L'ho vissuto sulla mia pelle. Non sono bastate le lacrime a fermarlo. E non quelle silenziose ma quelle a singhiozzo. E' così è andata, nessuno potrà cambiarlo mai.
Se il rumore era troppo allora uscivo. Saltavo dal balcone dritto nel canneto di bamboo e su verso il bosco. La sotto l'occhio vigile della Grona ero al sicuro. Li le ferite si curavano col vento. I lividi venivano accarezzati dai prati. Tutto tornava in ordine.
Una volta all'anno per una settimana avevo una finestra di tempo dove evadere. Don Luca ci portava in montagna. Tutti noi ragazzi della piazza ( Morbegno ) senza neanche le scarpe giuste per l'ora di ginnastica a scuola andavamo in montagna.
Era la settimana più bella della mia vita. La notte prima ero insonne. Ricontrollavo mille volte lo zaino. Era rosso dell'invicta e aveva i buchi. Le spalline le avevo rimesse su con il nastro adesivo. Era di mia sorella e poi tocco a me. Rispetto a quelli che uso oggi era uno zaino molto diverso. Non vi erano dentro mezze corde, rinvii o pala artva e sonda. C'era il berretto, la borraccia, la bussola magnetica e il binocolo assieme ad un quadernetto e una matita faber castel.
La mattina della partenza correvo al bus. Partenza da via ferrante aporti. Non avevo molti amici. Parlavo poco. Avevo paura di ricevere altro male quando sarei stato scoperto. Con il pensiero salutavo mia mamma e mia sorella. Poi attendevo con ansia l'arrivo.
Una notte fummo portati in rifugio a dormire. Io non dormii. Sentivo oltre l'angolo della parete il vento. Andava e veniva con un ritmo costante,a volte più forte a volte meno forte. Come sulla grona.
Non aveva senso dormire. Scivolai piano giu dal letto a castello. Andando verso la porta del corridoio. Era tutto buio. Tutti dormivano. Riuscii ad uscire dalla porta principale passando per la zona mensa. Il chiarore della luna illuminava le foto di vecchi alpinisti in cordata e le guide negli scaffali. La stufa sbuffava le ultime scintille da un carbone ardente.
Infilati gli scarponi veloci ero fuori. Girando a sinistra c'era un enorme pietraia la risali di corsa. l'unica luce era quella della luna. Le pietre granitiche brilavano. Mi sentivo sulla luna. Alla fine della pietraia c'era un cumulo di neve. Probabilmente sopravvissuto grazie alla bassa esposizione del sole.
Feci un passo dentro e sprofondai. Decisi quindi di fermarmi su un sasso poco più avanti. Fu li in quel momento, illuminato dal chiarore della luna, forte ed in controllo sulla pietra davanti a me si mostrò lo stambecco.
Lo stambecco era solo fermo che paresse stesse ascoltando il vento. Il suo pelo che racchiudeva anni di vita, le sue zampe forti e pronte allo slancio e le corna alte. Era solo e nella sua solitudine aveva trovato la sua via in mezzo ai sassi. Nel freddo della notte. Era il re indiscusso della montagna e faceva di quei sassi il suo campo di gioco. Fino a poco prima erano solo sassi ora erano i sassi suoi quali lui poggiava. Perchè non importa la strada ma quello che sta nel cuore di chi la percorre.
In un lampo, saltò e corse velocissimo fino in fondo la pietraia per risalire sull'altro versante. Si fermò a guardarmi, forse infastidito ? non lo so ma schizzo via nel buio.
Era forse un niente. Ma la sua presenza la diceva lunga. La solitudine dello stambecco è quella che ti insegna a correre sui sassi per arrivare dove devi e non più a scappare. E' quella solitudine che nel buio della notte ti chiederà di essere paziente, di accettare la sofferenza ancora un pò. Ci sarà un altro giorno, forse peggiore o forse migliore. Non si sa con certezza. Ma per questo hai una pelliccia folta due corna dure e delle zampe veloci. Non ti occorre altro.
La vita può toglierti e darti tutto. Può farti sentire dalla stessa mano che ti ha accarezzato il dolore più estremo. Può farti sentire la fame e dopo la fame altra fame ancora senza fermarsi. Può continuare a farti cadere e lasciarti al freddo senza un senso ne una ragione vera. A volte ti va cosi e basta. Ti lascerà i lividi e gli incubi che non se ne andranno mai, perchè furono giorni di verità. Non andranno mai via sono la parte oscura di te. Però, è dentro il nostro cuore possiamo scegliere da che parte stare e credendoci fino in fondo senza mai arrendersi possiamo ritrovare la nostra serenità, quella che la violenza ha provato a toglierci. Quella che difenderemo sempre a costo di soffrire ancora .
Quella notte egli mi apparse per chiedermi di fare la mia, cosi scelsi e feci la mia promessa.
La promessa che qualunque sarebbe stata la notte avrei contato spòp sulle mie zampe, sulla pelliccia e sulle corna. Avrei trovato la mia via tra le rocce. Col tempo, senza fretta e solo, come lo stambecco.
Ora re indiscusso delle pietre. Libero dal male.
Grazie montagna.
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Ceccano, Franz si accanisce ancora su Castel Sindici
Scritte sulla parete nord del Castello, quella sormontata dalla torre, discendenti in rame distrutti, coperture in asfalto strappate. staccionate divelte ormai dappertutto, cestini portaimmondizie fatti a pezzi, fontane in pietra colorate con vernici in acrilico, percorso botanico ormai inservibile, come pure lo è il percorso per disabili: questa la sommaria situazione del parco di Castel Sindici…
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IN NOME DELLA PIA
In un letto di spine spinate giace la Pia. E’ appena caduta dalle mura del maniero di Nello dei Pannocchieschi, in quel Castel di Pietra, in Maremma, un castello arcinoto per i suoi fantasmi in ghingheri bianchi e neri. Ricordati di me che son la Pia, Siena mi fè, disfecemi Maremma. In un letto di fuoco il Sommo poetastro la colse e la depose sopra la pubblica coscienza mettendola in versi aulici…
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#Armonia#castello#Dante#destra#donne#femmine#Francesca#Gianciotto#maniero#Maremma#maschi#morte#Paolo#Pia#Siena#Silvana#sinistra#sommo#Totò#uomini
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Castel del Monte
Situato a pochi chilometri dalla città di Arezzo, Castel del Monte è uno dei monumenti più importanti dell'area circostante. Questo antico castello medievale, situato sulla cima di una collina, domina la Valle dell'Arno ed è uno dei simboli più rappresentativi del patrimonio storico-culturale della regione Toscana. La storia del Castel del Monte risale al X secolo, quando venne costruito per proteggere la città di Arezzo dalle invasioni barbariche. Nel corso dei secoli, il castello subì numerose trasformazioni e ampliamenti, diventando un importante punto di difesa e un centro politico e amministrativo. Oggi il Castel del Monte si presenta come un grande edificio a forma di pentagono, sui cui cinque lati si aprono le cinque torri che caratterizzano la sua architettura. Il castello è costruito in pietra ed è delimitato da una grande cinta muraria, con un fossato che lo separa dal resto del territorio. L'interno del castello è composto da numerose sale e camere, con affreschi e decorazioni che testimoniano l'eleganza e la bellezza dell'epoca medievale. Nel cuore del castello si trova una grande corte interna, circondata da una serie di portici in cui si svolgevano le attività cittadine e le funzioni religiose. Il Castel del Monte di Arezzo è una delle maggiori attrazioni turistiche della regione, grazie alla sua architettura unica e alla sua storia millenaria. Numerose sono le attività che è possibile svolgere all'interno del castello, tra cui visite guidate, mostre e manifestazioni culturali. Una delle attrazioni più apprezzate dai visitatori è senza dubbio la vista dalla sommità del castello, da cui è possibile ammirare la bellezza della Valle dell'Arno e le colline circostanti. Numerosi sono anche gli eventi che si svolgono nel corso dell'anno, tra cui l'importante Fiera Antiquaria di Arezzo, che richiama appassionati da tutto il mondo. Il Castel del Monte di Arezzo è inoltre circondato da un suggestivo paesaggio naturale, che offre ai visitatori l'opportunità di fare escursioni e passeggiate alla scoperta della flora e della fauna locali. Rappresenta uno dei luoghi storici più importanti della Toscana, grazie alla sua architettura unica e alla sua lunga storia millenaria. Una visita al castello è un'esperienza unica e suggestiva, che consente ai visitatori di immergersi nella cultura e nella storia del territorio toscano, tra arte, natura e tradizioni. Read the full article
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I LUOGHI DELL'ANIMA
L'anima in questi giorni ci porta all'interno di uno dei borghi più suggestivi e splendidi d'Italia, oltre a costituire una sorta di angolo ai più sconosciuto dal momento che non appare nemmeno segnato come meta turistica: si tratta di Finalborgo, piccolissimo centro ligure in provincia di Savona, e già il luogo geografico basterebbe ad attirare visitatori per via di un paesino incastonato tra l'entroterra e il Mar Ligure...Buona lettura!
Il nome Deriva da Burgum Finarii, terra di confine (ad fines) ai tempi dei Romani e centro amministrativo del marchesato dei Del Carretto tra il XIV e il XVI secolo.
La storia 113 a.C., viene costruita la via Julia Augusta, che entra nel finalese dalla Valle di Ponci, dove ancora si notano cinque ponti romani. XII sec., l’origine del borgo è in genere fatta risalire all’epoca del marchese Enrico I Del Carretto detto il Guercio (morto nel 1185), ma recenti scoperte archeologiche retrodatano la sua fondazione di qualche secolo. 1300 ca.-1598, Finalborgo è governata, dall’alto di Castel Gavone, dalla famiglia Del Carretto, parte della medievale marca degli Aleramici, la quale lascia nella capitale del marchesato palazzi, chiese, castelli, fortificazioni e un convento dagli splendidi chiostri e dai sontuosi saloni. Le mura di cinta sono distrutte nel 1449 dai genovesi (alla cui influenza i Del Carretto cercano sempre di sottrarsi) e riedificate nel 1452. 1598-1713, è il periodo della dominazione spagnola. Il marchesato, venduto alla Spagna, diventa per tutto il Seicento un territorio strategico che permette il controllo del Nord Europa attraverso lo Stato di Milano. Gli spagnoli valorizzano l’importante punto di sbarco della Marina, realizzano nuove vie di comunicazione come la Strada Beretta (1666) e attuano una generale ristrutturazione del sistema difensivo del borgo, grazie al Forte San Giovanni (1640-44) e al rafforzamento di Castel Govone. 1713, il marchesato è ceduto a Genova e il passaggio all’antico nemico chiude la fase di prosperità vissuta sotto la Spagna. Simbolo della fine di un’epoca è la distruzione di Castel Govone da parte dei genovesi nel 1715. 1740, alla morte dell’imperatore Carlo VI, Finale è coinvolta nelle vicende della guerra di successione austriaca che vede in campo austriaci, piemontesi e inglesi contro Borboni, francesi e spagnoli. 1748, la pace di Aquisgrana pone definitivamente Finale sotto Genova e tale rimarrà formalmente sino al 1795 quando, con l’arrivo dei francesi, il marchesato viene abolito e Finale segue le sorti della Repubblica Ligure, e infine quelle dei Savoia e del Regno d’Italia.
Un’antica fontana, una loggia, un portale imponente, un’edicola votiva, un chiostro, il particolare di un portone o una piazzetta raccolta: l’aria di Liguria che si respira a Finalborgo è una brezza marina odorosa di rosmarino e di timo, un silenzio trasparente, traforato di luce.
Un vecchio, quieto borgo, questo di Finale, che fu capitale del marchesato, e che ancora conserva, nei bei palazzi, un po’ della boria dei dominatori spagnoli, aggrappata a un ornamento, uno stemma, un portale in ardesia. Se nella splendida balaustra marmorea della basilica di San Biagio, vorremmo essere un angelo che sistema la tovaglia, fuori ci emozioniamo per i colori liguri, sfumati dal tempo. Le tinte e le mezze tinte dei palazzi nelle sere estive assecondano un desiderio fluttuante, tra mare e collina, simile al vivere di qui.
Chiuso tra mura medievali ancora ben conservate, intervallate da torri semicircolari e interrotte solo in corrispondenza delle porte, il Borgo di Finale (così detto per distinguerlo dalla Marina) offre subito al visitatore una sensazione di protezione e raccoglimento. L’antica concezione difensiva e comunitaria sopravvive nel reticolato delle vie, disposte perpendicolarmente tra loro a formare scorci affascinanti in spazi contenuti. Percorsi gli stretti vicoli, ogni piazza è una conquista e una sorpresa, in grado di esibire meraviglie nella “pietra del Finale”, l’ardesia che adorna portoni, si modella in colonne, diamanti, ornamenti. Se i grandi monumenti (i palazzi rinascimentali e barocchi, la basilica di San Biagio, il complesso di Santa Caterina e – fuori le mura – Forte San Giovanni e Castel Gavone) esprimono, per così dire, la forza e la vanità del borgo, i negozi e le botteghe artigiane ne rappresentano la vivacità. Questo è, infatti, un luogo vivo, abitato, dove le piazze moltiplicano i momenti d’aggregazione e le attività commerciali (un patrimonio di creatività plasmato nella pietra del Finale, nella ceramica, nel vetro e nel ferro) si integrano armoniosamente nel tessuto urbano. Il borgo è impreziosito dai palazzi quattrocenteschi e di epoca rinascimentale, modificati nel periodo della dominazione spagnola. Il Palazzo del Municipio, in origine della famiglia Ricci, è uno dei migliori esempi di architettura del primo Rinascimento in Liguria, come annuncia lo splendido portale; Palazzo Cavassola (ospitò papa Pio VII) e Palazzo Gallesio illustrano alla perfezione le concezioni decorative della Finale del Seicento; Palazzo Brunengo in piazza Aycardi si contraddistingue per la bella loggia a doppia arcata (Loggia di Raimondo) e il grande stemma familiare, ormai poco visibile; denuncia già nella facciata le complesse trasformazioni subite in varie epoche il Palazzo del Tribunale
nell’omonima piazza, che fu dimora dei Del Carretto, quindi dei Governatori spagnoli e genovesi, sede del Tribunale del Circondario e infine della Pretura; Palazzo Aycardi ha una fronte con motivi ornamentali secondo il gusto settecentesco e Palazzo Arnaldi vanta una straordinaria facciata in stile rococò, movimentata da stucchi; sulla stessa piazza si affaccia Palazzo Messea e in piazzetta Doria si trova Palazzo Chiazzari. Il monumento più importante di Borgo è la Basilica di San Biagio, sontuoso esempio di architettura barocca realizzato nel XVII secolo sulla precedente chiesa medioevale (1372), di cui conserva l’abside e l’ardito campanile tardo gotico (1463) a forma ottagonale, leggermente pendente, dalle numerose e sottili bifore su ogni lato. La facciata è rimasta incompiuta in pietra grezza mentre l’interno a tre navate colpisce per la grandiosità e la ricchezza delle decorazioni. Proveniente dalla chiesa di Santa Caterina, come altre opere e pale d’altare, si trova nella navata centrale il mausoleo di Giovanni Andrea Sforza Del Carretto, l’ultimo dei marchesi morto nel 1604. Eccezionali sono le sculture attribuite allo Schiaffino: la balaustra in marmo di Carrara e il pulpito che rappresenta la visione di Ezechiele.
Le origini della Chiesa di Santa Caterina e del complesso
domenicano di Finalborgo si collocano intorno al 1360, dopo la morte del marchese Giorgio I Del Carretto, quando la vedova sentì la necessità di una chiesa gentilizia destinata ad accogliere le spoglie mortali dei membri della famiglia marchionale. Il convento ha subito negli anni profonde modifiche: dal 1863 al 1964 è stato trasformato in carcere, ma la sua bellezza è rimasta intatta, come possono testimoniare, dopo il recente recupero, i due splendidi chiostri rinascimentali realizzati tra il ’400 e il ’500.
Il Teatro Aycardi, inserito dal FAI tra i monumenti italiani da tutelare, fu la prima sala di spettacoli costruita in Liguria durante il periodo napoleonico e in quasi due secoli di vita ha ospitato drammi lirici, concerti e spettacoli di prosa, tra cui, nel 1845, l’opera L’empirico e il masnadiero, commissionata ad artisti liguri dalla locale Accademia Filarmonica.
Altre informazioni su Finalborgo, su altri luoghi da visitare nei dintorni, sui piatti tipici locali le potete trovare al seguente link:
...infine, curiosamente, la Basilica di San Biagio
ha ispirato in buona parte una conoscenza di "Bergamo Risvegliata", Ilaria Pugni che ha tratto ispirazione anche da figure, bassorilievi, stemmi che rimandano alle carte dei tarocchi a loro volta rappresentative dei 12 portali facenti parte del suo libro:
"Oltremond e i 12 portali".
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Pompeo Molmenti - Pia de' Tolomei Being Led to Maremma - 1853
Pia de' Tolomei was an Italian noblewoman from Siena.
According to a tradition recorded by early commentators on Dante's Divine Comedy, she can be identified as the 'Pia' mentioned in Canto V of Purgatory, where Dante and Virgil meet those were penitent at the time of their sudden violent deaths – her tale follows that of Bonconte da Montefeltro. She states that she came from Siena and was killed by her husband in the Maremma:
Do thou remember me who am the Pia; Siena made me, unmade me Maremma; He knoweth it, who had encircled first, Espousing me, my finger with his gem.
She refers bitterly to her murderer for his disregard of his marital vows to her and briefly tells Dante her story. She asks the poet – once he has rested from his long journey – to remember her among the living and thus speed her journey through Purgatory. Dante uses the name 'la Pia' not 'Pia', underlining the familiarity between them. She also asks him to pray for her since she knows none of her family do so.
The identification of this 'Pia' with Pia de' Tolomei is now almost universally accepted, although conclusive documentary proof of this has yet to be found. Early commentators on the poem noted that she was to be identified as a woman of the Tolomei family in Siena, wife of Nello dei Pannocchieschi, lord of Castel di Pietra in Maremma, podestà of Volterra and Lucca, captain of the Guelph Taglia from 1284 and alive until at least 1322 (the year he made his will). There is also a surviving record of his second marriage, as a widower, to Margherita Aldobrandeschi, countess of Sovana and Pitigliano. They had one son, Binduccio or Bindoccio, who was murdered, aged thirteen, when Orsini assassins, threw him down a well in Massa Marittima.
The surviving archives do not name Nello's first wife, but she has been identified as Pia. Nello owned Castel di Pietra in Maremma, where it has been suggested he murdered Pia in 1297, either after she found out he was having an affair with Aldobrandeschi or to clear the way for his second marriage. Among the early commentators, Jacopo della Lana, l'Ottimo and Francesco di Bartolo claim that she may have been killed for some crime, while Benvenuto and an anonymous Florentine of the 14th century assert it was due to her husband's jealousy.
Against this identification, the Tolomei family had no daughters or nieces named Pia in Nello's time. However, one male of the family did marry a woman named Pia Malavolti – the marriage did not last long (she had many lovers) and so the Tolomei decided to have Nello, the head of the family, remove her to Maremma, where she died in misery, possibly murdered. A closely related theory is that Pia was born a Malvoti and entered the Tolomei family by her marriage to Baldo d'Aldobrandino de' Tolomei. According to this story, Pia was accused of adultery by her husband, then kidnapped by Nello and taken to Maremma, where she died.
Pompeo Marino Molmenti (8 November 1819, Villanova in Motta di Livenza – 17 December 1894, Venice) was an Italian painter.
He was born in Friuli to Francesco Molmenti, an engineer of comfortable means, who had followed his older brother, Ettore, to Venice. When he was orphaned as a boy, Pompeo was cared for by his uncle Ettore, who encouraged his studies. In 1834, he was enrolled in the Accademia di Belle Arti di Venezia to study under Ludovico Lipparini, Odorico Politi, and Michelangelo Grigoletti. As a student he painted a Murder of Caesar.
One of his early patrons was Count Spiridione Papadopoli (1799-1859) and his wife, Teresa Mosconi, who owned a villa in Villanova, not far from Molmenti's birthplace. As a young man, he had painted a Death of Othello for the Papadopoli family. A second version was completed in 1866. During 1835 to 1840, Molmenti painted a Madonna and child for a lunette at the private oratory of the Papadopolis, which recalled the Renaissance Madonna Giovanelli of Giovanni Bellini. He painted a Santa Teresa (now lost) for the countess, and a San Paolo (destroyed) for the church of San Polo di Piave.
From 1843 to 1844, he accompanied the Duke Saverio di Blancas on a trip through Syria and Greece. During this time he drew many Arab subjects, and painted The Departure of Tobias with Rachel from the House of Laban for his patron Count Papadopoli and Sara gives Agar as wife to Abraham. He then traveled to Florence, Rome, Paris, and Munich. During 1848-1849, he participated in some of the patriotic uprisings.
In 1850, he displayed three paintings: Cimabue discovers in Giotto the Genius of Painting (now lost), a Holy Family copied from the Raphael painting Madonna della seggiola, and a Virgin and child and a St Ursula for the church of Sant'Orsola of Conegliano, now displayed in the duomo. He painted an Immaculate Conception for Malo near Vicenza; a Martyrdom of Santa Filomena for Vidor; a San Rocco for a church of Palmanova; and Jesus gives the key to St Peter for Fontanelle.
In 1851, he became professor at the Academy of Fine Arts, Venice and worked alongside Pietro Selvatico to reform the institution. Among his pupils were Antonio Beni, Giacomo Favretto, Luigi Nono, Bressanesi, Luigi Pastega, Egisto Lancerotto, Tranquillo Cremona, Napoleone Nani, Silvio Rotta and Ettore Tito.[6] He was knighted for the Order of the Crown of Italy.
In 1853 he exhibited a painting on the subject of Pia de' Tolomei, commissioned by the architect Count Giacomo Franco [ and now in the Museo Civico di Castelvecchio. He also painted an Arrest of Filippo Calendario (1854) commissioned by Princess Giovanelli.
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2020 Olympics Italy Roster
Diving
Lorenzo Marsaglia (Rome)
Giovanni Tocci (Cosenza)
Noemi Batki (Trieste)
Sarah Jodoin-Di Maria (Rome)
Elena Bertocchi (Rome)
Chiara Pellacani (Rome)
Gymnastics
Ludovico Edalli (Busto Arsizio)
Marco Lodadio (Frascati)
Alice D’Amato (Genoa)
Asia D’Amato (Genoa)
Vanessa Ferrari (Genivolta)
Martina Maggio (Villasanta)
Lara Mori (Montevarchi)
Alexandra Agiurgiuculese (Udine)
Milie Baldassarri (Ravena)
Alessia Maurelli (Rivoli)
Martina Centofanti (Rome)
Martina Santandrea (Bentivoglio)
Agnese Duranti (Spoleto)
Daniela Mogurean (Padua)
Karate
Angelo Crescenzo (Sarno)
Luigi Busà (Avola)
Mattia Busato (Mirano)
Viviana Bottaro (Rome)
Silvia Semeraro (Faggiano)
Pentathlon
Elena Micheli (Rome)
Alice Sotero (Asti)
Sailing
Giulio Calabrò (Rome)
Giacomo Ferrari (Rome)
Mattia Camboni (Rome)
Ruggero Tita (Rovereto)
Bianca Caruso (Rome)
Caterina Banti (Rome)
Silvia Zennaro (Chioggia)
Elena Berta (Rome)
Marta Maggetti (Cagliari)
Shooting
Tammaro Cassandro (Capua)
Gabriele Rossetti (Florence)
Lorenzo Bacci (Firenze)
Tommaso Chelli (Livorno)
Mauro De Filippis (Taranto)
Marco De Nicolo (Legnano)
Ricardo Mazzetti (Busto Arsizio)
Paolo Monna (Fasano)
Marco Suppini (Porretta Terme)
Diana Bacosi (Città Della Pieve)
Chiara Cainero (Udine)
Sofia Ceccarello (Lugo)
Jessica Rossi (Cento)
Silvana Stanco (Winterthur, Switzerland)
Softball
Alexia Lacatena (Byram Township, New Jersey)
Ilaria Cacciamani (Macerta)
Greta Cecchetti (Bollate)
Elisa Cecchetti (Bollate)
Marta Gasparotto (Monfalcone)
Erika Piancastelli (Carlsbad, California)
Andrea Filler (Ft. Wayne, Indiana)
Amanda Fama (Anaheim, California)
Giulia Longhi (Bussolengo)
Andrea Howard (Albuquerque, New Mexico)
Emily Carosone (Orlando, Florida)
Giulia Koutsoyanopoulos (Mission Viejo, California)
Fabrizia Marrone (Bussolengo)
Laura Vigna (Chieri)
Beatrice Ricchi (Rimini)
Climbing
Ludovico Fossali (Vignola)
Michael Piccolruaz (Bolzano)
Laura Rogora (Rome)
Swimming
Alberto Razzetti (Lavagna)
Federico Burdisso (Pavia)
Thomas Ceccon (Thiene)
Marco De Tullio (Bari)
Gabriele Detti (Livorno)
Nicolò Martinenghi (Varese)
Gregorio Paltrinieri (Carpi)
Mario Sanzullo (Massa Di Somma)
Domenico Acerenza (Potenza)
Stefano Ballo (Bolzano)
Giacomo Carini (Piacenza)
Santo Condorelli (Lake Oswego, Oregon)
Stefano Di Cola (San Benedetto Del Tronto)
Pier Matteazzi (Veneto)
Alessandro Miressi (Turin)
Federico Poggio (Voghera)
Matteo Restivo (Udine)
Simon Sabbioni (Rimini)
Lorenzo Zazzeri (Florence)
Manuel Frigo (Cittadella)
Matteo Ciampi (Rome)
Filippo Megli (Florence)
Rachele Bruni (Florence)
Martina Caramignoli (Rieti)
Martina Carraro (Genoa)
Sara Franceschi (Livorno)
Margherita Panziera (Montebelluna)
Federica Pellegrini (Mirano)
Benedetta Pilato (Taranto)
Simona Quadarella (Rome)
Ilaria Bianchi (Castel San Pietro Terme)
Ilaria Cusinato (Cittadella)
Elena Di Liddo (Bisceglie)
Francesca Fangio (Livorno)
Anna Mascolo (Florence)
Stefania Pirozzi (Benevento)
Giulia Vetrano (Turin)
Arianna Castiglioni (Busto Arsizio)
Linda Cerruti (Savona)
Costanza Ferro (Genoa)
Beatrice Callegari (Castelfranco Veneto)
Domiziana Cavanna (Pietra Ligure)
Francesca Deidda (Cagliari)
Costanza Di Camillo (Rome)
Gemma Galli (Melzo)
Enrica Piccoli (Castelfranco Veneto)
Taekwondo
Vito Dell’Aquila (Mesagne)
Simon Alessio (Livorno)
Wrestling
Frank Chamizo (Rome)
Abraham Conyedo (Rome)
Archery
Mauro Nespoli (Voghera)
Tatiana Andreoli (Venaria Reale)
Lucilla Boari (Mantua)
Chiara Rebagliati (Savona)
Athletics
Lamont Jacobs; Jr. (Rome)
Filippo Tortu (Milan)
Eseosa Desalu (Casalmaggiore)
Antonio Infantino (London, U.K.)
Davide Re (Milan)
Edoardo Scotti (Lodi)
Yeman Crippa (Trento)
Paolo Dal Molin (Belluno)
Hassane Fofana (Gavardo)
Alessandro Sibilio (Naples)
Amed Abdelwahed (Rome)
Ala Zoghlami (Palermo)
Osama Zoghlami (Palermo)
Lorenzo Patta (Oristano)
Vladimir Aceti (Giussano)
Yassine El Fathaouli (Belfaa, Morocco)
Eyob Faniel (Bassano Del Grappa)
Yassine Rachik (Casablanca, Morocco)
Francesco Fortunato (Andria)
Massimo Stano (Palo Del Colle)
Federico Tontodonati (Turin)
Andrea Agrusti (Sassari)
Teodorico Caporaso (Benevento)
Marco De Luca (Rome)
Filippo Randazzo (Cattagirone)
Tobia Bocchi (Parma)
Andrea Dallavalle (Piacenza)
Chiebuke Ihemeje (Verdellino)
Stefano Sottile (Borgosesia)
Gianmarco Tamberi (Civitanova Marche)
Claudio Stecchi (Bagno A Ripoli)
Leonardo Fabbri (Bagno A Ripoli)
Nick Ponzio (San Diego, California)
Zane Weir (Westville, South Africa)
Giovanni Faloci (Umbertide)
Anna Bongiorni (Pisa)
Vittoria Fontana (Gallarate)
Gloria Hooper (Villafranca Di Verona)
Dalia Kaddari (Cagliari)
Elena Bellò (Schio)
Federica Del Buono (Vicenza)
Gaia Sabbatini (Teramo)
Nadia Battocletti (Cles)
Luminosa Bogliolo (Albenga)
Elisa Di Lazzaro (Trieste)
Eleonara Marchiando (Aosta)
Linda Olivieri (Turin)
Yadis Matrone (Sicignano Degli Alburni)
Zaynab Dosso (Rome)
Johanelis Herrera (Vicenza)
Irene Siragusa (Poggibonsi)
Rebecca Borga (Treviso)
Maria Chigbolu (Rome)
Ayomide Folorunso (Fidenza)
Raphaela Lukudo (Modena)
Alice Mangione (Niscemi)
Petra Nardelli (Bolzano)
Anna Polinari (Verona)
Gia Butler (Los Angeles, California)
Giovanna Epis (Venice)
Eleonora Giorgi (Milan)
Antonella Palmisano (Mottola)
Valentina Trapletti (Magenta)
Dariya Derkach (Pagani)
Alessia Trost (Pordenone)
Elena Vallortigara (Schio)
Roberta Bruni (Rome)
Elisa Molinarolo (Soave)
Daisy Osakue (Turin)
Sara Fantini (Fidenza)
Basketball
Marco Spissu (Sassari)
Nicco Mannion (Phoenix, Arizona)
Stefano Tonut (Cantù)
Danilo Gallinari (Sant’Angelo Lodigiano)
Nicolò Melli (Reggio Emilia)
Simon Fontecchio (Pescara)
Amedeo Tessitori (Pisa)
Giampaolo Ricci (Rome)
Riccardo Moraschini (Cento)
Michel Vitali (Bologna)
Achille Polonara (Ancona)
Alessandro Pajola (Ancona)
Chiara Consolini (Peschiara Del Garda)
Rae D’Alie (Waterford, Wisconsin)
Marcella Filippi (Bergamo)
Giulia Rulli (Rome)
Boxing
Giordana Sorrentino (Rome)
Irma Testa (Torre Annunziata)
Rebecca Nicoli (Nicoli)
Angela Carini (Naples)
Canoeing
Giovanni De Gennaro (Brescia)
Manfredi Rizza (Pavia)
Luca Beccaro (Monsélice)
Samuele Burgo (Siracusa)
Marta Bertoncelli (Ferrara)
Stefi De Gennaro (Brescia)
Francesca Genzo (Trieste)
Cycling
Alberto Bettiol (Castelfiorentino)
Damiano Caruso (Ragusa)
Giulio Ciccone (Chieti)
Filippo Ganna (Verbania)
Gianni Moscon (Trento)
Vincenzo Nibali (Messina)
Simon Consonni (Ponte San Pietro)
Francesco Lamon (Mirano)
Jonathan Milan (Tolmezzo)
Elia Viviani (Isola Della Scala)
Luca Braidot (Gorizia)
Nadir Colledani (San Daniele Del Friuli)
Gerhard Kerschbaumer (Bressanone)
Giacomo Fantoni (Zevio)
Marta Bastianelli (Velletri)
Marta Cavalli (Cremona)
Elisa Longo-Borghini (Ornavasso)
Soraya Paladin (Treviso)
Martina Alzini (Legnano)
Rachele Barbieri (Pavullo Nel Frignano)
Martina Fidanza (Ponte San Pietro)
Vittoria Guazzini (Pontedera)
Letizia Paternoster (Cles)
Elisa Balsamo (Cuneo)
Eva Lechner (Bolzano)
Equestrian
Francesco Zaza (Monza)
Emmanuele Guadiano (Matera)
Susanna Bordone (Milan)
Vittoria Panizzon (Rome)
Arianna Schivo (Turin)
Fencing
Marco Fichera (Acireale)
Enrico Garozzo (Catannia)
Andrea Santarelli (Foligno)
Gabriele Cimini (Pisa)
Andrea Cassarà (Passirano)
Alessio Foconi (Rome)
Daniel Garozzo (Acireale)
Giorgio Avola (Modica)
Enrico Berrè (Rome)
Luca Curatoli (Naples)
Luigi Samele (Foggia)
Aldo Montano (Livorno)
Rossella Fiamingo (Catania)
Federica Isola (Milan)
Mara Navarria (Carlino)
Alberta Santuccio (Catania)
Martina Batini (Pisa)
Arianna Errigo (Monza)
Alice Volpi (Siena)
Erica Cipressa (Mirano)
Martina Criscio (Foggia)
Rossella Gregorio (Salerno)
Irene Vecchi (Livorno)
Michela Battiston (Palmanova)
Golf
Guido Migliozzi (Vicenza)
Renato Paratore (Rome)
Giulia Molinaro (Camposampiero)
Lucrezia Colombotto-Rosso (Monte Carlo, Monaco)
Judo
Manuel Lombardo (Turin)
Fabio Basile (Rivoli)
Christian Parlati (Naples)
Nicholas Mungai (Pistoia)
Francesca Milani (Rome)
Odette Giuffrida (Rome)
Maria Centracchio (Castel Di Sangro)
Alice Bellandi (Brescia)
Rowing
Gennaro Di Mauro (Massa Di Somma)
Giovanni Abagnale (Gragnano)
Marco Di Costanzo (Naples)
Stefano Oppo (Oristano)
Pietro Ruta (Gravedona)
Matteo Castaldo (Naples)
Matteo Lodo (Terracina)
Bruno Rosetti (Ravenna)
Giuseppe Vicino (Naples)
Giacomo Gentili (Cremona)
Andrea Panizza (Lecco)
Luca Rambaldi (Ferrara)
Simon Venier (Latina)
Aisha Rocek (Erba)
Kiri Tontodonati (Genoa)
Chiara Ondoli (Cittiglio)
Alessandra Patelli (Conegliano)
Federica Cesarini (Cittiglio)
Valentina Rodini (Cremona)
Stefania Gobbi (Padua)
Valentina Iseppi (Gavardo)
Veronica Lisi (Padua)
Alessandra Montesano (Cassalmaggiore)
Skateboarding
Ivan Federico (Cirié)
Alessandro Mazzara (Erice)
Asia Lanzi (Bologna)
Surfing
Leonardo Fioravanti (Rome)
Table Tennis
Debora Vivarelli (Bolzano)
Tennis
Fabio Fognini (Arma Di Taggia)
Lorenzo Sonego (Turin)
Lorenzo Musetti (Monte Carlo, Monaco)
Camila Giorgi (Tirrenia)
Jasmine Paolini (Bagni Di Lucca)
Sara Errani (Bologna)
Triathlon
Gianluca Pozzatti (Trento)
Delian Stateff (Rome)
Alice Betto (Cavaria)
Angelica Olmo (Pavia)
Verena Steinhauser (Brixen)
Volleyball
Daniel Lupo (Rome)
Paolo Nicolai (Ortona)
Adrian Carambula (Rome)
Enrico Rossi (Cesenatico)
Jiří Kovář (Civitanova Marche)
Luca Vettori (Parma)
Osmany Juantorena (Trento)
Simon Giannelli (Bolzano)
Ivan Zaytsev (Spoleto)
Matteo Piano (Asti)
Massimo Colaci (Gagliano Del Capo)
Gianluca Galassi (Trento)
Riccardo Sbertoli (Milan)
Simon Anzani (Como)
Alessandro Michieletto (Desenzano Del Garda)
Daniel Lavia (Cariati)
Marta Menegatti (Rovigo)
Viktoria Orsi-Toth (Santeramo In Colle)
Indre Sorokaite (Kariya, Japan)
Ofelia Malinov (Bergamo)
Monica De Gennaro (Piano Di Sorrento)
Raphaela Folie (Bolzano)
Alessia Orro (Oristano)
Caterina Bosetti (Busto Arsizio)
Cristina Chirichella (Naples)
Anna Danesi (Brescia)
Sarah Fahr (Piombino)
Elena Pietrini (Imola)
Miriam Sylla (Palermo)
Paola Egonu (Cittadella)
Water Polo
Marco Del Lungo (Tarquinia)
Francesco Di Fulvio (Pescara)
Stefano Luongo (Chiavari)
Pietro Figlioli (Albany Creek, Australia)
Nicholas Presciutti (Rome)
Alessandro Velotto (Naples)
Vincenzo Renzuto-Iodice (Naples)
Gonzalo Echenique (Rosario, Argentina)
Niccolò Figari (Genoa)
Michaël Bodegas (La-Seyne-Sur-Mer, France)
Matteo Aicardi (Finale Ligure)
Vincenzo Dulce (Brescia)
Gianmarco Nicosia (Busto Arisizio)
Weightlifting
Davide Ruiu (Sassari)
Mirko Zanni (Podenone)
Antonino Pizzolato (Castelvetrano)
Maria Alemanno (Galatina)
Giorgia Bordignon (Gallarate)
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🇺🇸 Until 590, the monument we all know as Castel Sant’Angelo was called the Mausoleum of Hadrian, precisely for the reason we have just talked about. In 590, however, a wave of pestilence was sweeping Rome: the archangel Michael appeared to Pope Gregory I during a procession to the Mausoleum while sheathing his sword as a sign of the end of the plague. To the most skeptical we will only say that the plague ended and that even today it is possible to see the footprints of the archangel on the stone where it appeared. Then, in honor of the archangel Michael and the good news he had brought, the Hadrian Mausoleum was called Castel Sant’Angelo and a statue depicting the angel was placed on top of the monument. 🇮🇹 Fino al 590 il monumento che tutti conosciamo come Castel Sant’Angelo si chiamava Mausoleo di Adriano, proprio per il motivo di cui abbiamo appena parlato. Nel 590 però un’ondata di pestilenza stava investendo Roma: l’arcangelo Michele apparve a Papa Gregorio I durante una processione al Mausoleo mentre rinfoderava la spada come segno della fine della peste. Ai più scettici diremo soltanto che la peste ebbe fine, e che ancora oggi è possibile vedere le impronte dell’arcangelo sulla pietra dove apparse. Quindi, in onore dell’arcangelo Michele e della buona notizia che aveva portato, il Mausoleo Adriano venne chiamato Castel Sant’Angelo e una statua raffigurante l’angelo venne collocata in cima al monumento. (presso Roma, Italia / Rome, Italy) https://www.instagram.com/p/CQ8o_TOBDtb/?utm_medium=tumblr
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Leggende toscane
Castel di Pietra e la leggenda della Pia La leggenda della Rocca di Crevole La leggenda di Margherita Marsili Il Sasso di San Zanobi e la sua leggenda Il castello di Romena fra poesia e leggenda Castagnata del Diavolo: un piatto legato a una leggenda Abbazia di San Salvatore e la leggenda di re Rachis Cinque leggende toscane
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SENSI DELL'ARCHITETTURA - di Gianpiero Menniti
"IL RE DI PIETRA"
Il “Liber Augustalis”, meglio conosciuto come le “Costituzioni di Melfi”, volute da Federico II, re di Sicilia e Imperatore del Sacro Romano Impero nei primi anni del XIII secolo e fino alla morte avvenuta nel 1250, contemplano l’istituto giuridico della “defensa”. L’introduzione di questo elemento normativo aveva uno scopo molto originale ed innovativo: coloro che avessero invocato il nome del re mentre stavano subendo un’aggressione, avrebbero ottenuto per i violenti una giustizia molto più severa e cruenta poiché il reato sarebbe stato compiuto, simbolicamente e per effetto dell’invocazione, contro la figura sacra del re difensore del popolo. L’atto giuridico è sempre il riflesso del sorgere di un esigenza culturalmente sentita o imposta per imperio politico. Così, negli anni di regno di Federico II, in continuità con la tradizione amministrativa normanna che egli aveva ereditato (esiste una querelle sull’effettivo spirito innovativo di Federico, ritenuto da alcuni storici il continuatore di un’intuizione dovuta ai sovrani normanni ed in particolare a Ruggero II), l’affermazione del potere regio transita anche da certa architettura: il castello è “il Re di pietra”, si potrebbe dire, l’immagine di valenza retorica imponente del ruolo immanente del sovrano in grado di estendere la propria presenza sul territorio del regno con quelle che variamente assumono la controversa funzione di residenze di caccia, osservatorio astronomico o altro ancora ma che sono, sostanzialmente, costruzioni militari difensive e di controllo. Per Castel del Monte la questione rimane aperta, non esiste una precisa caratterizzazione della struttura e non c’è una datazione certa: intorno al 1240 circa potrebbe essere stato avviato il cantiere ovvero realizzata parte dell’edificio. Ma il senso del suo apparire come un’astronave antica sulla sommità di una collina dalla quale domina l’alta Murgia, in Puglia, in quella che era ed è una frazione del Comune di Andria, è legato al concetto di potestà reale. Siamo in un’epoca nella quale le monarchie europee da tempo hanno avviato ed in parte realizzato un recupero di sovranità rispetto ai poteri localistici signorili la cui rilevanza e diffusività, tuttavia, permane quale tratto culturale afferente la difesa, l’esercizio delle armi, antico retaggio delle scorrerie dei secoli IX e X. Questa rappresentazione del potere attraverso la forza militare e la protezione dei re legislatori, offre contenuti di certezza nuovi, in linea con lo sviluppo di ceti proto-borghesi che si affermano dovunque nell’Europa cristiana ed in coincidenza con la fase matura delle autonomie comunali italiane. L’esigenza di garantire alla monarchia la prevalenza degli istituti giuridici e politici è quindi molto sentita da un sovrano come Federico II che non a caso impone ai comuni del regno meridionale la soggezione al potere reale impedendo (sempre nella tradizione normanna) forme di autonomia locale e comunale attraverso una gerarchica ed efficiente struttura burocratica: in essa si può riconoscere una personalità statale ante-litteram, con un rilievo etico della funzione che pone la monarchia in un contesto di assolutismo illuminato. Il castello reale è, dunque, il segno tangibile, evidente, imponente di un dominio inoppugnabile. La pianta ottagonale di Castel del Monte riflette in particolare quest’imponenza: di 56 metri è il diametro complessivo; oltre 10 metri la lunghezza di ognuno degli otto lati intervallati dalle otto torri anch’esse ottagonali del diametro di quasi otto metri ciascuna; di quasi 18 metri il diametro dell’ottagono interno che costituisce il cortile del castello. Il tutto proiettato in elevazione fino ai quasi 25 metri delle torri ed agli oltre 20 metri delle pareti perimetrali. Un po’ troppo per una residenza di caccia o qualunque altra cosa che non sia essenzialmente una fortificazione militare connotata politicamente. Un’architettura che possiede una forte impronta geometrica, una severità del tratto stilistico che la rende originale ma che, secondo diverse interpretazioni, non sfugge ad influenze classiche romane, ai contenuti concettuali asciutti e funzionali dell’architettura cistercense, a suggestioni mediorientali assorbite durante la VI crociata tra il 1227 ed il 1229. Certamente il complesso e funzionale sistema idraulico interno è di concezione araba. Qualche cenno tra il romanico ed il gotico s’insinua nel disegno del portale principale d’ingresso e delle finestre sulle facciate, oltre che nelle coperture con archi costolonati delle volte a crociera. Simbolismi di carattere astronomico? Forse evidenti, forse solo possibili per la vasta eco connessa al ruolo ed alle attività di Federico II e della sua corte, nell’alveo ampio ed affascinante di contenuti leggendari sorti in un’età prestata a riflessi simbolici metafisici, effetto di una miope ricerca di significati ben lontana dalla consapevolezza nichilista moderna che ripiana le pur robuste escrescenze medievali.
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📍 #italia #Roma ⠀ L’altare della patria è uno dei monumenti più famosi e fotografati di Roma. Molti romani chiamano il Vittoriano “macchina da scrivere”, ripetono che è brutto e lo associano al fascismo ma in realtà non c’entra proprio niente né con Mussolini né con il ventennio della sua dittatura. Il Vittoriano o Altare della Patria è un monumento di grandissima valenza simbolica che riunisce in sé tutti i valori dell’Italia risorgimentale e della nostra Costituzione. Questo è uno dei monumenti più emblematici della storia del nostro Paese ed è il simbolo dell’Italia D’Italia, del Risorgimento e della monarchia sabauda. La prima pietra fu posta da Umberto I di Savoia nel 1885, figlio di Vittorio Emanuele II, il primo re d’Italia. La necessità era quella di avere un monumento commemorativo estremamente simbolico per testimoniare i cambiamenti del Paese. La scelta di costruire il Vittoriano sul Campidoglio non è stata certo casuale: si tratta infatti del primo colle su cui, secondo la leggenda, fu fondata Roma nonché dove fu eretto il tempio a Giove Capitolino. Simbolicamente fu deciso di porre il Vittoriano non lontano dal Colosseo, massimo simbolo della Roma imperiale e in contrapposizione a San Pietro, che rappresentava il potere temporale dei Papi. Sempre per fare da contrappeso al potere dei papi, fu costruito pochi anni dopo il palazzo di Giustizia vicino a Castel Sant’Angelo, da sempre prigione sotto il controllo del Vaticano e perciò simbolo di un potere religioso che ormai doveva lasciare il posto all’Italia unita e laica. (presso Altare Della Patria, Roma, Italia)
#roma#italia#italy#Itália#italiandays#italiana#italien#Altare Della Patria#Roma#rome#romana#trip#voyage#la bellezza di roma#travelling#wonderlust#viaggio#viaggiare#viagem#viajantes
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L’Italia è forse il paese al mondo con la maggior concentrazione di bellezza, di arte, di storia e di cultura. Che si tratti di un borgo, una città, un museo, un sito archeologico o una chiesa, in Italia esistono manciate di luoghi che sarebbe davvero un peccato non visitare almeno una volta nella vita. Di seguito abbiamo provato a elencare i monumenti più importanti d’Italia, undici monumenti italiani unici al mondo più uno, la Basilica di San Pietro in Vaticano. Più uno perché il Vaticano tecnicamente non è Italia, ma poco ci manca. Il Duomo di Milano Se si considera che la Basilica di San Pietro si trova nel territorio della città del Vaticano, il Duomo di Milano, la basilica cattedrale di Santa Maria Nascente, è la chiesa più grande d’Italia e la quarta nel mondo per superficie. Un progetto mastodontico di arte neogotica e tradizione lombarda cominciato sul finire del Quattrocento e terminato definitivamente nel 1892. La celebre Madunina in rame dorato realizzata da Giuseppe Perego trova la sua inconfondibile collocazione sulla guglia maggiore nel 1774 e, da allora, come i celebri versi della canzone popolare a lei dedicata, domina incontrastata su Milano. Da visitare assolutamente l’interno, dove nel 1805 Napoleone fu incoronato re d’Italia, ricco di capolavori assoluti dell’arte rinascimentale e barocca, e le suggestive terrazze che si aprono tra le guglie e il loro panorama mozzafiato sulla città. Viste le grandi folle che il Duomo di Milano richiama potrebbe essere utile dotarsi preventivamente di un ingresso prioritario oppure prendere parte a un tour organizzato. La Mole Antonelliana Con i suoi 167,5 metri di altezza, è uno degli edifici più alti d’Italia, nonché la costruzione in muratura più alta d’Europa. L’ascensore panoramico installato al suo interno nel 1961, permette di raggiungere il tempietto, dal quale si gode di un’impareggiabile vista sulla città di Torino. Dal 2000 la mole ospita il museo Nazionale del Cinema, uno dei più visitati d’Italia, che raccoglie nei suggestivi spazi interni di questo curioso edificio numerose macchine pre-cinematografiche e altrettanti oggetti provenienti dal mondo del cinema (film, libri, manifesti, stampe, locandine ecc.). La maggior parte dei tour di Torino comprendono la visita al museo, nonché l’accesso all’ascensore panoramico della Mole. La Basilica di San Marco Simbolo indiscusso di Venezia, dell’arte veneta nonché di tutta la cristianità, la storica basilica cattedrale di Venezia, dedicata a San Marco patrono cittadino, è spesso chiamata anche chiesa d’Oro, per via del tesoro e le reliquie del Santo custodite all’interno e per i preziosi dettagli dorati che ornano i suoi magnifici mosaici duecenteschi e trecenteschi, presenti sia in facciata sia all’interno. La chiesa è accessibile liberamente, ma vista la consueta folla di persone può venire in aiuto acquistare preventivamente un accesso prioritario magari accompagnati da una guida. L’Arena di Verona Lo storico anfiteatro romano che impreziosisce il centro storico di Verona, patria dell’immortale e tragico amore di Romeo e Giulietta, si può sicuramente annoverare tra quei monumenti simbolo dell’Italia nel mondo. Grazie a sistematici restauri eseguiti sulla struttura a partire già dal Cinquecento, l’arena di Verona è uno degli anfiteatri romani meglio conservati del mondo e risale probabilmente al I secolo d.C. Negli ultimi decenni l’Arena di Verona, oltre a essere uno dei monumenti più visitati d’Italia, è diventata la straordinaria cornice di eventi, spettacoli teatrali, opere liriche, concerti e trasmissioni televisive. Si può decidere, come gli altri monumenti presentati, di esplorarla autonomamente o con l’aiuto di una guida. La Cattedrale di Santa Maria del Fiore Santa Maria del Fiore, il Duomo di Firenze, è di certo una delle chiese più famose d’Italia. Apoteosi dell’arte rinascimentale fiorentina, con la sua cupola a pianta ottagonale riconoscibile a km di distanza e l’elegante decorazione a bande di marmi policromi che ne avvolge l’esterno, è davvero uno dei fiori all’occhiello della città di Firenze. L’interno, sobrio e decisamente austero, custodisce tra numerose opere d’arte alcuni capolavori di Donatello, Lorenzo Ghiberti, Luca della Robbia, Paolo Uccello e del Poliziano. Anche qui non sarebbe male prenotare un tour guidato o prioritario per evitare inutili code. La Torre di Pisa La Torre pendente di Pisa, simbolo della città toscana, non è altro che il campanile della cattedrale di Santa Maria situato nella celebre piazza del Duomo, detta anche piazza dei Miracoli, oggi patrimonio Unesco. Alto circa 57 m e costruito tra la fine dell’XI e il XIV secolo, nel 2007 la sua pendenza ha sfiorato i 4° rispetto all’asse verticale. Un capolavoro di arte rinascimentale che può essere percorsa sino in cima per ammirare uno splendido panorama della città e delle colline che fanno da cornice a Pisa. Piazza dei Miracoli, con la torre, il Duomo e il Battistero costituiscono un unicum architettonico di rara bellezza che merita sicuramente di essere visitato nella sua completezza, magari con il supporto di una guida. Il Colosseo In un articolo sui monumenti più importanti d’Italia non può di certo mancare l’intramontabile Colosseo di Roma, simbolo della capitale ma anche icona internazionale del nostro paese e patrimonio dell’umanità Unesco dal 1980. L’anfiteatro Flavio è il più grande anfiteatro del mondo, nonché il più imponente romano giunto sino a noi. La sua struttura inconfondibile ha più di mille anni di storia e recentemente è stato inserito tra le nuove sette meraviglie del mondo. La storia dell’antica Roma rivive letteralmente passeggiando tra le sue arcate, oltre le quali si sfidavano i celebri gladiatori provenienti dalle più remote province dell’impero. Il circuito archeologico di Colosseo, Foro Romano e Palatino è insieme al Pantheon tra i siti più visitati d’Italia e, vista l’enorme affluenza di pubblico in ogni periodo dell’anno, anche qui è consigliabile ottenere quantomeno un ingresso prioritario, se non addirittura una visita guidata. Castel del Monte La fortezza sveva di Castel del Monte, voluta da Federico II e risalente alla metà del Duecento circa, è uno dei monumenti italiani più visitati e celebri del mondo, dal 1996 patrimonio Unesco, sito nell’area delle murge occidentali in Puglia, nei pressi della cittadina di Andria. La perfetta pianta ottagonale dell’edificio, eretto su di una collina isolata a circa 500 m di altezza, permette al castello di essere visibile da km di distanza e, a sua volta, di controllare vaste porzioni di territorio circostante. Ogni angolo della struttura è occupato da una torretta, a sua volta ottagonale, alta circa 23 m. All’interno la fortezza, disposta su due piani comunicanti tra loro mediante scale a chiocciola in muratura, si presenta in tutta la sua semplicità e perfezione architettonica. Vale davvero la pena visitarlo, magari organizzando un tour con la luce del tramonto, momento in cui la candida pietra calcarea e il marmo bianco di cui è composto si accende di calde tinte che variano dal rosa, al bianco e al giallo. La reggia di Caserta La reggia di Caserta, dal 1997 patrimonio dell’Unesco insieme all’acquedotto del Vanvitelli e il complesso di San Leucio, è la residenza reale più grande al mondo per volume, fortemente voluta da Carlo di Borbone verso la metà del Settecento e disegnata dal celebre architetto napoletano Luigi Vanvitelli. Apoteosi, nonché ultimo grande capolavoro, del barocco italiano, la reggia di Caserta fu definitivamente terminata un secolo dopo coprendo un’area di circa 47 mila mq. Da non perdere il magnifico scalone reale a doppia rampa immortalato in numerosi film tra i quali in ben due episodi della saga di Guerre Stellari, la cappella Palatina, la sala del Trono e lo stupefacente parco che si sviluppa alle spalle della reggia per circa 3 km di lunghezza. La reggia può essere visitata autonomamente oppure con tour guidati comprensivi di transfert privato da Napoli. Il teatro di Taormina Il teatro greco-romano di Taormina, al pari dell’arena di Verona, è una delle cornici più apprezzate per grandi eventi dal vivo, musicali e non tra cui la cerimonia di premiazione del David di Donatello, e inoltre rappresenta uno dei simboli culturali d’Italia. Risalente al III secolo a.C. la tribuna è stata scavata direttamente della roccia e l’intero complesso ha come sfondo la suggestiva cartolina del mar Ionio e dell’Etna. Dei 10 mila spettatori che poteva accogliere in età augustea, oggi ne può contenere circa 4500 ed è una delle tappe fondamentali di qualsiasi tour della splendida città di Taormina. Il villaggio nuragico di Su Nuraxi Nei presso di Barumini, in Sardegna, si erge il più grande nuraghe che sia mai stato eretto, dal 1997 fa parte del patrimonio Unesco e vi si accede solo accompagnati da una guida. Numerosi tour del nuraghe di Barumini partono inoltre da Cagliari e possono coinvolgere l’antichissimo territorio circostante, detto della giara di Gesturi. La suggestiva e imponente struttura quadrilobata, alta 18 m circa e completamente visitabile anche all’interno, risale al XVI-XIV secolo a.C., mentre il vasto villaggio nuragico che si sviluppa ai suoi piedi è sorto tra il XIII e il VI secolo a.C. La Basilica di San Pietro in Vaticano La Basilica di San Pietro, cuore della città del Vaticano e del mondo cattolico, sebbene non sia compreso nel territorio nazionale è certamente da annoverare tra i monumenti italiani più visitati. Questa enorme chiesa raccoglie infatti la massima espressione artistica che l’Italia ha lasciato al mondo e all’umanità intera, ovvero quella meraviglia di ingegno e di estro artistico che è stato il Rinascimento. A partire dalla struttura della chiesa, l’ambizioso progetto di papa Giulio II, cominciato nel 1506, culmina nell’immensa cupola disegnata da Michelangelo, sotto alla quale si celano alcuni tra i capolavori assoluti dell’arte italiana, come la Pietà di Michelangelo (1499) e il monumentale Baldacchino di Gian Lorenzo Bernini (1624-1633), realizzato con il bronzo del pantheon romano e le quattro inconfondibili colonne tortili che riprendono direttamente il tempio di Salomone. Bernini è anche l’artefice, tra il 1657 e il 1667, della monumentale piazza e il relativo colonnato che introduce la basilica, come se fosse un lungo e simbolico abbraccio. La visita della basilica e la salita alla cupola di San Pietro possono essere tranquillamente svolte in totale autonomia. Il consiglio, vista l’enorme quantità di turisti che in ogni momento dell’anno affollano la chiesa, è quello di preordinare i biglietti con ingresso dedicato o addirittura prenotare un tour guidato, magari abbinato alla visita dell’adiacente e celebre cappella Sistina con il Giudizio Universale di Michelangelo. @Shutterstock https://ift.tt/2W0Y6Db I più importanti monumenti d’Italia L’Italia è forse il paese al mondo con la maggior concentrazione di bellezza, di arte, di storia e di cultura. Che si tratti di un borgo, una città, un museo, un sito archeologico o una chiesa, in Italia esistono manciate di luoghi che sarebbe davvero un peccato non visitare almeno una volta nella vita. Di seguito abbiamo provato a elencare i monumenti più importanti d’Italia, undici monumenti italiani unici al mondo più uno, la Basilica di San Pietro in Vaticano. Più uno perché il Vaticano tecnicamente non è Italia, ma poco ci manca. Il Duomo di Milano Se si considera che la Basilica di San Pietro si trova nel territorio della città del Vaticano, il Duomo di Milano, la basilica cattedrale di Santa Maria Nascente, è la chiesa più grande d’Italia e la quarta nel mondo per superficie. Un progetto mastodontico di arte neogotica e tradizione lombarda cominciato sul finire del Quattrocento e terminato definitivamente nel 1892. La celebre Madunina in rame dorato realizzata da Giuseppe Perego trova la sua inconfondibile collocazione sulla guglia maggiore nel 1774 e, da allora, come i celebri versi della canzone popolare a lei dedicata, domina incontrastata su Milano. Da visitare assolutamente l’interno, dove nel 1805 Napoleone fu incoronato re d’Italia, ricco di capolavori assoluti dell’arte rinascimentale e barocca, e le suggestive terrazze che si aprono tra le guglie e il loro panorama mozzafiato sulla città. Viste le grandi folle che il Duomo di Milano richiama potrebbe essere utile dotarsi preventivamente di un ingresso prioritario oppure prendere parte a un tour organizzato. La Mole Antonelliana Con i suoi 167,5 metri di altezza, è uno degli edifici più alti d’Italia, nonché la costruzione in muratura più alta d’Europa. L’ascensore panoramico installato al suo interno nel 1961, permette di raggiungere il tempietto, dal quale si gode di un’impareggiabile vista sulla città di Torino. Dal 2000 la mole ospita il museo Nazionale del Cinema, uno dei più visitati d’Italia, che raccoglie nei suggestivi spazi interni di questo curioso edificio numerose macchine pre-cinematografiche e altrettanti oggetti provenienti dal mondo del cinema (film, libri, manifesti, stampe, locandine ecc.). La maggior parte dei tour di Torino comprendono la visita al museo, nonché l’accesso all’ascensore panoramico della Mole. La Basilica di San Marco Simbolo indiscusso di Venezia, dell’arte veneta nonché di tutta la cristianità, la storica basilica cattedrale di Venezia, dedicata a San Marco patrono cittadino, è spesso chiamata anche chiesa d’Oro, per via del tesoro e le reliquie del Santo custodite all’interno e per i preziosi dettagli dorati che ornano i suoi magnifici mosaici duecenteschi e trecenteschi, presenti sia in facciata sia all’interno. La chiesa è accessibile liberamente, ma vista la consueta folla di persone può venire in aiuto acquistare preventivamente un accesso prioritario magari accompagnati da una guida. L’Arena di Verona Lo storico anfiteatro romano che impreziosisce il centro storico di Verona, patria dell’immortale e tragico amore di Romeo e Giulietta, si può sicuramente annoverare tra quei monumenti simbolo dell’Italia nel mondo. Grazie a sistematici restauri eseguiti sulla struttura a partire già dal Cinquecento, l’arena di Verona è uno degli anfiteatri romani meglio conservati del mondo e risale probabilmente al I secolo d.C. Negli ultimi decenni l’Arena di Verona, oltre a essere uno dei monumenti più visitati d’Italia, è diventata la straordinaria cornice di eventi, spettacoli teatrali, opere liriche, concerti e trasmissioni televisive. Si può decidere, come gli altri monumenti presentati, di esplorarla autonomamente o con l’aiuto di una guida. La Cattedrale di Santa Maria del Fiore Santa Maria del Fiore, il Duomo di Firenze, è di certo una delle chiese più famose d’Italia. Apoteosi dell’arte rinascimentale fiorentina, con la sua cupola a pianta ottagonale riconoscibile a km di distanza e l’elegante decorazione a bande di marmi policromi che ne avvolge l’esterno, è davvero uno dei fiori all’occhiello della città di Firenze. L’interno, sobrio e decisamente austero, custodisce tra numerose opere d’arte alcuni capolavori di Donatello, Lorenzo Ghiberti, Luca della Robbia, Paolo Uccello e del Poliziano. Anche qui non sarebbe male prenotare un tour guidato o prioritario per evitare inutili code. La Torre di Pisa La Torre pendente di Pisa, simbolo della città toscana, non è altro che il campanile della cattedrale di Santa Maria situato nella celebre piazza del Duomo, detta anche piazza dei Miracoli, oggi patrimonio Unesco. Alto circa 57 m e costruito tra la fine dell’XI e il XIV secolo, nel 2007 la sua pendenza ha sfiorato i 4° rispetto all’asse verticale. Un capolavoro di arte rinascimentale che può essere percorsa sino in cima per ammirare uno splendido panorama della città e delle colline che fanno da cornice a Pisa. Piazza dei Miracoli, con la torre, il Duomo e il Battistero costituiscono un unicum architettonico di rara bellezza che merita sicuramente di essere visitato nella sua completezza, magari con il supporto di una guida. Il Colosseo In un articolo sui monumenti più importanti d’Italia non può di certo mancare l’intramontabile Colosseo di Roma, simbolo della capitale ma anche icona internazionale del nostro paese e patrimonio dell’umanità Unesco dal 1980. L’anfiteatro Flavio è il più grande anfiteatro del mondo, nonché il più imponente romano giunto sino a noi. La sua struttura inconfondibile ha più di mille anni di storia e recentemente è stato inserito tra le nuove sette meraviglie del mondo. La storia dell’antica Roma rivive letteralmente passeggiando tra le sue arcate, oltre le quali si sfidavano i celebri gladiatori provenienti dalle più remote province dell’impero. Il circuito archeologico di Colosseo, Foro Romano e Palatino è insieme al Pantheon tra i siti più visitati d’Italia e, vista l’enorme affluenza di pubblico in ogni periodo dell’anno, anche qui è consigliabile ottenere quantomeno un ingresso prioritario, se non addirittura una visita guidata. Castel del Monte La fortezza sveva di Castel del Monte, voluta da Federico II e risalente alla metà del Duecento circa, è uno dei monumenti italiani più visitati e celebri del mondo, dal 1996 patrimonio Unesco, sito nell’area delle murge occidentali in Puglia, nei pressi della cittadina di Andria. La perfetta pianta ottagonale dell’edificio, eretto su di una collina isolata a circa 500 m di altezza, permette al castello di essere visibile da km di distanza e, a sua volta, di controllare vaste porzioni di territorio circostante. Ogni angolo della struttura è occupato da una torretta, a sua volta ottagonale, alta circa 23 m. All’interno la fortezza, disposta su due piani comunicanti tra loro mediante scale a chiocciola in muratura, si presenta in tutta la sua semplicità e perfezione architettonica. Vale davvero la pena visitarlo, magari organizzando un tour con la luce del tramonto, momento in cui la candida pietra calcarea e il marmo bianco di cui è composto si accende di calde tinte che variano dal rosa, al bianco e al giallo. La reggia di Caserta La reggia di Caserta, dal 1997 patrimonio dell’Unesco insieme all’acquedotto del Vanvitelli e il complesso di San Leucio, è la residenza reale più grande al mondo per volume, fortemente voluta da Carlo di Borbone verso la metà del Settecento e disegnata dal celebre architetto napoletano Luigi Vanvitelli. Apoteosi, nonché ultimo grande capolavoro, del barocco italiano, la reggia di Caserta fu definitivamente terminata un secolo dopo coprendo un’area di circa 47 mila mq. Da non perdere il magnifico scalone reale a doppia rampa immortalato in numerosi film tra i quali in ben due episodi della saga di Guerre Stellari, la cappella Palatina, la sala del Trono e lo stupefacente parco che si sviluppa alle spalle della reggia per circa 3 km di lunghezza. La reggia può essere visitata autonomamente oppure con tour guidati comprensivi di transfert privato da Napoli. Il teatro di Taormina Il teatro greco-romano di Taormina, al pari dell’arena di Verona, è una delle cornici più apprezzate per grandi eventi dal vivo, musicali e non tra cui la cerimonia di premiazione del David di Donatello, e inoltre rappresenta uno dei simboli culturali d’Italia. Risalente al III secolo a.C. la tribuna è stata scavata direttamente della roccia e l’intero complesso ha come sfondo la suggestiva cartolina del mar Ionio e dell’Etna. Dei 10 mila spettatori che poteva accogliere in età augustea, oggi ne può contenere circa 4500 ed è una delle tappe fondamentali di qualsiasi tour della splendida città di Taormina. Il villaggio nuragico di Su Nuraxi Nei presso di Barumini, in Sardegna, si erge il più grande nuraghe che sia mai stato eretto, dal 1997 fa parte del patrimonio Unesco e vi si accede solo accompagnati da una guida. Numerosi tour del nuraghe di Barumini partono inoltre da Cagliari e possono coinvolgere l’antichissimo territorio circostante, detto della giara di Gesturi. La suggestiva e imponente struttura quadrilobata, alta 18 m circa e completamente visitabile anche all’interno, risale al XVI-XIV secolo a.C., mentre il vasto villaggio nuragico che si sviluppa ai suoi piedi è sorto tra il XIII e il VI secolo a.C. La Basilica di San Pietro in Vaticano La Basilica di San Pietro, cuore della città del Vaticano e del mondo cattolico, sebbene non sia compreso nel territorio nazionale è certamente da annoverare tra i monumenti italiani più visitati. Questa enorme chiesa raccoglie infatti la massima espressione artistica che l’Italia ha lasciato al mondo e all’umanità intera, ovvero quella meraviglia di ingegno e di estro artistico che è stato il Rinascimento. A partire dalla struttura della chiesa, l’ambizioso progetto di papa Giulio II, cominciato nel 1506, culmina nell’immensa cupola disegnata da Michelangelo, sotto alla quale si celano alcuni tra i capolavori assoluti dell’arte italiana, come la Pietà di Michelangelo (1499) e il monumentale Baldacchino di Gian Lorenzo Bernini (1624-1633), realizzato con il bronzo del pantheon romano e le quattro inconfondibili colonne tortili che riprendono direttamente il tempio di Salomone. Bernini è anche l’artefice, tra il 1657 e il 1667, della monumentale piazza e il relativo colonnato che introduce la basilica, come se fosse un lungo e simbolico abbraccio. La visita della basilica e la salita alla cupola di San Pietro possono essere tranquillamente svolte in totale autonomia. Il consiglio, vista l’enorme quantità di turisti che in ogni momento dell’anno affollano la chiesa, è quello di preordinare i biglietti con ingresso dedicato o addirittura prenotare un tour guidato, magari abbinato alla visita dell’adiacente e celebre cappella Sistina con il Giudizio Universale di Michelangelo. @Shutterstock L’Italia è ricca di arte e cultura e non mancano i monumenti storici da visitare assolutamente per il loro immenso patrimonio storico e artistico.
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Noi, solo noi: di limoni e di limonaie e anche altro
Noi, solo noi: di limoni e di limonaie e anche altro
Limone di giorno e di notte con la limonaia del Castel e l’inizio lontano della ciclopedonale
In realtà potremmo intitolare questo articolo: Ciclopedonale fantastica e come (non) trovarla.
La vera bellezza di Limone, il cui nome non deriva dalle piante per cui è ancora oggi famosa, ma probabilmente dalla pietra o roccia che la sovrasta e fa da confine, sono proprio le viuzze del centro…
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thank you so much for posting the GIFs, Marika. you’re the best!!!! 💘 ps. i might be traveling to Verona this September. do you have any recommendations? - 🦋
thank you i love you 🥺
definitely don’t spend money to enter the juliet’s house museum or anything else associated with romeo & juliet, because they didn’t actually exist and it’s all fake to attract tourists lmao BUT you can take pictures of the balcony from the courtyard and you can also write something on the walls if you want.
wander around piazza erbe, which was the main square during the roman empire. it’s very lively and there’s an open market - again, mainly for tourists - but if you want some souvenirs that’s the best place to get them imo. i suggest you get something to eat there too, because the cafes and restaurant around the square are pretty pricey. there’s also torre dei lamberti close to piazza erbe and i suggest you take the stairs instead of the elevator to get the full experience. once you get on top you have a view of the city and let me tell you something, i took some dope ass pictures up there, it definitely worth it lmao
then obviously there’s the arena in piazza bra - you’ll have to walk down via mazzini to get there and that’s the main shopping street - and you should definitely go inside but make sure you check the opening hours beforehand because you might not be able to visit it if there’s an event.
one of my favorite things is the teatro romano, and you’ll have to walk on ponte pietra to get there which is like the oldest bridge in verona and you can also take a walk along the river bank (which is where i used to go with my friends if we wanted to cut the first hours of school lmao also definitely go get drinks or a coffee at terrazza bar al ponte and make sure you enter and then go sit outside, you’ll be right on the river and you’ll have an amazing view of the roman theater).
from there you can take a walk up the hill to castel san pietro (there’s steps near the theater) where you’ll get even a better view of the city; it’s not to hard of a walk, i used to go up there pretty much every week during p.e. class
you can easily see all of these things in a day, so the other days you can spend them at lake garda in bardolino, or you can take a tour of valpolicella (our wines are the best tbh 😌). if you like nature you can go to ponte di veja where you can have a picnic and go on a small hike to see the natural bridge; you can go visit the lessinia natural park and also the molina waterfall park.
you could also take a train ride to venice or padua if you feel like it.
im sure i missed a lot of things so if you have other questions ask away 💘
#answered#anonymous#it's literally 5am here so im sorry if my english was fucked up at some points lmao
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