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#Atipografia Arzignano
pikasus-artenews · 2 years
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Stefano Mario Zatti: La forma delle parole. Per Stefano Mario Zatti la parola è identità e quindi un atto di creazione ma anche il tratto in sé è arte.
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arc-hus · 6 months
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Atipografia Threshold and Treasure Gallery, Arzignano, Italy - AMAA
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tartagliaarte · 2 years
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Sfidare l’aria e la fragilità. La mostra di Arcangelo Sassolino a Vicenza
Sfidare l’aria e la fragilità. La mostra di Arcangelo Sassolino a Vicenza
I RINNOVATI SPAZI DI ATIPOGRAFIA, AD ARZIGNANO, ACCOLGONO LA MOSTRA DI ARCANGELO SASSOLINO, ARTEFICE DELL’ACCLAMATO PADIGLIONE MALTA ALLA BIENNALE DI VENEZIA. PROTAGONISTA ASSOLUTA LA FORZA DELL’ARIA Arcangelo Sassolino. Photo Agostino Osio Arcangelo Sassolino. Il vuoto senza misura. Exhibition view at Atipografia, Arzignano 2022. Photo Luca Peruzzi La situazione in cui veniamo a trovarci non è…
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gabrielesalvaterra · 7 years
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Juan Eugenio Ochoa. Dove
Arzignano (VI), Atipografia
site specific project with a critical essay by Gabriele Salvaterra
27th May – 16th July 2017
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culturame · 8 years
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Atipografia, Arzignano (VI) | Tre anni sulla pietra | 16 marzo - 25 aprile 2017
Atipografia, Arzignano (VI) | Tre anni sulla pietra | 16 marzo – 25 aprile 2017
Negli spazi di Atipografia ad Arzignano (VI), dal 16 marzo al 25 aprile 2017, le opere di Marta Allegri, Giorgia Fincato e Stefano Mario Zatti offriranno un’ampia ricognizione sul territorio, inteso come spazio fortemente connotato dal punto di vista culturale. Accompagnata da un giornale con testi di Elio Grazioli (critico d’arte e docente universitario), Marco Mioli (critico d’arte) ed Elena…
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positive-magazine · 4 years
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Atipografia
Un’antica tipografia di fine ottocento, viene riaperta dando origine a un nuovo polo culturale dedicato all’arte contemporanea: L’Atipografia. Inaugurata il 15 Novembre 2014 è frutto delle idee di Andrea Bianconi e Elena Dal Molin entrambi coinvolti da sempre nel mondo dell’arte. Atipografianasce nel comune di Arzignano, si sviluppa come un’associazione che sostiene tramite le donazioni e…
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redazionecultura · 8 years
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sede: Atipografia (Arzignano).
Negli spazi di Atipografia ad Arzignano (VI) le opere di Marta Allegri, Giorgia Fincato e Stefano Mario Zatti offriranno un’ampia ricognizione sul territorio, inteso come spazio fortemente connotato dal punto di vista culturale.
L’insistenza è la carica espressiva dei tre artisti. Una dolce insistenza. Insistere etimologicamente significa “stare fermi”, sino al conseguimento dell’intento. “Tre anni sulla pietra” indica proprio questo stare. È un titolo figurativo, in contrasto con l’astrazione del lavoro dei tre autori, che si rifà ad un’antica storia orientale secondo cui, restando pazientemente seduti per tre anni su una pietra fredda, alla fine la si riscalderà. Senza pazienza, non è possibile crescere e diventare persone autentiche.
La mostra costituisce, dopo “The Perfect Tannery” (indagine fotografica condotta da Mark Power e Stuart Franklin, membri di Magnum Photo, all’interno del distretto industriale di Arzignano), il secondo appuntamento della stagione 2016-2017 di Atipografia, dedicata al territorio, tra spazio ed identità.
“Tre anni sulla pietra” affronta questo tema da tre punti di vista molto differenti, quasi tre dimensioni di territorio. Marta Allegri trasforma oggetti di recupero, quasi sempre legati a materiali costruttivi, in qualcosa di nuovamente vitale. I disegni di Giorgia Fincato possono apparire come mappe di una geografia interiore. Stefano Mario Zatti presenta, infine, lavori di incisione che richiamano la storia contemporanea.
“Cifra comune – spiega Elena Dal Molin, direttore artistico Atipografia – è una dolce insistenza che si fa bellezza. Marta insiste nel recuperare pezzi di costruzioni abbandonate, addirittura sommersi dalla terra e dalle macerie, e con essi crea trame preziose. Giorgia è dal 2007 che mi affascina con la sua linea e, in questi dieci anni, il lavoro è completamente cambiato, tanto che non riesco ancora a trovarne inizio e fine. Stefano, invece, pone interrogativi sulla vita e sul sogno, citando nelle sue incisioni anche Fibonacci e ripetendo il gesto centinaia di migliaia di volte”.
Per Atipografia, Marta Allegri, ha realizzato un’installazione site-specific – “sottoterra” – che comprende oltre cento pezzi, ispirata ad una portafinestra semidistrutta di un’officina abbandonata. Le reti a maglia esagonali, provenienti dalla discarica dell’ex colonia di Borca di Cadore, intrappolano frammenti di vetro raccolti durante i lavori di “cura” della terra intorno alla sua abitazione, che brillano grazie alla luce che filtra dalla finestra. “Mi piace trovare punti in comune nel lavoro maschile e femminile – spiega l’artista – tra la costruzione di un muro di mattoni e la tessitura di una coperta. Stessa lentezza nell’esecuzione, stessa fatica, stessa pazienza. Qualcosa a cui non ci si può sottrarre”. È nato così un archivio fotografico, costituito soprattutto da finestre di fienili e case rurali intorno a Cavarzere (VE). Da questo materiale ha preso forma un’ulteriore installazione dedicata ai luoghi abbandonati, oggetto di libretti fotografici a tiratura limitata.
Giorgia Fincato espone una selezione di opere a china su carta. Scritture emotive, mappe della memoria rappresentate da una linea continua che si sviluppa su più piani prospettici. L’artista partecipa al progetto anche con l’installazione “Continua a cercarmi che arrossisco”, collezione di pezzi di ruggine trovati dal 2015 nel corso di lunghe passeggiate.
Stefano Mario Zatti mappa i luoghi che attraversa, siano essi ambientali, interiori, familiari, nascosti o ideali, tentando di restituire un senso alla nostra esistenza. Un linguaggio cuneiforme che, attraverso la reiterazione del gesto, diventa pratica per comprendere meglio il mondo. “Esodo celeste” è un’opera che si ispira ad una fiaba siriana secondo cui i morti diventano stelle. Zatti sta eseguendo, quindi, con una lama sottile, oltre 400 mila fori su un cartoncino nero retroilluminato contando sulle dita le vittime della guerra siriana. Il dittico “Sindone”, parte di un ciclo di più lavori, coniuga esperienza, fotografia e memoria. Esplorando luoghi appartati della montagna veneta, l’artista lascia un lenzuolo avvolto ad un sasso per mesi o anni, poi lo recupera. Il tessuto si impregna degli umori dell’acqua, della terra e della pietra, risvegliando l’olfatto e trattenendo traccia di ciò che ha coperto.
Tutti gli artisti hanno, inoltre, progettato un intervento site-specific per gli antichi cassetti della tipografia, invitando il visitatore a toccare con mano la loro ricerca, facendo scorrere i cassetti e scoperchiando vani inesplorati della memoria.
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Tre anni sulla pietra - Mostra Collettiva sede: Atipografia (Arzignano). Negli spazi di Atipografia ad Arzignano (VI) le opere di Marta Allegri, Giorgia Fincato e Stefano Mario Zatti offriranno un'ampia ricognizione sul territorio, inteso come spazio fortemente connotato dal punto di vista culturale.
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mpefm · 8 years
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ATIPOGRAFIA, ARZIGNANO VI - Tre anni sulla pietra - 16 marzo > 25 aprile, 2017 @atipografia
http://mpefm.com/mpefm/modern-contemporary-art-press-release/italy-art-press-release/atipografia-arzignano-vi-tre-anni-sulla-pietra
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pikasus-artenews · 30 days
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PIERO FOGLIATI. La città fantastica
Nell’opera di Piero Fogliati il disegno assume una valenza progettuale e la scultura diventa momento di realizzazione dell’utopia
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gabrielesalvaterra · 7 years
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Juan Eugenio Ochoa. Dove
Arzignano (VI), Atipografia
site specific project with a critical text by Gabriele Salvaterra
27th May – 16th July 2017
http://www.atipografia.it/mostre/dove---juan-eugenio-ochoa/
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gabrielesalvaterra · 7 years
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Juan Eugenio Ochoa. Dove
Arzignano (VI), Atipografia
site specific project with a critical text by Gabriele Salvaterra
27th May – 16th July 2017
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redazionecultura · 8 years
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sede: CAMeC – Centro Arte Moderna e Contemporanea (La Spezia); cura: Daniele Capra.
La mostra raccoglie una trentina di opere su carta e su tela dell’artista spezzino che sintetizzano la produzione degli ultimi dieci anni, nonché una quindicina di lavori, molti dei quali di grandi dimensioni, realizzati appositamente per questa esposizione. Il titolo – “Derive” – fa riferimento alla teoria geologica che spiega la formazione dei continenti a partire da un’unica massa indifferenziata. Una fonte comune è l’origine della pluralità, e parimenti ogni elemento derivato conserva traccia della propria impronta di provenienza. “Deriva”, dunque, come metafora di un percorso artistico su cui agiscono spinte personali consce ed effetti ambientali non preventivamente calcolabili, evidenziati dalle opere in esposizione, frutto di un decennio di indagine: da pezzi storici al ciclo “Germogli. E di stelle”, dalle carte della serie “Humus” alla ricerca recente, rappresentata nell’economia del progetto da una quindicina di lavori inediti. Come scrive il curatore, “la mostra racconta il lento e progressivo sviluppo di una pratica artistica che ha visto abbandonare gli stilemi iconici a favore di una pittura fluida, contraddistinta da una grande attenzione rivolta alla processualità esecutiva. La ricerca di Baricchi si è infatti evoluta, rispetto alla figurazione ondivaga e appena accennata degli esordi, verso una pittura libera e a tratti anarchica, caratterizzata dalla presenza di elementi reiterati, da campiture cangianti e minime aree piatte di colore. L’interesse dell’artista si è così spostato dal soggetto rappresentato nell’opera alla pittura in sé come linguaggio, alla ricerca di una superficie autosufficiente, in cui le tensioni visive siano bilanciate dall’equilibrio delle parti in campo”.
Mirko Baricchi nasce alla Spezia nel 1970. Terminato il liceo, frequenta l’Istituto per l’Arte e il Restauro Palazzo Spinelli. Inizia a lavorare come illustratore in Messico e al rientro in Italia, alla fine degli anni Novanta, decide di dedicarsi esclusivamente alla pittura. Vive e lavora tra Vicenza e La Spezia. Tra le principali mostre, nel 2016 “Biennale Disegno Rimini”, Museo della Città, Rimini; “Il segreto dei Giusti”, Museo Il Correggio, Correggio; “Archè. Ben prima del nome chiamato”, Atipografia, Arzignano (Vi). Nel 2015 “Humus”, Galleria San Ludovico, Pinacoteca Stuard, Parma; “Humus”, Galleria Fabrice Galvani, Toulouse (F); “[dis]appunti”, Museo Arte Contemporanea, Lissone (Mb); “Close-Up”, Palazzo Collicola Arti Visive, Spoleto (Pg); “Maggese”, Galleria Il Vicolo, Milano; “Treviso a Dante”, Palazzo Giacomelli, Treviso. Nel 2014 “Mus-e Museum”, Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia, La Spezia; “Premio Terna”, Archivio di Stato, Torino; “Imago”, Museo della Città, Chiari (Bs). Nel 2013 “Boston-Como”, Como. Nel 2012 “Germogli. e di stelle”, Cardelli & Fontana, Sarzana (Sp). Nel 2011 “De Rerum”, Galerie Fabrice Galvani, Toulouse (F); “Rendez-vous con Mirko Baricchi”, Galleria Bianconi, Milano. Nel 2010 “De Rerum”, Galeria Barcelona, Barcellona (E); “Melting pot”, LA Artcore, Los Angeles (USA). Nel 2009 “Fuori tema”, Galleria L’Ariete, Bologna; “Il Diavolo e l’Acquasanta”, Palazzo Paolo V, Benevento. Nel 2008 “Premio Cairo”, Museo della Permanente, Milano; “Finestra sul Golfo”, CAMeC, La Spezia; “Cloudy”, Cardelli & Fontana, Sarzana (Sp). Nel 2007 “Pinocchio – Mimmo Paladino/Mirko Baricchi”, Galerie Fabrice Galvani, Toulouse; “L’alibi dell’oggetto – Morandi e gli sviluppi della natura morta in Italia”, Fondazione Ragghianti, Lucca. Sue opere sono presenti nelle seguenti raccolte: CAMeC – Centro Arte Moderna e Contemporanea, Collezione Battolini, La Spezia; Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia, La Spezia; Civica Raccolta del Disegno – MuSa, Museo di Salò (BS).
“Derive” è realizzata in collaborazione con la Galleria Cardelli & Fontana di Sarzana (SP) ed è corredata da una pubblicazione bilingue che sarà presentata nel corso della mostra.
Nell’ambito dell’esposizione, sabato 20 maggio 2017 si terrà un laboratorio per bambini realizzato in collaborazione con Dynamo Camp (www. dynamocamp. org), l’unica struttura italiana di Terapia Ricreativa pensata per ospitare minori le cui vite sono compromesse dalla malattia, con cui Mirko Baricchi – insieme a molti altri noti artisti – collabora da anni.
Contemporaneamente alla personale di Mirko Baricchi, si potranno visitare al CAMeC le seguenti mostre: “Walter Valentini. Il rigore della geometria, le fratture dell’arte” (1 aprile – 3 settembre 2017), “Le avventure di un grande contenitore” (30 marzo – 7 maggio 2017), “Generazioni. Il primo censimento artistico della Spezia” (19 maggio – 24 settembre 2017).
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Mirko Baricchi. Derive sede: CAMeC - Centro Arte Moderna e Contemporanea (La Spezia); cura: Daniele Capra. La mostra raccoglie una trentina di opere su carta e su tela dell'artista spezzino che sintetizzano la produzione degli ultimi dieci anni, nonché una quindicina di lavori, molti dei quali di grandi dimensioni, realizzati appositamente per questa esposizione.
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