STEFANO MARIO ZATTI LA FORMA DELLE PAROLE A cura di Robert Phillips e Matilde Nuzzo Da sabato 21/01 a domenica 26/02/2023 gli spazi di Atipografia ospitano la mostra personale di Stefano Mario Zatti dal titolo La forma delle parole. La mostra è nata dal confronto tra le varie sensibilità delle persone che accompagnano l’artista nel suo percorso. Nel lavoro di Zatti, in cui spesso la parola scritta è motivo sigla del suo rappresentare, esiste un narrato sul fondo di ogni opera, una sorta di bolla latente, che esprime con la scrittura ogni aspetto delle sue opere. Questa forma di enciclopedia personale, è uno strumento di rappresentazione del verosimile, una sorta di illusione consapevole legata alle suggestioni quotidiane dei concetti alla base dell’elaborazione estetica dell’artista. Le sue parole sono ombre che occupano piccoli ritagli all’interno di uno spazio assoluto collocati in contesti volutamente silenti e, a tratti, inquieti e oscuri. (presso Atipografia) https://www.instagram.com/p/CnyWS2RIZUD/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Sfidare l’aria e la fragilità. La mostra di Arcangelo Sassolino a Vicenza
Sfidare l’aria e la fragilità. La mostra di Arcangelo Sassolino a Vicenza
I RINNOVATI SPAZI DI ATIPOGRAFIA, AD ARZIGNANO, ACCOLGONO LA MOSTRA DI ARCANGELO SASSOLINO, ARTEFICE DELL’ACCLAMATO PADIGLIONE MALTA ALLA BIENNALE DI VENEZIA. PROTAGONISTA ASSOLUTA LA FORZA DELL’ARIA
Arcangelo Sassolino. Photo Agostino Osio
Arcangelo Sassolino. Il vuoto senza misura. Exhibition view at Atipografia, Arzignano 2022. Photo Luca Peruzzi
La situazione in cui veniamo a trovarci non è…
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Atipografia, Arzignano (VI) | Tre anni sulla pietra | 16 marzo - 25 aprile 2017
Atipografia, Arzignano (VI) | Tre anni sulla pietra | 16 marzo – 25 aprile 2017
Negli spazi di Atipografia ad Arzignano (VI), dal 16 marzo al 25 aprile 2017, le opere di Marta Allegri, Giorgia Fincato e Stefano Mario Zatti offriranno un’ampia ricognizione sul territorio, inteso come spazio fortemente connotato dal punto di vista culturale. Accompagnata da un giornale con testi di Elio Grazioli (critico d’arte e docente universitario), Marco Mioli (critico d’arte) ed Elena…
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Atipografia
Un’antica tipografia di fine ottocento, viene riaperta dando origine a un nuovo polo culturale dedicato all’arte contemporanea: L’Atipografia.
Inaugurata il 15 Novembre 2014 è frutto delle idee di Andrea Bianconi e Elena Dal Molin entrambi coinvolti da sempre nel mondo dell’arte. Atipografianasce nel comune di Arzignano, si sviluppa come un’associazione che sostiene tramite le donazioni e…
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sede: Atipografia (Arzignano).
Negli spazi di Atipografia ad Arzignano (VI) le opere di Marta Allegri, Giorgia Fincato e Stefano Mario Zatti offriranno un’ampia ricognizione sul territorio, inteso come spazio fortemente connotato dal punto di vista culturale.
L’insistenza è la carica espressiva dei tre artisti. Una dolce insistenza. Insistere etimologicamente significa “stare fermi”, sino al conseguimento dell’intento. “Tre anni sulla pietra” indica proprio questo stare. È un titolo figurativo, in contrasto con l’astrazione del lavoro dei tre autori, che si rifà ad un’antica storia orientale secondo cui, restando pazientemente seduti per tre anni su una pietra fredda, alla fine la si riscalderà. Senza pazienza, non è possibile crescere e diventare persone autentiche.
La mostra costituisce, dopo “The Perfect Tannery” (indagine fotografica condotta da Mark Power e Stuart Franklin, membri di Magnum Photo, all’interno del distretto industriale di Arzignano), il secondo appuntamento della stagione 2016-2017 di Atipografia, dedicata al territorio, tra spazio ed identità.
“Tre anni sulla pietra” affronta questo tema da tre punti di vista molto differenti, quasi tre dimensioni di territorio.
Marta Allegri trasforma oggetti di recupero, quasi sempre legati a materiali costruttivi, in qualcosa di nuovamente vitale.
I disegni di Giorgia Fincato possono apparire come mappe di una geografia interiore.
Stefano Mario Zatti presenta, infine, lavori di incisione che richiamano la storia contemporanea.
“Cifra comune – spiega Elena Dal Molin, direttore artistico Atipografia – è una dolce insistenza che si fa bellezza. Marta insiste nel recuperare pezzi di costruzioni abbandonate, addirittura sommersi dalla terra e dalle macerie, e con essi crea trame preziose. Giorgia è dal 2007 che mi affascina con la sua linea e, in questi dieci anni, il lavoro è completamente cambiato, tanto che non riesco ancora a trovarne inizio e fine. Stefano, invece, pone interrogativi sulla vita e sul sogno, citando nelle sue incisioni anche Fibonacci e ripetendo il gesto centinaia di migliaia di volte”.
Per Atipografia, Marta Allegri, ha realizzato un’installazione site-specific – “sottoterra” – che comprende oltre cento pezzi, ispirata ad una portafinestra semidistrutta di un’officina abbandonata. Le reti a maglia esagonali, provenienti dalla discarica dell’ex colonia di Borca di Cadore, intrappolano frammenti di vetro raccolti durante i lavori di “cura” della terra intorno alla sua abitazione, che brillano grazie alla luce che filtra dalla finestra. “Mi piace trovare punti in comune nel lavoro maschile e femminile – spiega l’artista – tra la costruzione di un muro di mattoni e la tessitura di una coperta. Stessa lentezza nell’esecuzione, stessa fatica, stessa pazienza. Qualcosa a cui non ci si può sottrarre”. È nato così un archivio fotografico, costituito soprattutto da finestre di fienili e case rurali intorno a Cavarzere (VE). Da questo materiale ha preso forma un’ulteriore installazione dedicata ai luoghi abbandonati, oggetto di libretti fotografici a tiratura limitata.
Giorgia Fincato espone una selezione di opere a china su carta. Scritture emotive, mappe della memoria rappresentate da una linea continua che si sviluppa su più piani prospettici. L’artista partecipa al progetto anche con l’installazione “Continua a cercarmi che arrossisco”, collezione di pezzi di ruggine trovati dal 2015 nel corso di lunghe passeggiate.
Stefano Mario Zatti mappa i luoghi che attraversa, siano essi ambientali, interiori, familiari, nascosti o ideali, tentando di restituire un senso alla nostra esistenza. Un linguaggio cuneiforme che, attraverso la reiterazione del gesto, diventa pratica per comprendere meglio il mondo. “Esodo celeste” è un’opera che si ispira ad una fiaba siriana secondo cui i morti diventano stelle. Zatti sta eseguendo, quindi, con una lama sottile, oltre 400 mila fori su un cartoncino nero retroilluminato contando sulle dita le vittime della guerra siriana. Il dittico “Sindone”, parte di un ciclo di più lavori, coniuga esperienza, fotografia e memoria. Esplorando luoghi appartati della montagna veneta, l’artista lascia un lenzuolo avvolto ad un sasso per mesi o anni, poi lo recupera. Il tessuto si impregna degli umori dell’acqua, della terra e della pietra, risvegliando l’olfatto e trattenendo traccia di ciò che ha coperto.
Tutti gli artisti hanno, inoltre, progettato un intervento site-specific per gli antichi cassetti della tipografia, invitando il visitatore a toccare con mano la loro ricerca, facendo scorrere i cassetti e scoperchiando vani inesplorati della memoria.
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Tre anni sulla pietra - Mostra Collettiva sede: Atipografia (Arzignano). Negli spazi di Atipografia ad Arzignano (VI) le opere di Marta Allegri, Giorgia Fincato e Stefano Mario Zatti offriranno un'ampia ricognizione sul territorio, inteso come spazio fortemente connotato dal punto di vista culturale.
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Atipografia annuncia la prestigiosa mostra FIORI VIOLENTI: Fototropismo verso la forma di Mattia Bosco, 21/3-23/5
Atipografia annuncia la prestigiosa mostra FIORI VIOLENTI: Fototropismo verso la forma di Mattia Bosco, 21/3-23/5
ARZIGNANO (Vicenza) – La programmazione di Atipografia, all’insegna del “non visibile”, prosegue da sabato 21 marzo con l’inaugurazione della mostra “Fiori violenti: fototropismo verso la forma” di Mattia Bosco. Dopo Tunnel City, di Andrea Bianconi, e le Coordinate Invisibili, tracciate da Carlo Bernardini negli spazi del nuovo centro per l’arte contemporanea, ricavato da un’antica e…
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