#Andrea Segre
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Chitarra e Danze dell'Ispanoamerica per il Sabato del "Vivaldi"Un weekend di musica al Conservatorio "A. Vivaldi" con concerti e seminari dedicati alla cultura ispanica
Il 19 ottobre 2024, il Conservatorio "A. Vivaldi" di Alessandria ospiterà una giornata ricca di eventi musicali con due appuntamenti imperdibili presso l'Auditorium Pittaluga, in via Parma 1.
Il 19 ottobre 2024, il Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria ospiterà una giornata ricca di eventi musicali con due appuntamenti imperdibili presso l’Auditorium Pittaluga, in via Parma 1. La mattinata inizierà alle ore 11 con il Concerto di Gemellaggio degli Allievi di Chitarra, seguito nel pomeriggio dal Seminario sulle Danze dell’Ispanoamerica, che culminerà alle 18:30 con un concerto…
#Alberto Ginastera#Alessandria#America Latina#Andrea Fusco Moralese#Arturo Márquez#Auditorium Pittaluga#Caê Vieira#Chitarra#compositori latinoamericani#Concerto di Gemellaggio#Conservatorio Vivaldi#cultura ispanica#Cumparsita#Danze Ispanoamerica#danze tradizionali#educazione musicale#Emanuele Segre#eventi musicali Alessandria#Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria#Gabriela Lena Frank#gemellaggio conservatori#Giovani musicisti#influenze culturali#INGRESSO LIBERO#Joaquin Turina#Leo Brouwer#Musica Classica#musica classica contemporanea#musica del Centro e Sud America#programma concerti
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ix edizione del premio di poesia elio pagliarani: le opere ammesse alla partecipazione
NONA EDIZIONE DEL PREMIO NAZIONALE ELIO PAGLIARANI 2024 Cerimonia di premiazione al Palazzo delle Esposizioni di Roma il 25 maggio 2024 Il Premio Nazionale Elio Pagliarani, giunto alla sua nona edizione, è lieto di comunicare l’elenco delle raccolte ammesse a partecipare alla nona edizione 2024. Il Premio alla carriera è stato attribuito, su proposta della Presidente, a Giovanni Fontana che…
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#30 sottotitoli#A corpo vivo#A squarciagola#Abiti#abstine substine#Alessandro Baldacci#Alessandro Conte#Alessandro De Francesco#Alessia Brandoni#Amos#Andrea De Manincor#Andrea Inglese#Anna Maria Farabbi#Anna Segre#Anterem#Antologia scolastica dantesca#Antrumundus#appunti#Arcipelago Itaca#As.Cult.Brè Ed.#Associazione Il Labirinto#Associazione letteraria Elio Pagliarani#Associazione Premio Elio Pagliarani#Atlantide#Avventure e disavventure di una casa gialla#Barbara Giuliani#Barracuda#Carolina Mascolo#cerimonia di premiazione#Chiara Serani
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https://jacobinitalia.it/berlinguer-la-grande-rinuncia/?sfnsn=scwspmo
Berlinguer, la grande rinuncia
Giulio Calella
11 Novembre 2024
Il film di Andrea Segre sul segretario comunista cede alla nostalgia e cerca di rappresentare il compromesso storico come una grande ambizione. Mentre l’eredità di quegli anni andrebbe interrogata in modo radicale
«Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona» cantava Giorgio Gaber all’indomani dello scioglimento del Pci nel 1991, elencando con ironia, e autoironia, i tic e le contraddizioni di chi per decenni in Italia si è definito «comunista».
Guardando Berlinguer. La grande ambizione, il film di Andrea Segre interpretato dallo strepitoso Elio Germano, si ha l’impressione che più di trent’anni dopo lo scioglimento del Pci, e a quarant’anni dalla morte del segretario comunista, non si riesca ancora a procedere più in là di quella rivendicazione. E che questa sia rimasta nella testa non solo dei suoi legittimi eredi (oggi maggioritariamente nel Partito democratico), ma anche di chi – come Segre e Germano – ha un’esperienza politica e una produzione culturale ben più di sinistra. «Berlinguer era una brava persona», un assunto che sembra poterne giustificare ogni scelta politica, anche quelle che hanno influenzato l’involuzione successiva della sinistra italiana.
La grande nostalgia
La beatificazione sembra il destino del segretario comunista fin dal giorno del suo enorme funerale, mostrato con le immagini d’archivio in coda al film. Andrea Segre ed Elio Germano però, in ogni presentazione della pellicola, sottolineano che il loro intento non è santificare Berlinguer ma mostrare l’attualità politica del suo messaggio.
La volontà di non cedere a un’eccessiva retorica sul personaggio è in effetti evidente, portata avanti anche a costo di fare un film meno coinvolgente di quel che avrebbe potuto essere. Gli sceneggiatori e gli attori hanno fatto una rigorosa ricerca storica, attenendosi in gran parte a discorsi e dialoghi effettivamente avvenuti e documentati, alternando anche le scene di finzione con immagini di archivio. Del resto Andrea Segre è soprattutto un bravissimo autore di documentari, e anche La grande ambizione, pur essendo fiction, procede in modo quasi documentaristico.
Va anche riconosciuto al film di Segre il coraggio di affrontare proprio gli anni in cui Berlinguer ha teorizzato e provato a praticare il «compromesso storico» con la Democrazia cristiana. Si concentra su cinque anni della sua vita, quelli che vanno dal colpo di Stato in Cile del 1973 al sequestro di Aldo Moro del 1978, senza indugiare nel racconto della sua formazione politica giovanile in Sardegna, e senza nemmeno citare gli ultimi anni della sua vita politica quando, dopo il fallimento del compromesso storico, si ritrova nel 1980 davanti ai cancelli della Fiat a fianco degli operai in sciopero per 35 giorni, o quando pone la «questione morale» alla politica italiana diventando il nemico politico numero uno di Bettino Craxi e del Partito socialista italiano. Eventi, questi ultimi, che hanno reso Berlinguer davvero amato, ma che a guardar bene ne definiscono meno la cifra e soprattutto l’eredità politica.
Il film però comunica senza dubbio una grande nostalgia. La nostalgia per un tempo che Segre e Germano non hanno mai vissuto, visto che nel 1984, quando Berlinguer morì, erano due bambini di 8 e 4 anni.
Che il sentimento nostalgico possa essere utile alla ricostruzione politica della sinistra, e non solo un esercizio consolatorio, è discutibile. È però comprensibile lo sguardo malinconico verso un tempo di grandi passioni politiche, di milioni di persone in piazza e alle Feste dell’Unità, di dirigenti con una solida formazione culturale e dei vincoli sociali incomparabili all’attuale teatrino della politica-spettacolo sganciata da qualsiasi spazio di partecipazione della società.
Il problema è che, con questa carica di nostalgia, la pellicola non riesce a sfuggire alla santificazione. Fin dalla scelta del titolo: presentare il compromesso storico come una «grande ambizione».
La grande rinuncia
«Secondo me se Andrea Segre ed Elio Germano avessero avuto vent’anni nel 1973, avrebbero odiato il compromesso storico», ha esordito in mondo provocatorio Nanni Moretti alla presentazione romana del film al Nuovo Sacher.
Il film inizia con le immagini del colpo di Stato orchestrato da Henry Kissinger in Cile con cui viene spazzato via il governo socialdemocratico di Salvador Allende che, dopo aver vinto le elezioni, stava portando avanti concrete riforme sociali. Da quel momento Berlinguer esplicita una strategia che era in realtà in elaborazione già da qualche anno: non solo non è possibile nessuna rivoluzione socialista in Italia, ma non è nemmeno pensabile nessuna alternativa politica di governo.
Nonostante le attese generate dall’enorme crescita elettorale del partito e dalle conquiste dei movimenti sociali nell’onda lunga post-Sessantotto, la via democratica al socialismo che propone Berlinguer è a dir poco tortuosa e contraddittoria: non si può governare nemmeno se una coalizione delle sinistre dovesse raggiungere il 51% dei consensi perché si rischierebbe un colpo di Stato orchestrato dagli Stati uniti e reso possibile in Italia da una potenziale alleanza tra la destra democristiana e i neofascisti. E per evitarlo bisogna accettare proprio l’ombrello statunitense della Nato e sostenere un governo guidato proprio dal massimo esponente della destra democristiana: Giulio Andreotti.
Nel film, pur di far apparire Enrico Berlinguer senza macchie, si finisce per sminuirlo nelle poche scene che non potevano essere documentate storicamente: quelle degli incontri riservati con Moro e lo stesso Andreotti. In questi colloqui Berlinguer appare un ingenuo, convinto che la sua linea sia l’unica possibile per mantenere un regime democratico in Italia, ma sostanzialmente preso in giro dai ben più scafati dirigenti democristiani che non concedono nulla in cambio della «non sfiducia» del Pci che permette al Governo Andreotti di stare in piedi. Nulla se non l’inutile presidenza della Camera a Pietro Ingrao.
Ma anche di fronte alla composizione dei ministri e alle concrete politiche di quel governo (che tra l’altro blocca il meccanismo della Scala mobile per adeguare i salari all’inflazione, abolisce ben 7 festività e aumenta l’Iva) Berlinguer persevera nella linea del compromesso. Bisogna rinunciare non solo al socialismo, non solo all’alternativa politica tramite democratiche elezioni, non solo alla difesa degli interessi di lavoratrici e lavoratori ma persino all’opposizione alla peggiore destra democristiana che flirta coi neofascisti. Tutto pur di salvare la democrazia.
A guardar bene è una rinuncia che poi diventerà una ricorrenza per la sinistra dei successivi cinquant’anni.
La grande delusione
A questa rinuncia seguì una grande delusione. Non solo nel movimento studentesco che scoppiò nel 1977 o nella sinistra extraparlamentare. Gran parte del mondo operaio e comunista fu completamente disorientato da questa linea, come mostrò proprio nel 1977 il capolavoro cinematografico di Giuseppe Bertolucci e Roberto Benigni, Berlinguer ti voglio bene, film spesso citato ma in realtà poco visto e soprattutto poco compreso.
Dopo la vittoria nel referendum sul divorzio nel 1974 e la crescita alle elezioni amministrative del 1975, non era più un tabù sognare il sorpasso sulla Dc nelle elezioni politiche del 1976. Il sorpasso poi per poco non ci fu, ma il Pci raggiunse il suo massimo storico in voti assoluti: 12 milioni e 600 mila. Anche il contesto europeo era promettente: nel 1974 c’è la rivoluzione dei garofani in Portogallo, nel 1975 finisce il franchismo in Spagna, nel Regno Unito governano i laburisti, in Germania sono al governo i socialdemocratici, in Francia cresce il cartello elettorale che tiene insieme socialisti e comunisti e che qualche anno dopo eleggerà presidente François Mitterand. La scelta di escludere a priori qualsiasi possibilità di governo di coalizione delle sinistre – che a prescindere dalle possibilità di riuscita avrebbe dato una prospettiva politica ai dieci anni di movimenti del nostro paese – produsse una delusione molto diffusa. Specie quando il Pci finì per sostenere il governo Andreotti. Tanto che nelle successive elezioni politiche del 1979 il Pci perse un milione e cinquecentomila voti, e non tornò mai più ai livelli di consenso del ‘76 (tranne la fiammata alle europee del 1984 segnate drammaticamente proprio dalla morte di Berlinguer).
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la mia volontà di uomo libero
dopo la proiezione ci siamo spostati in un' altra sala dove c'erano Elio Germano e Andrea Segre per il dibattito: dopo una serie di domande più o meno carine (per lo più insulse, tranne una fatta da una signora che aveva annunciato la sua domanda come "stupida" ma che si è rivelata la più interessante) ho chiesto quanto fosse importante continuare a parlare in famiglia di politica nonostante la tipica presenza dello zio fascio, Elio Germano ha riso, mi è bastato quel sorriso.
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BERLINGUER. LA GRANDE AMBIZIONE, di Andrea Segre, con con Elio Germano, 2024. Recensione di Vittorio Lingiardi
vai a: BERLINGUER. LA GRANDE AMBIZIONE, di Andrea Segre, con con Elio Germano, 2024. Recensione di Vittorio Lingiardi
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carlo bianchi Festa del Cinema di Roma 2024 #RoFF19 I Day 1 Sì accendono i riflettori su #RoFF19 con il film d’apertura Berlinguer. La grande ambizione diretto da Andrea Segre, la cerimonia d’apertura condotta da Lino Guanciale e tanti ospiti
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Festa del Cinema di Roma 2024: inaugurata la diciannovesima edizione Ieri, mercoledì 16 ottobre, è stata ina... #2024 #andreasegre #berlinguer #festadelcinemadiroma #JohnnyDepp #Titanus #ViggoMortensen https://agrpress.it/festa-del-cinema-di-roma-2024-inaugurata-la-diciannovesima-edizione/?feed_id=7490&_unique_id=6710ffac6ea71
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Torino, caso Segre-Seymandi: udienza rinviata al 5 settembre
Lo riferisce all’uscita dall’aula Andrea De Pasquale, fra i legali della ex coppiasource
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Welcome Venice, di Andrea Segre (2021)
Welcome Venice, di Andrea Segre (2021)
di Andrea Lilli – Sta per iniziare la 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Con Welcome Venice, appassionata dichiarazione d’amore per questa città e schiaffo in faccia a chi la tradisce, Andrea Segre apre nel modo migliore le Notti Veneziane, spazio off della Biennale Cinema realizzato dalle Giornate degli Autori. Riprende a raccontare Venezia là dove si era fermato con…
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Ci nutriamo di realtà virtuali, nell'inconscia speranza che la surrealtà ci sappia liberare dalla realtà, dal peso materico della realtà
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Pre-apertura Venezia 78 nel segno della ripartenza e con il restauro omaggio a Manfredi
Pre-apertura #Venezia78 nel segno della ripartenza e con il restauro omaggio a Manfredi
Ieri si sono accese le luci della sala Darsena del Lido di Venezia, in occasione delle pre-aperture di Venezia 78, proiezioni speciali dedicate alla storia della Mostra del Cinema. Pre-apertura Venezia 78: Il cinema al tempo del Covid firmato da Andrea Segre Nel pomeriggio é stato proiettato il documentario La Biennale di Venezia: il cinema al tempo del Covid, diretto da Andrea Segre. Il…
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216 // PORTOFRANCO 22 // Lucia Guidorizzi. Per i deserti campi
216 // PORTOFRANCO 22 // Lucia Guidorizzi. Per i deserti campi
Sono lieto di riprendere i lavori e aprire la terza serie della rubrica Portofranco, proseguendo con la volontà di rispondere con l’attenzione e l’apertura alle questioni poste dalla complessità che ci circonda.
Tra i diversi contributi di prossima pubblicazione, cercherò di sottolineare, stavolta, alcuni aspetti legati a una declinazione dei temi del mutamento e dell’aver cura.
In…
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#Andrea Segre#camminare#cammino di sant&039;antonio#Emilia Romagna#fotografia#Lucia Guidorizzi#Marc Augè#migranti#Rutilio Namaziano#scrivere#travel#Veneto#viaggi#viaggiare
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BERLINGUER. LA GRANDE AMBIZIONE, di Andrea Segre, con con Elio Germano, 2024. Recensione di Vittorio Lingiardi
vai a una scheda: https://www.mymovies.it/film/2024/berlinguer-la-grande-ambizione/ “Berlinguer. La grande ambizione” esplora la vita di Enrico Berlinguer, una figura centrale nella storia del Partito Comunista Italiano durante gli anni ’70. Il film racconta sia la sua vita pubblica che privata, evidenziando le sfide che ha affrontato nel tentativo di coniugare democrazia e socialismo. La…
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LA CARTOLINA DI GABRIELE
Non ci potevo credere quando ho aperto la posta stamattina. Oggi mi è arrivata una cartolina di Gabriele Del Grande da Istanbul. E’ una delle cartoline che sta spedendo a tutti coloro che hanno sostenuto il suo nuovo progetto "Un partigiano mi disse". Averla ricevuta oggi è stato bello e difficile nello stesso tempo. La pubblico qui sperando che sia di buon augurio. Grazie Gabriele. Andrea Segre
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In questo momento è una fortuna essere ciechi… non vedere certe facce che seminano odio. Le parole della Senatrice Segre sono tutte da sottoscrivere. Stiamo perdendo la misura, il peso della parola: le parole sono pietre, possono trasformarsi in pallottole. Bisogna pesare ogni parola che si dice e far cessare questo vento dell’odio, che è veramente atroce. Ma perché l'altro è diverso da me? L'altro non è altro che me stesso allo specchio.
Andrea Camilleri ospite in collegamento a "Che tempo che fa" di Fabio Fazio
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