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SPLENDERE AI MARGINI. Narrazioni emergenti - AA.VV. - A cura di ANDREA TEMPORELLI - Oligo Editore
SPLENDERE AI MARGINI. Narrazioni emergenti – A cura di ANDREA TEMPORELLI Testi di Isabella BIGNOZZI, Davide BREGOLA, Davide BRULLO, Marta CAI, Gabriele DADATI, Valentina DI CESARE, Riccardo IELMINI, Danilo Laccetti, Enrico MACIOCI, Matteo MARCHESINI, Michele ORTI MANARA, Andreea SIMIONEL, Andrea ZANDOMENEGHI Dall’8 settembre in libreria OLIGO EDITORE Un’antologia per suscitare un dibattito più…
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#Andrea Temporelli#Andrea ZANDOMENEGHI#Andreea SIMIONEL#Danilo Laccetti#davide bregola#Davide BRULLO#Enrico MACIOCI#Gabriele Dadati#Isabella BIGNOZZI#Marta CAI#Matteo MARCHESINI#Michele ORTI MANARA#Oligo Editore#Riccardo IELMINI#Valentina DI CESARE
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Ma tu conoscerai del mio sorriso l'implorazione ferma nei millenni come una ferita, io del tuo l'alba a ogni alba. Germoglio lieve ti conoscerò: quanto aprirai, quanto ci appagherai di lievi avvenimenti. Droghe innocue, bufere di marzo; orti d'iridi e di cera, sinecure per menti e mani molli d'allergie; letture su pulviscoli d'estati, letture su piogge, tra spine infinite di piogge.
Andrea Zanzotto, Ecloga II, La vita silenziosa, in IX Ecloghe.
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Native American Acoma ...
Andreas Ortis,
Acoma,
In Native Dress with Concha Belt
By- Hillers -1882
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NYO - Il nuovo singolo “E poi ci penso”
Il brano del cantautore sugli stores digitali dal 9 febbraio nelle radio
“E poi ci penso” è il nuovo singolo dell’artista e cantautore NYO, sui principali stores digitali e dal 9 febbraio nelle radio in promozione nazionale. Produzione impeccabile dagli arrangiamenti attuali e di tendenza, che evidenziano la forte personalità dell’artista, figlia di una maturità artistica raggiunta e ben strutturata. Melodie vincenti che entrano in testa sin dal primo ascolto, su cui viaggia l’interpretazione vocale di NYO, sentita e autentica che dona al tutto un forte impatto emotivo.
“E poi ci penso” è nato da una riflessione personale sulla parola incomunicabilità. Molto spesso, all’interno di una relazione, abbiamo difficoltà a comunicare tra di noi. Per la sola paura di lasciarsi andare creiamo blocchi mentali che non ci permettono di vivere a pieno le nostre emozioni. In realtà questa incapacità di stabilire un rapporto con gli altri nasce dalla mancanza di una conoscenza di se stessi che, inevitabilmente, porta ad isolarci.
Ascolta il brano
Storia dell’artista
Antonio Sorrentino, classe ’91, è autore e compositore. Laureato in lingue straniere, studia canto, danza e recitazione sin da bambino fino a diplomarsi in “Voicecraft”. Nel 2015 entra a far parte del cast di “Amici di Maria De Filippi” con la sua band “METRÓ”, con la quale pubblici diversi singoli nel corso degli anni tra cui “130 volti”, “Uno Qualunque”, “Tu Sei L’universo”, “Giove”. Vincitori del “Festival Show” e del “Deejay on stage”. Dal 2019 al 2022 è in tour con il cast de “La Divina Commedia Opera Musical” interpretando i ruoli di Pier Delle Vigne e Arnaut Daniel, sotto la regia di Andrea Ortis, con le musiche di Marco Frisina e la voce narrante interpretata da Giancarlo Giannini. Nel 2021 parte il suo progetto da solista con il nome d’arte NYO. “Tutto finisce” è il singolo di apertura. Il 26 maggio 2023 esce sotto la “Troppo Records”, con distribuzione “Altafonte Italia”, il singolo “Ti devi tutto”. Il 14 luglio 2023 esce “Paranoie”, secondo singolo estratto da questo nuovo progetto.
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Debutterà martedì 13 febbraio 2024 alle ore 20.45 al Teatro Brancaccio - via Merulana, 244 - La Divina Commedia Opera Musical testi di Gianmario Pagano e Andrea Ortis, regia di A. Ortis, musiche di Marco Frisina, voce narrante Giancarlo Giannini. «Un mondo che nasce da un libro, un libro che è scritto... parte da qui questa grande avventura, proprio da... un libro, o IL libro o i libri o come si voglia, la più grande opera d’ingegno letterario di tutti i tempi. Ed è dalla sua lettura che si scopre come tutto sia possibile, e lo è, sempre, quando, leggi... la lettura apre un mondo libero, uno spazio non spazio in un luogo non luogo, dove, al lettore, tutto è concesso... immaginare, costruire, smontare, fermarsi e colorare... quello della lettura è un non tempo, una sospensione creativa fertile, alla quale ognuno, può, se vuole... partecipare. E non v’è timore, in uno spazio libero, di immaginare il proprio Dante, che scrive e cancella, pensa e si attarda, sbaglia, si blocca e... riparte come un fiume in piena... non v’è paura nel riferire i suoi pensieri, le speranze raccolte, le disillusioni feroci... diventando, anche, lui, in lessico teatrale... slancio in avanti evoluto, contemporaneo, pioniere. La condizione di quest’uomo e del suo genio è la condizione stessa del suo limite, della sua profonda umanità; e in teatro, il teatro lo rende “presente”, solo tempo possibile a teatro, unica scelta ammessa, per questo vero, tangibile, credibile, all’interno di una storia che nel suo sviluppo, inizia (Inferno), si evolve (Purgatorio) e si compie (Paradiso) consegnando a tutti una Divina Commedia intatta e completa. Questa verità teatrale, costruita su scenografie versatili, coreografie acrobatiche, costumi suggestivi, proiezioni in 3D di ultima generazione, condotta su musiche orchestrali emozionanti, è pelle, carne e sangue di un uomo modernissimo, attuale, vivente. Questa verità teatrale riduce le distanze, porta con sé il genio fiorentino attorno e addosso a chi, oggi, con occhi giovani si affaccia curioso e affamato... a vivere la propria, personale, libera... “commedia”» (Andrea Ortis) Prodotto da MIC International Company, l’acclamato kolossal, che nelle passate stagioni ha incantato i principali teatri italiani con ripetuti sold out, si rianima di nuova potenza e straordinaria bellezza. Il più grande racconto dell’animo umano, della sua miseria e della sua potenza, fra vizi, peccati e virtù che non conoscono l’usura del tempo, riprende la forma dello spettacolo di voci, danze e tecnologia in un allestimento così straordinario da far guadagnare a La Divina Commedia Opera Musical la Medaglia d’oro dalla Società Dante Alighieri, il titolo per ben due volte di Miglior Musical al Premio Persefone edizione 2019 e edizione 2020, e la partecipazione istituzionale nel 2021 con il riconoscimento del Senato della Repubblica, il patrocinio del Ministero della Cultura nel 2021, oltre al sempre costante patrocinio morale della Società Dante Alighieri. Successo, riconoscimenti e presenze di grandissima valenza. Inferno, Purgatorio e Paradiso: proiezioni immersive in 3D inondano il pubblico e lo immergono nell’immensità sublime che solo il padre della lingua italiana ha saputo creare nelle tre cantiche. E in questo viaggio teatrale, dove la tecnologia è elemento essenziale della narrazione, tutti gli spettatori, anche i più giovani, possono ammirare, comprendendola appieno, la grandezza del Sommo Poeta. L’edizione 2024 si arricchisce di numerose novità a completamento di testi innovativi e quadri scenici realizzati e pensati dal regista e dal team creativo per rendere l’opera musical un moderno kolossal teatrale: nuovi effetti tecnologici di luci e proiezioni, ancor più evoluti e sorprendenti, che dipingono la scena con quadri in 3D in continuo mutamento; nuovo cast; nuova voce narrante. Dante nell’immortalità della sua opera che continua a essere la più potente descrizione dell’animo umano, per peccati, debolezze, paure e ossessioni.
Dante e il suo viaggio senza tempo che va avanti da più di sette secoli, la Divina Commedia. In essa il Poeta si ritrova ad affrontare e superare una prova che mai nessuno aveva concepito prima, l’attraversamento da uomo dei tre regni ultraterreni: l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Nel primo, naviga tra le rovine spaventose della dannazione eterna: è una discesa agli inferi senza ritorno. Nel Purgatorio, il percorso è inverso: c’è la possibilità dell’espiazione con il passaggio definitivo al Paradiso, dove una donna, la sua Beatrice, è il volto della luce e l’ancora al cui pensiero lui si aggrappa nei momenti di maggiore sconforto. La Divina Commedia Opera Musical sviluppa il cammino allegorico e segue Dante nella ricerca tormentata di se stesso in un’epoca che per confusione morale e politica lui non vuole accettare. Lo spettacolo utilizza diversi linguaggi espressivi nel segno tracciato dal padre della lingua italiana. Il Dante viaggiatore in scena diventa la proiezione fisica della sua voce e rappresenta la maturità dell’irrequieto e sofferente poeta che, a metà della sua vita, ha trovato nella scrittura la salvezza. Ricorda così, con tenerezza, lo smarrimento e la paura provati di fronte a una selva oscura e a tre fiere: è l’incipit del capolavoro che sul palcoscenico viene “sfogliato” come un libro animato. Dante, scortato e rincuorato dalla guida di Virgilio, suo maestro e suo autore, passa, girone dopo girone, nell’Inferno, dai tormenti della Città di Dite ai sospiri dell’amore infedele, ma eterno, di Francesca; dai mari tempestosi e mortali di Ulisse alle foreste pietrificate di Pier delle Vigne fino ai laghi ghiacciati dove sconta la sua condanna nelle tenebre più fitte il conte Ugolino. Usciti «a riveder le stelle», oltre Lucifero, Virgilio conduce Dante in Purgatorio. È il teatro della seconda cantica, luogo costruito dalla fantasia dantesca con una logica perfettamente antitetica all’Inferno: coperto di boschi, è un monte che sale e via via si stringe. Ne è custode Catone, che Dante elegge a simbolo di libertà. In Purgatorio incontra la cortesia di Pia de’ Tolomei e poi, sulla punta più alta del colle, il sorriso felice di Matelda. Sarà quest’ultima, non potendo Virgilio andare avanti, ad accompagnare il poeta fiorentino verso l’incontro finale con Beatrice, in Paradiso dove regna «l’Amor che move il sole e l’altre stelle». La visionaria regia di Andrea Ortis dà allo spettacolo un potere avvolgente, di crescente tensione. Le musiche di Marco Frisina si fondono ai testi di Gianmario Pagano e Andrea Ortis. Le scene mobili costruite sui disegni di Lara Carissimi portano il pubblico in un’atmosfera magica rafforzata da proiezioni in 3D di ultima generazione. Splendide le coreografie acrobatiche di Massimiliano Volpini nella preziosa cornice delle luci di Valerio Tiberi e delle proiezioni di Virginio Levrio. All’inizio dello spettacolo, Dante si ritrova solo nella selva, assalito da dubbi e incertezze. Maria anima il mondo. La relazione tra la donna e l’uomo dà un senso alle perplessità intime e che dà inizio al viaggio del poeta. Il suo cammino però viene interrotto bruscamente dall’incontro con le fiere. È Virgilio, consegnato alla scena da un’apparizione carica di mistero a prendere per mano Dante, conducendolo, con fermezza e protezione paterne, all’interno del Purgatorio. Insieme vengono traghettati dall’eccentrico Caronte, uomo grottesco e visibilmente folle che schernisce malamente le anime che traghetta verso le sponde opposte dell’Acheronte. La sua enorme barca in scena color petrolio è mortifera, immersa in una palude dai riflessi color petrolio. È Caronte che apre le porte a una sequela di straordinari incontri. Dante conoscerà Francesca da Rimini, incarnazione formidabile della passione amorosa che nel peccato di lussuria trova la propria dannazione, costretta a vivere nella tempesta infernale e irrimediabilmente abbracciata all’amato Paolo. Alla compassione per chi morì d’amore, segue il terrificante passaggio
attraverso la città di Dite, in cui l’aggressione di demoni infernali, volanti, o striscianti, minaccia l’avanzata di Dante. Sempre al fianco del suo amato Maestro Virgilio, il poeta fiorentino approda nella mortifera foresta dei suicidi, che allo spettatore appare pietrificata, lugubre. Qui avviene l’incontro con Pier delle Vigne, altro personaggio storico, accusato in vita di tradimento: suicidatosi a causa di un onore irrimediabilmente compromesso, si presenta a Dante come tronco, impressionante immagine di sterilità e negazione della vita. Solo Dante riuscirà ad animarlo, anche se per poco, dandogli la possibilità di raccontare col canto la propria pena. Dante, profondamente scosso dalla crudeltà dei destini con cui entra in contatto, acquisisce una nuova consapevolezza. Poco dopo incontrerà sul proprio cammino Ulisse. Il loro incontro sarà reso in scena da contenuti visual animati in 3D. È il ghiaccio a chiudere il cerchio del passaggio infernale: con Ugolino, Dante raccoglie la disarmante testimonianza di un padre che divora i propri figli e ne rimane scosso e raggelato, tanto quanto la landa desolata all’interno della quale si consuma l’incontro con l’ultimo dannato. Dopo le immagini a tratti opprimenti, dalle forti tinte emotive del primo atto, Dante si ritrova immerso in uno scenario più rarefatto. Sulla spiaggia del Purgatorio incontra Catone, che con il proprio racconto canta la forza morale di chi non cedette al compromesso e si batté in modo integerrimo, in difesa della propria libertà di pensiero contro Cesare. Tra sfumature cangianti e paesaggi carichi di magia, Dante si imbatte in una processione di anime in preghiera, tra cui vi è Pia de’ Tolomei, vittima di femminicidio ad opera del marito. Dopo un malinconico canto notturno che incornicia Dante e Virgilio nell’unico momento di sosta lungo il viaggio, l’Angelo della Penitenza permette il passaggio attraverso la Porta del Purgatorio. Così Dante e Virgilio incontrano gli amici poeti Guido Guinizzelli e Arnaut Daniel. A illuminare come un faro nella notte il percorso, le brevi e topiche apparizioni di Beatrice rinfrancano la fiducia di Dante, che adesso più che mai percepisce prossimo l’avvicinamento, come spinto da una felicità ancora incosciente. Sarà proprio Beatrice a distrarlo dal momento solo il viaggio. Da solo Dante approda dunque nel paradiso terrestre, in cui la stravagante e leggiadra figura di Matelda lo conduce al fatidico incontro con l’amata. Una solenne processione introduce e sancisce il momento emozionante in cui Beatrice diventa luce che rischiara e guarisce dalle tenebre, simbolo di quell’Amor che move il sole e l’altre stelle, unica possibile chiave di accesso alla felicità: solo nell’incontro con la donna e con l’amore, Dante - o meglio - l’uomo, ritrova se stesso, scioglie i nodi della selva, e trova Dio. Medaglia d’oro Società Dante Alighieri. Premio Persefone Miglior Musical 2019 e 2020. Il valore di questo testo è nella sua modernità, nel patrimonio di identità culturale che porta con sé, nella sua “italianità”. È un caposaldo della nostra cultura italiana, come un quadro di Caravaggio, come la Pietà di Michelangelo, così la Divina Commedia parla di noi, della nostra cultura, intrisa di arte e genio. Tutto nella Comoedia si riferisce alla nostra epoca, che può e vuole trovare nella sua storia una nuova linfa. Otto cantanti-Attori, dodici ballerini-acrobati, cinquanta componenti in troupe, settanta scenari con effetti 3D, duecento costumi di scena. La Divina Commedia Opera Musical, di Gianmario Pagano e Andrea Ortis -regia: Andrea Ortis; assistente alla regia: Emma De Nola; interpreti e personaggi: Antonello Angiolillo (Dante), Andrea Ortis (Virgilio), Myriam Somma (Beatrice), Leonardo Di Minno (Ulisse/Catone/Guido Guinizzelli), Valentina Gullace (Francesca/Matelda), gipeto (Caronte/Ugolino/Cesare/San Bernardo), Antonio Sorrentino (Pier delle Vigne), Sofia Caselli (Pia de’ Tolomei/La Donna); corpo di ballo: Mariacaterina Mambretti,
Danilo Calabrese, Fabio Cilento, Alice Pagani, Serena Marchese, Arianna Lenti, Raffaele Rizzo Michela Tiero, Alessandro Trazzera; capo balletto: M. Mambretti; musiche: Marco Frisina; voce narrante: Giancarlo Giannini; scenografia: Lara Carissimi; coreografie: Massimiliano Volpini; luci: Valerio Tiberi; video: Virginio Levrio; suono: Francesco Iannotta; produzione: MIC International Company; patrocinio morale: Società Dante Alighieri; radio ufficiale: RDS; treno ufficiale: Frecciarossa -, già andato in scena a Senigallia (AN) - Teatro Fenice dal 25 al 27 gennaio scorsi - e a Milano (Teatro Arcimboldi, dal 30 gennaio al 4 febbraio scorsi) rimarrà al Teatro Brancaccio fino a domenica 25 febbraio 2024 (orario: dal martedì al venerdì, ore 20.45; sabato 17 e sabato 24, doppio spettacolo alle ore 16.00 e 20.45; domenica 18 e domenica 25, ore 17.00). Dopodiché, proseguirà la sua tournée a Torino (Teatro Alfieri, da giovedì 29 febbraio a domenica 3 marzo) e a Catanzaro (Teatro Politeama da giovedì 7 a sabato 9 marzo).
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Triennale Milano: gli appuntamenti dal 17 al 22 ottobre
Triennale Milano: gli appuntamenti dal 17 al 22 ottobre. Ecco gli appuntamenti dal 17 al 22 ottobre 2023 della Triennale Milano: 17 ottobre 18.00 Incontro | Il futuro dell’arte indigena: collezioni e mostre Ingresso libero previa registrazione: triennale.org Nell’ambito del Public program della mostra Siamo Foresta, curato dal filosofo Emanuele Coccia, Fondation Cartier pour l'art contemporain invita artisti, curatori e intellettuali a discutere del futuro dell’arte indigena, e del modo di collezionarla e rappresentarla nei musei d’arte contemporanea e nelle fondazioni a livello globale. L’incontro vedrà gli interventi di Daiara Tukano, artista, giornalista, attivista per i diritti indigeni, ricercatrice per i diritti umani, e Denilson Baniwa, artista e curatore, presentati da Emanuele Coccia. Interverranno inoltre: Hervé Chandès, Direttore generale artistico, Fondation Cartier pour l'art contemporain; Naine Terena, professoressa, curatrice, educatrice d'arte; Andrea Viliani, Direttore Museo delle Civiltà; Angela Rui, curatrice di design, ricercatrice. 18 ottobre 10.00 Triennale Radio Show Evento online Proseguono gli appuntamenti radiofonici in collaborazione con Radio Raheem. Host della trasmissione Damiano Gullì, curatore per Arte contemporanea e Public program di Triennale Milano. dalle 11.30 alle 13.00 Press preview | Vincenzo Castella. Architetture oblique Anteprima per la stampa della mostra Vincenzo Castella. Architetture oblique a cura di Lorenza Bravetta, curatrice per Fotografia, cinema e new media di Triennale Milano. La mostra indaga due tematiche care al fotografo: gli orti botanici e le città. I due concetti vengono raccontati attraverso varie scale e dimensioni: dalle fotografie di grande e grandissimo formato a quelle di piccolo formato, fino ad arrivare ai provini a contatto originali. La mostra aprirà al pubblico dal 19 ottobre. 19 ottobre 10.00 Laboratorio | Dance Well - Ricerca e movimento per il Parkinson Ingresso libero previa iscrizione: triennale.org Triennale Milano presenta Dance Well: un’iniziativa per promuovere la pratica della danza contemporanea in spazi museali e contesti artistici, che si rivolge principalmente, ma non esclusivamente, a persone che vivono con il Parkinson. Le classi si tengono tutti i giovedì mattina fino alla fine dell'anno. La partecipazione è aperta a tutti. 16.30 Conferenza | Forum rigenerazione urbana Per maggiori informazioni sul programma della conferenza e per iscrizioni all’evento: triennale.org Nell'ambito del Forum dell'Assessorato Rigenerazione Urbana del Comune di Milano, una giornata di incontri dedicata alle strategie necessarie per affrontare le sfide del cambiamento climatico e la rigenerazione delle grandi infrastrutture urbane. Gli incontri, organizzati da Milano Urban Center e C40 Cities, approfondiscono i temi con uno sguardo all'ambito internazionale. 18.30 Incontro | Le Convertite Ingresso libero previa registrazione: triennale.org Le Convertite è un progetto artistico-laboratoriale realizzato da Marina Ballo Charmet e Walter Niedermayr nella Casa di reclusione femminile nell'isola della Giudecca a Venezia, nel corso del 2022. Ha coinvolto una rete ampia ed eterogenea di soggetti, con l’obiettivo di interrogare il rapporto dell’individuo con l’elemento naturale inteso come antidoto e veicolo di un possibile benessere anche all’interno di uno spazio istituzionale intra-murario come il carcere. Gli artisti Marina Ballo Charmet e Walter Niedermayr discutono del progetto con Antonello Frongia, Gabi Scardi e Stefano Coletto. 20 ottobre 16.00 Incontro | Premio Passione Verde Ingresso libero previa registrazione: triennale.org Triennale presenta la premiazione della decima edizione del premio Passione Verde, istituito nel 2012 e promosso dall’Associazione A.Di.P.A. Campania, nell’intento di promuovere la cultura del verde. Il Premio intende attribuire un riconoscimento a chi compie azioni o svolge attività di particolare interesse e valore per il verde pubblico e privato, partendo dalla convinzione che sia necessario offrire un incoraggiamento a tutte quelle persone che si sentono portatrici di “pollice nero” e che perciò rinunciano ad una delle più gratificanti attività umane, utile ai singoli, alle collettività e all’ambiente. 21 ottobre 12.00 Visita guidata | Museo del Design Italiano Visita guidata a pagamento, per maggiori informazioni: triennale.org Triennale propone una serie di visite guidate alla scoperta delle sue mostre e della sua collezione permanente. Il Museo del Design Italiano presenta la sua nuova selezione di oggetti e il suo nuovo allestimento attraversando i cento anni della storia di Triennale, con oltre 300 pezzi scelti tra i 1.600 che compongono le collezioni dell’istituzione e altri in prestito da importanti collezioni private. 15.30 e 17.00 Laboratorio | Bamboo Building Laboratorio a pagamento, per maggiori informazioni: triennale.org Un'attività che coinvolge famiglie e bambini nella costruzione di strutture e piccoli villaggi in bambù. La tecnica utilizzata, quella della cupola geodetica ideata da Richard Buckminster Fuller e portata da lui in Triennale in occasione della X Esposizione Internazionale nel 1954, permetterà di creare infinite composizioni di piccole abitazioni sostenibili, combinando bastoni di bambù in forme sempre nuove. 18.30 Visita guidata | Siamo Foresta Visita guidata a pagamento, per maggiori informazioni: triennale.org Triennale Milano propone delle visite guidate alla scoperta della mostra Siamo Foresta, in collaborazione con Fondation Cartier pour l’art contemporain. L’esposizione approfondisce la visione estetica e politica della foresta come multiverso egualitario di popoli viventi ed esplora l’allegoria di un mondo possibile al di là del nostro antropocentrismo. 22 ottobre 12.00 Visita guidata | Siamo Foresta Visita guidata a pagamento, per maggiori informazioni: triennale.org 15.30 Laboratorio | Manto di foglie Laboratorio a pagamento, per maggiori informazioni: triennale.org Dopo aver esplorato le tante foreste del mondo con una visita guidata alla mostra Siamo Foresta, attraverso il laboratorio Manto di foglie – a cura di Arianna Giorgia Bonazzi e Isabella Musacchia – i bambini saranno chiamati a riconoscere e trovare piante diverse tra le foglie di un coloratissimo tappeto, in una sfida di osservazione e rapidità. 18.30 Visita guidata | Museo del Design Italiano Visita guidata a pagamento, per maggiori informazioni: triennale.org... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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SPLENDERE AI MARGINI. Narrazioni emergenti, Oligo Editore
A cura di ANDREA TEMPORELLI Testi di Isabella BIGNOZZI, Davide BREGOLA, Davide BRULLO, Marta CAI, Gabriele DADATI, Valentina DI CESARE, Riccardo IELMINI, Danilo Laccetti, Enrico MACIOCI, Matteo MARCHESINI, Michele ORTI MANARA, Andreea SIMIONEL, Andrea ZANDOMENEGHI dall’8 settembre in libreria OLIGO EDITORE Un’antologia per suscitare un dibattito più ampio intorno all’attualità letteraria,…
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Inutile, il nuovo singolo di Myriam Somma
La nuova puntata di Sommessamente, il podcast di Cinque Colonne Magazine vede come protagonista la cantante Myriam Somma. Con lei parleremo della sua musica e dei suoi ultimi brani. “Inutile” è un brano che racconta il dolore e la frustrazione di una relazione "Tossica". La musica Dal 2022 Myriam Somma ha esordito come cantante pop affiancando questo percorso a quello teatrale ormai consolidato. Nei brani che interpreta, di cui a volte è co-autrice, racconta storie autobiografiche in cui molti possono riconoscersi. https://www.youtube.com/watch?v=2JhLDwa7DD0 Oltre la musica Dopo aver fatto parte del cast di “Canterville”, musical con la regia di Marco Simeoli, ottiene, uno dietro l’altro, ruoli da protagonista fino ad affermarsi come una delle migliori interpreti di musical italiane. Tra i ruoli ricoperti vi sono: Valentine De Villefort ne “Il Conte di Montecristo” regia di Gino Landi; Giovanna in “Amalfi 839AD”, Lamia in “Rebellion”, il Narratore in “Murder Ballad”, Lucia ne “Il Miracolo di Marcellino” di Don Marco Frisina e regia di Gino Landi. Myriam in “Balliamo Sul Mondo” scritto e diretto da Chiara Noschese e Luciano Ligabue, Beatrice ne “La Divina Commedia Opera Musical” regia di Andrea Ortis e Viola in “Come Musica” per la regia di Ettore Bassi. Ascolta il nostro podcast L'ospite di oggi Myriam Somma Cantante, attrice, autrice e… fashion designer (diplomata allo IED di Roma), Myriam è un’interprete magica, dotata di grande carisma. Dopo il suo esordio in un coro polifonico scopre il musical, che le permette di coniugare due sue grandi passioni: il teatro e il canto. Si perfeziona in canto con Elisabeth Howard, Brunella Platania, Marcello Sindici, Robert Steiner, Stuart Linsday, Lala McCallan e Marco Manca, affinando le tecniche jazz, folk, pop e rock. Sempre più affascinata dal teatro musicale, si dedica anche allo studio del “belting”, della recitazione e della interpretazione scenica, partecipando a varie Masterclass con performer del calibro di Kerry Ellis. Read the full article
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La playlist de l'émission de ce jeudi matin sur Radio Campus Bruxelles entre 6h30 et 9h : Penguin Café Orchestra "Numbers 1-4" (Penguin Cafe Orchestra/Editions EG/1981) Alexander "Skip" Spence "Grey/Afro" (Oar/Columbia Records/1968) Thelonious Monk "Just You, Just Me" (The Unique Thelonious Monk/Riverside/1956) Jimmy Scott "When Did You Leave Heaven" (Very Truly Yours/Savoy Records/1955) Jac Berrocal, David Fenech, Vincent Epplay & Marc-Henri Lamande "IZevil + Lettre à Madame le Ministre" (7"/AcoustiArc/2022) Panda Bear & Sonic Boom "Edge of the Edge" (Reset/Domino Recording Company/2022) Karl Blau & Geneviève Castrée "Volcanologie" (7"/Ô Paon Records/2011) Rema-Rema "Feedback Song" (Fond Reflections/4AD/1980-2019) Anika "Sand Witches" (Change/Sacred Bones Records/2021) Leila "Underwaters (One for Keni)" (Like Weather/Rephlex Records/1998) Andrea Laszlo De Simone "I Nostri Giorni" (7"/42 Records/2022) Scott Walker "The Seventh Seal" (Scott 4/Philips/1969) Jeremiah "Turn The Dogs Loose" (Jeremiah/Vogue/1973) Mehdi Zannad "Au revoir" (Fugue/3rd Side Records/2011) Zouzou "Tu fais partie du passé" (Girls Rock/Wagram music/1967-2019) Céline Lory, "Tu me scotches" (Single Alone (Series)/Bandcamp/2023) Mrs. Elva Miller "These Boots Are Made for Walkin'" (Mrs. Miller's Greatest Hits/Capitol Records/1966) Claudette & Ti Pierre "L'école" (Pa Kontrarie'm/Marc Records/1980) The Poets "That's The Way It's Got to Be" (Scotland's No. 1 Group/Dynovox/1965-2000) Le Chorus Reverendus "Ne poussez pas mémé dans les orties" (7"/Cameleon Records/1967-2017) Jalil Bennis et Les Golden Hands "Mirza" (حبيبي فنك مختارات موسيقية متنوعة من الوطن العربي An Eclectic Selection Of Music from the Arab World/Habibi Funk/1967-2017) Tipical Me "Claustrofobian" (The Underground Wave 7"s/Walhalla Records/1985-2015) Moondog "High on a Rocky Ledge" (The German Years 1977-1999/ROOF Records/1979-2004) Rufus Wainwright "Matinee Idol" (Rufus Wainwright/Geffen Records/1998-2016) The Smiths "There Is a Light That Never Goes Out" (The World Won't Listen/Rough Trade Records/1986-1987) https://www.instagram.com/p/Cn4Ky5atKOf/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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SELVANESCO
Selvanesco è il progetto di un'azienda agricola aperta nella vicina periferia di Milano, all'inizio del Parco Agricolo Sud. È un parco di orti urbani con un'attenzione alla produzione bio e alla comunicazione dei valori del cibo sicuro. All'interno di questo grande orto produttivo sono previsti piccoli e leggeri padiglioni in legno che offriranno servizi sia all'agricoltura che alla didattica e alla scoperta del territorio. All'interno dello spazio sono presenti alcuni punti vendita strettamente legati al progetto. La progettazione per un cliente privato ha ovviamente coinvolto il Comune di Milano e il municipio 5, ha inoltre coinvolto in dibattiti aperti alle comunità locali la cittadinanza. Dagli incontro sono emersi importanti cambiamenti del masterplan sia relativi alla mobilità che al collegamento con il parco del Ticinello contiguo. Oltre alla progettazione si è affiancata attività di presentazione e di progettazione partecipata. Il Giardino degli Orti è la nuova azienda agricola specializzata in orticultura biologica che coltiverà 31 ettari di terreni agricoli riequipaggiati con 7.000 metri di siepi campestri e una macchia boschiva di 20.500 metri quadri. La produzione annua di ortaggi è stimata in 15.500 quintali. La vendita avverrà in modo diretto con servizi dedicati a gruppi di acquisto, comunità e singoli cittadini. L’attività agrituristica interessa dell’area consiste in orti biologici assistiti, attività didattiche per adulti e bambini, campi collezioni, servizi di somministrazione e di supporto alle attività sportive . Sarà presente anche l’attività di allevamento a terra di galline inoltre sarà presente anche un area dedicata alla agri cosmetica. Il 14% dell’area è destinata alla valorizzazione ambientale del corridoio ecologico della valle del Ticinello e sarà aperta alla pubblica fruizione con sentieri, piste ciclabili, prati liberi e aree boscate. Il parco degli orti _ via Selvanesco Milano progetto architettonico e del paesaggio / co.arch studio arch. Andrea Pezzoli e arch Giulia Urciuoli collaboratrice Francesca di Silvestre rapporto con gli enti / arch Giacomo Bancher consulenza agronomica /Studio GPT dott. Stefano D'Adda e Marco Zonca
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La Divina Commedia
Al Teatro Brancaccio l’opera musical La Divina Commedia torna a sedurre il pubblico a distanza di dieci anni, tra soluzioni geniali e laiche rivendicazioni umanistiche (more…)
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#Andrea Ortis#Angelo Minoli#Antonello Angiolillo#Daniele Venturini#Dante Alighieri#Federica Basile#Francesco Iaia#Giancarlo Giannini#Manuela Zanier#Marco Frisina#Mariacarmen Iafigliola#Myriam Somma#Noemi Bordi#Recensione La Divina Commedia#Rosy Bonfiglio
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Andreas Ortis, Acoma, in Native Dress with Concha Belt - Hillers -1882
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Esce il 27 Maggio “Fammi sentire in un sogno”, il nuovo singolo di Claire D
Le note classiche del pianoforte, potenti e al contempo leggere, nella loro essenzialità, sorreggono la melodia avvolgente di “Fammi sentire in un sogno” nuovo singolo di Claire D, alter ego artistico di Chiara Lo Presti, cantante di origine siciliana, in uscita on air su tutte le principali radio nazionali il 27 maggio. Il brano fa parte del nuovo album “Voglio vivere così”, un progetto di musica d’autore in chiave prevalentemente jazz, in cui i testi, profondi e toccanti, sposano la bellezza dei componimenti musicali, affrontando temi di grande valenza sociale. Tra questi spicca “Fammi sentire in un sogno”, dialogo intimo che inizialmente sembrerebbe sussistere tra due interlocutori ma che in realtà si rivela un monologo poetico e nostalgico nel quale si reclama e celebra un tempo trascorso fatto di condivisione e complicità che tuttavia si evince sia andato perduto . Il desiderio di trovare nuovamente un punto d’incontro, conduce tuttavia il protagonista alla ricerca di una nuova dimensione condivisibile, sospesa tra sogno e realtà, tra presente e passato che da vita a questa canzone, l’ambito privilegiato attraverso il quale un figlio cerca di comprendere chi si nasconda dentro lo sguardo di sua madre ora malata (affetta da Alzheimer) che pur essendo lì con lui, percepisce sia di fatto un’altra donna, a tratti sconosciuta persino a se stessa. “Fammi sentire in un sogno…..portami lì dentro nel tuo mondo….” recita infatti una parte del testo, scritto da Beppe Frattaroli e dedicato alla madre. Claire D. ,artista poliedrica, reinterpreta questo dialogo evocandone la drammaticità ma lo restituisce al pubblico con la dolcezza e la passionalità che contraddistinguono ogni sua interpretazione andando a toccare le corde giuste, quelle che commuovono, che veicolano le emozioni più vere a chi la ascolta. Nata a Taormina, si trasferisce a Roma e comincia a collaborare con il cantautore Beppe Frattaroli, iniziando la sua esperienza on stage in alcuni club e locali musicali romani. E’ stata allieva di Lorena Favot, vocal coach e autrice rinomata sulla scena del Jazz del FVG e ha partecipato a numerosi concorsi di levatura nazionale, dove si è posizionata sempre nelle finali. In particolare è vincitrice nel 2007 della XXesima edizione del concorso nazionale “Percoto Canta” di Udine, nel 2012 del “SJ Music Award” e della XIesima edizione del Festival “Voci d’Oro” di Montecatini Terme. Nel 2016 vince una delle edizioni del talent “Tu Si que Vales” e non ultimo per importanza sale sul podio del “Premio Mia Martini 2020”, vincendo nella categoria nuove proposte per l’Europa con il brano “Solamente Tu” inserito nel nuovo album. E’ stata una delle protagoniste del musical “Insoliti Accordi” del CEM, Associazione Cultura e Musica di Pordenone e voce solista all’interno dello spettacolo teatrale “Red Music” di Roberto Pagura, dell’Associazione Culturale Molino Rosenkranz sempre a Pordenone nel 2008. Per un periodo ha fatto parte del gruppo Harmony Gospel Singer e dal 2009 ad oggi collabora costantemente con la direzione artistica dell’Accademia Vocem per la realizzazione di eventi culturali e benefici. Ha collaborato con il regista ed attore Andrea Ortis allo spettacolo “Novelle per un anno” in qualità di voce solista, interpretando i brani della cantautrice siciliana Rosa Balistreri.
source https://www.ilmonito.it/esce-il-27-maggio-fammi-sentire-in-un-sogno-il-nuovo-singolo-di-claire-d/
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Mauro Curati per Prospettiva Nomade#05 Frammento o dettaglio? Scontro semiserio tra due realtà dell’arte
Nel suo libro di aforismi, “Il dizionario del Diavolo” l’americano Ambrose Bierce, per gli amici <Bitter> (uno che aveva l’amaro in bocca, un giornalista perennemente incazzato col mondo e in particolare con i suoi contemporanei, uno con il dono di spargere sale su tutto ciò che scriveva) alla voce frammento vergò: “Sostantivo maschile. In letteratura composizione che l’autore non è stato capace di finire”. Naturalmente non si fermò solo a questo. Alla voce vanità, per farvi capire il tipo aggiunse: “Tributo di uno stupido al merito del somaro che gli è più vicino”. E alla voce tetraggine: “Condizione dello spirito indotta da un cantante negro, da una rubrica umoristica, da una speranza nel paradiso…”.
Non equivocate. Bierce non era un razzista. Era un americano dell’Ohio, nato a Horse Cave Creek nel 1842 ultimo, credo, di nove figli. Un uomo che per sua sfortuna non ebbe mai occasione si ascoltare Ella Fritzgerald (altrimenti non avrebbe mai scritto una stupidaggine del genere sui cantanti neri) ma scrisse un bellissimo libro grazie alla sua esperienza bellica, dal titolo (“Tales of Soldiers e Civilians). Lo citiamo perché la realtà che viviamo oggi, è una narrazione piuttosto frammentata. Una composizione (direbbe lui) piena di inutili dibattiti che non riusciamo mai a finire. Ogni giorno ci si propina un nuovo quesito. Ogni istante, attraverso i social, dobbiamo decidere con chi stare. La nostra vita è un referendum continuo. Ha ragione Di Maio? Salvini? Calenda? E i Benetton? E l’Ilva? E le pensioni? Non ci è dato il tempo di capire, ma solo cliccare “mi piace”, senza essere informati, né acculturati cosicché in ogni bar che si rispetti, tra un caffè e un cappuccino, c’è un idraulico che pontifica sulle leggi del mare, un imbianchino che sproloquia sui ponti in cemento armato e un cretino che accusa i giornalisti di essere tutti prezzolati. Insomma la vita è diventata un percorso ad ostacoli... che dico, un videogioco ad ostacoli. Per l’appunto…è qualcosa di frammentato.
Ma frammento è anche ciò che rimane di qualcosa che non c’è più. Un progetto più grande, una realtà meno contorta, un’idea più luminosa che per qualche motivo è andata in pezzi e che un tempo faceva parte di un tutto forse più coerente o più bello, probabilmente migliore tanto da permettere alla gente di ascoltare, di informarsi e dunque agli imbianchini di parlare di vernici e agli idraulici di tubi. Poi è successo qualcosa…
Ora non so se frammento sia sinonimo di fallimento. Se si tratta cioè dell’unico superstite di un’idea defunta che stava nella mente di un pittore o di uno scultore, fors’anche di un fotografo oppure di un autore come il sottoscritto che non ha la più pallida idea di dove sta andando a parare con questo testo.
Certo è che frammento non va confuso con dettaglio. Sono termini differenti. Parole con pedigree alternativi. Secondo un qualsivoglia vocabolario il primo infatti (frammento), nella seriosa composizione letterario-grammaticale, risulta più autorevole avendo ben quattro significati differenti: parte di un pezzo infranto, parte di un tutto, parte di un’opera letteraria giuntaci incompleta (ma Bierce non sarebbe d’accordo) e infine estratto di un’opera compiuta. Ci sarebbe anche una quinta definizione “Breve composizione del Frammentismo” ma per amore della chiarezza e perché francamente non so cosa sia il frammentismo, lascerei perdere. Dettaglio, al contrario è un termine più modesto. Meno altezzoso. Più popolare. Infatti ha solo due definizioni. La prima è circostanza minuta. La seconda piccola quantità. Tra lui e frammento, insomma, non c’è storia. Ecco allora che per non creare litigiose e stucchevoli permalosità siamo andati a scovare uno scrittore di spessore, Vittorio Emiliani di cui purtroppo qualcuno s’è dimenticato (ma questo è un dettaglio) dove nel suo libro “L’enigma di Urbino” narrando di sé, della sua infanzia e quella di suo fratello Andrea (che a Bologna conosciamo bene), racconta i tanti piccoli ed importanti dettagli che compongono la sua memoria. E qui, a sorpresa, salta agli occhi la prima vera differenza tra frammento e dettaglio. Il primo per quanto più stimato nel mondo dell’arte, non lascia mai memoria di sé, ma solo traccia di qualcosa che non esiste più. Dettaglio al contrario ricuce lo spazio-tempo e lentamente dal particolare permette di risalire al tutto.
Un esempio? Prendete un altro urbinate, il più grande dell’età moderna, Paolo Volponi. Nel suo “Cantonate di Urbino” mentre descrive quel capolavoro rinascimentale che è il Palazzo Ducale dice: “…Dovete cercare di affacciarvi ad ogni finestra del palazzo, se sono chiuse chiedere con cortesia ma con fermezza a qualche custode che ve la apra, [sia] quelle sulla piazza che vi immettono dall’alto sul centro focale della città ideale, sia quelle verso l’interno, sul cortile, che vi danno l’ampiezza e la velocità del motore spaziale rotante, del colonnato come misura ed emblema di tutto il ducato e del suo ordine, quelle più alte e precipitose sul corpo a mattoni della città, della gente, delle sue case, orti e giardini, dell’infinita pazienza e numero di parti del vivere (ecco la forza del dettaglio) della comunità e del fluire della sua umanità.
Dettaglio dunque e non frammento il quale a questo punto, dopo l’autorevole apparire di Volponi in questo immorale confronto, è in chiara difficoltà. Che dire allora in sua difesa? Che frammento non se la deve prendere più di tanto. Ha ancora qualche freccia al suo arco. A esempio la sua capacità di sintesi. Due frammenti della stessa opera messi insieme sono infatti come i punti che nelle nostre prime infantili lezioni di geometria quando a scuola si andava con grembiule e fiocchetto e si ascoltavamo distrattamente quelle astruse regole (di solito insegnate da una donna, perché solo le donne sanno donare fantasia all’aridità dei numeri) ci narravano come l’unione di due punti anonimi e indifferenti formavano sempre una retta. Vale a dire una linea che non è mai da considerarsi un semplice tratto di penna razionale… tutt’altro. ‘E un prodotto mentale. Qualcosa di nostro che creiamo da soli e che unisce e ci porta diritto all’idea dell’arte, forse vera, forse falsa, ma comunque irripetibilmente nostra. Tanto di cappello dunque a frammento (con buona pace di Volponi e di un altro genio assoluto della letteratura come Philip Roth che parlando della sua infanzia a Netwark in “Pastorale Americana” (lo citiamo perché noi non si butta mai via niente dei nostri rimandi) scriveva [“Da allora c’è mai stato un posto che ti ha assorbito altrettanto pienamente nel suo oceano di dettagli? La forza del dettaglio, l’immensità del dettaglio, il peso del dettaglio, la ricca sconfinatezza del dettaglio che ti circonda nella tua giovane vita?”].
Belle parole, nessun dubbio. Ma visto che siamo nel mondo dei social e dei like frettolosi e inconcludenti, visto che dobbiamo decidere (e finire) noi stiamo con la parola frammento che ci fa sconfinare nel vasto mondo della fantasia per sentenziare in conclusione che lo spirito dell’osservatore sta nel frammento. Cioè nel vuoto che esso chiama a riempire. Onore a lui dunque, ma onore anche al dettaglio. In fondo diciamocelo… anche lui ha combattuto bene. Mauro Curati, ottobre 2018
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Fammi sentire in un sogno, il nuovo singolo di Claire D.
in radio e su tutte le piattaforme digitali
Le note classiche del pianoforte, potenti e al contempo leggere, nella loro essenzialità, sorreggono la melodia avvolgente di “Fammi sentire in un sogno” nuovo singolo di Claire D, alter ego artistico di Chiara Lo Presti, cantante di origine siciliana, in uscita on air su tutte le principali radio nazionali già dal 27 maggio. Il brano fa parte del nuovo album “Voglio vivere così”, un progetto di musica d’autore in chiave prevalentemente jazz, in cui i testi, profondi e toccanti, sposano la bellezza dei componimenti musicali, affrontando temi di grande valenza sociale.
Tra questi spicca “Fammi sentire in un sogno”, dialogo intimo che inizialmente sembrerebbe sussistere tra due interlocutori ma che in realtà si rivela un monologo poetico e nostalgico nel quale si reclama e celebra un tempo trascorso fatto di condivisione e complicità che tuttavia si evince sia andato perduto . Il desiderio di trovare nuovamente un punto d’incontro, conduce tuttavia il protagonista alla ricerca di una nuova dimensione condivisibile, sospesa tra sogno e realtà, tra presente e passato che da vita a questa canzone, l’ambito privilegiato attraverso il quale un figlio cerca di comprendere chi si nasconda dentro lo sguardo di sua madre ora malata ( affetta da Alzheimer) che pur essendo lì con lui, percepisce sia di fatto un’altra donna, a tratti sconosciuta persino a se stessa.
“Fammi sentire in un sogno.....portami lì dentro nel tuo mondo....” recita infatti una parte del testo, scritto da Beppe Frattaroli e dedicato alla madre.
Claire D. , artista poliedrica, reinterpreta questo dialogo evocandone la drammaticità ma lo restituisce al pubblico con la dolcezza e la passionalità che contraddistinguono ogni sua interpretazione andando a toccare le corde giuste, quelle che commuovono, che veicolano le emozioni più vere a chi la ascolta. Nata a Taormina, si trasferisce a Roma e comincia a collaborare con il cantautore Beppe Frattaroli, iniziando la sua esperienza on stage in alcuni club e locali musicali romani. E’ stata allieva di Lorena Favot, vocal coach e autrice rinomata sulla scena del Jazz del FVG e ha partecipato a numerosi concorsi di levatura nazionale, dove si è posizionata sempre nelle finali. In particolare è vincitrice nel 2007 della XXesima edizione del concorso nazionale “Percoto Canta” di Udine, nel 2012 del “SJ Music Award” e della XIesima edizione del Festival “Voci d’Oro” di Montecatini Terme. Nel 2016 vince una delle edizioni del talent “Tu Si que Vales” e non ultimo per importanza sale sul podio del “Premio Mia Martini 2020”, vincendo nella categoria nuove proposte per l’Europa con il brano “Solamente Tu” inserito nel nuovo album. E’ stata una delle protagoniste del musical “Insoliti Accordi” del CEM, Associazione Cultura e Musica di Pordenone e voce solista all’interno dello spettacolo teatrale “Red Music” di Roberto Pagura, dell’Associazione Culturale Molino Rosenkranz sempre a Pordenone nel 2008. Per un periodo ha fatto parte del gruppo Harmony Gospel Singer e dal 2009 ad oggi collabora costantemente con la direzione artistica dell’Accademia Vocem per la realizzazione di eventi culturali e benefici. Ha collaborato con il regista ed attore Andrea Ortis allo spettacolo “Novelle per un anno” in qualità di voce solista, interpretando i brani della cantautrice siciliana Rosa Balistreri.
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È andato in scena in anteprima speciale sulla diga del Vajont (PN) sabato 7 ottobre 2023 “Il Vajont di tutti, riflessi di speranza”, in occasione delle celebrazioni per il Sessantesimo anniversario della tragedia. Scritta e diretta da Andrea Ortis, Il Vajont di tutti, riflessi di speranza è una pièce che rende attuale e fortemente sentito il racconto del disastro del Vajont, in occasione del sessantesimo anniversario, e dell’Italia del Secondo Dopoguerra, fra teatro di narrazione, musica e proiezioni video. Partner sulle tappe del Friuli Venezia Giulia: Associazione Regionale delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali e Artigiane, Zadružne banke del Friuli Venezia Giulia In occasione dell’anniversario dei sessant’anni della tragedia che colpì il Vajont il 9 ottobre 1963, la MIC - International Company, in coproduzionecon il Teatro Stabile Friuli Venezia Giulia ein collaborazione con Compagnia della Rancia, porta in scena, con una tournée nazionale nei più importanti teatri italiani, Il Vajont di tutti, riflessi di speranza, pièce teatrale, scritta, diretta ed interpretata da Andrea Ortis, autore, attore e regista friulano. Lo spettacolo, che si avvale del sostegno della Regione del Friuli, è andato in scena, in anteprima, proprio sulla Diga del Vajont, sabato 7 ottobre, nell’ambito degli eventi per la celebrazione dell’anniversario, ai quali prenderà parte nella giornata del 9 ottobre, anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un’anteprima speciale e particolarmente significativa che precede l’inizio del tour, che prenderà il via proprio dal territorio del Friuli e del Veneto, e porterà in tutta la penisola un lavoro che si snoda su due binari narrativi paralleli, ma dai diversi punti di contatto, che per l’intero svolgersi del racconto si sovrappongono, si scambiano, si alternano pur mantenendo connotati identitari e riconoscibili. Da una parte si assiste ad un dettagliato racconto, più attuale che mai, della catastrofe ambientale, dall’altro dello scenario storico del secondo dopoguerra, con particolare riferimento per gli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta. Un vero e proprio viaggio nell’umanità italiana del periodo, all’interno della civiltà contadina di provincia, nelle radici dialettali e popolari del nostro paese, nell’incredibile varietà di tradizioni ed usi che rappresentano un patrimonio ancor oggi inestinguibile e straordinario. Da una parte è il ritratto di un’Italia che vuole rialzarsi dopo lo sfacelo delle guerre mondiali: l’Italia che inventa, che scopre, che sperimenta, l’Italia delle grandi opere civili che, in meno di vent’anni, ricostruisce sé stessa e parte del proprio futuro. Dall’altra Il Vajont di tutti, riflessi di speranza presenta la reale ricostruzione degli accadimenti processuali relativi alla tragedia che colpì il 9 ottobre 1963 la terra a confine tra la provincia di Belluno e quella, al tempo, di Udine, (oggi Pordenone) conosciuta come: disastro del Vajont. Il Vajont di tutti, riflessi di speranza nella forma espressiva del teatro di narrazione, rende attuale un racconto che, pur parte di un recente passato, dichiara tutta la sua triste attualità nel malaffare e nell’avidità dell’uomo. L’ottuso conseguimento di un crescente profitto, la lontananza dalle regole e da ogni genere di attenzione alla sicurezza, l’ingordigia di pochi a scapito di molti, le pericolose combine tra Impresa e Politica sono elementi purtroppo, comuni a tutte le maggiori tragedie che hanno colpito il nostro Paese. Così, questo racconto, nel suo incedere, diventa il racconto di Sarno, Ustica, Viareggio, fino alle tristi vicende di San Giuliano di Puglia, Amatrice, L’Aquila, Rigopiano, le più recenti alluvioni delle Marche e dell'Emilia Romagna. Il comune denominatore è l’uomo e la sua violenza nei confronti dell’ambiente, la sua scientifica aggressione alla natura; l’uomo che disbosca, che crea bacini artificiali, l’uomo che cementifica e costruisce abusivamente, l’uomo che edifica senza
regole, l’uomo che calpesta tutto e tutti, lanciato alla ricerca di un profitto crescente e di un potere migliore. Il desiderio di riscatto e di facili guadagni, la bramosia avida di tecnici ed imprenditori, il poco controllo dello Stato, connivente, spesso con i poteri forti del tempo, portano alla Tragedia del 1963, nella quale oltre 2000 vittime innocenti hanno perso la vita. Il Vajont di tutti, riflessi di speranza attraversa in tal senso, in maniera biunivoca, il respiro di un mondo, nello scorcio storico del secondo dopoguerra, che sta accelerando, una vera e propria rivoluzione industriale, tecnologica, culturale e antropologica e, nel farlo, si dimentica completamente dell’uomo e della sua sicurezza, soprattutto, si dimentica, dell’umanità di Provincia, delle comunità rurali, delle categorie anziane che, di fatto e ancor oggi, sono il patrimonio più caratterizzante e di valore del nostro paese Italia. Lo spettacolo è, in tal senso, anche una storia di speranza e forza, il racconto della dignità di chi decide di andare avanti, di credere alla ricostruzione mantenendo viva la memoria, la storia dell’orgoglio della gente d’Italia, operosa, il cui concetto di comunità è il tessuto vitale sul quale, fortunatamente, si può ancora sperare. Ogni essere umano, nel racconto della propria vita ha, prima o poi, a che fare con il dolore, qualunque esso sia. È in quell’attimo che si può scegliere: fermarsi o andare avanti? La storia del Vajont è la storia di tutti. «Ognuno ha il “suo” dolore”» annota il regista e autore Andrea Ortis. «La storia del nostro paese è piena di vicende non risolte, nascoste, occultate; storie senza pace e senza giustizia, in cui a rimetterci sono gli ultimi, la gente comune e a soccombere è l’uomo con tutta la sua umanità. A volte è proprio questo dolore che crea partecipazione e, quasi inspiegabilmente, unisce tutti, in una comunità allargata, solidale, stimolata da fatti che, più di altri, ci colpiscono e ci chiamano in causa. Dissesto idrogeologico, domanda di energia e abusi edilizi sono temi della contemporaneità, intrecciati ad un passato dalle cui dinamiche, che continuano a scuoterci riproponendosi nel presente, non possiamo distogliere lo sguardo. Ognuno ha il “suo” dolore ecco perché la storia del Vajont è la storia di tutti, un monito attualissimo che parla alle nostre coscienze, richiamandoci al ruolo di ospiti in questo pianeta, non di padroni. Solo riconoscendo i nostri limiti e i nostri errori; solo presentando la verità possiamo immaginare una ripartenza che si fondi sulla capacità dell’uomo di credere in un bene comune, che coinvolga in una dimensione più ampia, corale, parti di un paese nel quale poterci sentire “pubblico” ed “attori principali”. Ognuno ha il “suo” dolore. “Il Vajont”, nella storia delle mie origini friulane, è il mio». Il narratore (Andrea Ortis) conduce il pubblico in una sorta di viaggio nel tempo, avvincente e carico di tensione. Il suo racconto è intervallato dalla presenza in scena di due ambienti differenti: lo studio dell’ing. Carlo Semenza, responsabile del dipartimento di idraulica della SADE e progettista della diga del Vajont e la casa di Tina Merlin, unica giornalista dell’epoca a lottare strenuamente a fianco delle popolazioni montane deboli e, assolutamente, calpestate nei diritti. Il narratore entra ed esce, raccontando lo scenario storico del secondo dopoguerra, le dinamiche geopolitiche della rinascita, la rivoluzione musicale e di costume, quella tecnologica e civile. Una serie di proiezioni animate diventa un supporto storico-documentale di assoluto valore, sia esso riferito alla narrazione dello spaccato storico degli anni Quaranta, Cinquanta, Sessanta con l’immaginifico di tutti i più grandi accadimenti del tempo, dei più importanti personaggi del periodo, sia esso riferito agli accadimenti relativi alla tragedia del Vajont. Si assiste all’alternarsi fra passaggi narrati e momenti in cui Carlo Semenza e Tina Merlin, grazie all’intervento di
due attori, svolgono la loro azione scenica in una sorta di flashback temporale riportando ai fatti dell’accaduto, ricostruiti nel dettaglio del processo e delle sentenze definitive. Lo spettacolo è realizzato con il patrocinio del Comune di Longarone, Comune di Erto e Casso, Fondazione “Vajont 9 ottobre 1963”, Associazione culturale Tina Merlin. Partner per le tappe del Friuli Venezia Giulia Associazione Regionale delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali e Artigiane, Zadružne banke del Friuli Venezia Giulia. MIC - International Company. Il grande investimento sulla Divina Commedia Opera Musical dal 2018 proietta la società verso un orizzonte di lungo periodo, con forte propensione alla espansione internazionale. L’obiettivo della società è di promuovere l’attività teatrale e cinematografica come luogo di incontro della contemporaneità e della cultura: un impegno, etico e culturale, verso l’esterno, verso la collettività. In tal senso la mission della MIC International Company promuove l'attività artistica in generale nell'ottica dello scambio culturale, della formazione ed educazione e soprattutto come strumento di crescita sociale https://www.micinternationalcompany.it/ Il Vajont di tutti, riflessi di speranza di Andrea Ortis - regia e testo: Andrea Ortis; narratore: A. Ortis; interpreti: Michele Renzullo (ing. Carlo Semenza), Selene Demaria (Tina Merlin), Elisa Dal Corso, Mariacarmen Iafigliola, Jacopo Siccardi (famiglia di montagna); scene: Gabriele Moreschi; luci: Virginio Levrio; video: Mariano Soria; suono: Francesco Iannotta; arrangiamento musicale: Francesco Cipullo; produzione: Mic International Company, in coproduzione con ilTeatro Stabile Friuli Venezia Giulia; in collaborazione conCompagnia della Rancia - sarà in tour nei teatri di varie città italiane fino a giovedì 14 dicembre 2023; altre date sono in via di definizione. Il Vajont di tutti, riflessi di speranza di Andrea Ortis in sarà in tour da ottobre 2023 programma: 12 – 13 ottobre 2023 - Trieste - Teatro Rossetti 15 ottobre 2023 - Cividale Del Friuli - Teatro Adelaide Ristori 16 ottobre 2023 - Maniago – Teatro Verdi, 17 ottobre 2023 - Artegna - Teatro mons. Lavaroni 18 ottobre 2023 - Belluno – Teatro Comunale 22 ottobre 2023 - Sacile – Teatro Zancanaro, 10 novembre 2023 - Varese – Teatro di Varese 15 novembre 2023 - Assisi - Teatro Lyrick, 20-21 novembre 2023 - Roma - Teatro Ambra Jovinelli 24 novembre 2023 - Pescara - Teatro Circus 28-29 novembre 2023 - Cosenza - Teatro Rendano 6 dicembre 2023 - Salerno - Teatro Augusteo 10 dicembre 2023 - Azzano Decimo – Teatro Marcello Mascherini 14 dicembre 2023 - Bologna - Teatro Celebrazioni Sito web https://www.micinternationalcompany.it/ Facebook https://www.facebook.com/IlVajontditutti Instagram https://instagram.com/il_vajont_di_tutti?igshid=MzRlODBiNWFlZA==
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