#’impero Ottomano
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gregor-samsung · 6 days ago
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“ Può uno Stato russo sopravvivere senza un credo, una fede, un’identità superiore a quella delle sue numerose componenti etniche e religiose? La Russia si è sempre identificata con un’ideologia. È stata «santa», erede di Bisanzio, «terza Roma», apostolo del Cristianesimo sino al cuore dell'Asia, protettrice dei cristiani di Oriente, unificatrice delle popolazioni slave. E quando la rivoluzione bolscevica ha cercato di eliminare il Cristianesimo dai suoi geni, la Russia è diventata l’apostolo di un altro culto messianico: l’avvento del comunismo nel mondo. Uno dei suoi intellettuali più geniali, Pëtr Jakovlevič Čaadaev, cercò di smentire la prima di queste due autorappresentazioni e sostenne che la Russia, a differenza degli altri Paesi europei, non aveva una storia. Aveva lottato, conquistato nuove terre, vinto e perduto numerose battaglie; ma senza avere coscienza di sé, delle proprie origini e del proprio futuro. Mentre l’Europa occidentale agiva sotto l’influenza di alcuni grandi princìpi e traeva dagli eventi conclusioni morali e intellettuali che avrebbero guidato le fasi successive della sua storia, la Russia si era comportata come una rozza, inconsapevole forza elementare. Il grande mito politico-religioso che gli slavofili attribuivano al popolo russo era soltanto un artificio, una manipolazione retorica, una bugia. La storia della Russia, secondo Čaadaev, era iniziata soltanto nel momento in cui Pietro il Grande le aveva imposto di essere europea. Di studiare e apprendere l’Europa come un bambino sui banchi della scuola, di indossare i suoi abiti, parlare delle sue idee, abbracciare le sue tradizioni e il suo passato. Pietro «ci liberò (…) di tutti quegli antecedenti che ingombrano le società storiche e ostacolano il loro cammino; aprì la nostra intelligenza a tutto ciò che esiste, fra gli uomini, di idee grandi e belle; ci consegnò all'Occidente intero, quale i secoli lo avevano fatto, e ci diede come storia tutta la sua storia, come avvenire tutto il suo avvenire».
Scritta in una rivista di Mosca il 1º dicembre 1829, la prima (e unica) lettera filosofica fece di Čaadaev il bersaglio preferito degli slavofili. Fu criticato, attaccato, insultato e, alla fine, con una punizione che anticipa lo stile del regime comunista contro i suoi nemici, venne considerato ufficialmente pazzo. Rispose alla fine della sua vita con una difesa intitolata per l’appunto, ironicamente, Apologia di un pazzo, da cui è tratto il passaggio che ho citato, ma non poté completarla. All'inizio di un secondo capitolo, cominciato poco prima della morte nell'aprile del 1856 e conservato da un amico, scrisse tuttavia: «C’è un fattore che domina in modo sovrano la nostra marcia attraverso i secoli, percorre la nostra storia intera, ne comprende in qualche modo tutta la sua filosofia, si produce in tutte le epoche della nostra vita sociale e determina il loro carattere; esso è, a volta a volta, l’elemento essenziale della nostra grandezza politica e la vera causa della nostra impotenza intellettuale: il fattore geografico». Quando Čaadaev scrisse queste parole, la Russia dominava l’Ucraina, una parte della Polonia, il Baltico, il mar Nero, il Caucaso, il Caspio, la Steppa kirghisa, il Turkestan. Si era battuta contro la Svezia, la Polonia, l’Impero Ottomano, la Persia, la Cina, la Francia. Era stata appena sconfitta in Crimea dalla Turchia e dai suoi alleati europei, ma negli anni seguenti avrebbe ripreso la sua inarrestabile marcia verso sud e verso est. In un libro intitolato Il Grande Gioco, Peter Hopkirk ha calcolato che l’Impero Russo, nel corso di quattro secoli, si è ampliato «al ritmo di circa 150 chilometri quadrati al giorno, più di 50.000 all'anno». Dall'enormità del suo spazio, quindi, occorre muovere per cercare di comprendere la natura della Russia. “
Sergio Romano, Putin e la ricostruzione della grande Russia, Longanesi, 2016¹. [Libro elettronico]
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istanbulperitaliani · 5 months ago
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Dimitrie Cantemir: Il Legame Tra Politica, Musica e Cultura Ottomana
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Dimitrie Cantemir è una figura di spicco nella storia europea e ottomana, il cui contributo spazia tra politica, cultura e musica. Nato nel 1673 in Moldavia, Cantemir apparteneva ad una famiglia boiarda che governava la Valacchia e la Moldavia sotto l'Impero Ottomano. Durante la sua vita, soggiornò a lungo a Istanbul, in particolare nel quartiere di Fener, abitato all'epoca dall'élite greca.
Oltre alla sua carriera politica, Cantemir è ricordato soprattutto per il suo contributo alla musica turca ottomana. Autore del primo trattato scientifico e sistematico su questo genere musicale, registrò le melodie e i modelli musicali del suo tempo, garantendo la loro trasmissione alle generazioni future. Questo lavoro monumentale fu successivamente valorizzato dal noto musicologo Jordi Savall, che nel 2010 realizzò l'album Istanbul, basato proprio sulle trascrizioni di Cantemir.
La sua vita politica subì un brusco cambiamento nel 1710, quando si alleò con lo zar Pietro il Grande, convinto del declino dell’Impero Ottomano. La guerra tra russi e turchi si concluse con un fallimento a Stănilești (18-22 luglio 1711) ed i Cantemir furono costretti all'esilio in Russia, segnando la fine del loro dominio in Moldavia.
Oggi, Cantemir è celebrato come una delle figure più influenti nella storia della Romania e della Moldavia. Il suo busto si erge nei giardini dell'Università di Comrat, in Moldavia, e in occasione del 200° anniversario della sua nascita, la sua immagine fu stampata su una serie di francobolli.
Nel quartiere di Fener, è possibile visitare la casa di Cantemir, ora trasformata in museo. Tuttavia, questo spazio, purtroppo più simile a un giardino del tè che a un vero museo, non riesce a trasmettere appieno la portata della sua eredità culturale. La classica baracconata acchiappaturisti che sta caratterizzando questa zona da alcuni anni.
Dimitrie Cantemir resta comunque un ponte simbolico tra Romania, Moldavia e Turchia, un uomo la cui opera ha attraversato i confini e il tempo, lasciando un segno indelebile nella storia. La mia Vita a Istanbul: consigli e informazioni turistiche. Disponibile come GUIDA per delle ESCURSIONI in città. Scrivi una e-mail a: [email protected] Seguici anche su www.facebook.com/istanbulperitaliani
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divulgatoriseriali · 9 months ago
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Tra storia e speranza: analisi approfondita della questione Palestinese e il cammino verso la pace
La questione della Palestina è uno dei conflitti più complessi e dibattuti nel panorama geopolitico mondiale. Le radici di questo conflitto affondano profondamente nella storia, con cause che risalgono a decenni, se non secoli, fa. Esplorare le cause e il passato di questa controversia richiede un’analisi approfondita delle dinamiche storiche, politiche, sociali e culturali che hanno plasmato la…
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diceriadelluntore · 11 days ago
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Mani Esperte
Nel 1731, facendo un viaggio niente male per l'epoca, il dey d'Algeri, Ibrahim III "il Vecchio" (una sorta di Governatore nominato dall'Impero ottomano) arrivò in Svezia portando doni al Re Federico I d'Assia-Kassel, per ringraziarlo dei favori che la corona svedese attribuiva ai mercanti provenienti da Algeri. Tra questi, vi era un giovane leone, uno dei primissimi ad arrivare in Scandinavia.
Secondo le fonti, il leone visse per un po' in Svezia, e fu poi dato come dono al Principe Elettore di Sassonia (titolo del collegio elettorale che a partire dal XIII secolo eleggeva l'imperatore del Sacro Romano Impero, attribuito a pochi principi tedeschi).
E qui viene il bello: una volta morto il felino, ossa e pelle vennero riportati in Svezia, dove furono consegnati ad un anonimo tassidermista. Il quale, probabilmente (il che era del tutto legittimo) non aveva mai visto un leone vero in vita sua, tanto che il risultato del suo lavoro fu questo:
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la posa è evidentemente presa dai blasoni del leone rampante:
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che spiega i denti finti e non da felino e sia la zampa alzata che la lingua all'infuori in quella posa curiosa, ma a colpire è l'approssimazione del muso e la posizione degli occhi. L'anonimo tassidermista tuttavia, vista la visione sconosciuta, non ebbe problemi, e il leone fu messo in bella mostra nel castello di Gripsholm, a Mariefred, in Svezia.
Con la nascita del turismo di massa, e ancora di più con l'esplosione della fotografia, Leo, questo è il nome che gli fu dato, è diventato una delle attrazioni maggiori svedesi, nonostante sia universalmente considerato come uno dei massimi esempi di pessima tassidermia.
Il brutto è tragicamente più bello del bello perché documenta il fallimento umano. Henry Letham
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aki1975 · 11 months ago
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Giuseppe Bertini - Varese - Villa Ponti - Galileo mostra l’uso del cannocchiale al Doge di Venezia - 1858
Galileo, che insegnava a Padova, nel 1609 mostra il telescopio al Doge Leonardo Donato realizzato grazie all’esperienza delle vetrerie di Murano e valorizzato per scopi militari. È il simbolo di un periodo che cambia il mondo con fenomeni tra loro collegati:
- il diffondersi degli archibugi che determinano la fine della cavalleria medievale;
- sospinte dagli alisei (“trade winds”) e da uno spirito tardo-crociato, favorite dalle innovazioni navali, le scoperte geografiche (Cristoforo Colombo scopre l’America nel 1492, Vasco de Gama doppia il Capo di Buona Speranza nel 1497, Magellano nel 1519 parte per circumnavigare il mondo);
- le iniziative coloniali che, dopo la Spagna (Cortes in Messico e Pizarro in Perù) e il Portogallo, sono condotte dqll’Olanda, dall’Inghilterra e dalla Francia;
- la crisi climatica, agraria (eccessiva cerealizzazione), demografica e sociale (i picari) del Seicento;
- il declino della centralità del Mediterraneo a vantaggio dell’Atlantico e, più in generale, dell’”economia mondo” con la nascita del capitalismo (es. Lombard Street a Londra) e il successo di città quali Bruges, Anversa e la Lega Anseatica;
- l’invenzione della stampa (1455);
- la Riforma e la Controriforma con i conflitti creati in Francia e nell’Europa dell’Est;
- la rivoluzione tecnico - scientifica che distanzia l’Europa dall’Impero ottomano;
- l’imporsi degli Stati nazionali sulle città stato e sul Sacro Romano Impero di Carlo V dopo il declino della Spagna per via della politica della “limpieza de sangre” che allontana i ceti produttivi (o li combatte, come in Olanda) e impedisce all’economia di svilupparsi con la conseguente inflazione per via dell’afflusso dell’oro e dell’argento americani.
Qualche evento in particolare:
1494 - Trattato di Tordesillas: Portogallo e Brasile si spartiscono le Indie orientali e occidentali
1500 - i Portoghesi scoprono il Brasile
1516 - dopo il fenomeno dei “marrani” spagnoli, viene fondato il primo ghetto italiano, quello di Venezia
1517 - Lutero affigge le sue tesi a Wittenberg
1522 - Battaglia della Bicocca (presso il villino degli Arcimboldi) in cui Carlo V sconfigge il re di Francia Francesco I e consolida il proprio dominio sul Ducato di Milano: “c’est un bicoque” significa “è un gioco da ragazzi”
1525 - Assedio di Pavia. Francesco I viene condotto prigioniero a Madrid
1527 - Sacco di Roma: per comporre il conflitto fra Clemente VII Medici e Carlo V, la figlia di quest’ultimo Margherita d’Austria (la “Madama”) sposa prima (1536) Alessandro Medici - ed i Medici tornano a Firenze - e poi (1538) Ottavio Farnese, nipote di Paolo III
1542 - Concilio di Trento
1555 - Pace di Augusta: Carlo V costretto ad accettare il luteranesimo dei principi tedeschi;
1558 - Alla morte di Carlo V, gli Asburgo si separano: Filippo II in Spagna, Margherita d’Austria in Olanda, Ferdinando I in Austria
1570 - Pio V scomunica Elisabetta I
1571 - Battaglia di Lepanto
1572 - Notte di San Bartolomeo
1574 - i Gonzaga, vassalli spagnoli, estendono il proprio potere sul Monferrato
1588 - L’Invencible Armada sconfitta dagli Inglesi
1598 - Enrico IV, convertendosi al cattolicesimo, termina le guerre di religione
1608 - I francesi fondano Quebec, poi conquistata nel 1775 dagli Inglesi
1609 - Le provincie olandesi si costituiscono in repubblica indipendente dalla Spagna: inizia il secolo d’oro dei Paesi Bassi
1621 - Fondazione della Compagnia olandese delle Indie Occidentali
1624 - Fondazione di New Amsterdam
1640 - Indipendenza portoghese
1652 - Gli olandesi fondano Cape Town
1664 - New Amsterdam ribattezzata New York
Al termine di questo lungo periodo di cambiamento e di instabilità (es. inflazione, epidemie), ne emergerà la società dell’Assolutismo e poi dell’Illuminismo del XVIII secolo, il “secolo delle rivoluzioni”.
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mchiti · 1 year ago
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IL PRATO SEMRE PIÙ VERDE = ISLAM. Il verde è il colore della Shaaria ISLAMICA, verde è il colore dei passaporti dei paesi ISLAMICI in un chiaro richiamo all'islamizzazione. Eppure MUSSOLINI ricevette nel 1937 la SPADA DELL'ISLAM dai BERBERI della LIBIA ITALIANA. Lui venne proclamato protettore dell'ISLAM,poiché si fece voce dell'astio arabo nei confronti dei nemici colonizzatori inglesi e francesi. Ghali nel rivendicare l'islamizzazione sul palco del festival italiano e nel farsi idolo delle sinistre ha dimenticato che il governo fascista italiano aveva già stabilito un patto di alleanza con il mondo arabo mussulmano
"pace, giustizia, benessere e rispetto delle leggi del Profeta"
il patto di suggellanza tra fascismo e islam contro il nemico unico che ci ha reso niente più che colonie e puttane del liberismo occidentale e schiavi. Ma il signorino Ghali purtroppo queste cose le ignora, la sua canzone è una interpretazione allegorica del sogno islamico alla distruzione della civiltà italiana, mancando totalmente lo scopo del Duce di stabilire una continuità con il mondo mussulmano e il centro di cultura islamica a Tripoli da lui fondato per la nascita di un nuovo impero fascista più forte di quello ottomano. Ignorare la storia e minacciare la nostra cultura fa di te niente più che un nemico da DISTRUGGERE
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alessandro9757 · 11 days ago
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🇺🇦 UCRAINI DI FAMOSITÀ MONDIALE...
Tutti sanno che le donne ucraine sono le più belle (in russo - самые красивые) del mondo intero.
Ecco perché veniamo distrutti in modo così crudele e spietato dall'orda del nord, che non si rende nemmeno conto che le donne ucraine sono anche le più coraggiose, le più istruite, le più intelligenti e le più intraprendenti, e che essere imparentati con una donna ucraina è da tempo considerato un grande onore.
Le nostre bellezze fondarono le dinastie reali d'Europa.
La prova di ciò sono i fatti storici, e i fatti sono cose ostinate.
Il nostro fiore - in tutto il mondo...
Premislava Volodymyrivna (987-1112)
Regina d'Ungheria.
Maria Dobronega (1011-1087)
Principessa di Polonia.
Elisabetta Jaroslavna (1022-1067)
Regina di Norvegia e Danimarca.
Anastasia Jaroslavna (1028-1074)
Regina d'Ungheria.
Anna Jaroslavna (1032-1089)
Regina di Francia.
Margherita di Scozia (1045-1093)
Regina di Scozia.
Janka Vsevolodovna (1046-1110)
Principessa di Bisanzio.
Vyšeslava Svjatoslavovna (1047-1089)
Regina di Polonia.
Sviatoslav il Saggio (1050-1126)
Regina della Repubblica Ceca.
Eupraxia Vsevolodovna (1071-1109)
Imperatrice del Sacro Romano Impero.
Evfimia Volodymyrivna (1094-1139)
Regina d'Ungheria.
Zbyslava Svjatopolk (1085-1114)
Principessa di Polonia.
Ingeborga di Kiev (1100-1137)
Principessa di Danimarca.
Eupraxia Mstislavivna (1108-1172)
Imperatrice dell'Impero bizantino.
Verchuslava Vsevolodovna (1125-1162)
Regina di Polonia.
Eufrosina Mstislavovna
(1130-1186)
Regina d'Ungheria.
Vyšeslav Jaroslavna (1170-1194)
Principessa di Polonia.
Kunegunda Rostislavna (1245-1285)
Regina della Repubblica Ceca.
Elisabetta Rostislavovna (1245-1298)
Regina di Bulgaria.
Agrippina di Galizia (1248-1309)
Principessa di Polonia.
Agnese Premyslawna (1269-1296)
Duchessa d'Austria.
Maria Yurievna
(1293-1341)
Principessa di Polonia.
Ul'jana Aleksandrovna (1321-1392)
Principessa di Bielorussia (Lituania).
Sofia Jagellone (1464-1512)
Principessa di Polonia.
Barbara Jagellone (1478-1534)
Principessa di Lituania.
Anastasia Lisovskaja (1502-1558)
Sultana dell'Impero Ottomano.
Anna Vladyslavovna (1503 – 1547)
Regina d'Ungheria e di Boemia.
Maddalena di Sassonia (1507-1534)
Principessa di Germania.
Agnese d'Assia (1527-1555)
Principessa di Svezia.
Maria d'Austria (1531-1581)
Arciduchessa d'Austria.
Cristina d'Assia (1543-1604)
Principessa d'Austria.
Anna Massimilianovna (1549-1580)
Regina di Spagna.
Maria Eleonora (1550-1608)
Principessa di Germania.
Anna di Gottorp (1575-1625)
Contessa di Germania.
Maddalena Sibilla I (1586-1659)
Principessa della Repubblica Ceca.
Maddalena Sibilla II (1617-1668)
Principessa di Norvegia e Danimarca.
Hatice Turhan (1627-1683)
Sultana dell'Impero Ottomano.
Giovanna Maddalena (1656-1686)
Principessa di Germania.
Maria Teresa (1717-1780)
Imperatrice del Sacro Romano Impero.
Maria Francesca (1738-1789)
Arciduchessa d'Austria.
Luisa d'Austria (1791-1847)
Imperatrice di Francia.
Maria Leopoldovna (1797-1826)
Imperatrice del Brasile.
Francesca d'Orléans (1844-1925)
Principessa di Francia.
Gisela Francesca (1856-1932)
Principessa di Germania.
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jacopocioni · 12 days ago
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L'arte del ricamo fiorentino
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Firenze vanta primati in moltissimi settori, tra i quali non dobbiamo dimenticare un’attività artigianale ed artistica di grande vanto: il ricamo. Fin dal Trecento l’arte del ricamo è stata denominata “OPUS FLORENTINUM”. Un tempo era riservata esclusivamente alle suore, che nel silenzio e nell’austera imponenza dei conventi ricamavano preziosi tessuti e, nel caso delle monache delle Murate di Via Ghibellina, fornivano i paramenti ecclesiastici per le solennità religiose.
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Nel Settecento accadde che il Granduca Pietro Leopoldo prendesse la decisione di trasformare i conventi in educandati, dove le ragazze potevano imparare varie arti, tra le quali la più preziosa era il ricamo fiorentino. Un’arte che veniva poi tramandata di generazione in generazione, di madre in figlia, e che grazie a questo “passaggio” continuava a vivere e destare ammirazione nel corso dei secoli. Parlo al passato, perché oggigiorno purtroppo l’artigianalità, la sapienza, la vena artistica che pervadevano le nostre nonne e le nostre mamme ha purtroppo trovato, nella nostra generazione, una battuta di arresto, se non totale, quasi.
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Ditte storiche fiorentine hanno confezionato corredi per personalità di tutto il mondo. Tanto per fare qualche esempio, il corredo di nozze di Lady Diana fu confezionato da Loretta Caponi, le Sorelle Bellini avevano ricamato il corredo di Soraya, moglie dello Scia di Persia, la Ditta Navone serviva i corpi diplomatici di Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Impero Ottomano, Russia, Prussia, Svezia, Svizzera, Portogallo, Danimarca, Belgio, Brasile, Grecia, Austria, Ungheria, Spagna e Messico.
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I ricami realizzati dalle sapienti, delicate e pazienti mani delle ricamatrici fiorentine trasferivano - su stoffe pregiate - fantastici intrecci di fiori, di arabeschi, pronti a trasformarsi in preziosi capi di abbigliamento, a rendere una tavola un piccolo capolavoro, a rendere il sonno più appagante e rilassante. Pochi punti, realizzati con maestria impagabile: un punto “gigliuccio”, un punto “a smerlo”, un punto “pieno” o una bordatura “a giornino” bastavano a far acquisire valore a qualsiasi tessuto. Molte, a Firenze, le ditte che resero celebre il ricamo fiorentino nel mondo: le Sorelle Bellini, Spadini, Macchi, Cirri, Coppini, Novelli, Navone.
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La “Ditta Navone ricami e merletti dal 1870 al 1978”, aveva sede in un antico palazzo di Via Tornabuoni, Palazzo Dudley, acquistato da Francesco Navone per avere le vetrine sulla più prestigiosa strada di Firenze. Per le sue creazioni, la ditta si avvaleva di ricamatrici interne al laboratorio, ma anche di ricamatrici esterne pagate ad ore a domicilio. La ditta ebbe una grande fortuna, anche a livello internazionale, ma negli anni Settanta iniziò il declino, con diminuzione di ordinazioni e di manodopera, che di fatto rese la produzione di ricami più lenta, più costosa e meno competitiva. L’avvento della produzione di ricami industriali, realizzati a macchina, con qualità enormemente inferiore, ma anche con costi più che concorrenziali e con rapidità di esecuzione ineguagliabile, contribuirono in modo deciso alla chiusura dell’azienda.
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Per quanto riguarda le Sorelle Bellini, pure loro con sede in Via Tornabuoni, ho scoperto un episodio con protagonista Re Faruk sovrano d’Egitto, che nel 1952 aveva ordinato alle Sorelle una serie di tovaglie finemente ricamate, per un valore di tre milioni di lire, una somma decisamente importante all’epoca, e molte abili ricamatrici si erano messe al lavoro. Ma dopo aver ricevuto quanto ordinato, Re Faruk non saldò il conto; in quell’anno, 1952, a seguito della Rivoluzione Egiziana, fu costretto ad abdicare in favore del figlio neonato e riparare a Roma. All’ingiunzione di pagamento presentata dalle Sorelle Bellini, Faruk rispose che non spettava a lui pagare, ma all’amministrazione della corona. Il Tribunale gli dette torto, anche dopo il suo ricorso in appello… Non sono però riuscita a sapere se alla fine le Sorelle Bellini hanno ottenuto il pagamento del loro lavoro.
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Oggi, tutto questo ci sembra storia antica, sebbene sia passato solo mezzo secolo o poco più. Ma i ritmi frenetici cui siamo abituati adesso, ci rendono lontane queste storie, che fanno parte del nostro DNA, che fanno parte dell’arte fiorentina che ormai si va drammaticamente perdendo. Ed è un vero peccato.
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Gabriella Bazzani Madonna delle Cerimonie Read the full article
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mayolfederico · 5 months ago
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Gregor von Rezzori ~ Ritorno a Cernopol
Gregor von Rezzori RITORNO A CERNOPOL Gregor von Rezzori Traduzione di Andrea Landolfi   Sono nato a Czernowitz, ex capitale dell’ex ducato di Bucovina, già appartenente alla parte cisleitanica dell’ex monarchia austro ungarica; la Bucovina era quella regione orientale lungo i Carpazi Selvosi (i quali si dipartono dai Tatra) che nel 1775 fu ceduta dall’ex Impero Ottomano all’ex imperial…
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Interventisti e neutralisti prima guerra mondiale
La prima guerra mondiale fu un conflitto globale che vide contrapposti le potenze centrali (Germania, Austria-Ungheria, Impero ottomano e Bulgaria) alle potenze dell'Intesa (Francia, Regno Unito, Russia, Italia e altri). Il conflitto ebbe inizio il 28 luglio 1914 con l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria-Este e terminò il 11 novembre 1918 con la resa della Germania. In Italia, l'entrata in guerra fu un evento molto controverso. Il paese era diviso tra due fazioni: gli interventisti, che sostenevano la necessità di entrare in guerra a fianco delle potenze dell'Intesa, e i neutralisti, che invece erano favorevoli a mantenere la neutralità. Le ragioni degli interventisti Gli interventisti sostenevano che l'Italia aveva interesse a entrare in guerra per diversi motivi. Innanzitutto, ritenevano che la Germania fosse una minaccia per l'Italia, in quanto aveva già occupato la Libia e aveva mire espansionistiche sul Mediterraneo. In secondo luogo, credevano che l'Italia dovesse sostenere la Francia, con cui era alleata da un trattato difensivo firmato nel 1896. In terzo luogo, sostenevano che l'Italia avrebbe potuto ottenere importanti vantaggi territoriali dall'entrata in guerra, come il Trentino-Alto Adige, la Venezia Giulia e la Dalmazia. Le ragioni dei neutralisti I neutralisti, invece, sostenevano che l'Italia non aveva interesse a entrare in guerra. Innanzitutto, ritenevano che la guerra fosse un evento disastroso che avrebbe portato solo morte e distruzione. In secondo luogo, credevano che l'Italia non fosse pronta per la guerra, in quanto non aveva un esercito sufficientemente forte. In terzo luogo, sostenevano che l'Italia avrebbe dovuto concentrarsi sul suo sviluppo economico e sociale, piuttosto che impegnarsi in un conflitto bellico. La propaganda Entrambi i fronti si impegnarono in una intensa campagna propagandistica per convincere l'opinione pubblica a sostenere la propria posizione. Gli interventisti utilizzarono i giornali, la radio e le manifestazioni pubbliche per diffondere il loro messaggio. I neutralisti, invece, si concentrarono sulla pubblicazione di articoli e libri che mettevano in guardia dai pericoli della guerra. L'entrata in guerra Dopo mesi di dibattito, il governo italiano decise di entrare in guerra a fianco delle potenze dell'Intesa. La decisione fu presa il 23 maggio 1915 e fu annunciata dal presidente del Consiglio, Antonio Salandra, in un discorso alla Camera dei deputati. L'entrata in guerra dell'Italia fu un evento di grande importanza per il conflitto. Il paese si aggiunse alle potenze dell'Intesa, dando loro un vantaggio decisivo. La guerra terminò con la vittoria dell'Intesa, ma l'Italia pagò un prezzo molto alto per la sua partecipazione al conflitto: oltre 600.000 morti e 1 milione di feriti. La prima guerra mondiale per l'Italia La questione dell'intervento italiano nella prima guerra mondiale fu un evento molto importante per la storia del paese. Il dibattito tra interventisti e neutralisti divise l'opinione pubblica e il governo, e la decisione di entrare in guerra fu presa dopo mesi di incertezze. L'entrata in guerra dell'Italia ebbe un impatto decisivo sul conflitto, contribuendo alla vittoria dell'Intesa. In copertina foto di Eveline de Bruin da Pixabay Read the full article
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gregor-samsung · 2 years ago
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“ Quando Maometto II s'impadronì di Costantinopoli, la città non era più da diversi decenni la grande metropoli del passato; già prima del 1453 numerosi abitanti l'avevano abbandonata, e ancorché non si possa stabilire esattamente l'ammontare della popolazione nel momento della conquista, essa era molto probabilmente inferiore ai 100.000 abitanti. Questi, beninteso, erano greci nella quasi totalità, anche se esisteva già un piccolo nucleo di musulmani, la cui presenza risaliva almeno alla seconda metà del XIV secolo. Subito dopo aver conquistato la città, Maometto II deportò la maggior parte della restante popolazione greca, e per sostituirla fece venire dei turchi dall'Asia minore, ma anche dei non musulmani già sottomessi all'autorità ottomana, che risiedevano in Anatolia nelle province balcaniche. Questo primo popolamento effettuato dai turchi ha lasciato tracce nella capitale, in quanto i nuovi arrivati si sono raggruppati secondo il luogo d'origine e hanno spesso dato questo nome ai quartieri che occupavano, come per esempio i quartieri di Aksaray, di Balat, di Karaman, di Çarşamba, popolati da genti provenienti dalle città omonime. Tra le minoranze che furono installate a Istanbul negli anni che seguirono la conquista, citiamo i greci delle isole e del Peloponneso, gli armeni d'Asia minore, gli ebrei di Salonicco. Praticamente questi trasferimenti di popolazione sono attuati in modo autoritario e si potrebbe quasi parlare di deportazione. In ogni caso i nuovi arrivati si videro attribuire le case abbandonate dai greci e alcune facilitazioni per esercitare nella capitale la loro attività artigianale o commerciale: Maometto II voleva restituire a Costantinopoli vita e animazione e fare della città il primo centro del mondo musulmano, soppiantando il Cairo, ancora nelle mani dei mamelucchi. Egli proseguì nel suo intento e le conquiste che fece nei Balcani facilitarono l'impresa. Non è tuttavia certo che la popolazione di Istanbul, alla fine del XV secolo, superasse le 200.000-250.000 unità. “
Robert Mantran, La vita quotidiana a Costantinopoli ai tempi di Solimano iI Magnifico e dei suoi successori (XVI-XVII secolo), traduzione di Maria Luisa Mazzini, BUR (Biblioteca Universale Rizzoli), Milano, 1985¹; pp. 75-76.
[Edizione originale: La Vie quotidienne à Constantinople au temps de Soliman le Magnifique et de ses successeurs (XV ͤ  et XVII ͤ  siècles), Paris, Hachette, coll. « La vie quotidienne », 1965 ]
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istanbulperitaliani · 7 months ago
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Il minareto con la meridiana
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La moschea Muhaşşi Sinan è una importante moschea facente parte del patrimonio storico e culturale di Beykoz. Muhaşşi Sinan Efendi é stato un importante studioso ottomano del XVI secolo. Ha svolto anche il ruolo di Kazasker dell'Anatolia. Il Kazasker originariamente, era responsabile di risolvere le dispute legali tra i soldati. Successivamente, il ruolo si estese a includere anche la giustizia civile. Nell'ambito dell'amministrazione ottomana, viene spesso considerato secondo solo alla figura del Gran Visir. La moschea venne costruita nel 1574 e si distingue per il suo minareto, l'unico del genere in tutto il mondo. Invece del classico alem (la mezzaluna) sulla sommità del minareto è posta una meridiana. La scelta di installare un orologio solare rifletteva l'interesse dello studioso per l'astronomia e la misurazione del tempo.
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Ad Istanbul esiste un'altro minareto unico nel suo genere e si trova ad Eyüp. Il minareto della moschea Defterdar presenta un calamaio ed una penna. Chi aveva commissionata lo moschea era Mahmut Çelebi, ministro delle Finanze (Defterdar) durante il regno di Solimano il Magnifico e famoso calligrafo. La mia Vita a Istanbul: consigli e informazioni turistiche. Disponibile come GUIDA per delle ESCURSIONI in città. Scrivi una e-mail a: [email protected] Seguici anche su www.facebook.com/istanbulperitaliani
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reginadeinisseni · 1 year ago
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GERÇEK BİR LİDERİN GERÇEK HAYAT HİKAYESİ - MUSTAFA KEMAL ATATÜRK
❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️ ❤️❤️ Mustafa Kemal Atatürk
STIAMO PER FESTEGGIARE IL CENTENARIO DEL PADRE DELLA PATRIA TURCA
Atatürk negli anni '30 del XX secolo 1º Presidente della Turchia Durata mandato 29 ottobre 1923 – 10 novembre 1938 Capo del governo İsmet İnönü Ali Fethi Okyar Celâl Bayar Predecessore carica istituita Successore İsmet İnönü 1º Primo ministro del Governo della Grande Assemblea Nazionale Turca Durata mandato 3 maggio 1920 – 24 gennaio 1921 Predecessore carica istituita Successore Fevzi Çakmak 1º Presidente della Grande assemblea nazionale della Turchia Durata mandato 24 aprile 1920 – 29 ottobre 1923 Predecessore carica istituita Successore Ali Fethi Okyar 1° Leader del Partito Popolare Repubblicano Durata mandato 9 settembre 1923 – 10 novembre 1938 Predecessore carica istituita Successore İsmet İnönü Dati generali Partito politico Partito Popolare Repubblicano Professione Ufficiale Firma Firma di Mustafa Kemal Atatürk Mustafa Kemal Atatürk Mustafa Kemal Pascià nel 1923, comandante in capo dell'esercito turco Nascita Salonicco, 19 maggio 1881 Morte Istanbul, 10 novembre 1938 Cause della morte cirrosi epatica Luogo di sepoltura Anıtkabir, Ankara (dal 1953) Precedentemente: Museo Etnografico, Ankara (1938-1953) Dati militari Paese servito Bandiera dell'Impero ottomano Impero ottomano Bandiera della Turchia Turchia Forza armata Esercito ottomano Esercito turco Anni di servizio 1893-1927 Grado Maresciallo Guerre Guerra italo-turca Guerre balcaniche Prima guerra mondiale Guerra d'indipendenza turca Comandante di 19ª Divisione 16º Corpo 2ª armata ottomana 7ª armata ottomana Gruppo d'armata Yildirim "fonti nel corpo del testo" voci di militari presenti su Wikipedia Manuale Mustafa Kemal Atatürk (IPA: [mustaˈfa ceˈmal aˈtaˌtyɾc]) (Salonicco, 19 maggio 1881[1] – Istanbul, 10 novembre 1938) è stato un generale e politico turco, fondatore e primo Presidente della Repubblica turca (1923-1938). Dal 1916 fu chiamato Mustafa Kemal "Paşa", dal 1934 Kemal "Atatürk".
È considerato l'eroe nazionale turco, e il padre della Turchia moderna.[2] Forte del suo prestigio in patria per aver assicurato la vittoria turca nella battaglia di Gallipoli del 1915 durante la prima guerra mondiale, Mustafa Kemal guidò il Movimento Nazionale Turco che resistette all'occupazione e alla spartizione della Turchia continentale da parte delle Potenze alleate dopo la sconfitta e dissoluzione dell'Impero Ottomano. Sotto il suo comando, nella guerra di indipendenza turca le forze turche sconfissero e cacciarono le armate armene, francesi, italiane e greche, nonché gli ultimi lealisti del sultano ottomano, ottenendo così la rinegoziazione dei trattati di pace e quindi la firma del Trattato di Losanna (1923) in sostituzione a quello di Sèvres. Infine dichiarò decaduto il sultanato, proclamando così la Repubblica di Turchia.
Fu promotore di una radicale politica di riforme volte alla modernizzazione e secolarizzazione della Turchia, facendola diventare una nazione laica e in via di industrializzazione, favorendo inoltre una profonda occidentalizzazione dal punto di vista culturale e dei costumi, volta a creare un distacco dalla precedente cultura ottomana e islamista. Ideologicamente laico e nazionalista, le sue politiche e teorie sociopolitiche divennero note come kemalismo.
Per i suoi meriti in patria, così come in Europa, è considerato una delle più importanti figure del XX secolo.
Rapporti con la Russia e poi Unione Sovietica Il 26 aprile 1920, Mustafa Kemal inviò un messaggio a Vladimir Lenin, leader bolscevico della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa (non ancora Unione Sovietica), promettendogli di coordinare le loro operazioni militari con i bolscevichi nella comune "lotta contro i governi imperialisti", richiedendogli 5 milioni di lire in oro e in armamenti. Per i successivi due anni, il governo di Lenin inviò aiuti militari alla Turchia tra i quali 6000 fucili e 5 milioni di munizioni.[38]
Nel 1921, Kemal firmò il Trattato di Mosca (Amicizia e Fratellanza) con la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, il quale fu poi seguito dal Trattato di Kars per assicurare i confini settentrionali della Repubblica di Turchia con la Repubblica Socialista Sovietica di Armenia, la quale era ancora formalmente indipendente ma nell'orbita sovietica. Le relazioni tra la Turchia di Kemal e l'Unione Sovietica furono fin da subito amichevoli ma basate sul fatto che erano contro un nemico comune: la Gran Bretagna e l'Occidente.[39] Nonostante i suoi rapporti con l'Unione Sovietica, Atatürk non era disposto a far penetrare il comunismo in Turchia. «L'amicizia con la Russia», disse, «non è finalizzata ad adottare la loro ideologia del comunismo in Turchia».[39]
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michelangelob · 1 year ago
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La Scultura del giorno: la Schiava greca del Tadolini
La scultura del giorno che vi propongo oggi è la sublime Schiava Greca scolpita da Scipione Tadolini nel 1860. Per dar forma a quest’opera Tadolini si ispirò alle terribili storie delle ragazze greche che venivano fatte prigioniere dai turchi e poi vendute alla stregua di merce durante la guerra d’indipendenza combattuta fra Grecia e Impero Ottomano fra il 1821 e il 1832, terminata con la…
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personal-reporter · 1 year ago
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La grande storia dell’Impero Ottomano
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Il 29 ottobre 1923 fu la data che segnò la fine dell’Impero Ottomano, uno dei più grandi della storia moderna… La storia dell’Impero Ottomano cominciò quando, dopo aver abbandonato le loro sedi nelle steppe asiatiche dei mongoli, le tribù nomadi turche si convertirono all’Islam nel VIII e IX secolo d.C. Attorno al decimo secolo, una delle tribù, i Selgiuchidi, assunse un ruolo chiave nel mondo islamico e adottarono una vita basa sulla religione, un'amministrazione centrale, ed un sistema di tasse. Ma molti altri turchi rimasero nomadi e cercarono di conquistare la terra per l’Islam, ciò li mise in conflitto con i Turchi Selgiuchidi, che li diressero verso il dominio orientale dell'Impero Bizantino, in Anatolia. La tribù degli Ottomani fu il risultato di uno di questi emirati stabiliti in Anatolia nordoccidentale dopo il 1071 e prese il nome da Osman nel 1299, che aveva cominciato ad espandere il suo regno nel territorio bizantino in Asia Minore, spostando la sua capitale a Bursa nel 1326. Dopo la fondazione dell'Impero Ottomano nel 1299, gli Ottomani cominciarono a organizzarsi in un governo e con un forte esercito per una espansione costante. Nel 1354 gli Ottomani superarono lo stretto dei Dardanelli, nel 1361 conquistarono Adrianopoli, nel 1389 abbatterono il regno di Serbia nella battaglia di Kosovo, nel 1393 conquistarono il regno di Bulgaria, e nel 1396 vinsero la battaglia di Nicopoli contro l'Ungheria. Questa avanzata degli Ottomani venne bloccata dai Tatari di Tamerlano nel 1402 quando li sconfisse ad Ankara, prendendo prigioniero il sultano Yildirim Bayazid I. Dopo Tamerlano, gli Ottomani cominciarono ad avanzare e alla battaglia di Varna nel 1444 un esercito europeo di Serbi, Polacchi e Ungheresi non riuscì a fermare l'avanzata turca durante il regno del sultano Murad II. Soltanto Costantinopoli era rimasta nelle mani bizantine, ma solo fino alla conquista nel 1453 per mano del sultano Mehmet II, detto poi il Conquistatore. Costantinopoli cambiò nome in Istanbul e divenne la nuova capitale dell'Impero e i Turchi così stabilirono un impero in Anatolia ed in Europa del sud-est. Gli Ottomani continuarono a conquistare nuovi territori, infatti presero Atene nel 1456, assediarono l'isola di Rodi e conquistarono Otranto nel 1480, poi si rivolsero verso l'Asia e il Nordafrica, abbattendo il Sultanato Mamelucco di Siria ed Egitto e conquistando tutti i paesi arabi del Vicino Oriente. Durante il regno del sultano Solimano il Magnifico, l'Impero Ottomano arrivò alla sua massima espansione, con le conquiste nei Balcani, nel Mar Nero e il Mediterraneo e molti stati balcanici, tra cui il Montenegro, la Transilvania, la Repubblica di Ragusa, la Serbia, la Bosnia, la Moldavia e la Valacchia, firmarono un patto di sottomissione all'Impero e pagarono le tasse per conservare la loro libertà. Gli Ottomani assunsero anche il controllo delle vie commerciali all'est e molti paesi europei, tra cui Venezia e Genova, pagarono forti somme per il privilegio di accesso a queste rotte. Nel 1570, il sultano Selim II conquistò l'isola di Cipro dai Veneziani, provocando la reazione del mondo cristiano e un anno dopo una flotta formata dai Veneziani, Spagnoli, Genovesi e Cavalieri di Rodi, sconfisse quella Ottomana a Lepanto,  grazie al supporto di Andrea Doria e di don Juan d'Austria. Attorno al XVI secolo, le lotte interne nell'Impero cominciarono a minare la supremazia militare degli Ottomani, dato che i problemi di organizzazione nel governo, le lotte di potere nella famiglia imperiale, scontri violenti fra i successori del sultano,  sultani incapaci, e la corruzione facilitò il crollo del sistema politico, economico e militare. Nel 1829 la Grecia ottenne l’indipendenza dagli Ottomani con l'aiuto delle nazioni europee e nel 1830 l’Algeria fu occupata dalla Francia, Dopo che nel 1908 la rivoluzione dei Giovani Turchi costrinse il governo ottomano a concedere una costituzione, l'Impero combattè contro l'Italia nella guerra di Tripolitania e di Cirenaica, e alla fine nel 1912 i Turchi firmarono la pace accettando a dare il territorio libico all'Italia, mentre la prima Guerra Balcanica venne  combattuta fra gli Ottomani e una coalizione formata da Bulgaria, Grecia, Serbia e Montenegro, dopo la quale l'Impero perse i suoi territori in Europa tranne una piccola parte in Tracia. Nel 1913 ci fu la seconda Guerra Balcanica e questa volta i Turchi erano insieme a Grecia, Serbia e Romania contro la Bulgaria, questa volta vincendo e riottennero arte della Tracia, per controllare gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli. Durante la Prima Guerra Mondiale, l'Impero si alleò con i Tedeschi e venne sconfitto, così i Russi si presero il nord-est del Mar Nero e dell'Anatolia, i Britannici ebbero il controllo degli stretti e i paesi arabi nel sud-est dell'Anatolia, i Francesi e  Italiani ottennero la costa sud del Mediterraneo , ed i Greci presero l'Egeo, incluso Smirne. A questo punto Kemal Atatürk , un generale dell’esercito ottomano, notando che il sultano non faceva nulla contro l'occupazione straniera, decise di combattere contro le forze dell’Impero Ottomano. Dopo una serie di guerre fra il 1920  e il 1922, finalmente Atatürk riuscì  a proclamare la Repubblica nel 1923, il sultanato ed il califfato furono aboliti e Kemal divenne il primo presidente della Turchia. Read the full article
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iannozzigiuseppe · 2 years ago
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Claudia Berton - Crimea. Viaggio nella penisola contesa - Oltre Edizioni
Claudia Berton – Crimea. Viaggio nella penisola contesa – Oltre Edizioni
Claudia Berton – Crimea. Viaggio nella penisola contesa – Oltre Edizioni Le vicende storiche della splendida penisola che si affaccia sul Mar Nero. Scritto nel 2013 dopo un viaggio a Kiev e, appunto, in Crimea, per visitare i luoghi in cui si svolse a metà Ottocento la guerra feroce contro l’impero zarista delle potenze occidentali (Francia, Regno Unito, Regno di Sardegna) e dell’impero Ottomano…
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