#voler accontentare tutti
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Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l'insuccesso: voler accontentare tutti Platone
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Non conosco una vita infallibile per il successo, ma soltanto una per l'insuccesso sicuro:
Volere accontentare tutti
(Platone)
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“Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l’insuccesso sicuro : voler accontentare tutti.”
~Platone~
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Non conosco una via infallibile per la felicità, ma solo per l'infelicità: voler accontentare tutti.
|| Platone
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Ciao amici! Oggi voglio condividere con voi un video che ho creato su TikTok in cui parlo di un argomento che credo sia molto importante: il desiderio di piacere a tutti. Nel video, spiego perché spesso cerchiamo di accontentare gli altri e come questo può influire sulla nostra felicità e autostima. Spero che il mio messaggio possa ispirare qualcuno a essere se stesso e ad accettarsi per quello che è. Date un'occhiata al mio video e fatemi sapere cosa ne pensate! #esseresestessi #accettazione #tiktok
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Non conosco una via infallibile per la felicità, ma solo per l'infelicità: voler accontentare tutti.
Platone
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Quando un rapporto di qualsiasi genere finisce c'è sempre quel rammarico, di non aver fatto abbastanza, di aver potuto salvarlo se solo..., di voler tornare indietro, ma non farlo per orgoglio o perché vorresti fosse l'altra persona...la rabbia per i modi, i tempi magari inadeguati e le situazioni ecc. Ma la verità è solo una... Non esiste orgoglio che tenga se ci tieni davvero a qualcuno e quello che avevi insieme. Non ci sono rimpianti non c'è la mancanza dopo aver volutamente lasciare perdere lasciarlo morire così. Le cose si fanno in due, nel bene, nel male, ma non si può decidere per entrambi ed è questo che rende bello i rapporti, l'armonia dello scegliersi sempre, non aderire a situazioni che ci fanno sentire in debito. È così bello scegliere ogni giorno qualcosa che ci appartiene e fa sentire a "casa" eppure... Io purtroppo l'ho sempre fatto, mi sono sempre fatto trascinare dall'affetto ricevuto dalla voglia di condividere qualcosa e accettare chi lo apprezzasse davvero. Ma la verità è che nessuno ha mai saputo farlo appieno forse perché non sono una persona di superficie, sono immensamente profondo e fa paura cio che non conosci e vedi chiaramente nonostante non ci siano filtri. Persone diverse hanno sempre colto sempre e solo una parte di me e fatta di essa un'ossessione a tal punto da diventare dipendenza e poi nel momento io mi facevo coinvolgere perché credevo fosse cosa buona e giusta ed emergeva altro, non ero più lo stesso per loro. Ma la verità è che io non ho solo un lato ma diversi e la loro somma mi completa. Ancora non ho imparato a non accettare i limiti, perché non ci devono essere limiti nel voler conoscere una persona altrimenti non ci dovremmo accontentare di qualsiasi persona ma cercare altrove. Perché se io do il massimo sempre, perché io mi dovrei accontentare di qualcuno che non lo sappia apprezzare appieno? Perché limitarmi e illudermi che finalmente sia arrivata quella persona in grado di farlo? Non sono facile affatto la mia vita non lo è, è sempre un travaglio per ciò che sono e sento sempre. Non sono sbagliato io, sono me stesso sempre in tutti i miei aspetti. Sono ciò che la mia vita ha fatto di me. Non devo scegliere cosa mi sembre giusto devo scegliere solo ciò che mi fa solo del bene, non solo ciò che fa bene agli altri. Mi fa stare bene che le persone stiano bene grazie a me, ma dovrei pretendere lo stesso per me perché è giusto.
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Non è necessario andare d'accordo con tutti, soprattutto quando per farlo dobbiamo essere in disaccordo con noi stessi.
Così come non è possibile accontentare tutti, pensando che una decisione equa significhi felicità condivisa.
Dobbiamo imparare a prendere le parti, a dire no, non sono d'accordo.
Questa maledetta abitudine di voler piacere a tutti, di voler essere considerate le brave personcine accondiscendenti a tutti i costi, nella ricerca di una felicità negoziabile, rinchiusa nel recinto sicuro dell'ipocrisia.
Impariamo a non piacere, ad ignorare, ad allontanarci da luoghi e persone tossiche.
Assumiamoci la diretta responsabilità di buttare per aria ciò che è più funzionale per la nostra serenità.
Antonio Ruben
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Non importa se non dovrei scrivere qua sopra, c’è una parte di me che lo vuole. Non mi importa di regalarti la parte più intima di me perché tanto l’ho già sempre fatto e tanto l’ho capito da ieri (anche se già lo sapevo) che sono finita in ogni caso.
L’unica che capisce veramente quanto sia grave la situazione è la dottoressa. Perchè è l’unica che quando parlo mi ascolta veramente e capisce il mio dolore e lo stato in cui sono arrivata. Perchè la verità è che a volte basterebbe solo ascoltare VERAMENTE per capire e agire nel modo giusto.
Ieri è stata molto diretta e dura con me. Le ho detto anche ovviamente del fatto che avessi confessato con estrema sincerità ai miei genitori del mio bisogno di farla finita, del mio sentirmi obbligata a vivere solo e soltanto perché ci sono loro ma che comunque non ce la faccio più. Le ho detto che nemmeno le medicine mi stanno aiutando a trovare il minimo di motivazione per andare avanti, le ho detto che sono venuta lì da te a farmi del male con la questione delle registrazioni, il canto, il regalo ecc le ho detto dei problemi a casa, il mio senso di vuoto, di solitudine, di ossessione di voler comunque restare vicino a chi mi fa male e non dimostra di tenere a me.. le ho detto di tutti i pianti e gli attacchi di panico avuti in questi giorni.. è stata tutta una scivolata nel baratro, il dito nella piaga sanguinante già esistente.
Mi ha detto che sto al collasso, che è ovvio che io stia così, che nessuno che mi sta intorno ha capito seriamente cosa sto passando e quanto sia grave. Che si aspetta palesemente che da un momento all’altro io possa prendere le medicine (di cui lei è contraria) più della dose dovuta e mi provochi la morte, e che comunque sono già morta. Mi ha proprio detto “tu non ti sei ancora uccisa ma tu sei già morta” perchè hai abbandonato completamente te stessa tanto quanto lo hanno fatto e fanno gli altri. E se vuoi vivere, adesso in questo momento non puoi fidarti nemmeno di te stessa perchè senti dei bisogni insani che credi di fare bene ad accontentare ma non è così perchè torni più ferita di prima. Che se voglio vivere devo farmi guidare. Ma io non voglio vivere.. io sono stanca..
Mi ha chiesto di parlare con la “me” bambina, mi ha chiesto di parlarle guardandola e immaginandola seduta sulla poltrona difronte a me. All’inizio mi sembrava una cosa da fuori di testa, non riuscivo a farlo e non sapevo neppure che dire. Mi ha obbligato a guardarla, ho guardato e a un certo punto l’ho vista davvero la bambina.. Rita bambina.. che mi guardava e sono scoppiata a piangere. La dottoressa mi chiedeva di chiederle scusa, per come la tratto, per come non la difendo o proteggo dagli altri che le fanno del male. Chiederle scusa per tutte le volte che lei piange e chiede attenzioni e io la spengo dandole quelle medicine come a darle la caramella per zittirla.
Io non ce la faccio a salvare quella bambina.. e mi dispiace.. Ora sto qui e non so che fare, ogni giorno non so che fare e così faccio come una cazzo di sbandata che non sa nemmeno lei dove andare. Io mi sono persa.. io non ho voglia di seguire il navigatore non lo so che voglio fare io voglio solo smettere di soffrire e lo voglio ora, non ho voglia di combattere o di pensare cosa è giusto o sbagliato, voglio solo stare in pace e non provare più dolore
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Neera, 10/03
«Hai ragione di nuovo» si riferisce sempre alla questione del proteggersi. «Ferisci prima di essere ferita, mh?» le domanda, nonostante non attenda davvero una risposta. Il sorriso amaro che le rivolge parla da sé, ma fortunatamente ha modo di tramutarlo in una linea dritta quando il miglior amico altrui viene riportato in ballo. «Sicuramente» è un casino. «Ma è come dicevi tu: si tratta si trovare un punto d'incontro. Il problema si presenta quando devi azzerare tratti della tua personalità per cercare di accontentare l'altro, è questo che intendevo. Ma se anche in quel momento senti la necessità di tenere quella persona vicino a te, allora un motivo sotto sotto c'è. In quel caso magari vale la pena, provare a cambiare» le dice, cercando di capire se sia o meno l'unica che la pensa in quel modo.
Azzerare punti della tua personalità «Mh….» mormora, sospirando «Non lo so…» si ferma un attimo «Cioè… forse si… quando ne vale la pena…» sospira «Ma azzerare proprio… non so…» sospira «Non so se sono in grado» sbuffa, scuotendo la testa. Anche se alzando gli occhi verso Cline le sorride più dolcemente «Però certo, se è una persona speciale per te… potrebbe davvero valerne la pena, sai?» annuisce più convinta «Sai, io credo che… voler cambiare per qualcuno… anche solo chiederti se farlo… già ti renda una buona amica. E…» stavolta la fissa negli occhi, o almeno ci prova «...ti rende ancora più tosta se vuoi saperlo» e stavolta è lei a darle un buffetto amichevole sulla spalla «Non devi temere di sembrare meno… forte, se provi a cedere un pochino. Tu sei Alexis, sono certa che tutti sanno quanto sei forte» annuisce convinta «Devi solo… ricordare che lo sei sempre. E che ci sarà sempre qualcuno che te lo ricorderà secondo me. Quando tu sarai troppo stanca per ricordartelo»
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Ho sempre creduto di sapere cosa significasse volersi bene perché pensavo al mio modo di voler bene agli altri, alla mia perenne disponibilità, al mio spaccarmi sempre in quattro pur di accontentare tutti, al mio giustificare assenze ingiustificabili e ingiustificate, assumendomi responsabilità non mie, pur di difendere e proteggere tutto il resto.
Ero un «Sì» continuo, lo sono sempre stata. Per me dire un «No» è sempre stato difficile, credendo di ferire, deludere le aspettative o di perdere qualcosa. Ho sempre dato delle seconde possibilità, ho sempre saputo ascoltare e ho sempre saputo persino perdonare. E così, dopo tante piccole lezioni spalmate in maniera omogenea durante questi anni di vita, mi sono scrollata di dosso questo senso di dovere verso il mondo circostante e ho iniziato ad ascoltare solo me stessa e le mie sensazioni.
E sapete cos’è successo con questa inversione di rotta? Una semplice e automatica «selezione naturale» di priorità, rapporti, esigenze, occasioni e possibilità che ho sempre creduto di aver perso per strada, che invece ho scoperto essere tutto mio.
Claudia Venuti, Pensavo fosse amore, invece era un caso umano
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Fanculo a me, al mio voler sempre accontentare tutti e al senso di colpa che arriva quando non ci riesco.
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Non conosco una via infallibile per la felicità, ma solo una per l’infelicità: voler accontentare tutti.
|| Platone
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Top Gun: Maverick rappresenta la prova definitiva che Tom Cruise è il "Top Gun" degli attori e produttori attualmente in attività. La maniacale determinazione, la disciplina e la follia con cui affronta le sue produzioni alla soglia dei 60 anni è pressoché irraggiungibile. Era molto facile sbagliare, ma Tom e il suo team hanno creato il sequel "perfetto" nel senso che c'è tutto quello che serve per accontentare i fan che nel 1986 hanno potuto apprezzare il primo film e i nuovi fan che lo hanno visto solo recentemente. Tutto il cast funziona alla perfezione, e la sceneggiatura scorre come nei migliori blockbuster degli anni '80/'90. Miles Teller ("Rooster") è talmente in parte da risultare il "vero" figlio di Goose a tutti gli effetti (stessa fisicità, stessa intensità e medesimo umorismo). Al netto delle spettacolari evoluzioni acrobatiche con i Jet, Top Gun: Maverick propone una storia che riguarda tutti noi alle prese con il tempo che passa, i sentimenti e gli affetti perduti, le scelte spesso dolorose con cui si è stati costretti a convivere e il non voler arrendersi a tutto questo. Come ho già scritto nella mia PREcensione pubblicata nel precedente post (che vi invito di rileggere), Top Gun: Maverick è il film per cui bisogna tornare al cinema senza esitazione. Un solo consiglio: riguardatevi assolutamente il primo Top Gun prima di vedere Top Gun: Maverick #topgunmaverick #topgun #tomcruise #oscar #skydance #cinema #movie #jerrybruckheimer #josephkosinski #hanszimmer #ladygaga #ambition #ambitionworld (presso Arcadia Cinema) https://www.instagram.com/p/Cd2-Algserf/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Non conosco una via infallibile per la felicità, ma solo per l'infelicità: voler accontentare tutti.
Platone
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Mentre l'Italia e' intenta a combattere un nemico subdolo e pericoloso come il covid-19, per il Gargarozzone meneghino e per la Caciottara romana, ci sono altri grandi pericoli all'orizzonte.
Uno ha mandato le truppe padane a difendere i confini Italici al grido " giù le mani dal monte bianco” ( scritto anche in francese, oh Mon Dieu !) convinti che i francesi abbiano invaso l'Italia sopra i loro elefanti.
L’ altra vorrebbe bombardare prima la Libia e poi virare verso la Francia e bombardare pure gli invasori francesi :
“Spezzeremo le reni a tutti "..
Poi vai a vedere e scopri che con la Francia e' una polemica inutile basata su un’ordinanza dei comuni francesi che vieta il parapendio sulla cima per motivi di sicurezza. Nessuna annessione. Un nemico immaginario creato ad arte per sfamare i boccaloni leghisti al grido
" Più rosette meno baguette!!"
L'altra polemica e' ancora più stramba, se stiamo a chi la sta alimentando.
Tal Donna Giorgia, cristiana e mamma. Una che da anni propone il blocco navale nel Mediterraneo per evitare ogni ingresso di navi o barche di altri Paesi in acque nazionali e che non ha mai nascosto la soddisfazione di sparare addosso a chi provava a forzare i blocchi. Adesso si scopre che se quelle cose che tanto piacciono a lei, le fanno gli altri, in questo caso la Libia , lei ci rimane male, anzi, si incazza di brutto tanto da voler dichiarare guerra.
Non resta che sperare che i Paesi chiamati in causa tengano conto che sono alle prese con due politici sciagurati che dicono certe cose solo per accontentare le loro basi elettorali ma che loro, per primi, sanno che stanno sparando scemenze, altrimenti l'Italia potrebbe avere qualche noia in più, oltre al covid-19
@ilpianistasultetto
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