Tumgik
#vivere soddisfatti
jovialdragonstrawberry · 10 months
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libero-de-mente · 5 months
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MOMENTO LETTERARIO
Dal libro: L’amore dura tre anni di Frédéric Beigbeder
I messaggi sono una forma di tortura molto raffinata. Un giorno senza risposta, pensi a una tattica. Due giorni senza risposta, ti offendi. Tre giorni senza risposta... ti innamori.
Così alcune donne aspettano il Principe Azzurro, questo stupido concept pubblicitario generatore di donne deluse e future zitelle inacidite, mentre solo un uomo imperfetto potrebbe renderle felici.
Ma dovete sapere che ogni uomo dopo i trent'anni, ancora in vita, è un coglione.
Non si è mai soddisfatti: quando una ragazza ci piace, vogliamo innamorarcene; quando ne siamo innamorati, vogliamo baciarla; quando l'abbiamo baciata, vogliamo andarci a letto; quando ci siamo andati a letto, vogliamo vivere con lei in un appartamento ammobiliato; quando viviamo con lei in un appartamento ammobiliato, vogliamo sposarla; quando l'abbiamo sposata, incontriamo un'altra ragazza che ci piace. L'uomo è un animale insoddisfatto, esitante tra diverse frustrazioni. Se le donne volessero giocare d'astuzia, gli si negherebbero, per farsi correre dietro tutta la vita.
Nessuno vi avverte che l’amore dura tre anni. Vi si fa credere che è per la vita, mentre, chimicamente, l’amore scompare nell’arco di tre anni. L’ho letto in una rivista femminile: l’amore è una botta effimera di dopamina, noradrenalina, prolattina, luliberina e oxitocina.
La società vi inganna: vi vende il grande amore mentre è scientificamente provato che questi ormoni cessano di agire dopo tre anni. Del resto le statistiche parlano chiaro: una passione dura in media 317, 5 giorni e, a Parigi, due coppie su tre divorziano nei tre anni successivi alla cerimonia.
Perché tre anni e non due, o quattro, o seicento? Secondo me, questo conferma l’esistenza di quelle tre tappe che Stendhal, Barthes e Barbara Cartland hanno spesso distinto: Passione- tenerezza- noia, ciclo di tre stadi che durano ciascuno un anno,  un triangolo sacro quanto la Santa Trinità.
Chi di voi ha letto questo libro del 1997, oppure visto la trasposizione cinematografica del 2011? Che giudizio date?
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susieporta · 5 months
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SENZIENZA
(POST LUNGHISSIMO, PER POCHI)
Prima dei due anni l'ippocampo, sede (anche) della memoria narrativa, non è ancora del tutto formato.
Durante questo periodo, è il corpo stesso che si incarica di memorizzare tutto:
eventi, relazioni, reazioni, bisogni soddisfatti e insoddisfatti, presenze, assenze, sotto forma di reazioni neurofisiologiche ripetute, le quali si cristallizzano in tensioni muscolari e blocchi psicoenergetici, oppure in programmi autonomici stabili.
Mauro Mancia chiama queste forme neuro-psico-corporee inconsapevoli "inconscio non rimosso", per indicare il fatto che vi è un inconscio il quale, a differenza di quello di Freud, non ha avuto il tempo di essere ricordato per poi essere spazzato via nel dimenticatoio della mente.
Eppure, quell'inconscio non rimosso, è drammaticamente presente nel corpo, come dicevo.
È presente nel respiro, nella postura, nei gesti che abbiamo quando tocchiamo qualcuno, quando ci facciamo toccare, oppure quando ci ritiriamo in noi se qualcuno ci si avvicina troppo, sia fisicamente che emotivamente.
Ma anche bell'eccitazione o nella inibizione del desiderio, nella nostra capacità o incapacità di emozionarci, di aprirci agli altri o di chiuderci ad essi, così come alla vita in generale.
L'inconscio non rimosso è il corpo che, volenti o nolenti, parla della nostra origine e della nostra storia.
Di una storia che ci riguarda ma che non conosciamo, perché, non avendola mai potuta raccontare a noi stessi, non l'abbiamo mai potuta ricordare.
Eppure questa storia determina, in larga parte, chi siamo, nel nostro presente.
Nelle nostre reazioni attuali agli eventi, nei nostri stili di attaccamento, nei nostri pattern emotivi che si attivano di fronte al dolore di una perdita, di una sfida o al tentativo di difenderci da qualcosa che temiamo, è il passato del nostro corpo che si fa presente.
Qui ed ora.
Ecco perché da questo punto di vista il cosiddetto qui ed ora, come dicono le neuroscienze, è un presente ricordato.
Così, ci sembra di essere liberi e di vivere al di là dei nostri copioni, quando invece sono i nostri copioni, i blocchi energetico-emotivi, a determinare le nostre reazioni e scelte attuali.
Ma anche la nostra visione del mondo, di noi stessi e degli altri.
Sono i nostri copioni somatici a scrivere il nostro destino, sotto forma di un'illusione di scelta.
Solo che non ce ne rendiamo conto, perché il cervello copre questo gap con una sorta di anestesia cognitiva.
Ecco perché è solo il lavoro sul corpo e con il corpo che, proprio per questo, può sbloccare le convinzione limitanti che sono alla base dei nostri modi di essere.
Il lavoro di consapevolezza corporea viene chiamato "senzienza", per distinguere le sensazioni sentite (selfsense) dalle sensazioni consapevolizzate solo a livello cognitivo, o intellettualmente, se volete.
Pensare le emozioni e sentirle, difatti, sono due cose diverse.
Pensare le emozioni, sentirle e entrarci dentro fino a farsene trasformare, sono 3 cose diverse.
E non è assolutamente vero che per comprendere che qualcosa non mi piace, o viceversa mi piace, che mi fa stare bene oppure male, a partire da una sensazione di peso sul petto o di mal di stomaco, devo darle un nome.
La sensazione è, a volte, già autoevidente di per sé.
Non c'è bisogno di alcuna cognizione, di alcuna parola, di alcun linguaggio verbale o concetto per esprimerla.
Ciò che mi occorre, è sentire quello che sento pienamente: ecco la senzienza.
La consapevolezza del corpo a partire dal corpo.
Vi è uno stato dell'essere precognitivo e preverbale che non può essere ignorato.
Quando ti chiedono come fai a sapere che...
E tu rispondi "perché lo sento", ecco: quella è la senzienza.
Aperta e chiusa parentesi: non è assolutamente vero, ulteriormente, che siamo storie che camminano (come dice qualche ex formatore di PNL incazzato che cerca di tirare l'acqua al proprio mulino), e che basta cambiare la storia che ci raccontiamo per cambiare il passato.
Chiusa parentesi.
A volte le parole non bastano per modificare quel nucleo emotivo inconscio radicato nel corpo, che continua ad agire sulle nostre reazioni emotive e relazionali, sui nostri impulsi e schemi difensivi, dalle profondità del nostro sistema nervoso autonomo, proprio perché esso è al di là delle parole che ci diciamo.
Infatti, possiamo raccontarcela come vogliamo, a volte; possiamo sovrascrivere il nastro della nostra narrazione interiore fino allo sfinimento.
Ma non cambia nulla.
Gli schemi si ripetono, le modalità di compenso e di difesa si ripresentano inesorabilmente, gli agiti e i copioni comportamentali ritornano in modo implacabile.
In questi casi, occorre certamente dare un nome a ciò che si sente: ma solo dopo aver lavorato sui nuclei emotivi a partire dalla dimensione preverbale che li ospita.
Da quella terra di confine polimorfa, plastica e ancestrale, che è il corpo.
Il quale soltanto rappresenta, se curato, una base stabile per la nostra identità.
Ecco perché il 1 settembre cominceremo da qui.
Da un approccio Botton Up: dal basso verso l'alto.
Dal sentire, fino in fondo, il nostro sentire: dalla senzienza.
Perché chi non mette radici, non può volare.
"Le emozioni possono anche gridare in te, posarsi sulla tua pelle, nella tua dermatite, o agitare le pareti del tuo colon, possono arrivare nei sogni notturni o nei disagi dei tuoi figli, ma se ti chiedi perché con l'intento di farle passare, senza ascoltarle, se sai tutto su di esse ma non permetti che si incarnino, se le pensi e ne parli ma non sei disposto a rischiare nulla, nulla muterà". (Erica Francesca Poli)
©Omar Montecchiani
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unfilodaria · 2 months
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Un turbine. Sono stato ritravolto da un turbine. Uno si convince, perché ci lavora su, perché ha bisogno di una ragione per andare avanti, che un amore è finito, che si è stati capaci di metterlo in un angolo, dove doveva stare, ci si è talmente convinti da sentirsi soli, si, ma soddisfatti di questo risultato. Ho dispensato consigli a chi come me vive e ha vissuto nelle secche di un amore ristagnante, cadaverico. E invece, la notizia che ti auguravi ricevere per dire “è fatta! Sta con un altro. Si ricomincia a vivere e a chiudere i libri” ecco invece che quella notizia ti rimanda gambe all’aria. Ti manca il fiato. Hai l’ansia, le palpitazioni, nervoso come non mai, agitato. Che ti succede? Che cosa ti far star male? Cazzo! La ami ancora. Cazzo ti manca più di prima! Cazzo, é la persona a cui inevitabilmente facevi riferimento ogni qual volta ti approcciavi a qualcun altro. Cazzo, cazzo, cazzo. E tutto ti si ribalta, tutto ti si smonta e crolla. Tutta quella tristezza che ti trascinavi dietro ora ha finalmente nome e cognome e sai pure dove abita. Cazzo saperla con un altro ti rende la vita insopportabile ma non per lei ma per te. Lei è riuscita dove tu hai fallito più volte. Cazzo, sei uno stronzo. Cazzo, fattene una ragione. Cazzo, chiudi gli occhi, respira e ricomincia a vivere. Cazzo!
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“Perché non sono mai contento, Umbé?”
“Perché sei un disadattato.”
“Ma come ti permetti?”
“Non alterarti. Vedi, fatte le debite differenze di grado, al mondo esistono due tipi di persone: gli adattati, come Leibniz convinti di abitare nel migliore dei mondi possibili, e che sono perciò soddisfatti di come vanno le cose, perfettamente integrati e funzionali; e i disadattati, abitati da un’eterna inquietudine, i quali sentono nel profondo che qualcosa non va, che è possibile o auspicabile un modo diverso di vivere, e cercano di sublimare questa inquietudine con l’arte o con l’ingegno, per modellare una nuova condizione umana.”
“Quindi questa insoddisfazione non è così negativa come penso?”
“No, è il motore del mondo.”
#Carlo
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zibaldone-di-pensieri · 5 months
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Passare da "quel ragazzo è un eroe" a "i telefoni sono il male!"
Senza telefono, non chiami i soccorsi
Il problema come sempre non sta nello strumento ma nella persona
Immagino sti genitori tanto felici e soddisfatti perché non hanno mai comprato un telefono al figlio e allora genitori modello, perché il problema è il telefono, non il ragazzo e l'effetto che può subire
Che poi immagino anche il ragazzo stesso, costantemente senza telefono, da solo, sui mezzi pubblici o per strada, per un problema qualsiasi anche lui si attacca al cazzo e i genitori non lo sapranno mai
E per concludere, se io prendo l'autobus, normalmente, non mi metto a rompere i coglioni all'autista, normalmente non è che sto a guardare l'autista che fa tutto il tempo, sto per i cazzi miei e il tempo lo devo passare in qualche modo, magari uso il telefono anche per vedere cose importanti, per parlare di cose importanti con persone importanti
Se ci tenete tanto a vivere con le lettere per posta che ti arrivano dopo una settimana quando va bene, i piccioni viaggiatori, ma anche il fax o il solo telefono di casa che se non sei a casa puoi essere anche morto, a sto punto andate a vivere con gli Amish
Però poi mi raccomando, andatevi a lamentare dei social e della tecnologia sui social usando la tecnologia e rimanendo delusi perché non ricevete abbastanza like
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raffaeleitlodeo · 1 year
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Il Consiglio di Stato olandese ha stabilito che i Paesi Bassi non possono rimandare in Italia i richiedenti asilo perché c'è il rischio concreto che finiscano a vivere per strada, violando i loro diritti umani. In precedenza il tribunale aveva stabilito che i rifugiati non possono essere rimpatriati in Croazia, Grecia e Malta per ragioni simili. “Al momento i richiedenti asilo in Italia rischiano di trovarsi in una situazione in cui non sono soddisfatti i loro bisogni primari più importanti, come l'alloggio, il cibo e l'acqua corrente” ha dichiarato il tribunale. Pensate un po’ qual è la percezione degli altri Paesi europei di noi.
- Marwa Mahmoud, Facebook
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couragescout · 2 years
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Sono tornata a casa, ho pulito e sistemato tutto, mi sono fatta una doccia ed ora sto spiluccando qualcosa da mangiare perché dopo il pranzo di oggi non ho molta fame.
Il campo invernale è iniziato ieri e finito oggi. Quasi trentatré ore no-stop con diciannove nani urlanti ed una staff fantastica. Non sappiamo nemmeno noi come ma siamo riusciti a fare tutto quello che ci eravamo prefissati, abbiamo spuntato tutti i punti del programma e siamo arrivati precisi con gli orari. Incredibile. Mai successo!
Sono stati due giorni pieni ed intensi. Fatti di risate, sorrisi, rimproveri, qualche lacrima, abbracci, barzellette, glitter e pecore di giornale.
È stato il primo campo invernale dopo tre anni. L'ultimo era stato fatto nel 2019. Ed adesso che sono finalmente a casa, nel silenzio e con la tranquillità più assoluta dico che è stata proprio una cosa ben fatta. Sono anzi, siamo tutti noi davvero soddisfatti di come sia andato questo campo. Nonostante i rimproveri, nonostante ieri sera io sia arrivata a fine giornata senza voce e con il mal di testa.
Con noi c'era anche Dav (come cambusiere), e la gioia che ho provato ieri pomeriggio quando siamo andati ad accoglierlo al cancello è stata così familiare ed al tempo stesso così nuova. Mi era mancato. Non so nemmeno quantificare quanto. Vederlo lì, non come il mio aiuto capo reparto o come mio capo clan ma vederlo lì, io da capo branco, da capo unità e lui come aiuto e supporto mi ha resa così orgogliosa di me. È stato lui il primo a credere in me quando la mia testa da scolta quindicenne era così piena di paure, di timori, di timidezza e di voglia di sbagliare. È stato lui il primo a mostrarmi cosa volesse dire fare Servizio. È stato lui il primo a prendersi cura di me ed a creare per me esperienze da vivere che porterò sempre nello zaino. È stato lui a farmi innamorare di questo grande gioco chiamato scoutismo. E ieri, ed oggi, quando ho dimostrato proprio a lui la mia crescita, i miei cambiamenti, il mio essere maturata come donna e come capo, mi sono sentita così gioiosa e soddisfatta.
Prima di andare via ci siamo abbracciati, gli abbracci con Dav sono stati e saranno sempre sensazione di casa, di posto sicuro, e in quell'abbraccio mi ci sono persa. Sono stati due minuti, ma i due minuti più belli in assoluto. Quando mi ha detto "Questo branco è guidato da ottime zampe" gli occhi si sono fatti lucidi ed ho sentito il cuore iniziare a correre. Sentire queste parole da lui che ha sempre creduto in me anche quando io ero la prima a non farlo, è stata la cosa più bella.
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sounds-right · 3 months
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Acetone: 14 brani nella Top 100 Funky House di Beatport, grazie a Nari, Steve Tosi, Max Magnani, Giorgio V. e Sandro Puddu
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Sono ben 14, mentre scriviamo, le produzioni targate Acetone presenti nella Top 100 Funky House di Beatport, il digital store per dj numero 1 al mondo. E' un risultato semplicemente incredibile per la label creata da Nari e Jens Lissat su cui pubblicano la loro musica prima di tutto lo steso Nari, Steve Tosi, Max Magnani, Giorgio V. e Sandro Puddu.
Di queste 14 tracce, ben 6 sono nella Top 50. Addirittura 3 sono nella Top 20. Sono nuovi importanti risultati per la label italiana fondata da Nari e Jens Lissat che dà spazio ad un team di artisti collaudato, come lo stesso Nari e tanti talenti italiani consolidati in ambito funk house. 
Sta andando bene, tra le altre, "S.O.S." degli stessi Nari & Steve Tosi, che ha tanta melodia e un ritmo irresistibile ed è quinta su Beatport, mentre scriviamo. "I Wanna Dance" di Sandro Puddu, che è 11esima, è una bomba house e omaggia una diva eterna come Whitney Houston. A chiudere la Top 20, ancora Nari, con l'evocativa "Baby, Make Your Move", mina house a prova di pista.
In dirittura d'arrivo per l'estate 2024 ci sono: "Ma Baker" di Stefano Pain & Giorgio V., alla riscoperta degli anni '70; l'ipnotica e furba "Yo Hey Yo" di Nari e Fabio Marchi; e "Bamboleo" di Steve Tosi, per un'estate latina tutta da vivere e da ballare.
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Nata non da molto, l'etichetta musicale italiana Acetone ha già una attività ben consolidata. E' infatti tra le label più forti su Beatport in ambito funky house, un genere che ha contributo a rilanciare, visto che oggi proprio in quest'ambito musicale la battaglia è diventata ancora più forte, con tanti big player che sono entrati in campo... Su Beatport tra i brani più venduti di sempre ci sono "About You" di Nari, Tom Silver, Dead As Disko, e Steve Tosi e pure "Soul" di Max Millan ed SWS. "Siamo davvero soddisfatti della crescita di Acetone Radio Show", racconta il team di Acetone. "Le radio, in FM o online sono da sempre uno dei modi migliori per far conoscere nuova musica ed il nostro Acetone Radio Show, con i dj set dei nostri artisti è senz'altro un gran bel modo per far ballare il mondo con le nostre sonorità".
ACETONE, label italiana nata nel 2020 grazie all'energia ed alla creatività da Maurizio Nari e Jens Lissat, è oggi già tra le etichette musicali più importanti label Funky House su Beatport, l'e-shop musicale più utilizzato dai dj di tutto il mondo. La funky house, tra l'altro, è senz'altro uno dei generi di riferimento, in tutto il mondo, in questo periodo. E' quindi un traguardo davvero importante per questa nuova label italiana, che viene raggiunto anche grazie al contributo di Steve Tosi, che, tra mille altri compiti quotidiani, segue Acetone Radioshow, in crescita verticale. Tra gli artisti che incarnano di più il sound della label ecco Giorgio V., Max Magnani e Sandro Puddu, oltre agli stessi Nari e Steve Tosi. 
Instagram.com/acetone.records
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susieporta · 1 year
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LAVORARE SU SE STESSI
Solamente accettando di lavorare con le situazioni difficili e con quelle sgradevoli che possiamo crescere.
Solamente imparando ad affrontare con consapevolezza le difficoltà del mondo, il dolore, la sofferenza, le relazioni difficili, i problemi famigliari e quelli del mondo lavorativo…che possiamo capire chi siamo.
Solamente affrontando ciò che c’è, ciò che la vita ci mette sotto il naso, che possiamo capire se stiamo cercando una via di fuga, o una via di crescita.
Il senso della vita non è solamente nascere per mangiare, bere, dormire, lavorare, e poi riprodursi…aspettando di morire.
Questa è la visione materialistica ed animale della vita.
Senza attriti e senza difficoltà, noi non cresceremo affatto di nostra spontanea volontà, ma, più facilmente, passeremmo tutto il nostro tempo a dormire.
Sono le difficoltà a mettere in risalto le tue debolezze, ma anche i tuoi punti di forza e potenzialità innate.
Questa vita è una Scuola Evolutiva, e noi siamo qui per imparare, per crescere, per evolvere, e per raggiungere la completezza, o meglio, per riconoscere la nostra natura da sempre illuminata, perfetta e completa, ma, al momento, oscurata da pesanti veli dettati dalla nostra ignoranza spirituale.
Osserviamo come, al momento, la nostra visione della realtà dipende quasi totalmente dai nostri “occhiali karmici”, dalla nostra visione karmica impura che ci obbliga a vedere ogni cosa attraverso tra aspetti oscuranti: l’attaccamento a tutto ciò che ci piace, la repulsione verso tutto ciò che non ci piace, e l’indifferenza nei confronti di tutto quanto il resto.
Tutto ciò che noi vediamo, sentiamo e percepiamo, noi lo incaselliamo in queste tre modalità/atteggiamenti che generano come conseguenza:
1. il bisogno di attaccarsi e di attirare a noi, tutto ciò che noi reputiamo piacevole e desiderabile;
2. il bisogno di rifiutare, di combattere e di allontanare, tutto ciò che noi reputiamo spiacevole e indesiderabile;
3. il bisogno di chiudere la mente ed il cuore a tutto quanto il resto; e tanto per fare una stima, stiamo parlando di chiudere la coscienza a circa il 90% della realtà che ci circonda.
Poi, sta a noi di indagare sul perché non siamo felici, soddisfatti e liberi, e sul perché viviamo quasi sempre nella sofferenza fisica, mentale ed emozionale.
Prendiamo la vita sempre all’incontrario…
Questo è ciò che si dice: “assenza di comprensione, assenza di consapevolezza, assenza di visione/intuizione, mancanza di equanimità, chiusura del cuore, ed assenza di amore e compassione.”.
Quando si usa un qualcosa (la vita) senza sapere come funziona, e senza conoscere le leggi che la governano, esiste sempre un certo rischio di farsi del male, e di fare del male a chi ci circonda.
Questo è il rischio di una mancata integrazione di una reale conoscenza spirituale e psicologica profonda nelle nostre vite.
Vivere senza capire il senso profondo dell’esistenza.
Vivere senza conoscere se stessi e la propria natura profonda.
Vivere senza conoscere le interrelazioni fra il nostro dentro, ed il fuori.
C’e’ il rischio di usare male la propria vita e poi farsi del male.
Per questo che servono degli insegnamenti, degli insegnanti e delle guide.
E questo non è new age, fantasia, o un fai da te appreso da qualche libretto esoterico.
Stiamo parlando di insegnamenti millenari e di antiche tradizioni e di lignaggi di maestri realizzati che hanno aiutato l’uomo a liberarsi dal ciclo vita/morte, dal ciclo di ripetizione e da quello della sofferenza.
Non si improvvisano conoscenze, metodologie, tecniche, esercizi, meditazioni, contemplazioni, ecc.
Per affrontare un certo lavoro evolutivo, bisogna conoscere molto bene i passi necessari per preparare il corpo, la mente, le emozioni, l’energia, la coscienza, e tutti i correttivi necessari per lavorare, un passo dopo l’altro.
Solo così potremo sperare in un qualche risultato, sperimentabile, verificabile e quantificabile.
Il lavoro sarebbe per tutti, ma, a causa della natura stessa del lavoro, in pratica, è solamente per pochi.
Molti amano sentire parlare del lavoro, molti amano discutere di queste tematiche interiori e spirituali, ma pochi hanno il coraggio di impegnarsi attivamente nel proprio processo di crescita, che significa: imparare ad imparare, tutto quanto da zero, e poi mettersi al servizio della propria e della altrui evoluzioni interiore e spirituale.
Che significa: togliere potere all’ego-immagine; togliere potere all’arroganza, all’orgoglio, alla vanità, al mentire a se stessi, alle emozioni negative, all’attaccamento, all’ignoranza, alle illusioni, e all’egocentrismo, per mettersi in fine, al servizio della verità.
Roberto Potocniak
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tarditardi · 3 months
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Acetone: 14 brani nella Top 100 Funky House di Beatport, grazie a Nari, Steve Tosi, Max Magnani, Giorgio V. e Sandro Puddu
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Sono ben 14, mentre scriviamo, le produzioni targate Acetone presenti nella Top 100 Funky House di Beatport, il digital store per dj numero 1 al mondo. E' un risultato semplicemente incredibile per la label creata da Nari e Jens Lissat su cui pubblicano la loro musica prima di tutto lo steso Nari, Steve Tosi, Max Magnani, Giorgio V. e Sandro Puddu.
Di queste 14 tracce, ben 6 sono nella Top 50. Addirittura 3 sono nella Top 20. Sono nuovi importanti risultati per la label italiana fondata da Nari e Jens Lissat che dà spazio ad un team di artisti collaudato, come lo stesso Nari e tanti talenti italiani consolidati in ambito funk house. 
Sta andando bene, tra le altre, "S.O.S." degli stessi Nari & Steve Tosi, che ha tanta melodia e un ritmo irresistibile ed è quinta su Beatport, mentre scriviamo. "I Wanna Dance" di Sandro Puddu, che è 11esima, è una bomba house e omaggia una diva eterna come Whitney Houston. A chiudere la Top 20, ancora Nari, con l'evocativa "Baby, Make Your Move", mina house a prova di pista.
In dirittura d'arrivo per l'estate 2024 ci sono: "Ma Baker" di Stefano Pain & Giorgio V., alla riscoperta degli anni '70; l'ipnotica e furba "Yo Hey Yo" di Nari e Fabio Marchi; e "Bamboleo" di Steve Tosi, per un'estate latina tutta da vivere e da ballare.
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Nata non da molto, l'etichetta musicale italiana Acetone ha già una attività ben consolidata. E' infatti tra le label più forti su Beatport in ambito funky house, un genere che ha contributo a rilanciare, visto che oggi proprio in quest'ambito musicale la battaglia è diventata ancora più forte, con tanti big player che sono entrati in campo... Su Beatport tra i brani più venduti di sempre ci sono "About You" di Nari, Tom Silver, Dead As Disko, e Steve Tosi e pure "Soul" di Max Millan ed SWS. "Siamo davvero soddisfatti della crescita di Acetone Radio Show", racconta il team di Acetone. "Le radio, in FM o online sono da sempre uno dei modi migliori per far conoscere nuova musica ed il nostro Acetone Radio Show, con i dj set dei nostri artisti è senz'altro un gran bel modo per far ballare il mondo con le nostre sonorità".
ACETONE, label italiana nata nel 2020 grazie all'energia ed alla creatività da Maurizio Nari e Jens Lissat, è oggi già tra le etichette musicali più importanti label Funky House su Beatport, l'e-shop musicale più utilizzato dai dj di tutto il mondo. La funky house, tra l'altro, è senz'altro uno dei generi di riferimento, in tutto il mondo, in questo periodo. E' quindi un traguardo davvero importante per questa nuova label italiana, che viene raggiunto anche grazie al contributo di Steve Tosi, che, tra mille altri compiti quotidiani, segue Acetone Radioshow, in crescita verticale. Tra gli artisti che incarnano di più il sound della label ecco Giorgio V., Max Magnani e Sandro Puddu, oltre agli stessi Nari e Steve Tosi. 
Instagram.com/acetone.records
https://www.beatport.com/label/acetone/98267
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ethanacquarius · 4 months
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· · ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀         ⤹         𝐞𝐭𝐡𝐚𝐧 𝐡𝐮𝐠𝐡𝐞𝐬 ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀ ⠀ ‧‧‧‧  sᴛᴏʀʏʟɪɴᴇ › ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀manhattan, ny ‧‧‧ 28.05.2024               ─── ㅤㅤ ㅤㅤ ㅤ     Appagamento. Sostantivo maschile che poteva indicare il soddisfacimento di un desiderio, o semplicemente la soddisfazione di una gioia. Una semplice condizione mentale che cercava di donare ai suoi pazienti, da quelli più di vecchia data ─ se così si poteva dire ─ a quelli nuovi, giunti in studio da poco. Ma che cosa rappresentava realmente l'appagamento? Era una condizione che permaneva nell'animo per pochi istanti come per momenti più prolungati, e la psicologia lo diceva con quella eleganza da cui era rimasto affascinato fin da bambino. La ricerca dell'equilibrio interiore era qualcosa che poteva essere affascinante agli occhi di un uomo come il britannico, eppure quella sensazione di 𝒂𝒑𝒑𝒂𝒈𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐, appunto, non faceva parte del suo vocabolario. Una ricerca senza fine, una strada che aveva abbandonato da anni ormai, per concentrarsi su un appagamento che considerava unicamente 𝒇𝒊𝒔𝒊𝒄𝒐. I cinque sensi venivano soddisfatti in maniere diverse, eclettiche se così si poteva dire, ma erano comunque soddisfatti. Dal punto di vista visivo lasciava che gli occhi osservassero ciò che di bello poteva catturare la sua attenzione, come una mostra, o un quadro particolarmente forte nelle emozioni che suscitava. Dal punto di vista olfattivo, apprezza il profumo di un giardino in fiore, il profumo della salsedine che bagnava le sue membra quando si trovava in riva al mare. E poi ancora, dal punto di vista uditivo, il silenzio accoglieva i suoi pensieri, la sua solitudine rotta da una quotidianità che cadenzava ogni suo momento. Ed infine, dal punto di vista del gusto e del tatto, il sapore e le curve di una donna donavano all'uomo l'appagamento necessario per affrontare la giornata, per raggiungere quella pace dei sensi che si andava ricercando. La linea di un corpo sinuoso, un sapore intenso, ma che non andava mai oltre quella condizione mentale che s'era imposto. Scivolava il suo sguardo in un silenzio che regnava incontrastato, rotto dal ghiaccio all'interno del cristallo del bicchiere che beveva. Si posava sulle luci della sera che illuminavano l'elegante attico ove viveva, come si posava su quei grattacieli che nascondevano una realtà che ancora, a distanza di così tanto tempo, in talune situazioni, s'affacciava prepotente. Occhi cerulei si socchiusero nel lambire il bicchiere contenente il liquido ambrato. Un gusto deciso, forte, che s'imponeva con decisione ma che non permetteva di lasciar andare i 𝒓𝒊𝒄𝒐𝒓𝒅𝒊. Quelli sì, che avevano un altro sapore. Avevano il sapore degli 𝒊𝒏𝒄𝒖𝒃𝒊, quelli che un bambino non dovrebbe mai vivere.
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lamilanomagazine · 6 months
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Vivicittà 2024: Livorno si prepara per festeggiare al meglio i 40 anni della manifestazione podistica targata UISP
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Vivicittà 2024: Livorno si prepara per festeggiare al meglio i 40 anni della manifestazione podistica targata UISP Mancano ormai pochi giorni al Vivicittà 2024. Domenica 14 aprile andrà infatti in scena la 39esima edizione della manifestazione podistica promossa in tutta Italia dalla Uisp e non sarà un'edizione come tutte le altre. Il Vivicittà, infatti, festeggia i suoi primi 40 anni, un traguardo davvero importante che Livorno vuole celebrare nel migliore dei modi. Il Comitato Terre Etrusco-Labroniche della Uisp, organizzatore del Vivicittà insieme all'Atletica Amaranto con il patrocinio del Comune di Livorno e dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, è pronto ad accogliere le tantissime persone che invaderanno le strade di Livorno. Lo slogan di quest'anno del Vivicittà è "Movimenti sostenibili", due semplici parole che rimandano alla storia del Vivicittà e all'attività che ogni giorno viene portata avanti dal Comitato Terre Etrusco-Labroniche della Uisp, dove lo sport viene visto come un motore di inclusione a tutti i livelli. Il Vivicittà diventa così un'occasione per promuovere la sostenibilità sotto ogni punto di vista, da quello ambientale a quello sociale, come fatto anche negli scorsi anni quando si sono accesi i riflettori su temi fondamentali come la pace, i diritti umani e la solidarietà. A Livorno, il Vivicittà sarà tutto questo e molto di più. L'obiettivo è quello di superare i 350 iscritti di dodici mesi fa e toccare quota 400 partecipanti. A recitare un ruolo da padrone saranno con ogni probabilità le società labroniche, che si presenteranno in massa al via con i loro atleti nelle varie categorie. In tanti si sfideranno lungo il percorso da 10 chilometri, valido anche come 3a tappa del Criterium Podistico Toscano 2024 e 3a tappa del Giro Podistico delle Valli Etrusche. Accanto alla prova competitiva, ci sarà spazio anche per tutti coloro che vorranno confrontarsi sul percorso non competitivo da 5 chilometri. «Sono 40 anni di Vivicittà – ha dichiarato in conferenza stampa Daniele Bartolozzi, presidente del Comitato Terre Etrusco-Labroniche della Uisp – e per questo ci teniamo particolarmente a questa edizione. Ci aspettiamo un grande numero di iscritti, un'affluenza ancor più nutrita rispetto agli anni scorsi. Il Vivicittà è l'emblema di come sia possibile vivere lo sport in maniera alternativa rispetto alla sola dimensione competitiva. Voglio ringraziare il Comune e l'Autorità Portuale per averci sostenuto durante l'organizzione e i nostri partner, che sono davvero fondamentali per riuscire a realizzare un evento come il Vivicittà». «Siamo soddisfatti – ha confermato Luca Salvetti, sindaco di Livorno – che tutto sia pronto nel migliore dei modi per il Vivicittà 2024. Il Comitato Terre Etrusco-Labroniche della Uisp e l'Atletica Amaranto ci hanno messo l'anima in questo Vivicittà, organizzandolo con grande passione e tanto trasporto. Sarò presente alle 9.30 al Campo Scuola per dare il via a questo Vivicittà, uno degli ultimi appuntamenti di questo mio mandato da sindaco. Sarà bellissimo vedere tante persone correre lungo le strade di Livorno». Il percorso del Vivicittà 2024 sarà identico a quello dell'edizione 2023. Il ritrovo è fissato per domenica 14 aprile alle 7.30 al Campo Scuola di via dei Pensieri, con la partenza della gara programmata per le 9.30. Dalla zona Stadio, i runner si muoveranno verso il cuore della città per raggiungere prima il quartiere Venezia ed entrare in Fortezza Vecchia, dove ci sarà il giro di boa per poi rientrare verso il lungomare e tagliare il traguardo sul rettilineo del Campo Scuola. L'iscrizione al Vivicittà è di 10 euro, sia per la gara competitiva che per la non competitiva. Le iscrizioni termineranno il 12 aprile. Chi si vorrà iscrivere il giorno stesso del Vivicittà potrà farlo pagando 15 euro. Alla fine della gara verranno premiati i primi 3 uomini, le prime 3 donne della classifica assoluta e le prime 5 società più numerose. Oltre a chi finirà sul podio nella classifica assoluta, verranno premiati anche gli uomini e le donne che finiranno nelle prime posizioni delle rispettive categorie: 18-39 anni, 40-49 anni, 50-59 anni, 60-69 anni, 70 anni e oltre. Per ulteriori informazioni è possibile contattare questi numeri telefonici: 335-5736285 (Paolo Falleni) e 347-0460270 (Ilaria Stefanini).... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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vorticimagazine · 7 months
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Il museo della felicità di Copenaghen
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Tra le città europee più visitate da turisti di tutto il mondo, la capitale danese offre un’attrazione particolare in più.
Il museo della felicità di Copenaghen, che ha aperto i battenti nell’estate 2020, é la nuova e curiosissima istituzione danese dedicata alla gioia di vivere, al benessere e alla cura dell’anima.
Si tratta di una piccola esposizione permanente nel centro storico, che illustra e spiega come gli individui e una società possano raggiungere la felicità e perché la Danimarca, la Finlandia e gli altri Paesi nordici siano classificati regolarmente ogni anno come i più felici del mondo dal World happiness report delle Nazioni Unite. Creatore e direttore del museo è Meik Wiking, un giovane studioso ritenuto forse il massimo esperto di felicità nel piccolo regno. Felicità tanto per precisare si dice lykke in danese. Meik Wiking ha dedicato al tema un libro dal titolo che suona quasi allusivo e ironico: “La via danese alla felicità”. Sembra quasi offrire alternative a utopie di ieri, come le cosiddette vie nazionali al socialismo. È infaticabile, il giovane esperto: dirige anche l'Istituto danese di ricerche sulla felicità. E lavora di continuo come consulente per comuni, provincie, istituzioni di ogni genere e aziende aiutando a fare di tutto per rendere più felici e soddisfatti della vita i loro cittadini, membri o dipendenti. Situato nel seminterrato di un edificio settecentesco della Città Vecchia, il museo è stato creato dall’Happiness Research Institute, ente indipendente incentrato sul benessere e sulla qualità della vita, per «dimostrare come la felicità sia coinvolta in ogni ambito della vita» e «ricordare ai visitatori cos'è che dà loro valore e li fa sentire bene». «La nostra speranza è che gli ospiti usciranno dal museo un po' più saggi, un pò più felici e un po’ più motivati a rendere il mondo un posto migliore», ha spiegato il direttore Meik Wiking. L’Happiness Museum, il museo della felicità di Copenaghen, è uno spazio educativo e interattivo nel quale riflettere sul tema del benessere e sulla ricerca del proprio equilibrio interiore. Che cos’è la felicità? Quest’annosa domanda attanaglia l’umanità sin dalla notte dei tempi, ponendosi come uno dei quesiti per antonomasia della filosofia esistenzialista. Mai prima d'ora, tuttavia, era accaduto che un museo si facesse carico del tema, proponendosi come una sorta di “mecca” per chiunque voglia provare a cercare la propria risposta a questo cavilloso dilemma. A questo proposito analizza, per esempio, le caratteristiche dei paesi nordeuropei: a partire dal famoso *hygge*, quel sentimento di benessere dello stare a casa con le persone care. Suddiviso in otto stanze dedicate ad altrettante tematiche, l’Happiness Museum propone esperienze ludiche e interattive, esperimenti di sociologia e momenti di riflessione sui limiti della nostra conoscenza, sulle illusioni del reale e sulla strada da intraprendere per sentirci bene con noi stessi. Una serie di mappe visuali, statistiche e informazioni scientifiche completano il percorso espositivo, offrendo ai visitatori dati concreti per osservare quanto la politica, le imposizioni sociali e il nostro stile di vita limitino la nostra crescita interiore ostacolando il traguardo di una vita serena. A molti potrà sembrare un luogo bizzarro, ma farci un “salto” potrebbe aiutarci non poco a ritrovare l’equilibrio e il buonumore messi a dura prova dalla pandemia. Scoprite la nostra rubrica dedicata all'Arte Immagine di copertina: Image by wirestock on Freepik Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 8 months
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Gli eterodiretti: una società di individui dipendenti
Il termine "eterodiretto" è stato introdotto dal sociologo statunitense David Riesman nel suo libro "La sola direzione" (1950). Riesman descrive gli eterodiretti come individui che tendono a conformarsi alle aspettative degli altri, in particolare quelle dei gruppi sociali di cui fanno parte. Gli eterodiretti sono quindi individui dipendenti, che non hanno una propria identità o un proprio sistema di valori ben consolidati. Riesman individua tre tipi di personalità fondamentali: - Traditzionalisti: individui che si conformano alle tradizioni e alle aspettative dei gruppi sociali di cui fanno parte. - Individualisti: individui che si basano sui propri valori e convinzioni personali, anche se questi sono in contrasto con quelli della società. - Eterodiretti: individui che tendono a conformarsi alle aspettative degli altri, in particolare quelle dei gruppi sociali di cui fanno parte. L'aumento del fenomeno Secondo Riesman, la società moderna è caratterizzata da un aumento della tendenza all'eterodirettità. Ciò è dovuto a una serie di fattori, tra cui: - La crescente importanza dei mass media: i mass media, come la televisione, il cinema e i social network, forniscono modelli di comportamento e valori che possono influenzare le persone a conformarsi. - La crescente complessità della società: la società moderna è caratterizzata da una grande varietà di gruppi sociali e culturali, ognuno con le proprie aspettative. Questo può rendere difficile per gli individui sviluppare una propria identità e un proprio sistema di valori. Gli eterodiretti possono avere una serie di conseguenze negative. In primo luogo, possono essere meno felici e soddisfatti della propria vita, poiché non sono in grado di seguire i propri desideri e aspirazioni. In secondo luogo, possono essere più vulnerabili alla manipolazione da parte di altri, che possono approfittare della loro tendenza alla conformità. Tuttavia, gli eterodiretti possono anche avere una serie di vantaggi. In primo luogo, possono essere più integrati nella società, poiché sono in grado di adattarsi alle aspettative degli altri. In secondo luogo, possono essere più creativi e innovativi, poiché sono più propensi a seguire le tendenze del momento. In definitiva, la tendenza all'eterodirettità è una tendenza complessa che può avere sia conseguenze positive che negative. È importante che gli individui siano consapevoli di questa tendenza e che siano in grado di sviluppare una propria identità e un proprio sistema di valori, in modo da essere in grado di prendere decisioni autonome e di vivere una vita piena e soddisfacente. Eterodiretti e società La tendenza all'eterodirettità ha un impatto significativo sulla società. In primo luogo, può portare a una maggiore conformità e a una minore diversità di opinioni e comportamenti. In secondo luogo, può rendere la società più vulnerabile alla manipolazione da parte di gruppi di interesse o da parte di individui che vogliono promuovere un proprio agenda. Ad esempio, la tendenza all'eterodirettità può essere utilizzata per promuovere prodotti o servizi. I produttori di beni di consumo possono utilizzare la pubblicità per creare desideri e bisogni artificiali negli individui, spingendoli a comprare i loro prodotti. In modo simile, i politici possono utilizzare la propaganda per manipolare le opinioni pubbliche a proprio favore. La tendenza all'eterodirettità può anche essere utilizzata per promuovere ideologie o valori. Ad esempio, i regimi autoritari possono utilizzare la propaganda per diffondere la loro visione del mondo e per controllare il comportamento dei cittadini. Come contrastare Esistono una serie di modi per contrastare l'eterodirettità. In primo luogo, è importante che gli individui siano consapevoli di questa tendenza e che siano in grado di sviluppare una propria identità e un proprio sistema di valori. In secondo luogo, è importante che la società promuova la diversità di opinioni e comportamenti. Ad esempio, gli individui possono essere aiutati a sviluppare una propria identità e un proprio sistema di valori attraverso l'istruzione, l'esperienza lavorativa e i rapporti interpersonali. La società può promuovere la diversità di opinioni e comportamenti attraverso la libertà di espressione, la libertà di associazione e la tutela dei diritti umani. È importante ricordare che l'eterodirettità non è una caratteristica intrinseca della natura umana. È una tendenza che può essere influenzata dalla società. Attraverso l'educazione e la promozione della diversità, è possibile creare una società in cui gli individui siano più indipendenti e siano in grado di vivere una vita piena e soddisfacente. Foto di Harut Movsisyan da Pixabay Read the full article
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solitudinenumeriprimi · 9 months
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Benvenuti, questo è il mio Blog, pensato per creare una community di giovani imprenditori.
Buongiorno, mi presento sono Jacopo, ho 25 anni e da circa un anno ho deciso di cambiare la mia vita.
Dopo aver studiato giurisprudenza e iniziato il percorso da Notaio ho incontrato una persona che mi ha cambiato la vita.
Non avevo mai incotrato un ragazzo come lui, me lo ricordo ancora la prima volta che ci siamo incontrati.
Fuori dalla biblioteca, io in tuta con le palle girate per l'ennesima giornata passata a studiare per prepararmi al concorso, e lui, tutto tatuato che non aveva ancora finito le superiori.
Sembrava l'inizio di una barzelletta.
Fu grazie ad una delle prime chiacchierate con lui che decisi di mollare tutto quello che stavo facendo ed iniziare a inseguire la mia vera passione: la costruzione di una mia azienda.
Mi consigliò di leggere una cinquantina di libri che lessi in circa un mese e mezzo, iniziammo a vederci una sera la settimana e a confrontarci su quello che ci accadeva, su quello che leggevamo e su cosa volevamo dalla nostra vita.
Nel frattempo ho provato a fare un paio di lavori ma non mi sono piaciuti, mi sono iscritto a un master in Digital marketing e ho deciso di aprire questo blog.
L'idea nasce dalla solitudine che vivo quotidianamente nell'affrontare un sistema lavorativo che non mi appartiene.
A volte mi soffermo a pensare che lavoriamo per circa un terzo della nostra vita e mi domando:
Come è possibile passare un terzo della nostra vita a fare qualcosa per cui non ci sentiamo soddisfatti?
Come è possibile andare a letto la sera e non essere contenti di ciò che ci è successo durante la giornata?
Come è possibile alzarsi la mattina e sperare che arrivi presto la sera per tornare a dormire?
Come è possibile che le persone si lascino sfuggire i loro sogni per vivere una vita che non vogliono?
Quando pongo queste domande a chi mi è vicino, mi viene risposto in maniera frustrata che in qualche modo "la pagnotta deve essere portata a casa".
Da un lato hanno ragione, e anche molta, ma dall'altro il solo pensiero di vivere per la cosiddetta pagnotta, mi porta un malessere e un senso di vuoto che non riesco a colmare.
Inizio a riflettere su quello che potrebbe essere il mio scopo di vita, tiro fuori idee ma la sindrome dell'impostore mi blocca, mi paralizza, inizio a non sentirmi all'altezza, distruggo tutte le idee che mi vengono in mente e parte un loop negativo da cui è difficile uscirne fuori.
Ho deciso di aprire questo Blog per trovare giovani sognatori come me, per non sentirmi solo, per cercare un confronto e opportunità di crescita.
Mi piacerebbe incontrare persone che non hanno paura di sognare e che amano parlare di libri.
Per il momento mi fermo qui, tornerò a scrivere il prima possibile, cercando di raccontarvi un pò più di me.
Un abbraccio e a presto.
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