#vittoria rossi
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(CW: panic attack, self-hate thoughts)
"Your fault."
#fyp#cw panic attack#tw selfhate#pizza tower#peppino spaghetti#pizza tower peppino#oc x canon#peppino x oc#pizza tower au#hell tower#pizza tower oc#vittoria rossi#mini comic#panic attack#traumatic memories#dark#self h@te#idk if I'll make a continuation of this#either way I hope you like this#and remember that you do deserve affection
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Vittoria gets blinded by love... Literally.
Angelic goodies 2
Kind of fun fact, the angel of pizza doesn't like to be watched, mostly because he doesn't want to blind you, but really it's because he doesn't like to be staired at directly
And technically that's what you would see, in all his brightness
Watch out, colors get VERY bright from here !
No, this comic is not canon
see ya
#pizza tower#angel peppino#peppino spaghetti#pizza tower oc#vittoria rossi#oc x canon#idk someone falling in love with an angel and becoming blind because of looking at them is such a cool idea
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That one time Carl almost got booped by a train
@thethistlegirl
#carl hickman#tommy o'connell#eva vittoria#arabela seeger#crossing lines#2x07#the velvet glove#william fichtner#richard flood#gabriella pession#lara rossi#my gifs#crossing lines gifs#my edit
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Crossing Lines (S02E08): The team celebrates Tommy’s birthday.
#Crossing Lines#Michael Dorn#Donald Sutherland#Louis Daniel#Marc Lavoine#Carl Hickman#William Fitchner#Tommy McConnel#Richard Flood#Eva Vittoria#Gabriella Pession#Sebastian Berger#Tom Wlaschiha#Arabela Seeger#Lara Rossi#Bellona's stuff#Bellona's videos
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Ire Ayo by Vittoria Rossi Provesi for L’Officiel Arabia April 2024
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Ire Ayo by Vittoria Rossi Provesi for L’Officiel Arabia April 2024
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Short story: Legno e Sangue, pt.3
Eravamo finite entrambe in infermeria. Io perché ero svenuta, Mmh-mmh perché aveva cercato di togliersi i guanti e si era quasi scarnificata le braccia. Uno degli assistenti l'aveva fermata a bastonate e l'aveva spedita a farsi sistemare sia i punti di sutura, sia i lividi. Questo era quello che avevo capito.
Io me ne stavo sdraiata sul fianco, rannicchiata in uno dei lettini medici. Sentivo che lei era in quello proprio accanto al mio. Sapevo che era lei perché aveva fatto il suo solito "mmh-mmh" più volte da quando ero entrata lì dentro; non avevo bisogno di vederla per riconoscere quello strambo colpo di tosse. Di solito Mmh-mmh non aveva un odore particolare, al contrario di Sudore, ma quel giorno dal suo corpo arrivava un gran puzzo di sangue misto a ruggine. Immaginai fosse a causa della pelle lacerata e dei punti di sutura che aveva fatto saltare via. Le avevo gettato solo un'occhiata veloce prima di girarmi dall'altra parte, quando era stata scaraventata lì dentro dall'assistente: il bianco della tunica era pieno di grosse macchie rosse. Una nuvola ferita e grondante carne e pelle. Chissà come mai, mi ricordò il Natale. Sembrava una decorazione natalizia, un fiocco di neve costellato di brillantini rossi.
Non mi piaceva il Natale. Non mi era mai piaciuto. Padre esigeva che un giovane abete innocente venisse preso a colpi di accetta e piantato nel salotto, vicino al camino. L'albero agonizzante urlava, piangeva, gemeva. Poi, rantolava per giorni, in attesa di smettere di esistere. Era come avere un ragazzino con le gambe tranciate in due abbandonato nel soggiorno. Era come portare la morte e la violenza dentro casa. E poi, a Natale Padre e Madre diventavano davvero insofferenti nei miei confronti; lo erano sempre, ma a Natale il loro odio si manifestava in tutta la sua grandiosità. Dovevamo partecipare a un mucchio di cene in famiglia ed eventi sociali e io ero quello che ero, una guasta maledetta che faceva scricchiolare il legno e che parlava con le sedie di noce. Ero impresentabile, ero un problema. Un'incognita: andrà tutto bene o la scalinata di pino dei Martin farà le fusa al passaggio di Vittoria? E questo innervosiva Padre e Madre, li faceva stare sempre sull'attenti, a Natale più che mai. Un incubo.
Ecco, Mmh-mmh mi ricordò il Natale e quello, unito al malessere per lo svenimento, mi fece salire un grosso conato di vomito su per la gola. Iniziai a vomitarmi addosso e l'infermiera corse bestemmiando verso il mio lettino; tirò giù il colletto della mia tunica e mi sbattè un secchio in faccia.
"Che schifo! Vomita e poi chiamami quando hai finito," latrò. Sputai fuori un liquido denso e giallastro, così amaro da bruciarmi la gola e la lingua. Non c'era l'ombra di pezzi di cibo: era bile. Il liquido continuò a uscire dalla mia bocca come un fiume in piena; colpiva il fondo del secchio con una forza tale da rimbalzare e schizzare fuori dal contenitore. E la puzza era terribile, non avevo mai sentito un odore del genere. Non saprei descriverla con esattezza, ma direi che era come se un ratto scabbioso fosse morto e si stesse decomponendo in un cumulo di spazzatura. Roba da far esplodere le narici.
"Che schifo!" Ripetè l'infermiera e scappò fuori dalla stanza, coprendosi il naso con il braccio. E così, io e Mmh-mmh rimanemmo sole. Non c'erano altri adulti con noi, né supervisori, né assistenti, né altre infermiere. Sole. Per la prima volta da quando avevo messo piede in quel posto, ero in compagnia di una mia simile e di nessun altro.
Un fruscio. Un altro fruscio, alle mie spalle. Tessuto contro tessuto, l'improvviso sibilo di un respiro che era diventato più regolare e presente, udibile. Mmh-mmh si era alzata? Sì. Una macchia bianca e rossa all'angolo della mia vista limitata. Ancora, un altro fruscio. Si avvicinò. Tra un getto di bile e l'altro, reclinai la testa per guardarla meglio. Si era abbassata il colletto, tutta da sola. Aveva la bocca libera. Lì al Collegio avere la bocca scoperta era proibito e riuscire a vedere le sue labbra nude e rosee mi sembrò una conquista oscena. Qualcosa di brutalmente illecito.
"Ohi," disse. Guardai — cercai, almeno — le sue braccia. Che macello. Pensai a un aratro che violenta un campo di girasoli, sollevando la terra e graffiando il suolo. La sua pelle livida era un intreccio di tagli e squarci. L'aveva già fatto altre volte? Doveva averlo già fatto, per forza.
Spruzzai un altro fiume di bile. "Mmh-mmh," tossì. Era fastidio? O disagio?
"Scusa sai, non è che lo faccio apposta," gracchiai io. Era la prima volta che parlavo dopo settimane e settimane di silenzio forzato. Fu come estrarre una lama dal fondo della gola.
"Lo so, mmh-mmh," mormorò. "Aspetta. Ci provo." A fare cosa? Allungò quelle sue braccia violacee e martoriate verso di me. Dalle fessure della mia maschera, sembravano due melanzane becchettate da un corvo. Prese tra le mani il mio volto pallido e sconquassato dal vomito, lo fece come se stesse stringendo un coniglietto sperduto.
"Via via, basta così," disse. No, canticchiò. "Via via, basta così."
Il secchio ricolmo di bile scivolò via dalle mie mani e cadde con un rumore disgustoso sul pavimento. Lo lasciai cadere perché quella Sorella stava usando la sua magia su di me. Stavo bene, tutto d'un tratto. Era come se non fossi mai stata male nella vita, neanche una volta. Il vomito? Un ricordo sfocato. Svenire? Una parola senza senso. Quel malessere bruciante e perpetuo causato dalla sofferenza del legno? Una semplice idea. Il dolore dei punti attorno ai gomiti e alle orbite? Un solletico dispettoso. Stavo bene ed era scontato che fosse così. Il mio corpo stava bene, io stavo bene. Tutto andava bene. Tutto sarebbe andato bene. E come poteva essere altrimenti? Ero una leonessa. Un Mogano possente.
"Via via, basta così," cantò ancora. E io avrei voluto che quella canzone non finisse mai, perché era il Paradiso in terra, ma poi Mmh-mmh ritrasse le sue mani e tossì. La magia se ne andò. Il bisogno di vomitare era passato, mi sentivo meglio, sì, più in forze, ma non mi sentivo più bene come prima. Inaccettabile, era inaccettabile non sentire tutto quel benessere.
"Ancora," piagnucolai.
"Scusa, non posso," Mmh-mmh si sedette sul mio lettino. "Così è sufficiente. Sarebbe un guaio vero se ci scoprissero."
"Questa è la tua magia? Guarire?"
"No," mormorò. Aveva una voce dispiaciuta, come se si sentisse in colpa. Ma in colpa per cosa? Era una divinità. Doveva esserlo, per forza, con un potere come quello. Altro che ascoltare i segreti dei mestoli di legno o far ballare i rami delle betulle.
"Io so solo far stare meglio. Sento il male e lo faccio passare. Ma non curo nulla." Mi guardò attraverso le sue fessure. Almeno, mi sembrò così: aveva piegato la testa di lato.
"Sei denutrita e forse hai delle ulcere nello stomaco per tutto lo stress. Ma io non posso farci nulla, posso solo farti sentire meglio."
"Beh, grazie," dissi. "È già qualcosa."
"Il male mi fa stare male," aggiunse, come se non potesse sopportare di essere lacunosa nella sua spiegazione. "Se lo sento, devo fare qualcosa, o sto male anche io. Ma qui non posso fare nulla, non posso parlare, non posso toccare. Al Collegio stiamo tutte male, non è vero? E tu stai male da matti, con quella cosa del legno."
Ecco perché faceva "mmh-mmh". Tutto quel dolore di noi altre la faceva soffrire.
"Come fai a sapere del legno?"
"Non è così difficile capirlo. Basta guardarti e ascoltarti. E poi, so un po' di cose sull'Arte." Disse quella parola come se fosse la cosa più naturale del mondo da dire. Io mi misi a sedere e incrociai le gambe. Sembravamo due matte, così conciate, o due spettri disperati, eppure mi sembrava di star chiacchierando con una mia cara amica. Magari davanti a due tazze di tè fumanti e un vassoio di macarons; ma c'era solo un secchio pieno di bile gialla puzzolente.
"L'arte?"
"L'Arte. Sì. Si chiama così, il nostro potere. O almeno, le Streghe là fuori lo chiamano così."
"Non esistono Streghe là fuori. O vengono ammazzate o finiscono qui."
"Non sempre. Da dove vengo io, ci sono gruppi di Streghe. Sorellanze. Roba proibita e illegale, è ovvio. Ma esistono. Quando i controlli sono meno rigidi, vengono fuori e parlano con le Streghe più giovani. Insegnano." Non era quello che Padre e Madre mi avevano ripetuto fino quasi a trapanarmi le orecchie e avvelenarmi il cervello.
"E da dove vieni? Quale è il tuo cognome?"
"Dufour."
"Ma è un cognome da poveri."
"Io sono povera. Mio padre è un maniscalco. Mia madre batteva a Marsiglia." Lo disse con totale nonchalance.
"Cosa ci fai qui? Qui ci vengono le figlie dei ricchi."
"Sì, ma qualcosa è cambiato. Le Due Dame hanno mandato dei cacciatori di Streghe nei bassifondi delle città e hanno comprato le maledette figlie dei poveracci, in cambio di qualche soldo. I miei mi hanno data via senza volere nulla, erano felicissimi." Assurdo. Padre e Madre avevano con ogni probabilità dovuto devolvere una bella cifra al Collegio per liberarsi di me. Com'è che invece le Sorelle povere venivano comprate?
"Quante qui sono come te? Povere, intendo."
"Almeno una decina, credo. Eravamo di più prima."
"Prima?"
"Alcune sono sparite, da un giorno all'altro, sai? Stavano bene, per quanto si possa stare bene qui, poi all'improvviso puff, sparite. Morte, forse? Forse si sono cacciate in qualche guaio. Forse le hanno cacciate."
"Cacciate? Ma da qui non si esce."
"Però loro sono sparite. Nel nulla. Magari si sono stancati di averle qui e le hanno buttate per strada. Erano un po' dispettose, sai, quelle che sono scomparse. Turbolente. Difficili." Buttate per strada, diceva. Eppure là fuori non c'era nessuna strada. Sembrava di essere in mezzo al nulla. Attorno al Collegio c'erano solo nebbia gelida e distese infinite di tristi campi verde melma. Nessuna strada, nessun villaggio, nessun casotto. Niente di niente. Essere gettate oltre i cancelli, senza cibo e senza aiuti, doveva essere un incubo. Pensai ai neonati deformi che gli spartani abbandonavano sul monte Taigeto. Ma forse…
"È per questo che ti sei tolta i guanti? Vuoi che ti caccino?"
"Anche. Voglio tornare a sentire con le mie mani, di tanto in tanto. E voglio vedere se riesco a farmi espellere."
"E se ti ammazzano, invece?"
"È uguale," si agitò, "vivere così è uno schifo. Non so cosa sia successo alle mie Sorelle, se siano state ammazzate o se le hanno cacciate, ma se c'è anche solo una minima possibilità di poter uscire da qui, voglio tentare. E se schiatto mentre ci provo, va bene così."
"Capisco." Capivo davvero e quel fatto mi spaventò. Tornare a vivere a ogni costo. Anche la morte, se significava morire sapendo perché si muore. Lo capivo, davvero. O forse era la sicurezza che Mmh-mmh emanava mentre pronunciava quelle parole proibite a farmi credere che il suo piano avesse senso?
"Come ti chiami?" Volevo dare un nome a quella Sorella con le braccia martoriate e idee di libertà in testa.
"BRUTTE TROIE MALEDETTE!" Un vaso da notte si schiantò sopra le nostre teste. L'infermiera era tornata.
"CHIUDETE QUELLA BOCCA, CHI VI HA DATO IL PERMESSO?" Avanzò verso di noi tutta paonazza in volto. Io mi rintanai sotto le coperte, terrorizzata, Mmh-mmh rimase lì ferma a guardarla, senza muoversi di un millimetro.
"A VOI PUTTANE GUASTE VI SI DÀ UN DITO E VI PRENDETE TUTTO IL BRACCIO!"
E a proposito di braccia, afferrò Mmh-mmh per il suo, senza preoccuparsi delle ferite aperte, e la trascinò via, verso il suo lettino. Arrivarono anche due assistenti; ci coprirono la bocca immediatamente. Io fui lavata alla bell'è meglio e mi venne somministrato uno sciroppo che sapeva di polvere. Mmh-mmh se la passò peggio: le ricucirono addosso i guanti con una brutalità da macellai, assestandole qualche botta di tanto in tanto per farla stare buona. Poi, diedero anche a lei uno sciroppo, diverso dal mio però. Lo bevve e si addormentò dopo poco, sotto gli occhi dell'arrabbiatissima infermiera.
Mi riportarono dalle altre per la notte. Mmh-mmh rimase lì.
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Vase of Flowers with Daffodils, Carnations and Anemones Giovanna Garzoni (1600-1670, Italian)
Giovanna Garzoni was the daughter of Giacomo Garzoni of Venice and Isabetta Gaia of Ascoli, who also had Venetian ancestors. From 1615 to 1630 she lived intermittently in Venice, where she studied with her uncle Pietro Gaia, a student of Jacopo Palma the Younger , and with the calligrapher Giacomo Rogni. In 1622 she married the portrait painter Tiberio Tinelli, from whom she separated the following year. In 1630 she traveled with her brother Matteo to Naples, where she entered the service of the viceroy Fernando Alfán de Ribeira. On the way to Naples she spent some time in Rome, where she came into contact with Cassiano Dal Pozzo. In November 1632, at Christina's request, she came to Turin from France and received a position at the court of Vittorio Amadeo I. She created numerous portraits for the court and her first known still lifes. After Vittorio Amadeo's death she left Turin and probably lived in Paris, possibly also in England. From 1642 she lived as an established artist in Florence and worked particularly for the Medici. Her clients and supporters included Ferdinando II de' Medici, his wife Vittoria della Rovere and Leopoldo de' Medici. Giovanna was at the peak of her popularity at this time, selling many works and becoming somewhat wealthy. In 1651 she settled in Rome, but continued to maintain contact with her clients in Florence. She purchased a house near the Accademia di San Luca, with which she was closely associated. It is unclear whether and when she was formally accepted into the academy, but from 1654 onwards she took part in the members' meetings. In her will of 1666, the childless Garzoni bequeathed her property to the Academy on the condition that a tomb be built for her in the church of Santi Luca e Martina. This tomb was created by Mattia de Rossi in 1698, 28 years after her death.
Giovanna created mainly works in tempera, watercolor and gouache on parchment, in addition to some oil paintings on canvas. Her motifs are portraits, calligraphy and fruit and flower still lifes, and from 1630 increasingly botanical motifs. She developed a characteristic, almost pointillist technique between painting and drawing. In the style of English miniature painting, she placed many tiny dots with a special brush and delicate, dense strokes on the parchment. Her works, based on the still life tradition of Orsola Caccia, Panfilo Nuvolone and Fede Galizia, show fruit and vegetable peels, often combined with flowers, animals or foliage in a simple, symmetrical structure. Her floral still lifes are varied and display an extraordinary wealth of color. From around 1630, Giovanna's pictures show a naturalistic, non-idealized representation of plants and animals that correspond less to contemporary still life painting than to natural history painting in the tradition of Dürer or Leonardo or to the model of Jacopo Ligozzi. Giovanna was obviously knowledgeable in botany and also created illustrations for flower books. Giovanna's other works: http://www.artnet.de/k%C3%BCnstler/giovanna-garzoni/
#dianthus#carnation#daffodils#anemones#painting#still life#flowers#flower vase#glass vase#women in art#woman painter#woman artist#17th century art#17th century painting#italian art#giovanna garzoni#reflex#woman artwork#fine art
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Coltivare senza acqua ''resoconto-primo tentativo''
Negli ultimi anni, la domanda di metodi di coltivazione sostenibili è diventata sempre più urgente.
Personalmente, ho deciso di affrontare questa sfida in modo diretto, ispirandomi alle pratiche di Fukuoka, iniziando un progetto di giardinaggio che non dipendesse dall'acqua.
Attraverso questa esperienza, mi sono avvicinata a un modo di vivere più consapevole e rispettoso dell'ambiente.
''Progettare un Orto Sostenibile''
Decidere di progettare un orto per la coltivazione senza acqua è stata una sfida molto stimolante .
Ho iniziato a cercare un’area del mio giardino che potesse soddisfare le esigenze delle piante senza richiedere irrigazione costante.
Dopo aver analizzato attentuali varie zone, ho scelto porzioni di terreno semi-ombreggiate, dove la luce solare non colpiva direttamente le piante per tutto il giorno.
La scelta si è rivelata cruciale per proteggere le mie coltivazioni dal calore estremo. Per preparare il terreno, ho coperto la superficie con paglia e fieno.
Questo strato non solo ha aiutato a mantenere l’umidità nel suolo, ma ha anche ridotto la crescita delle erbacce, permettendo alle piantine di prosperare.
Dopo aver fatto ciò, ho piantato le piantine che avevo acquistato, senza arare la terra, innamorata del pensiero di vedere crescere il mio orto sostenibile.
''La Fortuna della Pioggia''
Sono stata incredibilmente fortunata, poiché da aprile fino a tutto giugno, le piogge sono state frequenti, questo ha alleviato la mia ansia riguardo alla mancanza d’acqua; non ho mai dovuto annaffiare le mie piante.
Anzi, ho colto l’occasione per raccogliere l’acqua piovana attraverso le grondaie del tetto e conservarla in bidoni.
Queste riserve si sono rivelate preziose, permettendomi di mantenere le piante ben nutrite e idratate senza dover dipendere da fonti esterne fino ad ora.
Grazie a queste condizioni favorevoli, fino ai primi di luglio ho avuto ottimi risultati. Fragole dolci e croccanti, insalate di vario genere, finocchi, aglio e cipolle sono cresciuti rigogliosi, e ho potuto raccoglierli con grande soddisfazione.
Ogni raccolto era una piccola vittoria, un segno che il mio approccio alternativo alla coltivazione stava funzionando.
''Le Sfide del Caldo Estivo''
Tuttavia, la fortuna sembra avere un modo di cambiare rapidamente.
Dopo i primi giorni di luglio, le piogge sono cessate e il sole ha iniziato a picchiare con intensità, portando le temperature a sfiorare i 40 gradi.
Nonostante la zona che avevo dedicato all'orto fosse relativamente ombreggiata, le piante mostrano segni di stress idrico.
La mia gioia iniziale si è trasformata in preoccupazione, poiché le piante continuano a chiedere acqua, e io mi sono trovata di fronte a una dura realtà: non ho abbastanza acqua per tutte. In questa situazione, ho dovuto prendere decisioni difficili.
Ho dato priorità ai pomodori, le piante che avevo coltivato con tanto amore e che promettevano di offrire un raccolto abbondante. Con il caldo intenso e la scarsità d’acqua, ho dovuto affrontare la sfida di gestire le risorse in modo intelligente e strategico, cercando di salvaguardare quello che potevo.
''Conclusione''
Ho imparato che, sebbene le condizioni possano essere difficili, la resilienza e la pianificazione possono fare la differenza. Dopo questa esperienza di coltivazione senza acqua, posso affermare con certezza che i cavoli sono particolarmente adatti a questo tipo di pratica agricola.
Probabilmente, il mio terreno si è rivelato ideale: queste piante accusano poco il freddo e, grazie alla mia abbondante pacciamatura, non richiedono annaffiature frequenti.
Nel mio orto, i cavoli verdi, rossi e il cavolo nero hanno prosperato, dimostrando una resistenza sorprendente alle condizioni climatiche avverse.
Purtroppo, non tutte le piante hanno avuto la stessa sorte. Le fragole, ad esempio, hanno risentito molto del caldo e stanno cominciando a seccare, mentre anche le zucchine sembrano soffrire, producendo solo fiori (per fortuna, comunque, molto buoni).
I pomodori, invece, richiedono ancora la mia attenzione quotidiana, necessitando di un litro e mezzo d’acqua per pianta ogni giorno per far fronte al caldo.
'' Se qualcuno ha consigli o pratiche da suggerirmi per migliorare i risultati del mio orto in queste condizioni, sarei molto grata.
La condivisione di esperienze e suggerimenti è fondamentale per crescere insieme e affrontare le sfide della coltivazione sostenibile.''
La mia avventura continua, e ogni giorno rappresenta una nuova opportunità per imparare e adattarsi.
un abbraccio a tutti
#pratica#sostenibilità#fattoria#orto#natura#orto sostenibile#coltivare senza acqua#agricoltura sostenibile#biodiversità#permacultura#orto senza fatica
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LA BANDIERA DEI QUATTRO MORI, SOS BATTEROS MOROS
Ringrazio un mio amico sardo per la foto e per avermi mandato la storia
''Per conoscere la storia della bandiera dei QUATTRO MORI (come viene appellata dal popolo sardo) occorre percorrere a ritroso la storia fino al periodo in cui i Catalano-Aragonesi presero possesso della Sardegna. Lo stemma dei quattro mori compare per la prima volta nei sigilli in piombo della Cancelleria Reale aragonese. Nell' archivio storico comunale di Cagliari sono conservati alcuni documenti chiusi con tali sigilli, appartenuti a Giacomo II° e Alfonso il Benigno entrambi re d' Aragona. Gli Aragonesi divennero re di Sardegna a seguito della creazione (avvenuta il 4 aprile 1.297) da parte del Papa Bonifacio VIII del regno di Sardegna. Lo stesso Bonifacio VIII dopo la creazione del regno accordo la "licentia invadendi" agli Aragona per permettere agli stessi di legittimare il possesso dell' isola. A seguito della conquista di fatto dell' isola ad opera del sovrano aragonese Alfonso IV nell' anno 1.323 lo stemma con i quattro mori in campo bianco con croce rossa, fu adottato per il nuovo regno di Sardegna. Regno creato dal nulla e poi regalato da generoso Papa Bonifacio VIII alla casata Aragonese. Questo stemma fu in uso dalla casata iberica degli Aragona fin dal XIII secolo. Sul significato intrinseco dei quattro mori raffigurati nello stemma che era in uso da molto tempo da parte degli Aragona vi sono le più disparate versioni. Tutte caratterizzate dal mito e dalla leggenda. Non esiste nessun documento che riporti dati sufficienti che permettano di stabile in che periodo inizio l' adozione di tale stemma a stemma identificativo della casata. Tra le tante versioni conosciute è da mettere in risalto quella che riconduce alla battaglia di Alcoraz combattuta dagli Aragonesi contro i mori (19 novembre 1.096). Nella battaglia il Re Pietro I° sconfisse pesantemente i mori guidati dal saraceno Abderramen. La leggenda narra che dopo la vittoria le truppe aragonesi issarono insieme alle insegne dei Conti di Barcellona (scudo con quattro pali rossi in campo giallo) uno stemma che riportava nei quattro quarti bianchi formati dalla croce rossa (la croce di San Giorgio) la testa di un moro con la benda sulla fronte. La motivazione sulla comparsa di tale stemma fu probabilmente legata al ricordo della battaglia e alla vittoria sui saraceni. Quando gli Aragonesi ricevettero "in dono" la Sardegna decisero di assumere lo stemma con i quattro mori come bandiera del regno di Sardegna.
Il vessillo con i quattro mori fu innalzato dalle truppe aragonesi durante la battaglia (infausta per i sardi) combattuta a Sanluri la domenica mattina del 30 giugno del 1.409 in una località tristemente nota come Su Occidroxiu (il mattatoio). Le truppe sarde innalzavano la bandiera con raffigurato l’albero eradicato (stemma del giudicato d’Arborea (l' ultimo dei quattro regni che ancora teneva testa agli Aragonesi). Istintivamente si può pensare che il vessillo degli Arborea fosse la bandiera in cui tutti i sardi si riconoscevano. Ma non è cosi. La Sardegna medievale era divisa in quattro giudicati indipendenti. Ogni giudicato (un regno a tutti gli effetti) aveva la sua bandiera, il proprio vessillo.
L’albero eradicato era il vessillo di uno dei quattro giudicati, quindi di una parte della Sardegna. Come ben noto tre dei quattro giudicati dopo la regalia fatta alla casata aragonese dal Papa Bonifacio VII, persero l' indipendenza. L' unico giudicato che poteva esprimere la propria piena autonomia e indipendenza nei confronti degli Aragona era il giudicato d' Arborea. In quel preciso momento storico quasi tutta la Sardegna era unificata sotto il controllo di una unica entità statuale: il giudicato d' Arborea. Agli aragonesi rimasero ben pochi lembi di territorio sardo da controllare. Quindi è normale che quel vessillo venisse visto da quei sardi che affiancarono gli Arborensi come la bandiera di tutti i sardi.
La bandiera di BATTEROS MOROS stemma della Sardegna viene sventolata con orgoglio dai sardi dentro e fuori dall' isola. Viene considerata come simbolo di appartenenza alla Sardegna. Ai detrattori della bandiera dei BATTEROS MOROS direi di chiedere a quanti più sardi possibile se non amano questa bandiera, e se intendono cambiarla. Do per scontato che prevalga nelle risposte all' amore e l' insostituibilità dei BATTEROS MOROS.''
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buongiorno solo al tennista flavio cobolli che ieri ha dedicato la sua vittoria a DE ROSSI E EDOARDO BOVE oltre che alla sua fidanzata cosi de botto senza senso suifdiusghs
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I drew some sketches at work and these ones in particular show the duality of how I draw Peppino lol
#fyp#pizza tower#peppino spaghetti#peppino pizza tower#vittoria rossi#pizza tower original character#original character#sketches#silly
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The Mockingbird of Paris
𝔹𝕠𝕠𝕜 𝕆𝕟𝕖
Summary: 𝐌𝐨𝐜𝐤𝐢𝐧𝐠𝐛𝐢𝐫𝐝: 𝚝𝚘 𝚔𝚒𝚕𝚕 𝚊 𝚖𝚘𝚌𝚔𝚒𝚗𝚐𝚋𝚒𝚛𝚍 𝚒𝚜 𝚝𝚘 𝚍𝚎𝚜𝚝𝚛𝚘𝚢 𝚒𝚗𝚗𝚘𝚌𝚎𝚗𝚌𝚎.
Chapter 0 - Prologue
𝐅𝐨𝐧𝐬 𝐞𝐭 𝐨𝐫𝐢𝐠𝐨 𝚒𝚜 𝚝𝚑𝚎 𝚜𝚘𝚞𝚛𝚌𝚎 𝚊𝚗𝚍 𝚘𝚛𝚒𝚐𝚒𝚗 𝚘𝚏 𝚜𝚘𝚖𝚎𝚝𝚑𝚒𝚗𝚐.
A 𝘱𝘢𝘵𝘩𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪𝘤𝘢𝘭 𝘭𝘪𝘢𝘳 is defined as someone who has the compulsive urge to lie about matters big and small, regardless of the situation. Leila(Lila) Vittoria Rossi is one of these people.
For as long as she remembered Leila has targeted her the most. Only for the soul reason was because she called out her inconsistency in the false stories she told. Including all of the diseases/illnesses she supposedly has.
It irked her to see her peers—𝘴𝘩𝘦 𝘳𝘦𝘧𝘶𝘴𝘦𝘴 𝘵𝘰 𝘤𝘢𝘭𝘭 𝘵𝘩𝘦𝘮 𝘧𝘳𝘪𝘦𝘯𝘥𝘴 𝘢𝘯𝘺𝘮𝘰𝘳𝘦—taking the side of someone they’ve only known for a few days, when they’ve known her for years. To her, it doesn’t make any sense. One 𝘴𝘪𝘮𝘱𝘭𝘦 google search could’ve proven that all of her claims were not valid.
However, her coevals demonstrated that they could be more moronic than she head imagined. Instead of checking for facts—𝘭𝘪𝘬𝘦 𝘢𝘯𝘺 𝘳𝘦𝘱𝘰𝘳𝘵𝘦𝘳 𝘸𝘰𝘶𝘭𝘥 𝘥𝘰 *𝘢𝘩𝘦𝘮* 𝘈𝘭𝘺𝘢 *𝘢𝘩𝘦𝘮*—they chose to believe someone off of plain assumptions.
For someone who’s doing journalism as their career, they should know that rule number one is to always search for the truth. No matter what. Unless you want to be a 𝘵𝘢𝘣𝘭𝘰𝘪𝘥, then go right ahead! Yet, Alya doing this just proves that she’s a bad journalist.
Regardless of that, she still at least have one friend—𝘴𝘩𝘦’𝘴 𝘢 𝘧𝘳𝘪𝘦𝘯𝘥 𝘯𝘰𝘸 𝘣𝘦𝘤𝘢𝘶𝘴𝘦 𝘴𝘩𝘦 𝘤𝘩𝘢𝘯𝘨𝘦𝘥—that she can count on when times are tough. She’s getting tired though. Tired, anxious, and stressed. Especially since she has her duties as one of the guardians of Paris.
It gets too much sometimes. So much so that she can’t take it anymore. After two more years of this constant trend she decided it was time to ask her parents about transferring to another school.
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𝙼𝚊𝚢 𝟹𝟶𝚝𝚑, 𝟸𝟶𝟸𝟷 𝚃𝚘𝚖 𝚊𝚗𝚍 𝚂𝚊𝚋𝚒𝚗𝚎 𝙱𝚘𝚞𝚕𝚊𝚗𝚐𝚎𝚛𝚒𝚎 𝙿𝚊𝚝𝚒𝚜𝚜𝚎𝚛𝚒𝚎
The gentle patter of water hitting against the window helped calm her nervousness by just a tad. The trickled water cascaded down at an accelerating rate. The rain always brought flashes of memories. Both the food and the bad. It just depended on her mood. Today, was like most days ever since Leila came.
Her closet nowadays referenced to that. Currently she’s wearing a pink fluffy down-string hoodless hoodie with one pocket attached/across her stomach area. Her pants were light grey leggings, while her socks—𝘴𝘩𝘦’𝘴 𝘯𝘰𝘵 𝘸𝘦𝘢𝘳𝘪𝘯𝘨 𝘢𝘯𝘺 𝘴𝘩𝘰𝘦𝘴 𝘣𝘦𝘤𝘢𝘶𝘴𝘦 𝘪𝘵’𝘴 𝘳𝘢𝘪𝘯𝘪𝘯𝘨 𝘢𝘯𝘥 𝘴𝘩𝘦’𝘴 𝘯𝘰𝘵 𝘰𝘶𝘵𝘴𝘪𝘥𝘦—are white and elongated to the middle of her calves. Her navy black hair was loosely tied in a low half up ponytail. Her bluebell eyes shun with no emotion as she focused on the soft humming of the melody buzzing in her ears. The porcelain skin she bore turned a blush red around her cheeks and eye bags. It was a reminisce of her trying not to breakdown earlier. In her pocket was Tikki who put a comforting hand(?) on her, attempting to ease her worries.
She waited for her parents to get home from the grocery store so that she can have a conversation with them. She was impatient really. She at least found a lycèe that’s close by.
Roseheart Academy, a school for the arts and prestigious individuals. It’s a lycèe for the gifted, the strive to hone the student’s ability to the best of their potential. Another reason why she chose this lycèe was because of its strict no bullying policy. After her wrongful expelling at François Dupont she thought it wise to look at that for her reseauon different lycèes. Or at least make it her primary, and all the other offerings secondary. This lycèe seemed to reinforce it profusely and promptly. She’s grateful for that.
A soft jingle of a bell startled her out of her chaotic thoughts. It was the bell to their patisserie door. It was amazing how a measly sound could cancel the control of the stupor you were put in.
“Maman? Papa? Can I speak to you?” she asked, her voice just above a whisper. “Sure thing Marinette. Let us put our groceries away first.” her Maman responded while she headed toward their food storage. “Alright, may I help?” she asked, taking the bags from her papa’s forearms. She figured she’d offer a hand as it would get done faster. “Of course sweetie. We’d be happy to have your help.” her papa said with a gleeful smile.
It took about 15 minutes to put them all away, and in that 15 minutes she was contemplating on how she can start this talk with her parents. So far she was in between being nonchalant about it, or being a rambling mess like she usually is. She took a deep breath in before saying, “Maman, papa, I’ve decided that I want to transfer schools.” They looked at her in uncertain worry. “Are you sure Marinette?” her maman questioned her. “Yes, I’ve already picked out a lycèe. It’s called Roseheart Acade—Roseheart Academy?! But what about the cost?” her papa interrupted her. “I was planning on getting a scholarship.” she responded, easing her parents worry.
Maman and papa glanced at each other before looking back at her. “Do you have a back up if you don’t get the scholarship?” She nodded her head up and down as her form of saying yes. “Alright honey, we understand.” her maman said.
In the end, she was glad of being rid of Leila and her flock of sheep. No matter if this allows her(Leila) to win unconditionally.
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@𝐌𝐃𝐂𝐝𝐞𝐬𝐢𝐧𝐠𝐬 ☑️
𝙶𝚞𝚎𝚜𝚜 𝚠𝚑𝚘’𝚜 𝚐𝚘𝚒𝚗𝚐 𝚝𝚘 𝚁𝚘𝚜𝚎𝚑𝚎𝚊𝚛𝚝 𝙰𝚌𝚊𝚍𝚎𝚖𝚢!
𝟔.𝟓 𝐦𝐢𝐥𝐥𝐢𝐨𝐧 𝐥𝐢𝐤𝐞𝐬
#miraculous ladybug#mentions of other characters#felix the cat#Adrian Agrest was never Chat Noir#Felix is the original chat noir but better#the Justice league is mentioned#won’t go into more dept until book two tho#twitter is gonna be in this book but it’ll be more in book two
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Concorso Nazionale di inclusione sociale, bellezza e talento “Una Ragazza, un Ragazzo e un Bambino per lo Spettacolo”: svoltasi la finale regionale Lazio 4° edizione 2023 e la 3° selezione regionale Lazio del Concorso Nazionale di bellezza e talento “Una Ragazza per il Cinema” 36° edizione 2024.
Si è svolta domenica 12 Novembre, presso il Ristorante “Da nord a sud” di Roma, la finale regionale del Lazio del Concorso Nazionale di inclusione sociale, bellezza e talento “Una Ragazza, un Ragazzo e un Bambino per lo Spettacolo” 4° edizione 2023 del Patron Massimo Meschino (che è dedicato a bambini fino ai 13 anni, a ragazze, ragazzi, donne e uomini dai 14 ai 60 anni, ovviamente divisi per fasce di età, a donne curvy e soprattutto persone che nonostante le loro disabilità vogliono ancora mettersi in gioco) ed in contemporanea la 3° selezione regionale del Lazio del famoso ed ambito Concorso Nazionale di bellezza e talento “Una Ragazza per il Cinema” 36° edizione 2024 dei Patron Antonio Lo Presti e Daniela Eramo che è dedicato a ragazze dai 15 ai 25 anni.
L'evento è stato organizzato dalla MTM EVENTS composta dal Presidente Massimo Meschino, il Vice Presidente Thierry Mandarello ed il loro staff composto dai fotografi ufficiali Mario Buonanno e Manolo Ruggeri, dal regista ufficiale Michele Conidi, dalla coordinatrice Marika Berti e dalla Direttrice artistica del concorso Maria Pina Bellotti.
“Una Ragazza, un Ragazzo e un Bambino per lo Spettacolo” - Concorso Nazionale di inclusione sociale, bellezza e talento si differenzia da ogni altro concorso perché nasce, come appunto dice il nome, con lo scopo di includere socialmente tutte le persone che vogliono avvicinarsi a questo mondo ed in particolare a tutte quelle persone con problemi di handicap fisici e/o psico fisici che vorrebbero mettersi in gioco come tutti ma invece sono sempre esclusi dagli altri contest. Inoltre non punta alla ricerca esclusiva della bellezza dei concorrenti, ma tende ad individuare attraverso le numerose selezioni, elementi nuovi dotati di talento, personalità e dalle precise caratteristiche professionali per essere proposti nel mondo dello Spettacolo, della Moda, del Cinema, della Pubblicità e della Televisione.
38 i concorrenti che si sono contesi le ultime fasce a disposizione per la giornata ed il passaggio alla finale nazionale (Melissa Pelagaggi, Aurora Rossi, Martina Serventi, Maria Galatioto, Aurora Cigna, Giorgia Di Bernardo, Chiara De Gianni, Federica Viazzo, Larissa Andreia Olaru, Valentina Aureli, Marianna Fersula, Martina Amelia Lucente, Sofia Marino, Sofia Trifella, Gaia Dell’Armi, Cecilia Colantoni, Sara Corradini, Ilenia Cadaverò, Lisa Zoe Scardocchia, Cristel Mollo, Ana Dragan, Doriana Gallucci, Natalya Zhovnir, Lorenzo Valente, Michel Zanoboli, Julia Bednarz, Elvis De Gianni, Aurora Zordan, Mattia Georgian Lucente, Sofia Ruggero, Manuel Spallotta, Sofia Marangio, Alessandro Ventura, Vittoria Ventura, Alessandro Lucci, Giulia Lucci, Davide Zordan e Nausika Trentuno).
Dopo aver fatto i dovuti ringraziamenti alla location ospitante, ai partner del concorso (la filiera ortofrutticola Natura da baciare, Itop Officine Ortopediche, 3B Production Film, l'Accademia Arte nel cuore, il brand Matti Veri, Le Cinemà, Aob Magazine, PaeseRoma.it e Non solo video), si è passati a presentare i giurati a cominciare dalla vincitrice in carica della categoria Bambine Aurora Caretta, dalla stilista internazionale Elena Rodica Rotaru dalla ballerina professionista in danze caraibiche nonché titolare del brand “Matti veri” Elisabetta Valitutti, dalla stilista e regista Maria Berardi, dal regista e produttore cinematografico Pietro Borzacca, dalla hair stylist Marilena Bacanu e dal famosissimo tiktoker Federico Antoine.
Così, dopo i ringraziamenti e la presentazione dei giurati, si è svolta subito la prova talento dove i concorrenti che hanno voluto si sono esibiti per 90 secondi davanti la giuria in prove varie tra recitazione, ballo, canto, musica ed altre arti varie mentre chi non si è esibito ha sfilato con abito casual; poi ci sono state le altre uscite in abito elegante e costume, intervallate da interventi canori e cabarettistici del presentatore, cantante, imitatore e show man Antonio Delle Donne e da alcuni interventi del Presidente della MTM Events, Paton del Concorso “Una Ragazza, un Ragazzo e un Bambino per lo Spettacolo” nonché Agente regionale del Lazio del Concorso “Una Ragazza per il Cinema” Massimo Meschino che ha voluto spiegare come si svolgerà la finale nazionale e presentare i prossimi eventi che si svolgeranno. Si è poi proceduto alla premiazione finale, non prima di aver distribuito alcuni omaggi da parte dell'organizzazione, ovvero a tutti i partecipanti che partecipavano è stato consegnato un peluche a loro scelta.
Le tre fasce di accesso alla finale regionale 2024 di Una Ragazza per il Cinema Lazio sono andate a Martina Serventi, Sofia Marino e Valentina Aureli.
Per quanto riguarda Una Ragazza, un Ragazzo e un Bambino per lo Spettacolo, sono state consegnate 2 fasce di accesso alla finale regionale Lazio 5° edizione 2024 categoria Ragazze e sono andate a Marianna Fersula e Cecilia Colantoni, quella di Una Ragazza, un Ragazzo e un Bambino per lo Spettacolo 1° classificata categoria Ragazza a Lisa Zoe Scardocchia, quella di Una Ragazza, un Ragazzo e un Bambino per lo Spettacolo 1° classificata categoria Over ad Ana Dragan, quella di Una Ragazza, un Ragazzo e un Bambino per lo Spettacolo 1° classificata categoria Special a Doriana Gallucci, quella di Una Ragazza, un Ragazzo e un Bambino per lo Spettacolo Ragazza fedeltà a Sofia Trifella, quella di Ragazza Accademia L'Arte nel Cuore a Larissa Andreia Olaru, quella di Ragazza Itop Officine Ortopediche ad Aurora Rossi, quella di Ragazza Matti Veri a Federica Viazzo, quella di Ragazza 3B Production Film ad Aurora Cigna, quella di Ragazza MTM EVENTS a Natalya Zhovnir e quella di Ragazza Ristorante “Da nord a sud”, ovvero la ragazza più votata della giornata che si aggiudica anche la coroncina e l’accesso alla finale regionale del concorso “Una Ragazza per il Cinema” a Giorgia Di Bernardo.
Per la categoria ragazzi è stata consegnata la fascia di Una Ragazza, un Ragazzo e un Bambino per lo Spettacolo per l’accesso alla finale regionale Lazio 5° edizione 2024 categoria Ragazzi a Lorenzo Valente, e per la categoria over uomini è stata consegnata la fascia di Una Ragazza, un Ragazzo e un Bambino per lo Spettacolo 1° classificato categoria over uomini a Michel Zanoboli.
Per quanto riguarda invece la categoria bambini, la fascia di Una Ragazza, un Ragazzo e un Bambino per lo Spettacolo 1° classificata categoria Bambina è andata a Sofia Ruggiero, quella di Una Ragazza, un Ragazzo e un Bambino per lo Spettacolo 1° classificato categoria Bambino a Davide Zordan, quella di Una Ragazza, un Ragazzo e un Bambino per lo Spettacolo Bambino/a fedeltà a Mattia Georgian Lucente, la fascia di Bambina Le Cinemà a Julia Bednarz, quella di Bambina PaeseRoma.it ad Elvis De Gianni, quella di Bambino Natura da Baciare a Giulia Lucci e quella di Bambino Non Solo Video ad Alessandro Ventura.
Infine, per quanto riguarda l’ammissione alla finale nazionale che si svolgerà a Fiuggi (FR) nei giorni 1, 2 e 3 Dicembre 2023 con serata finale nel bellissimo e suggestivo Teatro Comunale, trattandosi di una edizione particolare il Patron Massimo Meschino ha deciso di ammettere tutti i concorrenti che vorranno partecipare ma che abbiano svolto già selezioni precedenti alla finale regionale.
La conduzione della giornata è stata affidata al bravissimo presentatore, cantante, imitatore e show man Antonio Delle Donne, la regia audio è stata affidata a Cristiano , fotografo ufficiale della giornata Mario Buonanno, regia Michele Conidi, coordinamento ragazze Marika Berti, la supervisione ovviamente affidata al Patron di “Una Ragazza, un Ragazzo e un Bambino per lo Spettacolo” nonché Agente regionale Lazio e Molise di “Una Ragazza per il Cinema” Massimo Meschino. https://youtu.be/97PNAeju0IA?feature=shared
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In conclusione, ricordiamo ancora una volta che il Concorso Nazionale di bellezza e talento “Una Ragazza per il Cinema” è un concorso diretto a ragazze dai 15 ai 25 anni di età mentre il Concorso Nazionale di inclusione sociale, bellezza e talento "Una Ragazza, un Ragazzo e un Bambino per lo Spettacolo" è un concorso per tutti diretto a bambini fino ai 13 anni, ragazze e ragazzi dai 14 ai 30 anni, donne e uomini over dai 31 ai 60 anni divisi in due fasce di età (31-45 e 46-60), persone curvy e soprattutto a persone con disabilità che hanno ancora voglia di mettersi in gioco.
Inoltre, per questo secondo concorso, si cercano Agenti regionali e/o territoriali per tante aree ancora scoperte sul territorio italiano.
Chi volesse partecipare alle prossime selezioni di entrambi i concorsi oppure di uno solo di essi o volesse altre informazioni, può rivolgersi a Massimo Meschino al numero 328/8954226, visitare i siti internet www.unaragazzaperilcinema.eu e www.agenziamtmevents.it in cui troverete tutte le info sia dell'Agenzia che dei concorsi stessi oppure visitate le pagine Facebook “Una Ragazza, un Ragazzo e un Bambino per lo Spettacolo” e “Una Ragazza per il Cinema Lazio e Molise”.
PH: MARIO BUONANNO
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Articolo di @likarotarublogger @elenarodicarotaru-blog
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fcs ocupados: sabrina carpenter, lorenzo zurzolo, ryan guzman, kennedy walsh, olivia dejonge. labels ocupados: the fervour, the icarian, the liar, the effervescent, the halcyon.
• você viu quem apareceu misteriosamente em minori? ALASKA RAE BLANCHARD tem 23 anos e dizem que foi até a fonte da juventude para ficar mais parecida com SABRINA CARPENTER. as cartomantes ainda disseram que ela fará muito sucesso como PROFESSORA DE MÚSICA, e que é conhecida como THE FERVOUR. ALASKA está em minori há DESDE QUE NASCEU, mais especificamente em VILLAGIO DI VENEZIA, e não esconde que é muito AMÁVEL, na medida que também é ANSIOSA. será que ela acredita nas lendas locais ou acha uma completa bobeira? • você viu quem apareceu misteriosamente em minori? PIETRO DE LUCA ROSSI tem 25 anos e dizem que foi até a fonte da juventude para ficar mais parecido com LORENZO ZURZOLO. as cartomantes ainda disseram que ele fará muito sucesso como ENGENHEIRO CARTOGRÁFICO, e que é conhecido como THE ICARIAN. PIETRO está em minori DESDE QUE NASCEU, mais especificamente em VILLAGGIO DI ROMA, e não esconde que é muito DETERMINADO, na medida que também é IMPULSIVO. será que ele acredita nas lendas locais ou acha uma completa bobeira? • você viu quem apareceu misteriosamente em minori? JULIAN MARRERO tem 30 anos e dizem que foi até a fonte da juventude para ficar mais parecido com RYAN GUZMAN. as cartomantes ainda disseram que ele fará muito sucesso como ATOR, e que é conhecido como THE LIAR. JULIAN está em minori há DESDE QUE NASCEU, mais especificamente em VILLAGGIO DI MILANO, e não esconde que é muito CARISMÁTICO, na medida que também é MENTIROSO. será que ele acredita nas lendas locais ou acha uma completa bobeira? • você viu quem apareceu misteriosamente em minori? BEATRICE PELLEGRINO tem 23 anos e dizem que foi até a fonte da juventude para ficar mais parecida com KENNEDY WALSH. as cartomantes ainda disseram que ela fará muito sucesso como VETERINÁRIA, e que é conhecida como THE EFFERVESCENT. BEATRICE está em minori DESDE QUE NASCEU, mais especificamente em VILLAGGIO DI ROMA, e não esconde que é muito CARINHOSA, na medida que também é PERFECCIONISTA. será que ela acredita nas lendas locais ou acha uma completa bobeira? • você viu quem apareceu misteriosamente em minori? ALLEGRA VITTORIA LUCCHESE tem 22 anos e dizem que foi até a fonte da juventude para ficar mais parecida com OLIVIA DEJONGE. as cartomantes ainda disseram que ela fará muito sucesso como TENISTA, e que é conhecida como THE HALCYON. ALLEGRA está em minori há DESDE QUE NASCEU, mais especificamente em VILLAGIO DI VENEZIA, e não esconde que é muito PROATIVA, na medida que também é ABSTRAÍDA. será que ela acredita nas lendas locais ou acha uma completa bobeira?
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Il Nardò segna, soffre e dilaga. Ugento fragile.
NARDO'-UGENTO 4-0
Goals: 42' Correnti, 80' e 85' Gatto, 89' Addae.
NARDO': (3-5-2) Galli; Trinchera, Fornasier, Calderoni; Mazzotta, Milli (91' Ria), Addae, Correnti, Lucas (78' Munoz); Gatto (90' Mossolini), Piazza (75' Lollo).
Reserve: De Luca, Biffero, Montagna. Trainer: Fabio De Sanzo
UGENTO: (4-3-3) Illipronti; Bedini (55' Grisley), Uneida, Navarro (20' Romano), Martinez; Lezzi, Amabile (60' Romero), Teyou (75' Ancora); Regner, Sanchez, Rossi.
Reserve: Di Donato, Ruiz, Inguscio, Amico, Granicelli. Coach: Mimmo Oliva.
Arbitro: Pasquale Mozzillo di Reggio Emilia
Assistenti: Danilo D'Ambrosio di Molfetta e Michele Bonavita di Foggia
Ammoniti: Calderoni, Lucas, Gatto, Addae (N) Sanchez, Oliva (U)
Un Nardò in formazione di totale emergenza fra infortuni, squalifiche e cessioni di mercato, batte l'Ugento, strappa una vittoria sofferta e incassa una prima fetta tangibile di salvezza. Non inganni il risultato, i granata sono riusciti a piegare l'Ugento solo nel finale di partita dopo aver strenuamente difeso il goal di vantaggio messo a segno da Correnti al 42' del primo tempo.
SI è giocato davanti ad una bella cornice di pubblico con presenza di tifosi ospiti in una giornata umida con terreno appesantito ma perfettamente praticabile. E proprio il terreno è stata la prima discriminante del match poichè i neretini si sono dimostrati più propensi all'agonismo e alla prevalenza vincente nei duelli. Ugento squadra tecnicamente valida ma leggera, più portata al palleggio di stampo ispanico su terreni sintetici e di piccole dimensioni.
Il Nardò ha cercato subito di far valere il maggior tasso tecnico e di esperienza ma almeno nella prima mezzora ha patito le assenze dei bomber titolari di peso come D'Anna e Maletic. Al 15' percussione di Milli con tiro sporcato che colpisce il palo interno e sfila fuori passando alle spalle del portiere.
Al 28' e al 38' il giovane Alessio Piazza ha avuto un paio di buoni palloni da mandare in rete ma in entrambi i casi i suoi tiri sono stati teneri e facilmente neutralizzati da Illipronti.
La continua spinta offensiva del Toro si trasformava in goal al 42', grazie ad un pallone rubato da Correnti a Martinez davanti all'area. La mezzala granata si involava verso la porta e batteva il portiere con un tiro sotto l'incrocio dei pali. 1-0 e tutti negli spogliatoi dopo una prima frazione di chiara marca neretina.
Nel secondo tempo Ugento proteso in avanti e Nardò arroccato dietro ma pronto a ripartire. Al 48' Addae su corner colpisce di testa, si accende una mischia che gli ugentini risolvono affannosamente.
L'Ugento comincia a macinare gioco, conquista diversi calci piazzati che però non impensieriscono Galli. oggi Sanchez aveva le polveri bagnate. Il Nardò non riesce a superare lo sbarramento del pressing giallorosso e concede diversi palloni nella propria area. Al 75' l'occasione più ghiotta per l'Ugento: cross dal fondo di Romano e Rossi, libero sotto porta, colpisce di testa mandando incredibilmente fuori. E' un duro colpo per gli ugentini che si disuniscono e concedono spazi alle frecce granata.
All'80' gran discesa di Correnti, palla in mezzo per l'accorrente Gatto con tiro immediato sotto la traversa: 2-0.
Ugento tramortito. All'85' Correnti imbuca per Gatto che si invola tutto solo verso la porta, salta Illipronti e deposita in rete.
Al 90' corner di Correnti, salta Calderoni e colpisce di testa, Addae sotto porta insacca e timbra il suo cartellino. 4-0 e tutti a casa.
Nel dopo partita annunciate dimissioni di Antico e staff dirigenziale. Non c'è mai pace per il Nardò neanche dopo una squillante vittoria.
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