#visit urla
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djtubet · 1 month ago
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URLA DI SILENZIO
Canzone costruita in carcere da Dj Tubet insieme agli studenti dei Licei C. Percoto e G. Sello e ai detenuti della Casa Circondariale di Udine all'interno del progetto "Il piacere della legalità? Mondi a confronto”
Rappo ciò che vedo con pazienza e coraggio; io so che il carcere è solo di passaggio. Penso a quanto manco alla famiglia là fuori; il dolore non ha tempo e nemmeno orologi. Non puoi tornare indietro, ciò che è perso è perso; chiuso dentro qualche metro, perciò cerco un senso la routine, tra attese e permessi, dove i volti e i luoghi son sempre gli stessi. Tra visite contate e mancanza d'affetti, l'amicizia è onestà a tutti gli effetti, sognando libertà e giustizia condivisa emozioni in subbuglio come una perquisa.
Urla di silenzio, Urla di silenzio siam voce voce di un tempo lento. Urla di silenzio, Urla di silenzio siam cuori umani, questo è ciò che sento.
Chi ha problemi fuori sta tranquillo, dentro qua abbiamo poche gioie, ma tanto tempo; la solidarietà qui è al cento per cento. Attendo il fine pena come inizio certo. Futuro incerto? tra pare di altre pene tra sogni logoranti e speranze a mo' di seme conviene spegnere la testa! Ricordi e affetti sono come coltellate dimmi fuori chi è che resta? Per rivederci liberi e far due passeggiate. Per il passato non ci giudicate male, noi sogniamo di riprendere una vita normale; c'è chi vuole essere riconosciuto padre, vedere i figli crescere e goderseli danzare.
Urla di silenzio, Urla di silenzio siam voce voce di un tempo lento Urla di silenzio, Urla di silenzio siam cuori umani, questo è ciò che sento.
I sogni non son miraggi o chiacchiere, chissà se avremo aiuti fuori dal carcere; il destino è un cammino da riscrivere Legalità e Libertà e nuova gioia di vivere!
Urla di silenzio, Urla di silenzio siam voce voce di un tempo lento Urla di silenzio, Urla di silenzio siam cuori umani, questo è ciò che sento.
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fujikoi · 2 years ago
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Si prepara a prenotare un vaccino a Milano, quando la madre la avvisa che lo avrebbe fatto con lei a Vicenza. Ma "una volta arrivata a Vicenza capisco che la sua posizione non era cambiata ma non glielo rimprovero¨.
Faceva meglio a stare zitta.
Prima dice che da sempre ha ricevuto cure ¨naturali¨ tranne quando non funzionavano o soffriva troppo? non mi é chiaro quali sarebbero le malattie che non richiedono ¨antibiotici, antidolorifici o cortisonici¨ poi però i genitori poverini sono vittime dei cospirazionisti durante la pandemia.
Durante il covid i miei ci cascano
Ok. Decide di ignorare i genitori per evitare discussioni e la televisione? e chiedere alla qualunque. Da notare che gli amici non sono tutti a favore del vaccino e ha già dichiarato che le posizione dei genitori era antiscentifica. Chiede anche a vari medici e decide quindi di prenotare il vaccino ma viene fermata.
Dopo numerose visite, "una volta fuori dal marasma della pandemia", decide di documentarsi e nota che quanto le dicevano i genitori "erano esattamente le teorie che sostenevano dei personaggi ignoranti in materia medica e chiaramente sopraffatti dalla paura". Poi, un giorno, la telefonata dalla questura da cui apprende di essere indagata: "Questa situazione mi urla in faccia che devo fare una scelta, prendere coraggio e fare la mia ultima mossa".
Tra l´altro le mancano diversi vaccini.
Dubito che durante i vari concerti fatti abbiano sempre fatto i tamponi.
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passidabimbo · 10 months ago
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messico sei tu che ridi, di tutte le cose che dico.
Messico sono il cibo che proviamo a mangiare e che alla fine mi ha fatto star male.
Notti insonni tra dolori, visite a medici e tu che strilli che non mi puoi fare la puntura perché no e io che me la faccio nel cesso da sola.
Giorni infiniti di noia e mille pasti che ti guardo fare, sabbia e tartarughe grosse così, che non vediamo ma immaginiamo, perché c'è vento, è peccato e fa anche un po' senso nuotare in mezzo ai pesci.
Messico è Maddi, Maddi che ride, Maddi che urla, Maddi che ride di nuovo perché la moa attività preferita è faeti ridere.
Messico sono bacini sulla fronte in dormiveglia, scendere da una barchetta dove l'acqua "solo alle ginocchia", invece dobbiamo portare gli zaini sopra la testa, di tour di messicani che ballano raggaeton e che ci lasciano in spiaggia perché parlo abbastanza spagnolo da farceli amici, buffet all you can eat che provo a mangiare e poi finisco a stare male. Messico sono notti insonni di dolori di pancia, visite a medici in cui parliamo tre lingue diverse ma alla fine ci capiamo, punture sulle cosce nei bagni pubblici, perché tu sei ICU ma non punturista, e io mi arrabbio ma ti voglio bene, perché Messico è Maddi, Maddi che mangia, Maddi che mi compra il pane, Maddi che strilla e si affeziona all'ultimo dei romantici, che quasi gli lascia la mancia.
Maddi che ride, che ride sempre di quello che dico "che è come lo dici che fa la differenza". E io ho scoperto che la mia attività preferita è farti ridere.
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istanbulitecom · 1 year ago
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Gault & Millau Türkiye 
Yes, you read it right! It's now in Türkiye too!
Shaped by more than a thousand years of various culture & traditions and social heritage, Turkish cuisine has diverse and distinctive flavors. We knew how special it was, however now with worldwide guides, it's official. We have world-class cuisine and chefs. Gault & Millau reached a total of 14 countries by adding Türkiye to its gastronomy network. It is one of the two most well-known and appreciated guides in the world of gastronomy.
Gault & Millau believes authenticity of each chef's restaurant so they become a compass for those who would like to get the feel of gastronomy in every aspect. They bring new points of view to the gastronomy world with their unique point system and detailed evaluation.  Restaurants and chefs are rated up to 20 points in different categories such as food quality and taste, service quality, pricing, restaurant decoration, and atmosphere. High-scored restaurants win 1 to 5 chef hats according to their score.
Here's the list of winners: 
Best Restaurant of the Year - Neolokal - İstanbul
Best Chef of the Year - Fatih Tutak (Türk Fatih Tutak) - İstanbul 
Youngest Chef of the Year - Kemal Can Yurttaş (Aila) - İstanbul 
Best Female Chef - İnanç Çelengil (Aman da Bravo) - Bodrum
Best Pastry Chef - Ghislain Gaille (Vakko Patisserie) - İstanbul
Best Food Design - Görkem Özkan (Aqua) - İstanbul  
Best Sommelier - Süleyman Şen (Sunset Grill & Bar ) - İstanbul 
Best Wine Menu - Şans Restaurant - İstanbul 
Best Chocolate Venue - Butterfly Chocolate 
Best Bar - Lucca - İstanbul & Bodrum
Best Mixology Venue - The Townhouse - İstanbul
Best Hospitality - Argos in Cappadocia - Cappadocia
Prestigious Tables Winners (4 hats) 
Türk Fatih Tutak  - Fatih Tutak - İstanbul
Neolokal - Maksut Akşar - İstanbul 
Excellent Table Winners ( 3 hats)
Sanki by Nagaya - Hiroko Shibata - İstanbul
Arkestra - Cenk Debensason - İstanbul 
Nicole - Serkan Aksoy - İstanbul
Mikla - Cihan Çetinkaya - İstanbul 
Casa Lavanda - Emre Şen - İstanbul 
Aqua - Görkem Özkan  - İstanbul
Vino Locale - Ozan Kumbasar - Urla 
Teruar Urla - Osman Serdaroğlu - Urla 
Od Urla - Osman Sezener - Urla
Chef's Table ( 2 hats)
Yeni Lokanta - Civan Er - İstanbul
Tuğra Restaurant - Emre İnanır - İstanbul
Sunset Grill & Bar - Fabrice Canelle - İstanbul 
Gallada - Özgür Taylan Yücel - İstanbul
Lokanta by Divan - Volkan Arık - İstanbul 
Chalet - Soner Kesgin - İstanbul 
Araka - Zeynep Pınar Taşdemir - İstanbul 
Alaf - Murat Deniz Temel - İstanbul
7 Mehmet - Mehmet Akdağ - Antalya 
Narimor Urla - Atilla Heilbronn - Urla
Aman da Bravo - İnanç Çelengil - Bodrum
Sakhalin Bodrum - Vladimir Mukhin - Bodrum
Maça Kızı - Aret Sahakyan - Bodrum
Kitchen Bodrum - Osman Sezener - Bodrum
Reserved Cappadocia - Mehmet Gök - Cappadocia 
Nahita - Ömür Akkor - Cappadocia
First Michelin, now Gault & Millau.. we are excited about what's coming next and the new place of Turkish cuisine in the world!
Congratulations to all the chefs and restaurants.  
If you'd like to try some of them during your visit contact us here. 
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sylvinuk-turkey · 1 year ago
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Today was another long day but a good one!
We spent the night at our family friend Mehmet’s house, which we could tell the inside was lovely, but could only imagine what outside looked like in the dark when we arrived last night. In the morning, looking out the window and off the terrace of our 2nd floor room it was a beautiful property.
PS. Mehmet knows my nonno (Italian grandfather). They met Mehmet’s first year in grad school at university of Philadelphia where my grandfather was his “mean” academic advisor. I say mean because as Mehmet tells the story, he came to nonno after a month or so into the first semester saying “I have too much on my plate, too many hours. Why did you let me take so many?” And my nonno replied something like, “so many of you international students come thinking you’re so smart, you had to learn for yourself.”
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Anyway, they had prepared a lovely Turkish breakfast on the lower terrace which I promptly forgot to take photos of. But like normal Turkish breakfast included a mixed fruit plate (pears and orange slices), a mixed veggie plate (cucumbers, tomatoes and long peppers which are a specialty here in Turkey), cheese, simit and bread, scrambled eggs and of course Turkish tea.
After our leisurely breakfast and great conversation, about Mehmet’s companies and how he’s doing some user research of all things, we started our drive towards Efes (aka Ephesus in English). On our way out of town we saw many wineries, turns out Urla and the surrounding area is known for its wineries. Mehmet said more are being built every day, sadly at the expense of the local surrounding forest.
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We were meeting up with Allan and Frank at 1:30p. Reminder, we met up with Allan in Istanbul at the start of their trip, and they’ve since also gone to Cappadocia and on a boat trip. This was the trip my parents were going to take with them, but we’re sadly not able to. Gokay’s parents ended up taking my parents spot on the boat and the four of them had a lovely time.
Anyway, Frank and Allen were coming from the boat (Gokay’s parents went back to Selimiye), and we’re meeting us at Efes for a guided tour. Mehmet, Julia (his wife), Gokay and I were arriving a little early and decided to stop at the “Virgin Mary House” which is about a 10 min drive up the hill from the Efes “upper entrance” where we were meeting them and the guide.
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The Virgin Mary house was a quick visit. It’s a 2-3 room stone “hovel” that had been turned into a church honoring the Virgin Mary. You go in one door and out the other in a minute or two. Honestly, the walk from the parking lot to the site was longer (and longer on the way back because it was up hill). Then we drove back down the hill and waited ~10 minutes at the touristy cafe across from the upper entrance eating an ice cream bar.
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Once they arrived we used the restroom, added more sunscreen and we were off. It was a 2 hour tour from the upper gate to the lower gate. Such a large city of incredible ruins, and we haven’t even uncovered half of it! The guide said they’re actually doing that on purpose as things are much better preserved and secure underground. The ruins spanned from 3000 BC to 300AD (ish). It went from a pagan site, to Greek, to Roman, to Christianity. So there are pegan temples turned churches, the theater is Greco-Roman (Greek because they had to build up a hillside, roman because they didn’t think people would pay attention with a view so they put a building backdrop). One statue, or what was left of one (photo above) showed they knew the world was round, but that information was lost. They had a library, which we took a picture in front of. They also had plumbing and heating including inside these 7 incredible “terrace houses” they’ve uncovered (photo below). It was amazing!
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Once we finished we had a little snack at a local shop near the street bazar, since it was Saturday. Then Gokay and I had a van bus to catch, while Allen and Frank made their way to Izmir for their last day in Turkey. So we said quick goodbyes and went our separate ways.
Our van bus went to Aydin, where we had to wait an hour to take a different bus to Marmaris at 7:30p. We stopped in 3 places on the way plus two police stops, so we didn’t get to the Marmaris bus station (otogar in Turkish) until 10:20ish. Then we had to take a taxi to pick up a rental car. Then Gokay drove the manual transmission car 45 minutes through the dark curvy mountain roads to Selimiye. We arrived around 11:45p, after having taken 6 types of transportation today!!! Phew!
His parents were so sweet to stay awake but we all were in bed around 12:15a or so.
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monologhidiunamarea · 2 years ago
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Prendo questo post per confessarmi con me stessa.
Mesi fa mi hanno diagnosticato un tumore all'utero. Da quel momento è stato un calvario tra operazioni e radioterapia e visite , mille visite. In tutto questo non potevo fermarmi , stare ferma ,piangere e stare giornate a letto. La vita non aspetta che tu ti riprenda dai colpi che lei stessa ti dà. Quando dopo l'operazione volevo dire basta ricordo che ci fú una persona che mi disse :" è questa la donna che ho conosciuto?" Mi scattó qualcosa dentro , io non mi sono mai arresa a nulla , così presi tutte le cose buone le misi insieme...
Avrei mai potuto smettere di vedere la mia piccola sorridere?
Avrei mai potuto smettere di sentire il vento sulla pelle?
Avrei mai potuto smettere di perdermi nei dettagli in un museo o in una mostra?
Avrei mai potuto smettere di emozionarmi sentendo un testo di una canzone?
Avrei mai potuto smettere di lottare per quello che mi sono costruita sempre a volto scoperto ?
Avrei mai potuto smettere di guardare il mio amato mare?
No....la donna che sono non molla , trema , cade , si rannicchia su se stessa , piange, urla ma non molla mai un cazzo di niente.
Non permetto a niente e a nessuno di rubarmi il tempo se penso che quel tempo sia necessario per me. E per essere necessario deve farmi perdere il fiato. E allora.... io sono padrona della mia vita , delle mie scelte , del mio essere , del mio sentire.
In questi mesi l'unica cosa che aspettavo di dire veramente e realmente è : Grazie a quella persona di aver preso uno specchio invisibile e avermi mostrato cosa io sia capace di essere.
Vivete sempre a modo vostro e qualsiasi modo sia rendetelo unico.
La mia battaglia l'ho vinta.
Sto vivendo il tempo della mia vita adesso, senza filtri, paure, nessuno può farmi niente. Mi sveglio la mattina e penso: dico tutto, faccio tutto, tanto che fanno, mi licenziano? Farò un sacco di cose in questi mesi che verranno, perché non ho più limiti... ma non aspettate di avere un cancro per fare la stessa cosa.
Michela Murgia
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corallorosso · 3 years ago
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“Cosa significa essere un medico nero a Chioggia nel 2021. È il 2 giugno, stai aspettando con la tua bimba che il suo papà torni dal lavoro per mangiare una pizza. Invece ti arriva una telefonata in cui lui ti dice con voce strozzata che ha chiamato la polizia perché lo stanno inseguendo in moto e lo vogliono picchiare. Se sei un medico fiscale nero e lavori a Chioggia è questo quello che ti succede. Succede che in orario di visita un uomo che non era in casa, avvisato telefonicamente dai vicini, arriva in bicicletta indossando il costume e invece di giustificare con vergogna la propria assenza, ti sequestra chiudendo il cancello della palazzina e ti minaccia ripetutamente di morte. Succede che avvicina la mano a un bastone mentre ti urla "Negro di merda, da qui non esci vivo", "Non puoi venire in Italia a fare il cazzo che ti pare", “Tu mi firmi che ero in casa o ti spacco la testa”, poi ti strappa il tablet dalle mani e lo scaraventa su un muretto rompendolo in mille pezzi. Succede che tutto avviene davanti ai vicini affacciati alle finestre e ai cancelli e, mentre tu chiedi "Per favore chiamate la polizia", "Per favore aprite il cancello", loro ti guardano sghignazzando, si piazzano sulla sedia che lui ci ha messo davanti per bloccarti la strada e si prendono gioco di te "No, adesso te la vedi con lui". Succede che nonostante le tue richieste di aiuto di fronte a un uomo violento, nessuno viene in tuo soccorso o prova a calmarlo. Anzi, mentre tu tenti di chiamare il 112 in un momento di distrazione dell'uomo, le vicine lo informano che hai chiamato la polizia, che hai il cellulare nascosto tra i fogli e lui te lo strappa privandoti della tua unica possibilità di salvezza. Succede che per salvarti la vita vieni obbligato a sottoscrivere il falso e quando finalmente riesci ad allontanarti e ad entrare nella tua auto, l'uomo ti raggiunge per dirti "Sei morto, ti vengo a prendere" e con violenza inaudita divelle la maniglia della portiera dell’auto di cui stai pagando le rate, per scagliarla contro il tuo finestrino. E mentre tu tenti di andartene, un altro vicino gli offre un passaggio in moto per inseguirti mentre scappi. Perché sei nero. Non importa se sei la persona più buona e corretta del mondo, se ti sei laureato in medicina a Padova, se parli italiano meglio di un madrelingua, se ti presenti sul lavoro sempre ben vestito e con un cartellino identificativo, se sei sempre cordiale ed educato. A Chioggia sei un nero di merda. E dopo mesi di lavoro in una città tanto ostile ti abitui alla maleducazione della gente che ti accoglie sempre con un "Che cosa vuoi? Vattene da qui" senza mai lasciarti il tempo di dire chi sei. Ti abitui alla sconcertante mancanza di vergogna di tutti quelli che ti intimano di andartene mentre sei seduto in macchina ad aspettare tranquillo l'orario delle visite. Ti abitui ad ascoltare il loro agghiacciante "Eh sai (dandoti rigorosamente del tu), ci sono stati dei furti qui in zona" quando chi ha provato a cacciarti malamente è il destinatario della visita fiscale. Ti abitui al macellaio del paese che, dopo aver parlato mezz’ora serenamente con te e averti indicato alcuni indirizzi impossibili da trovare , chiama la polizia dicendo che c'è un uomo sospetto davanti al suo negozio. Ti abitui all'ignoranza razzista di una comunità che ti fa tornare a casa ogni sera con l'amaro in bocca, un senso di inadeguatezza e di profonda tristezza. Cerchi perfino di giustificare la signora che, dopo averti fatto entrare e accomodare in casa per procedere alla visita, scappa improvvisamente impaurita per le scale urlando "Mi vuole derubare, mi ha spruzzato qualcosa in faccia" perché a distanza di due metri da lei hai pulito col disinfettante il tablet prima di appoggiarlo sul tavolo per tutelare la sua salute. Chissà se qualcuno si è chiesto quanta paura abbia provato l'uomo nero vedendo arrivare il vicino di casa che brandiva un cacciavite. È troppo per un uomo. È troppo per un bravo ragazzo. È troppo per la società del ventunesimo secolo. È troppo per me, che lo amo e non posso continuare ad aver paura di non veder rincasare la sera il meraviglioso padre di mia figlia. Non è più ignoranza, maleducazione o stupidità. Questa è violenza. Violenza del branco.” Francesca Moro, moglie del medico aggredito a Chioggia
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gelatinatremolante · 3 years ago
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Siamo al primo dicembre e ho già detto ll primo: "Non penso che ci rivedremo prima quindi buon Natale!". Mi sento come Scrooge di Il canto di Natale quando si risveglia dopo aver ricevuto le visite dei tre spiriti e urla felice buon Natale a chiunque incontra per strada.
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How different would MCD be if Aphmau spawned by Falconclaw or Meteli originally?
Pretty different. Like the entire plot would be different.
This is all based off of rewrite/HC versions of the villagers and Aphmau, since I can’t say for sure what would happen based off of canon, since we know so little about the towns in the series.
Meteli
If she spawned in Meteli, she wouldn’t have ever become lord… probably. When she’d spawn would probably be during the debate between Hayden and Kenmur over lordship, and either just before or right after Cadenza disappears. Either way, she’d probably be blamed. I feel like her first ever main arc would be proving she was innocent and trying to find Cadenza, probably with Laurence’s help. And from there she’d mostly go on adventures to save Castor, or retrieve things from Brightport for Meteli (which could open the possibility for Werewolf village plot lines, which is fun) and doing chores for Urla after ‘stealing’ her cats.
I’m not sure how they would get into the like MAIN plot, or even explore her past, but if I come up with an idea I’ll let you guys know.
FalconClaw
This would have to be either before FalconClaw fell or immediately afterwards. And I’ll explain both.
Also since we know nothing of FalconClaw in canon it’s like impossible to apply anything I say to the actual series and it’s all based off of my rewrite version of FC
Okay, so if she spawned before, she would probably spend a while in the infirmary until she was fully recovered. Because like a lady passed out inside of the forest usually isn’t a sign of brilliant health. But after her recovery, she would be visited by Aaron because, well, she’s an outsider, she needs to be assessed. Since she’s native, she speaks old Ru’aune and she looks pretty harmless, she’d be allowed free roam, but she’d have to stay in an elder’s home for a while until a house was built for her to live in. She would be expected to help out with building her home, whether by helping the builders with everyday chores (feeding them, washing their clothes, etc), gathering materials or actually building it. She’d eventually start being trained to fight, since Rewrite!falcon claw is a warrior village (they’re in close proximity to O’khasis, it’s be a warrior village or be invaded). She’d also probably get tattoos and an ear cuff (FalconClaw culture) and when her powers are found out, she would be trained to use them to help out. The ‘church’ would practically adopt her, and she would probably end up close to Lily and end up babysitting some village kids on her free days. When Zane comes, she’d die. Since everyone did. So that’s fun.
If she spawned after the fall of FalconClaw, either just after it all happened or whilst Aaron was still moping around there, she would end up just travelling around with Aaron. At first he wouldn’t trust her, he would probably think she was the cause of the death of everyone in his village, but he wouldn’t be able to, in his right mind, leave her naked tired and alone in the forest. So he would dress her, feed her, let her have some rest, before taking her to Nahakra village (it’s the closest village to FalconClaw). He would try to leave her there, but after she uses her powers, he decides to look after her to make sure no one tries to kill her for what she can do. He would train her, she would heal his injuries, very equal relationship between the two of them. As her powers grow, he would become more and more convinced that she was a blessing sent to make things better after what happened to his village. And she would urge him to murder Zane. Because revenge is an idea that sounds fun to her. I’m not sure what would happen from there
I’ll probably change/progress upon these ideas later, but these are my thoughts for now! :)
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fridagentileschi · 2 years ago
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Quando i bambini visitano un macello.
Un insegnante ha avuto la giusta idea di organizzare una gita scolastica, per i suoi studenti, in un macello. Questo è quello che è successo a 18 studenti di una scuola elementare di Ohama, Nebraska, che hanno partecipato alla visita guidata in un macello per la “produzione di carne di manzo".
Risultato: bambini inorriditi da come le mucche vengono “trasformate” in carne. Alcuni hanno vomitato e molti hanno pianto.
Il loro insegnante, Maxwell Barnes, ha dichiarato: "Non ci ho visto niente di male. All'inizio di quest'anno, abbiamo fatto un viaggio in una fabbrica di cioccolato. I bambini sono curiosi di sapere da dove proviene il loro cibo. Non credo ci sia niente di male nel mostrare loro da dove viene la carne."
I bambini sono stati guidati attraverso la struttura dalla zona di carico, dove le mucche entrano nell'edificio, fino al processo di stordimento dove i loro cervelli vengono trivellati con una pistola da macello.
"Alcuni dei bambini hanno iniziato a piangere a quel punto", dice Dan Smith, il supervisore del mattatoio. "Abbiamo detto loro che faceva parte della produzione di carne bovina che si trovava negli hamburger, ma questo non sembra servire a molto."
La visita ha poi raggiunto il suo apice quando i bambini sono arrivati nella stanza dove le mucche vengono incatenate alle zampe posteriori e poi tagliate per essere dissanguate. "Ho visto un ragazzino vomitare", ha detto Smith. "E poi c'erano urla e altri bambini che vomitavano ovunque. Abbiamo provato a calmarli ma a quel punto era fuori controllo. Questi ragazzi erano sotto shock, non hanno nemmeno finito il tour."
Speriamo che questa iniziativa possa essere di esempio anche per il nostro sistema scolastico. Ci auguriamo che le visite ai mattatoi diventino obbligatorie e i genitori carnisti dovranno accettarlo in silenzio. Dal momento che sostengono che “non c’è nulla di male nel mangiare carne” allora significa che “non c’è nulla di male nel vedere come viene ottenuta”.
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der-papero · 4 years ago
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Andiamo a rubare con Papero - Lezione 2 (parte 1) - Come diventare anonimi
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A mio parere, questa è una delle lezioni che dovrebbe insegnare di più, a tutti, buoni e cattivi. La divido in due o anche in tre, per evitare di farla diventare troppo lunga. Se riesco, con i miei limitati mezzi, a trasmettervi a pieno il contenuto di questa lezione, Internet per voi non avrà più segreti, indipendentemente dal fatto che vogliate usarla come risorsa per aiutare il prossimo o per danneggiarlo. E lo farò utilizzando la storia di
Lapo Folletto e Joe Farina Doppio Zero
Come abbiamo visto nella scorsa lezione, usare il software giusto è importante, per rendere quanto più piccola possibile la nostra impronta, mentre gironzoliamo in giro per il webbe ed essere così immuni dal Traffico Scajola.
Facciamo finta che siamo diventati bravi ed esperti e siamo certi che, a fronte di una connessione che intendiamo creare, ne esiste davvero una e una sola.
Prima di iniziare, un piccolo glossario per la nostra storia.
Il casolare => il vostro PC
Lapo Folletto => voi utenti di Internet
Joe Farina Doppio Zero => il servizio al quale volete accedere (FB, il vostro pusher, quello che vi pare)
il postino Infamone Soffia, dipendente Telecómme => il vostro provider, che in gergo tecnico fa, in questo caso, da gateway
Mamma Santissima Inc. => azienda che fornisce servizi VPN
il postino Bellazio, dipendente della Raccomandami s.r.l. => provider della azienda che fornisce servizi VPN, il suo gateway
La nostra storia inizia con il signor Lapo Folletto, che abita nel casolare in via Garibaldi, 1000, Rispettabilandia (= indirizzo IP del signor Lapo), e ha bisogno di bamba da pippare, disponibile presso l’unico fornitore al mondo, il signor Joe Farina Doppio Zero, che vive in via Unatirata 22, Comecazzoveparistan (= indirizzo IP del signor Joe).
A Rispettabilandia sono tutte brave persone ed è vietato per legge vendere e/o pippare droga, mentre in Comecazzoveparistan, beh, lo dice il nome del paese stesso. L’unico modo che ha Lapo per comunicare con Joe è scrivere dei messaggi su un foglio, che consegna al postino Infamone Soffia, il quale poi provvede a consegnarli a Joe, che prepara il sacchettino e lo consegna al postino, che recapita il prezioso carico a Lapo. Cosa molto importante, il postino può leggere il contenuto del messaggio, sempre, e Lapo può solo parlare col proprio postino. L’obiettivo di Lapo è avere regolarmente la sua bamba ed evitare i perfidi sbibbi, che anche in questa storia fantastica sanno farsi voler bene.
Immaginate il casolare di Lapo come una casa con tantiiiissime finestre. E’ la prima volta che Lapo acquista la merce da Joe, quindi fa quello che faremmo tutti, ovvero scrivere il seguente messaggio (che a volte avete sentito chiamare col termine trasmissione in chiaro, ad esempio quando visitate un sito con l’indirizzo HTTP):
A: Joe - Via Unatirata, 22 - Comecazzoveparistan
Da: Lapo - Via Garibaldi, 1000 - Rispettabilandia
Caro Joe,
ti prego di mandarmi 2 gr. di bamba quella buona, non quella tagliata a cazzo di cane. Ho bisogno di tirarmi su e fatturare al TOP, con le pippate giuste andrà tutto alla grande!
A presto, Lapo
A questo punto, Lapo si affaccia da una finestra a caso e urla “AAAAA ‘NFAMONEEEE” (si chiama così, non lo sta insultando), “TIE’, RECAPITA QUESTO!”.
Il postino Infamone Soffia, un nome una garanzia, fa quello che prevede il suo lavoro, ma fa pure una soffiata alle Autorità di Rispettabilandia, che si presentano alla porta del povero signor Lapo.
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Il nostro rispettabilissimo sig. Lapo finisce dentro, purtroppo.
E mentre è in cella riflette ... ma come cazzo hanno fatto a beccarmi? mmm ... Joe sta a Comecazzoveparistan, non gliene frega niente ... mumble ... è stata quella merda dell’Infamone!!! 🤬 Ha letto che volevo la bamba e mi ha cantato agli sbibbi! Quel figlio di puttana! ... Ho capito come fare! La prossima volta scriverò un messaggio in codice, così col cazzo che mi becca!
Motivato a tentare di nuovo, prova ad uscire dopo qualche mese, mettendo in scena un sequestro di persona per ottenere dei soldi e pagarsi la cauzione. Se fossimo in un mondo normale qualcuno gli risponderebbe col gesto dell’ombrello facendogli fare una figura di merda, ma siamo a Rispettabilandia e tutto è possibile, quindi Lapo torna a vedere la luce del sole.
Nel frattempo gli sbibbi gli hanno pure incul ... ehm ... sequestrato la bamba, quindi è costretto a comprarsene altra. Scrive un nuovo messaggio, stavolta più ambiguo (che a volte avete sentito chiamare col termine trasmissione criptata, ad esempio quando visitate un sito con l’indirizzo HTTPS):
A: Joe - Via Unatirata, 22 - Comecazzoveparistan
Da: Lapo - Via Garibaldi, 1000 - Rispettabilandia
Caro Joe,
scusa se non ti ho scritto di recente, sono stato fuori città, avevo bisogno di stare un po’ al fresco. Ho voglia di fare un dolce di quelli che vendono bene, e per la guarnizione ti prego di mandarmi 2 gr. di zucchero a velo, il migliore che hai. Con lo zucchero giusto, farò affari d’oro!
A presto, Lapo
e chiama, sempre da una finestra a caso, l'Infamone.
Il postino, che essere infami è più di un nome, è una scelta di vita, trasmette il messaggio e recapita un pacco con su scritto ZUCCHERO A VELO, e fa di nuovo la soffiata. Tanto per cambiare, fuori la casa di Lapo ...
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Il nostro Rispettabilissimo finisce di nuovo dentro, aripurtroppo.
E mentre è in cella riflette ... ma come porcaputtanaetroiamaiala hanno fatto a beccarmi? mmm ... Joe sta a Comecazzoveparistan, e continua a non fregargliene ... mumble ... è stata quella merda secca e lurida dell’Infamone!!! 😡🤬💣🔪 Ha visto l’indirizzo di Joe, e non ci è cascato!!! Maledetto, già alle elementari faceva il soffia con le maestre, bastardo infame!!!
Ritornato a casa dopo un anno (saremo pure a Rispettabilandia, ma fessi per due volte di fila anche no), Lapo è disperato, sa che come appena ci prova, all’Infamone basta guardare l’indirizzo di destinazione e fare la soffiata agli sbibbi con il suo indirizzo sorgente, anche se sul messaggio scrivesse soltanto salutem ‘a soret, tanto basta per metterlo dentro. E poi gli sbibbi gli hanno di nuovo incul ... ehm ... sequestrato la bamba.
Un bel giorno, tra la pubblicità nella cassetta della posta, trova un volantino della Mamma Santissima Inc.:
Problemi con l’Infamone? Tranquillo, garantiamo noi anonimità e sicurezza! Chiamaci! Con pochi euro al mese, potrai scrivere a chi vuoi, senza preoccuparti di essere cantato!
Lapo fa i salti di gioia, finalmente potrà tornare a pippare, in culo all’Infamone e agli sbibbi!
Chiama il Call Center della Mamma Santissima Inc., risponde stranamente una persona con uno strano accento siculo.
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MS: Non se preoccupi, ci pensiamo noi a vossiiiia. Scriva pure il suo messaggio, ma lo chiuda con questo lucchetto e lo spedisca a noi. Ci occupiamo poi noi di quel fetuso! Baciamo le mani!
Lapo: Ma è legale da voi comprare la bamba?
MS: Minchia, legale é ... più o meno ... fidarsi deve, picciotto, ga-ran-ti-to!
Lapo è al settimo cielo, anche solo per la goduria di metterlo a quel posto al postino (scusate il gioco di parole). Sottoscrive felice un contratto con la MS e riceve lucchetto e chiave.
Prepara un nuovo messaggio, usando quella che, comunemente, viene indicata come trasmissione tramite VPN:
A: Mamma Santissima Inc. - Via Arancin*, 70 - Paaalemmmo
Da: Lapo - Via Garibaldi, 1000 - Rispettabilandia
**** SE NON HAI LA CHIAVE *****
schemo chi legge
***** SE HAI LA CHIAVE *****
A: Joe - Via Unatirata, 22 - Comecazzoveparistan
Caro Joe,
finalmente mi son levato dalle palle quel pezzo di merda dell’Infamone, quel figlio di una grande bagascia mi ha messo al gabbio, e come cazzo facevo a scriverti? Mandami subito, e dico SUBITO, 4 gr. di bamba come cazzo è è, perché è un anno e un mese che non pippo, e sto andando fuori di testa. MUOVITI!
A presto, Lapo
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Trionfo del fatto di farla franca, urla da una finestra a caso
MUUUAAAHAHAHAHA AAAA ‘NFAMONEEEEE, TIE’, CONSEGNA STO’ MESSAGGIO!!!
Il sig. Soffia stavolta è sorpreso, Lapo scrive alla Mamma Santissima Inc., una azienda nota a livello mondiale per la sua correttezza, trasparenza e professionalità. Nel messaggio, non avendo la chiave che apre il lucchetto, riesce solo a vedere un criptico scemo chi legge. Altro non può fare che consegnare il messaggio alla reception della MS, dove trova un signore poco cordiale che gli fa:
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CHE MINCHIA VUOI, AAAHH?? FATTE LI CAZZI TUA, SE CI TIENI ALLA FAMIGGHIA!
La Mamma Santissima Inc. riscrive il messaggio:
A: Joe - Via Unatirata, 22 - Comecazzoveparistan
Da: Mamma Santissima Inc. - Via Arancin*, 70 - Paaalemmmo
Caro Joe,
finalmente mi son levato dalle palle quel pezzo di merda dell’Infamone, quel figlio di una grande bagascia mi ha messo al gabbio, e come cazzo facevo a scriverti? Mandami subito, e dico SUBITO, 4 gr. di bamba come cazzo è è, perché è un anno e un mese che non pippo, e sto andando fuori di testa. MUOVITI!
A presto, Lapo
Un dipendente milanese, assunto dalla sera alla mattina chissà come, chiama il postino da una finestra dell’azienda a caso
ooooohhhhh Bellazio! C’è da consegnare un messaggio, figa!
Il postino Bellazio, che lavora esattamente come l'Infamone, ma gliene fotte solo del 27 del mese, si fa i cazzi suoi e fa le sue consegne.
Joe è un po’ perplesso, scrive un certo Lapo che gli ricorda qualcuno, ma il messaggio arriva da questi tizi di cui non ha mai sentito parlare. Ma sa che tanto basta che lo pagano, sticazzi di chi scrive, e fa il suo lavoro. MS, una volta ricevuta la merce, la rilucchetta, ci scrive sopra coglione chi annusa, e la riconsegna all’Infamone, che altro non potrà fare che consegnarla a Lapo, visto che è un pacchetto che arriva nientepopodimenoche dalla rispettabilissima e onorata MS, conosciuta anche presso gli sbibbi come onestissima e integerrima, e non gli va di leggere l'etichetta senza lucchetto, per evitare di fare la fine di scemo chi legge. Lapo ha la chiave per aprire il lucchetto, e finalmente si BAMBA! 🥳
Lapo è una persona felice. Per mesi parla con Joe tramite la VPN ... ehm ... tramite la MS, pigliando per il culo l'Infamone e pippando con regolarità.
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Però, un brutto giorno ...
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diceriadelluntore · 4 years ago
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La storia di questo saggio, magnifico e che mi ha davvero emozionato, nasce per caso. L’autrice, Fernanda Alfieri, filologa, è in un grande archivio romano alla ricerca di documenti su un gesuita del Cinquecento, quando, nella collana della Miscellanea, appare un faldone di documenti, intitolato Esorcisazione di Maria Antonina Hamerani, ritenuta ossessa (1834-1835). Poco più sotto, con una correzione a matita, Maria Antonina viene corretto in Veronica. Il faldone è corposo, oltre 300 fogli scritti da diverse mani, spesso in grafia minuta, copiati da altri appunti, in fogli scritti fronte retro. Inizia così un viaggio dai contorni suggestivi della Alfieri su questi documenti. Scopre che tra la fine del 1834 e l’inizio del 1835, Veronica Hamerari, figlia di Giovanni, ultimo discendente di una prestigiosa e famosissima famiglia di incisori (soprattutto dei papi, ma anche delle più grandi aristocrazie europee) viene visitata nel suo appartamento di Via Sant’Anna, nel Rione Sant’Eustachio di Roma, da due padri Gesuiti, chiamati dalla famiglia per gli strani atteggiamenti della giovane Veronica, ultima loro figlia, di 19 anni. Urla, movimenti del corpo strani, scatti, voci cavernose che provengono dal suo esile corpo. Il fulcro della vicenda è il diario dell’Esorcisazione, che i gesuiti tengono delle visite e delle pratiche che operano per salvare l’anima della pia ragazza. Ma è solo la punta dell’iceberg, perchè la bravura e il lavoro immane di ricerca delle fonti della Alfieri fà che in ogni capitolo si apra la storia di coloro che assistono alle pratiche, che siano i padri Gesuiti, o di altri ordini monastici, che siano i medici chiamati a dare un consulto. Si apre un mondo fatto di storie nella storia, che il caso ha voluto si incontrassero nelle stanze di questa casa romana, al capezzale di una ragazza: da padre Kohlmann, uno dei più grandi gesuiti della storia della Compagnia di Gesù, ai dubbi del fine filosofo padre Manera, alla vita torbida e misteriosa di Padre Massa, ai grandi medici chiamati per capire di cosa soffrisse la giovane Veronica. Per non parlare poi della storia della famiglia Hamerani, di origine tedesca, e degli intrecci che la Storia più grande ha con la vita di questi personaggi. Non vi dico cosa succederà a Veronica, lascio alla curiosità di chi vorrà leggere questo saggio, avvincente e bello come un grande romanzo storico. Ma ci sono dei punti che mi hanno colpito moltissimo:
1 - la dimensione “sanitaria” della donna, e i pregiudizi che la medicina di allora riservava alle donne, soprattutto non sposate; ricordate che quando anche per scherzo si dice “si vede che non scopi” ad una donna si perpetua l’idea del “furore uterino”, per cui se non usato (nel caso dell’Ottocento per procreare, manco per piacere personale) portava a pazzia, scompensi, che potevano passare per ossessioni sataniche;
2 - il ruolo dei Gesuiti, che avevano moltissimo a cuore l’esito di questa operazione di esorcizzazione, dato che ne derivava prestigio: la Compagnia di Gesù, sciolta nel 1773 da papa Clemente XIV, cercava di riguadagnare il prestigio di un tempo, dopo che pochi anni prima, nel 1814, papa Pio VII la riabilitò. Erano per lo più vecchi e di un’altra epoca i gesuiti superstiti, ma contavano di riacquisire prestigio e fondi anche attraverso operazioni come queste;
3 - le tracce che lasciamo nel tempo, che non è solo una dimensione della contemporaneità delle reti digitali; il lavoro che fa Fernanda Alfieri la porterà, per seguire le storie di chi verga quei documenti trovati a Roma in mezza Europa, a consultare archivi italiani ed esteri, dove, penso sempre proprio con questo intento, erano raccolte delle storie che volevano essere conservate per essere un giorno raccontate.
Aggiungo anche un altro aspetto, che è ancora più avvincente: i vuoti che qualche volta capitano nelle ricostruzioni di Fernanda Alfieri aprono porte di possibilità meravigliose, che tra l’altro, ed è un aspetto che amo notare in libri così, danno una nuova dimensione alla vita delle epoche passate, molto più vicina nelle logiche alla nostra di quanto si pensa solitamente.
Lascio un’ultima piccola annotazione, figlia di quelle reti di coincidenze che rendono la vita molto interessante: ad una giornata del FAI di Primavera del 2019, nella mia città fu esposta una collezione unica in Italia di Medaglie celebrative dei Papi, che un diplomatico aveva regalato alla Diocesi. Tra queste, mi colpì una medaglia di argento, su un lato il busto papale, sull’altro la Chiesa, personificata da una Dama che stava tra le nuvole, aveva nelle mani una Chiave e un’Edicola. Era una medaglia Hamerani, di Ottone Hamerani, uno degli antenati della Veronica di questo libro. Leggendolo, non saltando l’importantissima appendice di note, si scoprono cose che forse si sono sfiorate nelle nostre vite. E non lo sapevamo.
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teredo-navalis · 3 years ago
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non rispondo a nessuno da giorni, ho resettato il telefono, reinstallato solamente tumblr(e ne sono pentita, tralaltro app di merda che non funziona nemmeno), ho wha solo sul pc e lo controllo una volta al giorno nel terrore che la titolare mi scriva per cambi eventuali di programma (siamo sempre sul filo del rasoio), oggi si è affacciata al pani una delle volontarie, domenica pome vanno a una mostra di graffiti e mi ha invitata, mi ha mandato il link su wha e io non so se faccio finta di avere problemi nella testa, se sono solo pigra o scema in culo, ma mi sembra difficilissimo anche rispondere un semplice sì vengo, devo impegnarmi ad elaborare meglio perché così freddo non mi piace, non si capisce e poi mi upsetto e cambio mood e diventa ancora più difficile. e io non so come dirlo che trovo difficile fare le cose, o meglio, quando l'ho detto mi è stato risposto che che ci vuole? ti metti e le fai, sono cose semplicissime e non so neanche perché lo trovi così difficile, non so davvero se fidarmi di me, delle mie sensazioni, o dare ragione al mondo esterno, es mia madre o comunque la buona creanza, e dire che in realtà potrei benissimo fare le cose ma non m'ingozza; alcuni giorni propendo per una tesi, altri per l'altra e quindi non so che farci, mi trattengo le urla nella testa e basta, testa che tralaltro(so che non si scrive così ma a me piace di più) ha ripreso a farmi male h24 che a 'sto punto veramente dico che cosa me le prendo a fare più quelle due goccette la sera? smetto. tanto ho già deciso di smettere con le visite, quindi anche se avessero voluto darmi gli anticorpi monoclonali non succederà mai perchè io ho smesso (ho mai davvero iniziato?) di compilare i diari e non ho la faccia di presentarmici per l'ennesima volta senza + mi sono rotta di dover prendere medicine, odio odio odio, im just unfit for life at this point i might as well just suffer and die idk but im fed up of having to take care of my body too, as if my mind aloe wasn't already enough trouble e stavo pensando, sono giorni e giorni, di scrivere allo psico che mi ha fatto la valutazione per chiedergli se ha qualche spazio di tempo per me (è un uomo molto impegnato, a quanto pare) ma bho, non so nemmeno come frasare la cosa e poi penso vabbè, e che gli dico? non che non ce ne siano di cose da dire ma ??? non ??? so ?? parlare???? e non voglio sentirmi stupida, anche se so che lui non pensa che sono stupida e non voglio quegli imbarazzantissimi silenzi che avevo con quell'altra, in ci avrei solo voluto urlare o scapparmene. io vorrei tanto sapere cosa farmene della mia vita e invece ai progetti di volontariato, che mi piacciono pure e vorrei fare, che richiedono una motivation letter per la candidatura e scrivo addirittura BE CREATIVE! l'unica cosa che mi viene da scrivere è: molto bello, mi piacerebbe molto, mi sta a cuore l'ambiente/i bambini/gli ultimi, quello che mi spinge a partecipare al progetto è principalmente la voglia di scappare di casa
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pastaprinces · 4 years ago
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Hello, dear! You've been visited by the random character question fairy! :D ~☆
Are there any in-universe rumors about your character? Who started this rumor? What does your character think about this rumor?
Yay, my first OC ask!
Okay, uh...
Gloria and her sister, Urla, are aliens that have human disguising devices, allowing them to look convincingly human. It's not perfect for you can still see the antennae. Fans of Gloria's stellar music have made several theories on what her antennae could be for.
They think she could be an insect girl, which is a little absurd. Maybe she's a robot, says a select few. She'll never tell them the answer because they'd have to be killed for knowing according to her big sis.
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sciatu · 4 years ago
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STROMBOLI - FOTO DI M. FULLE - www.SwissEduc.com
Può apparire strano che uno dei siti internet dove vi sono le foto più belle di Stromboli, sia un sito svizzero. Ancor più strano potrebbe apparire che queste foto non parlano di Stromboli-Vulcano, ma anche di chi ci vive, della loro storia e cultura in un arco di tempo che va dalle foto in bianco e nero del 1952 fino a quelle apocalittiche e bellissime del 2012. Marco Zulle, insieme a Jurg Alean e  Roberto Carniel hanno visitato continuamente per anni Stromboli raccogliendo foto e filmati che poi hanno messo a disposizione degli studenti svizzeri, perchè anche loro che vedono solo monti imbiancati e silenziosi, sappiano di quella piccola isola il cui vulcano dalle nere pendici, urla al cielo con il suo alito di fuoco a ricordare agli uomini la forza e la bellezza terribile e immensa della natura. 
It may seem strange that one of the internet sites where there are the most beautiful photos of Stromboli is a Swiss site. Even more strange it might seem that these photos do not speak of Stromboli-Vulcano, but also of those who live there, of their history and culture in a span of time ranging from black and white photos of 1952 to the apocalyptic and beautiful ones of 2012 . Marco Zulle, together with Jurg Alean and Roberto Carniel have continuously visited Stromboli for years, collecting photos and videos that they then made available to Swiss students, so that they too, who see only white and silent mountains, know about that small island whose volcano from the black slopes, it screams to the sky with its breath of fire to remind men of the strength and the terrible and immense beauty of nature.
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imarealsweetdisaster · 4 years ago
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C’era una volta una bambina, solitamente vestiva con maglioncini a righe colarte e jeans, le piaceva portare le scarpette che si illuminavano mentre camminava, e indossava degli occhiali rotondi, blu, spesso le venivano fatte due codine. Guardandosi allo specchio la piccola, pensava di essere un alieno, del resto quelle codine erano come antenne e lei era timida, solitaria.
All’asilo tutti i bambini giocavano tra loro, lei preferiva stare sola e quando sua madre la lasciava in quel posto si sentiva chiusa, avrebbe preferito andare al parco e correre all’aria aperta. Piangeva pregando la mamma di tornare indietro e portarla con se, ovunque lei andasse. Aveva paura di rimanere lì dentro. La piccola, però, si fa coraggio e inizia a conoscere altri bambini, fa amicizia con loro e, smette di piangere per consolare loro: “mamma torna fra poco” dice consapevole e serena.
Quello scricciolo cresce a vista d’occhio, ormai le scarpe con gli strappi non le vanno più, il monopattino a quattro ruote ora ne ha due, come la bicicletta, ma, a lei piace arrampicarsi: eccola lì, sull’albero a fare da vedetta mentre gioca spensierata con un bel gruppetto di amici e le sue cugine. Il tempo dell’asilo è finito, settembre è arrivato e la piccola prova ansia, ha un grembiulino blu, si siede al suo banchetto e svuota lo zainetto di Hamtaro mentre sua mamma e sua nonna la guardano commosse, chissà perché, la piccolina continua a svuotare lo zaino confusa ed inconsapevole che, presto, i pensieri svuoteranno lei.
L’avventura alla scuola elementare non è tanto facile per lei, non va bene come risponde con un sorriso falso ai genitori quando torna da lì. La bambina è triste, si sente sola e si chiude in se stessa, la maggior parte della classe l’ha presa di mira e lei incassa, in silenzio, da loro ragione perché a furia di sentire cattiverie pensa che siano vere. Va avanti così per cinque anni, nonostante una volta i bulletti sono stati visti dalla maestra, nonostante questo la piccola riesce a fare amicizia con un gruppetto di bambine e loro diventano la sua forza, loro non la prendono in giro. Entrano in voga i social, e quale arma migliore per fingere di essere ciò che non si è? “Magari la smettono di prendermi in giro”. La bambina entra su Facebook e finge di avere un fidanzatino, iniziando così a mentire a tutti, comprese le persone che non le fanno nulla.
Ormai non è più piccola, sta diventando una ragazzina, sospira sollevata perché si comincia qualcosa di nuovo: Le medie, ha deciso che andrà in classe con le sue amiche, ma non sa che qualcosa del suo passato la insegue; una ragazza che era con lei alle elementari si ritrova nella stessa classe alle medie, ed eccola che va a spifferare divertita che “la sfigata” era presa di mira. La ragazza torna ad incassare, a stare in silenzio, nel frattempo nella sua vita è entrata la musica e le dà una forza incredibile, Laura Pausini, anche se non sembra, riesce a consolarla e a farla andare avanti, con l’aiuto delle sue amiche. Le parole fanno male, forse più dei gesti. La ragazza inizia a pensare che, forse, senza di lei starebbero tutti meglio, i suoi genitori non sanno nullla perché non riesce a chiedere aiuto, se ne vergogna. Nel frattempo il legame con le sue cugine si è sfaldato, non era forte come sperava che fosse e, non appena hanno trovato qualcosa di meglio, le altre due ragazze le hanno voltato le spalle. Eccola lì, seduta al sui banco, prima fila, accanto la porta perché non ci vede tanto bene, gli occhiali sono sempre sul suo naso, sta volta rettangolari. La ragazza continua ad incassare. Una vola reagisce e, stanca urla al bullo “hai rotto, smettila” e gli tira dei calci, lui non smette ma la prof di italiano chiama i suoi genitori. Non è servito a nulla parlarne. La ragazzina continua a fingere di avere amici, oltre a quelli che ha, e un fidanzato, si costruisce la vita che vorrebbe finché, un giorno, stanca decide spegnerla quella vita “tanto che ci sto a fare qui?” pensa quell’estate in cui, giocando a calcio, si è rotta la gamba sinistra ed il gesso le fa provare un caldo che sembra di essere all’inferno. La ragazzina, ormai in seconda media, allunga la mano alla ricerca di una busta mentre pensa che non va bene neanche ai suoi parenti perché la paragonano continuamente ad altre persone senza mai darle meriti e questo la fa sentire inferiore. Ecco la busta, la prende, la infila e sente dalla TV una voce che canta “che stupida che sei” di scatto toglie la busta che copriva la sua testa e capisce che non si deve buttare via così. Sarà stata Alessandra Amoroso a salavarla o il destino? Questo non si sa, ma da quel giorno Alessandra è diventata parte di lei.
Per esperienza, quella che ormai è una ragazza, alle superiori decide di stare sulle sue ma tre ragazze si avvicinano a lei e diventano sin da subito ottime amiche. Arriva anche un altro po’ di musica nella sua vita, una sua amica le fa conoscere Demi Lovato e, ispirata dalla musica che fa e dalla persona che è la Lovato la ragazza si dice che dev’essere ancora più forte di quanto già non è. Va tutto bene, la ragazza si innamora ma il ragazzo ha altri interessi, una piccola sofferenza, ma non è nulla. Siamo in secondo superiore e quella che è la migliore amica della ragazza le confessa di voler cambiare indirizzo scolastico, paure ed ansie di fanno strada in lei e nel giro di un anno le danno reagione perché quella sua “amica” la mette da parte. Prima di questo la ragazza si innamora di nuovo, del suo migliore amico che la rifiuta perché una terza persona, a lui molto vicina ha una cotta per la ragazza. Dolore, tanto, per giorni. La ragazza si riprende. Arriviamo in terzo superiore, qui il gruppo di amiche che la ragazza ha fuori da scuola litiga con un componente che, dopo un po’ si allontana dal gruppo che però si riscopoernepiu uniti. Nel frattempo la ragazza ha riallacciato il rapporto con una delle sue cugine, per due estati va tutto alla grande, almeno fuori da scuola. Lì i rapporti di amicizia si sono rotti e la ragazza è sola, parla con qualcuno ma giusto per non sembrare isolata. Eccola, la maturità, quell’anno è stato il più difficile ma prima di questo la ragazza ha realizzato uno dei suoi sogni: abbracciare Alessandra Amoroso, lo ha fatto il 5 febbraio 2015 in una giornata in cui poteva capitare che non l’avrebbe vista perché aveva incistai a nevicare quando era a scuola ma è durato tutto poco, così ha potuto ringraziarla. Il quinto è stato l’anno del liceo più difficile per la ragazza, perché? ai prof hanno inziato sin da subuito che i ragazzi dovevano impegnarsi e lei ha iniziato a sentire pressioni. Le ansie aumentavano ogni volta che la professeressa di inglese varcava la porta della classe, la ragazza la temeva a dal punto da non riuesfure a dire nulla alle interrogazioni quella cosa l’ha portata a stressarsi. Ogni giorno aveva mal di testa, come una morsa che le prendeva le tempie e gliele strizzava, fortissimo. Dolore, la ragazza non dormiva o se lo faceva era per poco tempo. Solo dopo due mesi di visite si è capito che era dovuto all’ansia quel dolore e, per sua sfortuna, la ragazza ha dovuto sopportarlo per tutto il quinto.
(ho altro da dire, perché, nel frattempo sono passato due anni, lo scriverò in un’altro post perché sennò viene tutto troppo lungo)
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