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magliacal · 1 month ago
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Tradizione Celeste: Come la Maglia del City Racconta la Storia del Club
1. Introduzione
La maglia del Manchester City non è soltanto un indumento sportivo, ma un simbolo di appartenenza, identità e passione. Dai primi passi del club nel calcio inglese alle vette raggiunte negli ultimi decenni, la maglia celeste ha sempre rappresentato qualcosa di più profondo: un legame indissolubile tra la squadra e i suoi tifosi.
Il colore celeste, che contraddistingue il club, non è solo un elemento estetico, ma un segno di riconoscimento immediato, capace di evocare ricordi, emozioni e una storia ricca di successi, sfide e rinascite. Indossare la maglia del City significa celebrare una tradizione che abbraccia generazioni e condividere una fede che supera i confini geografici.
In questo articolo esploreremo il percorso storico e simbolico della maglia del Manchester City, analizzandone l’evoluzione, l’identità culturale e il ruolo centrale nella costruzione di una comunità fedele e appassionata. Attraverso un’analisi del design, delle innovazioni tecnologiche e delle storie che essa rappresenta, scopriremo come la maglia celeste sia diventata un emblema di fedeltà per tifosi e giocatori.
2. Storia e Evoluzione della Maglia
La maglia del Manchester City, con il suo caratteristico celeste, ha una lunga storia che rispecchia le vicende del club, dalle sue umili origini alle glorie moderne. Il percorso della maglia è strettamente legato all’evoluzione del club, testimoniando non solo i cambiamenti nel design, ma anche le trasformazioni sociali e sportive che hanno caratterizzato il calcio inglese nel corso dei decenni.
Le origini (1894-1920)
Il Manchester City, nato nel 1880 come St. Mark's, cambiò nome in Manchester City nel 1894. In questi primi anni, le maglie erano abbastanza semplici, con il blu scuro o il bianco a dominare. Tuttavia, fu a partire dal 1892 che la squadra adottò il celeste come colore distintivo, un elemento che sarebbe divenuto sinonimo della sua identità. Durante i primi decenni del 1900, il City cominciò a consolidarsi come uno dei club più riconosciuti in Inghilterra, e la maglia celeste iniziò ad essere vista come il simbolo di una squadra in crescita.
L’era dei successi (1920-1960)
Negli anni '20 e '30, la maglia subì qualche piccola variazione, con l’introduzione di dettagli come il colletto e i bordi delle maniche. La squadra vinse il campionato nel 1937, con il celeste che divenne il simbolo di una nuova era di successi. Tuttavia, il vero punto di svolta arrivò dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando il Manchester City cominciò a dominare nel calcio inglese, culminando nella conquista della FA Cup nel 1956 e del campionato nel 1968. Durante questo periodo, la maglia si distinse per l’utilizzo di un design più snodato, con il colletto a polo che divenne un must per molti club dell’epoca.
Gli anni di transizione (1970-1990)
Gli anni ’70 e ’80 furono caratterizzati da un rapido cambiamento nelle tendenze del design delle maglie, con l’introduzione di materiali sintetici che rendevano le divise più leggere e comode. Il Manchester City, purtroppo, attraversò un periodo difficile sul piano sportivo, e la maglia, pur mantenendo il celeste come colore principale, rifletteva una fase di incertezze per il club. Durante questo periodo, l’aspetto della maglia divenne più minimalista, spesso senza troppi fronzoli, con l’introduzione di loghi stilizzati e sponsor che iniziarono a comparire per la prima volta.
Il ritorno alla gloria e il design moderno (1990-oggi)
Il Manchester City ha vissuto una rinascita a partire dal 1999, quando è stato acquisito dal magnate della petrolchimica Sheikh Mansour. Con l’inizio del nuovo millennio, il club ha intrapreso una serie di investimenti che lo hanno portato a diventare uno dei club di punta in Europa. La maglia ha subito una notevole evoluzione, combinando design moderni con innovazioni tecnologiche.
Negli ultimi anni, il club ha collaborato con brand come Nike e Puma per creare maglie che non solo celebrano la tradizione, ma che sono anche all’avanguardia in termini di comfort e prestazioni. I modelli recenti sono caratterizzati da materiali leggeri e traspiranti, ma anche da dettagli stilistici che richiamano le glorie passate, come il colletto a V o il logo del club stilizzato. Il blu celeste è rimasto il colore predominante, ma sono stati introdotti anche accenti di blu più scuro, come il blu navy, per creare un contrasto più elegante e moderno.
L’evoluzione della maglia Manchester City non riguarda solo l’aspetto estetico, ma anche il suo significato profondo. Oggi, indossare la maglia celeste non è solo una questione di appartenenza a una squadra, ma un modo per sentirsi parte di una storia che ha attraversato decenni di cambiamenti, lotte e successi. La maglia rappresenta il legame forte tra il club e la sua città, simbolo di una passione che non conosce confini.
3. Simbolismo e Identità
La completini calcio non è solo un elemento visivo, ma un vero e proprio simbolo che incarna l’identità del club e il legame con la città di Manchester. Ogni dettaglio del design, dal colore celeste al logo del club, racconta una storia di appartenenza, valori e tradizioni.
Il Celeste: un Colore di Riconoscimento
Il colore celeste è il tratto distintivo del Manchester City, immediatamente riconoscibile dai tifosi di tutto il mondo. Questo colore rappresenta serenità, lealtà e freschezza, valori che si riflettono nello spirito del club. Non è solo una scelta estetica, ma un richiamo all’orgoglio cittadino e alla comunità che il club rappresenta. La tonalità unica del celeste del City è diventata un emblema di continuità e fedeltà, un segno di riconoscimento che unisce i tifosi sotto un’unica bandiera.
Lo Stemma: Cuore della Maglia
Al centro della maglia si trova lo stemma del Manchester City, un elemento che ha subito diverse evoluzioni nel corso degli anni, ma che ha sempre mantenuto un forte legame con la città. L’attuale logo, introdotto nel 2016, riprende elementi iconici di Manchester, come la nave simbolo del commercio e le rose rosse del Lancashire. Questo design riflette l’orgoglio cittadino e sottolinea il legame profondo tra il club e il territorio.
Design e Dettagli che Raccontano una Storia
Ogni maglia del Manchester City porta con sé dettagli che raccontano la storia del club. Spesso, le maglie presentano richiami alle vittorie memorabili, come la conquista della Premier League o le imprese in campo internazionale. Inoltre, le divise celebrative e speciali, come quelle per gli anniversari o per eventi particolari, sono pensate per onorare il passato e ispirare il futuro.
La Maglia come Simbolo di Appartenenza
Indossare la maglia celeste significa far parte di una comunità globale di tifosi, uniti dall’amore per il club. Per i giocatori, la maglia rappresenta il privilegio e la responsabilità di portare in campo i sogni di milioni di sostenitori. Per i tifosi, invece, è un simbolo di appartenenza e dedizione, un modo per esprimere la propria identità e il proprio legame con il Manchester City.
Un Ponte tra Tradizione e Innovazione
Nonostante i cambiamenti stilistici e tecnologici, la maglia del Manchester City è rimasta fedele ai suoi principi fondamentali, riuscendo a combinare tradizione e modernità. Il simbolismo della maglia evolve con il tempo, adattandosi alle nuove generazioni di tifosi, ma senza mai perdere la sua essenza.
In definitiva, la maglia del Manchester City è molto più di un capo d’abbigliamento sportivo: è un potente strumento di narrazione e un emblema di identità collettiva. Attraverso il suo celeste iconico, lo stemma e i dettagli curati, la maglia racconta la storia di una squadra e di una città, unendo passato, presente e futuro in un unico simbolo di passione e fedeltà.
4. Passione e Fedeltà dei Tifosi
La maglia del Manchester City non è solo un simbolo del club, ma un catalizzatore di emozioni e una testimonianza visiva della passione dei tifosi. Per i supporter, indossare il celeste significa celebrare una connessione profonda con la squadra, fatta di dedizione, amore e lealtà incondizionata.
Una Fede Che Va Oltre i Risultati
I tifosi del Manchester City sono conosciuti per la loro straordinaria fedeltà, anche nei periodi più difficili della storia del club. Prima dell'era di successi moderni, quando la squadra attraversava momenti di difficoltà sportive e retrocessioni, i supporter hanno continuato a riempire gli spalti, dimostrando un attaccamento che va oltre il successo sul campo. La maglia, in questi momenti, è diventata un simbolo di resilienza e di speranza, un modo per dire: "Noi siamo qui, qualunque cosa accada."
La Maglia come Legame Generazionale
Per molti tifosi, la maglia del City rappresenta un legame che attraversa le generazioni. Nonni, genitori e figli condividono storie, emozioni e ricordi legati alle maglie del passato, creando un’eredità che si tramanda di padre in figlio. Ogni maglia porta con sé un pezzo di storia personale: un gol memorabile, una finale indimenticabile, o semplicemente il ricordo di un pomeriggio allo stadio con la famiglia.
I Tifosi come Protagonisti
La passione dei tifosi non si limita allo stadio. In ogni angolo del mondo, i supporter del Manchester City indossano la maglia con orgoglio, trasformandola in un simbolo di appartenenza globale. I club di tifosi ufficiali e le community online creano un senso di unione e condivisione che va oltre i confini geografici. Che sia al Etihad Stadium o in un pub di Bangkok, la maglia celeste unisce le persone sotto un’unica bandiera.
Le Iniziative per i Tifosi
Il Manchester City ha riconosciuto il ruolo centrale dei tifosi nella propria storia, creando iniziative per coinvolgerli attivamente. Dalla possibilità di personalizzare le maglie con i nomi e i numeri preferiti, alla creazione di design speciali che celebrano eventi storici del club, il rapporto tra squadra e tifosi è sempre più stretto. Eventi come le "giornate del tifoso" e i tour dello stadio permettono ai supporter di vivere esperienze uniche, rafforzando il loro legame con la squadra.
Passione e Maglia: Un Circolo Virtuoso
La passione dei tifosi non si limita a sostenere la squadra durante le partite; essa influenza direttamente il design e il significato della maglia stessa. Le aziende produttrici, insieme al club, lavorano per creare divise che rispecchino le aspettative e i valori dei supporter. Questo dialogo continuo fa sì che ogni nuova maglia sia non solo un prodotto sportivo, ma un omaggio a chi la indossa con orgoglio.
Conclusione
Per i tifosi del Manchester City, la maglia celeste non è solo un simbolo di fedeltà, ma un’estensione della loro identità. Indossarla significa rappresentare la squadra, la città e una comunità globale di appassionati. È un atto di amore e devozione, un modo per dire al mondo: "Sono parte di qualcosa di speciale." La maglia del City, con il suo celeste inconfondibile, è il cuore pulsante di una passione che continua a crescere, stagione dopo stagione.
5. Innovazione e Tradizione
La maglia del Manchester City rappresenta un perfetto equilibrio tra innovazione e tradizione, un connubio che riflette l’essenza del club. Mentre onora il suo passato glorioso, la divisa si evolve costantemente per rimanere al passo con le tecnologie moderne e le aspettative del calcio contemporaneo.
Un Legame con il Passato
Il design della maglia del Manchester City non ha mai perso di vista la sua eredità. Il colore celeste, elemento distintivo fin dalle origini, rimane un punto fermo che collega il presente al passato. Inoltre, gli elementi grafici e i dettagli inseriti nelle divise spesso richiamano momenti storici del club, come le vittorie nelle competizioni nazionali e internazionali o le celebrazioni di anniversari significativi.
Tecnologie di Ultima Generazione
La maglia del Manchester City è sinonimo di innovazione tecnologica. Le divise sono progettate con materiali avanzati per migliorare la performance dei giocatori. Tessuti leggeri, traspiranti e sostenibili consentono agli atleti di muoversi con maggiore agilità e di rimanere freschi anche nelle condizioni più difficili. La tecnologia Dri-FIT di Nike, per esempio, è una delle innovazioni chiave adottate per garantire comfort e prestazioni ottimali.
L’Influenza della Moda e del Design Moderno
Negli ultimi anni, la maglia del City è diventata anche un’icona di stile. Le collaborazioni con designer e l’attenzione ai dettagli hanno reso le divise non solo adatte al campo da gioco, ma anche alla moda urbana. Le terze maglie e le edizioni speciali presentano spesso colori e motivi audaci, rendendole oggetti di culto per i collezionisti e gli appassionati di streetwear.
Sostenibilità: Un Impegno per il Futuro
Un aspetto cruciale dell’innovazione è la sostenibilità. Il Manchester City, in collaborazione con Nike, si impegna a utilizzare materiali riciclati per la produzione delle maglie, riducendo l’impatto ambientale. Questa scelta non solo rispecchia un’attenzione crescente verso le questioni ambientali, ma rafforza anche l’immagine del club come leader etico e innovativo nel mondo dello sport.
Il Perfetto Equilibrio tra Innovazione e Tradizione
Ogni nuova maglia del Manchester City cerca di bilanciare tradizione e modernità. Se da un lato elementi classici come il celeste e lo stemma rimangono inalterati, dall’altro l’introduzione di tecnologie innovative e design contemporanei testimoniano la volontà del club di guardare al futuro. Questa combinazione rende la maglia non solo un simbolo sportivo, ma anche un elemento che rappresenta i valori di progresso e rispetto per le radici.
Conclusione
La capacità del Manchester City di integrare innovazione e tradizione nella sua maglia è uno dei motivi principali per cui questa rimane un simbolo amato dai tifosi e rispettato dagli avversari. Ogni dettaglio della divisa racconta una storia: una storia che guarda al futuro senza dimenticare il passato, celebrando ciò che rende unico il Manchester City. Con ogni nuova stagione, la maglia celeste continua a scrivere il suo capitolo nella storia del calcio, restando fedele alla sua eredità e al tempo stesso abbracciando il cambiamento.
6. Il Futuro della Maglia Celeste
La maglia del Manchester City, con il suo iconico celeste, rappresenta una tradizione consolidata e una fonte d’ispirazione per il futuro. Mentre il calcio continua a evolversi, la maglia del City si prepara ad affrontare nuove sfide e a sfruttare le opportunità offerte dalle innovazioni tecnologiche, culturali e ambientali.
Sostenibilità al Centro
Nel futuro della maglia celeste, la sostenibilità avrà un ruolo centrale. Il club, in collaborazione con i suoi partner, sta lavorando per creare divise ancora più eco-friendly. L’obiettivo è ridurre ulteriormente l’impatto ambientale attraverso l’utilizzo di materiali riciclati e tecnologie di produzione a basso consumo energetico. È plausibile immaginare maglie interamente biodegradabili o prodotte con materiali innovativi che riducano al minimo gli sprechi.
Tecnologie Indossabili
Il calcio del futuro vedrà una maggiore integrazione di tecnologie indossabili, e la maglia del Manchester City non farà eccezione. Sensori incorporati nei tessuti potrebbero monitorare le prestazioni dei giocatori in tempo reale, fornendo dati su velocità, battito cardiaco e livello di stanchezza. Questi progressi non solo miglioreranno le prestazioni in campo, ma offriranno anche ai tifosi un’esperienza più interattiva attraverso app e piattaforme digitali.
Design Personalizzabile
Un altro aspetto del futuro della maglia celeste sarà la crescente personalizzazione. I tifosi potrebbero avere la possibilità di creare versioni uniche delle maglie, scegliendo colori, dettagli e simboli personali, pur mantenendo gli elementi distintivi del club. Questo approccio non solo aumenterà l’interesse dei fan, ma rafforzerà anche il senso di appartenenza alla squadra.
Integrazione della Realtà Aumentata (AR)
La realtà aumentata potrebbe giocare un ruolo significativo nella promozione e nell’esperienza legata alla maglia. Attraverso l’uso di dispositivi mobili, i tifosi potrebbero scansionare la maglia per accedere a contenuti esclusivi, come storie sul club, replay di partite storiche o messaggi personalizzati dei giocatori. Questa innovazione potrebbe trasformare la maglia in un portale interattivo per immergersi nel mondo del Manchester City.
Espansione Globale e Inclusività
Con il Manchester City che rafforza la sua presenza globale, il futuro della maglia celeste sarà anche un riflesso di questa espansione. Design che celebrano culture diverse o edizioni speciali dedicate a comunità specifiche potrebbero diventare più frequenti. Inoltre, il club potrebbe concentrarsi su una maggiore inclusività, offrendo una gamma più ampia di taglie, stili e versioni adatte a tutte le fasce di età e generi.
Rafforzare il Legame con i Tifosi
Il futuro della maglia celeste non riguarderà solo il prodotto fisico, ma anche il modo in cui essa rappresenta il rapporto tra club e tifosi. Il Manchester City potrebbe introdurre nuove iniziative per coinvolgere i fan nel processo di design o per rendere la maglia un simbolo ancora più forte di unità e identità.
Conclusione
Il futuro della maglia del Manchester City promette di essere entusiasmante e ricco di innovazioni. Tra sostenibilità, tecnologia, personalizzazione e un maggiore coinvolgimento dei tifosi, la maglia celeste continuerà a rappresentare non solo una squadra, ma una comunità globale di appassionati. Restando fedele alle sue radici, ma aperta al cambiamento, la maglia del City è pronta a scrivere nuovi capitoli nella sua storia, mantenendo intatta la passione che la contraddistingue.
7. Conclusione
La maglia celeste del Manchester City non è solo un capo d’abbigliamento sportivo: è un simbolo di storia, identità e passione. Attraverso il suo design, la sua evoluzione e il suo significato, rappresenta un punto d’incontro tra tradizione e innovazione, tra il legame con le radici del club e lo sguardo rivolto al futuro.
Dai primi giorni in cui il celeste è diventato sinonimo della squadra, fino alle moderne tecnologie che rendono le divise uniche e performanti, la maglia ha accompagnato il club e i suoi tifosi in un viaggio ricco di successi, emozioni e sfide. Ogni dettaglio della maglia racconta una storia: una narrazione di resilienza, crescita e una fedeltà incrollabile verso i colori del Manchester City.
Per i tifosi, indossare la maglia del City è un atto di appartenenza, un modo per dichiarare la propria passione e per sentirsi parte di una comunità globale. È un simbolo che unisce persone di diverse generazioni e culture, tutte accomunate dall’amore per la squadra.
Guardando al futuro, la maglia celeste continuerà a evolversi, integrando nuove tecnologie, abbracciando la sostenibilità e celebrando l’identità del club. Tuttavia, il suo significato essenziale rimarrà invariato: sarà sempre un emblema di fedeltà, un simbolo di orgoglio e una fonte di ispirazione per chiunque abbia il cuore tinto di celeste.
In un mondo in costante cambiamento, la maglia del Manchester City rimane una certezza: una connessione viva tra passato, presente e futuro, capace di accendere la passione di milioni di tifosi in tutto il mondo. Indossarla significa credere, lottare e sognare insieme a una squadra che ha reso il celeste un colore di vittoria e di speranza.
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enkeynetwork · 4 months ago
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natemichaelsart · 2 years ago
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Thanks for having me Vette City Con! I hope to see you again next year ✌️❤️🎨 #natemichaels #natemichaelsart #artistoninstagram #artistonfacebook #vettecity #comiccon #artistlife #artistsupport #haveartwilltravel #travelingartist #artshowing #artcollector #artcollection #tradtionalart #expression #handpainted #acrylicpainting #watercolorpainting #sharpieart #portraitartist #artistforhire #commissionsopen #popcon #popculture #popart #contemporaryart #buyartfromartists #ineedahaircut #artoftheday #artdaily (at Bowling Green, Kentucky) https://www.instagram.com/p/CpsQartuNKS/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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renonsprints · 7 years ago
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I need to make a nicer graphic than this.. But anyway! My convention schedule for 2018! I may be adding things to it later on, of course.
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carmenvicinanza · 2 years ago
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Lady Gaga
https://www.unadonnalgiorno.it/lady-gaga/
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Lady Gaga è una famosissima cantante, attrice e musicista statunitense. Una delle più importanti interpreti pop del ventunesimo secolo nota per il suo atteggiamento provocatorio e la grande tecnica vocale.
Artista camaleontica, conosciuta per i modi eccentrici, ha tratto il suo nome d’arte dal brano Radio Ga Ga dei Queen.
Molti milioni di dischi venduti in tutto il mondo,  prima donna a ricevere il BAFTA alla migliore colonna sonora, ha vinto il Premio Oscar per la migliore canzone per il brano Shallow, due Golden Globe, tredici Grammy Award, tre BRIT Award e due candidature agli Oscar come migliore canzone e miglior attrice protagonista per la sua performance nel film A Star is Born.
È nel Guiness dei Primati come l’artista con maggiori vendite nella storia dell’era digitale.
È nata col nome di Stefani Joanne Angelina Germanotta, il 28 marzo 1986 a New York, da due imprenditori, il padre di origini siciliane e la madre di origini franco-canadesi.
A quattro anni ha iniziato a studiare il pianoforte, ha frequentato un collegio femminile cattolico dove seguiva anche il corso di teatro. Era timida e veniva anche bullizzata.
A tredici anni ha scritto la sua prima ballata e, ancora giovanissima, ha fatto parte di alcune produzioni di musical, oltre a un piccolo ruolo in un episodio de I Soprano.
Dopo il liceo si è iscritta alla Tisch Scool of the Arts che ha abbandonato al secondo anno per dedicarsi totalmente alla carriera musicale.
Andata via di casa si esibiva in bar burlesque e club della Grande Mela, dove suonava con varie band per trovare un proprio stile e provare a fare qualcosa di nuovo e provocatorio nella scena underground.
In quegli anni è stata stuprata da un uomo molto più grande e per questo ha subito un aborto. Si è rifugiata nell’alcol e nelle droghe per superare il trauma, è stata a lungo in terapia per curarsi.
Nel 2005 ha inciso due canzoni col rapper Melle Mel, incluse nell’audiolibro di un racconto per bambini intitolato The Portal In The Park e ha fondato la Stefani Germanotta Band, che ha attirato l’attenzione del talent scout Rob Fusari, che le ha dato la nuova identità di Lady Gaga.
Successivamente è stata messa sotto contratto da un’etichetta che dopo tre mesi l’ha scartata e poi se ne è pentita amaramente visto il successo globale che ha raggiunto. Nel 2007 ha iniziato a collaborare assiduamente con la DJ e ballerina Lady Starlight potrenziando il suo stile glam rock con un pizzico di pop.
Ha scritto brani per artiste del calibro di Britney Spears, Fergie e Pussycat Dolls.
Nel 2008 ha pubblicato il suo primo album The Fame, che ha venduto oltre 15 milioni di copie, preceduto dal singolo Just Dance, con cui aveva raggiunto le vette delle classifiche mondiali e guadagnato la sua prima nomination ai Grammy.
Il secondo estratto, Poker Face, è stato un successo ancora più grande, con 9.8 milioni di copie vendute e una vittoria per Best Dance Grammy.
Nel 2009 è uscito l’EP The Fame Monster, il cui singolo Bad Romance è arrivato in cima alle classifiche in 18 paesi vincendo due Grammy. L’estratto seguente, Telephone, a cui ha partecipato Beyoncé, è stato il quarto singolo più venduto nel Regno Unito. Il successivo brano, Alejandro, criticato per il suo video definito blasfemo, non ha fatto altro che accrescere l’interesse del pubblico.
Nel 2010 ha vinto otto premi dei tredici per i quali era stata candidata agli MTV Video Music Awards.
Il secondo tour mondiale, The Monster Ball, uno dei più remunerativi di tutti i tempi, ha preceduto l’uscita del suo secondo album, Born This Way, che ha venduto un milione e mezzo di copie solo nella prima settimana.
Nel 2012, Lady Gaga ha debuttato sul grande schermo in Machete Kills seguito poi da Sin City – Una donna per cui uccidere.
Si sono succeduti concerti e apparizioni in importanti manifestazioni internazionali oltre a prestigiosi duetti come con Elton John e una lunga collaborazione con Tony Bennett.
Nel 2015 la canzone Til It Happens to You, presente nella colonna sonora del documentario The Hunting Ground è stata la prima nella storia ad essere nominata ai tre più importanti premi statunitensi: Oscar, Emmy Awards e Grammy Awards
Nel 2016 ha cantato l’inno nazionale al Super Bowl più visto della storia. La sua performance è stata il momento più seguito dell’intero evento, con un totale di 110.2 milioni di spettatori.
Dopo due stagioni nel famosissimo serial American Horror Story, nel 2018 è stata la protagonista del remake A Star Is Born, diretto e co-interpretato da Bradley Cooper la cui colonna sonora ha debuttato al primo posto della Billboard 200, diventando il quinto disco consecutivo dell’artista a raggiungere tale traguardo. Il brano Shallow le ha fatto vincere l’Oscar come migliore canzone originale, il Golden Globe e ottenuto cinque candidature ai Grammy Awards.
Nel giugno 2019 Lady Gaga è stata invitata ad entrare a far parte della Academy of Motion Picture Arts and Sciences nelle due branche di recitazione e musica.
Nel 2021 ha interpretato la protagonista, Patrizia Reggiani nel film House of Gucci, con la regia di Ridley Scott.
Considerata una delle maggiori icone gay della storia, Lady Gaga si è molto spesa per la comunità LGBTQI+. Ha contribuito all’abrogazione della legge Don’t ask, don’t tell, che impediva alle persone apertamente omosessuali di arruolarsi nell’esercito statunitense. Ha pubblicato un video su YouTube, che in pochi giorni ha avuto milioni di visualizzazioni, in cui chiedeva al senato di abolire la legge. Ha partecipato a diversi pride e preso parte alla National Equality March a Washington.
Durante la tappa del Born This Way Ball a Mosca nel 2012, si è schierata contro le leggi omofobiche del paese, seppur minacciata dal governo russo di andare in carcere.
Insieme a sua madre, Cynthia Germanotta, ha fondato la Born This Way Foundation, organizzazione con lo scopo di ascoltare e aiutare giovani vittime di bullismo e discriminazioni e prevenire i casi di abusi sessuali. Sul tema, ha scritto con Diane Warren la canzone Til It Happens to You, durante la sua esibizione agli Oscar del 2016, ha portato con sé sul palco cinquanta vittime di stupro (maschi e femmine) come simbolo di sopravvivenza e rinascita dagli abusi.
Si è anche prodigata nella lotta contro l’AIDS con campagne fondi insieme al collega Elton John.
Durante la pandemia di COVID-19, ha collaborato con l’OMS e con l’associazione Global Citizens per la raccolta di circa 127,9 milioni di dollari da donare alle strutture medico-sanitarie impegnate nella lotta al virus. Insieme hanno anche organizzato il concerto One World: Together at Home, a cui hanno preso parte, dalle loro abitazioni, circa 100 cantanti da tutto il mondo.
Lady Gaga è una star a livello globale. Una voce con una grande estensione, amata dagli stilisti, dalla comunità Lgbtq+, da colleghi e colleghe con cui si trova spesso a collaborare, dalle giovani generazioni, ha un carisma strabiliante come i suoi look e trovate sceniche.
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gregor-samsung · 3 years ago
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“ L’arte della gestione della crisi, ora universalmente riconosciuta come l’essenza dell’arte di governare, deve la sua popolarità alla fusione della politica con lo spettacolo. La propaganda cerca di infondere nel pubblico un senso cronico di crisi, che giustifica l’espansione del potere esecutivo e la segretezza che lo circonda. L’esecutivo, poi, impone le sue prerogative “presidenziali” rendendo evidente la propria determinazione a essere all’altezza della crisi, qualunque sia la crisi del momento — a correre rischi, a mettere alla prova la propria tempra, a non arretrare davanti a nessun pericolo, a ricorrere ad azioni audaci e decisive anche quando le circostanze richiedono cautela e prudenza. La carriera di Kennedy e quella di Nixon testimoniano entrambe della prevalente ossessione per la gestione della crisi e la gestione delle impressioni. Kennedy, nella sua ansia di cancellare l’impressione di debolezza lasciata dalla fallimentare impresa della Baia dei Porci — frutto essa stessa dell’angoscioso timore che la rivoluzione cubana avesse indebolito il prestigio degli Stati Uniti nell’America Latina — si scagliò contro Nikita Chruscev a Vienna, proclamò Berlino “il glorioso avamposto del coraggio e della tenacia dell’Occidente”, e rischiò la guerra nucleare in occasione della crisi per i missili a Cuba, malgrado i missili sovietici a Cuba, deliberatamente provocatori, non alterassero minimamente l’equilibrio del potere militare. Sotto molti punti di vista, tuttavia, l’avvenimento più importante dell’amministrazione Kennedy — il suo momento più alto, dopo il quale iniziò un progressivo declino — fu il discorso d’insediamento, uno spettacolo che diede concretezza al mito di Camelot prima ancora che Camelot esistesse. “La fiaccola è stata passata a una nuova generazione di americani, nati in questo secolo, temprati dalla guerra, disciplinati da una pace dura e difficile...” Con queste parole Kennedy diede voce alla sua preoccupazione riguardo alla necessità di disciplinare, mettere alla prova e fortificare un’intera generazione il cui credo — che si infranse poi tanto rapidamente — era di essere molto prossima alla grandezza. “Non chiedete cosa può fare il vostro paese per voi; chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese.” Mai nessun altro presidente ha esemplificato più compiutamente la subordinazione della politica al prestigio nazionale, all’apparenza e all’illusione della grandezza nazionale. Con Nixon, la politica dello spettacolo sfiorò le vette della tragicommedia. Completamente refrattario a principi e programmi, guidato unicamente dall’ambizione e da un vago risentimento contro l’establishment “liberal” della costa orientale, Nixon si dedicò, nel corso di buona parte della sua carriera, all’arte di impressionare un pubblico invisibile con i poteri conferitigli dalla sua leadership. Le svolte significative della sua carriera, le “crisi” di cui ha scritto in modo tanto illuminante, si prospettarono come occasioni nelle quali egli fu tentato di abbandonare il campo, ma si salvò — sempre grazie a un’esibizione pubblica — dando prova della sua abilità a tener testa alla situazione. “
Christopher Lasch, La cultura del narcisismo. L’individuo in fuga dal sociale in un’età di disillusioni collettive; Nuova postfazione dell’autore, traduzione di Marina Bocconcelli, Fabbri (collana Saggi Tascabili), 1992. [Libro elettronico]
[Edizione originale: The Culture of Narcissism: American Life in an Age of Diminishing Expectations, W. W. Norton, New York City, 1979]
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merlinonthemoon · 4 years ago
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I just found out that there are no Måneskin/Merlin edits. Disappointed and upset.
So may I suggest Torna a casa:
Cammino per la mia città il vento soffia forte
I'm walking thorugh my town, the wind is strong
Mi son lasciato tutto indietro e il sole all'orizzonte
I left everything behind the sun is at the horizon
Vedo le case, da lontano, hanno chiuso le porte
I can see that the houses, far away, have shut their doors
Ma per fortuna ho la sua mano e le sue guance rosse
But luckily I am laying my hand on her red cheeks
Lei mi ha raccolto da per terra coperto di spine
She picked me up from the ground covered in thorns
Coi morsi di mille serpenti fermo per le spire
The bites of a thousands snakes (on my skin), (I'm) frozen on the edges of life
Non ha ascoltato quei bastardi e il loro maledire
She didn't listen to those bastards and their hateful words
Con uno sguardo mi ha convinto a prendere e partire
With one look she convinced me to pack my bags and leave
Che questo è un viaggio che nessuno prima d'ora ha fatto
This is a journey no one has ever endured up to now (...)
Perché la vita, senza te, non può essere perfetta
Because life, without you, can't be perfect
Quindi Marlena torna a casa, che il freddo qua si fa sentire
So Marlena come back home, I can start to feel the cold
Quindi Marlena torna a casa, che non voglio più aspettare
So Marlena come back home, I don't want to wait anymore
Quindi Marlena torna a casa, che il freddo qua si fa sentire
So Marlena come back home, I can start to feel the cold
Quindi Marlena torna a casa, che ho paura di sparire
So Marlena come back home, I'm afraid I am going to fade away
E il cielo piano piano qua diventa trasparente
And the sky slowly becomes transparent
Il sole illumina le debolezze della gente
The sun shines on people's weaknesses
Una lacrima salata bagna la mia guancia mentre
A salt stained tear runs on my cheek while
Lei con la mano mi accarezza in viso dolcemente
With her hand she delicately strokes my face
Col sangue sulle mani scalerò tutte le vette
With blood on my hands I will climb every mountain
Voglio arrivare dove l'occhio umano si interrompe
I want to go where the human eye can't see
Per imparare a perdonare tutte le mie colpe
To learn to forgive myself for all of my faults (..)
Corriamo via da chi c'ha troppa sete di vendetta
Let's run away from those who are too thirsty for revenge
Da questa Terra ferma perché ormai la sento stretta
From this immovable earth that begins to feel too small
Ieri ero quiete perché oggi sarò la tempesta
Yesterday I was still because today I'll be the storm
(...)
Questa città si affaccerà quando ci vedrà giungere
This city will look out for us when they'll see us arrive
Ero in bilico tra l'essere vittima, essere giudice
I was caught in between being the victim, being the judge
Era un brivido che porta la luce dentro le tenebre
It was a shiver that brought the light within the shadows
E ti libera da queste catene splendenti, lucide
And freed you from these shiny chains,
Ed il dubbio o no, se fossero morti oppure rinascite
And the doubt or its absence, if those were deaths or rebirths
Quindi Marlena torna a casa, che il freddo qua si fa sentire
So Marlena come back home, I don't want to faid away anymore
So Marlena come back home, I can start to feel the cold
Quindi Marlena torna a casa, che non voglio più aspettare
So Marlena come back home, I don't want to wait anymore
Quindi Marlena torna a casa, che il freddo qua si fa sentire
So Marlena come back home I can start to feel the cold
Quindi Marlena torna a casa, che non voglio più sparire
So Marlena come back home, I don't want to fade away anymore
(...)
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demonweasel · 5 years ago
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It's been a gray and rambling couple of days
Today was the first day I left the house since...Tuesday? Working from home is weird.
But I was gifted a brand new laptop for Christmas by my beloved GF so that's been fun. It's ridiculously large but should help me power through graphic design stuff better. My mind has been veering into that as of late and there have been a couple opportunities that have popped up in that arena.
At the beginning of the week I fleshed out some more of my convention appearances for the first half of the year and wow, it's a lot lined up. I did a total of ten conventions last year and I've got 9 on deck through the end of June already (10 if you count one of October I was just approved for).
Vette City, Bowling Green, KY 1/25
Days of the Dead Atlanta 2/7-9
Captain's Comic Expo, Charleston, SC 2/22-23
Planet Comic Con, Kansas City 3/20-22
Lexington Toy & Comic Con, Lexington KY 3/26-29
Huntsville Comic & Pop Culture Expo, AL 4/18-19
Gem City Comic Con, Dayton 4/25-26
Nashville Comic Con 5/30-31
HeroesCon, Charlotte, NC 6/19-21
MultiverseCon, Atlanta, 10/16-18
So it's going to be a full and interesting year.
I finished the second to last Winston & Churchill story for the next collection, DEAD OF WINTER, and the last should be done by the end of the month. That means, hopefully, that the book itself will be ready come the end of February. I really wanted to get it done by the end of last year but...well,shit happens, live and learn and all that.
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spiaggiamisteriosa-blog · 7 years ago
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mi sembra un organo che vibra.
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Si può, nel 2018, avere successo proponendo una commistione di darkwave, Nico, rock progressivo, drone e doom metal? Beh Anna von Hausswolff è la prova vivente che sì, si può. Svedese, classe 1986, figlia dell’artista audiovisivo Carl Michael von Hausswolff, Anna è cresciuta a pane e organo, strumento che ha praticato parallelamente agli studi di architettura. L’esordio del 2010 Singing From The Grave (Kning Disk) è un disco venato di pop ma già in parte carico del lirismo ora soave, ora solenne, che gradualmente diventerà il tratto distintivo della scrittura ma soprattutto della voce di Anna. Sempre per Kning Disk nel 2012 vede la luce il più ambizioso e articolato Ceremony che, come il titolo lascia intuire, gode non solo di un abito migliore – da festa – in termini di produzione, ma anche di un songwriting meno svolazzante e più liturgico: l’organo è quello della chiesa di Annedal, a Göteborg.
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Nell’ottobre del 2013 la Touch immortala su disco una sua performance ai tasti dell’organo della maestosa cattedrale di Lincoln, in Inghilterra, in occasione del locale Digital Culture Festival. Källan (Touch, 2014) consta di due lunghe tracce di solo organo, formali e imponenti, moderne nella forma ma antiche nella sostanza: la prima ha un incedere uniforme e comprende il vociare di chi entrava e usciva dalla chiesa durante l’esibizione, la seconda, priva di questo “disturbo” comincia tenue per dispiegarsi lentamente fino al climax finale. Forte di queste esperienze, Anna si ripresenta nel 2015 con un nuovo album e una piccola etichetta tutta sua, la Pomperipossa (il nome deriva da un testo satirico di Astrid Lindgren scritto per protestare contro l’inusitata pressione fiscale cui venne sottoposta con una poco brillante intuizione del governo socialdemocratico): The Miraculous (City Slang / Pomperipossa) alterna volteggi aerei a pesanti e sofferte marce, in uno scontro fra speranza e disperazione senza esclusione di colpi e che tocca vette di drammaticità non indifferenti.
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Disperazione che prende il sopravvento nel recente Dead Magic (City Slang, 2018), e assume le sembianze crudeli e vendicative della tragedia greca. La voce di Anna canta l’amore ma è quella di un’erinni in The Mysterious Vanishing Of Electra, che scende fino al fondo degli inferi in un vorticare di meravigliose tessiture d’organo e robuste percussioni; anche l’ariosa risurrezione di Källans Återuppståndelse (fonte di risurrezione, appunto) ci lascia addosso una coltre soffice e cangiante, è un’ascesa frutto di una perdita, in cui l’alleggerimento che percepiamo è comunque doloroso, perché una parte di noi è morta, semplicemente.
And I see souls change To mark my home The glorious I shall become To dissolve myself into emptiness And to rise again with one stone less
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renonsprints · 7 years ago
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Hey everybody! I'm all set up at Vette City Con! Let's do this, Bowling Green!
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jacky-the-nerd · 6 years ago
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Another Vette City Con has come and gone. I decided to sneak out of the house and not do grad school homework. I didn’t get any interviews, and not many pictures, but what I did take I’m pretty happy with. Be sure to check out my gallery!
Vette City Con 2019 Another Vette City Con has come and gone. I decided to sneak out of the house and not do grad school homework.
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natemichaelsart · 5 years ago
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Bowling Green, Kentucky! I’m here at Vette City Comic Con until 8pm today. This is a one day show and my last showing in the Kentucky until March. If you’re in the area, I hope to see ya here ✌️❤️🤘 ___________________________ #natemichaels #natemichaelsart #vettecity #comiccon #bowlinggreen #bowlinggreenky #kentucky #kentuckyartist #shoplocal #shopketucky #corvettemuseum #corvette #art #artistlife #haveartwilltravel #artshow #artoftheday #artistsoninstagram (at National Corvette Museum) https://www.instagram.com/p/B7wM0TBFDGM/?igshid=e07gfs1m3xyr
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federicodeleonardis · 5 years ago
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Fotografia e correttezza: una lettera su Enrico Cattaneo
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Firmamento nero (ex Cartiera Vita-Mayer)
Ricevo e volentieri pubblico
 Cara A,
il mondo è piccolo, molto più piccolo di quanto la fama faccia apparire a chi lo scandaglia per descriverne le eccellenze e certi particolari microscopici, ma veramente importanti, sfuggono all’indagine che vuol essere oggettiva e corretta. Non dubito della tua buona fede e della tua competenza di curatrice, ma nel caso dell’intervista a Enrico Cattaneo, morto meno di un mese fa, te ne è sfuggito uno che mi riguarda da vicino. Mi accingo a dirti quale.
Da parecchi anni non ho più incontrato Enrico, esattamente da quando avevo scoperto che in varie occasioni aveva esposto sue fotografie su mie opere… senza citarmi in alcun modo (non ricordo la data, ma tutto ciò successe qualche mese dopo la mostra che William Xerra fece alla galleria Derbylius, in cui qualcuno ci riprese amichevolmente insieme). Questa scoperta mi indusse a evitare di incontrarlo e, visto che la cosa si ripeteva con una certa frequenza, a scrivergli le mie proteste in modo dapprima gentile e poi sempre più indignato (non mi sono però mai servito di raccomandate, il che significa che la scarsa fiducia nella tempestività della giustizia, i suoi costi e un fondo di speranza (illuso!) nella sua correttezza, dopo le mie rimostranze scritte, avrebbero ottenuto l’effetto desiderato. Non si è mai degnato di rispondermi o di giustificarsi: evidentemente pensava di essere lui l’artista, che io fossi semplicemente un supporto e che la cosa non valeva nemmeno la pena di essere discussa. E’ passato del tempo: non mi interessa inseguire le scorrettezze o la meschineria altrui, troppo fiducioso che la verità prima o poi verrà a galla, ma dopo il tuo articolo ho pensato che non potevo più procrastinare la difesa del mio lavoro.
L’avevo portato, materialmente, nei luoghi più importanti del mio intervento artistico, mettendo a disposizione del suo obiettivo le mie opere; lui ha pensato bene di appropriarsene senza minimamente sospettare di avvilirne la portata solo perché sapeva usare uno strumento di registrazione, come se l’arte fosse appunto, registrazione, rappresentazione. Nella confusione generale, che denuncia l’ignoranza diffusa nei tempi attuali e che una certa critica interessata ha contribuito a formare, approfittava dell’occasione offertagli dall’opinione corrente che privilegia lo strumento fotografico perché facile, democratico, alla portata di tutti … i cretini: basta saperlo usare un po’ meglio, basta ammantarlo di un’aura tecnologica, scientifica, alchemica e il gioco è fatto: siamo dei grandi artisti! Parlo a una studiosa del campo, a una storica dell’arte contemporanea (l’ossimoro non lo nota nessuno: contemporaneo e storia fanno a pugni e spesso il ‘con’ si elimina col tempo; per fortuna dei posteri), una persona che lavora tutti i giorni e insegna arte visiva: non siamo in musica, dove la composizione non esisterebbe senza l’esecuzione e dove, tanto per fare un esempio, Gart Knox è artista quanto Luciano Berio e la Sequenza per viola non potrebbe essere ascoltata in tutto il mondo senza la sua divina interpretazione. Noi, dico tu, Cattaneo e io, lavoriamo nel campo dell’arte visiva e se pur una certa tendenza degli studi sulla comunicazione (i cosiddetti visual culture studies) tenda a privilegiare il web e quindi lo strumento che più di ogni altro può essere utilizzato dalla rete (vedasi per es. l’articolo di Federico Ferrari su questa tendenza, ripubblicato sul suo Visioni nel paragrafo Iconosfera),  io penso che l’arte veicolata appunto dal retinico si serva di qualcosa di ben più importante della semplice immagine piatta che si affida al digitale e questo qualcosa si chiama spazio, terza dimensione (compresi i suoi odori e, da architetto aggiungo, anche i suoi rumori, cioè la vita che lo riempie). Invece una certa critica superficiale perpetua l’equivoco, anzi ribalta addirittura la frittata: eclissa l’opera nel cono d’ombra della sua interpretazione. Cattaneo si è appoggiato a questa sponda; lecito per carità, anche se sulla validità del suo lavoro come artista si pronuncerà la storia. Ma ha sfruttato il mio lavoro continuamente (anche economicamente) senza citarmi e le scuse non sono mai arrivate. Alla fine, come ho potuto constatare da un annuncio sul Corriere, lo zampino della Smrgnaffa (cito sempre questo personaggio di Gadda, per esorcizzarlo) gli ha impedito di farlo: quella signora non va per il sottile!
Ma veniamo a noi, a te. In tutto il tuo articolo non ho letto una sola parola che mi mettesse in campo, ma nemmeno che menzionasse i lavori da lui fotografati che mi menzionassero come autore. Di più, e non so se la scelta e le didascalie delle foto sia stata tua o della rivista, si pubblica un mio lavoro come suo, addirittura con altro titolo (questo probabilmente datogli da lui). Svista? Dimenticanza? Per quanto riguarda la mia persona, il fatto che tu abbia condiviso l’opinione di Cattaneo (l’artista era lui e io solo un’involontaria comparsa), mi offende, ma sono affari tuoi. Da te che conosci il suo lavoro, ma anche e da molto tempo il mio (aspetterai per raccontare la mia storia che quella vecchietta arrivi anche alle mie porte?), avrei pensato di leggere il mio nome almeno accanto a quella serie di artisti minori che citi a un certo punto dell’articolo. Non so se rallegrarmi o meno della esclusione, ma dubito che tu lo abbia fatto per riguardo al livello superiore della mia arte. Mi permetti l’ironia?
Affari miei invece sono il fatto che il tuo silenzio in qualche modo convalida il falso, il plagio del fotografo nei miei confronti. Tutto ciò è tanto più grave in quanto, essendo tu stata una curatrice di mostre anche importanti in cui mi hai invitato (almeno tre) e una frequentatrice delle gallerie in cui io ho mostrato quei lavori, non potevi ignorare che aveva lavorato sulle mie opere. Ma più grave ancora è il fatto che, avendo tu raccolto a suo tempo le mie rimostranze, in occasione dell’articolo tu le abbia bellamente ignorate.
Questa la nostra vicenda, di me e di te, per essere precisi.
Tutto ciò apre una parentesi di natura culturale che mi vede costretto a pubblicare quanto sopra e a far pervenire questo scritto alla rivista in cui è comparsa l’intervista perché prenda le misure del caso. A settembre mi consulterò con un avvocato specializzato in materia per avere tutela. La parentesi è questa:
L’arte, almeno a partire dalla seconda metà dell’800, si è sempre servita della fotografia: oggi ne paga il prezzo ed è salatissimo. Per capire quanto, basta aprire una qualsiasi rivista d’arte, di qualsiasi paese al mondo, compreso il nostro: da almeno trent’anni una paccottiglia inguardabile in cui le cose serie devono sgomitare per essere viste e ciò lo dobbiamo al proliferare incontrollato proprio della fotografia e della sua superficialità. Ho più volte affrontato la questione sulle mie pubblicazioni e non ho nessuna intenzione di ripetermi: non ne vale la pena. Dico solo che oggi una pletora di critici preferiscono occuparsi di quella branca dell’arte visiva che ancora crede che la prospettiva rinascimentale non sia morta e sepolta e fra questi sono legioni quelli che la facilità dello scatto sdogana alle vette …dell’ignoranza). I fotografi che hanno capito che non è più così sono pochissimi, sì, sono pochissimi i fotografi artisti (da distinguere dagli artisti che usano anche la fotografia come uno strumento, fra i quali a volte, a partire almeno dal 1979, ci sono anch’io): quelli seri, quelli che non si abbandonano all’imitazione della pittura, quelli che hanno capito la specificità della loro arte  (l’istante dello scatto, cara A) o fanno della cronaca (vedi per es. quelli della Magnum) o dell’interpretazione (questi ultimi sono una minoranza). Quando non si limitava a riprendere la mondanità tipica delle mostre (una cronaca di bassissimo interesse, un piccolo mondo che si specchia narcisisticamente in se stesso), Enrico Cattaneo era un buon interprete, non certo alle vette di un Mulas, ma bravo. Moralmente però non altrettanto valido e certamente molto presuntuoso. E, se non ti dispiace, anche l’etica vuole la sua parte: sono qui per ridargliela.
Comunque, pace all’anima sua.
Già, cara A, pace all’anima sua almeno da parte mia, perché non è il prezzo che ho dovuto pagare le sue fotografie a contare, ma in generale il rispetto che si deve a un morto, quello che gli antichi chiamavano pietas.
Lettera firmata
FDL
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sounds-right · 6 years ago
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26/2 Mauro Ferrucci fa scatenare fa muovere Nesƨun Dorma c/o The Club - Milano
Martedì 26 febbraio 2019 in console al the Club, di Milano per Nesƨun Dorma a far ballare la città e non solo a ritmo di house & dintorni, ci sono artisti resident di valore assoluto: al mixer si alternano  Ale Bucci e Filippo Marchesini. Al microfono invece Thorn e Riccardo Celetti, due dei più stimati vocalist e performer italiani. Ovviamente il dress code è chic, elegante. Sono comunque benvenuti tutti coloro che hanno voglia di guardare e, soprattutto, farsi guardare.
C'è poi un dj guest d'eccezione, Mauro Ferrucci.
È con un'alchimia di sensazioni che Mauro Ferrucci, da oltre 20 anni, fa ballare il suo pubblico nei club più prestigiosi. Si definisce "devastante" ma, fondamentalmente, "un bravo ragazzo" a oltre un ventennio Mauro Ferrucci si esibisce alle consolle di mezza Europa, e come produttore, ha raggiunto le vette delle classifiche di tutto il mondo. Inizia a suonare nei primi anni '80 e si mette in luce per essere l'unico promotore del movimento musicale New Wave che lo porta in Spagna, a Palma di Maiorca, dove rimane qualche anno spostandosi poi a Barcellona e Ibiza. è lì, nella metà degli anni Ottanta, che si avvicina al mondo della House Music. Torna poi in Italia, nel 1987, e inizia ad esibirsi in famosi locali tra i quali Il Muretto, la Villa delle Rose, il Pineta, il Pascia, il Lido, il Paradiso, l'Area City, ecc. e tiene a battesimo uno dei locali, divenuto tra i più rappresentativi del "mondo house", il Fitzcarraldo. Continua a viaggiare prendendo la residenza del lunedì a Parigi, prima al Bain Douches e poi al Palace e, nel '91, produce con il suo amico C. Hornbostel Moments in Love raggiungendo il primo posto della classifica di vendita inglese. Nel '92 bissa il successo con Nikita Warren: I need you. Nel '93 intraprende la strada televisiva, fondando il programma nazionale Crazy Dance. Con il dj italoamericano Frankie Tamburo crea l'etichetta Airplane! Records che sforna un successo dopo l'altro. Nel 2004 vince a Sanremo il premio di miglior produttore e nel 2007, produce Old Skool Generation, con Tommy Vee e, sempre con lui, il remix del nuovo singolo di Paola e Chiara, Second Life. Nel 2008 inizia un nuovo cammino per riuscire a far avvicinare l'House Music al pop tradizionale e ha concluso da poco i remix per Jovanotti con Safari e per Paola & Chiara con Vanity and Pride.
Nesƨun Dorma, il nuovo martedì notte tutto da ballare creato da Maurizio Gerosa & Davide Cavallari (Fidelio Milano) e Alessandro Imarisio & Carlo Panzarini (Big Mama Production) fa ballare Milano. Sono veri professionisti dell'intrattenimento e della nightlife, con alle spalle successi in tutta Italia (sarebbe impossibile elencarli tutti). Hanno deciso di unire le forze per far muovere a tempo, fino all'alba, Milano e non solo. Performance, musica house piena di ritmi e melodie che uniscono e fanno scatenare... Per cui il successo di Nesƨun Dorma non stupisce.
Dalle 23 e 30 a tarda notte. Liste: ingresso omaggio donna entro le 1:00, uomo 10€ entro le 00:30, 15 entro le 1:00 (con consumazione) Ingresso intero (con consumazione) 20€
Info & Reservation: 3933334557 - 3470730858
Nesƨun Dorma @ The Club Milano c.so Garibaldi,97
https://www.facebook.com/NessunDormaAMilano/
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kvongart · 6 years ago
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Day 2 of Vette City Con and I was able to finish @milktu_ redraw! Congratulations on 50k! I hope you like it! 🖤 #milkturedraw50k #redrawinyourstyle #drawthisinyourstyle #redrawmeme #demons #demongirl #monstergirl #artistsoninstagram #penandink #inking #instaart #inkdrawing #artwork #artist #drawing #illustration #art #ink https://www.instagram.com/p/BtGqfufgw9U/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=h7idfcb3moxp
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kgoodner · 8 years ago
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VETTE CITY CON 2017 #comics #cosplay and #corvettes! A #huge #win all around! it's a wrap ya'll! Let me say, this was, by far, the most delightful, cheerful, #kindhearted, #gracious, #hospitable, easy going, crowd, staff, venue, and town (#BowlingGreen, #Ky) I've ever had the pleasure of spending the #weekend with! The #CorvetteMuseum rolled out the #red carpet for us, and we had a blast! Thank you so much to the #organizers, and #volunteers! Thank you so much to the incredible #patrons who stopped by to laugh, joke, cry, and sing with us! You made our weekend! #vettecitycon #illeststrator #kevlengoodner #illustrations #blackartists #comicon #manga #anime #drawing #sketches #anime #art #howtodraw #harleyquinn
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