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#verminaio
bizarreauhavre · 2 months
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Ceroplast, anatomical bust with verminaio - 1699-1700, Gaetano Giulio Zumbo (1656-1701).
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soldan56 · 1 year
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verminaio
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abr · 1 year
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“Il Governo sta procedendo a spallate alla demolizione della Rai“. Così ha detto Elly Schlein. Con involontaria tragicomicità le ha fatto eco (...) Marco Furfaro, uno dei membri della nuova Segreteria del Pd. Rispondendo a (chi) aveva osato affermare che “la lottizzazione c’è sempre stata” e che “affermare che l’uscita dell’Annunziata dalla Rai sia un vulnus alla democrazia, è un dibattito demenziale…”, Furfaro ha sentenziato: “Non è che perché fino ad ora si sia fatto sempre schifo, ci sia un alibi per continuare a fare schifo”. Dunque, uno dei nuovi alfieri della Segreteria Schlein ha affermato di fatto che la sinistra (...) ha fatto sempre schifo, occupando la quasi totalità delle posizioni disponibili (...).
L’area dem, a conti fatti, mantiene nove poltrone (...), aggiungiamoci le tre assegnate al M5s (...) e avremo ben dodici poltrone affidate all’area di Centrosinistra, contro le quindici assegnate oggi all’area di Centrodestra, fra le quali contiamo l'Ad di RaiCom (...) che proveniva dall’area dem-renziana.
Resta il fatto (...) che i più ricchi centri potere che distribuiscono appalti milionari come Rai Fiction e Rai Cinema restano in mano alla sinistra, come anche Rai Kids e Rai Cultura: (...) una parte fondamentale delle attività di un servizio pubblico (...). Settori in cui ci sarebbe un enorme bisogno di cambiamento, con l’abbandono dell’imperante pensiero unico relativista e della cultura woke da cui sono pervasi.
L’impressione è quindi che, a dispetto degli allarmi della Schlein, non ci sia stata alcuna spallata (...). Davvero stridenti in questo contesto le dimissioni di Lucia Annunziata, cui era stato confermato il programma, “perché non ci sono le condizioni”. Davvero triste epilogo di carriera per un’affermata professionista, alla ricerca di un martirio del tutto ingiustificato. (...)
A.Contri, un ex che sa di che verminaio sinistro si sta parlando, via https://www.ilsussidiario.net/news/rai-politica-le-poltrone-che-contano-in-mano-alla-sinistra-che-grida-allo-scandalo/2543541/
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fettesans · 1 month
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Top, Ceroplast, anatomical bust with Verminaio, 1699-1700, by Gaetano Giulio Zumbo, Ceroplasty, wood and glass case, Height of the wooden work without pinnacles and feet: 41 cm; height of pinnacles: 13.5 cm; height of feet: 6.5 cm; largest side of trapezoidal base: 60 cm; smallest side: 38 cm; depth: 25 cm. Via.
Zumbo had a particular predilection for the figurative depiction of the human body in decay. Witness the waxwork of the Anatomical Bust with Vermin, in which the appearance is emotionally disconcerting both in anatomy and in the rendering of details. The body, corrupted by decomposition, emerges in a disgusting scenario in which animals rage against putrescent flesh, set inside a wooden case with three trapezoidal openings. The young man's face suggests a violent death, given the multiple wounds in several places: in the face, skull and neck. The eye sockets are turned upwards and describe the ultimate search for a different beyond, free of suffering and finally safe. The identification of the young man is not certain, but sources suggest that during his French sojourn he met the 'General of the galleys'(3) , for whom he executed an anatomical head. This Anatomical Bust with Vermin probably dates back to that time and could identify the young man as a convict who had a rope or chain around his neck during his stay, a punishment for his conviction, as the gash in his throat suggests. The work is not lacking in symbolism and meaning: the rat represents anguish, disgust and degradation, just as the cockroach represents darkness, depression and death. The moth on the other hand, in the Christian imagination, is an emblem of resurrection and salvation precisely because of its path. Therefore, Zumbo tried to 'represent both good and evil, darkness and light, the rottenness of the flesh and decay and the Christian dream of resurrection'(4) . In conclusion, the background of the shrine is painted in broad brushstrokes without suggesting a specific description.
Bottom, Adrian Piper, Out of the Corner, 1990, Seventeen-channel video installation with sound, 26:00 min., with seventeen monitors, sixteen pedestals, table, twenty-three chairs, and sixty-four gelatin silver prints. Dimensions variable. Photograph by Peter Harris. Via. Via.
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In South Korea some women have sworn off heterosexual relationships altogether. In 2019 a fringe “4B” movement emerged there. It involves women abstaining not just from marriage and childbirth, but also dating and sex with men. They believe a life with a man is a life without freedom. “I’m not even fighting the patriarchy—I’ve decided to walk out of it,” says Kim Jina, a 4B practitioner.
Another factor is that anger towards women is being stoked online. Mr Kim, the chef, follows Bae In-gyu, an influencer on YouTube who leads “New Men on Solidarity”, a men’s-rights group. Mr Bae claims that “feminism is a mental illness.” In South Korea, a popular online slur among men is kimchinyeo or “kimchi bitch”, a term that implies young Korean women are materialistic, controlling and willing to live parasitically off men. In Japan tsui-femi, which is short for “Twitter feminists”, has become a derogatory term.
Similar to incels (or involuntary celibates) in the West, a group of Japanese men known as jakusha-dansei or “weak men” have emerged. “When it comes to dating, women overwhelmingly have decision-making power,” says Horike Takeshi, a 25-year-old Japanese man who has never had a girlfriend. He identifies as a “weak man” because of his low income and lack of sex appeal to women.
The Economist, from Meet the incels and anti-feminists of Asia - They threaten to make the region’s demographic decline even worse, June 27, 2024.
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tifatait · 3 months
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IL VIDEO. La staffilata del direttore. Corruzione al Comune di Caserta. Non è questione di garantismo e giustizialismo. Giù le mani dai magistrati di S. Maria C.V. che hanno scoperchiato il verminaio | casertace.net
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L'IMBOSCATA - Riecco gli impuniti per decreto federale. La provocazione di Chinè. Il caso del procuratore Viola (ma nerazzurro). Il verminaio di Perugia e le sentenze assurde. Il male "oscuro" del sistema ha un nome e un cognome
di Andrea Bosco  Acerbi non ha ricevuto alcuna punizione dalla procura federale per le (presunte) frasi razziste nei confronti di Juan Jesus. Maleducato ma non razzista.  Non è chiaro quello che Acerbi ha detto sul campo. Né  perché  successivamente abbia tentato di “spiegare“  al collega del Napoli il senso della sue parole, visibilmente sbracciandosi sul campo. Sarebbe il caso che il giocatore…
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lamilanomagazine · 7 months
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Dossieraggio, l’allarme di Cantone: «Oltre 10mila accessi. Scaricati 33mila file dalla Dna»
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Dossieraggio, l’allarme di Cantone: «Oltre 10mila accessi. Scaricati 33mila file dalla Dna». È stato ascoltato in Commissione Parlamentare Antimafia il procuratore di Perugia Raffaele Cantone. Il magistrato ha riferito in merito all'inchiesta sui presunti dossieraggi. «Credo ci sia l'esigenza di ripristinare la verità sui fatti che sono stati detti in questa fase, alcuni riportati in modo generico non avendo conosciuto gli atti, e per intervenire a tutela di un'istituzione sacra come la Procura Nazionale», ha detto Cantone. «Non mi occupo di bolle di sapone. E chi parla di bolle di sapone ne risponderà nelle sedi giuste. Esiste un limite a tutto, se non si conoscono gli atti non si può esprime giudizio», ha sottolineato il procuratore di Perugia. «Il mercato delle Sos (segnalazioni operazioni sospette, ndr) non si è affatto fermato. Abbiamo una prova clamorosa: durante la prima fuga di notizie è uscito un riferimento ad una Sos riguardo ad un imprenditore che avrebbe avuto a che fare col ministro della Difesa, quella Sos non era stata vista da Striano. C'era qualcuno che continuava a vendere sotto banco le Sos. Questa indagine è stata trasmessa alla Procura di Roma», ha riferito Cantone. «Condivido integralmente le parole del procuratore antimafia (Giovanni Melillo, ndr), sul fatto che i numeri lasciano pensare ci sia altro dietro. I numeri inquietano perché sono davvero mostruosi», ha dichiarato il procuratore di Perugia. Cantone ha inoltre spiegato di aver «sentito due volte il ministro Crosetto, che va ringraziato per la scelta di rivolgersi all'autorità giudiziaria consentendo così di scoprire quello che è un vero e proprio verminaio».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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itisanage · 2 years
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La Meloni si è presentata come coerente sostenitrice degli interessi italiani. Credo sia assolutamente falso. Ma non è questo il punto. Nella realtà ha manifestato con maggior forza e convinzione la sua adesione all’atlantismo così come si sta configurando in questo tragico anno di guerra. Occorre coerenza, in linea con i presupposti del suo programma politico se non vuole precipitare, come già sta facendo, nella farsa, con un Crosetto che balbetta frasi senza senso. Se siamo convinti, in compagnia del resto di un’Europa luttuosa e mortifera, che la Russia possa essere sconfitta attraverso una guerra convenzionale dobbiamo attrezzarci. Si producano armamenti efficaci, un addestramento militare all’altezza, si convertano l’economia e l’industria in economia e industria di guerra. Insomma si faccia tutto ciò che è necessario per vincere la guerra. Compresa la reintroduzione della leva obbligatoria per le classi dal 1995 fino al 2005.
Non se ne hanno i mezzi? Non si è in grado di gestirla? Mancano le caserme? Non riusciamo a prelevare i coscritti dalle discoteche, dai bar, dagli stadi? Si cominci a togliere l’esenzione dalla leva per gli iscritti all’università. Si imponga la chiusura degli esercizi dopo le 20 e si chiudano teatri, cinema e concerti vari. Non ci sono più le condizioni materiali, visto che non abbiamo più neppure un’industria siderurgica? E sia. Allora attrezziamoci per la guerra nucleare. È importante sapere come si va a morire e come una civiltà possa scomparire in un attimo. Qualche favoletta la si può ancora raccontare visto la pletora di scrittori, sceneggiatori di serie tv, cinematografari, operatori della comunicazione, rapper, cantanti … cosa ci vuole a far trangugiare a questa immonda marmaglia quattro stupidaggini! Cosa ci vuole?? Checov? Herzen, Zola, Stendhal? Manzoni? Dickens? Flaubert? Musil? Ma no, basta e avanza Vespa, Bonolis, Fedez, Amadeus, forse che non fanno già parte della riserva della Repubblica? Non sono essi già la spina dorsale di questo verminaio?
Questo dovrebbe fare un governo di destra credibile e all’altezza della situazione, altrimenti è una versione più fessa e scalcagnata di quelli che l’hanno preceduto. Una fessaggine, per altro, condivisa con la sinistra benché, se possibile, ancor più oscena e sciacallesca. Costoro pasteggiano sui morti e lavorano per farla franca ancora una volta, per togliersi di dosso quella puzza di tradimento, di opportunismo, di scellerata noncuranza nei confronti della responsabilità che si sono voluti prendere di fronte alla realtà.
Se fossi un difensore delle ragioni dell’Ukraina, ammesso che siano le loro quelle per cui combattono – ho i miei dubbi – scenderei subito per strada a chiedere l’impegno diretto dell’Italia alla sua difesa fino alla vittoria.
Non lo faranno mai!!!! Mai assumeranno su di loro la responsablità del macello che vanno promuovendo e che hanno promosso! Mai! In attesa che l’Ukraina diventi definitivamente il grande cimitero sotto la luna che già è!
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pastrufazio · 2 years
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La Meloni si è presentata come coerente sostenitrice degli interessi italiani. Credo sia assolutamente falso. Ma non è questo il punto. Nella realtà ha manifestato con maggior forza e convinzione la sua adesione all’atlantismo così come si sta configurando in questo tragico anno di guerra. Occorre coerenza, in linea con i presupposti del suo programma politico se non vuole precipitare, come già sta facendo, nella farsa, con un Crosetto che balbetta frasi senza senso. Se siamo convinti, in compagnia del resto di un’Europa luttuosa e mortifera, che la Russia possa essere sconfitta attraverso una guerra convenzionale dobbiamo attrezzarci. Si producano armamenti efficaci, un addestramento militare all’altezza, si convertano l’economia e l’industria in economia e industria di guerra. Insomma si faccia tutto ciò che è necessario per vincere la guerra. Compresa la reintroduzione della leva obbligatoria per le classi dal 1995 fino al 2005.
Non se ne hanno i mezzi? Non si è in grado di gestirla? Mancano le caserme? Non riusciamo a prelevare i coscritti dalle discoteche, dai bar, dagli stadi? Si cominci a togliere l’esenzione dalla leva per gli iscritti all’università. Si imponga la chiusura degli esercizi dopo le 20 e si chiudano teatri, cinema e concerti vari. Non ci sono più le condizioni materiali, visto che non abbiamo più neppure un’industria siderurgica? E sia. Allora attrezziamoci per la guerra nucleare. È importante sapere come si va a morire e come una civiltà possa scomparire in un attimo. Qualche favoletta la si può ancora raccontare visto la pletora di scrittori, sceneggiatori di serie tv, cinematografari, operatori della comunicazione, rapper, cantanti … cosa ci vuole a far trangugiare a questa immonda marmaglia quattro stupidaggini! Cosa ci vuole?? Checov? Herzen, Zola, Stendhal? Manzoni? Dickens? Flaubert? Musil? Ma no, basta e avanza Vespa, Bonolis, Fedez, Amadeus, forse che non fanno già parte della riserva della Repubblica? Non sono essi già la spina dorsale di questo verminaio?
Questo dovrebbe fare un governo di destra credibile e all’altezza della situazione, altrimenti è una versione più fessa e scalcagnata di quelli che l’hanno preceduto. Una fessaggine, per altro, condivisa con la sinistra benché, se possibile, ancor più oscena e sciacallesca. Costoro pasteggiano sui morti e lavorano per farla franca ancora una volta, per togliersi di dosso quella puzza di tradimento, di opportunismo, di scellerata noncuranza nei confronti della responsabilità che si sono voluti prendere di fronte alla realtà.
Se fossi un difensore delle ragioni dell’Ukraina, ammesso che siano le loro quelle per cui combattono – ho i miei dubbi – scenderei subito per strada a chiedere l’impegno diretto dell’Italia alla sua difesa fino alla vittoria.
Non lo faranno mai!!!! Mai assumeranno su di loro la responsablità del macello che vanno promuovendo e che hanno promosso! Mai! In attesa che l’Ukraina diventi definitivamente il grande cimitero sotto la luna che già è!
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toscanoirriverente · 3 years
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amattanzanews · 4 years
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Il “verminaio” di Messina e i depistaggi dopo l’omicidio Alfano e Bottari
Il “verminaio” di Messina e i depistaggi dopo l’omicidio Alfano e Bottari
C’ è stato un tempo in cui in Messina veniva considerata una città tranquilla, dove non succedeva  mai niente, dove, come in quasi tutte le città e paesini della Sicilia, si diceva “ la mafia non esiste”. Insomma, una delle tante province, in cui per dire che “la mafia non esiste” o e composta da “scapestrati”, veniva soprannominata città “babba” (tonta, in siciliano). Per moltissimi anni il…
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Da: LE STREGHE DI SHAKESPEARE - di Gianpiero Menniti 
ZAC E IL SUO GRIDATO J'ACCUSE…!
[...] E i politicanti? Genuino riflesso di questa borghesia merdosa della quale sono i primus inter pares, i più sublimi tra i ladroni, laidi e bugiardi, incompetenti, ignoranti di ignoranza crassa e reiterante, vermi di un verminaio infetto, baldracche putride, maschi e femmine che aprono la bocca solo in tre occasioni, per dire cazzate, per ingozzarsi come maiali e la terza… inutile dirla, no! E lo fanno pure male… Gli italiani sono furbi e credono pervicacemente che la furbizia sia un attributo dell’intelligenza. La furbizia è invece un sottoprodotto dell’intelligenza, un elemento di scarto che quando pervade le coscienze annulla ogni possibile evoluzione della comunità, esclude dalla diffusione del benessere, crea divari sempre più profondi tra segmenti sociali e generazioni, produce malaffare, corruzione, insopportabile prepotenza e violenza efferata. Sì, siamo furbi noi italiani e siamo convinti, nella nostra furbissima capacità intuitiva, che nulla possa cambiare e che convenga rimanere sottotraccia per non compromettersi troppo, per non sbagliare, per non correre il rischio di votare per i perdenti. Gli italiani sono abilissimi a salire repentinamente sul carro dei cosiddetti vincitori, i quali altro non sono che i protagonisti di piccoli riposizionamenti in un sistema di potere che rimane uguale, immutabile. Come un codazzo infame riconosciamo e seguiamo pedissequamente i più furbi tra i furbi, quelli che occupano le stanze dei “bottoni”, quelli che “hanno fatto i soldi” (non importa come...), che guidano monopoli nel campo del commercio e dell’industria, che creano trust e cartelli incasellandoci nelle file sempre più lunghe ai super-mercati, agli uffici postali, agli sportelli delle Asl, delle banche e delle assicurazioni, dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate, di Equitalia e delle farmacie, a pagare tasse per servizi inesistenti, camminando in città brutte, sporche, disordinate ed invivibili. Questo Paese è una tragedia, una gozzovigliata di massa che scantona nel grottesco e nelle immagini di morte, che presenta continui cambi di scena nascondendo la visione di un’umanità brutalizzata da pratiche sadomasochiste di quart’ordine, un Paese nel quale non si riesce più a fabbricare una pentola decente, ad avere un idraulico che non ti produca più danni di quelli che volevi riparare e così un elettricista, un gommista o un carrozziere, un meccanico o un avvocato, un commercialista o un dentista, un macellaio o un salumiere, un medico o un farmacista e chi più ne ha più ne metta. Non c’è scampo, invasi da migliaia e migliaia di leggi incomprensibili ed inapplicabili per alimentare la burocrazia più stupida del pianeta, una burocrazia che rende vana e inutile ogni idea, proposta, iniziativa, tassazioni invereconde di ogni genere e tipo che ingrassano un sistema pubblico da quarto mondo, scuole fatiscenti, università trasformate in esamifici, una giustizia che sevizia e non corregge nulla del marcio che avanza, intere regioni in mano alla criminalità organizzata e loro fanno le conferenze stampa e a proposito di stampa e editoria stendiamo un velo pietoso. Questo è un Paese senza futuro, una cloaca a cielo aperto, un immenso immondezzaio che questa borghesia, sia quella ripulita che nasce dai bassi e porta la puzza di coscienza che ha addosso come un profumo da spandere, che quella nata alta per godere di più del sottile gusto di lasciarsi scivolare più a lungo e sempre più in basso per auto degradazione, ha distrutto consapevolmente accettando l’incessante compromesso quotidiano del comparaggio e della bottega, l’assenza di un senso minimo di creanza e di buona educazione, l’imitazione delle peggiori pratiche perché tanto è il peggio che vale di più sulla bilancia distorta dei diritti e dei doveri di cittadinanza. L’Italia è un Paese di chiacchieroni inutili. Ma avrebbe le potenzialità per diventare una potenza economica straordinaria facendo leva sulle immense risorse ambientali e culturali. Abbiamo almeno quattromila imprese manifatturiere che potenzialmente possono diventare leader nel mondo. L’inventiva degli italiani, ora piegata al malaffare piccolo e grande, è una dote vera, non è retorica, è qualcosa che nasce da un’identità originale e non facilmente riproducibile altrove, ce la portiamo dentro e sappiamo mostrarla all’estero quando semplicemente addomesticata da un sistema statale corretto, la poniamo al servizio della nostra dignità di uomini e donne onesti con se stessi e con gli altri. La nostra genialità, in Italia, la trasformiamo in pratica per banditismo.  
Francesco Hayez (1791-1882): "Accusa segreta", 1847-1848, Musei Civici di Pavia. Quadreria dell'Ottocento
In copertina: Maria Casalanguida: Interpretazione de ‘Il bagno turco di Ingres’, 1976, collezione privata
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erosioni · 3 years
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Affinché i miei ricordi servano a qualcuno o a qualcosa. Se avete voglia di leggere quello che c’è prima è QUI. 
I miei primi due anni a Roma sono molto confusi nella memoria. Mi sembrava di essere su una cazzo di giostra al luna park. Forse nella centrifuga di una lavatrice sarebbe un paragone più descrittivo. Non ero abituato a incontrare tante persone e così diverse dopo la solitudine dell’adolescenza e del liceo. Per la prima volta avevo degli amici e di tanti tipi diversi.
C’erano i “normali”, i miei compagni di appartamento con cui bevevo, andavo alle feste e frequentavo ragazze. C’erano quelli del cineclub dove mi ero iscritto e andavo a parlare di cinema per ore e poi bevevamo birre orrende in lattina e fumavamo finché non ci lacrimavano gli occhi. C’erano le mie conoscenze del giro gay di Roma. Non tanto quelli che mi rimorchiavano casualmente nei vari luoghi di battuage, ma coetanei che avevo finito per conoscere durante i vagabondaggi in quelle serate. Mi portavano nei locali, quei pochi che c’erano, dove finivo per conoscere ancora altra gente. I froci-adulti, quelli sulla piazza dai tempi duri, che ti raccontavano l’aneddoto sul cazzo di Pasolini o su Sandro Penna. I poeti a Roma sembravano tutti froci. I froci-militanti, quelli che giravano attorno al Mario Mieli e ti facevano le ramanzine sull’aids. I primi trans che mi facevano una grandissima impressione, come figure uscite da un libro di favole folli. E poi le feste, non quelle dei normali, quelle dei froci, dove c’era sempre la possibilità che tutto degenerasse in sesso collettivo (mi è successo una sola volta in realtà).
In facoltà non ci andavo mai. Non studiavo e se studiavo non andavo a dare l’esame. Mio padre era inferocito. Tre volte alla settimana mi insultava per telefono, ma più di quello non poteva fare o non riusciva a fare. In dei periodi il mio ritmo sonno veglia era completamente invertito. Dormivo fino all’una e poi nel pomeriggio facevo le cose normali. La notte cercavo sesso o qualunque altra cosa eccitante. Mi ero iscritto in una palestra del centro storico che era frequentata da omosessuali giovani. Non ero mai stato un fissato per la forma fisica, ma imitavo quello che facevano gli altri. Forse è stato il periodo in cui sono stato più atletico, anche se bevevo come una spugna. Il mio corpo stava cambiando, ero come i mutanti dei fumetti che leggevo da ragazzino, come i Fantastici 4, come gli X-Men. Un mostro con i superpoteri e l’identità segreta. Ma soprattutto stava cambiando il mio cervello.
Tutto quello che ricordo sono facce, facce, facce e nomi, ma non necessariamente associati alle facce. Ciao sono Andrea. Ciao sono Filippo. Ciao sono Antonio. Ciao. Ciao. Ciao. Tutti usavamo nomi falsi, soprannomi, mentivamo sulla provenienza, sull’età. Queste cose non le ha inventate internet, mocciosi, si sono solo perfezionate tecnologicamente. Facce, nomi e cazzi. Tanti cazzi di tutte le dimensioni, vecchi e giovani, rugosi e lisci, con le vene in rilievo, curvi, sporchi o addirittura profumati alla colonia. Due anni pieni di vortici e cazzi. Due anni pieni di vuoto e facce. Due anni pieni di piacere e paura. Due anni pieni di prime volte.
Le prime volte che qualcuno mi ha fatto un pompino. Pensavo a un errore. Ero io che li facevo i pompini agli altri. Invece no, c’era anche chi voleva farmeli. Da uno grande non lo potevo sopportare, solo dai miei coetanei. La vista di uno coi capelli bianchi e la faccia sconvolta che si piegava a terra per prendermelo in bocca era sufficiente a farmelo smosciare istantaneamente. E la prima volta che mi hanno dato la bamba. Gentile cessione gratuita di stupefacente per “convincermi” a scopare. In realtà ero più che convinto ma ero curioso di provare quella roba e di fare come Scarface. Quanto era sexy Al Pacino in Scarface? Quanto era pericoloso?
La prima volta che mi sono lasciato legare e torturare da uno stronzo. Avevo una paura terribile e un desiderio assurdo. Mi ha aveva rimorchiato a una festa. Ero fatto o ubriaco o entrambe le cose. Forse aveva vent’anni più di me o anche più, ma portati bene. Ricordo una faccia pallida, da malato mentale però con delle mani forti, ossute, inanellate. Occhi azzurri. Mi sono sempre piaciuti gli uomini con gli occhi azzurri, io ce li ho nerissimi. Ci guardavamo e dopo un po’ mi sono andato a sedere da solo in un angolo della stanza affollata. Si è seduto accanto a me e mi accarezzava. Mi diceva all’orecchio che voleva legarmi e punirmi e io sentivo un vuoto che mi si apriva dentro e un ruggito che usciva da quel verminaio. E ovviamente mi veniva sempre più duro nonostante la paura. Mi venivano in mente tutte le seghe che mi ero fatto sulle riviste tedesche di sadomaso e le espressioni stupide e languide di quei modelli biondicci.
Poi non mi ricordo molto, a parte che ero in macchina con lui e vedevo sfrecciare le strade semivuote di Roma. Non avevo idea di dove cazzo mi stava portando e come avrei fatto a tornare indietro. I cellulari erano cose che si vedevano nei film di fantascienza, mocciosi, e non avevo detto a nessuno con chi stavo andando via. È così che ti ritrovano morto dietro un cespuglio. Magari anche oggi che lo smartphone del cazzo ti traccia minuto per minuto. Fino al cespuglio, appunto. Comunque ero talmente arrapato e fatto che neanche ci pensavo.
Ho il ricordo di lui che mi parla mentre guida, ma non di quello che mi dice. Ricordo che volevo che accendesse lo stereo per sentire musica, ma invece continuava a farmi domande a cui rispondevo a monosillabi. L’esterno della sua casa del cazzo, forse Quartiere Trieste. Un triste palazzone di lusso di quelli con i motti latini sui cornicioni. Poi di nuovo non ricordo un cazzo a parte un corridoio ingombro di tappeti e mobili color mogano. Quelli con le zampe di leone. L’impressione vomitevole che dividesse la casa con qualche vecchio genitore di cui comunque non c’era traccia mi è arrivata ex post.
La cosa che ricordo dopo è che ero legato al suo letto per i polsi. Con una corda di merda che mi faceva male. Ed ero nudo con lui addosso che mi segava. Mi ha preso a schiaffi forte. Diverse volte. Ma ero talmente fuori che sentivo pochissimo. Mi insultava, ma nella memoria la voce si è cancellata, ricordo solo l’espressione arrabbiata. I suoi occhi azzurri mi perforavano. Sparì per un tempo che mi sembrò eterno. Ora sentivo un po’ di dolore in faccia. Il cazzo cominciava ad ammosciarsi e mi veniva su la paura di essere bloccato con un coglione pazzo. Provai a scrollare le corde, ma mi facevo male ai polsi. Lo stronzo mi aveva legato strettissimo. Consenso e safe-word erano parole sconosciute e ogni volta che sento cianciare gli scienziati del bdsm mi fanno ridere con queste stronzate paralegali. La verità è che quello non mi avrebbe mollato neanche se fosse sceso San Michele Arcangelo.
Gridai “dove cazzo sei finito?” Tornò immediatamente e mi schiaffeggiò ancora sulla bocca, stavolta era nudo anche lui e ricordo bene che mi disse “Stai zitto”. Il dolore mi fece immediatamente eccitare. Sentivo un vago sapore di sangue in bocca. Tirò fuori dal nulla due mollette da bucato di quelle di legno. Non ebbi tempo neanche di dire “NO” e me le applicò ai capezzoli. Gridai con quanto fiato avevo in gola mentre lui mi teneva le mani sulla bocca. Tutte e due. Mi schiacciava sotto di lui mentre ero percorso da fremiti di dolore e di piacere. Mi ripeteva che ero cattivo, cattivo, cattivo, che dovevo essere punito. E mi entrava dentro il cervello come un fiume di merda.
Quando mi ha levato le mollette, dopo un tempo che mi era parso eterno ma dovevano essere pochi secondi, volevo solo che mi scopasse. Lo pregavo con una voce di infantile di punirmi e di scoparmi, ma lui mi segava e basta e smetteva appena vedeva che diventavo duro. Smetteva e ricominciava a schiaffeggiarmi e a torcermi i capezzoli doloranti. Non capivo più un cazzo. Mi sentivo nelle sue mani, potevo godere liberamente. Mi sentivo anche umiliato, ma più di tutto mi sentivo al sicuro dal dolore perché ero al centro del dolore. Mi sentivo finalmente protetto. Ero cattivo, dovevo essere punito, dovevo soffrire e godere, senza nessun pensiero. Mi ha inculato ripetutamente con le dita, con due o forse tre. Finché non sono venuto urlando. A quel punto non mi diceva neanche di stare zitto, doveva essere molto eccitato anche lui.
Poi c’è un momento di nuovo in cui non ricordo bene, vedo le immagini accelerate come quelle di un film comico degli anni Venti. Gli faccio un pompino, ma a quel punto sono slegato. Mi viene in bocca senza darsi pena di avvertire. Ancora qualcosa che non ricordo. Poi siamo vestiti. Sento le mutande bagnate e sporche, davanti e dietro. Le cose vanno velocissime. Ho la nausea e mi gira lo stomaco, ma non ho il coraggio di chiedere neanche un bicchiere d’acqua. Il dolore ai capezzoli è pulsante. Non sto bene in piedi. Lui mi parla, forse mi fa dei complimenti stupidi a cui non credo, ma intanto mi accompagna per un braccio alla porta. Guarda fuori dallo spioncino e poi si gira verso di me. Mi mette ventimila lire nella tasca dei jeans, “per il taxi”. Mi scompiglia i capelli e mi sbatte fuori. Ho ancora la nausea. 
Appena esco dal portone mi viene un conato di vomito, ma non esce niente. Sono quasi deluso. Guardo l’orologio ed è tardissimo. Non so bene dove cazzo sto e neanche me ne frega più. Fa freddo. Mi cade una lacrima. Una sola lacrima. Vergogna? Gratitudine? Sollievo? Ho i segni della corda di merda sui polsi. Passerò i prossimi giorni a coprirli e a inventare cazzate. Però anche a ripensare a quando avrei avuto il coraggio di farmelo fare un’altra volta. Come si chiamava sto pazzo? Aveva il mio numero di casa? Glielo avevo dato? Speravo di no. Ma forse speravo di sì. (Continua).
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abr · 4 years
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Non era mai successo – almeno a mia memoria – che i grandi giornali decidessero di ignorare uno scandalo politico nazionale. Parlo di magistratopoli, forse il più clamoroso scandalo degli ultimi 30 anni. (...) Come si può spiegare la clamorosa circostanza del totale silenzio dei grandi giornali (...)?   Prendiamo solo i quattro giornali più importanti. Il Fatto Quotidiano, che oggi è considerato l’organo non solo della magistratura ma anche del governo, e poi Repubblica, Il Corriere della Sera e la Stampa. Non esiste nessuna spiegazione plausibile, di tipo professionale, al loro silenzio. Oltretutto sono giornali che son stati sempre molto generosi, con i loro lettori, nell’offrire intercettazioni anche semplicemente di pettegolezzo. Per pubblicarle, spesso, hanno disinvoltamente violato la legge. Come si spiega che oggi non esca più un rigo sulle intercettazioni del Palamara-gate e sul verminaio che stanno svelando (...)? C’è un vecchio detto latino, usato anche in giurisprudenza: “Simul stabunt vel simul cadent”. (...) la consapevolezza che se una delle due cede, travolge anche l’altra. Da qui nasce un rapporto di complicità, assolutamente omertosa, che rischia di travolgere la nostra democrazia. (...) Il sindacato dei giornalisti? Non pervenuto. Gli editori? Anche loro forse rispondono a ordini superiori e probabilmente a loro va bene non inimicarsi la magistratura. Chi può reagire? (...) la politica sta vivendo questo terremoto rincantucciata, è stata messa all’angolo ormai 25 anni fa dalla magistratura (...). Bisogna prendere atto di questo stato di cose. Sapere che siamo rimasti pochi pochi a difendere la democrazia e la legalità. E non farsi impaurire. Provare a non farsi impaurire.
Sansonetti RISCHIA MOLTO GROSSO, da IlRiformista via https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/39-39-gratteri-matto-vero-va-fermato-39-39-chat-238687.htm
 Sansonetti si cheide perchè l’omertà, per la risposta basterebbe una visione manca d’insieme che uno sinceramente id sinistra si rifiuta di vedere: OGGI NON E’ PIU’ BORGHESIA VS. PROLETARIATO, E’ PIUTTOSTO CETI PRODUTTIVI VS. BUROSTATALI PARASSITARI. Il Governo in carica e il PD sono perfetta espressione del secondo ceto. 
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t-annhauser · 5 years
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La natura è sporca, la terra è piena di vermi, i batteri si annidano dappertutto che non ti basta il Napisan per eliminarli tutti, senza contare il mare, gli anemoni, i molluschi, le telline, uno schifo senza fine, e tu vorresti preservare questo verminaio dalla benemerita opera di civilizzazione dell'uomo? Una distesa ininterrotta di gres porcellanato che ricopra mare e terra, luci a led che illuminino la notte a giorno, climi regolabili comodamente da casa, lenzuola pulite, motori ciclonici, cuscini in materiale antiallergenico, l'uomo è la medicina del mondo.
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superfuji · 5 years
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Per quello che si desume  Il CSM ha perso la sua autorevolezza: viene fuori dai colloqui intercettati  il tentativo di delineare un assetto di potere alternativo a quelli democraticamente costituiti. L’onorevole Lotti, autosospesosi  tardivamente dal Partito Democratico, con Palamara ed altri Magistrati nelle riunioni notturne nell’albergo romano, cerca garanzie affinché un Procuratore amico possa sostituire Pignatone alla Procura di Roma: l’obiettivo è insabbiare l’inchiesta Consip che lo vede irrimediabilmente imputato. Al contempo Palamara vuole un altro Procuratore amico a Perugia per bloccare la sua indagine, per la quale ad oggi è stato accusato di corruzione. Sono citati nelle intercettazioni anche i nomi del vicepresidente del CSM Davide Ermini, del quale Lotti ritiene che può costituire la cerniera con il Quirinale. Ritiene, il Lotti, impudentemente,di aver sentito  Mattarella. È stato clamorosamente smentito e definito millantatore dalla Presidenza quirinalizia. È impressionante anche la cadenza dialettale dei colloqui:un volgare romanesco ed epiteti da suburra che si sentono a più riprese. Emerge anche il livore rancoroso tra colleghi e la sete di vendicarsi a colpi di indagini e dossieraggi: un verminaio. Tra l’altro mentre Palamara ed altri confabulano, ordiscono, tramano, un altro Magistrato nel lussuoso albergo dorme stravaccato su un divano. Ha scritto in proposito Gramellini sul Corriere della Sera del 15/6/2019:”Il dottor Corrado Cartoni va a cena con alcuni colleghi del Consiglio superiore della magistratura, ma forse esagera con i fritti. L’augusta comitiva decide di continuare la serata nella camera d’albergo di uno dei commensali, dove è annunciato l’arrivo di un invitato a sorpresa, il sottosegretario renziano alle lottizzazioni, che con apprezzabile sincerità si chiama Lotti. Un gruppetto di maschi stravaccati sui divani di un hotel a parlare di poltrone. C’è di che rivalutare il bunga bunga. Il Cartoni, in pieno raptus digestivo da arancino, crolla esanime con la testa sul bracciolo. Mentre i suoi colleghi insonni si battono per l ‘indipendenza della magistratura discutendo con un politico su come spartirsi i posti, lui se la dorme beato. Forse russa. Forse sogna giudici dispersi su isole incontaminate. Quando si sveglia, le procure più importanti del Monopoli sono già andate”. Questo intreccio tra Magistrati e politici( si ricordi anche il ruolo di Cosimo Ferri ex magistrato ed oggi deputato del Partito Democratico in quota renziana),ha richiamato alla mente l’inchiesta della loggia P2, sul presupposto fondamentale che l’ emersione di un assetto di potere alternativo può rivelarsi eversivo. Infatti  Tina Anselmi, Presidente della Commissione d’inchiesta sulla P2 ,ritenne che il “piano di rinascita democratico”di Licio Gelli aveva questo singolare obiettivo: delineare un sistema di potere alternativo a quello democraticamente eletto. Analogamente l’intreccio tra Magistrati e politici per le divisioni infauste delle procure ha proprio questa finalità: pilotare sentenze, inventare indagini, dossier, distruggere carriere altrui, vendicarsi con inchieste farlocche per spudorate strumentalizzazioni mediatiche. Siamo ormai all’eversione della giustizia.
L’eversione della giustizia
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