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#varesotto
tremaghi · 3 months
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Ad sidera…. benvenuta estate!
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fabriziosbardella · 2 years
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La soluzione per l’emergenza infermieri nelle case di riposo del Varesotto potrebbe arrivare dalle risorse straniere, ma necessitano investimenti nella formazione.  #emergenzainfermieri #casediriposo #varesotto #RSA #risorsestraniere #investimentiinformazione #areainfermieristica #popolazione anziana #sbardellafabrizio
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theonpilled · 6 months
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"tromba d'aria nel varesotto" il mio comune, ultimo comune nella provincia di Milano e circondato dalla provincia di Varese, perfettamente illeso 😎
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Stessa matrice, ma soprattutto EEG, del genio col cavo d’acciaio
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b0ringasfuck · 1 year
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D'altronde come dice Alemanno il 30% degli italiani non è antifascista.
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m2024a · 24 days
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Beveva acqua piovana e parlava con una volpe: così l'88enne è sopravvissuta quattro giorni nei boschi Stava cercando funghi nel passo della Forcora, sulle montagne dell'Alto Varesotto, quando è purtroppo scivolata e ha finito col perdersi nella fitta vegetazione: la storia di Giuseppina Bardelli, 88enne di Malnate (Varese), è cominciata così, e ha fortunatamente avuto un lieto fine, perché la donna è stata tratta in salvo e affidata alle cure dei suoi familiari. Prima dell'arrivo dei soccorsi, tuttavia, sono passati ben quattro giorni. L'incidente La signora Giuseppina è scomparsa nella giornata dello scorso mercoledì 21 agosto. La donna si trovava in cerca di funghi insieme a suo figlio quando, a un tratto, i due si sono separati per ampliare il raggio di ricerca. Arrivato al punto di incontro, ossia il parcheggio dov'era stata lasciata la loro auto, l'uomo non ha però visto arrivare la madre. Ed è stato così che ha deciso di contattare i soccorsi. Nella serata di mercoledì un ingente gruppo di ricerca ha cominciato a setacciare i boschi nella speranza di trovare la donna sana e salva, ma non sono stati ottenuti risultati. Soltanto dopo quattro giorni di ricognizioni Giuseppina Bardelli è stata rintracciata, e in buone condizioni. Nella mattinata di domenica 25 agosto, infatti, una squadra dei vigili del fuoco che controllava il territorio insieme ai volontari della Protezione civile ha sentito le grida d'aiuto della donna, rinvenuta nella zona della cresta del monte Sirti. L'88enne, seppur provata e disidrata, era lucida e in buone condizioni di salute. La sua vicenda l'ha resa famosa, perché la signora ha a tutti gli effetti compiuto un'autentica impresa, riuscendo a sopravvivere per ben quattro giorni da sola. Il racconto "Ho fatto un disaster", sarebbero state le prime parole della signora ai suoi familiari, come riportato dal Corriere. I figli, sollevati, sono naturalmente orgogliosi di lei. A quanto pare la donna è sopravvissuta bevendo l'acqua piovana che si accumulava nelle pozze del terreno. Per coprirsi, durante la notte, usava degli arbusti tagliati dalla vegetazione. Era consapevole del fatto che la stessero cercando, perché di giorno udiva le voci dei soccorritori e il rumore dei droni e degli elicotteri. Purtroppo solo domenica è riuscita a farsi sentire. "Il grazie più grande va ai tantissimi, anche abitanti della comunità, che ci sono stati vicini e ci hanno aiutato. Ora sta abbastanza bene", ha dichiarato uno dei suoi figli, spiegando che la signora Giuseppina è adesso ricoverata in ospedale per degli accertamenti. A quanto pare ha riportato la frattura di una costola e una lieve perforazione di un polmone. La mattina del 21 agosto la donna si è persa nella vegetazione a seguito di un incidente. Dopo aver avuto un capogiro, "si è rialzata poco dopo, ma forse ha perso per un attimo l'orientamento ed è uscita dalla strada che percorreva da oltre 40 anni. A quel punto deve essersi spostata sul ciglio del sentiero, ma poi è arrivato un altro capogiro ed è scivolata tra le felci alte anche un metro e mezzo". Per fortuna, la signora Giuseppina è una donna dotata di una incredibile tempra. "Mia mamma è così. Non la tieni. Ha passato tanti anni della sua vita, soprattutto da giovane, in montagna. Ha una certa struttura fisica. Faceva anche le cordate, in Trentino o sul Monte Rosa era di casa", ha aggiunto il figlio. In quelle notti di solitudine, in attesa di essere trovata, l'88enne si è affidata alla preghiera, e una volpe le ha fatto compagnia: "Più volte le è venuta vicino una volpe. Erano diventati quasi amici. Mia mamma le parlava: 'Non farmi niente, io sono brava, serena'".
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alessandro54-plus · 2 months
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Maltempo: Italia divisa in due, a nord nubifragi e grandine. Esonda il lago di Como
articolo: https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2024/07/12/nubifragio-sul-varesotto-danni-e-viabilita-in-tilt_fe7c8bf2-47d8-4f6c-be3c-a583ad0d222a.html VARESE, 12 luglio 2024, 15:16 Forte vento in alcune zone della provincia di Varese. Frane e alberi abbattuti nelle valli bergamasche e in provincia di Novara Gli interventi dei Vigili del Fuoco dopo il nubifragio che all’alba si è abbattuto…
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telodogratis · 2 months
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Maltempo al Nord – Case investite da fiume di fango, fulmini su Milano e Piemonte in ginocchio
[[{“value”:” Un fortissimo nubifragio si è abbattuto all’alba di venerdì 12 luglio sul Varesotto. Esonda il Lago di Como. Un… L’articolo Maltempo al Nord – Case investite da fiume di fango, fulmini su Milano e Piemonte in ginocchio proviene da Notizie 24 ore. “}]]  ​Read More  [[{“value”:”Un fortissimo nubifragio si è abbattuto all’alba di venerdì 12 luglio sul Varesotto. Esonda il Lago di Como.…
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ovettifamily · 5 months
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Delta Delta Foxtrot
Domenica ore 15DeltaDeltaFoxtrot in partenza per Varese passo.Qui Mamma Ova, smettila di fare lo scemo papà Ovo!DeltaDeltaFoxtrot è serissimo. Parto con la primogenita verso il varesotto per gara ma non mi lamento; sono già riuscito a stare in casa quasi un’ora intera… cosa posso volere di più?! Ci vediamo tra tre ore passo.Qui mamma Ova che continua i suoi finesettimana davanti al pc! Ci vediamo…
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Raid no vax nel Varesotto, insulti a giornalisti e sede Pd
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giancarlonicoli · 6 months
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7 apr 2024 17:30
TAAC! RENATO POZZETTO RACCONTA A “GENTE” LO SCHERZO TREMENDO CHE FECE CON COCHI E JANNACCI A LINO TOFFOLO: “LO SEGUIMMO, MENTRE ERA APPARTATO IN AUTO CON UNA GIORNALISTA DI “FAMIGLIA CRISTIANA”. APPOGGIAI IL SEDERE NUDO AL SUO FINESTRINO. POI SCAPPAMMO VIA. QUANDO TORNÒ AL DERBY ERA  ROSSO PER LE RISATE E CI RACCONTÒ COSA GLI ERA SUCCESSO MENTRE LIMONAVA. NOI ZITTI, MORIVAMO DAL RIDERE…” – E POI LE DONNE, LA DROGA AL DERBY, LA CARRA’ CHE NON VOLEVA A "CANZONISSIMA" LUI, COCHI E BOLDI (“ERA UNA BALLERINA, CHE NE CAPIVA?”) E COME NASCE IL MITOLOGICO “TAAC”... -
Maria Elena Barnabi per Gente 
Gli occhi sono un po’ velati, il viso è pieno di rughe, ma la voce fa impressione: è quella di sempre. Stentorea, delineata, con la ben riconoscibile cadenza milanese che l’ha reso famoso in tutta Italia. «Quando salgo in taxi mi basta dire: “Mi porta in via Calatafimi?”, che il tassista si gira e dice: “Ma lei è Pozzetto?”». Ed è proprio quella voce lì che dovete sentire nelle orecchie quando leggete le risposte che Pozzetto ci dà in questa lunga chiacchierata. 
Lei è il ragazzo di tutti. 
«Sì, abbastanza». 
Uomini, donne, bambini, le vogliono bene tutti. 
«Me lo dicono spesso». 
È sempre stato così? 
«Sì. Perché anche da ragazzo andavo sempre alla ricerca dell’allegria. Non costava niente. Ci divertivamo tutti. Qualcuno aveva la casa libera, facevamo scherzi, suonavamo. Cantavamo le canzoni popolari. Ci prendevamo in giro anche in modo feroce. Come la commedia all’italiana: che fa ridere anche quando racconta le tragedie». 
L’intervista potrebbe già finire qui, perché in queste frasi c’è già dentro tutto: l’ironia di uno degli artisti che ha inventato il cabaret italiano, l’amore per il surreale che ha conquistato diverse generazioni, la consapevolezza di chi era povero ed è diventato ricchissimo.
Ma siccome Renato Pozzetto a quasi 84 anni è venuto apposta per noi a Milano dal Varesotto – dove abita in una grande villa, la moglie Brunella non c’è più dal 2009 – per parlare della sua bella autobiografia, andiamo avanti. Lo incontriamo in pieno centro a Milano, nella luminosa sede della società di produzione televisiva e cinematografica dei figli Francesca e Giacomo, alle pareti quadri di Mario Schifano: «Se volete fare il cinema, rimanete dietro le quinte gli ho detto», spiega lui.
«E così abbiamo aperto questa società». La sua autobiografia si chiama Ne uccide più la gola che la sciarpa e dentro c’è la storia d’Italia, quella del Dopoguerra e del boom economico e dei giovani che volevano divertirsi, creare, inventare e lasciarsi alle spalle l’infanzia sotto le bombe. Oltre a ciò c’è anche, naturalmente, la storia personale di Pozzetto: l’infanzia da sfollato nelle montagne di Varese dove incontra e diventa amico di Cochi Ponzoni. Le notti all’osteria l’Oca d’oro insieme agli artisti Piero Manzoni e Lucio Fontana. Le serate a cantare al cabaret, dove il duo Cochi e Renato viene notato da Enzo Jannacci che da allora decide di prendere i due ragazzi scatenati e geniali sotto la sua ala protettrice. I successi al Derby, lo storico locale milanese di cabaret, insieme con i ragazzi del “Gruppo motore”, cioè Enzo Jannacci, Lino Toffolo, Felice Andreasi, Bruno Lauzi. E poi la Rai, la Carrà, “la vita l’è bela”, le mille traversate Roma-Milano in auto, il film, i soldi, le case, le mangiate alla mitica trattoria Cantarelli di Busseto nella Bassa padana, le bevute, i ristoranti, le donne. Da sfondo, una Milano che ti fa venire voglia di averla vissuta in quegli anni lì. 
Perché ha scritto la storia della sua vita a 83 anni suonati? 
«Prima insistevano gli editori. Poi gli amici: bevi un bicchiere in più e magari racconti qualcosa in più. E così alla fine mi sono deciso a farlo. È stato piacevole scrivere cose che non mi ricordavo. Volevo raccontare le cose con la mia filosofia». 
(...)
Il suo “Taac” e i mille modi di dire di Cochi e Renato sono entrati nel costume di tutti gli italiani.
«Le frasi che sono rimaste le ho trovate io. Mi è sempre piaciuto osservare le persone, mi affascinavano, e poi volevo aggrapparmi a qualcosa che mi faceva sorridere. “Bravo sette più” era un modo per far ridere gli studenti, era portare in scena la stronzata dei voti. Invece Taac lo diceva un amico che veniva al Derby: “Ciao Renato, sono andato al casinò, ho vinto. Taac”. Lo feci mio». 
Si dice che al Derby ci fosse una stanza per gli artisti e le loro “amiche” della serata. «Tutto vero. Una sera la stanza era occupata da non so più chi e allora Lino Toffolo – caro Lino, scriveva delle canzoni bellissime – uscì in auto con una sua amica, una giornalista che lavorava pensi un po’ a Famiglia Cristiana. Io, Cochi e Enzo lo seguimmo e, mentre erano appartati, scesi dall’auto e appoggiai il sedere nudo al suo finestrino. Poi scappammo via. Quando tornò al Derby era tutto rosso per le risate e ci raccontò cosa gli era successo mentre limonava. Noi zitti, morivamo dal ridere». 
Nel libro cita spesso le “simpatiche signorine” che vi stavano attorno.
«Ho iniziato con la chitarra in mano nei locali a 15 anni. Dai, di certo non ho mai dormito all’umido...». 
E di droga ne girava al Derby? 
«Ma che domanda mi fa? Era il cabaret, erano gli Anni 60. Come chiedermi se c’era la “mala”...». 
Lo prendo per un sì. Passiamo oltre. Mentre eravate stelle del Derby, nei primi Anni 70 vi chiamò la Rai per fare un programma con Raffaella Carrà. Era Canzonissima, il varietà del sabato sera, il più seguito in Italia. 
«Ci convocarono dall’oggi al domani, andammo a Roma in fretta e furia, con noi c’era anche Massimo Boldi. La sera poi dovevamo tornare per fare uno spettacolo. La Carrà alla riunione non si fece vedere e ci dissero poi che non ci voleva. Ma era normale: era una ballerina, cantava il Tuca tuca. Cosa c’entrava con noi? Cosa ne capiva?». 
Invece voi rimaneste, e aveste l’idea di andare in onda per finta da un seminterrato. 
«Facevano finta di guardare su con un periscopio e dicevamo che le ballerine erano bellissime, usavano minigonne vertiginose e che avevano gambe perfette come la Carrà. Facevamo lo sketch del contadino, io parlavo con la radio. Poi la sigla E la vita, la vita entrò in classifica, divenne un successo incredibile. Si ricredettero tutti». 
Mentre facevate Canzonissima arrivò la prima offerta del cinema per lei solo: Per amare Ofelia, era il 1974. 
«Feci leggere il copione a Jannacci, lui mi disse: “Per me è una cagata”. E io gli risposi con l’ultima frase della sua canzone Prete Liprando: “E io lo faccio lo stesso!”. (Segue visione su YouTube del filmato di Jannacci che canta la canzone, ndr)». 
Da lì la sua vita cambiò. 
«Una bomba. Uscì il film, fu un grande successo, mi diedero il David di Donatello. Tutti parlavano di me, mi volevano. Quell’anno mi offrirono tre contratti con De Laurentiis credo, oppure erano cinque, non ricordo. Giravo a Madrid e poi tornavo nel weekend per fare la tv». 
Quanto guadagnò in quel primo anno? 
«Cento milioni. La mia vita cambiò totalmente. Io ero nato povero, sfollato, senza casa. Per anni avevo fatto la fame di notte nei locali, di giorno vendevo ascensori. Anche a teatro, da famosi, ci davano due lire. Con il cinema arrivarono cachet altissimi. 
Cosa ne fece?
«Comprai subito la casa per i miei genitori insieme a mio fratello che era un agente immobiliare. Facemmo la casa di Gemonio, al lago, una casa grande per tutti, camere da letto per l’intera famiglia. Così anche i ragazzi erano a posto». 
(...)
Fu a causa del cinema che le strade tra lei e Cochi si separarono? 
«All’inizio lui fece qualche film da solo e poi anche con me. Quando era possibile facevo lavorare i miei amici, come in Sturmtruppen. Alla fine Cochi scelse il teatro, lasciò la moglie e i figli e andò a Trieste dove c’era la sua nuova fidanzata. E così le nostre strade si divisero». 
Il ragazzo di campagna è senza dubbio il suo film più amato. 
«Quel ragazzo lì ero io. Anche in Sono fotogenico misi molto del mio, la scena del provino in cui non cambio espressione era una mia idea. Sa quel che mi dà fastidio? Dicono che Il ragazzo di campagna sia stato visto da 100 milioni di persone in tv. Però allora non c’erano i diritti dello sfruttamento televisivo. E io di quelli non prendo niente». 
Ha girato più di 70 film. Si è mai pentito di qualcuno? 
«E lei non si è mai pentita di niente? Ma la vita è fatta così». 
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tremaghi · 3 months
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Tributo a due eccellenze del varesotto: risotto con pesce persico del lago Maggiore e pesche sciroppate di Monate.
Amo cucinare, per me la preparazione dei pasti è un rito, una sorta di pratica meditativa alla quale dedico molta attenzione e cura, facendomi trasportare dal cuore nella scelta degli ingredienti e privilegiando i piatti tipici lombardi che, oltre ad essere delle eccellenze, fanno parte delle nostre radici e tradizioni.Recentemente ho voluto rendere onore a due laghi a me molto cari, preparando…
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fabriziosbardella · 3 months
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La Varese Van Vlaanderen è stata un grande successo con 391 appassionati che hanno scalato i “muri” del Varesotto   #varesevanvlaanderen #gravel #randonnee #cittiglio #fabriziosbardella #ciclismo #bici #sport #inevidenza #primopiano
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lamilanomagazine · 6 months
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Maltempo nel Nord Italia: allerta arancione in tre regioni
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Maltempo nel Nord Italia: allerta arancione in tre regioni. Maltempo in Lombardia, dove nel pomeriggio è scattata l'allerta arancione per rischio idrogeologico. A Milano fino a lunedì ci saranno vento forte e temporali. Nel Varesotto, invece, si contano almeno una trentina di interventi dei vigili del fuoco per alberi pericolanti, cartelloni pubblicitari e insegne dei negozi caduti. L'emergenza più grave è stata registrata in via Rovera a Gavirate (Varese) dove, nella notte, a causa del cedimento del manto stradale, si è aperta una voragine ampia 5 metri e profonda 6. La voragine si è aperta a circa due metri da un'abitazione. Anziani genitori e figlia che vivono nella casa sono stati evacuati in via precauzionale e hanno trovato riparo nella casa parrocchiale. Forti precipitazioni hanno interessato sabato sera il Piemonte nord-orientale e in particolare la provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Nel territorio di Iselle si è staccata una valanga, allagamenti sono stati segnalati a Villadossola. In Valsesia (provincia di Vercelli) si è abbattuta una grandinata. L'ondata di maltempo ha portato ulteriori nevicate sulle località delle Dolomiti in alta quota, sopra i 1.800-1.900 metri.  Il quantitativo maggiore di neve fresca si registra a Re Vales, sopra Cortina d'Ampezzo (Belluno) con 33 centimetri, mentre a Monte Piana di Misurina ne sono caduti 10. Sempre nel Bellunese accumulo sopra i 10 centimetri anche a Cima Pradazzo, sul Monte Cherz e nelle cime sovrastanti Arabba.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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stranotizie · 6 months
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Violentissimo temporale sulla città, alberi pericolanti e cartelloni pubblicitari e insegne caduti a causa del forte vento Temporale - Fotogramma Bomba d'acqua su Milano, dove in serata si è abbattuto un violentissimo temporale. Numerosi gli interventi dei vigili del fuoco, per mettere in sicurezza alberi pericolanti, cartelloni pubblicitari e insegne caduti a causa del forte vento. Nel varesotto, intorno alle 21.30, è stata registrata una breve tromba d'aria. Il centro funzionale monitoraggio rischi della Regione aveva emanato un'allerta meteo gialla su Milano per possibile rischio idrogeologico, temporali e vento forte a partire dalle ore 12 di oggi. Con il persistere del maltempo, dalle ore 18 si è quindi aggiunta anche un’allerta gialla per rischio idraulico. Il centro operativo comunale (Coc) della Protezione civile è attivo per monitorare e coordinare gli eventuali interventi. {} #_intcss0{display: none;} #U11310851017tD { font-weight: bold; font-style: normal; } #U113108510173bC { font-weight: bold; font-style: normal; } Fonte
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lettieriletti · 7 months
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Fortezza volante
In una notte d’estate del 1933 un velivolo misterioso si schianta al suolo nei pressi di Vergiate, nel varesotto, lasciando dietro di sé una densa coltre di fumo rosa e un omicidio irrisolto. Mussolini in persona ordina da subito che l’accaduto venga insabbiato e istituisce un Gabinetto Speciale per indagare in segreto sull’oggetto volante non identificato. Nessuno ha mai visto un aereo come…
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