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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Anomalia di Nicola Marco Camedda: Una Saga Sci-Fi tra Intrighi e Sospetti nell’Ammasso Stellare Zero. Recensione di Alessandria today
Un’emozionante avventura futuristica che esplora il conflitto tra tecnologia e verità nascosta
Un’emozionante avventura futuristica che esplora il conflitto tra tecnologia e verità nascosta Con Anomalia, primo volume della saga Star Cluster Zero di Nicola Marco Camedda, ci troviamo immersi in un universo fantascientifico denso di misteri e intrighi politici. L’Ammasso Stellare Zero è un mondo avanzato, prospero grazie ai traguardi della ricerca scientifica, e il sistema predittivo di…
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multiverseofseries · 7 months ago
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Rebel Moon - Parte 1: figlia del fuoco, Zack Snyder ha il suo Star Wars
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Rebel Moon - Parte 1: figlia del fuoco, film di Zack Snyder che apre le porte a una nuova saga ispirata all'universo di Star Wars. Su Netflix.
Zack Snyder è uno di noi. Con lo slow motion facile e un piano di allenamento sicuramente migliore, ma è comunque uno di noi. Perché anche lui, quando ha visto il primo Star Wars da bambino, ha detto: un giorno voglio fare un film di Guerre Stellari tutto mio. La differenza è che Snyder non si è fermato alla collezione di action figures: lui ce l'ha fatta sul serio. Nato proprio come storia facente parte dell'universo creato da George Lucas, con l'acquisizione di Lucasfilm da parte di Disney il progetto è stato modificato, diventando un mondo a sé stante. Questa è la versione in carne e VFX dei giochi immaginati da un bambino che sognava una galassia lontana lontana.
Rebel Moon - Parte 1: figlia del fuoco, disponibile su Netflix, è la prima parte di una saga che si articolerà su più media. Il secondo capitolo, girato back to back con questo, è arrivato questo aprile, sempre su Netflix, ma Snyder ha già dichiarato di voler fare anche un terzo film. Arriveranno poi un videogioco, una serie prequel a fumetti, dal titolo House of the Bloodaxe, e un corto animato. Le potenzialità sono quindi elevatissime. Non solo: Rebel Moon è, per ammissione del regista, ambientato nello stesso universo di Army of the Dead, altra saga, di stampo più horror, che sta sviluppando sempre insieme a Netflix. Chissà quindi che le due prima o poi non si incrocino.
Rebel Moon si poggia sulle spalle di Sofia Boutella, ballerina che nel cinema d'azione ha trovato una seconda vita brillante. L'attrice interpreta Kora, che potremmo definire una Darth Vader sotto coperta: ha fatto intatti il percorso opposto a quello del personaggio immaginato da Lucas, passando dal Lato Oscuro al Lato Chiaro. Era una delle più potenti guerriere al servizio dell'Imperium, ma poi ha preferito abbandonare la lotta, scegliendo una vita semplice in mezzo ai coltivatori di grano. Quando l'ammiraglio Atticus Noble (Ed Skrein) porta terrore nel suo villaggio, decide però che è arrivato il momento di ribellarsi e di mettere insieme una squadra dei migliori combattenti della galassia per contrastare il Motherworld.
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Rebel Moon - Parte 1: Figlia del Fuoco, Sofia Boutella in una sequenza
L'universo muscolare di Snyder
In un'altra vita Zack Snyder probabilmente era uno scultore nella Grecia classica: tutto il suo cinema è infatti basato sulla plasticità dei corpi. È stato così in 300, lo è stato nel suo viaggio con i supereroi DC e continua in Rebel Moon. Le parole a Kora non servono: il suo strumento è il suo corpo, che esprime una chiara e netta volontà. Nessuno può decidere per lei. È con questo spirito indomito e libero che si affianca e conquista i suoi compagni di avventure.
Con lei c'è Gunnar (Michiel Huisman), contadino che decide di seguirla per aiutarla. Sul cammino si aggiungono poi il mercenario Kai (Charlie Hunnam); il nobile Tarak (Staz Nair), diventato un fabbro; il generale Titus (Djimon Hounsou), caduto in disgrazia, ma formidabile stratega; la spadaccina Nemesis (Doona Bae) e infine uno dei capi dei ribelli contro l'Imperium, Darrian Bloodaxe, interpretato da Ray Fisher, che torna a collaborare con Snyder dopo il travagliato Justice League.
Un gruppo vario e dalla fortissima presenza scenica, che per Snyder sfoggia tutto il carisma di cui è capace, dando vita a intense scene di combattimento. Le interazioni tra questi interpreti sono tra i momenti più interessanti del film e, come si intuisce, saranno fondamentali nei capitoli a venire.
Una lunga preparazione
Rebel Moon, proprio come Star Wars, è fantascienza piena di vento e sabbia ed è anche un western tra Sergio Leone e Kurosawa. I riferimenti non finiscono qui però: ci sono anche influenze da Matrix e Il Signore degli Anelli. Insomma, praticamente il meglio che il genere fantasy e sci-fi abbiano offerto negli ultimi 40 anni. Il regista non rinuncia ai suoi tratti distintivi, ovvero fotografia desaturata e scene in slow motion, ma sembra aver trovato un equilibrio nel loro utilizzo rispetto ad altre opere più recenti. Trattandosi di un lungo prologo, il film risulta però decisamente frammentato, perché è un susseguirsi di introduzioni dei vari personaggi e pianeti.
Le premesse però per un universo che lascia la curiosità di continuare a essere esplorato ci sono tutte. Infine il desiderio di Snyder di mettere in piedi squadre numerose di protagonisti che lottano per uno scopo comune è quasi commovente: in questo momento storico pensare a eroi che agiscano insieme per il bene della collettività e non come agenti del caos solitari è qualcosa che fa piacere vedere.
Conclusioni
In conclusione Rebel Moon - Parte 1: figlia del fuoco, la nuova saga creata da Zack Snyder si ispira dichiaratamente a Star Wars. Al centro di tutto c'è la guerriera Kora interpretata da Sofia Boutella: passata dalle forze oscure dell'Imperium a una vita semplice in mezzo a dei contadini, quando questa comunità viene minacciata decide di ribellarsi e mettere insieme una squadra dei migliori combattenti della galassia per reagire al potere. Cast dal carisma muscolare, Rebel Moon è un primo assaggio di questo nuovo universo creato da Snyder, che risulta molto frammentato perché è un continuo susseguirsi di introduzioni di personaggi e luoghi. Le basi per un mondo che si fa guardare con curiosità sono però gettate.
👍🏻
Il carisma della protagonista Sofia Boutella.
Il cast dalla forte presenza scenica.
Le scene di combattimento.
La costruzione consapevole di una nuova mitologia.
👎🏻
Dovendo introdurre molti personaggi, il film è frammentato.
Gli elementi caratteristici e divisivi di Snyder, slow motion e fotografia desaturata, ci sono: nel bene e nel male.
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v3rtigine · 2 years ago
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l’universo mi terrorizza
mi spiego meglio, la vasta ed illimitata nullità dello spazio mi fa sentire un granello infinitesimale in un universo indifferente
non comprendo come valentina riesca a trovare conforto nella presenza fissa della sua stella, Cassiopea, mi dice che la rincuora il fatto che lei sia sempre lì, non se ne possa andare - credo che questo abbia a che fare con l’abbandono di suo padre, il bisogno di qualcosa che resti per sempre e non possa abbandonarti. lo trovo incomprensibile per il mio vissuto, i miei non mi hanno abbandonata, quindi non riuscirò mai a comprendere nel profondo il suo senso di appartenenza e di bisogno a un allineamento (fittizio) di soli sparsi per l’universo
torno al punto
ricordo la prima volta che ho avuto un attacco di panico: quando ero piccola, stavo vedendo Captain Harlock (dove c’è un film con un pirata potente e sicuro di sé al punto da farti cadere ai suoi piedi con un “aye, captain”, ci sarò anch’io) e questo film d’animazione sci-fi è ambientato nell’universo. il terrore del concetto della morte mi ha colpita per la prima volta in pieno come un treno ad alta velocità, il pensiero che un giorno smetterò di esistere e tutto quello che penso, il mio essere protagonista nel mio mondo, non sarà più reale e tutto continuerà ad andare avanti senza che io possa essere lì a viverlo. questa cosa mi ha letteralmente scosso le membra fino a sentire il cuore scuotere le mie ossa e lo stomaco rivoltarsi su se stesso, attorcigliandosi come se volesse mettersi in posizione fetale e calmarsi. dovetti andare a dormire con mamma perché stavo piangendo e tremavo dalla paura dei miei pensieri
non riesco a credere in qualcosa di più oltre la morte perché sono tipa da scienza e perché credo fermamente che, per quanto alcuni possano dire il contrario, l’universo è indifferente e privo di magia, privo di sentimenti umani, privo di un significato che vada oltre le nostre azioni: siamo solo cellule che, in qualche bizzarro e fortunato modo, sono riuscite a diventare individui bipedi pensanti, non fortunati come gli ignoranti animali - che non hanno mente sviluppata e che quindi non si preoccupano di ciò che non possono comprendere - ma nemmeno elevati a uno stato spirituale di quiete dell’animo, come il Buddha - che ha compreso l’essenza stessa delle cose e non si preoccupa minimamente perché porcamadonna basta che ami te stesso e vivi fedele solo a te stesso e vedrai che sarai felice .. a pensarci, l’insegnamento del buddha è fenomenale (grazie Record of Ragnarok per avermelo fatto comprendere al meglio)
vorrei tanto riuscire a elevarmi spiritualmente ma sono così ammalianti le distrazioni mondane
morale della favola: preferisco non pensare al vuoto cosmico e cercare di non deprimermi MA con consapevolezza => sono un animale buddhista ???????
buonanotte
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dilebe06 · 1 month ago
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@ili91-efp prima di tutto, grazie per aver partecipato.<3 ero lì, in questi giorni, in attesa del tuo quiz per segnarmi serie e scambiarci pareri.
Premetto che avevo cominciato bene l’anno e poi purtroppo mi sono bloccata.
Se ti può consolare anche io ne sto vedendo sempre meno. Ho riletto uno dei miei primi quiz ed il numero era attorno ai 70 drama. Settanta. Una marea. Però conta anche la qualità eh! perché se ne vedi ottomila e son tutti mediocri allora meglio pochi ma memorabili. XD
1) Il drama più bello che hai visto quest'anno: Lighter & Princess
meno male che lo hai fatto vincere tu Lighter end Princess. Mi ci è pianto un po' il cuore a non farlo vincere ma sono contenta - e approvo - la sua vittoria nelle tue risposte. Quoto ogni singola parola delle motivazioni che hai scritto su questa serie per dargli il premio.
I personaggi freddi, intelligenti e tsundere non sono di certo i più originali di sempre, ma Li Xun, interpretato da un fantastico Chen Fei Yu, mi ha proprio colpito.
Questo è il motivo per cui non l'ho fatto vincere nel mio quiz. Personaggio molto intrigante e bello da vedere ma che tuttavia non è nulla di nuovo sotto il sole.
Già di base il personaggio mi piaceva molto, ho ammirato molto la sua forza nel riprendersi da quello che le era capitato in dieci anni di vita e di cercare di impegnarsi per cambiare le cose. Ma ho apprezzato ancora di più che il drama lasciasse trasparire meglio il suo trauma e come piano piano lo superasse per riuscire a ottenere ciò che voleva e che meritava ampiamente.
Tralasciando che abbiamo votato entrambe per la stessa lead - ci leggiamo nella mente XD - confermo le tue parole. Ho amato come superasse il suo trauma anche con l'aiuto di altre persone ma in primis è lei che si è decisamente impegnata per migliorare la sua vita.
11) Una serie che meriterebbe un sequel: Girl From Nowhere Season 1 e 2
Questa serie sembra molto interessante. Quasi quasi me la segno e potrei inserirla in lista...
12) Drama droppati? Perché?: Love Next Door,
Questo drama è stato sponsorizzato in lungo e in largo ma ahimè non ha mai catturato la mia attenzione. Non so perché ma non mi ispira per nulla. E dire che lei mi piace anche come attrice.
Ho guardato questo drama in contemporanea con una mia amica e on air. Per noi, Yang Joo Ranil (collega della lead), personaggio interpretato da Gong Min Jung, era "l'amica triste". Per tutto il drama l'abbiamo chiamata così.
Sarà che non ho letto il fumetto da cui è tratto il drama ma a me non è dispiaciuta. Hai ragione per il titolo " amica triste" perché per gran parte della serie ha il muso lungo e la depressione inside.
Ma alla fine, il suo atteggiamento sconsolato a me è piaciuto per via della sua caratterizzazione: a differenza della lead o della sorella del lead, era un personaggio mogio e poco attivo ma perché scritta così dalla sceneggiatura, porella. XD
Ha una trama che fa un po' pensare alla prima stagione di Sweet Home (gente intrappolata in un palazzo che si deve rapportare tra di loro), ma senza la parte fantasy con i mostri, visto che è solo thriller e sci-fi, ed è qualcosa che penso mi possa piacere,
Fammi sapere se ci sono i mostri perché se non ci sono passo a vederlo pure io.
Per l'amica, lui è più una conquista, un traguardo da raggiungere per fare un torto alla lead. Lui invece si fa sedurre dall'atteggiamento dell'altra ragazza, che a differenza della sua fidanzata (almeno nel primo universo) ha un atteggiamento più ammaliante e lui ne resta stregato. Ma, con premesse del genere, come potrà mai andare a finire un rapporto del genere? Non tanto bene...
...e infatti si è visto come è finita. XD
Purtroppo ammetto di aver fallito la sfida del 2024, ma spero di far meglio per il 2025, quindi... scelgo come numero del drama mistery il numero 13 (è il giorno del mio compleanno)!
Conta che io ho vinto la sfida dell'anno scorso per caso. A novembre pensavo al quiz per quest'anno e ragionavo terrorizzata:-" ma io l'ho visto un drama della domanda BONUS?!" panico. Poi per caso ho pensato a Shogun e mi sono rilassata. Ma è stato un caso.
Ovviamente, siccome ci leggiamo nella mente, abbiamo beccato lo stesso numero di drama misterioso. Ce lo guardiamo assieme? XD
Quiz Drama 2024
Grazie a @dilebe06 che ogni anno si spende per creare questo quiz a cui sono molto affezionata. Premetto che avevo cominciato bene l’anno e poi purtroppo mi sono bloccata. Da quando ho cominciato drama, penso sia l’anno in cui ne ho visti di meno, ma speriamo lo stesso di tirare fuori qualche buona risposta.
Lista drama visti 2024 = 19
Corea del Sud (6): Night Has Come, Death’s Game, Marry My Husband, The 8 Show, Inspector Koo, The Judge From Hell
Cina (5): Wonderland of Love, Lighter & Princess, Hidden Love, Till The End of The Moon, Derailment
Thailandia (6): Pit Babe, The Love Proposal, My Love Mix-Up!, Kidnap, Jack & Joker: U Steal My Heart, Girl From Nowhere Season 1 e Season 2
Rewatch: Casa di Carta: Corea
DROPPATI: Love Next Door, The Sign, Pluto
1) Il drama più bello che hai visto quest'anno: Lighter & Princess
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Bello, bello, bello. Quando l'ho guardato mi ha colpito e mi è rimasto nel cuore. Ship meravigliosa, una chimica spaziale, inoltre mentre i due lead erano insieme, era incredibile quanto fossero intimi e affiatati e assolutamente naturali nel modo di rapportarsi con tocchi, abbracci e atteggiamenti da coppia che sta veramente insieme. Personaggi con pregi e difetti molto realistici. Il più umano di tutti Lao Gao (che ho odiato, però vabbé), peccato per quella caduta nella seconda parte un po’ troppo brusca. Penso che la cosa avrebbe dovuto essere gestita in un arco temporale più lungo, sfruttando il salto temporale di tre anni che c'è a un certo punto nel drama. Ma sono dettagli. Non ho amato tutto, per esempio ho odiato molto i genitori della lead (la madre era quasi al livello di quella di Go Ahead ed è tutto dire), e anche la second lead non era proprio il massimo, ma sono piccole cose in un insieme interessante, a cominciare dall'impostazione del drama, alla "The Untamed" (cioè inizia con un flashback, poi va avanti nel presente per un paio di episodi e poi torna al passato). E' quel tipo di impostazione temporale che ti fa mangiare le mani perché hai BISOGNO di sapere come si è arrivati a quel presente di cui hai visto solo una manciata.
2) Una serie che secondo te, merita più conoscenza: Death's Game
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Poteva essere il drama migliore dell'anno se non ci fosse stato Lighter & Princess che ha un posto speciale nel mio cuore. Drama dal cast stellare, praticamente conoscevo tutti gli attori che sono diventate le varie vite del lead (Trama in breve: Il protagonista, dopo molto sfortune, si suicida e allora la Morte lo punisce facendolo reincarnare dodici volte in persone a un passo dalla morte, dicendogli che se riuscirà ad evitare la morte in almeno una di queste vite potrà continuare a viverla, altrimenti andrà all’inferno). Drama che sull'ultimo episodio mi ha commosso, cosa rara. Incredibilmente, la parte d’azione è pazzesca (l’inseguimento della terza vita del lead sulla moto è stato incredibilmente scenico). L’unica cosa che mi viene un po’ da criticare è che Morte era fin troppo spietata con il lead per la questione "suicidio", stava sempre a sminuire il suo dolore. Abbiamo capito che c’è sempre qualcuno che soffre più di noi, ma non è che mal comune mezzo gaudio e non si dovrebbe mai sminuire il dolore altrui, per quanto piccolo sia. Il lead ha sbagliato con la sua scelta (o con molte delle sue scelte)? Certo, ma anche meno con questa cattiveria. Per il resto, nulla da dire, le storie erano interessanti, commoventi e incredibilmente concatenate. Il finale è poetico, pure se un po’ agrodolce e un bel po’ aperto (ci sono addirittura opinioni diverse su come sia finita). Quindi sì, secondo me merita di essere visto.
3) Il finale peggiore: Night Has Come
Già il drama non era granché, ma il finale di "Night Has Come" pecca soprattutto su due cose: 1) Ha un finale aperto. 2) Ha un finale alla “era tutto un sogno”… quasi, perché in realtà era tutto un gioco. Perché tutto questo? Da qui partono gli [SPOILER]: Il gioco è stato creato dai genitori di un’alunna della classe protagonista del drama dopo che lei si era suicidata. I giocatori non si rendono mai conto di essere in un gioco perché ogni volta viene resettato quando giunge alla fine (quindi non possono nemmeno percepire il karma dei loro "sbagli"). Solo la protagonista si rende conto della cosa quando un’"amica" (in realtà un personaggio creato al pc dai suddetti genitori) nel gioco, a causa di un bug, l’aiuta nonostante faccia parte dei "cattivi" e quando ricomincia una nuova partita del gioco resettato, la lead sa tutto però ha tipo le mani legate visto che è bloccata da sola all'interno del gioco. Come continuerà la storia? I genitori decideranno di piantarla dopo la milionesima volta della stessa solfa? La lead svelerà tutto agli altri giocatori ignari? Non lo sapremo mai![FINE SPOILER]
4) Il protagonista maschile preferito: Lighter & Princess
Complice un interpretazione sorprendente da parte di Chen Fei Yu, Li Xun risulta un protagonista che attrae l'attenzione e te la tiene incollata per tutto il drama (e oltre). Li Xun è un ragazzo freddo e arrogante, ha un enorme talento nella programmazione, qualità inversamente proporzionale alle sue capacità sociali (inesistenti). Parte così chiuso verso il resto del mondo che all'inizio la lead deve praticamente trascinarlo a forza in mezzo agli altri. Il lead affronta dei grandi cambiamenti nel corso del drama, tutta la parte iniziale serve a farlo aprire al resto del mondo, in particolare con la lead, per poi costringerlo a fare un passo indietro quando la vita e una serie di scelte discutibili gli portano via tutto il suo mondo da sotto le scarpe. Questo perché la sua evoluzione non era ancora completa e il suo essere abituato a "fare da solo" e al fossilizzarsi sulla vendetta lo conducono al suo punto più basso. Però poi lo vediamo rimettersi in piedi, far crescere l’azienda nuova in cui si è fatto assumere insieme alla lead e ricostruire un rapporto con lei. Seguire tutta questa seconda evoluzione è stato molto bello. I personaggi freddi, intelligenti e tsundere non sono di certo i più originali di sempre, ma Li Xun, interpretato da un fantastico Chen Fei Yu, mi ha proprio colpito.
5) Il personaggio più odiato: Wonderland of Love
Due al prezzo di uno, cioè i second lead di questo drama. Sono il peggior tipo di second lead che ci possono essere, cioè troppo ossessivi, troppo costanti nel non accettare un no come risposta e troppo folli, che calpestano costantemente la felicità della persona che dicono di amare pur di ottenere di essere ricambiati. Tra l'altro, questa trama si è ripetuta ciclicamente troppe, troppe volte in questo drama, rendendo la presenza di questi personaggi ancora più fastidiosa.
6) La protagonista femminile preferita: Marry My Husband
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[GIF DI jattawa]
Questo drama è tratto da un webtoon che ho letto e apprezzato. Anche il drama mi è piaciuto, ha alcuni aspetti superiori e altri inferiori rispetto all'opera da cui è tratto. La protagonista rientra tra quelli superiori, infatti l'ho trovata caratterizzata meglio nel drama rispetto al webtoon. La lead comincia il suo percorso molto malata e prossima alla morte, scopre un tradimento da parte del marito, lui nella colluttazione la uccide e lei finisce dieci anni nel passato, dove fa di tutto per cambiare la propria vita in meglio. Già di base il personaggio mi piaceva molto, ho ammirato molto la sua forza nel riprendersi da quello che le era capitato in dieci anni di vita e di cercare di impegnarsi per cambiare le cose. Ma ho apprezzato ancora di più che il drama lasciasse trasparire meglio il suo trauma e come piano piano lo superasse per riuscire a ottenere ciò che voleva e che meritava ampiamente.
7) Il peggior villain: Night Has Come
Tecnicamente, Night Has Come ha due villain e nessuno dei due spicca. [SPOILER] Il primo è il villain evidente, cioè quello della trama principale, quando ancora pensi che quello che stanno vivendo i protagonisti sia reale, ed è la cosa più banale del mondo, cioè il ragazzo che dà bullizzato diventa psicopatico e che fa fuori gran parte del cast in modo a volte pure abbastanza raccapricciante. Il secondo è quello effettivo, cioè i genitori che hanno pensato che intrappolare un gruppo di ragazzi in un gioco senza che loro ne siano nemmeno consapevoli sia il modo migliore di punirli a vita (che se lo meritino è tutto da dimostrare).[FINE SPOILER]
8) Una bromance/sisterhood che ti è piaciuta parecchio: The Judge From Hell
Quel rapporto strano, misto tra animosità e amicizia tra la lead e la vecchietta/angelo in incognito è stato molto divertente da seguire. Nemici naturali, visto che uno era un angelo e l'altra un demone dell'inferno, sono arrivati ad apprezzarsi e a stringere un'amicizia quasi incredibile a vedersi. [SPOILER] Quel ricongiungimento finale, quando l'angelo, alla morte della vecchietta, ricompare dentro un altro corpo, è stato molto emozionante. I due amici si erano ritrovati.[FINE SPOILER]
9) La storia d'amore che ti ha fatto battere il cuore: Lighter & Princess
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Questo è il drama acchiappa-premi di quest'anno. Come ho detto anche all'inizio, il rapporto dei due lead era molto naturale a vedersi, per niente finto. Mi hanno conquistato fin da subito, nel loro essere decisamente contrapposti, ma nel riuscire a combaciare come due pezzi di un puzzle in un modo tutto loro. Hanno avuto le loro difficoltà (di cui una lunga tre anni), ma l'amore tra i due non si è mai spento, ed è stato divertente (e un po' frustante) seguirli mentre negavano l'evidenza e ci mettevano un tempo decisamente troppo lungo a riappacificarsi (qualsiasi numero superiore a 2 nani secondi). Però alla fine ne è valsa la pena!
10) Il drama che ti ha fatto pensare di aver buttato del tempo prezioso: Kidnap
Era partito bene, sul serio! Il primissimo episodio mi era piaciuto e ci vedevo un gran potenziale. Ohm era in parte (è sempre più bravo, anche se ha toppato copione) e nonostante la sua co-star fosse proprio alle prime armi, la trama mi sembrava funzionasse (tizio con problemi di soldi accetta di rapire un ragazzo, ma poi gli chiedono di ucciderlo e lui fa solo finta di farlo). Solo che poi si è rivelato una colossale perdita di tempo. Non posso nemmeno dire che almeno la prima metà sia buona, perché è precipitato in un lampo. La trama si è esaurita e praticamente arenata quasi da subito, il conflitto tra i due protagonisti è durato pochissimo, e sono diventati smielati in modo insopportabile. I villain non hanno portato granché pepe alla trama, anzi! Insomma, avrei fatto meglio a dropparlo. L'ho continuato un po' per inerzia e un po' perché l'ho seguito on air e quindi si trattava di un solo episodio a settimana.
11) Una serie che meriterebbe un sequel: Girl From Nowhere Season 1 e 2
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Sto barando di brutto, perché questo drama HA un sequel che ho finito di vedere da pochissimi giorni. Onestamente, per la trama che ha, Girl From Nowhere potrebbe andare avanti per molte stagioni (sempre che si risolva e venga spiegata per bene la parte finale della seconda stagione...), perché potrebbe andare avanti all'infinito essendo molto episodico e non avendo chissà che trama orizzontale (Sentivo il bisogno dell'aggiunta del personaggio di Yuri nella seconda stagione? No, l'ho trovata una piaga). Comunque, sarebbero sequel che si merita, perché il drama è bello e nemmeno particolarmente impegnativo (nella seconda stagione sono anche riusciti a fare i finali di episodio un po' meno monchi. Nella prima, avrei voluto delle spiegazioni in più - tipo dei mini-epiloghi -, praticamente ogni singola volta).
12) Drama droppati? Perché?: Love Next Door, The Sign, Pluto
Love Next Door: Ho visto i primi due episodi mentre ero in vacanza a Londra, ma non su mia scelta (cioè, non l'ho proposto io), non avevo nemmeno sentito parlare del drama prima di vederli e sono stati decisamente noiosi. Una volta tornata a casa, non avevo proprio voglia di riprenderlo e ho lasciato stare.
The Sign: Un drama che è un misto tra mistero, fantasy e romance. Sulla carta, il drama fatto per me. A conti fatti, fa lo stesso errore di Manner of Death, cioè sprofonda nella noia. I primi episodi mi erano sinceramente piaciuti, anche se a volte tendeva a essere confusionario, però a lungo andare ho cominciato a velocizzare gli episodi e a smettere di prestarvi chissà quale attenzione, quindi ho capito che era meglio stoppare.
Pluto: Mi ero segnata questo drama perché mi aveva colpito molto il trailer mandato dalla GMMTV, ma non ha mantenuto la promessa. Non mi viene da dire che sia brutto, semplicemente non mi andava di continuarlo (probabilmente è uno di questi casi: "non sei tu, sono io").
13) L'ambientazione più bella: The 8 Show
Questo drama è stato un po' "too much" per me in alcune scene, quindi non lo ricordo con gran piacere, però ammetto che ha un'ambientazione molto originale. I protagonisti si muovono in questo luogo pieno di oggetti finti (tipo una piscina senza acqua) perché è come se fossero su un set cinematografico. Le stanze in cui i personaggi (e protagonisti delle show a porte chiuse a cui stanno partecipando) risiedono sono suddivise una per piano, con dimensioni diverse a seconda di che piano si trovano e la cosa colpisce nel segno; una scelta banale come un numero, li ha condotti in alto o in basso nella scala sociale.
14) L'attore e l'attrice che ti sono piaciuti parecchio: Judge From Hell (lei) e Till The End of the Moon (lui)
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Judge From Hell: Mi era piaciuta molto la lead di questo drama e Park Shin Hye l'ha interpretata in maniera superba, portando alla luce un personaggio iconico e molto sfaccettato. Se ripenso alla sua recitazione di qualche anno fa, penso che abbia fatto passi da gigante e che in questo drama abbia brillato in modo particolare, rubando la scena a tutto il cast.
Till The End of the Moon: Per quanto non abbia esattamente un buon ricordo di questo drama, Luo Yun Xi, lead maschile della storia, è un attore veramente bravissimo. Mi è già capitato di vederlo in altri drama (mi viene in mente Princess Silver, e poi avrei dovuto vederlo in Immortality se la Cina non stesse tenendo il drama praticamente sotto sequestro da anni...), ma è la prima volta che lo seguo come protagonista, e la sua interpretazione è stata impeccabile. Ha dato un sacco di spessore al suo personaggio che era veramente complesso e un misto tra la persona più sfigata del mondo e un villain.
15) Il peggior bacio: Wonderland of Love
Dovete sapere che non sempre vado in ordine nel rispondere alle domande del quizzone, quindi mentre stavo pensando a quale drama assegnare il premio come "miglior bacio" (rinfrescandomi la memoria su youtube), sono capitata su un video compilations di scene di bacio di Wonderland of Love. Mi sono detta: "perfetto, vediamo se può finire in lizza". Ho iniziato a vederlo a mente aperta, perché onestamente non mi ricordavo nessun bacio eclatante del drama, quindi non avevo un'opinione né negativa né positiva. Mi sono ricreduta. Il video compilation dura un'intera ora (ovviamente ho skippato, mi sono concentrata solo sulla "sostanza"), ci sono più di una decina di baci vari, partendo dai primissimi sulla guancia o sul lato della bocca, passando per quelli veri e propri... e niente, non sono tutti disastrosi (l'ultimo era obiettivamente bello), ma ce ne sono talmente tanti MEH (alcuni in cui stanno per tutto il tempo fermi come statue, oppure muovono la bocca con le labbra a malapena socchiuse... imbarazzante da vedere) che dovevo per forza assegnare al drama questo premio. Scusa, Xu Kai, sono sorpresa anch'io.
16) L'attore e l'attrice la cui recitazione proprio non ti è piaciuta: Marry My Husband (lei)
Marry My Husband: Ho guardato questo drama in contemporanea con una mia amica e on air. Per noi, Yang Joo Ranil (collega della lead), personaggio interpretato da Gong Min Jung, era "l'amica triste". Per tutto il drama l'abbiamo chiamata così. Si muoveva nel drama come un automa e sembrava priva di forza di vivere e il suo personaggio era completamente diverso come atteggiamento rispetto a quello del webtoon da cui è tratto il drama. Mi ha fatto odiare tutte le scene in cui compariva, finendo per non farmi apprezzare fino in fondo nemmeno la sua accoppiata con un altro personaggio (che invece mi piaceva). Un vero peccato.
Passo invece sull'attore maschile, non mi viene in mente nessuno.
17) Un must see che devi ancora vedere: Happiness (kdrama)
Uscito nel 2021, ho questo drama in lista da molto, molto tempo (e ha pure un super punteggio su mydramalist!). Ha una trama che fa un po' pensare alla prima stagione di Sweet Home (gente intrappolata in un palazzo che si deve rapportare tra di loro), ma senza la parte fantasy con i mostri, visto che è solo thriller e sci-fi, ed è qualcosa che penso mi possa piacere, però non l'ho mai iniziato. L'anno prossimo sarà quello buono? Vedremo.
18) Un drama dove hai tifato per il Second Lead:
Purtroppo devo skippare la domanda, perché ho controllato, e nei (pochi, lo ammetto) drama che ho visto non ho mai tifato per un second lead. E, anzi, in quei pochi casi in cui c'erano dei personaggi definibili come second lead, mi stavano pure anticipatici. Ma in generale per me tifare per un second lead è un caso più unico che raro.
19) Un personaggio che vorresti resuscitare: Till The End of the Moon
Premetto che come drama è praticamente un ecatombe. Muoiono personaggi come mosche, i protagonisti ne passano di tutti i colori di continuo, sono felici per 2 minuti (contati) e poi si ricomincia da capo con altra morte, dolore e sacrificio. Se devo scegliere un personaggio in particolare, mi è spiaciuto un sacco per [SPOILER]la donna volpe[FINE SPOILER]. Era un bel personaggio interessante, faceva anche parte di una ship secondaria carina ed era la persona amata di un personaggio la cui sfiga rivaleggiava tranquillamente con quella dei protagonisti (evidentemente il fatto che tutta la sua famiglia sia stata sterminata a parte una sorella non era sufficiente...). Era proprio necessario portargli via anche lei? Autori infami... Quindi sì, la resusciterei.
20) Il miglior Bacio: Lighter & Princess
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Sì, di nuovo, scusate. Il fatto è che ho deciso di premiare il bacio più emozionante. La scena è bellissima, [SPOILER] con il lead che finalmente cede ai suoi sentimenti e si precipita a casa della lead. Lei apre la porta e lui la bacia intensamente, fino al ricongiungimento finale della mattina dopo con i due che finalmente dopo tre anni si riappacificano definitivamente e si rimettono insieme. AWWWW![FINE SPOILER]
21) La storia d'amore peggiore: Marry My Husband
Non avendo trovato nessuna coppia principale tra i drama visti che mi abbia fatto pensare "che orrore", ho deciso di puntare sui due villain che, obiettivamente, una storia d'amore ce l'avevano tra di loro. Una storia che comunque è stata presente in ben due universi, all'interno del drama. Nel primo universo, lei è l'"amica" della lead, lui il marito della lead, e hanno una relazione da molto tempo alle spalle della lead che è molto malata. Sono così tanto delle brave persone che hanno fretta di mettere mano sull'assicurazione post-mortem della lead al punto che l'amica propone di accelerare il suo decesso con una... spintarella. "Fortuna" ha voluto che la lead scopra tutto e durante una colluttazione con il marito muoia... ma va tutto bene perché torna nel passato. (Come vi avevo raccontato anche prima, questa è la trama del drama, i primi 25/30 minuti). Ma com'è la relazione dei due villain nel nuovo presente, ambientato dieci anni prima quando la lead e il marito erano ancora fidanzati? Prima di tutto, molto manipolatoria. Se non fosse che la lead sa a prescindere come avverranno certe cose e quindi le giostra come vuole lei, ogni macchinazione dell'amica riguarda il farle le scarpe e prendersi il suo fidanzato (prego, accomodati!) o in generale ogni cosa che lei ha. Se da un lato, nel primo universo, sembra che i due amanti comunque abbiano una relazione da molto tempo e quindi si siano messi insieme perché si amino, diventa presto evidente come, in circostante diverse, il loro sia un rapporto particolarmente labile e malsano. Per l'amica, lui è più una conquista, un traguardo da raggiungere per fare un torto alla lead. Lui invece si fa sedurre dall'atteggiamento dell'altra ragazza, che a differenza della sua fidanzata (almeno nel primo universo) ha un atteggiamento più ammaliante e lui ne resta stregato. Ma, con premesse del genere, come potrà mai andare a finire un rapporto del genere? Non tanto bene...
22) Il miglior villain: Song Yi Kyung di Inspector Koo
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[GIF DI wolha]
Ho deciso di scegliere questo personaggio che è la villain della storia, ma anche la co-protagonista. In questo drama, abbiamo due personaggi femminili principali fortemente in contrapposizione: La protagonista "Ispettrice Koo" che è un'ex poliziotta e ora l'investigatrice di una compagnia assicurativa e Song Yi Kyung, una studentessa universitaria che fa la serial killer (di criminali). Un personaggio veramente carismatico che è un po' la parte più interessante e coinvolgente del drama, perché riesce a rubare la scena (anche perché il resto dei personaggi non è che sia poi così tanto simpatico...). Molto intenso anche il rapporto con la zia, la sua unica parente.
23) Un drama con un finale dannatamente soddisfacente: Lighter and Princess
Il finale di questo drama mi è piaciuto moltissimo. [SPOILER] Dopo il felice e tanto atteso ricongiungimento dei due protagonisti, è stata bella la contrapposizione rispetto al passato con la lead che non si è fatta mettere i piedi in testa dai genitori e se ne sia fregata se la madre era contraria al matrimonio. I lead finisco per sposarsi (e già pensano alla futura prole!) alla presenza delle sole persone che li avevano sostenuti e non osteggiati, com'è giusto che sia. Nessun taralluccio e vino con i genitori di lei che si presentano all'ultimo momento, per fortuna.[FINE SPOILER]
24) Un bellissimo team: Casa di Carta: Corea
A febbraio ho rewatchato questo drama che avevo già visto e apprezzato al momento della sua uscita (io tra l'altro sono tra quelli a ritenerlo migliore dell'originale). Direi che i protagonisti della serie, impegnati nella loro conquista alla zecca, siano stati proprio un bel team, e che abbiano affrontato bene quella difficile sfida che era la rapina che avevano pianificato. Certo, non è stato tutto rose e fiori, ci sono stati scontri, cambi di potere, un po' di segreti tenuti nascosti, qualche perdita, ma tutto sommato sono andati alla grande! Ed è stato divertente e coinvolgente seguirli (aggiungerei anche che ho apprezzato il coinvolgimento di qualcuno del gruppo degli ostaggi).
DOMANDA BONUS:
Purtroppo ammetto di aver fallito la sfida del 2024, ma spero di far meglio per il 2025, quindi... scelgo come numero del drama mistery il numero 13 (è il giorno del mio compleanno)!
BUONE FESTE!
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infoalien · 5 years ago
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Ya está aquí la nueva web de NEOBARNA
neobarna.net // universo de ciencia-ficción
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neovallense · 4 years ago
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perilleonedisanmarco · 4 years ago
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Sci-fi au? ✨
/ ALLORA intanto mi scuso per la lentezza scusate sono una personcina con 578843 dubbi in corpo, davvero, ci ho messo un po' di giorni, ma ho bisogno di ragionarli gli AU e questo era un suggerimento bellissimo!
Il risultato non è esattamente fantascienza classica, ma ho voluto sfruttare questa vecchia idea per un romanzo che avevo scartato a suo tempo e ho fatto un po' un mix, ecco.
PREMESSE:
- Ci troviamo in un mondo molto simile al nostro, dall'ambientazione incerta. Potrebbe essere sia un universo parallelo che un improbabile futuro, non ne siamo certi: l'unica sicurezza è che si tratta di un mondo altamente tecnologico, ma che ha dovuto far ritorno in massa all'utilizzo del carbone, a causa dell'esaurimento delle riserve petrolifere mondiali. Si, in pratica è un universo steampunk.
- Qualche secolo prima, alle prese con uno studio per cercare di contenere il disordine sociale, causato anche dalle pessime condizioni di vita, alcuni scienziati si sono ritrovati dinanzi ad una rivelazione senza eguali: l'anima non solo esisteva, dimostrato da concrete prove scientifiche, ma poteva "cambiare ospite" nel momento del trapasso. Erano davanti all'evidenza scientifica dell'esistenza della reincarnazione.
- Si era fatto quindi immediatamente pressione, una volta resa nota la scoperta a livello mondiale, perché il fenomeno venisse studiato in modo più approfondito. Si stava diffondendo il sospetto tra la popolazione che la scoperta potesse essere un modo per risolvere molti dei problemi sociali alla radice, sospetto cavalcato dai maggiori leader politici del pianeta.
- Ci vollero decenni per arrivare ad inquadrare in modo più chiaro il fenomeno. Inizialmente, si arrivò a scoprire che era possibile individuare i precedenti ospiti dell'anima fino a tre generazioni indietro. In un secondo luogo, si arrivò ad identificare l'antichità stessa dell'anima in questione, per arrivare alla fine alla rivelazione che tutti stavano aspettando: era possibile dividere le anime in buone e cattive, non solo guardando agli ospiti precedenti, ma anche a livello quantistico.
SECOLI DOPO:
- Marco è un ragazzo di quasi 18 anni e vive, da tutta la sua vita, in un collegio maschile. Non sa nulla della sua famiglia, da dove viene o chi sono i suoi genitori; non sa neppure com'è fatto il mondo al di fuori delle mura di quel collegio visto che è da quando è nato che non ha mai messo un piede fuori dalla struttura.
- Attende con ansia una sola cosa: il giorno del suo diciottesimo compleanno, quello che gli permetterà, a quanto gli hanno sempre spiegato le guardie, di abbandonare l'edificio per sempre. Marco infatti non resiste più lì dentro, si sente soffocare: ha provato numerose volte, da bambino, di "evadere", ma son sempre riusciti a ripescarlo e metterlo in isolamento. Dopo l'ennesimo tentativo, ha quindi deciso di provare a stringere i denti e attendere.
- Nessuno di età superiore ai 18 anni infatti può continuare a risiedere nel collegio o avere contatti con gli altri ragazzi. È severamente proibito ai minori di intrattenere rapporti con adulti al di fuori delle guardie e con i ragazzini del sesso opposto. Il collegio femminile della città è un luogo proibito. Ma, d'altronde, è proibito anche solo uscire dalle mura dell'edificio, quindi la norma potrebbe anche non sussistere.
- Non tutti però attendono la libertà con la stessa euforia di Marco, anzi: tra i suoi compagni di camerata, lui sembra l'unico curioso di scoprire cosa si trova al di fuori.
- Vito, il ragazzino con cui divide il letto a castello, ad esempio non sembra voler aprire bocca sull'argomento. Marco non riesce davvero a capirne il motivo, / quel ragazzo è sempre così misterioso / almeno fin quando non sente Alessandro e Emanuele, altri due ragazzi della struttura, parlarne tra loro: il primo non fa altro che rispondere stizzito a tono al secondo, che sembra agitato all'idea di uscire da lì perché convinto che non li aspetti nulla di buono.
- È una parola quella che cattura l'attenzione di Marco: omicidio. Una parola che non aveva mai sentito nominare prima e di cui non conosce minimamente il senso. Emanuele sembra, da quanto riesce a captare nascosto, esserne a conoscenza perché qualcuno dice di aver scoperto, durante una faccenda, l'esistenza di una stanza segreta sotto la cantina, una stanza ricca di macchinari dei più assurdi e pieni di strani tomi antichi, molto diversi da quelli permessi loro.
- La voce di quanto accade in seguito all'espulsione del collegio aveva quindi iniziato a serpeggiare tra tutti, con molta discrezione e paura. Non tutti sembrano però crederci, un po' come Alessandro. Marco non era semplicemente ancora venuto a contatto.
- Arrivato il giorno tanto atteso, Marco viene effettivamente portato in una stanza sotterranea, mai vista prima di allora. La confusione si fa sempre più grande quando si ritrova spogliato, seduto su di un lettino, con quello che sembra una guardia vestita di bianco impegnato a fargli degli esami. Allora è tutto vero. Non li vogliono fare uscire. Li vogliono uccidere.
- Il timore si rivela essere infondato, in quanto Marco viene, ad un cenno dell'uomo, fatto rivestire in fretta e furia e buttato dentro ad una carrozza. Non appena il sollievo iniziava a farsi sentire, si ritrova però ad essere legato ai polsi e alle caviglie, in modo da non riuscire neppure a muoversi.
- Marco si ritrova quindi ad affrontare un viaggio infinito, della durata di alcuni giorni, fino a quando la carrozza non viene fatta fermare di fronte ad un bosco, dove viene fatto smontare. Lo portano quindi al suo interno, lo legano al primo albero che trovano e guardia e uomo misterioso si allontanano velocemente, lasciandolo lì.
- Passate alcune ore, quando ormai si è addormentato per lo sfinimento, sente il tocco delicato di qualcuno liberarlo dalle corde, permettendogli di liberarsene.
- Marco si ritrova davanti una ragazza / la prima mai vista nella sua vita / che bisbiglia di chiamarsi Maria che gli fa cenno di seguirla, facendo silenzio: è arrivato il momento di avere dei chiarimenti e il suo gruppo, che abita nel folto del bosco, glieli può dare.
SPIEGAZIONI:
- Dopo la scoperta della possibilità di poter determinare scientificamente la bontà o meno di un'anima, i leader mondiali si sono messi d'accordo per giungere ad un accordo su come gestire il problema della sicurezza sociale: la soluzione più efficace era quella di allontanare i soggetti ritenuti "cattivi" da quelli invece "buoni".
- Inizialmente si erano semplicemente limitati a incarcerare tutti coloro che venivano scoperti ospiti di un'anima pericolosa, ma si era notato molto presto quanto ci fosse bisogno di misure più rigide, viste le numerose evasioni. Anche il sottoporsi ai test di accertamento si era rivelato necessario imporlo obbligatoriamente per legge al compimento dei diciotto anni d'età, quando, almeno secondo gli studi, avveniva il cambiamento interno a causa del completo sviluppo del binomio anima e corpo.
- Si decise quindi di procedere alla eliminazione fisica delle anime in questione. Dopo i primi omicidi pubblici, si era ricorsi a metodi più "nascosti" per evitare il malcontento dei famigliari: coloro marchiati dall'ospitare un'anima indesiderata vengono da allora abbandonati in un bosco isolato, lasciati a morire di stenti.
- Solo le anime adulte buone possono abitare la società ed avere rapporti con gli altri esseri umani. A loro è permesso anche l'eventuale ricongiungimento con i figli, ormai maggiorenni, se questi risultino anch'essi in possesso di un'anima adatta al vivere in civiltà.
- Per evitare fughe precedenti al test, si è quindi deciso di prelevare i bimbi dai genitori il momento successivo alla nascita, per rinchiuderli quindi in un luogo adatto a loro, attentamente sorvegliato e privo di stimoli che possano influenzare il loro sviluppo. I giochi e i libri son completamente privi di citazioni che possano rimandare a concetti quali la violenza o la sessualità. È possibile uscire solo successivamente ad un test positivo dopo i 18 anni.
- Ogni possibile infrazione viene punita con l'isolamento. Non è possibile infatti picchiare fisicamente i bambini. I ragazzini vengono inoltre tenuti rigidamente separati in base al genere.
- I test hanno però un problema: non identificano l'area grigia, esiste solo buono o cattivo, senza possibilità di errore. Per questo motivo, può capitare che persone né carne né pesce si ritrovino abbandonate nel bosco, in attesa della morte. Questo ha portato alla formazione di bande segrete nei boschi, che lottano per poter essere inseriti nella società.
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libero-de-mente · 4 years ago
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I DIALOGHI DI ALBERTO ANGELA:
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Capitolo 8 - Alberto Angela e Cupido.
 Febbraio il mese più corto dell’anno, breve e intenso esso racchiude a metà del suo percorso la festa dell’amore. La ricorrenza in cui le coppie si amano e si ripromettono amore eterno…. Si insomma, così dovrebbe essere. Si spera.
Il nostro sommo divulgatore mentre percorre un prato spoglio, si diverte a far sbocciare i fiori con il solo suo passaggio, gesticolando come solo lui sa fare. Quand’ecco che dal nulla, no non è vero, da dietro un albero del vicino boschetto una leggiadra e curiosa figura si para davanti al percorso del “divulgator cortese”:
C- Cucù!! A- Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris . Nascio, sed fieri sentio et excrucior..
C- Ehm… *viso crucciato* i-io ho qualche lacuna in questo momento e non mi sovviene il significato… *agitando le mani*, tu parli mia lingua? Io essere Cupido. Tu capito? A- Capito.
C- No no no, *sorrisino  di scherno*, io Cupido no “capito”.. A- Ma certo che ho capito.
C- M-ma tu allora parli la mia lingua? A- Ma certo, *allargando le braccia e 1.284 fiori sbocciano contemporaneamente*, tu sei Eros. 
C- No, scusa io sono Cupido non conosco questo Eros. A- Eros, il dio dell’amore nell’antica Grecia.
C- Ah si certo, bei tempi quelli, era il periodo in cui si veniva serviti e riveriti. Rispettati, bastava una preghiera di chi cercava amore ed io apparivo, scoccavo la freccia ed il gioco era fatto. Oggi al massimo accoppio i calzini spaiati. A- E perché, nessuno ti cerca più?
C- Scherzi? Oggi ci sono Tinder, Badoo ed altri social…. Gli umani fanno tutto li e da soli, si tirano di quelle frecce. Anzi frecciate … delle vere e proprie lance a volte, nella schiena per di più. A- Tra poco è San Valentino, sarai molto ricercato.
C- In realtà sono molto ricercato tutto l’anno, nel senso che c’è una taglia sulla mia testa. Mi detestano… in effetti qualche freccia l’ho tirata al buio, dopo qualche birra. Insomma, alcune volte le frecce era meglio “non uscirle”. L’ultima volta che ho cercato di colpire una persona con la mia freccia, questa mi disse: “Aò, ma che ce l’hai con me? Che t’ho fatto?” A- Mi dispiace, quindi a San Valentino non ti farai vivo?
C- No, e tu che farai? Hai bisogno di una freccia che ti colpisca? *sorriso ammiccante* A- Ti ringrazio, ma ho una vita sentimentale così gratificante, così appagante, così anticamente romana che mi sono iscritto a un seminario full-immersion di chimica inorganica, in particolare sui Metalloidi e metalli di maggiore importanza; loro principali composti e minerali. Che si svolgerà proprio il giorno di San Valentino.
C- Quindi non lo festeggi? A- No, non festeggio San Valentino… sono ateo.
C- Io il giorno di San Valentino sono impegnato in un corso professionale di tiro con l’arco. Me lo hanno offerto l’AAMC, Associazione Accoppiati ad Mentulam Canis. A- Beh storicamente parlando di San Valentino martire, fu lapidato e decapitato… due domande io, se fossi in te, a questo punto me le farei.
C- Io stavo pensando di far saltare tutte le reti Wi-Fi il giorno di San Valentino, niente internet nei ristoranti. Così le coppie saranno costrette a guardarsi e parlare tra loro. Per me il 70% dei rapporti saltano già durante gli antipasti, prima che servino i primi piatti. A- Ma così ci saranno molti casi di disperazione, passare da San Valentino a Sangiovese è un attimo poi.
C- Già, tutte queste coppie. A- San Valentino non è la festa delle coppie, ma la festa di chi si ama. Troppi single innamorati e troppe coppie che fingono di amarsi.
C- Si vero, le cose stanno degenerando anno dopo anno. San Valentino divide l'umanità in due categorie: gli accoppiati e i single che li invidiano. A- Ci sono anche gli accoppiati che invidiano i single sai?
C- Per forza! San Valentino innesca nelle donne quel diabolico meccanismo delle settimanaversario, poi mesiversario e infine gli anniversari. Gli uomini vanno in confusione e si dimenticano. E tutto finisce con le classiche battute: “Cos’hai cara?”, e lei “Ti ho detto che non ho niente”. A- E quel “niente” apre un intero Universo parallelo, sai mio padre dedicò uno speciale di SuperQuark al “niente” pronunciato da una donna, durò tre puntate. Quindi caro Eros il 14 febbraio niente San Valentino?
C- No, niente San Valentino… o smesso grazie.
Con un fragor di battito d’ali e di piume volanti prese a sollevarsi e a volare, allontanandosi e salutando con la mano ed un sorriso che fa davvero innamorare… eh niente, invece Cupido (o Eros) mesto mesto a piedi si avviò di nuovo nel boschetto.
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saveyourdata · 5 years ago
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IL MIO PRIMO “NON-CONTATTO” CON LA RETE
Internet, il mondo parallelo in cui tutti noi oggi giorno entriamo almeno una volta al dì per fare innumerevoli cose, non è sempre stato così “presente”.
Se devo essere sincero non ricordo qual è stato (o quando) il mio primo contatto con la rete, ma ricordo bene qual è stato il mio primo “non contatto”: sì, proprio così, ricordo la prima volta che lo conobbi ma non lo usai.
Avevo circa 11 anni: le prime uscite il pomeriggio con gli amici e i tragitti casa-scuola senza mamma e papà. Nacque quindi l’esigenza di dover essere reperibile in remoto: e così arrivò il primo smartphone (se così mi azzardo a chiamare quel cellulare col tastierino numerico che di moderno aveva solo lo schermo touch) adoperato per chiamare, scrivere sms e ascoltare qualche canzone di Fabri Fibra caricata con la chiavetta da mia mamma.
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_Immagine di un modello simile al mio primo cellulare, foto di 
William "Willster3" Carpenter _
Ricordo molto bene quando, cercando nelle impostazioni (esatto, nelle impostazioni, non nelle app come oggi) trovai la voce “internet”: sapevo cos’era, ne avevo già sentito parlare (soprattutto quando mia mamma cercava su wikipedia qualcosa che non conosceva) ma lo vedevo più come un “mondo dei grandi”. Non lo associavo a qualcosa di brutto che i piccoli non possono vedere, quale poteva essere C.S.I., ma come un universo per i VIP, che solo chi era grande ed esperto avrebbe avuto la possibilità di varcare e poter usufruire di tutti vantaggi.
Tenni quel cellulare per circa 2 anni e spesso mi capitava di cliccare sopra quella misteriosa icona: non avevo una promozione con traffico dati, ma io non lo sapevo e per me la scritta “nessuna connessione” stava a significare che ero ancora troppo piccolo e che sarei dovuto crescere per sbloccarlo.
Poi gli anni passarono, capii che avrei avuto bisogno di una promozione con la rete, ma non arrivò subito: in compenso però mia mamma cambiò il cellulare, e il suo i-phone 4 finii a me. Ero diventato abbastanza grande da poter accedere alla rete, ma solo a casa con il wi-fi: e così arrivarono i primi giochi installati dal app store, i primi brani scaricati e i primi messaggi su WhatsApp agli amici.
Passò ancora qualche anno prima di attivare la promozione con 3 Gbyte al mese, ma quando arrivò mi sentii finalmente grande.
Mi fa un po' impressione scrivere queste cose, forse perché credo che quelli della mia generazione siano gli ultimi a poter scrivere un testo sulla loro “prima esperienza in rete”. Un tempo si dava il ciuccio per far smettere un bambino di piangere, ora basta un video su You Tube. Magari tra qualche anno ci emozioneremo a leggere un post su “la mia prima esperienza non-in-rete”.
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La generazione d’oggi ormai in rete fin da piccoli, foto di George Hodan
Autore: Pixterix
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pleaseanotherbook · 5 years ago
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Gli umani di Matt Haig
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Di solito agli umani non piacciono i matti, a meno che non siano bravi a dipingere, e comunque soltanto da morti. Ma sulla Terra la definizione di matto non è per niente chiara, e neppure coerente. Quel che è perfettamente normale in un'epoca può diventare una follia in un'altra. I primi umani se ne andavano in giro nudi senza problemi. Alcuni di loro, soprattutto gli abitanti delle foreste pluviali umide, lo fanno ancora oggi. Se ne deduce che a volte la follia è una questione di tempi, altre dipende dal codice postale.
In sostanza, la regola fondamentale è che se vuoi sembrare sano di mente sulla Terra devi trovarti nel posto giusto, avere i vestiti giusti, dire le cose giuste e calpestare le aiuole giuste.
“Gli umani” è uno sci-fi appassionante e commovente nato dalla penna di Matt Haig e arrivato in Italia grazie a Einaudi. Durante il blocco del lettore più spaventoso che abbia mai affrontato ho iniziato a leggerlo dietro suggerimento di una mia amica e devo dire che me ne sono innamorata immediatamente. È uno di quei libri che rifugge un genere di appartenenza e diventa universale, perché parla di sentimenti, di umanità, di vita.
Per il bene dell'intero universo, il professor Martin deve essere eliminato. E con lui chiunque sia al corrente delle sue scoperte. Ma a causa di un contrattempo, l'alieno mandato sulla Terra si materializza ai bordi di un'autostrada, in una sera fredda e umida, completamente nudo, nonché privo delle più basilari nozioni della vita sociale. Inizia così una divertente commedia degli errori, in cui il finto professor Martin impara a vivere da terrestre. E ben presto, contro le previsioni aliene, la forzata vicinanza con la specie umana, soprattutto con i due esemplari (moglie e figlio) che compongono la famiglia del professore, lo costringe a rivedere il suo giudizio, passando dal più completo disgusto a un'inconfessabile simpatia. Certo, i terrestri sono tutt'altro che perfetti, eppure hanno inventato la poesia, la musica e persino il burro di arachidi...
Quando ho preso in mano questo libro non sapevo esattamente cosa aspettarmi ma ero molto contenta di iniziarlo perché l’idea mi interessava molto. È una storia che non si può incastrare in una etichetta, che non si può fermare alla sua natura fantascientifica perché Matt Haig alza lo spettro delle sue potenzialità per regalare al lettore una storia capace di colpire al cuore di una questione annosa, senza pretendere di fornire soluzioni, senza la presunzione di avere tutte le risposte, ma con l’intenzione di aprire una strada. Il protagonista, arriva da un pianeta remoto, non ha viaggiato nel senso classico del termine, ma si ritrova all’interno del corpo del professor Martin, un matematico. Non c’è molta scelta, eliminarlo è essenziale, ma soprattutto è essenziale eliminare tutte le prove. Ma navigare in un pianeta sconosciuto con regole completamente diverse da quelle a cui siamo abituati è una sfida non indifferente, soprattutto quando sono ci sembra di essere troppo avanti. La catena evolutiva dell’alieno protagonista è arrivata molto avanti, ma allo stesso tempo ha perso qualcosa di molto importante. C’è da un lato l’evoluzione tecnologica dall’altra l’involuzione emotiva. Da un lato la matematica ha risolto le equazioni più complicate, dall’altra la solitudine ha investito qualsiasi aspetto della vita cosciente, non c’è bisogno di oggetti, di medicine e apparentemente neanche di conforto. Il nuovo professor Martin è completamente impreparato quindi a fare i conti con l’emotività, la tecnologia primitiva, è come un bambino che si affaccia per la prima volta nel mondo. Ma più va avanti nella sua missione, più si rende conto di come la vita sulla Terra nasconda dei pregi, più si rende conto della sua fame d’amore. Le sue interazioni sono spassose e stravaganti, perché manca del contesto e dei ricordi del vero professor Martin, ma nel frattempo impara, memorizza, archivia, si adatta, con una velocità sorprendente. Scopre la poesia e la musica, l’arte in genere, conosce la fedeltà di un animale domestico, si ritrova a desiderare l’amore di sua moglie e il mondo migliore per suo figlio. È un viaggio che non si ferma, perché ogni giorno cresciamo e miglioriamo, in un processo che finalizza le nostre intenzioni e i nostri desideri. Se l’alieno parla il linguaggio della matematica, il cui conforto arriva dai numeri primi e dal loro essere infiniti, la realtà in cui approda è definita dalle relazioni, dai rapporti, dalle interazioni che accrescono la famiglia, gli amici, la vita. Ed è questo che fa la differenza in un mondo apparentemente alieno, la capacità di costruire anziché distruggere, la capacità di sacrificarsi anche quando spezza il cuore, la disponibilità a partire, ma soprattutto a tornare. Siamo tutti un po’ folli, l’importante è conoscere le regole per navigare questo mondo oscuro.
 Il particolare da non dimenticare? Una radio…
 Una storia intensa e speciale, che supera i confini dello spazio-tempo e disegna un viaggio nel mondo degli umani, che accompagna il lettore nella scoperta di cosa rappresenti la vita umana, la convivenza di scienza e spiritualità, sentimenti e raziocinio, intelligenza e intuizione, amore e dolore, la perdita e la coscienza.
Buona lettura guys!
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weirdesplinder · 2 years ago
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Ecco un'altra delle mie ultime letture, un altro sci-fi perchè dopo Hunt the stars volevo rifarmi, e in parte ci sono riuscita, ma solo in parte purtroppo.
Questo libro Astray, è il primo di una serie di 5 libri, tutti inediti in italiano, intitolata The Adventures of a Xeno-Archaeologist, dell'autrice Jenny Schwartz.
Ora la Schwartz non è famosa, la potremmo definire quasi un'autrice esordiente più o meno, quindi non avevo aspettative altissime, e quindi posso dire che non mi ha deluso, ma vediamo come è andata questa mia lettura più nel dettaglio.
Cosa mi è piaciuto:
1. La costruzione della storia: Si vede che ci ha pensato, che l'ha studiata a tavolino, che ha pensato bene ai luoghi dove collocare le scene in modo da farci vedere scorci diversi di questo mondo, cosa far fare ad ogni personaggio per mostrarci delle loro caratteristiche. La costruzione della struttura narrativa è buona, i personaggi principali ci vengono ben mostrati, specie la protagonista, e anche i secondari hanno tuutti dei tratti distintivi. Inoltre la storia raccontata non sarà nuovissima, ma ha un senso logico ed è molto interessante.
2. La storia: Niente di nuovo, ma ben mescolato. Eroina che viene dai basfondi ma ne è emersa vincente, con forse e debolezze ben calibrate, vedova, ma non distrutta, dal caratterete forte, ma che ha anche un cuore e che ha un segreto legato alle sue origini, collegato ad un'antica civiltà scomparsa che però è ancora molto importante per il potere politico di questo universo. Incontra militare provato dalla guerra, capace e giusto, ligio al dovere ma con un cuore, amato dai sottoposti e punito ingiustamente per un atto eroico dall'elite politica corrotta e viziata. L'idea di partenza è molto buona, la scelta dei protagonisti pure e gli intrecci politici uniti alla misteriosa civiltà e ai suoi artefatti creano un mix che è molto intererssante. Inoltre l'ambientazione è abbastanza ben spiegata.
Cosa non mi è piaciuto:
1. La costruzione è troppo visibile. Si sente fin troppo che l'autrice aveva in mente le scene, e come si dovevano muovere i personaggi, e le scene in sè sono pure belle, ma non sono collegate fluidamente. Lei doveva farli andare da A a B, e ce li fa andare ma, o salta proprio tra le scene, lasciandococi un buco temporale, o fa collegamenti veramente minimi, non abbastanza forti da spiegare il percorso dei personaggi a volte.Inoltre seppur non fa spiegoni, in alcuni punti invece di mostrare fa dire cose che spiegano troppo, o le spiega brevemente, ma comunque troppo, perchè si trattava di cose deducili da altro. Mentre in altri casi non spiega cose nel momento dove andavano invece spiegate. Specie all'inizio del libro.
2. I personaggi sono ben scelti e mostrati, ma manca ancora un poco di approfondimento in più, di empatia in più. E il cyborg...oddio il cyborg a volte non ha senso, non è coerente con se stesso, agisce in modo strano, fa spiegoni a tutto spiano, da quando appare diventa il motivo per quasi tutto ciò che fa la protagonista.Troppo semplice muovere i personaggi così.
3. Lo stile: La scrittura non è male ma può essere molto migliorata a tratti appare sconnessa e manca di fluidità
4. Dedicare più spazio ai nobili regnanti e alle due famiglie in conflitto, alle loro macchinazioni, mostrandole meglio e mostrando questi nobili di più, avrebbe molto giovato al libro credo.
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BEHIND THE SCENE OF… …I Prologhi di Arcani - La Raccolta. 1)Si tratta di cinque storie brevi che facevano parte dell’inizio del mio primo romanzo “Arcani”, ma essendoci già molti personaggi nella storia decisi di eliminarli, condensando le loro storie in un unico prologo e citandoli nei flashback dei personaggi rimasti. 2)I punti di vista ed i personaggi sono molti diversi tra di loro: ho creato un mix davvero molto vario di personalità e mi sono divertita (anche se c’è voluto impegno per descrivere alcune sfaccettature, come quelle di Nemesi e di Fuharun!). 3)Ci sono molti accenni alle questioni ecologiche, all’eterna “lotta” tra Fede e Scienza e le diversità culturali (temi che mi sono sempre stati cari). 4)Benché le storie siano cinque in realtà i protagonisti sono sei: nell’ultima storia infatti si alternano ben due punti di vista! 5)Il videogioco FFVII e le canzoni del cd “Humanoid” dei TH hanno ispirato la creazione di Arcani e dei Prologhi. ~~~~ 🔮 I Prologhi di Arcani - La Raccolta 🏷Genere: Sci-fi 📃Estratto Gratuito (disponibile) 📱Formato Kindle 2,99€ 📖Formato Cartaceo 9,99€ ⭐️Valutazione complessiva 4/5 📎 Link nella bio!!! #maralamagnabooks#amazon#libro#librofantasy#ebook#fantasybook#fantasy#kindle#kindlebooks#readers#bookporn#bookslovers#book#instapost#instabook#bookish#bookaddict#bookphotography#bookstagram#letture#leggere#libri#booknerd#readingtime#youngadult#romancebooks#youngadultbooks#librifantasy#scifi (presso Pianeta Terra - Via Lattea - Universo) https://www.instagram.com/p/Cinb-dyMIGb/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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levysoft · 3 years ago
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Dune, l’universo futuro immaginato da Frank Herbert, è divenuto una delle rappresentazioni più simboliche della space opera letteraria, contribuendo a dare corpo ad aspetti fondanti dell’immaginario collettivo. Gran parte della fantascienza moderna, specialmente cinematografica, ha un debito nei confronti di Dune, soprattutto in relazione alla fallita trasposizione cinematografica dia Alejandro Jodorowsky, ma all’interno di questa ambientazione si rileva, almeno all’interno del corpus letterario principale, una particolarità che sembra contrastare con il concetto di fantascienza: l’assenza di macchine pensanti. Nel dare vita al suo universo futuro, infatti, Herbert aveva scelto di non rendere l’elemento tecnologico come fondamentale, e per eliminare questo aspetto aveva introdotto un remoto evento del passato della galassia: il  Jihad Butleriano.
Parlando di Dune, come sempre, è necessario fare una distinzione tra il ciclo iniziale dei sei libri, scritti da Frank Herbert, e la successiva espansione di questo universo portata avanti dal figlio Brian Herbert con Kevin J. Anderson. Nella sua descrizione della società futura di Dune, Herbert padre non si premurò di dare una particolare definizione al passato dell’impero in cui si muovevano i suoi personaggi, una concezione che lo portò quindi a introdurre l’elemento della Jihad Butleriana come motivazione di una condizione socio-tecnologica, l’assenza di macchine pensanti e la presenza dei Mentat, senza contestualizzare storicamente questo evento nella lore della sua saga.
Il Jihad Butleriano in Dune
A ben vedere, per Frank Herbert il Jihad Butleriano era essenzialmente un monito, con cui il romanziere americano voleva trasmettere un senso di allarme sulla crescente dipendenza delle menti dalla crescente tecnologia, vedendo nella pigrizia derivante dal servilismo delle macchine e nell’abbandono di esercizi mentali i presupposti per una caduta della società umana. Una visione che sembra rifarsi al romanzo Erewhon di Samuel Butler, da cui probabilmente il nome di questa rivolta umana contro le macchine, pubblicato nel 1872, in cui si immaginava che l’umanità avesse deciso di distruggere le macchine, all’epoca della stesura del romanzo anche rudimentali meccanismi, per timore che evolvendosi potessero superare l’intelletto umano, una concezione che sembra risentire della filosofia luddista, ancora presente nella società vittoriana dell’epoca.
Un accenno a quello che sarebbe divenuto poi il conflitto tra uomo e macchina di Dune compare, con l’evolversi della trama della saga, nei libri successivi a Dune. Il ruolo delle macchine pensanti, infatti, viene rivisto in un’ottica secondo la quale la loro presenza avrebbe leso l’evoluzione umana, ma erano comunque necessarie, motivo che portò alla creazione di sostituti (come Mentat, Bene Gesserit e Navigatori), che potessero svolgere i ruoli solitamente demandanti nella narrativa fantascientifica alle macchine. Una concezione intrigante, che tende però a innescare una nuova problematica: la disumanizzazione dei sostituti delle macchine pensanti.
Ne L’Imperatore-Dio di Dune, Leto II, mentre avvia l’umanità sul suo Sentiero Dorato, ricorda il Jihad Butleriano come l’istante in cui l’umanità aveva preso coscienza di come fosse divenuta controllata e guidata dalle macchine. Momento in cui viene creata la Bibbia Cattolica Orangista, in cui sono contenuti precetti morali che riportano a una condizione tecnologica retrograda ma focalizzata sulla valorizzazione umana, che diventa uno dei tratti essenziali della dialettica di Herbert. A ben vedere, quindi, nell’esalogia originale di Dune, il ruolo della Jihad Butleriana era di espediente narrativo che serviva a motivare un assetto tecnologico scarno e lontano dall’immaginario fantascientifico classico, dove erano totalmente assenti le macchine pensanti. Il Jihad Butleriano, infatti, non esclude ogni forma di macchina, ma solo quelle che, in virtù di una anche basilare forma di intelligenza artificiale, possano essere autonome e sviluppare un’auto-coscienza. Per rimanere in ambito sci-fi, sarebbero banditi tutti i robot di Asimov ma non le gigantesche astronavi che invece Herbert affida alla guida dei Piloti della Gilda.
Una distinzione importante, che ribadisce il senso del Jihad Butleriano all’interno della dinamica delle diverse forze sociali presenti in Dune. Questo breve accenno alla Jihad Butleriana fu tale che non venne nemmeno sviluppato all’interno della trasposizione di Dune del 1984 di David Lynch, che non si addentra nello spiegare questo dettaglio della saga. Una sua rapida, quanto blanda spiegazione viene introdotta nella versione estesa di Dune, firmata come Alan Smithee da Lynch, in cui è presente un prologo in cui viene presentata questa guerra, ribattezzata la Grande Rivolta, ambientata circa 4050 anni prima degli eventi di Dune.
Per avere un racconto preciso del Jihad Butleriano e della sua influenza sulla società galattica si dovette aspettare decenni, quando Herbert figlio diede vita a Legends of Dune, una serie di archi narrativi che vanno a definire il passato dell’universo di Dune.
Il Jihad Butleriano in Legends of Dune
Partendo da materiale non sviluppato dal padre, Brian Herbert ha dato risalto ai trascorsi dell’universo di Dune, scegliendo proprio il Jihad Butleriano come punto di partenza dell’universo di Dune. Con un approccio differente da quello paterno, più filosofico, Herbert e Anderson hanno improntato il loro lavoro su un piano più dinamico, considerato utile per andare a creare le basi cronologiche dell’universo di Dune.
L’umanità si trova ad affrontare una spietata battaglia contro i Pianeti Sincronizzati, mondi popolati da macchine pensanti guidati da Omnius. Questa intelligenza artificiale è stata creata dai Cymeks, umani che hanno rinunciato alla caducità del proprio corpo fisico per racchiudere i propri cervelli in corpi robotici indistruttibili, con lo scopo di raggiungere un’immortalità tramite cui governare la galassia. Dopo aver creato Omnius, come strumento per avere un controllo dei pianeti conquistati, i Cymek ne sono divenuti schiavi, che con il nome di Titani esercitano il ruolo di generali delle armate di Omnius.
Nel contrastare le armate robotiche, l’umanità è guidata da alcune casate, una sorta di nobiltà pre-imperiale al vertice della Lega dei Nobili. Al vertice di questa organizzazione umana ci sono due casate, Harkonnen e Butler, che cercando di spronare l’umanità a non subire passivamente gli attacchi ma a reagire. Xavier Harkonnen, uno di comandanti militari, guida le armate umane per proteggere il futuro dell’amata Serena Butler, che cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica sul piano politico. Durante un attacco, Serena, incinta del figlio di Xavier, viene catturata da uno dei Titani, che la consegna come cavia al robot Erasmus, che cerca di comprendere il comportamento umano. Durante la prigionia, Serena conosce il figlio biologico del comandante dei Titani, Vorian Atreides, che da convinto sostenitore della società delle macchine cambia visione quando assiste alla crudeltà di Erasmus, che non esita a uccidere il figlio di Serena davanti agli occhi della donna, un evento che diventa la scintilla del Jihad Butleriano.
Fuggiti dalla Terra, capitale dei Mondi Sincronizzati, Vorian e Serena si fanno voce della necessità di attaccare le macchine. Per decenni questa guerra continua, e Vorian, dotato di una longevità superiore grazie alla tecnologica dei Titani, continua a lottare al fianco degli Harkonnen, prendendo sotto la sua protezione il giovane Abulurd. Durante lo scontro finale con Omnius e i Titani sul pianeta Corrin, però, Abulurd decide di usare armi atomiche sulla Terra, nonostante la presenza di milioni di schiavi umani, che muoiono sotto il bombardamento. Azione scriteriata, che spinge Vorian a dissociarsi dal suo operato, che viene pesantemente condannato dalla Lega dei Nobili, portando alla caduta in disgrazia della casata Harkonnen. Questo è il momento in cui ha inizio la faida tra le due casate, vista anche in Dune.
La sconfitta dei Mondi Sincronizzati porta alla creazione di un nuovo ordine sociale. La crescente lotta a ogni forma di macchina pensante conduce alla distruzione di computer troppo evoluti, mentre la Battaglia di Corrin consegna alla famiglia Butler un ruolo di preminenza nella Lega dei Nobili, che viene rinominata Landsraad, e riformata su un modello imperiale, dove regnala famiglia Butler, in virtù del suo ruolo nella guerra, che sceglie un nuovo nome per la propria casata: Corrino, in onore della battaglia finale contro le macchine.
L’impatto del Jihad Butleriano sul mondo di Dune
Durante il Jihad Butleriano, sul pianeta Rossak una setta femminile di donne dotate di particolari poteri mentali, utilizza dei computer nascosti nelle profondità delle foreste del pianeta per perseguire un piano eugenetico volto alla creazione di una razza di telepati. Con il bando delle macchine pensati, questi computer diventano un pericolo per quelle che sono state ribattezzate le Streghe di Rossak, che iniziano quindi a seguire un rigido programma di eugenetica, aiutandosi con i loro poteri mentali, sempre più evoluti dall’utilizzo delle sostanze estratte dalle piante velenose di Rossak. Le Streghe di Rossak diventano il primo gruppo di Bene Gesserit.
Durante la guerra con le macchine, il magnate Aurelius Venport scopre sul remoto pianeta di Arrakis una sostanza che sembra avere incredibili proprietà. Ribattezzata spezia melange, questa droga diviene sempre più richiesta e per continuare a soddisfare la richiesta, la società di trasporto di Venport, grazie alla genialità dell’inventore Tio Holzman e della sua assistente Norma Cenva, si avvale di motori che possono piegare lo spazio. Impossibilitati a utilizzare computer per calcolare le complesse rotte spaziali, Aurelius e Norma scoprono che l’utilizzo del melange espande le capacità dei propri piloti, che assumendo la droga ottengono poteri di traslocazione, anche se i loro corpi subiscono orrende mutazioni. Da questa scoperta nasce la Gilda dei Navigatori.
Con il bando delle macchine pensanti, si rende necessario trovare un sostituto organico alle loro funzioni. Su un remoto pianeta, esiste una scuola in cui le menti di giovani allievi sono formate per essere rese dei computer viventi, chiamati Mentat. A dirigere l’istituto è Gilbertus Albans, un ex-schiavo delle macchine che è stato per anni soggetto di esperimenti del robot Erasmus, che ha salvato durante la distruzione del suo centro di ricerche. E’ proprio Erasmus, ora ridotto al suo solo cervello elettronico e conservato nei meandri della scuola, a fornire a Gilbertus le indicazioni su come addestrare menti umane a divenire dei computer viventi.
Il Jihad Butleriano ha portato alla scomparsa delle macchine pensanti, ma non della tecnologia in quanto tale. L’universo creatosi dopo la guerra contro i Mondi Sincronizzati non ha privato l’umanità di astronavi o semplici macchinari, che specialmente nei secoli seguenti alla fine della Jihad Butleriana hanno lentamente cominciato a riprendere un percorso evolutivo, sempre in considerazioni dei limiti imposti. Su IX, ad esempio, sono state sviluppati macchinari non intelligenti che aiutano la vita e lo sviluppo della società imperiale, come raccontato nei prequel House Atreides, House Arkonnen e House Corrino., mentre su Tleilax, il Bene Tleilax è detentore di incredibili scienze mediche e tecnologie biologiche, compresa una particolare forma di clonazione.
Un termine scomodo
Quando nel 1956 Frank Herbert scrisse Dune, il mondo islamico era percepito in modo differente rispetto alla visione attuale, macchiata da eventi tragici e da un contrasto ideologico che ne ha reso complesso l’utilizzo anche in trasposizioni come il Dune di Villeneuve. All’interno dell’esalogia di Herbert, il termine Jihad veniva interpretato nel suo significato più puro, ossia uno sforzo incredibile, oltre i limiti dell’individuo. La scelta di usare un termine islamico, relegando crociata a sinonimo usato in rare occasioni, era frutto della visione di Herbert dell’umanità futura e del suo rapporto con l’elemento religioso, unito al fatto che, nel creare i Fremen, aveva già introdotto termini mutuati da radici islamiche, come Muad’Dib o Shai-Hulud. Scopo di questa scelta era il voler trasmettere un senso di familiarità a quelle che erano viste, dai lettori dell’epoca, come le popolazioni del deserto per eccellenza, in modo da definire al meglio la figura dei Fremen, come svelò in un’intervista nel 1976:
“Se si vuole dare al lettore un sensazione credibile che non si trovi qui e ora, ma che qualcosa del presente sia stato portato lontano nel tempo e nello spazio, quale modo migliore del dare a questa realtà la lingua di un posto preciso…questo strumento orale, ha la sua forza inerziale, aiuta a formare la mente mentre la stessa mente lo usa”
Soprattutto, Herbert non voleva creare un futuro che vedesse la cristianità come unica religione sopravvissuta, ma che fosse rispettoso delle diverse fedi. Nelle sue ricerche per dare vita a Dune, Herbert aveva svolto studi sulle religioni caratterizzate da aspetti messianici, e aveva identificato nell’Islam una leva narrativa interessante, senza affidarsi a una visione monolitica, ma sondandone pregi e difetti. Per Dune, questa fede era importante per quello che lui definiva il ‘concetto di controllo assoluto’, un complesso, per Herbert, che conduceva alla definizione di una mentalità che era fertile per l’apparizione di figure messianiche, mostrandone anche i pericoli insiti nel ruolo. Come accade in Dune, prima con Paul e infine con Leto II, o con la Jihad Butleriana in Legends of Dune, quando Manford Torondo, leader di quella che diviene una setta alla fine delle ostilità con le macchine pensanti, trascende i dettami che hanno guidato Serena Butler, trasformandola in una martire e dando vita a un culto della persona che esula aspetti religiosi, diventando una manifestazione di potere temporale.
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heresiae · 7 years ago
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Sci-fi, questo sconosciuto
Va bene, spieghiamo un attimo cos’è la fantascienza, perché qui mi sa che c’è un po’ di confusione.
Se pensate che sia questa:
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ci siete lontani anni luce.
Star Wars non è sci-fi, Star Wars è un fantasy. Se non ci credete potete andarlo a chiedere a Lucas e vederlo sospirare frustrato mentre gli spiegate che per voi navi spaziali = fantascienza. NO.
(ocio che da qui in poi è lunga)
Non sono le ambientazioni a fare il genere, ma gli argomenti (e la struttura della storia. Quale racconto di fantascienza inizia con “C’era una volta in una galassia molto lontana…” che è praticamente la versione di Lucas per “C’era una volta in una terra molto lontana…”?).
La fantascienza può contenere, come che no, azione. Può essere ambientata nello spazio o su altri pianeti, ma anche no. Può contenere tecnologia superbolica, come gente che combatte ad arco e frecce. Può essere ambientata nel futuro, in un universo alternativo (lo steampunk è un ramo della fantascienza) o nel passato (Terminator anyone?).
Esempio: Un secchio di aria [edit: corretto, grazie Kon ^^’]. Un secchio di aria è un racconto di fantascienza di Fritz Leiber. È ambientato nel futuro sulla terra e non c’è uno straccio di tecnologia. Questo perché è un futuro post apocalittico dove la Terra non ruota più intorno al sole ma se ne naviga allegra per lo spazio e tutto è ghiacciato e gelato, inclusa l’aria. La famiglia protagonista vive in un rifugio tenuto più o meno stagno da strati e strati di tappeti, teli di plastica e coperte. Il ragazzino che se ne va a raccogliere il secchio di ossigeno per la serata, indossa una tuta stagna costruita alla buona dal padre, senza bombole né niente e quindi ha un’autonomia limitata. Certo, altre persone verso la fine saltano fuori, ma non vedremo mai la tecnologia di cui parlano.
Questa è fantascienza. Pressoché nessuna azione, esplorazione dei rapporti umani, spiegazioni sul passato e l’evoluzione nel presente, introspezione dei personaggi. Un altra cosa della fantascienza, è che a differenza del fantasy i ruoli buono/cattivo sono nebulosi e interscambiabili. In un fantasy (e nelle favole), il cattivo è il cattivo fin dall’inizio e il buono rimarrà sempre il buono (quindi pochi cazzi, Luke Skywalker non sarebbe mai passato al lato oscuro, ma Kahn Noonien Singh viaggia su entrambi i binari - io ho letto il sequel in fumetto e voi no e so le trame dei film della serie originale, quindi buoni). Nella fantascienza insomma, le persone finiscono per fare le cose più orribili per le migliori ragioni o le cose migliori per le più pessime ragioni. Pessimi personaggi salveranno la giornata e persone meravigliose la condanneranno. La fantascienza è grigia, colorata, rimescolata. Il fantasy è bianco e nero, netto, non confondibile (no, non potete portarmi Darth Vader come esempio, che il poveraccio è più che altro sempre stato una pedina. A malapena aveva un carattere di suo. Che poi mi viene voglia di ribattere con Gollum, dai). Quindi, quando leggo le brutte recensioni su Blade Runner 2049, da un lato so che ci sono nostalgici dei film anni ‘80 (ma veramente vi aspettavate la buzzurraggine della CGI dell’epoca e la trama a buchi e saltoni? Vabeh ok, ci sta se siete quelli che su questo film ci hanno fondato la loro religione cinematografica, quindi non vi voglio male), dall’altro so che c’è gente che si aspettava questo:
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E invece si sono beccati i pipponi sugli androidi, i rapporti sociali, l’evoluzione delle AI, i lunghi panorami e le idelogie, Jared Leto, etc… (Nemmeno io ero contenta di JL, eh) È ovvio che per portare la fantascienza al cinema e sperare di avere un ritorno economico, quando gli sceneggiatori devono prendere i libri da cui trarre il film tagliano le parti troppo spiegate, tengono solo l’azione, la enfatizzano e già che ci sono aggiungono un po’ di erotismo spinto, che i fan service sono ancora purtroppo apprezzati. Ma la fantascienza si compone di lunghe spiegazioni sul come/quando/perché si è lì a quel punto e sta succedendo quello e Tizio/Caio/Sempronio hanno fatto così e quindi Grazia/Graziella/Graziealcazzo dovranno fare cosà. Ai fan della fantascienza, quelli veri, tutte queste pippe piacciono (e Blade Runner 2049 è  praticamente solo fantascienza. Perché con Blade Runner hanno rischiato? Perché è bastato il nome a portarvi al cinema, ecco perché).
Nella fantascienza poi c’è sempre qualche mistero da dipanare, mentre nel fantasy ti danno una missione, la devi svolgere e fine. Certo ci sono sassi in mezzo alla strada e ops! questo era un traditore, quest’altro è stato posseduto, etc… ma la fantascienza è esplorazione. Se non c’è niente da dipanare allora probabilmente è altro.
Se proprio vogliamo dirla per bene, tutti i film Marvel viaggiano sul fantascientifico andante. Fantascienza comica ovviamente. Naturalmente voi non avete mai aperto i fumetti e non vi siete beccati le pippe mentali che si fanno i personaggi. Sapeste quanto sono scritti… Certo ogni tanto ci sono botte da orbi, qualcuno muore, resuscita, combattono ancora e qualcun altro muore, resuscita, etc… Pensate che la DC di pippe se ne fa anche di più (salvo essere arrivata con quasi 15 anni di ritardo sull’idea del franchising cinematografico. Good Job!).
Naturalmente nella fantascienza c’è anche una certa attitudine a cercare di mettere della scienza corretta. Che poi ormai sia sorpassata o magari cerchino di modificare le leggi della fisica aggiungendo nuove teorie/scoperte, è un altro discorso (uno dei motivi per cui volevamo tutti per un po’ decapitare Abrams e abbiamo baciato la terra su cui camminava Simon Pegg quando ha preso finalmente il testimone).
Il che mi porta a parlare del “realismo”. Quel che si vede in un racconto/film di fantascienza è qualcosa che in una certa misura potrebbe/avrebbe potuto accadere. Gli scrittori di fantascienza prendono le loro idee dalla realtà, le metabolizzano e ipotizzano un futuro/realtà parallela. Sono cose che se a un turning point avessimo preso altre decisioni o fossero saltati fuori diversi eventi, avrebbero anche potuto succedere. Quante volte avete sentito nominare 1984 negli ultimi anni? Ecco. Il fantasy è tutt’altro. Il fantasy non potrebbe mai accadere. È un altro universo, una fantasia. Il ché da agli scrittori di fantasy la libertà di esprimere le proprie idee sulla società con una certa libertà. Tanto è una favola, nessuno si preoccupa. Quando lo fa la fantascienza è un po’ un altro discorso. 
Come potete capire da questo pippone, la fantascienza o la si ama o la si odia. Il fantasy è più approcciabile da tutti, perché a tutti sono state raccontate le fiabe da bambini. Per questo le recensioni sui film de Il signore degli anelli e Lo hobbit sono state sempre abbastanza in accordo, mentre Blade Runner sta dividendo le genti. La fantascienza è di nicchia, altro motivo per cui in libreria la sezione fantasy batte in quantità quella sci-fi 10 a 1. Una cosa però ha la fantascienza di buono: se la ami, la amerai per tutta la vita. Il fantasy può andare e venire, può anche scocciarti dopo un po’ e certamente avrai sempre un po’ di affetto per quei vecchi compagni di avventure, ma la fantascienza ti entrerà nella testa e ci rimarrà. Tutta la roba figa che avete ora, gli smartphone, i computer, gli elettrodomestici intelligenti, le foto di una cometa, li avete per merito di gente infognata così tanto di fantascienza che ha deciso di renderla realtà. Quindi, se non vi è piaciuto il nuovo Blade Runner e non siete quelli che ci hanno fondato la propria religione cinematografica, forse non è il caso che andate a vedere altri film di fantascienza, perché non è il vostro genere (e prima o poi la gomitata vi arriva se continuate a parlare nei momenti di silenzio, siete avvisati). Sì, certo che i Marvel potete continuare ad andarli a vedere, ma badate che ormai sono sul seriale andante e se non li avete visti tutti nei prossimi vi sentirete un po’ confusi.
A tutti gli altri: stanno per fare un remake di Jumanji senza Jumanji. C’è di peggio nella vita.
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infoalien · 6 years ago
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EMMA el primer cuento de Neobarna
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neovallense · 4 years ago
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