#una visita al museo del treno
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Regali
Vi ricordate il disegno che Tigrotto fece con gli acquerelli? Quella locomotiva a vapore con tanto di fumo e tender al seguito?
Oggi ha voluto portarla al Museo del Treno.
Eccolo tutto contento che la mostra al personale del museo. Lo metteranno in esposizione in uno dei vagoni adibiti alo ali museali.
Lo metteranno in una cornicetta a giorno.
Successivamente ha fatto un giro nel museo e lo hanno portato in un altro locale dove ha potuto vedere un altro plastico.
Come si vede dalla prima foto ha avuto l'onore di far partire il trenino.
Naturalmente non poteva mancare il giro in locomotiva a vapore
Insomma una mattinata interessante.
#vita con tigrotto#la mia vita con tigrotto#treni#trenino#una visita al museo del treno#il demone del treno#tigrotto disegna
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Napoli: bilancio di fine anno della Polizia ferroviaria oltre 55o mila controlli, 83 arrestati e 490 indagati
Napoli: bilancio di fine anno della Polizia ferroviaria oltre 55o mila controlli, 83 arrestati e 490 indagati. Durante l'anno sono state 12.871 le pattuglie impegnate in stazione e 2.207 quelle a bordo treno. I convogli ferroviari presenziati sono stati complessivamente 3.973. Sono stati inoltre predisposti 1.200 servizi antiborseggio in abiti civili, sia negli scali che sui treni, allo scopo di contrastare in modo specifico furti e truffe ai danni dei viaggiatori. Le attività di prevenzione sono state incentivate anche grazie all'impiego di personale dell'Esercito nell'ambito dell'operazione "Stazioni Sicure" – disposta dal Ministro dell'Interno d'intesa con il Ministro della Difesa. Numerose le giornate straordinarie di controllo del territorio per un totale di 42 operazioni: 15 "Stazioni Sicure", finalizzate al potenziamento di controlli a persone e bagagli; 13 "Rail Safe Day", finalizzate a prevenire comportamenti impropri o anomali, spesso causa di investimenti; 12 "Oro Rosso, finalizzate al contrasto dei furti di rame e 2 "Action Week", finalizzate al potenziamento dei controlli ai treni trasportanti merci pericolose. L'attività di contrasto ai furti di rame, che in ambito ferroviario spesso causano ritardi alla circolazione dei treni e consistenti disagi per i viaggiatori, si è tradotta in circa 500 controlli ai centri di raccolta e recupero metalli, in circa 10.000 servizi di pattugliamento delle linee ferroviarie e circa 200 servizi di controllo su strada a veicoli sospetti. Tale articolato dispositivo ha consentito il recupero di circa 40.000 kg del cosiddetto "oro rosso" di provenienza illecita, il sequestro di 10 locali abusivi adibiti allo stoccaggio di rottami, il sequestro di 30.000 Kg di altro metallo, l'arresto di 2 persone e la denuncia di 33 soggetti. Sono proseguite, inoltre, le attività di educazione alla sicurezza ferroviaria nell'ambito della campagna "Train... to be cool", realizzata in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione e del Merito e con il supporto scientifico della Facoltà di Medicina e Psicologia dell'Università di Roma Sapienza. Nel corso dell'anno 2023 sono stati 6.482 gli studenti raggiunti e 83 gli incontri tenuti. Inoltre il personale formato ha partecipato a diversi Grandi Eventi( Comicon, Giochi senza barriere, Giffoni Film Festival) raggiungendo circa 14.000 giovani. Da ultimo l'evento al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa dove 250 studenti delle scuole medie dei quartieri napoletani di Forcella, Fuorigrotta e del comune di Caivano (NA) a bordo dei pullman della Polizia di Stato si sono recati alla stazione di Napoli Centrale. Da qui, con gli Agenti della Polizia Ferroviaria, hanno proseguito il viaggio sul treno storico delle Ferrovie dello Stato Italiane diretto al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa dove hanno effettuato la visita guidata al museo accompagnati dal personale della Fondazione FS. Il tutto sapientemente diretto dal tutor Commissario Capo Mariapia Tranchino, la cui professionalità e umanità è riconosciuta ovunque e che purtroppo il Compartimento Polfer perderà quest'anno per il raggiungimento della meritata pensione. Tante le storie a lieto fine: a Napoli Centrale, nel mese di maggio gli operatori Polfer, impegnati negli ordinari controlli in stazione, sono stati avvicinati da una ragazza che scoppiando in lacrime chiedeva loro aiuto: era giunta in stazione con l'intento di suicidarsi. La stessa, rassicurata dagli operatori, ha deciso di raccontare la sua storia: studentessa fuorisede presso la facoltà di giurisprudenza di Napoli, 30 anni, durante il lockdown aveva iniziato a soffrire di un disagio psicologico che l'aveva portata gradualmente ad abbandonare gli studi . Per paura di deludere i genitori aveva mentito sul suo percorso di studi e sul superamento degli esami arrivando a dire che avrebbe dovuto sostenere la tesi di laurea quel giorno. Presa dal senso di colpa, per non aver avuto il coraggio di dire la verità ai genitori , aveva spento il telefono rendendosi irreperibile e si era diretta in stato confusionale alla Stazione di Napoli Centrale con brutte intenzioni. Per fortuna alla vista dei Poliziotti la ragazza ha trovato il coraggio di chiedere aiuto. I genitori sono stati contattati e si sono precipitati subito presso gli uffici Polfer per riabbracciare la figlia. Tanti i salvataggi effettuati, come quello avvenuto a maggio, alla stazione di Cancello (CE) quando nel locale Posto Polfer si è presentata una donna, in forte stato di agitazione, dichiarando che il fratello aveva comunicato l'intenzione di suicidarsi in quello scalo ferroviario buttandosi sotto un treno. Gli agenti si sono precipitati in stazione e lo hanno individuano subito sui binari dove nel frattempo era in arrivo un treno merci che, alla vista dei poliziotti e dell'uomo, è riuscito a frenare in tempo. Bloccata successivamente la circolazione per operare in sicurezza i poliziotti scesi sui binari hanno scoperto che l'uomo, 46 anni, originario della provincia di Caserta , si era incatenato ai binari con tanto di lucchetto ed aveva lanciatola chiave a circa 3 metri di distanza fortunatamente finita su un marciapiede. Recuperata la chiave e tolte le catene il 46enne è stato visitato dagli operatori del 118 ed affidato ai familiari. Nel mese di giugno, a Napoli Centrale, nel piazzale interno della stazione, un uomo di 44 anni si è improvvisamente accasciato al suolo manifestando difficoltà respiratorie. Gli operatori Polfer, compresa la gravità della situazione, hanno immediatamente prestato i primi soccorsi e, dopo aver posto l'uomo in posizione supina, hanno iniziato le operazioni di rianimazione alternando massaggio cardiaco e ventilazione con uso di mascherina in gomma e boccaglio. Le operazioni di soccorso si sono protratte fino all'arrivo dei sanitari del 118 che hanno continuato nell'attività di rianimazione, anche con l'ausilio del defibrillatore, stabilizzando il paziente e trasportandolo in codice rosso presso il Pronto Soccorso del Policlinico. Da ultimo a dicembre il salvataggio di un bambino di 18 mesi che stava soffocando da parte dei poliziotti del Posto Polfer di Campi Flegrei: il bambino, insieme alla nonna, nel passeggino, stava soffocando, e quando sono arrivati i poliziotti, attirati dalle urla della donna, era già cianotico e con gli occhi riversi verso l'alto. I poliziotti non si sono persi d'animo, hanno immediatamente estratto il bimbo dal passeggino e gli hanno praticato le manovre di disostruzione pediatrica. Dopo diversi tentativi, davanti alla folla incredula di persone che si era nel frattempo creata, il neonato ha finalmente ripreso a respirare! Sul posto sono poi arrivati i sanitari del 118 che, dopo un'accurata visita, hanno constatato le buone condizioni di salute del bimbo e i genitori del bambino che sono corsi ad abbracciarlo. I genitori spaventatissimi dal trovare il loro bambino in ambulanza, hanno ringraziato commossi i due poliziotti. Tutti i dispositivi di sicurezza messi in campo hanno contribuito a far si che quest'anno la Stazione di Napoli Centrale sia entrata nella top ten delle migliori stazioni europee. Una classifica del Consumer Choice Center (Ccc), un'associazione indipendente per la difesa dei consumatori, che ha selezionato le 50 migliori stazioni ferroviarie tra le più grandi d' Europa nella nuova edizione dell'European Railway Station Index, classifica all'interno della quale la stazione campana si è posizionata al 7^ posto.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Terzo giorno: castello di Sintra. Treno e dopo mezz’ora siamo già a sfondarci di pasteis. Poi decidiamo di andare a piedi fino al castello “tanto ci vogliono solo 24 minuti”, peccato che Filippo ci nasconda la percentuale di pendenza😅! Arrivati alla biglietteria non c’è nessuno, gridiamo al miracolo, paghiamo, continuiamo imperterriti a salire fino al castello nonostante tutti gli altri 10000 che salgono su con i mezzi e naturalmente noi li battezziamo dei “pappamolle”! Arrivati in cima al castello senza più energie ci mettiamo in coda, e che coda! Pioggia e coda e dopo 1 ora finalmente siamo dentro il castello e…? Indovinate? Coda! Visitiamo le stanze del castello tutti in coda…dopo 2 ore di visita, noi siamo furbi, ci rifiutiamo di fare la fila per prendere i mezzi e torniamo a piedi, tanto è in discesa! E siccome siamo anche intelligenti, non ci fermiamo nel centro di Sintra dove ci sono solo posti turistici, ma arriviamo fino alla stazione del treno nei pressi della quale troviamo alle 3 del pomeriggio una trattoria dove finalmente mangiamo tutto quello che il menù detta, escluso il baccalà perché occorre fare una pausa! Tornati con il treno a Lisbona, pioggia e allora museo, perché tanto abbiamo camminato poco, ma ricordatevi che a Lisbona anche i musei hanno le scale ripide! Finalmente ci dirigiamo al mercato per mangiare di nuovo qualcosa di super meritato, ma naturalmente avendo smesso di piovere ci andiamo a piedi “tanto ci vuole solo un’ora!”🤣 E dalle vesciche di tutti quanti è tutto…ci sentiamo domani per nuovi racconti! Nonostante tutto è stata un’altra super figata di giornata!❤️
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P.S. la gara di vesciche l’ho vinta io!🤪
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#elisaccc #lisbona #sintra #castello #vacanza #family #risate #felicità
#elisacuorecucinaechiacchiere#popolofelice#passione#cucina#risate#felicità#mudita#ricetta#buonumore#elisaccc#lisbona#lisboa#sintra#castello di sintra#castello#vacancy#vacanze#holydays
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"I treni storici di Porrettana Express"
Transappenninica, con i treni storici di Porrettana Express, un affascinante viaggio nel tempo e nella natura.
Da luglio a settembre cinque viaggi tematici lungo la linea ferroviaria che ha fatto la storia d’Italia
A bordo di vetture d’epoca, si parte da Pistoia, capitale del treno, per andare alla scoperta del territorio dell’Appennino Tosco-Emiliano, con i suoi piccoli borghi, i sentieri, le antiche tradizioni,
l’Ecomuseo della Montagna Pistoiese e i luoghi della Seconda Guerra Mondiale.
I cinque appuntamenti, in programma il 9, 16 e 22 luglio, 6 agosto e 10 settembre, 2023 saranno preceduti da una visita guidata al Deposito Officina Rotabili Storici di Pistoia, importante hub strategico recentemente restaurato, dove Fondazione FS esegue la manutenzione di vetture e locomotive di epoche diverse ancora perfettamente funzionanti.
Saranno due i viaggi dedicati ai bambini, il primo e l’ultimo il 9 luglio e il 10 settembre 2023, con sosta a Castagno per laboratori ludico-espressivi sul tema della ferrovia, a cura della cooperativa Intrecci.
Nel mentre gli adulti potranno vistare il caratteristico borgo-museo.
Da Pracchia si prosegue in pullman alla scoperta di alcuni poli dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese.
Riservato agli amanti del trekking e della mountain bike il viaggio del 16 luglio 2023, con sosta a Piteccio e visita al museo fermodellistico presso la stazione locale e arrivo a Castagno dove è prevista la discesa dei trekkers per il rientro a Piteccio a piedi, lungo un suggestivo itinerario nel bosco alla scoperta di alcuni manufatti della ferrovia. I bikers, invece, proseguiranno per Pracchia per una sosta gourmet e un giro sulle due ruote nel bosco. Ad accompagnare i viaggiatori GAE - Guide Ambientali Escursionistiche. Il treno storico ripartirà da Pracchia fermandosi a Piteccio per far salire i trekkers.
Sabato 22 luglio il tema è quello della musica: si parte da Pistoia in direzione “Porretta Soul festival”. Prevista una sosta alla rampa di salvamento di Valdibrana, costruita all’epoca dei treni a vapore per permettere alle vetture di prendere velocità e superare la salita.
All’arrivo nella cittadina termale emiliana i viaggiatori potranno visitare il caratteristico mercatino del festival, conoscere i murales del soul e passeggiare per il centro, godendosi i concerti lungo le vie del paese. Il ritorno a Pistoia è previsto per il tardo pomeriggio.
Il 6 agosto si va alla scoperta del Museo SMI e della Linea Gotica : non tutti sanno, infatti, che sull’Appennino pistoiese si trovava un’importante fabbrica di munizioni e proprio da qui passava la Linea Gotica.
Dopo la sosta a Piteccio, per la visita al museo fermodellistico, si prosegue a Pracchia e da qui in navetta verso il Museo SMI di Campo Tizzoro per una visita guidata e a una rievocazione storica. Anche in questo caso il ritorno a Pistoia è previsto per il tardo pomeriggio.
Il ciclo estivo 2023 si concluderà il 10 settembre con un nuovo treno Kids.
Attraverso l’esperienza del viaggio su treni storici, Porrettana Express si propone di raccontare e promuovere il territorio, esaltandone le eccellenze e permettendo ai viaggiatori di immergersi nella storia delle comunità, nel patrimonio naturalistico, artistico, culturale e museale che arricchisce di qualità e contenuti un’offerta turistica sostenibile.
Cinque affascinanti viaggi nel tempo e nella natura.
Ufficio Stampa
Chiarello Puliti & Partners
Francesca Puliti / Jacopo Carlesi
I Treni storici di Porrettana Express
https://www.porrettanaexpress.it/
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[✎ ITA] Intervista⠸ RM, da Superstar e Membro di Una Boy Band, al Suo Nuovo Ruolo : Mecenate⠸ New York Times 24.08.22
RM, da Superstar e Membro di Una Boy Band al Suo Nuovo Ruolo: Mecenate
Il leader dei BTS si è fatto, da tempo, portavoce deə principali artistə della sua natia Corea del Sud – ne studia le opere, le acquista e, talvolta, ci parla pure insieme. "Ho come l'impressione mi osservino", ha rivelato
Andrew Russeth @ The New York Times - 24. 08. 2022
SEOUL – RM, leader del gruppo sud-coreano dei BTS, ha visto la stazione Grand Central Terminal di Manhattan per la prima volta quando si è esibito per il "Tonight Show" di Jimmy Fallon. Era inizio 2020, prima della pandemia e del lock-down e, in piena notte, accompagnati da un corpo di ballo piuttosto numeroso, i sette membri dei BTS hanno animato la stazione – altrimenti deserta – con una chiassosa performance del loro singolo "ON".
A fine dello scorso anno, RM vi è tornato in vesti civili. "È stato stranissimo tornare una seconda volta a Grand Central, con tutta quella gente intorno", mi ha confidato un pomeriggio, poco tempo fa, seduto presso la sede principale della HYBE, l'agenzia di intrattenimento che ha dato origine alla boy band. Questa volta, ha spiegato, "Ero con degli amici e non ero che un turista impegnato a comprare dei biglietti". Sono dunque saliti su un treno della linea Metro-North, diretti al Dia Beacon, il tempio dell'arte minimalista – situato nella valle dell'Hudson. "È come un mondo utopico", ha commentato. Una delle stanze del museo ospita le opere del suo artista preferito, On Kawara, che ha dedicato tutta la sua vita a creare opere austere e dalle tinte scure su cui spicca la data di creazione, segnata in bianco.
Ma il Dia è stata solo l'ultima tappa di un viaggio artistico molto più ampio, portato avanti dal 27enne RM nel corso degli ultimi anni con il fine di costruirsi una propria collezione e, magari, di poter aprire una galleria d'arte personale.
Ə ferventi fan dei BTS (che si fanno chiamare ARMY) hanno fatto tesoro dei suoi post sui social media e degli aggiornamenti stampa dedicati per seguire le sue orme, facendo incrementare considerevolmente le visite presso i luoghi ove si è recato l'artista. Park Kyung-mee, antiquaire veterana, riconosce al cantante e rapper il merito di aver reso l'arte più accessibile al vasto pubblico: “Sta distruggendo le barriere esistenti tra le istituzioni artistiche – gallerie e musei – e le generazioni più giovani”, ha commentato in un'intervista tenutasi presso la sua galleria d'arte, la PKM di Seoul.
RM si è anche calato nel ruolo di sostenitore delle arti, prestando la scultura in terra cotta di un cavallo – opera dell'artista coreano Kwon Jin-kyu, per una retrospettiva lui dedicata presso il Seoul Museum of Art, conclusasi a maggio, oltre ad aver donato, nel 2020, 100 milioni di won (cca. €76000) al National Museum of Modern and Contemporary Art (MMCA) così che l'istituzione potesse ri-stampare edizioni ormai fuori commercio di vari libri d'arte, per poi distribuirli nelle biblioteche dedicate. In seguito, il Concilio Coreano delle Arti, un organo governativo sussidiario, lo ha nominato Sponsor Artistico dell'Anno. “Siamo molto felici che RM, il quale ha un'enorme influenza a livello globale, sia un amante dell'arte”, ha commentato via e-mail Youn BumMo, direttore del MMCA.
E quell'influenza globale di cui si parla ha un impatto inimmaginabile. Il canale YouTube dei BTS conta oltre 70 milioni di iscrizioni (l'unico altro gruppo K-pop ad averne di più sono le BP) ed il solo profilo Instagram di RM ha 37 milioni di follower (quello del MMCA ne ha 200.000). Un vlog da 35 minuti, racconto della sua visita estiva alla fiera Art Basel in Svizzera, ha raccolto circa 6 milioni di visualizzazioni. Per quel mondo, isolato ed impenetrabile, RM potrebbe decisamente essere l'ambasciatore dei sogni.
E si noti che la sua passione per le arti figurative è nata più per “epifania che come frutto di una casualità”, ha detto RM – il cui nome di nascita è Kim Namjun (ha adottato questo nuovo nome d'arte nel 2017, al posto del precedente soprannome 'Rap Monster'). Il giovane è cresciuto nei pressi di Seoul ed i suoi genitori “mi portavano a visitare musei, ma non credo mmi piacesse poi molto”, ha raccontato. Poi, durante il tour del 2018, mentre se ne stava seduto nella sua stanza d'hotel cercando di decidere come impiegare il tempo libero, RM ha optato per andare a visitare l'Art Institute di Chicago. Le opere di Seurat e Monet lo hanno stregato. “È stato come cadere sotto l'effetto della sindrome di Stendhal” ha svelato, facendo riferimento a quello stato per cui, postə di fronte all'arte, si sperimentano sintomi fisici come il capogiro o il batticuore. Vedere dal vivo opere che aveva solo sempre ammirato attraverso riproduzioni è stato uno shock: “Il mio pensiero è stato: wow. Guardavo quelle opere d'arte, le avevo proprio lì davanti a me, ed è stata un'esperienza straordinaria”.
Ogni volta che la nostra conversazione finiva in argomento 'arte', il musicista, di natura già piuttosto energica, si animava ancor più; era in compagnia di un interprete, ma continuava a passare dal coreano all'inglese (è piuttosto fluente con l'inglese e ha raccontato di averlo imparato guardando “Friends”).
“Ho interrotto gli studi quando avevo 17 anni, per i BTS, per diventare un trainee”, mi ha raccontato, elencando poi quanta pratica ha dovuto fare. “Ma ora che sono passati 10 anni, ho conosciuto il mondo dell'arte e ho ripreso in mano i libri – seriamente”. È carismatico ed impara in fretta, e non mi riesce difficile immaginarlo nei panni di un politico esemplare o di un professore amabile e, forse, solo un pizzico eccentrico.
Fin da quando era piccolo, RM ha sempre collezionato francobolli, monete, carte dei Pokemon, pietre rare (“ma non quelle preziose o costose”) e poi statuette giocattolo da collezione. Alla HYBE, nel suo studio – ricco di opere d'arte, possiamo vedere anche una grossa scultura intitolata “Companion”, opera di KAWS, ma la maggior parte dei pezzi di sua proprietà sono ben più datati. La sua postazione computer è allestita su un tavolo di George Nakashima ed un dipinto astratto di Yun Hyong-keun – tre semplici ammassi luminosi di tintura – lo sovrasta, appeso alle sue spalle. Una parete è ricoperta con più di 20 opere, molte delle quali riconducibili ad alcuni deə principali artistə coreanə del XX Secolo, come Park Soo Keun, Chang Ucchin e Nam June Paik.
I tour all'estero sono stati, per RM, la riconferma che “le mie radici sono in Corea”, perciò, nel creare la sua collezione personale, si è concentrato principalmente su artistə nostranə, specialmente su quellə appartenenti alla generazione che ha vissuto la Guerra di Corea, la dittatura militare e la conseguente enorme precarietà economica. Questə artistə sono, tuttora, troppo poco conosciutə, al di fuori dei loro confini d'origine. (Altrə idol hanno preferito artistə più notə e di chiara fama, mi hanno confidato alcuni conoscitori d'arte.) “Riesco a percepirne tutti gli sforzi ed il duro lavoro”, ha spiegato RM, il quale vi si riconosce in quanto “esseri umani che cercavano di presentare le proprie opere d'arte al mondo.”
L'impressione è che il leader dei BTS sia un tipo un po' all'antica. Quando gli ho chiesto di spiegarmi quali fossero i suoi gusti, mi ha confidato di essere maggiormente attirato dalle opere d'arte a tema “eternità, e credo sia per via dell'industria K-pop, che è sempre frenetica ed in continuo movimento.” È attratto dal passato, ma sta cercando di imparare di più anche riguardo all'arte più recente; (i suoi progetti musicali solisti, per contro, hanno un sapore estremamente attuale, quasi sperimentale.)
In un'occasione, RM ha postato da una mostra estiva, organizzata presso lo spazio espositivo N/A dal gallerista emergente DooYoung Ro, che mi ha spiegato che molti credevano la star avesse acquistato l'opera d'arte apparsa nel suo post. Non è così. E, tuttavia, l'aggiornamento di RM ha attirato moltə nuovə visitatori/trici pur non avendo fatto menzione diretta della location. Ə instancabili ARMY hanno comunque trovato il profilo Instagram dello spazio espositivo di Ro, il Cylinder. “Come hanno fatto a scoprirlo?”.
Circondato dalle opere di tantə grandi dell'arte, ormai defuntə, “ho come l'impressione mi osservino”, mi ha confidato RM. “Mi sento motivato. Voglio essere una persona migliore, un adulto migliore, proprio perché avverto quest'aura provenire dalle opere d'arte che ho qui esposte.” Quando si sente “stanco o abbattuto, a volte me ne sto lì davanti e avvio conversazioni” con le opere d'arte ed ə loro autori/trici, ha detto. Ad esempio, in piedi di fronte ad un semplice dipinto di Yun, magari chiede “Maestro Yun, andrà tutto bene, vero?”.
RM sta riflettendo sul suo futuro. Il servizio militare obbligatorio incombe all'orizzonte; (i membri dei BTS si stanno ancora concentrando su progetti solisti e la loro etichetta insiste profusamente nel dire che non si tratta di uno hiatus).
Un paio di mesi fa, via podcast, RM ha detto a Marc Spiegler, direttore globale dell'Art Basel, che sta pensando di aprire uno spazio espositivo di qualche tipo. “Vorrei fosse un luogo molto tranquillo e silenzioso, ma deve comunque essere figo, come quello di Axel”, mi ha rivelato, nominando il designer, antiquario nonché gallerista belga Axel Vervoordt (già il beniamino di una delle principali ispirazioni musicali di RM: Kanye West). Il progetto è ancora per lo più da definirsi, ma RM ha in mente una caffetteria al piano terra e spazi espositivi a quello superiore, con mostre dedicate ad artistə coreanə ed internazionali, allestite di moda da poter attirare e piacere aə giovani. “Credo ci sia pur qualcosa che io possa fare, seppure io sia un outsider rispetto all'industria dell'arte”, ha detto.
Ma credo possa considerarsi un outsider solo fino ad un certo punto. Recentemente, ha aggiunto alla sua collezione personale uno dei cilindri in vetro colato di Roni Horn – di un bianco semi-trasparente, quasi spettrale – ed è sempre più noto come esperto d'arte. Miss Park, nota conoscitrice d'arte di Seoul, riporta che RM ha addirittura trovato dei testi riguardanti Yun che neppure lei aveva negli archivi della sua galleria (è curatrice del patrimonio artistico di Yun ed è diventata ARMY qualche anno fa, prima di incontrare RM. “Ho iniziato a studiare e a conoscere i BTS attraverso YouTube”, ha confidato. “Ci sono davvero un sacco di contenuti. Ci vuole molto, moltissimo tempo per recuperare tutto.”)
Yun ha avuto una vita straziante, come mi ha spiegato RM. Incarcerato 4 volte per motivi politici, in una di queste occasioni è scampato all'esecuzione per un soffio. All'età di 40 anni ha iniziato a creare dipinti meditativi, stendendo ampie strisce di terra d'ombra, diluita fino a sembrare inchiostro, e tintura blu su tele o lenzuoli. “È un mix completo tra stile occidentale ed orientale, e anche stile asiatico o, più precisamente, coreano”, ha detto RM.
Gli ho chiesto se ha una qualche era preferita per quanto riguarda i lavori di questo artista.
“Mi piacciono particolarmente le sue opere degli anni '70, i suoi dipinti, ma ormai sono talmente appassionato di Yun, del suo mondo, dei suoi lavori, che adoro tutto quanto. Non credo di poter essere più oggettivo”, ha risposto RM. “Sono diventato ciò che chiamiamo un 'fan'”.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS⠸ Twitter
#Seoul_ItalyBTS#ITA#TradITA#Traduzione#Intervista#BTS#방탄소년단#RM#KimNamjoon#김남준#NewYorkTimes#Arte#Mecenate#Articolo#240822
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Gran Ballo dell'Unità d'Italia 2023
Sabato 27 maggio a Bologna è il momento del Gran Ballo dell'Unità d'Italia 2023, con il corteo storico che partirà dal Voltone del Baraccano e il gran finale in Piazza Carducci. Il Gran Ballo dell’Unità d’Itali, giunto alla sua 27^ edizione, unisce quest’anno rievocazione e restituzione cittadina del progetto Ballo anch’io, con cui 8cento APS cerca di fa conoscere la storia di Bologna, dei suoi portici e delle sue comunità attraverso la Danza Storica. La manifestazione, in collaborazione con il Museo civico del Risorgimento – Certosa di Bologna, vedrà cento danzatori di 8cento APS in costumi storici che rievocano l’atmosfera della Festa da Ballo al Teatro Comunale del 2 maggio 1860 in occasione della visita del Re Vittorio Emanuele II a Bologna. Il Re di Sardegna a Bologna il 1 maggio 1860 fece il suo ingresso in città con il ministro Farini, accolto dal sindaco Pizzardi alla barriera di Santo Stefano. La carrozza reale attraversò il centro cittadino, splendidamente decorato dall'architetto Giuseppe Mengoni tra le bandiere tricolori, mentre dalle finestre cadevano nuvole di fiori. Vittorio Emanuele II sostò nel palazzo municipale e in San Petronio, quindi salì a San Michele in Bosco l'ex convento, in posizione dominante sulla città, che era stato trasformato in Villa Reale. Il 2 maggio al sovrano fu offerta una sella, dono di una pubblica sottoscrizione promossa da Brigida Fava Tanari. Più tardi il re fu raggiunto dal conte di Cavour, con cui ebbe una discussione a proposito della spedizione di Garibaldi, La sera al Teatro Comunale ci fu una grande festa da ballo mentre l'accesso agli altri teatri era libero e gratuito per il popolo. Alla Montagnola il terzo giorno il re assistette, su un cavallo bardato con la sella che gli era stata regalata, a una imponente rivista militare, mentre una grande luminaria decorava piazza Maggiore e il Mercato di Mezzo. La mattina del 4 maggio Vittorio Emanuele passo per l'ultima volta in centro recandosi alla stazione e lasciò in treno la città. Valzer, Polke, Mazurke e Quadriglie saranno parte dell’incantevole spettacolo che toccò l’animo dei Bolognesi, con la regia di Alessia Branchi. Lo spettacolo vede la partecipazione di ragazze e ragazzi seguiti dal SET del Servizio Sociale per la Disabilità del Comune di Bologna, e di alunne e alunni della Scuola Primaria Mazzini IC 14, con cui sono stati svolti i laboratori nell’ambito del progetto. In occasione del Gran Ballo dell’Unità d’Italia, il Museo civico del Risorgimento propone la mostra Arriva Vittorio Emanuele! Dai festeggiamenti del 1860 alle celebrazioni del 1888, aperta fino al 16 luglio. Nella giornata della rievocazione il museo sarà aperto gratuitamente dalle 15 alle 21, ed effettuerà due visite guidate gratuite alle 16 e alle 20. Read the full article
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european holiday
PRAGA (organizzato da dahyun) • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 1 : visiteremo la città vecchia, con la sua famosa piazza medievale in cui si può vedere l'orologio astronomico con le figure lignee che si animano allo scoccare dell'ora. poi passeremo davanti alla chiesa di santa maria di tyn, con le sue guglie gotiche, e alla chiesa bianca di san nicola. passeggeremo per il ponte carlo e la sera la trascorreremo all'hard rock cafè!! • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 2 : visiteremo il borgo del castello di praga!! per arrivarci prenderemo il tram 22 o 23 da malostranské námestí e scenderemo a pohorelec. da lì potremo iniziare la visita dal monastero di strahov e poi seguire il percorso che ci porterà all’ingresso dell'area del castello— potremo anche visitare il palazzo reale in cui il 23 maggio 1618 ci fu la defenestrazione di praga, che diede il via alla guerra dei trent'anni. ci potremo spostare poi sull'isola di kampa, al centro di praga e a lato del ponte carlo, che è come una piccola venezia, e poi stare lì per la sera!! • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 3 : immancabile è la visita a piazza venceslao e poi, con la funicolare, alla collina di petrín. • 𝑎𝑙𝑙𝑜𝑔𝑔𝑖𝑜 : appartamento al royal route residence.
PARIGI (organizzato da dowoon) • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 1 : visita della città passando per la torre eiffel, per gli champs-elyséees e l'arco di trionfo.
* il louvre: il museo richiede più di un giorno per essere visitato per intero, meglio quindi scegliere alcuni punti-chiave e concentrarsi su di essi e le mappe del museo sono disponibili presso l'ingresso o su internet. come arrivarci: la fermata della metropolitana per il louvre si trova sulla linea gialla 1 o linea rosa 7. * gli champs-elysées e l'arco di trionfo: da qui si può avere una veduta spettacolare di parigi, tra cui quella della torre eiffel in lontananza, semplicemente salendo sull'arco di trionfo di napoleone, in place de l'etoile. (è consigliato passeggiare, dopo questa veduta, nei giardini lungo gli champs-elysées, e di dare un'occhiata ai molti negozi lungo la strada). come arrivarci: dopo aver visto il louvre, basta spostarsi di appena tre fermate sulla linea gialla della metropolitana 1. * la torre eiffel: icona della skyline della città; la vista dalla cima è particolarmente bella di notte, quando è facile capire perché parigi ha uno dei suoi soprannomi nella "città delle luci". di giorno le code sono /sempre/ molto lunghe e si perde molto tempo prezioso, cosa che invece non succede la notte ed è per questo che, per concludere in bellezza il primo giorno parigino, andremo qui. • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 2 : palazzo di versailles e pigalle. con un treno regionale il palazzo lo si raggiunge in meno di un'ora. * il palazzo di versailles è meraviglioso, i giardini sono addirittura spettacolari ed è immenso, perciò dedicheremo ad esso buona parte del giorno. i tre itinerari principiali sono: (1) gli appartamenti del re, della regina e il salone degli specchi; (2) grande e piccolo trianon; (3) il parco e i giardini. prima che possa far notte ritorneremo a parigi per passare la serata al centro della città, andremo a mangiare qualcosa di tipico e lo faremo a pigalle. pigalle è il quartiere della vita notturna di parigi, famoso per i suoi club, cabaret e bar. è anche conosciuto come il quartiere a luci rosse di parigi. di fama mondiale è il moulin rouge, che ci offrirà.. --> lo spettacolo «féérie» ed il suo celebre french cancan. il prezzo include: - una serata danzante alle 19:00; - mezza bottiglia di champagne a persona; - spettacolo delle 21:00. • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 3 : giverny e crociera serale sulla senna. dopo le scorse due giornate intense e piene di luoghi meravigliosi e gioiosi, ci prenderemo una mattinata libera per fare colazione con croissant, biscotti francesi e macaroons, proseguendo per l’ora di pranzo verso la casa di un nostro caro amico: claude monet. l'escursione ci porterà via poche ore: il piccolo borgo di giverny si trova sulle sponde della senna, a 80 km a ovest di parigi ed è raggiungibile facilmente e velocemente in autobus. ammireremo aiuole di fiori e piante d'ogni tipo, ninfee e salici piangenti, che ci faranno percepire ancora la presenza dell'artista e della sua ispirazione. torneremo a parigi per le 17:00, così avremo tempo per riposare e per essere, alle 19:00, a bordo di un’imbarcazione panoramica per una crociera con aperitivo sulla senna. vedremo tutti i monumenti principali nel giro di un'ora e lasceremo l'imbarcazione di fronte alla famosa cattedrale di notre dame. • 𝑎𝑙𝑙𝑜𝑔𝑔𝑖𝑜 : hotel flannels paris.
BARCELLONA (organizzato da dahyun) !!mini-tour ispirato a "l'ombra del vento"!! • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 1 : il nostro mini tour inizierà dal monumento di cristoforo colombo, che si trova all’inizio della rambla, perché è dove daniel (il protagonista) incontra per la prima volta l'uomo misterioso che vuole comprare la sua copia de l'ombra del vento. dopo aver attraversato la rambla, ci dirigeremo verso carrer de santa ana, il luogo in cui si trova la libreria della famiglia sempere. poco lontano si tova els cuatre gats, il bar in cui daniel e fermìn si trovano spesso a confabulare e in cui ci fermeremo a bere qualcosa. • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 2 : verso il centro della città c'è plaça reial, la bellissima piazza circondata da palme e portici in cui si trova la casa di clara barcelò, la ragazza di cui daniel si è perdutamente innamorato. poi tramite il T2 TIBIBUS raggiungeremo il famosissimo tibidabo, uno dei parchi divertimento più vecchi d'europa!! qui affronteremo il camí del cel, che è composto da 3 attrazioni principali : il telaia, il girabado (la ruota panoramica) e l’aviò. (ovviamente faremo solo la seconda per non sentirci male e ci fermeremo a mangiare alla xurreria!!) • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 3 : il terzo giorno inizierà con la visita alla strada più famosa di spagna: la rambla. proseguendo in direzione nord arriveremo a plaça de catalunya e da qui al passeig de gràcia per visitare casa battlò, al numero 43; dall'altro lato del passeig de gràcia si trova invece casa milà!! poi subito a nord, prendendo la avinguda diagonal e proseguendo in direzione est raggiungeremo, attraverso un viale laterale, la sagrada familia. per chiudere in bellezza, una passeggiata serale al port vell, in fondo alla rambla, e poi una cenetta in uno dei ristoranti di pesce del quartiere barceloneta : meson barceloneta. • 𝑎𝑙𝑙𝑜𝑔𝑔𝑖𝑜 : appartamento al barceloneta suites.
GRANADA (organizzato da dowoon) • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 1 : quartiere albazyn per il primo giorno a granada, affaticarci troppo sarebbe stato controproducente, quindi ci prenderemo qualche ora di relax per affrontare un’uscita pomeridiana che ci porterà al quartiere albazyn, nonché quartiere arabo dove sarà possibile poter visitare i mercatini tipici e molto.. arabeggianti! per la serata tenteremo la sorte cercando, al centro di granada, locali dove tra un giro di tapas e l’altro, potremo godere di spettacoli di flamenco - il flamenco che qui, in terra andalusa, è di casa. • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 2 : alhambra. per visitare una delle costruzioni più belle al mondo abbiamo già prenotato dei biglietti che ci consentiranno di avere ingresso prioritario e libero accesso ad ogni parte consentita ai turisti! tutto ciò include l'alcazaba, i palazzi nazaries, il palazzo di carlo v e generalife che però verrà visitato nel pomeriggio. la zona si raggiunge con l'autobus c30 o c32 fino a porta de la justicia. ci godremo l'atmosfera rilassante dei giardini, delle fontane, dei fiori e dell’arte araba, e quando saremo pronti ed affamati basterà prendere l'autobus c34 fino alla fermata sacromonte 39: qui, nel quartiere famoso d’origini gitane, la scelta tra i vari locali notturni è davvero ampia, dai pub con musica live alle discoteche per scatenarsi, ma soprattutto locali che propongono esibizioni di flamenco, ballo tipico spagnolo. • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 3 : lezione di flamenco. • 𝑎𝑙𝑙𝑜𝑔𝑔𝑖𝑜 : barcelò carmen granada.
PALERMO (organizzato da dowoon) • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 1 : palazzo dei normanni, cattedrale di palermo, mercato di ballarò e i quattro canti. * palazzo dei normanni: palazzo costruito per ospitare gli emiri arabi e in seguito occupato dai normanni. il gioiello del palazzo è la cappella palatina, un capolavoro in stile arabo normanno-bizantino, con mosaici d'oro sia sulle pareti che sul soffitto. * cattedrale di palermo: ingresso a pagamento per accedere al tetto che mostra un panorama bellissimo sulla città. * mercato di ballarò: uno dei più grandi e tipici della città, colorato e pieno di prodotti da tutta la sicilia; qui ci fermeremo a pranzare in uno dei tanti ristoranti della zona, per poi proseguire con la nostra passeggiata. * i quattro canti: proseguendo in discesa, è facile arrivare all'incrocio dei quattro canti che rappresentano l'intersezione di due strade principali di palermo, ovvero via vittorio emanuele e la via maqueda che conduce al teatro massimo. qui potremo sederci e mangiare, magari, un gelato o un arancino(a?). • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 2 : in giro per i palazzi più belli della città di palermo. * palazzo gangi: questo sontuoso palazzo è ben noto per essere stato il luogo presso il quale è stato girato il film “il gattopardo” di luchino visconti. la famiglia gangi vive qui tutt’ora, quindi il palazzo ha preservato tutto il suo antico splendore. * palazzo mirto: uno splendido palazzo con autentiche decorazioni e mobili originali. rappresenta lo stile di vita di una ricca famiglia palermitana del xviii secolo. • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 3 : mondello. per il nostro ultimo giorno nella città siciliana, abbiamo pensato di andare al mare!! fra le varie spiagge, quella bianca di mondello ci è parsa la più bella ed ideale per noi due; il lungomare di notte si popola di giovani, è ricco di locali dove poter mangiare specialità di mare ma anche cibo meno “impegnativo”, come pizze ed hamburger in uno dei locali più “food porn” nel luogo. mondello è raggiungibile in poco meno di 20 minuti d’autobus da qualsiasi fermata di palermo!! • 𝑎𝑙𝑙𝑜𝑔𝑔𝑖𝑜 : fervore luxury room.
ROMA (organizzato da dahyun) • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 1 : inizieremo la nostra visita alla capitale italiana dalla città del vaticano (fermata metro : ottaviano – san pietro) e andremo subito alla basilica di san pietro (ricordarsi di indossare vestiti consoni altrimenti non ci fanno entrare : no minigonna, pantaloncini o spalle scoperte). poi ci dirigeremo ai musei vaticani di cui visiteremo la pinacoteca, il museo pio clementino, la galleria delle carte geografiche, le stanze di raffaello e naturalmente la cappella sistina di michelangelo. usciti dal museo, percorrendo via della conciliazione, arriveremo a castel sant'angelo, la fortezza papale edificata nel medioevo sui resti del mausoleo dell’imperatore adriano. qui faremo tappa sulla terrazza dell'angelo per poter vedere dall'alto la città. ci fermeremo a mangiare uno dei piatti tipici di roma : la pasta alla carbonara, da roscioli salumeria con cucina. • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 2 : durante il secondo giorno andremo alla scoperta della roma antica e quindi : colosseo, vittoriano e campidoglio. iniziando dal colosseo, poi potremo osservare l'arco di costantino a pochi metri da lì e prendere la via dei fori imperiali per arrivate fino al foro romano alla nostra sinistra. una volta arrivati alla colonna traiana mangeremo lì al sacco per poi raggiungere piazza venezia e il vittoriano. come ultima tappa invece visiteremo il campidoglio, il più famoso colle romano. ci arriveremo percorrendo la cordonata; la scalinata che conduce da piazza d’aracoeli a piazza del campidoglio, progettata da michelangelo. • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 3 : l'ultimo giorno invece parte da piazza di spagna (fermata metro : spagna) con la sua famosa scalinata di trinità dei monti. ovviamente percorreremo via dei condotti per qualche acquisto, fino ad arrivare in via del corso per raggiungere la fontana di trevi. mangeremo da trevi gourmet e poi ci dirigeremo verso il pantheon per visitarlo al suo interno. • 𝑎𝑙𝑙𝑜𝑔𝑔𝑖𝑜 : lifestyle home apartment.
VENEZIA (organizzato da dowoon) • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 1 : il primo giorno a venezia vedrà l’arrivo in città ed un piccolo giro in gondola che ci porterà nei pressi del nostro hotel, quindi.. gondola privata! dedicheremo le prime ore dopo l’arrivo ad un po’ di sano relax, per poi uscire la sera e concederci una cena ricca di buon cibo all’italiana ed una passeggiata per le vie, comprese le più piccole, della città. • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 2 : isole di murano, burano e torcello. la gita partirà in motoscafo da venezia (riva degli schiavoni) e ci porterà a visitare le isole più famose che vi appartengono: esploreremo la laguna di venezia in motoscafo, dopodiché potremo passeggiare per le case colorate di burano e visitare, a scelta, la fabbrica del vetro di murano. * murano: per secoli, la vita di questa piccola isola ruotò intorno ai forni dove viene soffiato il vetro. ha la forma di una piccola venezia ed è composta da 9 piccole isole unite da ponti nel mezzo del canal grande. * burano: è un'isola molto tranquilla con case graziose dipinte con colori vivaci, con canali al posto di strade e barche invece di automobili, abitata da circa tremila persone. * torcello: l'attrazione principale è la cattedrale dell'assunzione (639), fondata con delle opere bizantine del xi e xii secolo, che comprende diversi mosaici. (opzionale) • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 3 : visita ai musei di piazza san marco, con visita ai palazzi vicini. gli edifici attorno alla piazza sono il palazzo ducale, la basilica di san marco, la torre dell'orologio di san marco, l'ufficio delle vecchie procuratie, l'ala napoleonica, le nuove procuratie, il campanile di san marco, la logetta e la biblioteca marziana. gran parte del piano terra delle procuratie è occupata da caffè e ristoranti, tra i quali il famoso caffè florian e il gran caffè quadri. * il museo correr e il museo archeologico si trovano nella piazza di fronte alla basilica. la zecca si trova dietro la biblioteca marciana sulla riva del canal grande. queste ultime costruzioni sono state completate durante l'occupazione napoleonica, anche se il campanile è stato ricostruito anni dopo. il museo correr è uno dei musei più importanti e rappresentativi della città di venezia, è situato in piazza san marco e fa parte della fondazione museo civico di venezia. questo museo è un esempio dell'arte, della civiltà e della storia della città. qui troviamo varie opere d'arte, documenti, mappe e oggetti che riflettono la vita di venezia in tutta la sua storia. * il palazzo ducale: si trova all'estremità orientale di piazza san marco, è uno dei simboli della gloria e del potere di venezia. questo meraviglioso edificio gotico ha due facciate che si affacciano una sulla laguna di venezia e l'altra su piazza san marco. il palazzo ducale era la residenza del dux ed era sede del governo, della corte di giustizia e della prigione della repubblica di venezia. * la biblioteca marciana: è una delle più grandi biblioteche italiane e la più importante di venezia. all'interno troviamo le più belle collezioni di manoscritti greci, latini e orientali del mondo. questa biblioteca è conosciuta anche come biblioteca nazionale marziana, biblioteca san marco, biblioteca sansovini, biblioteca antigua. si trova in fondo a piazza san marco tra il campanile di san marco e la zecca. • 𝑎𝑙𝑙𝑜𝑔𝑔𝑖𝑜 : carnival palace.
MILANO (organizzato da dahyun) • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 1 : il viaggio a milano inizia ovviamente dal monumento simbolo della città : il duomo. dopo la visita all'interno della basilica, non potremo mancare la passeggiata in corso e poi galleria vittorio emanuele II per del sano shopping, anche di libri!! piccola sosta da starbucks poco lontano da piazza del duomo e poi a riempirsi le pance nel ristorante coreano hana, in via giuseppe mazzini 12. • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 2 : il secondo giorno inizierà in piazza sempione, dove sta l’arco della pace che si dice sia allineato con l’arco di trionfo a parigi. una sosta sarà dovuta all'acquario civico, dall'altra parte della strada, e poi faremo una passeggiata all'interno di parco sempione, che ci porterà al castello sforzesco. dopo aver visitato le sue torri e le sue sale, ci sposteremo in treno a garbate milanese per raggiungere il ristorante di sushi amy sushi, un locale futuristico ma a basso costo!! • 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 3 : l'ultimo giorno dell'ultima tappa dovrebbe essere memorabile, per questo abbiamo deciso di fare qualcosa di speciale e questo sarà possibile all'atelier azzurro, in via privata bernabò visconti 1!! seguiremo infatti un corso privato di tre ore sulla ceramica, visto che ci piace tanto, per creare i nostri personali ricordini della città o del viaggio in europa in generale. dopo il laboratorio con la signora patrizia potremo andare a mangiare qualcosa di tipico da queste parti : il risotto alla milanese a casa fontana 23 risotti!! dovremo prendere un taxi, è vero, ma ne varrà sicuramente la pena per due motivi : il primo è che questo ristorante ha come cavallo di battaglia proprio il risotto giallo, e il secondo è perché ha davvero 23 tipi diversi di risotti, quindi potremo sbizzarrirci (ovviamente ha anche altri piatti tipici, come la cotoletta) • 𝑎𝑙𝑙𝑜𝑔𝑔𝑖𝑜 : park hyatt.
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Le vacance in Umbria
Due anni fa ho passato le vacanze in un piccolo borgo umbro, in Italia. L'anno scorso non sono potuta ritornarci, invece quest'estate ci sono ritornata.
Devo dire che anche le vacanze di quest'anno sono state fantastiche. Due anni fa ci sono andata da sola, invece quest'anno con due amiche, due anni fa ero sconosciuta, quest'anno conosciuta, due anni fa mi sono fermata in un appartamento al borgo, quest'anno invece ci siamo fermate in un agriturismo che si trova piú e meno 2 km dal borgo.
Quando siamo arrivate al borgo, faceva bel tempo, c'era tanta gente al centro, ci ha aspettato la mia amica e la sua famiglia che ho conosciuto due anni fa. Abbiamo fatto una passeggiata al borgo, poi abbiamo preso un caffé al bar di Remo.
Direi che il tempo é volato, abbiamo sempre fatto quello che desideravamo. Abbiamo fatto il pranzo e la cena con calma, abbiamo fatto passeggiate, abbiamo riposato, abbiamo preso tanti caffé, la sera siamo uscite al bar che é il punto dell'incontro del paese. Abbiamo visitato Orvieto e Firenze. Abbiamo fatto anche una camminata intorno al paese, abbiamo camminato solo per 11-12 km, ma facevano 37 gradi e c’erano anche le salite. Ed eravamo fuori tra le 11.00 del mattino e le 15.00 del pomeriggio, quando faceva veramente un caldo secco. Siamo andate anche al bagno termale del paese.
Poi, abbiamo fatto anche una visita molto particolare, abbiamo visitato un posto molto strano che si chiama la Scarzuola. É un complesso architettonico, il simbolo della cittá ideale dell’architetto, Tommaso Buzzi.
Ho incontrato tante persone che ho conosciuto due anni fa, ci siamo salutati come amici ed ho fatto anche nuove amicizie. C'erano tante situazioni divertenti, sono successe cose interessanti, anche quest’anno ho incontrato una cinghiale, ho viaggiato in treno Frecciarosa ed ho fatto tante esperienze che saranno molto utili per i miei studi all’Universitá. Ad esempio sono stata al museo di Dante a Firenze, ho comprato tanti libri e sia la mia amica sia il sindaco del paese mi hanno regalato libri. Ho studiato molto, ma non solo parole nuove.
Quello che ho scoperto é che la vacanze di questo paease non é solo un’ esperienza che ho fatto due volte nella vita, invece penso che ci ritornerò sempre piú spesso e so che ci posso andare quando voglio. Mi piace molto la pace e la calma del paese e mi piace che i parranesi risolvono tutto insieme. E tutti sempre sono carini ed amichevoli con me. Mi piacciono anche i dintorni, le colline verdi, i boschi ed il vecchio borgo e le case del paese.
Ringrazio tutti, chi ci ha dato alloggio, ci ha accompagnato per le gite, chi ha provveduto e pensato a noi (e chi mi ha aiutato a trovare il mio cell sparito :))). Tutto sommato ci siamo sentite molto bene, ci siamo divertite un sacco. Spero di potere ritornarci presto.
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Dal mio diario personale, 6/11/2020
È stata una settimana intensa. Abbiamo camminato, fumato. Abbiamo visitato musei, gallerie d'arte, speciali scorci bucolici.
Durante la visita di un museo, la musica che avevo raccontato ad una amica di aver sentito in un sogno molto forte legato alla magia oscura è stata dalla stessa riconosciuta come identica (non al mio orecchio) ad una musica tribale sentita all'interno di una sala con proiezioni sulle tappe del primo sviluppo antropologico, in un momento in cui veniva rappresentato l'avvento di riti sacrificali. Ho pensato che forse il dettaglio di non-definizione del volto dell'amico di mio cugino forse poteva rappresentare un amico di un cugino avuto in un'altra "vita"(?). In realtà non posso credere a nulla di tutto ciò, non ho prove.
Sono stato possibilitato a vedere quella che mi è sembrata essere la forza vitale degli alberi (tenendo gli occhi chiusi) la stessa sera in cui sembra io abbia testimoniato un luogo di transizione delle anime (ho avuto visione di una persona in negativo che assieme a tante altre camminavano tutte verso un'unica direzione.
La sera dopo mi sono fatto sul suddetto episodio una paranoia clamorosa, temendo per la mia vita e/o la mia salute.
Con oggi riprendo a viaggiare munito di autocertificazione. Sono stanco e debole al punto di esser volato due volte per terra oggi; ma torno anche felice, poiché oggi comincia un nuovo periodo di benessere, nuova (o ritrovata) comunicazione inconscia, studio e sostanza ontologica.
Infine oggi, tornando, mi è sembrato di comunicare nel pensiero con una ragazza sul treno, bellissima.
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“Ad Auschwitz si va sempre e solo a sinistra. Non c’è una volta, in oltre tre ore di visita, che Beata e poi un lunghissimo cognome polacco, guida in lingua italiana del museo del campo di sterminio nazista, dirà di andare a destra. Anzi, una volta lo dirà, cioè alla fine della visita, quando ci porterà ai resti dei forni crematori di Birkenau o se preferite Auschwitz II. D’altra parte andava così anche nella realtà del campo di sterminio. Appena scesi dai treni merce c’era la prima selezione: se il medico SS indicava a destra era la camera a gas per i più deboli, a sinistra la morte più lenta nelle baracche.
“Qui sono state ammazzate un milione e trecento mila persone, di queste oltre un milione e cento erano ebrei”. Dice “ammazzate”, non un generico “sono morte”: “ammazzate”, punto. E guardandoti negli occhi snocciola i numeri: ebrei, polacchi, prigionieri sovietici, rom, intellettuali critici, partigiani, omosessuali. Ma poi puntualizza, per anticipare fraintendimenti: “ma più del 90 per cento ebrei”.
E io guardo e non capisco. Non riesco a immaginarlo. Vedi tutto. Vedi quel che resta, quel che è stato ricostruito, le tonnellate di capelli, i quintali di occhiali, le divise macilente, le foto dei forni crematori in funzione, le perle di zyklon B (il gas letale), le baracche, vedo ma non riesco a figurarmelo.
E mi accorgo che supera la mia comprensione perché finisce sempre male e sempre senza un motivo accettabile, umanamente accettabile. Se sei la mamma che scende dal treno con i suoi bimbi e il neonato in braccio e non vuoi separarti dai tuoi piccoli, muori. Se sei un uomo con il bastone muori. Se sei piagato da un viaggio di una settimana in un vagone merci, muori. Se alla SS dici di avere tredici anni, muori. Se il tuo treno è il quinto ad arrivare a Birkenau, muori. Tu arrivi qui e muori e non c’è un perché. Muori perché sei ebreo e muori perché ingenuamente ti fidi della SS che, nello spogliatoio della camera a gas ti dice di ricordarti del numero di gancetto a cui appendi i vestiti perché poi li dovrai riprendere. Ma il poi non ci sarà. Muori settecentomila volte.
Ma mettiamo invece che la selezione la superi. Morirai, insieme ad altri cinquecento mila, ma lo farai molto più lentamente di quelli finiti subito nelle camere a gas. Morirai di fame dopo solo sei mesi di prigionia. Sei mesi dove non sarai più una persona, ma una cosa con un numero tatuato sul braccio sinistro. “Le donne sopravvissute - racconta Beata davanti a foto orribili - pesavano tra i 23 e i 35 chilogrammi, alcune sono morte perché hanno dato loro un pasto normale e il loro corpo non sapeva più assimilarlo”.
I sopravvissuti, già perché qualcuno è sopravvissuto. Gli italiani più famosi li conosciamo. 174.517 era la matricola di Primo Levi. Lo ha scritto chiaro e tondo nei suoi libri che è rimasto in vita solo per caso, per fortuna. Dei 650 con i quali arrivò da Fossoli, si salvarono in venti. 75.190 è il tatuaggio fatto sopra il polso sinistro a Liliana Segre, fa parte dei 776 ragazzini italiani arrivati ad Auschwitz quando non avevano ancora quattordici anni, lei e altri ventiquattro sono sopravvissuti.
Il sopravvissuto lo riesci a immaginare. Ne conosci il volto. I morti, alcuni, li conosci qui. Le foto nei “pigiami” a righe. Ma sembrano lapidi. Sembra un cimitero. Invece questo non è un cimitero, è un massacro. Un massacro di dimensioni tali che la parola non esiste e, anche se ti ci vuoi rifugiare in quella che sembra coniata apposta, la puoi sentire, ma non comprendere. È troppo.
“Anche noi quando pensavamo ai deportati, avevamo vergogna: non avevamo niente da rimproverarci, ma non avevamo sofferto abbastanza”.
Lo scrive Simone De Beauvoir ne I Mandarini ed è per questa frase che sono qui. Però è arrivato qui che mi accorgo dove sta l’inganno.
Io posso cercare di immedesimarmi quanto voglio per cercare di comprendere, ma io non sono un deportato. Io non sono un condannato a morte. Io qui non ci sono finito. E quindi, inequivocabilmente io sto dall’altra parte del filo spinato. Di quel filo spinato elettrificato così tanto che alcuni, esausti, vi si attaccavano per suicidarsi.
Dei miei due nonni uno era partigiano e non l’ho conosciuto, l’altro invece era scappato da Napoli con l’Armistizio e a piedi era tornato a casa in Veneto. Questo nonno l’ho conosciuto e io, beh, ero fiero dell’altro. Di quello che faceva saltare i ponti contro i nazisti e non di quello che da loro si nascondeva. Ma ero troppo piccolo e troppo vigliacco per chiedergli: “nonno ma perché tu non sparavi alle SS, come l’altro nonno”. La paura che mi ha sempre attanagliato a ogni 25 aprile era che io poi non avrei avuto il coraggio del nonno partigiano.
E qui ad Auschwitz la domanda si moltiplica per milioni di morti. È facile oggi dire da che parte sarei stato. Ma settantacinque anni fa io mi sarei chiesto come mai scomparivano i miei compagni di scuola? Avrei saputo non girare le spalle al compagno ebreo? Avrei aiutato qualcuno a fuggire? Avrei avuto il coraggio di nasconderlo? Mi sarei rifiutato di essere il macchinista di un treno del binario 21? E se fossi nato tedesco, avrei saputo oppormi alla “bestia umana”?
È evidente che non c’è risposta o non abbastanza convincente.
Il 27 gennaio del 1945 i sovietici entrarono ad Auschwitz e trovarono poco meno di otto mila prigionieri. Gli altri sessantamila erano stati obbligati dai nazisti ad una marcia di centinaia di chilometri verso altri campi, in giornate a meno dieci come oggi, pochi stracci addosso e zoccoli di legno ai piedi, morirono in quindicimila. Volevano nascondere le tracce della loro disumanità.
Il 27 gennaio è la giornata della memoria. Io il così detto “Tribunale della Storia” lo immagino con gli occhi inquirenti dei miei figli e magari domani dei figli dei miei figli, pronti alla domanda che io non ho saputo fare a quel mio nonno. E li immagino fra un po’ di anni chiedermi: “ma tu da che parte stavi?” e io so che non avrò alibi. “Da che parte stavi quando sono cominciate a ricomparire le svastiche sui muri?”, “Da che parte stavi quando le teste rasate picchiavano per strada i ragazzi omosessuali?”, “Da che parte stavi quando le croci uncinate sono ricomparse, riempiendole, le nostre piazze?”, “Da che parte stavi quando rabbino era il sinonimo di tirchio e tutti sorridevano?”, “Da che parte stavi quando i miei compagni rom scomparivano dalla classe perché il loro campo era stato sgomberato?”, “Da che parti stavi quando lo zio di Mohamed affogava in mezzo al Mediterraneo?”, “Da che parte stavi quando mal vestiti in centinaia attraversavamo le Alpi per raggiungere la Francia dall’Italia?”, “Papà, ma tu da che parte stavi?”.
“Those who do not remember the past are condemned to repeat it” (“chi non ricorda il passato è condannato a ripeterlo”) è la frase di George Santayana all’ingresso di uno dei primi blocchi di detenzione che si visitano. Ogni 27 gennaio io di quello che è stato e di quello che è cerco di avere memoria, ma, perso dalle piccolezze mie, non sono poi così sicuro di riuscirci.”
-William Beccaro-
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PARCO REGIONALE DEL MATESE: TRAVEL EXPERIENCE TERRA DI LAVORO, SI RIPARTE
MATESE - Grazie all’impegno dell’Assessore al Turismo della Regione Campania Felice Casucci, il Parco Regionale del Matese e l’APS Rena Rossa realizzerà una quattro giorni chiamata “Travel Experience Terra di Lavoro”. Dal 15 al 18 ottobre sarà possibile fare un tour tra le eccellenze di Terra di Lavoro. “In questi tre anni non abbiamo mai smesso di lavorare per promuovere il territorio e finalmente stiamo avendo la giusta attenzione da parte dell’Assessorato Regionale al Turismo, guidato da Felice Casucci e dall’Agenzia Regionale per il Turismo diretta da Luigi Raia, che ringrazio vivamente. Questo ci inorgoglisce perché finalmente siamo ormai presenti su un tavolo regionale e la compartecipazione delle associazioni locali rende questo lavoro davvero fruttuoso”. Ha dichiarato il presidente del Parco Regionale del Matese Vincenzo Girfatti. Si ringraziano per la disponibilità anche operatori dell’Acquedotto Campano Sorgente del Torano, dell’Associazione Byblos e della Parrocchia di Santa Maria Maggiore di Piedimonte Matese.
ECCO IL PROGRAMMA:
VENERDI’ 15 OTTOBRE 2021
Ore 19:12 Stazione Napoli arrivo del treno con buyers – Presa in carico NCC
Ore 20:30 – 21: 00 circa ARRIVO A CAIAZZO
PERCORSO DEGUSTAZIONE PIZZA PEPE IN GRANI – FRANCO PEPE
Ore 23:00 RIENTRO IN AGRITURISMO SAN POTITO SANNITICO PER PERNOTTO
SABATO 16 OTTOBRE 2021
COLAZIONE PRESSO AGRITURISMO
Ore 8:30 TRASFERIMENTO PER CAPUA
ORE 9:30 VISITA AL MUSEO CAMPANO
ORE 10:30 TRASFERIMENTO E VISITA ANFITEATRO DI SANTA MARIA CAPUA VETERE
ORE 11:30 TRASFERIMENTO PER PIEDIMONTE MATESE
ORE 12:30 – 13:00 MOZZARELLA EXPERIENCE PRESSO AZIENDA CASEIFICIO GIUSTI
A SEGUIRE (TAMPONE PRESSO FARMACIA)
ORE 16:00 TRASFERIMENTO MONTI DEL MATESE: LAGO MATESE E PIANO DELLA CORTE (QUOTA 1600 MT) PASSEGGIATA FINO AL BELVEDERE
ORE 20:30 RIENTRO IN AGRITURISMO - CENA E PERNOTTO
DOMENICA 17 OTTOBRE 2021
COLAZIONE IN AGRITURISMO
ORE 8:30 TRASFERIMENTO IN E-BIKE A PIEDIMONTE MATESE
ORE 9:00 VISITA AL COMPLESSO MONUMENTALE SAN TOMMASO D’AQUINO E MUSEO CIVICO MARROCCO
ORE 10:00 – 10:30 VISITA CAPPELLA DI SAN BIAGIO MONUMENTO NAZIONALE
ORE 11:30 VISITA ACQUEDOTTO CAMPANO “SORGENTE DEL TORANO”
ORE 13:00 circa RITORNO PER PRANZO PRESSO AGRITURISMO
ORE 16:00 TRASFERIMENTO A SAN MICHELE (ALIFE) PER VISITA IN VIGNA E DEGUSTAZIONE VINO PALLAGRELLO E PRODOTTI TRADIZIONALI PRESSO AZIENDA TERRE DELL’ANGELO
ORE 19:30 RIENTRO IN AGRITURISMO PER INCONTRO STAKEHOLDERS
LUNEDI’ 18 OTTOBRE 2021
COLAZIONE IN AGRITURISMO
ORE 8:00 TRASFERIMENTO A CASERTA
ORE 9:00 VISITA ALLA REGGIA DI CASERTA
ORE 11:00 TRASFERIMENTO A NAPOLI PER RIENTRO
IL GRUPPO SARA’ACCOMPAGNATO DA UNA GUIDA AI PARCHI NATURALI ED ALLE AREE PROTETTE E DA UN INTERPRETE IN LINGUA INGLESE A CURA DI LOVE MATESE
PRESENTE ANCHE UN VIDEO MAKER DELL’AGENZIA TURISTICA REGIONE CAMPANIA
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Pistoia: proseguono gli appuntamenti di Estate in città 2023
Pistoia: proseguono gli appuntamenti di Estate in città 2023. Giovedì 7 settembre dalle 8 alle 20 in via Roma è previsto "900 Via Roma e dintorni" a cura del Consorzio Ambulanti Toscana scrl. Alle 21.30 nell'anfiteatro di Villa Stonorov si svolgerà "Notti di stelle di tutto un pop show", tratto dal format televisivo "Di tutto un pop" in onda su Tvl. L'iniziativa è a cura di Fondazione Jorio Vivarelli. Info e biglietti: [email protected] . Sabato 9 settembre alle 16 al Museo di San Salvatore è prevista una visita guidata con Claudio Rosati, a cura dell'Associazione Filarmonica Borgognoni. Info: tel. 338 8327876. Domenica 10 settembre dalle 8 alle 13 in piazza del Duomo si terrà la "Biciclettata della salute", a cura di Ascd Silvano Fedi. Info e iscrizioni: www.biciclettatadellasalute.it . Alle 10 al Polo Puccini Gatteschi e centro storico si svolgerà Pistoia Magic Street Festival, spettacoli e attività varie. Info: tel. 3297911077 – [email protected] . Sempre domenica 10 settembre per tutto il giorno nel centro storico di Pistoia e dintorni si svolgerà il Mercato dell'antiquariato. Dalle ore 7 alle 21 in via Roma si terrà il Free Market, a cura di Pistoia Card 2. Domenica 10 settembre nuovo appuntamento con la Porrettana Express 2023, il treno storico sull'antica linea ferroviaria Porrettana a cura di Germina Impresa Sociale con Associazione Transapp, il sostegno dei Comuni di Pistoia e San Marcello Piteglio, Fondazione Caript, Regione Toscana, Toscana Promozione Turistica e la partnership di Fondazione FS. Info, programma e prenotazioni: www.porrettanaexpress.it .... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Dublino è quel posto dove si bevono fiumi di Guinness, rigorosamente in pinte. Dublino è quel posto dove se ordini uno Whiskey (Jameson, Bushmills, Tullamore Dew, ecc.) te ne servono tre dita. Dublino è quel posto dove il caffè si chiama Irish Coffee ed è indispensabile nelle fredde giornate invernali. Dublino è quel posto dove aleggia tangibile nell’aria il calore che trasmettono i Dubliners perché la “Gente di Dublino” è gentile, ospitale, disponile e socievole. Dublino è quel posto, ricco di energia e stile, di cultura, storia, natura e folklore ed è anche quel posto che in gaelico si chiama Baile Átha Cliath (città del guado fortificato). Dublino è quel posto dove musica e allegria vibrano nel cielo. Dublino è quel posto dove un tempo Molly Malone, la pescivendola più famosa d’Irlanda e del mondo, girava le sue strade portandosi dietro un carretto riempito di “cockles and mussels” (in Suffolk Street la sua statua con tanto di carretto e ceste di molluschi). Nella bella città di Dublino, dove le ragazze sono carine, vidi per la prima volta la dolce Molly Malone, che portava il suo carretto, per le strade strette e larghe, gridando: vongole e cozze fresche! Divenuto l’inno della città cantato dai Dubliners.
Dublino è quel posto che ti mette allegria, voglia di restarci e tornarci quanto prima. Dubino è quel posto che non potrete non amare ed ecco alcuni motivi per farlo:
1. Pub che passione! Sarebbe davvero insolito se qualcuno vedendo Dublino non finisse prima o poi in un pub! James Joyce Anche se non ne avete mai frequentato uno prima a Dublino non potrete fare altro. Vorrete vederli tutti ma vi affezionerete ai primi. Tutti hanno un’anima, alcuni una grande storia. Il pub è da sempre ritrovo di artisti, rock star, letterati e straordinari personaggi di Dublino. Ambienti immutati nel tempo dall’incontrastato stile vittoriano, luoghi in cui degustare ottimi piatti tipici, straordinarie birre e vivere irripetibili serate, pomeriggi, giornate. Da non perdere: The Brazen Head, Doheny and Nesbitt, The Oval, The Stags Head, Toners, Mulligans, O’Donoghues, The Cobblestone, Grogan’s e i più turistici Temple Bar e The Oliver St. John Gogarty, luoghi per ascoltare musica tradizionale irlandese. (prima o poi dedicherò un intero articolo ai Dublin’s Pub).
Uno dei pub più iconici di Dublino
2. On bike or by foot! Dublino è una città a misura d’uomo, perfetta per essere girata a piedi o a bordo di un velocipede, in grande libertà. A vostra disposizione le Dublin Bike, con le quali potete spingervi ben oltre il centro. Altra alternativa, da affrontare magari a bordo di un due ruote della Glide Segway Tour, lungo le rive del Liffey, sono i Docklands recentemente oggetto di un ambizioso progetto di riqualificazione urbana che ha rivitalizzato in poco tempo tutta la zona. Appartamenti, uffici, bar, ristoranti e aree verdi sono nati e creano un magnifico contesto di architettura contemporanea. Quindi partendo dalla splendida Jeanie Johnston Tall Ship e scivolando lungo il fiume, mentre l’immancabile brezza vi terrà compagnia, potrete godere di uno splendido panorama. I parchi: St. Stephen’s Green Park, un angolo verde nel cuore della città, circondato dalle splendide case georgiane con le porte colorate, dove non è raro incontrare studenti a sgranocchiare sandwich e coppie di innamorati a tubare. Quello che un tempo è stato lo spazio del comune che ospitava fustigazioni pubbliche, impiccagioni e roghi, oggi è un bucolico ambiente con un laghetto, aiuole fiorite, prati verde smeraldo, un padiglione della musica, per ritagliarsi un momento di tranquillità. Phoenix Park, uno dei parchi più estesi d’Europa, supera per dimensioni l’Hyde Park di Londra e il Central Park di New York. Dall’entrata si scorge l’obelisco Wellington che commemora tutte le sue vittorie francesi oltre che le molte sconfitte. La notorietà del parco è anche dovuta alla sua colonia di daini che convivono tranquillamente con gli avventori. Due volte la settimana viene organizzato un tour al suo interno. Passeggiando tra castani e faggi potete scorgere la residenza del presidente della Repubblica Irlandese e dell’ambasciatore degli Stati Uniti d’America. Luogo ideale se volete fuggire il caos della città (a soli 3 chilometri dal centro), dove potete rilassarvi e godervi un vero angolo di paradiso. Per gli amanti degli animali, disposti a versare un prezzo di entrata un tantino caro, non manca lo zoo, uno dei più vecchi d’Europa, risale al 1830. Leggenda racconta che il famoso leone della MGM, che ruggisce dagli schermi di tutto il mondo, sarebbe stato allevato qui.
3. Musei: arte, storia e incanto! La storia di Dublino è ben rappresentata dai suoi musei, alcuni più tradizionali altri più bizzarri e cool, eccone alcuni da visitare, ne resterete incantati. The Dolls Hospital & Museum: espone una bella collezione di bambole e teddy bear d’epoca. The Little Museum of Dublin: raccoglie i più disparati reperti del ‘900, come un album firmato degli U2 o la copia della maschera mortuaria di James Joyce. National Leprechaun Museum: interamente dedicato alle tradizioni e ai miti della cultura celtica. National Museum Natural History: ospita reperti incredibili come lo scheletro del cervo gigante irlandese ma anche leoni, tigri, uccelli e insetti sono esposti in maniera davvero originale e racconta le origini geologiche dell’isola e la fauna nativa degli altri continenti. National Museum – Decorative Arts & History: attraverso mostre temporanee realizzate tutto l’anno, mostra il progresso sociale, politico ed economico dell’Irlanda attraverso i secoli. National Museum of Archaeology: offre un incredibile viaggio a ritroso nel tempo alla scoperta dei tesori celtici e vichinghi. Irish Museum of Modern Art (Imma): è certamente l’istituzione più importante a livello nazionale che raccoglie ed espone le opere d’arte moderna e contemporanea. In programma mostre di alcuni tra i maggiori artisti del ventesimo secolo e di opere di giovani artisti irlandesi. Oltre a spettacoli che uniscono musica e teatro. James Joyce Museum: la James Joyce Tower che in origine faceva parte di una serie di torri Martello costruite dagli irlandesi per resistere alla temuta invasione Napoleonica, ora ospita un museo interamente dedicato alla vita di James Joyce e alle sue opere. Nell’Ulisse, il suo capolavoro, uno dei più importanti romanzi del XX secolo, la torre è lo scenario di apertura del romanzo. Pearse Museum: quella che fu una scuola gestita dal patriota Patrick Pearse, oggi è un museo circondato da splendidi giardini. Fra le attrazioni mostre e una sala studio della natura con interessanti mostre sulla flora e sulla fauna irlandese. Martello Tower, Seapoint: ubicato sulle rive della baia di Dublino, ospita una mostra sulla storia delle torri Martello di Dublino. La visita vi darà una panoramica della storia di queste fortificazioni così uniche, del loro uso militare e di come questi edifici sono diventati un punto di riferimento, un’icona della costa di Dublino. The Oratory of the Sacred Heart: coloratissimo e straordinariamente dettagliato è unico ed è considerato come una delle più belle opere d’arte irlandese della prima metà del XX secolo.
Carrick Hill Martello Tower
4. Non solo Pub! Come detto sopra i pub sono per eccellenza il luogo dei dublinesi e, nei pochi o molti giorni che passerete a Dublino, saranno anche il vostro per pranzo, cena e aperitivi vari, ma se volete concedervi una bevanda calda o un pasto diverso non mancano i cafè e le sale da tè. Uno dei più famosi è il Bewley’s Café in Grafton Street, una vera e propria istituzione (attualmente chiuso per ristrutturazione, dovrebbe riaprire a fine gennaio 2016). Il locale ha avuto un ruolo essenziale nella vita sociale, letteraria e artistica di Dublino fin dalla sua inaugurazione nel 1927. Il Bewley’s Oriental Café nei pressi di O’Connell Street è chiuso da tempo e ha lasciato posto a Starbucks che comunque ha mantenuto alcuni tratti distintivi della struttura originaria come il mosaico in ingresso con la scritta Bewely’s. Non perdetevi le magnifiche torte di The Queen of Tarts e, in una laterale di Stephens Green il Metro Cafè, interessante punto di osservazione per ammirare il via vai locale. Meno tradizionale ma da visitare Wall & Keogh Organic Teas, una sala da tè che serve sushi e sandwich gestita da giovanissimi, locale molto molto carino. Un caffè e un dolcetto anche da Avoca Cafè al terzo piano del negozio Avoca in Suffolk Street, vi lavorano alcuni ragazzi italiani e la scelta di dolci non delude, particolare anche l’arredamento. Un salto fatelo da Dolce Sicily in Dawson Street, ritroverete un po’ d’Italia e potrete parlare in Italiano con i ragazzi, tutti giovani e tutti italiani, che vi lavorano, molta l’offerta dei dolci: Carrot Loaf il mio preferito. La mattina big cappuccino e un’enorme croissant a euro 3,50. Per il pranzo veloce molti i panini dal gusto italiano accompagnati da una bevanda a un prezzo più che abbordabile.
Bewley’s Oriental Café ora Starbucks
6. Viaggio nella baia! Prendete la Dart (il treno) e recatevi sulla costa Nord a Howth! Un pittoresco villaggio di pescatori. Una romantica passeggiata sulla baia contro il vento impetuoso per ammirare quel mare plumbeo sarà un’esperienza irripetibile seppure un po’ faticosa. L’aria salmastra che vi scompiglierà i capelli la respirerete anche percorrendo il tratto di molo che vi conduce al Faro di Baily e anche da lì potrete godere una splendida vista sulla baia. Qui cercate un posticino tranquillo per pescare e, con un po’ di fortuna, potrete avvistare qualche foca che nuota placidamente fra le onde. Quello che in origine era un villaggio di pescatori mantiene tutt’ora l’atmosfera dei vecchi porti, barche coloratissime e marinai che scaricano dai pescherecci casse di pesce trasmettono quell’immutata vocazione marinara. Nella zona del porto sono presenti variopinti negozi e ristorantini tipici dove potrete gustare un saporito piatto di pesce. Consigliati: Deep, Aqua Restaurant e The Brass Monkey, merita anche il pub The Bloody Stream, vicino all’entrata della stazione. Leggenda racconta che Grace O’Malley, la piratessa chiamata anche Regina del Mare di Connemara, in viaggio verso Dublino, decise di far visita all’ottavo Barone di Howth, quando le fu comunicato che la famiglia era a cena e non poteva essere disturbata e i cancelli del castello le furono chiusi in faccia. Offesa e infastidita decise di rapire il figlio ed erede del Barone. Il malcapitato fu rilasciato solo dopo aver stipulato un patto solenne il quale prevedeva che da quel momento in poi i cancelli del castello sarebbero sempre stati aperti ai visitatori inaspettati e, a ogni pasto, un posto in più sarebbe stato preparato. Da vedere a Howth: i giardini di Howth Castle e le rovine del castello, i Dolmen Aideen’s, le rovine di St. Nessans Church e, assolutamente, la Torre Martello sull’isola Ireland’s Eye. Sempre sull’invitante costa di Dublino, a Sud, trovate Dun Laoghaire, dove vi aspetta una traversata in kayak mentre a Seapoint è possibile fare kitesurf e, se siete coraggiosi, un tuffo nella famosa spiaggia Forty Foot nella vicina Sandycove. Molte splendide spiagge a pochi minuti dalla città, come Dollymount Strand, Donabate e Portmarnock.
Howth lighthouse
7. Tesori e segreti! Gli appassionati di scienze troveranno irresistibile Earthquakes & Elephants, dedicato ai più importanti scienziati irlandesi. Ingenious Ireland presenta Blood and Guts, affascinante visita all’antico lebbrosario di Dublino con il primo ospedale lungo le mura cittadine. Un’immancabile lezione di storia è proposta da Literary Pub Crawl che, dal pub Duke, attraversata la piazza del Trinity College, per raggiunge altri pub in un dedalo di viuzze affascinanti, mentre la guida decanterà i punti più salienti recitando citazioni di Joyce, Beckett, Behan e Yeats. Le Cool Experience, un giro unico, nessuna passeggiata è uguale all’altra e potrete ritrovarvi in una barberia, in un laboratorio per tatuaggi e ancora in un vernissage di una galleria d’arte. Trinity College e la sua libreria. La maestosa biblioteca dell’Università di Dublino e del Trinity College è la più grande biblioteca irlandese, contiene 5 milioni di testi e un’importante collezione di antichi manoscritti. Il Book of Kells è considerato il capolavoro dell’arte celtica. Trattasi di un codice miniato medioevale contenente i Quattro Vangeli in latino, la sua fama è dovuta all’eccezionale qualità di pagine di sontuosa scrittura a colori con decorazioni e illustrazioni.
Trinity College Library
8. Guinness, non solo da bere! La Guinness è in assoluto la mia birra preferita e quando vado in Irlanda ne bevo almeno 3/4 al giorno, ha poco più di 4 gradi e si elimina facilmente. La Guinness nasce grazie all’intuizione e alla genialità di un uomo irlandese: Arthur Guinness che incominciò la sua attività, producendo birra Ale a Leixlip, in una cittadina nella Contea di Kildare. Solo nel 1759 si trasferirsi nella celebre St. James’s Gate Brewery di Dublino, dopo aver stipulato un contratto d’affitto della durata di 9000 anni per 45 sterline l’anno. Guinness è stato per anni il maggior datore di lavoro di Dublino, negli anni ’30 nel suo massimo splendore, la fabbrica impegnava 5000 persone, attualmente ci lavorano circa 800 persone, tale riduzione è dovuta anche ai processi di automazione intervenuti nel tempo. Ogni giorno escono dal birrificio 2,5 milioni di pinte. Questo breve racconto per dire che vale la pena visitare la Fabbrica della Guinness per capire come nasce la stout per eccellenza e la saperne un po’ di più della sua celebre storia. Nei locali all’interno della struttura oltre a degustare birra, una è offerta con il costo del biglietto al Gravity Bar posto al settimo piano, da dove si ha una vista incredibile della città, è possibile mangiare ottimi piatti. Anche il nome “Guinness dei primati” del celebre libro è riconducibile alla famiglia Guinness, infatti Sir Hugh Beaver, inventore del libro, era amministratore delegato delle Birrerie. Ora il libro è passato a nuovi editori, i quali tuttavia, hanno deciso di non cambiare il nome al fine di mantenere i legami col passato.
9. Shopping is here: boutique, mercatini &co. Lo shopping è la vostra passione!? Allora Dublino è la città che fa per voi. Vi aspettano dalle boutique grandi firme ai marchi del fast fashion in Grafton Street e O’Connell Street e nelle loro laterali. Se siete appassionati di megastore, prendete la LUAS e raggiungete in pochi minuti il Dundrum Town Centre, uno dei più grandi d’Europa! E, ovviamente, i mercatini delle pulci, dove le occasioni non mancheranno: libri, alta moda, bigiotteria, oggetti di modernariato, stampe e monete. I mercati principali: Art & Crafts Market (Newmarket Square): vivace mercato dedicato all’arte e all’artigianato. Qui è possibile acquistare direttamente dall’artista, tutte le domeniche del mese, a partire da maggio, in un edificio di mattoni rossi a pochi passi dalla Cattedrale di St. Patrick. Georges Street Arcade (South Great George St): E’ un centro commerciale unico nel suo genere, situato nel cuore del centro di Dublino. In questo mercato in stile vittoriano si possono ammirare boutique e bancarelle che propongono vestiti di gran moda, gioielli, oggetti da collezione, souvenir e molto altro ancora con chioschi e ristoranti. Blackrock Market: Una delle attrazioni più interessanti di Dublino: è aperto il sabato 11.00-17.30, la domenica 12.00-15.30 e Bank Holiday 11.00-17.30. Ballymun Farmers Market: Il mercato al coperto è aperto ogni giovedì dalle 09.00 alle 15.30 all’interno del centro commerciale di Ballymun. Vi aspettano variopinte bancherelle che espongono il meglio della produzione irlandese. Designer Mart at Cow’s Lane: A Temple Bar, si svolge ogni sabato dalle 10.00 alle 17.00, e propone il meglio dell’artigianato fatto a mano e di design prodotto da artisti irlandesi. Docklands Christmas Market: Durante tutto il periodo natalizio godetevi tutta la magia del Natale con giostre, musica, prelibatezze gastronomiche e tante bancherelle di artigianato. Temple Bar Food Market: Irrinunciabile punto d’approdo per i buongustai. Da non perdere! Si svolge ogni sabato dalle 10.00 alle 16.30. Moore Street Market: Se avete intenzione di visitare qualcosa di “tipico a Dublino” non si può non andare a Moore Street: da Lunedì a Sabato decine di bancherelle espongono frutta, verdura e fiori! Smithfield Farmers Market: Situato vicino alla linea Luas il mercato offre una raffinata selezione di cibi con un sapore internazionale, nonché prodotti di la bellezza. I produttori locali offrono un’ampia gamma di prodotti alimentari e da forno sia biologici che fatti in casa.
Docklands Christmas Market
10. Spostatevi! L’Irlanda è ben oltre Dublino! Se avete tempo noleggiate un auto e spingetevi fuori Dublino. La Contea di Wicklow e i suoi monti vi aspettano, un trionfo della natura ricco di angoli bucolici selvaggi e scenari da film (molti famosi film sono stati girati nella zona). Lungo il tragitto fate una breve tappa a Bray e ammiratene la spiaggia e, una tappa un po’ più lunga, a Powerscourt Estate e Garden, la splendida dimora circondata da splendidi e curati giardini vi ammalieranno e vi lasceranno senza fiato. Altra immancabile tappa nella meravigliosa cittadina di Kilkenny che conserva un fascino antico, con le sue stradine medievali, i vicoli stretti e l’imponente castello. Tornerete indietro nel tempo fra streghe e cavalieri. E non mancate il sito monastico di Glendalough, uno dei più suggestivi luoghi d’Irlanda. Malahide, è un antro pittoresco villaggio sulla costa, nella zona di Fingal, che ha mantenuto l’atmosfera di un tempo, placido e immutabile, nonostante lo sviluppo economico. Portoni colorati, le tettoie spioventi, i grandi cesti di fiori appesi alle insegne dei negozi, le stradine in salita ma soprattutto la placida atmosfera che permea nell’aria e si percepisce nella calma della gente del luogo. Immergervi nella storia come nel caso della Contea di Meath, con un alto concentrato di siti archeologici di grandissimo valore storico. Alcuni di questi luoghi sono raggiungibili anche con la Dart, prendete informazioni! Sulla costa Ovest dell’Irlanda, richiedono qualche ora in più di viaggio le Cliff of Moher: magnifiche scogliere a picco sul mare, uno dei luoghi più affascinanti d’Irlanda. Il Burren: un tavolato roccioso calcareo desolato, bizzarro, unico. E dato che siete da quelle parti Galway City e Limerick, anche sulla costa Sud interessanti paesini tra i quali Cork. Se volete spingervi a Nord, sono mete imperdibili Belfast e le Giant’s Causeway: 40.000 antichissime colonne di basalto esagonali emergono dal mare in originali composizioni levigate dal vento e dalle onde che s’infrangono rumorose sulla costa dando vita a un’incredibile formazione rocciosa, talmente suggestiva e particolare dal punto di vista naturalistico da essere dichiarata Patrimonio dell’Unesco. Carrick-a-Rede: un ponte di corda lungo 18 metri e sospeso a 25 metri sopra il mare, che fin dal 1784 collega la terraferma con un’isola rocciosa, una riserva di pesca del salmone. L’isolotto si trova esattamente sulla rotta dei salmoni atlantici che tornano a deporre le uova nel fiume natale. Se non volete prendere l’auto tutte le agenzie di viaggio e di promozione turistica del centro offrono tour a prezzi abbordabili.
Burren
Cork
Gallway
Cliffs of Moher
Carrick-a-rede rope bridge
11. Dublino è tanto altro.
Fate il biglietto aereo e andate a scoprirla!
Dublino (e l’Irlanda intera) è quel posto che ti manca quando lo lasci!
Dublino è quel posto… Dublino è quel posto dove si bevono fiumi di Guinness, rigorosamente in pinte. Dublino è quel posto dove se ordini uno Whiskey (Jameson, Bushmills, Tullamore Dew, ecc.) te ne servono tre dita.
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IL FUTURO DEL JAZZ È ADESSO. Giornata molto impegnativa quella di ieri a “Novara Jazz”. Si comincia alla periferia di un paese e si finisce in un museo: é il fascino di questa, ormai consolidata manifestazione. Il paese è Trecate e il primo concerto “solo” si tiene qui, di fronte al birrificio Croce di Malto, che oltre a produrre una squisita birra artigianale, ci accompagna nei vagabondaggi jazz. E qui, appollaiato su uno sgabello, Simone Lobina estrae la sua “Gibson” e, dopo un paio di accordature, incomincia a farci sognare: sonorità sinuose, intime, fluenti, ma capaci di infinite sfumature e di qualche cromatismo. E così, complice la buona birra e le panche di legno ( che sembrano essere quelle del treno che porta William Blake a Machine nel film “Death Man” di Jim Jarmush) lui, Simone Lobina, giovane e promettente chitarrista, sembra Neal Young. Grande talento, ottima capacità compositiva, suggestivo concerto nella fresca brezza del tramonto. Di tutta altra atmosfera, il doppio concerto di ieri sera nel cortile del Broletto con gli spettatori prima rapiti dalla bravura di Carlo Guido al “Fender Rhodes” e poi tramortiti dalla possente serialità degli “Horse Lords”. Carlo Guidi propone “Drive!” con John Rehmer al basso e Federico Scettri alla batteria. La versatilità del pianoforte elettrico di Guidi, ci fa cavalcare attraverso la storia della musica con echi di pop e di rock, con strizzate d’occhio alla musica elettronica e il basso di Rehmer a fare da “trait-d’union” con la batteria impietosa e asciutta di Federico Scettri, che, concedendo pochissimo al voyeurismo percussionistico, concentratissimo, porta avanti in piena autonomia un suo controcanto. Grandissimo trio che questa sera presentava proprio dal vivo a “Novara Jazz” il primo lavoro su cd. Inutile però sprecare tempo prezioso e così il vulcanico Corrado Beldì, approfitta del cambio-palco per portarmi con sé in una irripetibile visita lampo alla Collezione Giannoni, a beneficio dei suoi ospiti internazionali: giornalisti, organizzatori di concerti, musicisti, critici. Forse l’intruso sono io, ma Corrado ha la capacità, non comune di far sentire tutti a proprio agio. E così tra un Fattori, un Nomellini e una scenografica “Camera con vista”, da una finestra che dà sull’arengo, riusciamo, con la nostra cittadina, a stupire i prestigiosi ospiti. Non c’è tempo di respirare ed eccoci di nuovo nel cortile per essere travolti dai ritmi possenti, ripetitivi ed infiniti degli “Horse Lords”: Andrew Bernstein (sax e percussioni), Owen Gardner (chitarra), Max Eilbacher (basso), Sam Haberman (batteria), inchiodano sulle poltroncine il pubblico novarese, sempre un po’ freddino e scettico, fino a farlo sembrare un pubblico come gli altri. Atmosfera ipnotico-brutalista di grande partecipazione, quasi una “trance” dettata da una musica che sembra essere davvero una novità assoluta. Nota di merito a Riccardo Cigolotti per aver ideato una scenografia psichedelico-razionalista (temo che l’architetto Cigolotti avrebbe qualcosa da ridire sul termine), con ispirazione che arriva direttamente dagli “Oasis”. Insomma, cari novaresi “poltronosi” e scettici, di serate così se ne vedono raramente, ma siete ancora in tempo, Novara Jazz continua e non posso dirlo meglio se non con le parole di Luca Canini: “Il futuro del Jazz è adesso.”
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Torino ha un fascino discreto, un’eleganza composta e una sottile energia che non potranno mancare di sedurre un visitatore attento. Per lungo tempo capitale d’Italia e sede della famiglia reale, Torino lascia che la sua grandezza parli ancora attraverso l’ampiezza sfarzosa dei viali e la magnificenza dei palazzi, mentre il suo volto moderno è lasciato invece alla silenziosa operosità dei suoi abitanti, alla rinomata fama delle sue fabbriche, che hanno consacrato Torino come uno dei centri economici del Paese, lasciandone però intatti gli aspetti più sfuggenti e profondi. Accanto all’interesse culturale dei numerosi musei esiste infatti una Torino esoterica, la cui energia sembra ben percepibile dietro all’ordine sabaudo. Storia, cultura, arte e persino magia si intrecciano sulle rive del Po e all’ombra della Mole Antonelliana, simbolo di Torino. Tutto questo non fa che rendere più interessante l’esperienza di una visita di questa città, tanto ariosa e semplice da apprezzare quanto sfaccettata e ricca di sottintesi da cogliere. Scopri ora cosa vedere! Cosa vedere nella città di Torino La struttura urbana cartesianamente ordinata di Torino permette di muoversi abilmente per la città in completa autonomia oppure come alternativa può essere interessante organizzare un tour guidato per un’autentica e completa immersione nell’affascinante Torino, e scoprirne così i luoghi più interessanti e misteriosi della città: ecco quali sono. Il Duomo di Torino e la Sacra Sindone Il sobrio edificio in marmo bianco di Bussoleno della cattedrale metropolitana dedicata a San Giovanni Battista (1491), sorta sulle fondamenta di tre antichi templi paleocristiani, è l’unica chiesa del periodo rinascimentale ancora presente in città. All’interno, la protagonista indiscussa è senza dubbio la cappella dei Guarini, costruita nella seconda metà del Seicento per custodire, ancora oggi, la Sacra Sindone, il lenzuolo di lino che pare abbia avvolto il corpo di Gesù nel sepolcro in seguito alla sua crocifissione. Questo straordinario e antichissimo oggetto, sul quale è impressa ancora l’immagine di un uomo recante le stesse ferite del Cristo, è forse la più importante reliquia del mondo cattolico, meta ogni anno di milioni di persone in pellegrinaggio davanti a essa. Sono tuttavia da segnalare anche il gruppo statuario realizzato in terracotta da Stefano Maria Clemente tra il (1460-1470) raffigurante la Madonna con il Bambino, Sant’Anna e San Gioacchino, i diciotto quadretti che adornano l’altare dedicato ai Santi Crispino e Crispiniano realizzati da Defendente Ferrari, la grande tela di Bartolomeo Caravoglia, allievo del Guercino, con la Beata Vergine i Santi, i reperti rinascimentali custoditi nel mausoleo di Giovanna d’Orlier e infine una delle migliori copie autentiche della celebre Ultima Cena di Leonardo Da Vinci opera di Luigi Cagna. Il museo Egizio di Torino Non è possibile andarsene da Torino senza aver visitato il museo Egizio, il più antico museo al mondo dedicato alla cultura egizia e secondo per importanza soltanto a quello del Cairo. Le sale, suddivise in cinque livelli, permettono di ammirare alcuni tra i reperti archeologici più importanti mai ritrovati come il libro dei Morti di Luefankh (332-320 a.C.), la mummia risalente al periodo Predinastico (3500 a.C.), la coeva e rarissima pittura su lino ritrovata a Gebelein, la tomba degli Ignoti, il pregevole ostrakon (frammento di ceramica) della Ballerina, le pitture a tempera ritrovate nella cappella di Maia, le statue della galleria dei Re, quella di Uahka (1760 a.C.) e infine la tomba di Kha e Merit, risalente a 3400 anni fa. Al fine di godersi al meglio la visita, potrebbe essere una buona idea acquistare un accesso prioritario o meglio ancora prenotare un tour guidato. Piazza Castello, palazzo Reale e palazzo Madama A fianco del Duomo si apre piazza Castello, una delle più importanti di Torino, circondata su tre lati da un elegante sistema di portici. Qui si affacciano il meraviglioso palazzo Reale, inserito nel patrimonio dell’Umanità Unesco insieme alle altre Residenze Sabaude di Torino, alle spalle del quale si aprono i suoi preziosi giardini, l’antichissimo e imponente palazzo Madama (1637) oggi sede del museo Civico di arte Antica e la Real Chiesa di San Lorenzo con la sua scenografica cupola disegnata dal Guarini. Il palazzo e i giardini Reali rientrano nel circuito dei musei Reali insieme all’armeria Reale, la galleria Sabauda e il museo di Archeologia. Da non perdere all’interno di palazzo Reale la sfarzosità tutta intagli, stucchi, dorature e affreschi della sala da Ballo e quella del Trono, il salone degli Svizzeri e la splendida scala delle Forbici. Palazzo Madama, invece, fonde storicamente e architettonicamente duemila anni di storia di Torino. Tra il XIII e il XV sul sito fu costruita un’originaria cassaforte in stile gotico inglobando e ampliando l’antica porta Decumana di epoca romana, completata poi nel Settecento dalla facciata progettata dall’architetto Filippo Juvarra. Per un breve periodo fu la residenza dei duchi di Savoia quando la capitale del regno venne definitivamente trasferiva da Chambéry a Torino, prima che palazzo Reale divenne per i successivi tre secoli il cuore del potere della famiglia Sabauda. Da non perdere all’interno la suggestiva torre Panoramica, lo scalone d’Onore e la corte Medievale, come le oltre 70 mila opere d’arte conservate nel museo di arte Antica, tra cui il tesoro di Desana, uno scrigno in legno di noce di Limoges del 1220, il Ritratto d’uomo di Antonello Da Messina e le Trés belles Heure, l’unico manoscritto al mondo miniato dal pittore fiammingo Jan Van Eyck. Tra le residenze Reali di Torino, come non citare la stupefacente reggia di Venaria Reale, sita a circa una decina di km dalla città e facilmente raggiungibile anche in treno. Piazza San Carlo, il salotto buono di Torino Ridisegnata nel 2006 in occasione delle Olimpiadi invernali di Torino, piazza San Carlo è un perfetto esempio di come in questa città l’aspirazione al miglioramento e alla modernità si fondi armoniosamente con la preservazione del passato e della tradizione. Completamente riqualificata e trasformata in isola pedonale, conserva di certo il suo storico fascino, quello di salotto buono della città. Sotto i suoi portici, completamente restaurati nelle loro forme originali si affacciano alcuni dei caffè più famosi di Torino e le due chiese gemelle dedicate rispettivamente a San Carlo Borromeo e a Santa Cristina. Costruite entrambe in stile barocco a distanza di una ventina d’anni l’una dall’altra tra il 1619 e il 1639, la facciata della chiesa di Santa Cristina (1715-1718), conosciuta nell’Ottocento come la chiesa delle Serve in quanto frequentata dalle donne di servizio delle ricche famiglie torinesi del quartiere, è opera di Filippo Juvarra ed è inoltre arricchita dalle statue dei Santi e delle Virtù realizzate da Antonio Tantardini e dal Caresana. La chiesa di San Carlo Borromeo invece presenta una facciata ben più recente (XIX secolo) opera di Ferdinando Caronesi, mentre all’interno spiccano gli arredi sui colori del rosa, del rosso e dell’oro, come per la sua gemella, tipici del barocco torinese. La mole Antonelliana, palazzo Carignano, il GAM e il MAO Altri edifici chiave della città di Torino ospitano oggi numerosi musei che meritano una visita. Il primo è senza dubbio il museo del Cinema ospitato dal 1996 all’interno dell’inconfondibile e bizzarro edificio della mole Antonelliana. Con i suoi 167,5 metri di altezza, è uno degli edifici più alti d’Italia, nonché la costruzione in muratura più alta d’Europa. L’ascensore panoramico installato al suo interno nel 1961 permette di raggiungere il tempietto dal quale si gode di un’impareggiabile vista sulla città di Torino. Il museo è uno dei più visitati d’Italia e raccoglie numerose macchine pre-cinematografiche e altrettanti oggetti provenienti dal mondo del cinema (film, libri, manifesti, stampe, locandine ecc.). La facciata curvilinea di palazzo Carignano, capolavoro dell’arte barocca italiana, ospita invece il museo Nazionale del Risorgimento. Affacciato sulla piazza omonima, l’edificio è stato progettato dal celebre architetto modenese Guarino Guarini e costruito tra il 1679 e il 1685. Nel 1848 il palazzo ha ospitato la camera dei deputati del parlamento Subalpino, oggi parte del museo, e insieme a palazzo Reale e palazzo Madama è compreso oggi nelle residenze Sabaude patrimonio Unesco. La galleria Civica di arte Moderna e Contemporanea di Torino, altrimenti nota come GAM, conserva invece oltre 45 mila opere tra dipinti, sculture, installazioni, fotografie, nonché una preziosa collezione di video d’artista, considerata tra le più importanti d’Europa. Tra gli autori esposti si ricordano Pellizza da Volpedo, De Pisis, Paul Klee, Max Ernst, Picabia, Boetti e Paolini. Merita infine una visita anche il MAO, il museo d’arte Orientale di Torino. Il teatro Romano di Torino e il parco del Valentino A fianco del Duomo di Torino e del palazzo Reale si sviluppa anche un’interessante area archeologica, detta di via XX Settembre, che comprende al suo interno l’imponente porta Palatina (I secolo a.C.) e i resti del teatro Romano risalente al 13 a.C. e attivo almeno fino alla fine del III secolo d.C. La porta, una delle porte urbiche d’epoca romana meglio conservate al mondo, e il teatro rappresentano le uniche strutture ancora oggi esistenti a Torino di quell’epoca. Oltre ai Giardini Reali la città vanta inoltre di un altro splendido polmone verde, questa volta adagiato romanticamente sulle rive del Po, il fiume al quale la storia di Torino è indissolubilmente legata. Il parco del Valentino, che insieme alla mole Antonelliana è ormai diventato un simbolo cittadino, è il parco pubblico più antico e famoso d’Italia, una stupenda area verde che vanta un prezioso patrimonio arboreo e una ricca avifauna. Numerosi sono i luoghi di interesse all’interno del parco tra cui il castello del Valentino, anch’esso tra le residenze Reali dei Savoia tutelate dall’Unesco e inoltre sede della facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, la fontana delle Stagioni e dei Mesi, l’orto Botanico universitario, il giardino Roccioso e infine il borgo Medievale al Valentino, perfettamente restaurato, che circonda il castello: un vero e proprio museo a cielo aperto che permette ai visitatori di compiere un vero e proprio viaggio nel tempo. Torino spirituale: la Gran Madre di Dio e Superga Appena si supera il Po, sul versante orientale la natura si rimpossessa degli spazi e davanti agli occhi si erge la collina di Torino. Qui sorgono due luoghi simbolo della spiritualità cittadina. Appena oltrepassato il ponte Vittorio Emanuele I per prima si raggiunge la chiesa neoclassica della Gran Madre di Dio, eretta tra il 1818 e il 1831 per celebrare il ritorno del re sabaudo dopo la sconfitta di Napoleone. L’interno, a pianta circolare come il Pantheon di Roma su disegno di Ferdinando Bonsignore, è custodito l’ossario dei Caduti della Grande Guerra, i quattro bassorilievi con episodi tratti dalla Vita della Vergine e un pregevole parco statuario tra cui una Vergine con il Bambino di Andrea Galassi, il Crocifisso e il Sacro Cuore di Gesù di Edoardo Rubino, e infine le statue della Fede e della Religione, in mezzo alle quali una leggenda vuole sia sepolto il Santo Graal. Una suggestiva tranvia, o in alternativa un percorso pedonale panoramico, permettono infine di raggiungere la celebre basilica tardo barocca di Superga (1731) disegnata sempre dal celebre architetto Filippo Juvarra e situata sulla sommità della collina di Torino. La cupola dell’edificio, insieme alla mole Antonelliana, è la protagonista indiscussa dello skyline torinese, riccamente decorata eppure sobria, sontuosa eppure straordinariamente elegante nella sua armonia neoclassica. La basilica di Superga è anche tristemente nota per la tragedia che colpì la squadra del Torino nel 1949. Contro il suo muraglione infatti si schiantò l’aereo della Grande Torino. Torino esoterica: i luoghi magici della città Un curioso tour permette anche di scoprire un lato ancora poco conosciuto di Torino, quello magico ed esoterico. Pare infatti che la città sia uno dei vertici di due contrapposti triangoli: quello della magia nera insieme a Londra e San Francisco, e quello della magia bianca insieme a Lione e Praga. A riprova di questo esistono 5 luoghi sparsi in città legati alla magia nera e altrettanti legati alla magia bianca. I primi sono rappresentati da piazza Statuto, considerata il cuore nero di Torino, il palazzo e il portone del Diavolo, il museo Egizio, un palazzo con gli occhi del Diavolo sito in via Lascaris e il rondò della Forca, dove fino al 1863 si trovava il patibolo sul quale venivano uccisi i condannati a morte. I 5 luoghi legati invece alla magia bianca, e che quindi irradierebbero energia positiva, sono la chiesa della Gran Madre di Dio, la fontana dei Tritoni di palazzo Reale in piazza Castello, sempre il museo Egizio, la fontana angelica di piazza Solferino e, infine, la mole Antonelliana. https://ift.tt/3fFDms8 Tour della città di Torino: cosa vedere Torino ha un fascino discreto, un’eleganza composta e una sottile energia che non potranno mancare di sedurre un visitatore attento. Per lungo tempo capitale d’Italia e sede della famiglia reale, Torino lascia che la sua grandezza parli ancora attraverso l’ampiezza sfarzosa dei viali e la magnificenza dei palazzi, mentre il suo volto moderno è lasciato invece alla silenziosa operosità dei suoi abitanti, alla rinomata fama delle sue fabbriche, che hanno consacrato Torino come uno dei centri economici del Paese, lasciandone però intatti gli aspetti più sfuggenti e profondi. Accanto all’interesse culturale dei numerosi musei esiste infatti una Torino esoterica, la cui energia sembra ben percepibile dietro all’ordine sabaudo. Storia, cultura, arte e persino magia si intrecciano sulle rive del Po e all’ombra della Mole Antonelliana, simbolo di Torino. Tutto questo non fa che rendere più interessante l’esperienza di una visita di questa città, tanto ariosa e semplice da apprezzare quanto sfaccettata e ricca di sottintesi da cogliere. Scopri ora cosa vedere! Cosa vedere nella città di Torino La struttura urbana cartesianamente ordinata di Torino permette di muoversi abilmente per la città in completa autonomia oppure come alternativa può essere interessante organizzare un tour guidato per un’autentica e completa immersione nell’affascinante Torino, e scoprirne così i luoghi più interessanti e misteriosi della città: ecco quali sono. Il Duomo di Torino e la Sacra Sindone Il sobrio edificio in marmo bianco di Bussoleno della cattedrale metropolitana dedicata a San Giovanni Battista (1491), sorta sulle fondamenta di tre antichi templi paleocristiani, è l’unica chiesa del periodo rinascimentale ancora presente in città. All’interno, la protagonista indiscussa è senza dubbio la cappella dei Guarini, costruita nella seconda metà del Seicento per custodire, ancora oggi, la Sacra Sindone, il lenzuolo di lino che pare abbia avvolto il corpo di Gesù nel sepolcro in seguito alla sua crocifissione. Questo straordinario e antichissimo oggetto, sul quale è impressa ancora l’immagine di un uomo recante le stesse ferite del Cristo, è forse la più importante reliquia del mondo cattolico, meta ogni anno di milioni di persone in pellegrinaggio davanti a essa. Sono tuttavia da segnalare anche il gruppo statuario realizzato in terracotta da Stefano Maria Clemente tra il (1460-1470) raffigurante la Madonna con il Bambino, Sant’Anna e San Gioacchino, i diciotto quadretti che adornano l’altare dedicato ai Santi Crispino e Crispiniano realizzati da Defendente Ferrari, la grande tela di Bartolomeo Caravoglia, allievo del Guercino, con la Beata Vergine i Santi, i reperti rinascimentali custoditi nel mausoleo di Giovanna d’Orlier e infine una delle migliori copie autentiche della celebre Ultima Cena di Leonardo Da Vinci opera di Luigi Cagna. Il museo Egizio di Torino Non è possibile andarsene da Torino senza aver visitato il museo Egizio, il più antico museo al mondo dedicato alla cultura egizia e secondo per importanza soltanto a quello del Cairo. Le sale, suddivise in cinque livelli, permettono di ammirare alcuni tra i reperti archeologici più importanti mai ritrovati come il libro dei Morti di Luefankh (332-320 a.C.), la mummia risalente al periodo Predinastico (3500 a.C.), la coeva e rarissima pittura su lino ritrovata a Gebelein, la tomba degli Ignoti, il pregevole ostrakon (frammento di ceramica) della Ballerina, le pitture a tempera ritrovate nella cappella di Maia, le statue della galleria dei Re, quella di Uahka (1760 a.C.) e infine la tomba di Kha e Merit, risalente a 3400 anni fa. Al fine di godersi al meglio la visita, potrebbe essere una buona idea acquistare un accesso prioritario o meglio ancora prenotare un tour guidato. Piazza Castello, palazzo Reale e palazzo Madama A fianco del Duomo si apre piazza Castello, una delle più importanti di Torino, circondata su tre lati da un elegante sistema di portici. Qui si affacciano il meraviglioso palazzo Reale, inserito nel patrimonio dell’Umanità Unesco insieme alle altre Residenze Sabaude di Torino, alle spalle del quale si aprono i suoi preziosi giardini, l’antichissimo e imponente palazzo Madama (1637) oggi sede del museo Civico di arte Antica e la Real Chiesa di San Lorenzo con la sua scenografica cupola disegnata dal Guarini. Il palazzo e i giardini Reali rientrano nel circuito dei musei Reali insieme all’armeria Reale, la galleria Sabauda e il museo di Archeologia. Da non perdere all’interno di palazzo Reale la sfarzosità tutta intagli, stucchi, dorature e affreschi della sala da Ballo e quella del Trono, il salone degli Svizzeri e la splendida scala delle Forbici. Palazzo Madama, invece, fonde storicamente e architettonicamente duemila anni di storia di Torino. Tra il XIII e il XV sul sito fu costruita un’originaria cassaforte in stile gotico inglobando e ampliando l’antica porta Decumana di epoca romana, completata poi nel Settecento dalla facciata progettata dall’architetto Filippo Juvarra. Per un breve periodo fu la residenza dei duchi di Savoia quando la capitale del regno venne definitivamente trasferiva da Chambéry a Torino, prima che palazzo Reale divenne per i successivi tre secoli il cuore del potere della famiglia Sabauda. Da non perdere all’interno la suggestiva torre Panoramica, lo scalone d’Onore e la corte Medievale, come le oltre 70 mila opere d’arte conservate nel museo di arte Antica, tra cui il tesoro di Desana, uno scrigno in legno di noce di Limoges del 1220, il Ritratto d’uomo di Antonello Da Messina e le Trés belles Heure, l’unico manoscritto al mondo miniato dal pittore fiammingo Jan Van Eyck. Tra le residenze Reali di Torino, come non citare la stupefacente reggia di Venaria Reale, sita a circa una decina di km dalla città e facilmente raggiungibile anche in treno. Piazza San Carlo, il salotto buono di Torino Ridisegnata nel 2006 in occasione delle Olimpiadi invernali di Torino, piazza San Carlo è un perfetto esempio di come in questa città l’aspirazione al miglioramento e alla modernità si fondi armoniosamente con la preservazione del passato e della tradizione. Completamente riqualificata e trasformata in isola pedonale, conserva di certo il suo storico fascino, quello di salotto buono della città. Sotto i suoi portici, completamente restaurati nelle loro forme originali si affacciano alcuni dei caffè più famosi di Torino e le due chiese gemelle dedicate rispettivamente a San Carlo Borromeo e a Santa Cristina. Costruite entrambe in stile barocco a distanza di una ventina d’anni l’una dall’altra tra il 1619 e il 1639, la facciata della chiesa di Santa Cristina (1715-1718), conosciuta nell’Ottocento come la chiesa delle Serve in quanto frequentata dalle donne di servizio delle ricche famiglie torinesi del quartiere, è opera di Filippo Juvarra ed è inoltre arricchita dalle statue dei Santi e delle Virtù realizzate da Antonio Tantardini e dal Caresana. La chiesa di San Carlo Borromeo invece presenta una facciata ben più recente (XIX secolo) opera di Ferdinando Caronesi, mentre all’interno spiccano gli arredi sui colori del rosa, del rosso e dell’oro, come per la sua gemella, tipici del barocco torinese. La mole Antonelliana, palazzo Carignano, il GAM e il MAO Altri edifici chiave della città di Torino ospitano oggi numerosi musei che meritano una visita. Il primo è senza dubbio il museo del Cinema ospitato dal 1996 all’interno dell’inconfondibile e bizzarro edificio della mole Antonelliana. Con i suoi 167,5 metri di altezza, è uno degli edifici più alti d’Italia, nonché la costruzione in muratura più alta d’Europa. L’ascensore panoramico installato al suo interno nel 1961 permette di raggiungere il tempietto dal quale si gode di un’impareggiabile vista sulla città di Torino. Il museo è uno dei più visitati d’Italia e raccoglie numerose macchine pre-cinematografiche e altrettanti oggetti provenienti dal mondo del cinema (film, libri, manifesti, stampe, locandine ecc.). La facciata curvilinea di palazzo Carignano, capolavoro dell’arte barocca italiana, ospita invece il museo Nazionale del Risorgimento. Affacciato sulla piazza omonima, l’edificio è stato progettato dal celebre architetto modenese Guarino Guarini e costruito tra il 1679 e il 1685. Nel 1848 il palazzo ha ospitato la camera dei deputati del parlamento Subalpino, oggi parte del museo, e insieme a palazzo Reale e palazzo Madama è compreso oggi nelle residenze Sabaude patrimonio Unesco. La galleria Civica di arte Moderna e Contemporanea di Torino, altrimenti nota come GAM, conserva invece oltre 45 mila opere tra dipinti, sculture, installazioni, fotografie, nonché una preziosa collezione di video d’artista, considerata tra le più importanti d’Europa. Tra gli autori esposti si ricordano Pellizza da Volpedo, De Pisis, Paul Klee, Max Ernst, Picabia, Boetti e Paolini. Merita infine una visita anche il MAO, il museo d’arte Orientale di Torino. Il teatro Romano di Torino e il parco del Valentino A fianco del Duomo di Torino e del palazzo Reale si sviluppa anche un’interessante area archeologica, detta di via XX Settembre, che comprende al suo interno l’imponente porta Palatina (I secolo a.C.) e i resti del teatro Romano risalente al 13 a.C. e attivo almeno fino alla fine del III secolo d.C. La porta, una delle porte urbiche d’epoca romana meglio conservate al mondo, e il teatro rappresentano le uniche strutture ancora oggi esistenti a Torino di quell’epoca. Oltre ai Giardini Reali la città vanta inoltre di un altro splendido polmone verde, questa volta adagiato romanticamente sulle rive del Po, il fiume al quale la storia di Torino è indissolubilmente legata. Il parco del Valentino, che insieme alla mole Antonelliana è ormai diventato un simbolo cittadino, è il parco pubblico più antico e famoso d’Italia, una stupenda area verde che vanta un prezioso patrimonio arboreo e una ricca avifauna. Numerosi sono i luoghi di interesse all’interno del parco tra cui il castello del Valentino, anch’esso tra le residenze Reali dei Savoia tutelate dall’Unesco e inoltre sede della facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, la fontana delle Stagioni e dei Mesi, l’orto Botanico universitario, il giardino Roccioso e infine il borgo Medievale al Valentino, perfettamente restaurato, che circonda il castello: un vero e proprio museo a cielo aperto che permette ai visitatori di compiere un vero e proprio viaggio nel tempo. Torino spirituale: la Gran Madre di Dio e Superga Appena si supera il Po, sul versante orientale la natura si rimpossessa degli spazi e davanti agli occhi si erge la collina di Torino. Qui sorgono due luoghi simbolo della spiritualità cittadina. Appena oltrepassato il ponte Vittorio Emanuele I per prima si raggiunge la chiesa neoclassica della Gran Madre di Dio, eretta tra il 1818 e il 1831 per celebrare il ritorno del re sabaudo dopo la sconfitta di Napoleone. L’interno, a pianta circolare come il Pantheon di Roma su disegno di Ferdinando Bonsignore, è custodito l’ossario dei Caduti della Grande Guerra, i quattro bassorilievi con episodi tratti dalla Vita della Vergine e un pregevole parco statuario tra cui una Vergine con il Bambino di Andrea Galassi, il Crocifisso e il Sacro Cuore di Gesù di Edoardo Rubino, e infine le statue della Fede e della Religione, in mezzo alle quali una leggenda vuole sia sepolto il Santo Graal. Una suggestiva tranvia, o in alternativa un percorso pedonale panoramico, permettono infine di raggiungere la celebre basilica tardo barocca di Superga (1731) disegnata sempre dal celebre architetto Filippo Juvarra e situata sulla sommità della collina di Torino. La cupola dell’edificio, insieme alla mole Antonelliana, è la protagonista indiscussa dello skyline torinese, riccamente decorata eppure sobria, sontuosa eppure straordinariamente elegante nella sua armonia neoclassica. La basilica di Superga è anche tristemente nota per la tragedia che colpì la squadra del Torino nel 1949. Contro il suo muraglione infatti si schiantò l’aereo della Grande Torino. Torino esoterica: i luoghi magici della città Un curioso tour permette anche di scoprire un lato ancora poco conosciuto di Torino, quello magico ed esoterico. Pare infatti che la città sia uno dei vertici di due contrapposti triangoli: quello della magia nera insieme a Londra e San Francisco, e quello della magia bianca insieme a Lione e Praga. A riprova di questo esistono 5 luoghi sparsi in città legati alla magia nera e altrettanti legati alla magia bianca. I primi sono rappresentati da piazza Statuto, considerata il cuore nero di Torino, il palazzo e il portone del Diavolo, il museo Egizio, un palazzo con gli occhi del Diavolo sito in via Lascaris e il rondò della Forca, dove fino al 1863 si trovava il patibolo sul quale venivano uccisi i condannati a morte. I 5 luoghi legati invece alla magia bianca, e che quindi irradierebbero energia positiva, sono la chiesa della Gran Madre di Dio, la fontana dei Tritoni di palazzo Reale in piazza Castello, sempre il museo Egizio, la fontana angelica di piazza Solferino e, infine, la mole Antonelliana. Scopri cosa vedere nella bellissima e affascinante città di Torino: dalla Mole Antonelliana ai tanti musei, fino ai luoghi più esoterici.
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Capitolo 4: Cusco e la valle sacra degli Inka
Arriviamo all’aeroporto di Lima alle 2:30 di notte (ora locale) e dopo un caffé e un po’ di riposo, decidiamo di andare ad imbarcare i bagagli per il volo per Cusco ma.. non esiste il check in della nostra compagnia aerea.. cosí ha inizio la nostra avventura peruviana: Ale che segue per tutto l’aeroporto (ridendo) un gruppo di peruviani incazzati neri perché devono partire con il volo prima del nostro e non esiste il check in!! Bienvenidos en Perù, terra di sorprese e avventure!!
Fortunatamente tutto si sistema e con un aereo piccolo piccolo sorvoliamo le Ande e atterriamo a Cusco. La popolazione andina vive di agricoltura e turismo e questo in realtà si traduce nell’essere un po’ aggressivi con gli stranieri. Appena fuori dall’aeroporto veniamo travolti da una moltitudine di persone che cercano di offrirci un taxi. Noi siamo diretti a Saylla, poco a sud di Cusco, per lavorare nell’Hacienda della famiglia di Guillermo. I taxi qui non hanno tassametro e bisogna contrattare sul prezzo.. dopo aver provato a dirci che arrivare a Saylla costa di più perchè c’è una grande salita da fare, siamo riusciti a far dimezzare il prezzo, quindi ricordate: se non riuscite a sembrare peruviani (io e ale tra altezza e colori siamo proprio in difficoltà) dovete sempre contrattare a Cusco.
Arriviamo a casa di Guillermo, una bellissima casa coloniale. Lui è sempre molto sorridente, gentile e disponibile. Ci presenta la sorella Monica, la Signora Feliz che lavora nella sua cucina, ci fa vedere Teo e Juan che stanno lavorando nei campi e ci presenta i 4 cani e 1/2 (c’è un polpettino minuscolo, ultimo arrivato, che abbiamo battezzato “Totti” ahahahah). Ci fa vedere la stanza e purtroppo abbiamo una finestra senza vetri e qui di notte la temperatura scende.. (ci armiamo di buste di plastica e pazienza, “tappiamo” la finestra e ci rassegniamo all’idea di dormire con sciarpa e cappello).. ci fa vedere la doccia che purtroppo si trova in mezzo ai campi (5 minuti di camminata nel fango perchè siamo nella stagione delle piogge) e ha, anch’essa, una finestra senza vetri (abbiamo capito che non ci faremo spesso la doccia).. pranziamo insieme e la Signora Feliz, Teo e Juan non si siedono con noi..
Abbiamo capito..in qualità di Hacienda, in questa casa vige ancora la mentalità schiavista.. la famiglia di Guillermo è benestante, la Signora Feliz, Teo e Juan sono indigeni e lavorano per loro, quindi non possono usufruire delle stesse comodità.. capiremo più in là che, per quanto cerchino di essere gentili con noi e ci aiutino in molte cose dal punto di vista del “turista” (informazioni, chiacchierate, telefonate ad agenzie) anche noi non possiamo avere comodità (non possiamo usare la lavatrice, abbiamo solo un cuscino per due, non abbiamo gli strumenti adatti per lavorare e non abbiamo acqua calda per fare la doccia).. questo ci porterà ad andare via prima del previsto.. ai disagi ci si adatta per un breve periodo, ma il loro modo di vedere il mondo non ci piace e non ci piace più l’idea di aiutarli..
Durante il nostro soggiorno a Saylla abbiamo visitato il sito archeologico di Tipon, 40 minuti di ripidissime scale per usare l’entrata secondaria e non pagare il biglietto (in realtà abbiamo pagato con la fatica), e ammirare le opere idrauliche degli inka.
Gli Inka hanno costruito moltissime delle loro città in cima alle montagne (più sicure nel caso di attacchi nemici) e per raccogliere in modo ordinato l’acqua delle piogge o dei ghiacci ed evitare l’erosione della montagna stessa, hanno creato sempre dei terrazzamenti (utili anche all'approvvigionamento) e il risultato è che le loro costruzioni sono ancora in piedi dopo più di 1000 anni.. Gli Inka erano proiettati verso l’eternità.
Un altro tour che abbiamo scelto di fare è stato quello della “montagna dai 7 colori”, che in teoria prevede una camminata di circa 3 ore ad un’altitudine di 5000 metri... noi siamo riusciti a trovare un tour alternativo per arrivare in macchina direttamente sulle montagne e, ovviamente, siamo stati puniti!! Appena arrivati ha cominciato a grandinare.. la montagna si è trasformata in una trappola fangosa e (solo io e ale) siamo scivolati (io 2 volte e ale 1) e siamo tornati a casa zozzi!! peró ne è valsa la pena.. che spettacolo!!
Abbandonato Guillermo, ci siamo trasferiti a Cusco, in un ostello in cui Coco (il proprietario) ci accoglie con un grande cappello (che toglie solo per dormire), tante chiacchiere e tanti consigli sul resto delle cose che possiamo fare.
Cusco è una città molto bella, tutta salite e discese, ma è il frutto dell’invasione spagnola, che hanno distrutto la maggior parte delle costruzioni Inka e utilizzato le pietre per costruire le proprie case e le chiese coloniali. In questo momento, poi, il turismo ha reso la città troppo costosa per i nativi e si vedono costruzioni di case interminate su tutte le montagne circostanti.. è la periferia.
La cosa più divertente è stata senza dubbio prendere i bus cittadini: camioncini da 15 posti sui quali lavorano un autista e un assistente (non saprei come chiamarlo). Il secondo, ad ogni fermata si affaccia ed elenca tutte le fermate che effettuerà il bus accompagnato da “sube sube sube” (per dire alla gente di sbrigarsi a salire) o “baja baja baja” (per il contrario).. è una giungla!!
Tra una visita al Museo Inka e al Museo della Coca, una passeggiata nel quartiere degli artisti e una foto con gli alpaca arriva il fatidico momento della gita a Machu Picchu.
Il modo più economico per arrivare è la macchina (o meglio un furgoncino da 20 posti), che con un viaggio di circa 6 ore e 30 (spericolato e accompagnato da musica anni ‘80), ci porta fino a Hidroelectrica (perchè oltre non arrivano le macchine), qui possiamo decidere di prendere il treno fino ad Aguas Caliente (33 dollari per il turista, 5 soles per i peruviani) oppure camminare lungo la ferrovia per circa 2 ore e 30 (abbiamo scelto la seconda opzione). Una volta arrivati la nostra guida (immaginate una piazza piena di peruviani che urlano nomi inglesi, francesi, italiani, ecc..) ci accompagna all’hotel, durante la cena ci spiega i dettagli della salita a Machu Picchu (anche qui si può scegliere di andare in autobus pagando 20 dollari o salire le scale per 1 ora e 30, forse 2) e ci da appuntamento alle 4:30 di mattina per l’inizio dell’avventura.
Ingenuamente, dopo i 40 minuti di scale di Tipon, ho pensato che si potesse fare senza problemi.. invece.. con una narice tappata, l’umidità al 300%, un dislivello complessivo di 400 metri di altitudine e la vecchiaia che avanza, questo trekking mi è costato i polmoni e 3 ore di tempo (non chiedetemi mai più di fare così tante scale!!).
Ne è valsa sicuramente la pena.. il fascino di Machu Picchu è unico!! Qui gli Inka hanno dato il meglio di loro stessi e, soprattutto, il sito non è stato scoperto dai conquistatori spagnoli ed è rimasto intatto (nonostante sia una città interminata). La guida ci ha spiegato moltissime cose interessanti, tra cui il fatto che Machu Picchu era in costruzione da circa 70 anni e che la sconfitta di questa popolazione è stata causata principalmente dal conflitto tra due fratelli che si contendevano il trono poco prima dell’arrivo di Pizarro. Purtoppo ci ha raccontato anche che, come l’ultimo re Inka provò a salvare se stesso regalando i tesori della sua popolazione agli spagnoli, così alcuni presidenti peruviani hanno svenduto i propri tesori per riemergere dalla crisi e attualmente Machu Picchu è di proprietà inglese (lo sarà per un tempo complessivo di 30 anni).
il nostro tempo qui è terminato, ci tocca affrontare la discesa diretta fino a Hidroelectrica, dove ci aspetta la macchina per tornare a Cusco e da lì prenderemo il bus diretto a Puno. Si inizia un’avventura itinerante nel Sud del Perù che ci porterà fino a Lima.
Addio Cusco, portiamo con noi l’amore per gli Inka, per i “chicharrones de cerdo” (Bocconcini di Maiale fritto) e gli alpaca e l’odio per gli “Inkapaci”, le salite estreme e il freddo.
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