#la mia vita con tigrotto
Explore tagged Tumblr posts
Text
Perché c’è la guerra?
Oggi Tigrotto mi ha fatto questa semplice domanda a tavola.
Ho provato a spiegargli che la guerra c’è perché gli uomini sono stupidì.
Ho provato a spiegargli che spesso le guerre nascono per la paura di ciò che è “diverso” e gli ho fatto l’esempio dei suoi compagni di classe che vengono dall’Ucraina.
«Loro sono scappati appena in tempo dall’Ucraina» mi ha detto. Ho provato a spiegargli che per altri non è altrettanto semplice scappare, che in Palestina muoiono in tanti per la guerra, perché c’è un popolo che vuole la loro terra e si ritiene superiore.
A sei anni mi ha risposto: «Ma non ha senso. Siamo tutti uguali!»
Come al solito i bambini sono gli unici a vedere il re nudo.
52 notes
·
View notes
Text
A me mise in crisi la domanda “Perché si chiama presepe?”
Fortuna che oggi c’è internet e Wikipedia.
Mia figlia che mi chiede della barbabietola da zucchero da un senso a tutta la mia vita scolastica
21 notes
·
View notes
Text
19 ott 2023 18:35
“GUADAGNO 7.400 EURO AL MESE, QUESTO LAVORO NON SI FA PER I SOLDI” – NICOLA GRATTERI, NUOVO CAPO DELLA PROCURA DI NAPOLI, PIÙ GRANDE D’ITALIA, SI RACCONTA COME UN DURO E PURO: “SE UNO PENSA DI FARE IL MAGISTRATO E INVIDIA CHI HA LA FERRARI DOVEVA FARE IL CONCORSO PER NOTAIO. SIAMO PRIVILEGIATI: GUADAGNIAMO TRE VOLTE LO STIPENDIO DI UN IMPIEGATO” – “MI PROTEGGONO OTTO-DIECI PERSONE FISSE: DI PIÙ NON È POSSIBILE. A QUESTI SI AGGIUNGONO QUELLI CHE QUANDO MI SPOSTO FANNO I CONTROLLI, LE BONIFICHE. È ABBASTANZA ASFISSIANTE. A VOLTE VIENE LA SINDROME DA SOFFOCAMENTO. PENSO DI NON FARE UN BAGNO AL MARE DA 25 ANNI” -
Estratto dell’articolo di Elvira Serra per il “Corriere della Sera”
Domani a mezzogiorno Nicola Gratteri, 65 anni, presta giuramento al Tribunale di Napoli e si insedia a capo della Procura più grande d’Italia, con nove aggiunti e 102 sostituti.
Quando ha visto il primo morto ammazzato?
«Facevo le medie a Locri, spesso da Gerace ci andavamo in autostop. Durante uno di quei viaggi vidi dei morti a terra. Poi li ho visti anche vicino a scuola».
Ha fatto arrestare suoi compagni di classe?
«Sì, molti studenti erano figli di capimafia. Feci arrestare anche il mio compagno di giochi in campagna, quando andavo dagli zii, perché aveva un arsenale di armi».
Qualcuno le è rimasto impresso?
«Con un amico giocavamo sempre a pallone davanti a casa mia, in uno spiazzo di terra battuta, con vetri, chiodi. Quando tornavamo a casa dovevamo stare attenti a non zoppicare sennò erano botte, perché il gioco era tempo perso, bisognava solo studiare e se avanzava tempo andare nei campi ad accudire gli animali, mucche, capre, pecore, galline, conigli, tacchini, tutto quello che c’è in una piccola fattoria».
Cosa successe?
«Lui era emigrato a Torino con la famiglia. Molti anni dopo lo ritrovai su un veliero davanti alle coste di Miami con un carico di 800 chili di cocaina. In carcere mi impressionò la faccia, era bianco come la carta: le prigioni americane non sono come le italiane. “Mi sono rovinato la vita”, disse. Risposi che poteva ripartire da zero, bastava che collaborasse. Non collaborò».
[…]
Com’erano i suoi genitori?
«Semianalfabeti. Mia madre aveva conseguito la terza elementare, mio padre la quinta. Lei casalinga, lui camionista: aveva un piccolo Tigrotto con mio zio Nicola e mio nonno. Non ci sono più da una decina d’anni. Ho fatto in tempo a farli preoccupare per me, ma erano orgogliosi. Di tutti e 5 i figli: una ha insegnato all’università all’estero, un altro è professore ordinario di medicina legale, poi ci sono io, uno è odontotecnico, la piccola è insegnante».
Cosa vuol dire vivere sotto scorta? Ormai sono quasi 35 anni, dall’aprile del 1989.
«È pesante. Ci sono giorni in cui si soffre di più, viene la sindrome da soffocamento a non poter fare una passeggiata da soli, non poter andare in bicicletta, non uscire in moto. Penso di non fare un bagno al mare da 25 anni».
Quante persone la proteggono?
«Otto-dieci fisse: di più non è possibile. A questi si aggiungono quelli che quando mi sposto fanno i controlli, le bonifiche, portano i cani per sentire l’esplosivo. È abbastanza asfissiante. Mi costa tantissimo sul piano psicologico, bisogna avere nervi d’acciaio».
È mai andato dallo psicanalista?
«Ci vado ogni domenica: il mio psicanalista è l’orto, lavorare la terra, piantare zucchine e cetrioli, in questo periodo cavoli, broccoli, bietole, raccogliere le olive. Domenica scorsa sono stato 12 ore sul trattore per trinciare l’erba».
E sempre qualcuno a guardarla.
«Uno? Tutti! Sono circondato».
Che rapporto ha con la scorta?
«Sono come fratelli, figli. L’addestramento in Sardegna, ad Abbasanta, è durissimo: gli istruttori consigliano di non fare il servizio per più di quattro anni perché è molto logorante. Io ho ragazzi che stanno con me da 14 anni».
Dove trova la forza di fare questa vita?
«Nella convinzione che quello che faccio serve, è utile alla collettività. La libertà non è andare in bici o farsi un bagno al mare. La libertà è stare anche per un anno sotto una pietra, fermo, immobile, ma poi poter dire quello che si pensa e guardare tutti negli occhi».
Quand’è l’ultima volta che ha pianto?
«Io non piango, cerco di controllare le emozioni, mi fermo un attimo prima. Devo essere sempre lucido, non posso permettermi il lusso di lasciarmi andare. Anche per la responsabilità verso chi lavora con me. Il mio telefono è acceso 24 ore su 24».
Paura per sua moglie e i suoi figli?
«Certo, paura per tutti. Pure loro hanno la scorta. Hanno cercato di sequestrare uno dei miei figli, avevano programmato di simulare un incidente stradale per ammazzare l’altro».
Sono arrabbiati con lei? Non le hanno mai chiesto: perché non hai scelto un altro lavoro?
«All’inizio sì, ora cominciano a metabolizzare e capire che ho fatto cose importanti. Assieme ai miei colleghi abbiamo reso la Calabria, la nostra terra, più libera. Soprattutto abbiamo messo nella testa della gente il tarlo che si può cambiare. Infatti le denunce sono aumentate».
È andato alla loro laurea?
«Di uno sì, dell’altro no, non era possibile in quel momento. Per anni con mia moglie, quando i miei figli facevano le recite a scuola, noi le facevamo a casa. Lei mi raccontava per filo e per segno come erano vestiti, cosa avevano fatto, e quando tornavo e protestavano, “non sei venuto!”, io replicavo “ma sì che c’ero, ero in fondo e non mi hai visto!”».
Fanno i magistrati?
«No, sono tutti e due medici. Stanno facendo la specializzazione: uno in dermatologia e uno in chirurgia plastica ricostruttiva».
[…]
Domani comincia a Napoli. C’è chi già scommette su quanto durerà.
«Ma io ho un carattere molto forte. Per anni ho mangiato pane e veleno. Sono allenato al sacrificio, a qualsiasi tipo di stress».
Sua moglie non la seguirà: non aveva chiesto il trasferimento perché non credeva che avrebbe ottenuto l’incarico.
«È vero: a settembre non ha fatto la domanda di trasferimento perché, ha detto, “siccome ti bocciano sempre è meglio che rimango dove sto”. Insegna matematica a Locri».
Le è dispiaciuto di più non diventare ministro della Giustizia nel 2014 o procuratore nazionale antimafia nel 2022?
«Non sono attaccato alle poltrone. Per me è importante servire lo Stato. Non è retorica, ma mentre cammino nei corridoi della Procura se trovo luci accese in una stanza e non c’è nessuno io le spengo: e chi le ha lasciate accese sa che sono passato. Certo, bisognerebbe capire chi ha detto a Napolitano che non potevo fare il ministro: Renzi mi aveva dato carta bianca».
Se deve fare un regalo a sua moglie fa «bonificare» il negozio?
«Io non entro mai in un negozio. Anche per un caffè, entra prima uno dei miei, paga, e poi arriviamo noi e consumiamo. Altrimenti c’è sempre qualcuno che te lo vuole offrire».
Non ne ha mai accettato uno?
«Una volta con mia moglie, eravamo fidanzati, entrai al bar con la scorta e c’era il capomafia del paese con la sua scorta che voleva assolutamente offrirmi il caffè. E io: ma no lasci stare, che poi trovo delle cose su di voi e vi faccio arrestare. Lui insistette. Cinque mesi dopo nel carcere di Palmi il caffè gliel’ho offerto io».
È vero che ha rifiutato i biglietti per lo stadio che le aveva fatto recapitare De Laurentiis?
«Ho detto ai miei di ringraziare, ma non sono mai entrato in uno stadio, quindi ho chiesto di restituirli».
Avrebbe potuto regalarli.
«Chi deve andare alla partita paga il biglietto. Un magistrato guadagna bene».
Lei quanto guadagna?
«Io guadagno 7.400 euro».
E vale la pena fare questa vita per quei soldi?
«Quando ho iniziato guadagnavo un milione 350 mila lire al mese. Questo lavoro non si fa per i soldi. Se uno pensa di fare il magistrato e invidia chi ha la Ferrari doveva fare il concorso per notaio. Siamo privilegiati: guadagniamo tre volte lo stipendio di un impiegato».
Torniamo a Napoli. Quali sono le priorità?
«Intanto devo entrare in Procura e lo farò domani. Per prima cosa devo ascoltare tutti. Io faccio 4-5-10 riunioni in un giorno. Arrivo alle otto, esco alle 20, mangio sulla scrivania, non mi alzo finché non ho preso una decisione, mettendo a disposizione la mia esperienza».
Come ha preso la lettera della Camera Penale che le ha fatto «gli auguri più sinceri», ma avrebbe «preferito un profilo diverso, meno operativo militare»?
«Mi dispiace per loro che non hanno studiato le mie cose, la mia vita, non si sono informati da persone oneste su chi sono. Anche una corrente di magistrati ha sollevato obiezioni. Ma se a Catanzaro, dove sono da 7 anni, nessuno ha fatto domanda di trasferimento un motivo ci sarà. Eppure ci sono giovani da Lombardia, Emilia-Romagna, Umbria, Marche».
[…]
L’hanno già chiamata il sindaco Gaetano Manfredi e il governatore Vincenzo De Luca?
«No, e perché? Loro fanno il loro lavoro, io faccio il mio. Capiterà di incontrarci».
A Napoli un’emergenza è la criminalità giovanile. Immagino provi amarezza, visto il suo investimento sui giovani. Non a caso ci stiamo vedendo a Trento, dove era in programma un incontro con gli studenti universitari.
«Se hanno meno di 18 anni è competente la Procura dei minorenni. Con la quale vorrò confrontarmi, così come mi confronterò con le altre procure circondariali, per vedere se si possono applicare protocolli e buone prassi».
La preoccupano i rioni bunker?
«Non esiste un posto dove non si può entrare. Nei bunker sotterranei lunghi chilometri abbiamo catturato dieci latitanti, grazie alle tecnologie e a fantastici uomini ragno».
[…]
Oggi è più potente la mafia, la ’ndrangheta o la camorra?
«La ’ndrangheta: è la più ricca e riesce a importare l’80 per cento della cocaina che arriva in Europa. Cosa Nostra da almeno 25 anni compra la cocaina dalla ’ndrangheta».
Cosa pensa di film e fiction a tema?
«Posso dire che Il Padrino è un capolavoro di musiche e immagini, ma quella famiglia non è mai esistita. E invece nell’immaginario collettivo siamo cresciuti con l’idea delle mafie che hanno un’etica e dei valori. Chi si sente uomo di cultura, deve porsi la domanda: ma l’effetto di questi film qual è? Se davanti alle scuole vediamo i ragazzini muoversi come i killer del film che hanno visto la sera prima, abbiamo creato danni e nessuna coscienza».
Indagherebbe di nuovo Lorenzo Cesa, la cui posizione nell’inchiesta poi fu stralciata?
«C’erano delle intercettazioni, poi dalle indagini abbiamo appurato che non c’erano stati contatti. Io non ho la sfera di cristallo».
Non si è pentito nemmeno della prefazione al libro negazionista di Bacco e Giorgianni?
«Sì, ha ragione, quello è stato un mio errore. Sono stato superficiale a fidarmi a fare la prefazione su un abstract. Ho chiesto scusa».
Avesse una bacchetta magica e potesse svegliarsi senza scorta, cosa farebbe?
«Mi comprerei una motocicletta. Quando ero ragazzo amavo tutti i motori».
1 note
·
View note
Text
-Papá..-
-Che c'è amore mio?-
-Tutto bene pá?-
-Si amore tranquillo dormi-
-Papá mi posso appoggiare a te? Voglio sentire una cosa..-
-Certo amore lo sai che non c'è bisogno che chiedi, cosa vuoi sentire?-
-Se mi stai dicendo una bugia papà-
-Tu puoi sentire se sto dicendo una bugia amore?-
-Si papà anche se tu pensi che io sono piccolo, io certe cose le capisco da tanto, poi sono cresciuto sul tuo cuore io lo capisco se mi stai dicendo una bugia..-
-Mmm hai capito il tigrotto di papà..-
-Perchè anche se sto facendo le fusa tu non ti stai rilassando? Ho fatto qualcosa di male?-
-No amore mio, non hai fatto niente, stai tranquillo, papà era solo sovrappensiero..-
-E a cosa stavi pensando?-
-Stavo pensando ad una parola, una parola che mi ruota in testa da qualche giorno..-
-Che parola papà?-
-Ingiustizia.-
-Che cosa vuol dire questa parola papà?-
-Ingiustizia vuol dire ad esempio, quando accade qualcosa che non è giusto-
-Come quando io finisco la pappa e voglio l'altra e tu mi dici di no? Quella è un'ingiustizia?-
- Si stupidino quella è un'ingiustizia, ma papà non ti dà tanta pappa se no ti fa male il pancino-
- Mm e chi ti ha fatto un'ingiustizia papà che lo graffio tutto-
-La vita amò-
-La vita? E che cosa ti ha fatto?-
-Mi ha fatto essere un po' triste e preoccupato amò, e lo trovo ingiusto perché penso di meritare un po' di tranquillità, solo che è così difficile a volte, mi chiedo perché sia così.-
-Papá ti ricordi quando mi hai trovato? Che io mi nascondevo perché avevo paura ed ero triste? Ecco io pensavo che quello che mi stesse accadendo fosse una cosa bruttissima, non sapevo chi fossi tu, io ero piccolo piccolo, poi ho capito che con te sarei stato al sicuro, e quella che pensavo fosse un'ingiustizia si è rivelata poi la mia nuova vita, hai per caso pensato che quello che ti sta succedendo sia parte di qualcosa che non capisci perché anche tu sei piccolo?-
-Pensi che tutta questa situazione sia solo come una scala da salire per vedere al di là del muro?-
-Boh papà non lo so, poi fai delle metafore che non capisco, fatto sta che non hai idea quanto erano lunghe e brutte le notti prima che tu mi aiutassi, e non so se puoi immaginare quanto sia brutto avere fame-
-Amò ma tu sempre a mangiare pensi? Pure quando facciamo un discorso serio..-
-Pá io a stomaco pieno ragiono meglio..posso avere due crocchette?
-No, dormi che è tardi..-
-Questo è ingiusto papà...-
2 notes
·
View notes
Text
Tigrotto ha preparato il fortino. È partito dalla progettazione su carta ed è finito alla realizzazione pratica.
Da ieri sul divano è così e non posso toccargli i cuscini
#la mia vita con Tigrotto#vita con tigrotto#tigrotto#cresce bene tigrotto#fortino di cuscini#pillow fort#un architetto praticamente
28 notes
·
View notes
Text
Stavolta Tigrotto ha disegnato uno Shuttle in fase di partenza. In cielo si possono distinguere distintamente i pianeti del Sistema Solare.
Ha detto che lo deve ancora finire.
#vita con tigrotto#la mia vita con tigrotto#tigrotto#disegni#i disegni di tigrotto#essere padre#essere genitori
28 notes
·
View notes
Text
Pronto soccorso
Che bello passare la mattinata al pronto soccorso.
Fortuna che Tigrotto sta tranquillo.
67 notes
·
View notes
Text
Glossario Tigrotto-italiano
(O anche “l’uso creativo della lingua”)
Sveziesi: svedesi
Vagamondo: vagabondo.
#la mia vita con tigrotto#vita con tigrotto#tigrotto#glossario tigrotto-italiano#sveziesi#vagamondo#hanno pure senso#come si fa a non volergli bene?
21 notes
·
View notes
Text
Senza rotelle…
Certe volte non mi rendo conto di quanto tempo è passato.
#la mia vita con tigrotto#vita con tigrotto#tigrotto#in bici#senza rotelle#cresce bene tigrotto#cresce in fretta tigrotto
33 notes
·
View notes
Text
La cosa più bella della mattina
Le corse per arrivare puntuali a lavoro e a scuola e di colpo ci fermiamo perché Tigrotto vuole abbracciarmi e aggiunge «Abbracci coccole papà».
Il momento più bello della mattina.
Forse di tutta la giornata.
44 notes
·
View notes
Text
Sono sette
Oggi Tigrotto ha compiuto sette anni.
Proprio ora, sette anni fa, stava per venire al mondo.
Oggi abbiamo festeggiato con i suoi amici in un parco. Hanno mangiato, giocato, corso e riso.
Io ho un forte mal di schiena da ieri. Oggi sembrava andare meglio ma improvvisamente il dolore mi si è spostato alla coscia sinistra poco sopra il ginocchio. Se continua così domani mi aspetto di sentire dolore al piede. Ovviamente non ho potuto riposare troppo n quanto padre del festeggiato.
Sono tornato a casa e la prima cosa che ho fatto è stata stendermi.
Il dolore era forte. Tigrotto si è steso a letto affianco a me, mi ha chiesto chi ha inventato i cartoni animati. Gli ho risposto che non lo so ma che da anni si è scoperto come, muovendo velocemente immagini ferme, si crea l’illusione del movimento.
Ha fatto qualche domanda prima di addormentarsi in pochi minuti.
Ora dorme qui vicino a me, vicino al mio cuore.
Improvvisamente il ginocchio non mi fa più così male.
#pensieri#pensieri miei#pensieri in solitudine#vita con tigrotto#la mia vita con tigrotto#le grandi domande di tigrotto#spiegate tutto ai bambini#capiscono tutto i bambini#se non conoscete la risposta cercatela insieme a loro#vi sorprenderanno
52 notes
·
View notes
Text
Tigrotto dice la sua
Tigrotto: «La maestra A. dice che non le piace la cioccolata»
Io: «Non è come noi che invece amiamo la cioccolata, giusto?»
T. :«Eh no specialmente tu che ti mangi tutto quello che ti trovi davanti. Solo la plastica non ti mangi»
Io: «Piccolo impertinente e insolente! Come ti permetti?»
T.: «Ma è vero!»
Ride. E io appresso a lui.
Lo abbraccio e per un attimo non c’è niente altro.
#vita con tigrotto#la mia vita con Tigrotto#tigrotto#piccolo insolente#cresce in fretta tigrotto#essere padre#essere genitori
27 notes
·
View notes
Text
Un papà speciale
Il mio è il papà ideale
volergli bene è naturale.
Lui è buffo e divertente,
ma anche serio e paziente.
Mi spinge nel vento sull’altalena
se sono triste si dà gran pena.
Conosce tutti i segreti della vita
d’ogni strada m’insegna l’uscita.
Guida i miei passi con amore
cercando di essere il migliore.
E’ un adorabile gigante buono
sono contento di questo dono.
Il mio papà è davvero speciale
anche se a tanti sembra normale.
La poesia che mi ha recitato oggi Tigrotto. Nonostante la timidezza se l’è ricordata tutta.
Poi mi ha abbracciato tipo koala per un periodo di tempo indefinito.
Il momento più bello di oggi.
#la mia vita con tigrotto#vita con tigrotto#tigrotto#tigrotto recita poesie#festa del papà#festa del papà 2024#essere padre#essere genitore
29 notes
·
View notes
Text
Il disegno mi somiglia anche se non ho tutti quei capelli.
Poi il resto non so perché mi è entrato un segnalibro a forma di cravatta in un occhio…
#festa del papà#19 marzo 2024#vita con tigrotto#la mia vita con tigrotto#essere padre#essere genitori
21 notes
·
View notes
Text
Pacchiere
Arriva un postino a consegnare una raccomandata. Dico a Tigrotto che dobbiamo scendere per firmare.
Tigrotto: «Ma è arrivato il pacchiere?»
Io: «Il cosa?…»
Tigrotto: «Il pacchiere»
Io: «E cosa sarebbe?»
Tigrotto: «Quello che porta i pacchi»
Ecco, questa mi mancava…
#vita con tigrotto#la mia vita con tigrotto#ha pure senso#questo inventa le parole#gli si vuol bene e basta#tigrotto#glossario tigrotto italiano
46 notes
·
View notes
Text
La prima costellazione
Tiro fuori la macchina dal garage, Tigrotto guarda il cielo stellato e mi dice: «La cintura di Orione! Papà guarda le tre stelle in fila!» e grida tutto contento.
Alzo gli occhi al cielo e stupito osservo la costellazione che lui indica tutto contento.
È la costellazione di Orione, effettivamente e lui l’ha riconosciuta.
«Papà è la mia prima costellazione!»
«Sì è vero, è la tua prima costellazione la prima che hai riconosciuto».
#la mia vita con tigrotto#vita con tigrotto#costellazioni#astronomia#tigrotto impara#tigrotto conosce#tigrotto#la bellezza dei bambini
41 notes
·
View notes