#umberto nonna
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Famous Five Art Nostalgia – Summer Special (2/3): Camping
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Be it in a tent, a caravan or even a cave, on a mountain ⛰️, on the moor 🍃 or by a lake 🏞️, how better to enjoy nature than camping 🏕️? And once night falls 🌜, come gather around the campfire 🔥 before bundling up in a cosy sleeping bag 😴!
Simone Baudouin, #03 Five Run Away Together, 1955
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Simone Baudouin, #03 Five Run Away Together, 1955
Simone Baudouin, #03 Five Run Away Together, 1955
Simone Baudouin, #08 Five Get Into Trouble, 1957
Paul Durand, #07 Five Go Off To Camp, 1957
Paul Durand, #07 Five Go Off To Camp, 1957
Paul Durand, #07 Five Go Off To Camp, 1957
Paul Durand, #07 Five Go Off To Camp, 1957
Simone Baudouin, #10 Five On A Hike Together, 1958
Jeanne Hives, #08 Five Get Into Trouble, 1962
Jeanne Hives, #16 Five Go To Billycock Hill, 1962
Jean Sidobre, #21 Five Are Together Again, 1973
Jean Sidobre, #05 Five Go Off In A Caravan, 1976
Jean Sidobre, #05 Five Go Off In A Caravan, 1976
Jean Sidobre, #07 Five Go Off To Camp, 1977
Jean Sidobre, #07 Five Go Off To Camp, 1977
Jean Sidobre, #07 Five Go Off To Camp, 1977
Claude Pascal, #LC21 Les Cinq jouent serré, 1980
Claude Pascal, #LC21 Les Cinq jouent serré, 1980
Umberto Nonna, #08 Five Get Into Trouble, 1981
Umberto Nonna, #15 Five On A Secret Trail, 1981
Jeann Sidobre, #16 Five Go To Billycock Hill, 1983
Annie-Claude Martin, #03 Five Run Away Together, 1984
Anne Bozellec, #03 Five Run Away Together, 1991
Anne Bozellec, #LC01 Les Cinq sont les plus forts, 1997
Philippe Munch and Jame’s Prunier, #07 Five Go Off To Camp, 2000
Frédéric Rébéna, #LC21 Les Cinq jouent serré, 2014
Auren, #07 Five Go Off To Camp, 2019
Auren, #LC01 Les Cinq sont les plus forts, 2021
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Soul Kitchen - Bugs Bunny Crazy Castle 3
Sono preso male quindi scrivo. Vediamo se mi passa...
Non sono qui per parlare del gioco in se, ma piuttosto delle sensazioni di un momento, in un posto che per qualche motivo riesco ancora a ricordare abbastanza vividamente.
Mi trovo nella cucina di casa di mia nonna.
E' un martedì pomeriggio, giorno di chiusura dell'attività dei miei nonni all'epoca (avevano un bar), e si stanno preparando per andare a fare la spesa per casa/bar.
Io sono in questa cucina che gioco a Crazy Castle 3 e di base non c'è¨ niente di strano, normale amministrazione di me che gioco allo stesso gioco da un sacco di tempo perché sono bloccato all'ultimo livello della seconda tranche cioè la Hall (le tranche sono, in ordine: Garden > Hall > Basement > Treasury).
Fuori fa freddo, è febbraio.
Il sole è già in procinto di salutarci, sono circa le 16.30.
Dalla porta semiaperta della cucina vedo la sala del bar, buia e vuota.
Ogni tanto anche ripensare al bar pieno mi fa quasi strano.
In quel periodo, ovvero inverno del 2000 ("ritmo del duemila / adrenalina puraaaaah" cit. Ritmo - Litfiba - Mondi Sommersi - 1997) come si confà a un individuo di 7 anni (manco compiuti, fai anche 6) non ho un accesso a internet e quindi ignoro bellamente cosa mi si parerà davanti dopo questa sequela di livelli della Hall di sto castello sempre più difficili e ostici.
Ad un certo punto il miracolo. Supero il (per me) famigerato livello 39, mi prodigo di trovare carta e penna per segnarmi la password per continuare poi dal livello 40, siccome in quel momento mi chiama mio nonno dicendomi esser pronti per andare.
E proprio in quell'istante qualcosa da qualche parte del mio cervello si materializza, e rimane li ancora oggi come una fotografia che riesco a rivedere se ci ripenso. Come una fotografia su pellicola di quel tempo, che a lungo andare perde in dettagli ma rimane sempre riconoscibile.
"La camera ha poca luce
E poi è molto più stretta di come da giù immaginavo"
diceva Ligabue in Bambolina e Barracuda, e devo dire che la descrizione corrisponde quasi del tutto.
Questa cucina è una stanza dalla forma rettangolare, ma non troppo lunga. Un rettangolo un po' tozzo ma comunque non Umberto.
Al centro un grande tavolo con piano in marmo grigio la fa da padrone, sopra di esso una fruttiera in vetro verde, sempre piena.
Ai lati del tavolo (punto di vista dalla porta d'entrata) rispettivamente:
A sinistra
subito dietro la porta un piccolo angolo credenza zeppo di libri di cucina (sopra), incarti di vari prodotti, sacchetti di carta per il pane (nel mezzo) e due piccole ante contenenti ogni sorta di attrezzo quali chiavi, cacciaviti o anche prodotti spray tipo insetticida e simili che ovunque stan bene tranne che in una cucina (sotto). Superato questo angolo il frigorifero, un vecchio frigorifero incassato ricoperto dall'anta in legno, seguito dal piano cottura, un doppio lavello e alla fine della parete una delle due finestre.
A destra
subito all'altezza del gomito inizia quello che è un mobile angolare in legno anch'esso con piano di marmo grigio che fa il paio con suo fratello The Table, che proseguirà sino all'altro capo della stanza.
La parte sotto è composta di semplici ante che nascondono il loro contenuto fra vecchie riviste, la stecca di MS Bionde e attrezzi da cucito in capo, il posto dove viene tenuto il pane della giornata nell'angolo e poi (perdonate la ridondanza) lungo la parte lunga tovaglie, tovagliette, tovaglioli, pentole, bicchieri (che non erano li da ieri), insalatiere, e altri suppellettili TASSATIVAMENTE DA NON USARE MAI.
Sopra questo mobile vi sono diverse situazioni, anche abbastanza diverse fra loro. Sempre in prossimità del gomito, qualora si stesse entrando, è visibile con la coda dell'occhio un posacenere blu dell'Aperol cui da che ho memoria ha sempre ospitato al suo interno un mazzo di chiavi del quale ho sempre ignorato quali porte avrebbe potuto aprire, un elastico giallo, una graffetta e una 200 lire.
A fianco immancabile è la combo Sorrisi&Canzoni + rivista di gossip a piacere. Ma più ci si addentra con lo sguardo e più la situazione si fa complessa.
L'angolo viene dominato da una tv a tubo catodico della Mivar (top orgoglio italiano non ironicamente), con lo schermo bombato che mangia buona parte delle barre dell'energia in quasi tutti i picchiaduro che era possibile giocare su ps2 da li a pochi anni.
Dietro questo Golia ai fosfori osserviamo un buco nero nel quale nemmeno la luce fa in tempo a venire assorbita, non lo raggiunge proprio.
Letteralmente la camera dei segreti, nella camera.
Si dice vi sia stato ritrovato di tutto dietro a quel monolito grigio opaco, da svariate sorprese di ovetti kinder a un centrotavola che sembrava essere andato perduto per sempre.
Li giaceva anche un misterioso contenitore grigio, in metallo, che ricordava la forma di quelli che si appendono in doccia per poggiarvi i vari shampoo, bagnoschiuma e simili. Forse il suo scopo in origine era proprio quello, ma poi qualche sconvolgimento spazio-temporale ha fatto si che venisse dimenticato in quell'anfratto nascosto.
Sempre dietro al televisore, oltre al suo cavo di alimentazione se si disponevano di arti lunghi a sufficienza ci si poteva addentrare fino a scoprire sia ben tre prese a muro più una spina volante, anche lei senza padrone.
Un cavo di alimentazione si, ma per chi?
Se ci si chiede chi controlla i controllori allora sarebbe giusto anche chiedersi cosa alimenta l'alimentazione? Who watches the Watchmen?
Superata la Notte Eterna ritorna la luce, e a fianco del televisore spunta un cesto di vimini con al suo interno vari giochi e fumetti miei fra cui macchinine, volumi di Topolino, quaderni di disegni, pennarelli e cosi via.
Accanto vi è quella che per forma e scopo risulta esser a tutti gli effetti un'anfora. Non dell'avidità ma quasi. "Quindi chi sei tu per giudicare?" direbbe qualcuno a riguardo.
La sua forma ricorda una donna di Willendorf per le sue rotondità che suggeriscono fertilità e abbondanza. E di abbondanza in quell'anfora ce n'era, sicché era stata riempita fino all'orlo di documenti, ricevute, scontrini, un blocchetto di assegni, collane, bracciali, orecchini, alle volte anche monete. Ovviamente era imperativo il "LASCIA STARE NON TOCCARE".
E noi senza toccare, limitandoci a guardarla in tutta la sua bianca e lucente ceramica, gettiamo l'occhio (e non il cuore) oltre l'ostacolo per incontrare un piccolo forno a microonde che termina l'allestimento del piano.
Fra il piano e il muro vi è un angusto spazietto di 1 metro circa, nel quale viene confinata una rossa sedia da giardino.
Quello che per anni ha rappresentato un angolo strategico in quanto era l'angolo del termosifone, luogo di sollievo per i lunghi inverni passati col Game Boy fra le mani, a cercare sia calore che un angolo illuminato in epoca pre GBA SP.
Ah, che male al collo.
A parete troviamo una composizione di pensili che segue il perimetro del mobile di cui sotto, anche questo pieno di situazioni abbastanza varie dietro alle sue ante marroni.
Anche qui si nascondono servizi di piatti e bicchieri che si e no si vedevano a natale, alcuni calici "griffati" di varie bevande che si servivano nel bar ma la sezione più pittoresca rimane quella perpendicolare al tv, che precedentemente abbiamo battezzato come Notte Eterna.
Anta ad angolo, che si apre piegandosi su se stessa rivelando due mensole dalla conformazione quasi simile ad una casa delle bambole. Mancava solo una piccola scala per rendere comunicanti primo piano e piano terra. Videocassette, nastri vergini, palette di trucchi, altre collane e gioiellini fra bigiotteria e non sono solo alcuni dei generi che si possono trovare all'interno. E, come sotto, un infinita oscurità.
"Putèl, andom?"
Le parole di mio nonno che mi chiama per andare con loro,
spengo il gbc dopo aver segnato la password e inizio a fantasticare su cosa troverò poi nel Basement, del quale ho visto solo la schermata di selezione del livello.[continua nei commenti]
#racconti#flusso di coscienza#immagini tumblr#images and words#images#raccontare#in memoriam#memoriaspoeticas
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La mia top ten dei classici della letteratura italiana
Questa è stata senza dubbio la lista più difficile da scrivere, anche a causa del fatto che io sono un tantino esterofila e leggo più autori stranieri che non italiani, devo ammetterlo, perciò per questo elenco mi sono basata molto sulla mia formazione scolastica e ho dovuto inserire anche dei classici piuttosto moderni.
Inoltre ho scelto di non citare di nuovo qui i classici italiani che amo e che avevo già citato nella lista: La mia top ten dei classici della letteratura mondiale, che potete trovare qui: https://weirdesplinder.tumblr.com/post/729284916889698304/la-mia-top-ten-dei-classici-della-letteratura
Ma passiamoa lla lista odierna:
1. I promessi sposi, di Alessandro Manzoni
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Trama: Ambientato in Lombardia durante il dominio spagnolo tra 1628 e il 1630, anno di massima diffusione della peste, narra la storia degli umili Renzo e Lucia. Il loro matrimonio è ormai prossimo ma don Rodrigo, signorotto dei dintorni che desidera Lucia per sé, intralcia la felicità dei due giovani impedendo il matrimonio con la forza. «Questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai», dice uno dei bravi di don Rodrigo allo spaventatissimo don Abbondio. Tutti i personaggi si muovono all’interno di un contesto sociale e politico in cui gli umili sono vittime dei potenti ma in cui la fede nella divina Provvidenza, intesa come la mano di Dio che interviene nelle vicende umane, aiuta ad andare avanti permettendo di accettare le difficoltà.
2. La Divina Commedia, di Dante Alighieri
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Trama: Viaggio allegorico attraverso i mondi ultraterreni, rappresenta il percorso interiore del poeta verso la fede. L’opera è divisa in tre parti: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Ad accompagnare Dante nella straordinaria discesa all’Inferno e nella salita al Purgatorio è il poeta latino Virgilio, che riveste il ruolo di guida spirituale. I personaggi che i due incontrano nei gironi infernali, appartengono non solo alla storia e alla mitologia, ma sono anche contemporanei dell’autore, che non esita a condannare i mali del tempo, e in particolare la corruzione di clero e papato. Per questo motivo La Divina Commedia è considerata anche un’opera politica. Nel Purgatorio, si trovano invece coloro che nel corso della vita compirono peccati più lievi; anche l’anima di Dante, nel corso della salita, si alleggerisce del peso delle sue colpe. Nel Paradiso Dante incontra l’amata Beatrice, che lo conduce attraverso i cieli, tra angeli, santi e beati, fino al cospetto di Dio, in un crescendo di luminosità e di purificazione
3. Il nome della rosa, di Umberto Eco
Link: https://amzn.to/46iL2uP
Trama: Ultima settimana del novembre 1327. Il novizio Adso da Melk accompagna in un'abbazia dell'alta Italia frate Guglielmo da Baskerville, incaricato di una sottile e imprecisa missione diplomatica. Ex inquisitore, amico di Guglielmo di Occam e di Marsilio da Padova, frate Guglielmo si trova a dover dipanare una serie di misteriosi delitti (sette in sette giorni, perpetrati nel chiuso della cinta abbaziale) che insanguinano una biblioteca labirintica e inaccessibile. Per risolvere il caso, Guglielmo dovrà decifrare indizi di ogni genere, dal comportamento dei santi a quello degli eretici, dalle scritture negromantiche al linguaggio delle erbe, da manoscritti in lingue ignote alle mosse diplomatiche degli uomini di potere. La soluzione arriverà, forse troppo tardi, in termini di giorni, forse troppo presto, in termini di secoli.
4. Piccolo mondo antico, di Antonio Fogazzaro
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Trama: Ambientato sul lago di Lugano: ora calmo, ora tempestoso, idilliaco e impassibilmente crudele, quasi un protagonista. Il lago è anche testimone del sorgere dell’amore fra Luisa e Franco, un amore presto avversato a causa delle differenze sociali che dividono i due innamorati. Attorno a questo centro narrativo si dispongono tutte le altre figure (dalla nonna marchesa, fiera oppositrice dell’unione fra i due, al professor Gilardoni, ai tanti personaggi di un mondo di provincia nell’Italia risorgimentale) e i molteplici temi del romanzo: la scoperta della irriducibile diversità fra Luisa e Franco, la crisi del loro rapporto che si altera in un dissidio di natura religiosa, soprattutto dopo la morte atroce della figlia, la contesa sul testamento. Le vicende di natura patriottica con fughe e inseguimenti contribuiscono a dare vita e movimento a un ambiente provinciale altrimenti inerte, «segregato dal mondo grande».
5. Le tigri di Mompracem, di Emilio Salgari
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Trama: Primo capitolo del ciclo indomalese di Emilio Salgari. E' qui che ci viene introdotta la splendida figura letteraria di Sandokan : giovane superstite allo sterminio della propria famiglia, sovrana nel Borneo, da parte degli invasori europei. Mosso da spirito di vendetta, accompagnato dai suoi fedeli tigrotti, vivrà rocambolesche e piratesche avventure per poi scoprire l'amore..
6. Uno, nessuno, centomila, di Pirandello
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Trama: La storia narra di Vitangelo Moscarda, un uomo ordinario che ha ereditato un cospicuo patrimonio dal padre e vive di rendita. Un giorno la moglie Dida gli fa notare un piccolo difetto fisico di cui non si era mai accorto: il naso leggermente storto. Questa semplice e apparentemente innocua osservazione gli fa capire quanto gli altri abbiano una percezione di lui completamente diversa da quella che egli ha di se stesso. Ciò lo scaglierà in un vortice di annullamento umoristico e folle del proprio io, fino a diventare Uno, nessuno e centomila.
7. Arlecchino servitore di due padroni, di Carlo Goldoni
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Trama: La commedia si apre a Venezia in casa di Pantalone de’ Bisognosi, anziano mercante che sta assistendo alla promessa di matrimonio tra sua figlia, Clarice, e Silvio, figlio del Dottore Lombardi. I due sono innamorati ed è una fortuna che possano promettersi, dato che Federigo Rasponi, agiato torinese cui Clarice era destinata, è morto in una lite a causa della sorella di lui, Beatrice. Alla promessa assistono Smeraldina, giovane serva di Clarice a casa di Pantalone e Brighella, locandiere veneziano che fa da testimone. Inaspettatamente, nella scena irrompe Truffaldino, il giovane servo venuto per annunciare il suo padrone; si tratta proprio di Federigo Rasponi, venuto in Venezia per incontrare la sua futura sposa e per chiarire gli affari sulla dote della ragazza. In realtà, colui che si presenta in casa degli allibiti personaggi è Beatrice Rasponi, sorella del defunto in vesti da uomo, per poter andare in cerca di Florindo Aretusi, suo amante fuggito a Venezia in seguito al colpo mortale inferto di sua mano proprio a Federigo e che lei sta inseguendo.
8. Il castello dei destini incrociati, di Italo Calvino
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Trama: Alcuni viandanti, attraversando un bosco, raggiungono un castello dove si fermano a banchettare; qui si avvedono di aver perso l'uso della parola, e decidono quindi di raccontarsi le reciproche avventure facendo ricorso ad un mazzo di tarocchi che l'oste ha messo a loro disposizione. Poggiando sul tavolo le varie carte in sequenza si ottengono diverse narrazioni per diverse disposizioni. Tutti i racconti sono legati gli uni agli altri dalle stesse carte già posate sul tavolo e s'intrecciano narrando eventi, luoghi e storie completamente distinti. La particolarità è che, narrata una storia, e interpretata in modo del tutto individuale da ciascuno dei protagonisti; è possibile sviare da un percorso narrativo per seguire nuove strade e nuovi filoni. È possibile che una stessa sequenza di carte rappresenti storie diverse a seconda che la si legga dall'inizio oppure dalla fine.
9. Cuore, di Edmondo De Amicis
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Trama: Diario immaginario di un bambino di quarta elementare, Cuore narra gli episodi lieti e tristi di un intero anno scolastico, inframmezzati da nove racconti esemplari in forma di dettato, tra cui i celeberrimi Piccola vedetta lombarda, Tamburino sardo, Dagli Appennini alle Ande.
10. La lunga vita di Marianna Ucrìa, di Dacia Maraini
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Trama: Sicilia, prima metà del Settecento. Marianna Ucrìa è destinata dalla famiglia a sposare l'uomo che, da bambina, la violentò lasciandola muta e sorda per lo spavento. Ma la lettura aprirà uno spiraglio inatteso nella sua esistenza da reclusa, insegnandole a conoscere il mondo al di là dei confini ristretti della quotidianità.
Onorevoli menzioni:
Decamerone, di Giovanni Boccaccio
Pinocchio, di Collodi
I Beati Paoli, di Luigi Natoli
Il Gattopardo, di Giuseppe Tomasi di lampedusa
Sicuramente non avrò citato autori di classici della lettaratura italiana che molti di voi amano, perciò non esitate a segnalarmi i vostri preferiti nei commenti.
#youtube#deamicis#cuore#collodi#dantealighieri#classicidellaletteratura#salgari#italo calvino#carlo goldoni#antonio fogazzaro#manzoni
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Controsesso (1964)
TONINO GUERRA
Franco Rossi, Marco Ferreri, Renato Castellani
Nino Manfredi: Sandro Cioffi Ugo Tognazzi: il professore Anna Maria Ferrero: Marcella Renzo Marignano: fidanzato della sorella di Sandro Umberto D'Orsi: Armando Dolores Wettach: Giovanna Elvira Paoloni: la nonna del professore Mario Frera: avvocato
TONINO GUERRA
Franco Rossi, Marco Ferreri, Renato Castellani
Nino Manfredi as Sandro Cioffi Ugo Tognazzi: the professor Anna Maria Ferrero as Marcella Renzo Marignano: boyfriend of Sandro's sister Umberto D'Orsi as Armando Doloresett Elvira Paoloni: the teacher's grandmother Mario Frera as lawyer
❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️ ❤️❤️
#gustavopetro #colombia #DONALDTRUMP #TRUMP #BOLSONARO #DORIGHEZZI #STRISCIALANOTIZIA #FRANCESCO #RUTELLI #PROPAGANDALIVE #ELUANA #ENGLARO #ELUANAENGLARO #CRISTIANODEANDRE #twitter #facebook #skyrock #linkedin #instagram #okru #tiktok
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Quindi assicuri che non ascolti un po’ di tutto :)
Allora ascolto canzoni dall'epoca di mia nonna a canzoni di ora mosce lente tristi depresse indie insomma ma anche un po' di Bad Bunny e Maluma per rallegrarci poi continuiamo con un po' di blues Pino Daniele, poi ancora un po' di Napoli Geolier/Luche/Lele Blade/Rocco Hunt si continua poi con musica ancor più commerciale con un po' di Irama&co ah e i the kolors (gli voglio bene) un po' di jazz con Amy Winehouse ma potrei finire per ascoltare anche un po' di bo Jovanotti ah non dimentichiamo Ligabue mio amore, Negramaro, Elisa, Cesare Cremonini, Marco Mengoni, Rkomi questi qui insomma un po' Raf, Alex Britti ma anche Bruno Mars ad esempio e poi potrei finire per ascoltare Rino Gaetano o Umberto Tozzi o Gianni Morandi o Claudio Baglioni
Se dovessi rispondere ogni volta così penso che ci vorrebbe tutta la serata amore mio mi scuso infinitamente la mia testa sotto ai tuoi piedi se non ho escluso il punk emo e tutti i cazzi e mazzi
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Maxim’s Genève
~ Umberto Nonna, circa 1976
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Special Screenings - First Film:
Marcel! (2022), directed by Jasmine Trinca.
Alba Rohrwacher as Madre; Maayane Conti as Figlia; Umberto Orsini as Nonno; Giovanna Ralli as Nonna; Valeria Golino as Analista; Giuseppe Cederna as Amico elegante; Dario Cantarelli as Spasimante; Valentina Cervi as Cugina.
//Costume Design by Marta Passarini.
#marcel!#jasmine trinca#alba rohrwacher#Maayane Conti#umberto orsini#giovanna ralli#valeria golino#giuseppe cederna#dario cantarelli#valentina cervi#75th cannes#cannes 2022#75th Festival de Cannes (2022)#special screenings#first film#marta passarini
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"Non ce ne rendiamo conto, ma la nostra ricchezza rispetto all’analfabeta (o di chi, alfabeta, non legge) è che lui sta vivendo e vivrà solo la sua vita e noi ne abbiamo vissuto moltissime. Ricordiamo, insieme ai nostri giochi d’infanzia, quelli di Proust, abbiamo spasimato per il nostro amore ma anche per quello di Piramo e Tisbe, abbiamo assimilato qualcosa della saggezza di Solone, abbiamo rabbrividito per certe notti di vento a Sant’Elena e ci ripetiamo, insieme alla fiaba che ci ha raccontato la nonna, quella che aveva raccontato Sheherazade"
Umberto Eco
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«Oggi i libri sono i nostri vecchi. Non ce ne rendiamo conto, ma la nostra ricchezza rispetto all'analfabeta (o di chi, alfabeta, non legge) è che lui sta vivendo e vivrà solo la sua vita e noi ne abbiamo vissuto moltissime. Ricordiamo, insieme ai nostri giochi d'infanzia, quelli di Proust, abbiamo spasimato per il nostro amore ma anche per quello di Piramo e Tisbe, abbiamo assimilato qualcosa della saggezza di Solone, abbiamo rabbrividito per certe notti di vento a Sant' Elena e ci ripetiamo, insieme alla fiaba che ci ha raccontato la nonna, quella che aveva raccontato Sheherazade.
A qualcuno tutto questo dà l'impressione che, appena nati, noi siamo già insopportabilmente anziani. Ma è più decrepito l'analfabeta (di origine o di ritorno), che patisce di arteriosclerosi sin da bambino, e non ricorda (perché non sa) che cosa sia accaduto alle ldi di Marzo. Naturalmente potremmo ricordare anche menzogne, ma leggere aiuta anche a discriminare. Non conoscendo i torti degli altri l'analfabeta non conosce neppure i propri diritti»
(Umberto Eco)
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Amarcord ai tempi del Covid-19 — Lucia Viegi
Fino a due mesi fa, a chi mi chiedeva “Come stai?” rispondevo “Felicemente in pensione!”; adesso dovrei rispondere “Felicemente in clausura”…sì, felicemente, perché sto bene, fortunatamente non mi sono ammalata, ho una casa abbastanza grande, con un giardinetto e due balconi e passo molto tempo in mezzo al verde e a prodigiose fioriture (rose, camelie, orchidee, azalee, salvia e rosmarino…) e da qualche giorno inizio a sentire il profumo dei fiori di zagara (un vecchio arancio che sopravvive da diversi anni…).
E il resto del tempo cosa faccio? Cucino, faccio le pulizie, le lavatrici, ma anche leggo, guardo - poca - TV…e mi accingo volentieri ad un Amarcord, guardando vecchie fotografie.
Dopo aver radunato quelle di mia nonna (fine 1800 - anni ’40 del 1900), che, come prima nipote ho avuto in eredità, mi sono dedicata alle mie e me ne è capitata in mano una in cui sono stata fotografata, insieme al mio babbo, nel foyer del Teatro Verdi di Pisa, ad una rappresentazione di Rigoletto, nella stagione 1961-62. Ed ecco sono presa dai ricordi di un tempo gioioso!
Il mio babbo, geometra del Comune di Pisa, ha svolto per qualche anno la funzione di Assistente tecnico al Teatro Verdi; ricordo ancora con emozione quando negli anni ’50-‘60 mi portava a tutte le serate, di lirica, di prosa, di danza, alle operette, e poi mi faceva andare dietro le quinte, nei camerini degli artisti. Lì questi personaggi, che ai miei occhi di bambina prima e poi di adolescente erano irraggiungibili, diventavano “accessibili” e alla mia timidezza rispondevano sempre con un sorriso, un complimento, e una loro foto con dedica…per loro era usuale, ma per me erano un omaggio, poi diventato ricordo, prezioso… Molti di loro sono stati famosi, di molti forse in pochi ricordano il nome…
Quelle foto con dedica sono sempre in una busta, la maggior parte con le date, ma senza titoli; ho cercato di ricostruire qualcosa, sulla base di informazioni di Gino Dell’Ira (I teatri di Pisa) (e qui viene fuori la mia formazione/deformazione di ricercatore universitario, non vogliatemene!!): per la lirica ecco Belen Amparan (probabilmente nella Carmen, 1956), la soprano Clelia Drovandi (Lucia di Lammermoor, 1958), il tenore Gianni Poggi (probabilmente in La Gioconda, 1960/62), il tenore Nicola Filacuridi (probabilmente in Iris di Mascagni, 1961), il tenore Umberto Borsò (prob. Lohengrin, 1963), Luciana Serafini (Minnie) e Gastone Limarilli (Johnson) ne La fanciulla del West, Magda Olivero (Suzel in L’amico Fritz, Iris in Iris di Mascagni), Gian Giacomo Guelfi (probabilmente in Aida, Andrea Chenier, Guglielmo Tell). Poi per la danza Giuliana Barabaschi (in tutù…), nel 1961 (prima ballerina e coreografa alla Scala). Per la prosa Paolo Stoppa, Lina Volonghi, Marisa Merlini, Carlo Dapporto (1957), Lauretta Masiero (1957), Il Quartetto Cetra (1957), Gabriella Pallotta (1958), Rosanna Galli (1958), Virna Lisi (1958), Franca Rame e Dario Fo (1962), Alberto Lionello in “Il diavolo e il buon Dio” di Sartre, il 14 marzo 1964 (era ancora negli abiti di scena e ricordo che mi disse che quella sera aveva recitato con la febbre…).
Quelle esperienze hanno fortemente contribuito alla mia educazione, e mi hanno permesso di rimanere attratta dal Teatro, sia dal luogo che dalle stagioni proposte da quegli anni ad oggi.
E quale migliore soddisfazione per me aver visitato il Teatro anche in altre vesti, in abiti ottocenteschi, in qualità di iscritta alla Società di danza, in diverse occasioni, ballando quadriglie, contraddanze, valzer, mazurke, galop, in un contesto tanto particolare. Nel 1997, nel ridotto, ricostruimmo il Gran Ballo della Favilla (come il primo Ballo al Verdi del 1868); con emozione indossai il mio primo abito da ballo e tra gli spettatori la mia più fervente ammiratrice fu la mia mamma! Tornai più volte, nel marzo del 1999 ed anche l’ultimo dell’anno 1999, nel 2004, e ancora nel 2005, questa volta sul palcoscenico, nello spettacolo di beneficenza “La Traviata”, del Crocchio Goliardi Spensierati (e in questa occasione nei camerini andai io come "attrice”!!!); nel 2011 e nel 2013 nell’ambito delle celebrazioni del 150° e del 152° anniversario dell’Unità d’Italia.
Insomma un “attaccamento” al Teatro non solo come spettatrice, ma anche come “attrice”!
In questo periodo di clausura mi pesa moltissimo aver dovuto rinunciare a frequentare il Teatro, e a sopire le emozioni che sempre provo durante uno spettacolo.
“Tutti nascondono nella memoria il loro luogo ideale, al quale tornano nei momenti oscuri della vita come a un posto affettuoso e consolatore” (Neri Pozza, 1982)
Con la speranza che “tutto vada bene”, un augurio di cuore anche per il nostro Teatro.
Bibliografia
Dell’Ira Gino, 1987. I teatri di Pisa (1773-1986). Giardini. 402 pagine.
Pozza Neri, 1982. Frammenti di un discorso interrotto. Neri Pozza editore. 120 pagine.
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Buon compleanno Futuristi!
Umberto Boccioni La città che sale, 1910
I Futuristi, per me, sono come quei cugini più giovani che ne combinano di ogni: sono casinisti, sguaiati, sbruffoni, ogni volta che sono al pranzo di famiglia rispondono male alla nonna e fanno quasi schiattare la prozia. Arrivano in ritardo, se ne vanno senza salutare. Fanno una gran caciara finché persino tu, al limite della sopportazione, sbotti,…
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Famous Five Art Nostalgia – Masterpost
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HERE YOU'LL FIND THE LINKS LEADING TO THE ILLUSTRATIONS AND PLOT SUMMARIES OF THE ORIGINAL SERIES BY ENID BLYTON:
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Publishing overview
📜🏰🪙 #01 Five on a Treasure Island / Le Club des Cinq et le trésor de l’île
Part 1: illustrations by Jeanne Hives (1962) + cover art
Part 2: illustrations by Jean Sidobre (1983)
Part 3: illustrations by Umberto Nonna (1982)
Part 4A and Part 4B: illustrations by Jean Sidobre – Vermeille (1971)
☃️🎄🔦 #02 Five Go Adventuring Again / Le Club des Cinq
Part 1: illustrations by Simone Baudouin (1955) + cover art
Part 2: illustrations by Jean Sidobre (1982)
Part 3: illustrations by Umberto Nonna (1981)
Part 4A and Part 4B: illustrations by Jean Sidobre – Galaxie (1975)
🛶🥫👒 #03 Five Run Away Together / Le Club des Cinq contre-attaque
Cover art
Part 1: illustrations by Simone Baudouin (1955)
Part 2: illustrations by Jean Sidobre (1976)
Part 3: illustrations by Umberto Nonna (1981)
Part 4: illustrations by Annie-Claude Martin (1984)
Part 5: illustrations by Anne Bozellec (1991)
⛰️🧺🌫️ #04 Five Go to Smuggler’s Top / Le Club des Cinq en vacances
Part 1: illustrations by Simone Baudouin (1956) + cover art
Part 2: illustrations by Jean Sidobre (1973)
Part 3: illustrations by Umberto Nonna (1981)
Part 4A and Part 4B: illustrations by Jean Sidobre – Vermeille (1976)
🎪🐵👑 #05 Five Go Off in a Caravan / Le Club des Cinq et les saltimbanques
Part 1: illustrations by Jeanne Hives (1965) + cover art
Part 2: illustrations by Jean Sidobre (1976)
🧣🔭⚗️ #06 Five On Kirrin Island Again / Le Club des Cinq joue et gagne
Part 1: illustrations by Simone Baudouin (1956) + cover art
Part 2: illustrations by Umberto Nonna (1981)
Part 3: illustrations by Jean Sidobre (1975)
🏕️🚞👻 #07 Five Go Off to Camp / Le Club des Cinq va camper
Part 1: illustrations by Paul Durand (1957) + cover art
Part 2: illustrations by Umberto Nonna (1982)
Part 3: illustrations by Jean Sidobre (1977)
🚲🦉🚪 #08 Five Get into Trouble / Le Club des Cinq en péril
Part 1: illustrations by Jeanne Hives (1969) + cover art
Part 2: illustrations by Jeanne Hives – Idéal-Bibliothèque (1962)
Part 3: illustrations by Simone Baudouin (1957)
Part 4: illustrations by Umberto Nonna (1981)
Part 5: illustrations by Jean Sidobre (1979)
🍒🌲🚁 #09 Five Fall into Adventure / Le Club des Cinq et les gitans
Part 1: illustrations by Jeanne Hives (1960) + cover art
Part 2: illustrations by Jean Sidobre (1973)
Part 3: illustrations by Umberto Nonna (1982)
Part 4A and Part 4B: illustrations by Jean Sidobre – Vermeille (1975)
🍂🥾🎒 #10 Five on a Hike Together / Le Club des Cinq en randonnée
Part 1: illustrations by Simone Baudouin (1958) + cover art
Part 2: illustrations by Umberto Nonna (1981)
Part 3: illustrations by Jean Sidobre (1976)
📰👀🐍 #11 Five Have a Wonderful Time / Le Club des Cinq en roulotte
Part 1: illustrations by Jeanne Hives (1960) + cover art
Part 2: illustrations by Jean Sidobre (1974)
Part 3: illustrations by Umberto Nonna (1981)
🌊🎟️🐴 #12 Five Go Down to the Sea / Le Club des Cinq au bord de la mer
Part 1: illustrations by Aldo de Amicis (1959) + cover art
Part 2: illustrations by Umberto Nonna (1981)
Part 3: illustrations by Jean Sidobre (1984)
🐎😶🌫️🚂 #13 Five Go to Mystery Moor / La locomotive du Club des Cinq
Part 1: illustrations by Jeanne Hives (1961) + cover art
Part 2: illustrations by Umberto Nonna (1981)
Part 3: illustrations by Jean Sidobre (1987)
🐩🏖️🎡 #14 Five Have Plenty of Fun / Enlèvement au Club des Cinq
Part 1: illustrations by Jeanne Hives (1961) + cover art
Part 2: illustrations by Jean Sidobre (1983)
Part 3: illustrations by Umberto Nonna (1981)
🏚️🏺💼 #15 Five on a Secret Trail / Le Club des Cinq se distingue
Part 1: illustrations by Jeanne Hives (1968) + cover art
Part 2: illustrations by Jeanne Hives – Idéal-Bibliothèque (1961)
Part 3: illustrations by Jean Sidobre (1977)
Part 4: illustrations by Umberto Nonna (1981)
🛩️🦋🐷 #16 Five Go to Billycock Hill / Le Club des Cinq et les papillons
Part 1: illustrations by Jeanne Hives (1962) + cover art
Part 2: illustrations by Umberto Nonna (1981)
Part 3: illustrations by Jean Sidobre (1983)
❄️🛷⛷️ #17 Five Get into a Fix / Le Club des Cinq aux sports d’hiver
Part 1: illustrations by Jeanne Hives (1964) + cover art
Part 2: illustrations by Jean Sidobre (1978)
Part 3: illustrations by Umberto Nonna (1981)
Part 4A and Part 4B: illustrations by Jean Sidobre – Vermeille (1975)
⛏️💎🗡️ #18 Five on Finniston Farm / Le Club des Cinq et le coffre aux merveilles
Part 1: illustrations by Jeanne Hives (1962) + cover art
Part 2: illustrations by Jean Sidobre (1979)
Part 3: illustrations by Umberto Nonna (1981)
Part 4A and Part 4B: illustrations by Jean Sidobre – Vermeille (1973)
🧭🐒🔔 #19 Five Go To Demon’s Rocks / La boussole du Club des Cinq
Part 1: illustrations by Jeanne Hives (1963) + cover art
Part 2: illustrations by Jean Sidobre (1975)
Part 3: illustrations by Umberto Nonna (1981)
⛳ 🪣🌬️ #20 Five Have a Mystery to Solve / Le Club des Cinq et le secret du vieux puits
Part 1: illustrations by Jeanne Hives (1966) + cover art
Part 2: illustrations by Jean Sidobre (1978)
Part 3: illustrations by Umberto Nonna (1982)
🙊📓🕰️ #21 Five Are Together Again / Le Club des Cinq en embuscade
Part 1: illustrations by Jeanne Hives (1967) + cover art
Part 2: illustrations by Jean Sidobre (1981)
Part 3: illustrations by Umberto Nonna (1981)
Part 4: illustrations by Jean Sidobre – Vermeille (1973)
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CHARACTER PORTRAITS:
Tinker
Jo
Joanna
Aunt Fanny
Uncle Quentin
Anne
Dick
Julian
George
Timmy
BONUS George + Timmy
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FFAN Wrap-Up & Recs
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Sfinci di san Giuseppe, Tortine pasticceria Sciampagna, cannoli, granita caffè con panna e brioscia, gelo al limone pistacchi e cioccolato, torta sette veli pasticceria Capello, torta pasticceria Sciampagna, Torta pasticceria Spinnato, cassata pasticceria Irrera, cioccolato Antica Dolceria Bonaiuto Modica.
VISITING SICILY - THE SUN TASTE - Do not visit Sicily if you do not eat the sicilian desserts. You have to take this seriously because food in Sicily is very important and desserts are the most important part of every lunch and dinner. Eating in Sicily is not just eating, but a real social activity. There is no important event in a Sicilian family that should not be celebrated or remembered by a lunch or dinner. Those who are invited to lunch must not only avoid to eat three days in advance to make room for all that they will have to eat, but have a duty to bring sweets and if these sweets, for unfortunate event they will not be good, for the rest of your life it will always be remembered as your mortal sin. Every religious Party has its own special sweets: St. Joseph, St. Martin, St. Agatha, Easter, Christmas, Carnival, the day dedicated to the dead people, every little party has a sweet that is only done on that occasion because it is not a party if there isn’t that specific sweet. So you have to sacrifice yourself and visiting Sicily you have to eat all the desserts you can, those on the street or homemade (granita, ice cream, ice cream with croissants, giuggiulena, nougat, honey biscuits, rewards, sfinci, fravioli, u pupu cull 'ovu) and those of the pastry (cassata, cassatine, minne di Sant'Agata, olivelle, soft nougats, nougat of pistachios, cakes seven veils, babbà, sweets of the dead, pignolata, martorana fruit, lemon trunk, zuddi, parfait of almonds, biancomangiare, bucellato, African, savoia cake, San Martino biscuits, sweet peaches, queen biscuits, Elena pastas, minni di virgini, pigtails, gelo of orange or mandarin orange, cinnamon, watermelon, Tetù and Tetò, mpanadigghi, cuddureddi, Petralla's pegs, Bersaglieri, Cassatelle di Agira, Santa Lucia's bed, Aniseed biscuits, sighs of a nun, Marsala's Spagnolette, almond cakes, curly biscuits, piparelli and all the others and all the other hundreds of sweets that I am not able to write here but that you can find on this site https://www.dolcisiciliani.net/)
VISITANDO LA SICILIA - IL GUSTO DEL SOLE - Non visiti la Sicilia se non mangi i suoi dolci. Devi prendere la cosa seriamente perchè il cibo in Sicilia è importantissimo ed i dolci sono la parte più importante di ogni pranzo e cena. Mangiare in Sicilia non è solo nutrirsi, ma una vera attività sociale. Non c’è evento importante in una famiglia siciliana che non debba essere festeggiato o ricordato a pranzo o a cena. Chi è invitato a mangiare non solo deve digiunare tre giorni prima per fare posto a tutto quello che dovrà mangiare, ma ha il dovere di portare dei dolci e se questi dolci, per malaugurato caso non saranno buoni, per tutto il resto della sua vita gli sarà sempre ricordato come un peccato mortale. Ogni festa ha il suo dolce particolare: San Giuseppe, San Martino, Sant’Agata, Pasqua, Natale, Carnevale, la ricorrenza dei morti, ogni più piccola festa ha un dolce che viene fatto solo in quell’occasione perchè non è festa se non vi è un dolce. Quindi ti devi sacrificare e visitando la Sicilia devi mangiare tutti i dolci che puoi, quelli di strada o fatti in casa (granite, gelati, gelati con la brioscia, giuggiulena, torrone, biscotti al miele, rispeddi, sfinci, fravioli, u pupu cull’ovu) e quelli della pasticceria (cassata, cassatine, minne di Sant’Agata, olivelle, torroni molli, torroni di pistacchi, torte sette veli, babbà, dolci dei morti, pignolata, frutta martorana, tronco al limone, zuddi, parfait di mandorle, bianco mangiare, bucellato, africano, torta savoia, biscotti di san Martino, pesche dolci, biscotti regina, paste Elena, minni di virgini, treccine, gelo all’ arancia al mandarino, alla cannella, all’anguria, Tetù e Tetò, mpanadigghi, cuddureddi, cucchie di Petralla, bersaglieri, Cassatelle di Agira, la cuccia di Santa Lucia, Biscotti all’anice, sospiri di monaca, le spagnolette marsalesi, torte alle mandorle, biscotti ricci, piparelli e tutti gli altri e tutti gli altri centinaia di dolci che non riesco a scriverti ma che puoi trovare su questo sito https://www.dolcisiciliani.net/).
Per aiutarti nel duro impegno di scoprire i dolci siciliani ti allego l’elenco di quelle che vengono considerate le migliori pasticcerie siciliane.
To help you in the hard work of discovering the Sicilian sweets I am attaching the list of those that are considered the best Sicilian pastry shops.
Caffè Sicilia - Corso Vittorio Emanuele III, 125 Noto (SR)
Pasticceria Irrera - Piazza Cairoli, 12, Messina
Antica Dolceria Bonajuto - Corso Umberto I, 159, Modica (RG)
Pasticceria Eden - Via Nuova Granatari, Torre Faro (Messina).
I Dolci di Nonna Vincenza Piazza San Placido, 7 Catania
Pasticceria Di Pasquale corso V. Veneto, 4 Ragusa
Pasticceria Cappello via Colonna Rotta, 68 Palermo
Pasticceria Fiasconaro piazza Margherita, 10 Castelbuono (Pa)
Al Caffè del Corso via Ungheria, 21, Chiusa Sclafani
Da Alfredo – lungomare Lingua,a Salina (Me)
Pasticceria Colicchia via delle Arti, 6 Trapani
Maria Grammatico via Vittorio Emanuele, 14 Erice – Trapani
De Luca10. Bar Gelateria De Luca – Via Nazionale, 208 Vill. Briga Marina (San Paolo)
Eurobar13. Eurobar – Via Giuseppe Garibaldi, 11/13 Dattilo, Trapani
Antico Caffé Spinnato - Palermo
Pasticceria Carmelo Sciampagna - Marineo (Pa)
Pasticceria Oscar – Via Mariano Migliaccio, 39 Palermo
Bar Costa15. Bar Costa – Via Gabriele D’Annunzio, 15 Palermo
Pasticceria Savia - Via Etnea 300, Catania
Pasticceria Ficarra – Via Umberto 69 , Catania
Pasticceria Verona e Bonvegna – Via Asiago 60, Catania
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Retro pensieri fatti di calici in plastica dura viola e arancio; ci ho visto un completo primaverile che mi piacerebbe indossare.
La nonna di Giuseppe è la donna di profilo con il capo abbassato e una mano a coprire gli occhi delle "le tre età della donna" di Gustave Klimt. Per tutta la sera ho desiderato di fotografarla nuda in un misto atmosferico fatto di luce filtrata e trash biondo platino.
Mi si è staccato un dente mentre cercavo di resistere alle convulsioni provocate da quella caramella troppo acida. Nessuno se n'è accorto, tranne, forse, la ragazza con il maglione a collo alto e i libri sotto al braccio che mi verrebbe quasi voglia di aspettarla in via Principe Umberto.
Poi penso che ce la meritiamo una casa come quella. Sì dovremmo averla in omaggio.
Volevo ridere tantissimo mentre mi graffiavi le caviglie con quelle unghiette rettangolari.
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GIORNO 4: 16-11 MARTEDI BARI – TORINO
Sveglia alle 08.05. Chiudo la valigia e lascio la camera depositando il trolley presso la hall. Esco alle 09.07 e faccio colazione (€2,40). La meta principale di questa mattina e il Sacrario Militare dei Caduti d'Oltremare di Bari. Forse ricorderete la scoperta che ho fatto, quasi cinque anni fa, al ritorno dal mio viaggio in Etiopia. Trascrivo dal report del viaggio: nei pressi di “Adigrat, ci fermammo al Cimitero Militare Italiano......Mi ricordo del fratello di mia nonna materna morto in Africa. Con l'aiuto dei compagni di viaggio, in breve, facemmo una ricerca senza esito. - Scoprirò, al mio ritorno, che mio prozio è caduto a Cheren, in Eritrea, nel 1941 e che mio nonno paterno, di cui non conoscevo niente, è deceduto a Mogadiscio in Somalia lo stesso anno”. Mio nonno fu traslato in seguito al Sacrario di Bari poco dopo l'inaugurazione. Io promisi di rendergli visita. Imbocco Via Prospero Petroni e Via Gian Giuseppe Carulli fino a Piazza Francesco Carabellese con l'edicola votiva. Incrocio e seguo Corso Sidney Sonnino e la Chiesa Parrocchia di San Giuseppe. Un sottopassaggio ferroviario mi porta ad un mercatino e a Viale Japigia. Finita la città e finito il viale trovo la spianata del Sacrario. “Il Sacrario Militare dei Caduti d’Oltremare di Bari, spesso considerato della Seconda guerra mondiale per le numerose spoglie dei soldati conservate, custodisce al suo interno anche coloro che perirono in Albania durante la Grande Guerra. Deve il suo nome al fatto che gli oltre 70.000 resti mortali che vi si trovano provengono dalla dismissione dei cimiteri di guerra costruiti nei territori d’oltremare dove operarono le unità italiane durante i due conflitti mondiali (Balcani, Africa Settentrionale e Africa Orientale). Recentemente sono stati traslati all’interno del Sacrario anche quei soldati periti nei campi di concentramento o di lavoro istituti dopo l’8 settembre 1943 nel territorio della ex Repubblica Democratica Tedesca. La costruzione del Sacrario, progettata e diretta dagli ingegneri Gen. Arnaldo Tizi e Giuseppe Triggiani del Ministero della Difesa-Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra, è stata inaugurata il 10 dicembre 1967. Il complesso monumentale, a sviluppo orizzontale, è immerso in un ampio parco e si articola su due piani (terra e rialzato). Il primo contiene la Sala dell’Albo d’Onore, dove sono custoditi quattro armadi in bronzo, uno dei quali contenente i volumi in cui sono riportati in ordine alfabetico i nominativi dei caduti che riposano nel Sacrario. Negli altri sono custoditi i tabulati relativi ai caduti e dispersi in Russia. Il complesso comprende anche un’area museale, la Cripta, una sala visione documentari, varie sale commemorative e gli uffici della Direzione del Sacrario con annessi locali polifunzionali. E' stato recentemente oggetto di restauro conservativo con fondi stanziati dalla Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri sotto la supervisione del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti.” Dopo avere fotografato l'esterno entro nel loculario e con l'aiuto di un addetto trovo la posizione di mio nonno. Come promesso è stato corretto un refuso di cui si sono accorti dopo la mia richiesta di informazioni. Rendo omaggio dopo 80 anni da parte di tutta la mia famiglia recitando le orazioni ai defunti e alle anime del Purgatorio. Sono commosso, ma è l'ora di riprendere la mia strada. Uscito dal sacrario arrivo al lungomare e alla Spiaggia Pane e Pomodoro. Percorro tutto il Lungomare Nazario Sauro con tutti i palazzi governativi fino al Teatro Margherita. Taglio per la Basilica di San Nicola, il Castello Normanno Svevo e arrivo alla mia focacceria preferita vicino al mio hotel. Alle 13.00 per pranzo compro una Focaccia con il Pomodorino (€1,00) che consumo nei Giardini di Piazza Umberto. Non sazio torno per un Fagottino alla Carne (€2,00) che riconsumo ai Giardini. E' tempo di lasciare Bari. Ritiro il trolley in hotel e mi reco in stazione FAL per il treno per l'aeroporto che parte alle 14.05 (€5,10). Decollo alle 16.17 e atterro alle 17.30 a Torino. (Previsto 16.05 – 17.45). Mi reco direttamente ai treni, ma le macchinette non funzionano. Torno indietro e dopo avere cercato un ufficio informazioni lo trovo, stranamente, al piano partenze. Acquisto un ticket integrato B (€3,00) che permette di usare anche la metro. Il treno parte alle 18.19 e dopo poche stazioni si ferma a Borgaro per lavori in corso sulla linea. Si cambia con un bus che arriva alla stazione di Porta Susa alle 19.15. Prendo subito la metro che mi lascia a pochi metri dall'hotel in Corso Francia alle 19.30. Consigliato dalle informazione dell'albergatore scelgo di cenare in una trattoria in Corso V. Emanuele a poca distanza. La trattoria, davvero piccola, a conduzione famigliare, offre cucina locale e salentina e ha una lavagna con il menù giornaliero che cambia ogni sera. Prendo Salsiccia con Coste olio e limone (€12.00). Soddisfatto tornerò anche nelle sere successive senza pentirmene. Percorsi 13,6km.
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