#tutti falsi
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voglio quelle persone che se le invito per un caffè mi dicano: si molto volentieri!
Che sorridano quando mi vedono, che mi scrivano per fare cose, che non si facciano pregare per vedermi come se mi facessero un favore.
Sono stanco di pregare la gente, di musoni, silenzi, stanchezze.
#stanch
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Non sono per tutti e tutti non sono per me.
È pieno di gente sincera, vera, onesta, ma ancora di più di attori, falsi e disonesti. Non ti fissare, non idealizzare e usa sta cazzo di testa.
#tutti#gente#sincera#attori#falsi#fissa#testa#frasi vere#pensieri della notte#solitudine#amore impossibile#amore non ricambiato#fine#falsità#giornate di merda
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A Trieste la CEI "scomunica" la Dottrina sociale della Chiesa
Con la chiusura ieri delle settimane sociali dei cattolici, la Chiesa italiana ha abbandonato la Dottrina sociale: relatori targati PD, Mattarella e Zuppi all’unisono, il Vangelo puntella la Costituzione, la salvezza non viene da Cristo ma dalla partecipazione. A Trieste si è deciso di farsi dire dal mondo in cosa consista il bene comune. Continue reading A Trieste la CEI “scomunica” la Dottrina…
#Apostasia#Bergoglio#bergogliosi#cattivi maestri#democrazia cristiana#falsi profeti#fratelli tutti#fumo di satana#idiozie clericali#luigi renna#Matteo Maria Zuppi#Matteo Zuppi#modernismo sociale#papa Francesco#sedicenti cattolici#spirito del concilio
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Questo governo fascista e' riuscito a farmi sentire un truffaldino. Sento gli occhi di tanta gente addosso, occhi che parlano: " Comunista balordo, hai ristrutturato le tue case facendole pagare a tutti noi. Ladro, ci hai rubato il presente e stai rubando il futuro ai nostri figli. Te e quelli come te, voi radical-chic, voi fancazzisti, voi della ZTL, ci avete messo sulle spalle miliardi di debito pubblico per ristrutturare le vostre case, ville e i vostri castelli. ." Ormai esco guardomi intorno, un po' con il bavero alzato e nelle ore dove in giro c'e' pochissima gente. Per la maggioranza di questo Paese sono io ad aver messo in ginocchio una delle piu' grandi potenze economiche del mondo. Io che in dieci anni riprendo dal fisco 80mila euro. Io che in vita mia non ho mai chiesto nemmeno un bonus-gelato. Io che in 30 anni di lavoro ho versato al fisco almeno 350mila euro senza mai un certificato di malattia all'Inps, pagando per mia figlia la mensa scolastica del nido pubblico 300 euro al mese e 5000 euro per ogni anno di universita' mentre quasi tutto il Paese ne pagava poco o niente. Mi puntano il dito contro milioni di falsi invalidi da una vita che prendono dallo Stato 500 euro al mese, di baby pensionati, di lavoratori pubblici che hanno piu' carriera di aspettativa che di lavoro, di evasori fiscali, di costruttori abusivi, di alluvionati o terremotati a cui sono state ricostruite case a suon di migliaia e migliaia di euro. Di banche e industriali che succhiano miliardi pubblici come idrovore per poi vendere o chiudere tutto appena sciupano i profitti. Ho anche pensato di contattare il mio amico Alfonso, chirurgo plastico a Milano per una nuova identità '. Poi ci ho pensato e mi sono detto: "Ma andate tutti a fanculo, fascisti di merda".. @ilpianistasultetto
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non so come fate ad avere tanti amici (e sopratutto amiche) che ormai sono tutti falsi
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Questo Vannacci in questo mondo apocalitticamente distopico dice cose talmente ovvie e di così basico buon senso che sembra il più grande filosofo di tutti i tempi. Va bene eh, ce ne fossero di più di Vannacci.. il problema sono tutti gli altri politici falsi e idioti...
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Desiderio di peccare: una perla di donna

Era pazzo di lei: gelosissimo e sempre inquieto da morire, a riguardo. Se lei era con lui ma magari sorrideva o dava confidenza a qualcuno, pur cercando di non darlo a vedere egli discretamente cercava di ascoltare gli argomenti trattati nella conversazione e di comprendere se per caso questi ci stesse provando. Una donna da sogno come quella attira certe attenzioni per definizione. Sempre. Nessuno lo sapeva, ma lei gli aveva detto chiaramente di essere arcistufa della sua gelosia morbosa e che in realtà facendo così avrebbe per reazione provocato in lei, donna giovane, ammirata, di mentalità aperta e volitiva d'umore, soltanto il desiderio di andare con altri uomini, prima di sposarsi per dedicarsi a uno soltanto: lui.

Questo pensiero lo faceva stare malissimo. E quindi cercava di soffocare la gelosia e si impegnava a soddisfarla. Con regali e mille attenzioni. Poi, a letto, una volta egli interpretava il ruolo del dominante, altre quello dello schiavo. E quindi le stava tra le cosce, tra le natiche o in bocca per ore. Con il pene, con la bocca, con le dita. Quando lei era aggressiva, lui si prestava a fare da sottomesso, accogliendo i falli di gomma che lei manovrava nel suo ano e nella sua bocca con esperienza sospetta. Ma più quella donna lo faceva soffrire, più lui la adorava. Le leccava e lavorava con la lingua la vulva bellissima e gustosa per ore. Non poteva più fare a meno del suo dolcissimo miele, profuso ogni volta in quantità. Più si impegnava, più lei gemendo lo rassicurava sulla sua fedeltà, ovviamente. Avendo però in mente sempre più crescente lo scorrettissimo ma inesorabile desiderio di tradirlo: voleva proprio mettergli le corna, prima o poi. Provare altre, proibitissime sensazioni.

Era diventata una sua intima necessità, che le lievitava in testa di giorno in giorno. Però poi alla fine l'avrebbe sicuramente sposato: gli anni passano per tutti e lui comunque aveva una buona posizione economica e sociale. Tutto, pur di mettere in atto e continuare indisturbata il suo personalissimo gioco segreto, in barba alla gelosia del suo compagno semi-ufficiale. “Ma stai tranquillo, tesoruccio mio: amo solo te, lo sai… muah, muah… ora vieni qui, che ti faccio fare quella cosina che ti piace tanto…” ogni volta che avesse avuto sospetti e avanti così. Passando ai fatti, aveva già adocchiato un giovane meccanico della concessionaria dove avevano acquistato la sua auto e spesso con le scuse più disparate vi si recava, chiedendo esplicitamente di lui. Il giovane, fisico scultoreo, intensi occhi azzurri, capelli ricci e folti, filo di barba perenne, bellissimo e ancora scapolo, l'aveva messa a fuoco da tempo e aveva da subito compreso e scoperto il suo gioco. Le donne si mettevano in fila, per lui. Gli altri dipendenti e meccanici della concessionaria facevano finta di non aver visto o sentito, ma tra di loro tifavano per il loro giovane collega. Ogni volta che la signora veniva a cercarlo, era una nuova puntata della telenovela.

Essendo già un esperto giocatore, l'ultima volta le aveva chiesto in modo esplicito e senza mezzi termini, perifrasi o inutili salamelecchi, un appuntamento per fare del sesso. Le aveva anche detto che ama molto farselo succhiare per bene, prima di inculare e poi finalmente scopare la donna con cui esce. E anche che di lei avrebbe voluto quindi tutti gli orifizi a sua completa disposizione. Senza lamentele o falsi pudori. Aggiunse, ciliegina sulla torta golosa, che l'avrebbe sculacciata per bene, se e quando gli fosse girato. Questo era: prendere o lasciare, a questo punto! E glielo aveva detto guardandola, spudorato guascone, fissa negli occhi. Mentre a lei già tremavano le gambe, osservandone i tatuaggi e il pelo che si intravedeva dalla tuta in larga parte aperta nella parte superiore. Evidentemente la portava a pelle.

Dapprima era arrossita, non abituata a tanta schiettezza. Poi, imbarazzata e restando in silenzio, si era quindi congedata. A occhi bassi, con sul viso una impercettibile smorfia nervosa. Ma come cazzo si permette, ‘sto stronzo? Però poi pian piano quel sorriso maschile infingardo, quel petto largo, i muscoli e l'odore d'olio misto a quello caratteristico d'uomo iniziarono a conficcarsi letteralmente nel suo cervello. Ossessione. E poi quegli occhi… prese a fantasticare di continuo solo su di lui, soprattutto mentre scopava col suo uomo geloso. Ora però non si scherzava più: il suo desiderio più segreto si stava concretizzando. Aveva deciso. Presto gli avrebbe fatto di labbra e di gola ciò che lui voleva, prima di farsi sfondare, di accoglierlo nella sua preziosa, viziatissima vagina o nel suo delicato, stupendo culo di donna raffinata.

Tutto secondo il suo volere di maschio prepotente. Perché comunque la cosa coincideva ormai col suo stesso, preponderante e urgente desiderio: un bisogno fisico di averlo in sé, di farsi violare, logorare, riempire da quel bel moro muscoloso. Anzi: lui neppure immaginava quanto lo volesse o in quanti e quali modi si sarebbe lasciata docilmente prendere, insaziabile donna. Né quanto tempo sarebbe durato l'incontro ogni volta che avrebbero fatto l'amore. Tutto in barba al suo legame ufficiale. Comunque, in conclusione, è chiaro che nella vita e in particolare in fatto d'amore uno deve stare sempre molto attento a ciò che chiede: potrebbe essere accontentato.

RDA
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Di falsi allarmi
Oggi non ci siamo presi uno spaghetto. Ci siamo presi un piatto intero. Perché in cucina si sentiva odore di gas. Solo che i fornelli erano spenti e non perdevano. L'odore era concentrato nella zona dello scaldabagno. Però funzionava e l'acqua calda c'era. Insomma, non si capiva un accidenti. Nel pomeriggio sono uscito. Una volta rientrato sono andato in cucina. Mamma, ho detto, si sente ancora. E lei: non è il gas. E io: e allora cos'è. E lei: sono le cipolle. Poi dicono che uno non deve bestemmiare. Buonanotte a tutti voi.
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Ciao Kon,
Tu forse non ti ricorderai di me ma io invece ricordo un liquore alla liquirizia, più di un meet up e quello che doveva essere un incontro al Lucca Comics finito "male" per il troppo casino (non siamo riusciti a beccarci).
Ti scrivo in anonimo perché penso tu sia una grande cassa di risonanza perché nonostante tumblr sia diventato -non per noi nostalgici- un po' obsoleto vedo che continui ad essere un punto di riferimento per questa comunità e che forse tu con il tuo cinico dissezionare la situazione possa in qualche modo riuscire a scuotere i più, ma ahimè vige il segreto professionale, cose firmate e quant'altro che mi impediscono di esprimere questo disagio pubblicamente.
REGÀ I SORRISI DEI COMMESSI SONO FALSI. Non perché non abbiamo più voglia di fare questo lavoro, ma perché è diventato tutto uno schifo, le aziende e anche i clienti se vogliamo dirla tutta.
Cosa si cela dietro la vita del commesso?
Conta persone agli ingressi, voi non li vedete ma è così e di recente c'è anche il contapersone del passaggio esterno, quindi se non ti cazziano perché non hai venduto, ti cazzieranno perché non è entrata gente.
Statistiche: pezzi per vendita, scontrino medio, media di scontrino per ingressi. Voi non lo sapete, ma ogni giorni ci sono storici e budget da raggiungere in base anche solo ad un singolo ingresso che voi fate "per dare un'occhiata" - ora capite perché non è facile sorridere quando i vostri figli giocano ad acchiappino correndo fuori e dentro i negozi? Perché per quei venti ingressi senza scontrino ci sarà un area manager pronto a far il culo allo staff.
Se sei fortunato e capiti in una squadra in cui ci si spalleggia bene, altrimenti è l'azienda stessa a incentivare la lotta e l'invidia tra colleghi in una lotta tra poveri per mantenersi il posto al miglior venditore.
Non abbiamo mai abbastanza personale, MAI. Siamo spesso contati, se ci ammaliamo almeno nel mio caso ci si mette una mano sul cuore e per non mettere i colleghi in difficoltà si va a lavoro con due bombardoni di tachipirina col rischio di portarsi dietro il malanno per un mese.
Le ferie saltano perché decidono di aprire più punti vendita ma non di assumere gente che non soccomba al "gioco degli stagisti".
Turni del cazzo, spezzati e il più delle volte tutto quello che fai oltre l'orario di lavoro (anche la semplice chiusura) è straordinario che non viene contabilizzato.
Reperibilità quasi totale, manco fossimo in un ospedale. Nel tuo giorno libero è un miracolo non venir contattati dal gruppo di lavoro.
E poi vogliamo parlare dei vari festivi in negozio? Io ho dovuto combattere per avere un cazzo di permesso per la comunione di mia sorella.
È domenica, sono le 15 sono in turno da un'ora in un piccolo centro commerciale di due clienti entrate, una mi ha salutato e trattato come se le avessi offeso l'intero albero genealogico con uno sdegno tale che fa tanto lotta di classe quando siamo tutti nella stessa sudicia barca.
Quindi Kon, per favore aiutami a diffondere il verbo, io sono disposta a rispondere a tutte le domande di questo magico mondo cercando di farvi entrare in empatia con i commessi, ma per favore se non è proprio questione di vita o di morte: SMETTETE DI ANDARE A GIRO PER CENTRI COMMERCIALI, TANTO LA DOMENIC SIETE TUTTI SCOGLIONATI A PRESCINDERE E ALLORA STATE COI VOSTRI CARI, MAGARI È LA VOLTA BUONA CHE SMETTERANNO DI LUCRARE A VUOTO SU STO MONDO.
Ps: stare fino alle 18 fuori e poi riversarvi alle 20 nei negozi non funziona, mettetevi una cazzo di mano sulla coscienza.
Per me i centri commerciali sono un aberrazione sociale che riesce a darmi claustrofobia e agorafobia al contempo ma dopo essere stato a quello di Orio al Serio (aspettavamo che le figlie scendessero dall'aereo... direttamente nel centro commerciale!), ho fatto la tessera di iscrizione ai terroristi.
Non sono un nostalgico della bottega sotto casa, anche perché erano altri tempi e altri modi di vivere... mi basta il supermercato ma il centro commerciale è concepito perché la gente sia invogliata A VIVERLO e questo lo trovo demotivante.
Mi spiace per te ma alla fine mi spiace per tutte quelle persone - non schiavi ma servi - che devono sacrificare se stessi per il benessere superfluo di gente che dà tutto per scontato, quasi se lo meritassero.
E invece sono solo nati dalla parte giusta della società. E del mondo.
EDIT
Non mi ricordo di te al Meetup perché probabilmente ero già ubriaco <3
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Le amicizie vere non esistono
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Scopare un corpo è cosa più o meno da tutti.
Ma quando trovi colei che vibra ad ogni tuo respiro, che vive ogni tuo pensiero, che fa l'amore di te e con te oltre ogni limite di spazio e di tempo, quando trovi certi legami pensaci bene prima di spezzarli.
Pensaci bene prima di ingannarla.
Pensaci bene prima di inseguire falsi miraggi.
Perché una donna che "ti sente" allora "sente" tutto. E certi legami, se si spezzano, non si riparano.
E c'è una cosa peggiore di non averla mai incontrata: sapere di averla avuta ed averla persa per colpa tua."
e questo può valere per entrambi.
Ma mi chiedo: davvero crediamo che sia tutto così logico, lineare, razionale?
Io no.
Io sento, so, che ci muove anche Altro di incomprensibile alla mente lineare, piena di certezze.
E che se quella donna (o uomo) l'hai lasciata andare, se quel legame hai lasciato che si spezzasse, probabilmente altro chiamava e attendeva entrambi.
E restare a rimuginare e a piangere per quello che non è stato, è il modo più comune e diffuso attraverso cui ci si preclude l'accorgersi di quello che invece può essere "destinato" a trovarti, comprenderti, restare.
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La sussidiarietà distorta della “Fratelli tutti”
L’enciclica Fratelli tutti capovolge il senso del principio di sussidiarietà: per papa Francesco sarebbero infatti le società naturali e i corpi intermedi ad essere sussidiari dello Stato e non viceversa, come invece si dice nella versione corretta della sussidiarietà. Continue reading Untitled

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#Apostasia#Bergoglio#bergoglionismos#cattivi maestri#falsi profeti#fratelli tutti#fumo di satana#idiozie clericali#papa Francesco#sedicenti cattolici#spirito del concilio#sussidiarietà
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Col passare del tempo ti rendi conto:
- Che non tutti i sorrisi sono sinceri e non tutti i “ti amo” sono veri
- Che ciò che fa male non sono solo le bugie dette, ma anche le verità taciute
- Che quello che ferisce di più non è il colpo, ma chi te lo dà
- Che grandi amici possono diventare grandi sconosciuti
- Che chi un tempo ti voleva bene, ora potrebbe odiarti
- Che la vita non è solo bianca o nera, ma piena di sfumature di grigio e mai rosa
- Che non tutte le storie hanno un lieto fine
- Che un lieto fine, in realtà, è solo una storia incompiuta
- Che i momenti migliori sono fatti di piccole cose
- Che non è tutto oro ciò che luccica
- Che chi ti avvisa non è un traditore
- Che è meglio avere cinque veri amici piuttosto che cinquanta falsi
- Che l’amore può essere meraviglioso, ma allo stesso tempo molto insidioso
- Che chi ti dimostra poco, probabilmente non tiene affatto a te
Ti renderai conto che la vita è troppo breve e il tempo scorre fin troppo velocemente
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Rimanere fedeli a se stessi senza piegarsi ai falsi moralismi e alle finte convenzioni...ma non tutti hanno il coraggio di essere se stessi fino in fondo e non tutti la pensano così.
cywo

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La scorsa settimana è uscito il rapporto della commissione di esperti voluta dal governo Meloni per valutare il Reddito Di Cittadinanza, guidata da Natale Forlani, diretta emanazione della ministra del lavoro, una delle più accanite oppositrici della riforma. Che ovviamente conferma quello che associazioni, studiosi ripetono da mesi. E che ora dice anche lo stesso governo, che per ferocia sociale e odio per i poveri, ha cancellato la misura. E smentisce tutte le balle raccontate in questi anni. La prima: divanisti, fannulloni, alimentata anche da pezzi di sinistra. Per il rapporto i cosiddetti occupabili sono solo il 2,3%. Il 30% già lavorava e aveva il sussidio per integrare stipendi troppo bassi, il restante è a elevata difficoltà di inserimento o reinserimento. Cioè, in sostanza inoccupabili. E’ la menzogna architrave usata per cancellarlo, ed è assai grave, visto che la misura ha tolto dalla povertà assoluta ogni anno quasi mezzo milione di famiglie, oltre un milione di persone, dato che coincide con quello di istat e altri studi. Insomma, per ragioni ideologiche si è cancellata la più efficace misura contro la povertà del dopoguerra, che ha contribuito a ridurre dello 0,8% l’indice delle disuguaglianze e dell’1,8% il rischio di povertà. Il report conferma che semmai, il problema del sussidio era un altro: ha raggiunto solo il 38% di chi ne avrebbe avuto bisogno. Perché i paletti su reddito e patrimonio erano troppo stretti, penalizzando anziani, famiglie numerose, stranieri, lavoratori poveri. Dalla relazione mancano i dati sull’efficacia delle misure di inserimento al lavoro. L’Inapp stimava nel 27% i percettori che avevano trovato occupazione: dato altissimo, tasso triplo che tra i disoccupati totali. La relazione “dimentica” invece di dire se e come stiano funzionando le misure sostitutive introdotte dal governo. Non è difficile dedurlo, visto che i paletti sono ancora più stretti. Infatti Istat nell’ultimo rapporto sulla povertà, indicava una risalita con la fine del sussidio, la cui cancellazione resta una delle pagine più vergognose e crudeli della politica italiana. Ultima questione: i "furbetti del reddito". Anche sulle presunte truffe è stata montata una narrazione di disinformazione. Puntualmente smentita. le decine di migliaia di denunciati per false dichiarazioni sono stati quasi tutti assolti perché i tribunali, se non in rarissimi casi, non hanno riconosciuto l’intenzione di ingannare lo stato. Rileva la GdF, su oltre 50000 denunce in 4 anni, le condanne si contano su una mano. i giudici non hanno ritenuto dolose le richieste di persone in stato di necessità. Da Nord a Sud, una caccia alle streghe fomentata dalla politica costata milioni di euro. Per dare una proporzione: secondo la GdF le frodi (o presunte tali) sono state circa lo 0,01% dei fondi erogati, lo 0,008 delle frodi complessive allo stato al netto dell'evasione fiscale. Detto con gentilezza: se avete creduto anche solo per un minuto che il RDC fosse destinato ai “divanisti”, ai “fannulloni”, nonostante ogni dato e studio dicesse il contrario, e se per questo avete contribuito a quella campagna di falsi e odio, beh, concludete voi. Massimo Alberti, X
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Se da piccoli abbiamo dovuto badare ai nostri genitori, è possibile che da adulti ci sentiremo incapaci di prenderci dello spazio e del tempo per noi.
Sentiremo di dover fare qualcosa per gli altri ad ogni costo.
Pena, il percepirci come inutili, inetti, fuori luogo, imperfetti.
Rimaniamo così intrappolati tra il dover fare qualcosa per qualcun'altro, sentendoci dunque sempre sotto pressione, e l'impossibilità di prenderci cura di noi, pena il sentirci in colpa.
Percepiamo così di non essere meritevoli di amore.
Se l'altro ci fa dei complimenti, penseremo che ha preso un abbaglio, che ci sta fregando, che ci sta sopravvalutando.
Se proviamo ad amare noi stessi, sentiremo di essere dei falsi, degli impostori, di indossare una maschera.
Quando siamo stati genitorializzati il nostro bambino interno è dovuto crescere troppo in fretta, inibendo i suoi bisogni affettivi fondamentali per riuscire a sopravvivere alla minaccia dell'abbandono.
I genitori bisognosi hanno fatto nascere in lui l'idea che se non si fosse preso cura di loro li avrebbe persi per sempre, avrebbe perso il loro amore, e quindi la sua vita (lo spiego approfonditamente nel mio ultimo libro, "L'armatura invisibile".
Ma doversi sintonizzare sui bisogni dei propri genitori, ricoprendo un ruolo più grande delle proprie possibilità e capacità, fa sì che il bambino perda di vista i propri bisogni e aspetti di sé importanti.
Pur di sopravvivere, nel passato, il bambino ha dovuto far morire una parte di sé fondamentale, che tuttavia si fa sentire nel presente attraverso meccanismi di autosvalutazione non appena si presenta la circostanza per cui qualcuno può amarlo per quello che è.
La sensibilità ferita si ritira nel corpo rivelandosi fenomenologicamente come un nucleo di dolore che viene percepito come una parte di sé che chiede attenzione.
Spesso elemosiniamo dunque questa attenzione dagli altri, cercando di aiutarli a tutti i costi e aspettandoci un riconoscimento che non è mai abbastanza, inevitabilmente, e sé c'è in modo pieno viene travisato.
L'unico modo per uscire da questa forbice è dare amore e supporto a sé stessi, attraverso le proprie risorse, prendendosi cura in modo compassionevole di quel bambino ferito che cerca in tutti i modi attenzione e riconoscimento.
Omar Montecchiani
#quandolosentinelcorpodiventareale
#armaturainvisibile #artedilasciarandare
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