#tigli
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E intanto, a Pordenone, il comune decide di iniziare a uccidere i fastidiosi e sanissimi 47 tigli che intralciavano un progetto del PNRR. Solo 7 giorni prima dell'udienza per il ricorso contro l'abbattimento fatto al Consiglio di Stato, fregandosene dell'eventuale sentenza sfavorevole. Una amministrazione che, con un ricorso pendente (e costosissimo), decide di prendere in giro i cittadini, secondo me dovrebbe essere dichiarato decaduto. Non importa se poi dovesse essere in qualche modo punito per aver abusato del proprio potere. Si tratta di un organo amministrativo che si sta sostituendo ad un organo giurisdizionale. Non un bell'esempio di rispetto della Costituzione da parte del sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani, fratello del ministro Luca Ciriani, di Fratelli d'Italia. E non un bell'esempio di come vengano usati i soldi del PNRR.
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PRIMA PAGINA Secolo Xix di Oggi sabato, 24 agosto 2024
#PrimaPagina#secoloxix quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi sfida#finale#essere#presidente#tutti#diritti#consulta#preme#tigli#lite#sulle#candidature#segretario#condannato#piloti#volontario#rigorista#italia#taglio#fese#della
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Sotto ai Tigli.
Quest'anno il loro profumo è ancora più intenso del solito .
Lo respiro fortemente, così lo faccio entrare nella mia memoria.❤️
Lo so,sono monotona 🤷🏻♀️
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Le cose ovvie sono le più invisibili: le vedono solo i poeti, e i contadini (Carlo Levi, La doppia notte dei tigli).
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Quello che qui racconta e descrive Micaela Coletti - superstite del disastro del Vajont e presidente del Comitato dei sopravvissuti - non si può riassumere, né riformulare. È necessario ascoltare. Possibilmente non alla guida, se si hanno un'anima e un paio di occhi.
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Sotto un tiglio.
Stanko Abadzic.
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Amare per sempre
Questi giorni convulsi e ventosi hanno rischiato di mandare nuovamente in subbuglio i miei fragili equilibri faticosamente conquistati. "Non sei una donna da amare per sempre", sussurrò l'altro ieri una voce maligna e menzognera dalle ferite ancora fresche, inerpicandosi come un'edera velenosa e infestante sulle pareti della mia mente agitata. "È già la terza volta che un uomo, sia in amore che in amicizia, conquista la tua fiducia, dimostra di volerti bene e poi, dal nulla, senza spiegazioni logiche, cambia natura, ti umilia, ti allontana. Fossi in te, mi farei qualche domanda; tu spaventi: leggi le anime altrui con estrema naturalezza e facilità, mettendo in luce elementi che loro non avevano notato, o meglio, non volevano far emergere; sei terribilmente scomoda, una spina nel fianco, soprattutto perché quella instancabile attività di introspezione la metti in opera innanzitutto in te stessa, poi in ogni situazione che ti circonda, diventando praticamente insostenibile. Inoltre, non potendo fare affidamento su una bellezza estetica impattante, tu seduci con la mente e con l'anima, ma con un'intensità tale da atterrire e assopire ogni desiderio virile. Insomma, non sei una donna da amare per sempre: gli uomini ti stimano, ti ammirano, al massimo ti scelgono come amica fidata, ma alla fine ti lasciano sola e corrono sempre tra le braccia di un'altra, evidentemente più semplice da tollerare." Rimasi in silenzio, osservando il vento che strattonava la mia chioma e quelle dei tigli e delle betulle dinanzi a me: "È incredibile come il male riesca a mentire pur mostrandoti la verità", sussurrai flebilmente. Improvvisamente, scossi il capo, come se mi fossi destata da un sortilegio; osservai il cielo annuvolato e m'inondai d'avorio, gli occhi bacini di lacrime ricolme di gratitudine. "Sì, Dio mi ha creata insostenibile, come il peso delle montagne; eppure, anche se solo Lui è in grado di sollevarle e alleggerirle, tra gli uomini c'è sempre chi è capace di amarle e scalarle!" Esclamai, squarciando con la lama i rami soffocanti del funesto rampicante; poi mi misi a correre controvento, ridendo come una menade in preda alla follia, pensando ai miei affetti più cari, che ogni giorno scelgono di starmi accanto e condividono il cammino, rendendo speciale ogni passo, alla cagnolina della vicina disposta a prendersi la pioggia pur di coccolarmi appena giunta a casa, alle civette impavide ululanti sopra i tetti prima che sopraggiungano le tenebre, ma soprattutto al fatto che sono una donna che ama per sempre, e questo mi basta.
#pensieri#amare per sempre#gratitudine#c'era lo zampino di berlicche#ma dio salva sempre#giorni ventosi#la prima foto è mia
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wahoo more art fight shenanigans! these delightful creatures belong to @forestanomaly
Tigly and Tisha!
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Coriolanus is jealous and possessive. He is writing with a marker on Sejanus' forehead that he is his. That's property of Snow. He barks at any human being who comes near his boyfriend and is convinced that everyone wants to steal his Sejanus. Snow may be under 5'10" of height but that won't stop him from trying to strangle someone who in his opinion has been suspiciously kind with his Sejanus.
Marcus is a jealous guy but more normal. He won't be upset that Sejanus has friends or does things on his own unlike Coriolanus but sometimes his eyes twitch because Sejanus is handsome but he has low self-esteem so he won't notice when someone is not only being nice but blatantly flirting in his face. Marcus is embarrassed to feel jealous so he will try to hide it but it will be obvious that he will be upset and out of nowhere he will try to remind everyone that this is his boyfriend by hug him tigly. Yes yes yes I need hold his hand while he is talking to other guy because Sejanus is my boyfriend to love and care for. He goes around throwing annoyed looks at the shameless ones who want to try something with Sejanus in front of him.
Now Billy Taupe, unlike the others, doesn't mind seeing how others flirt with Sejanus or that he goes out with other people. Their relationship is casual so he couldn't care less however he might end up drunk and playing the accordion furiously if he finds out that the words "your dick is the best" are something Sejanus says to everyone he sleeps with because Billy Taupe takes pride in being a good fuck and by Panem's sake he can't stand the fucking liars from the Capitol!!!!
#sejanus plinth#coriolanus snow#marcus tbosas#billy taupe#snowjanus#sejarcus#cladeplinth#meme#tbosas#ballad of toxic yaoi#the boyfriends of Sejanus#Sejanus's harem
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" Un tramonto nel patio vicino a mio nonno che mi legge un libro bellissimo. Il primo bacio, su un treno che correva verso sud. L’aria profumata di tigli sul volto, uscendo dall’ospedale dopo una malattia. Un campo di girasoli attraversato insieme a mio figlio. Tutte queste ore chiedono esitanti se sono state la più felice, ma io so bene che posso ricordarle ma non posso sceglierne una. Non pensare o viaggiatore che questo complesso labirinto possa incrinare ogni gioia passata, presente o futura, mescolando tutto in una inevitabile attesa. Voglio solo che tu rifletta, come uno specchio, tutte le ore che per te sono state quest’ora. Non per un esercizio mnemonico, o letterario ma per trovare, nella tua vita, più felicità di quanto ritieni di averne avuta. "
Stefano Benni, L'ora più bella, Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano, 2012.
#Stefano Benni#L'ora più bella#letture#leggere#citazioni#felicità#meditazioni#vita#ricordi#passato#presente#futuro#umanità#infanzia#letteratura italiana contemporanea#scrittori#memoria#paradiso#speranza#nostalgia#tempo#crescere#intellettuali#gioia#serenità#racconti brevi#saggezza#umorismo#umoristi#ridere
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QUEL POST CON CUI EMPATIZZERANNO IN TRE (ME COMPRESO) Parte 1
Non è una storia triste, non ci sono plot twist né morali strazianti per cui togliete pure il secchio da sotto la sedia ché i testicoli rimarranno al loro posto (figura retorica gender-inclusiva).
L’altro giorno @der-papero ha rebloggato un mio post in cui c’era l’immagine di una mazza ferrata per ‘resettare’ un pc dicendo ‘Non fare male ai computer che sono stati i miei unici amici per tanti anni! (o qualcosa del genere) ed è a quel punto che io ho pensato la stessa cosa, anche se in modo più specifico e meno informatico del suo.
Dal 1979 a oggi ci sono stati degli ‘amici’ che sono diventati una sorta di pietra miliare temporale a cui posso tornare con la memoria in modo microscopico e con una precisione quasi eidetica, al punto che li posso usare come una personalissima radiodatazione al carbonio per conoscere gli eventi contestuali occorsi in un dato periodo.
Quando ero piccolo ho sempre creduto che tutti giocassero ai videogames, sia con la propria console a casa che nei bar o nelle sale giochi e invece ho lentamente scoperto che non solo quasi nessuno aveva un console per videogames a casa ma che anche i cabinati che erano nelle sale giochi o nei bar per molti non erano affatto un’attrattiva.
Beh... per il sottoscritto le cose andavano in modo molto differente.
Alle console che ho posseduto dedicherò la seconda parte di questo post ma ora vi dico che sul viale pedonale principale di Viareggio (quello del carnevale, per intenderci) c’erano due sale giochi ENORMI (posso confermarlo a distanza di anni che non era solo lo sguardo di bimbo) e mio nonno paterno lavorava li vicino, ragion per cui mi bastava mendicargli mille o duemila lire, cambiare tutto in monete da 200 lire (i gettoni dovevano ancora arrivare) e giocare come se non ci fosse un domani.
Io non so se la seguente descrizione possa avere un senso per la maggior parte di voi ma dovete considerare quanto fosse ENORME il trip sinestesico nell’entrare in uno di quei luoghi: prima di tutto passavi dalla luce del sole a una penombra che assomigliava molto a un buio luminoso, poi le tue orecchie venivano sopraffatte da parecchi decibel di musichette a 8 bit che si mescolavano a formare un meraviglioso cachinno eustordente e infine l’odore di sigaretta che permeava ogni centimetro cubo dell’ambiente con una coltre di fumo in cui lampeggiavano gli schermi dei cabinati come finestre su altri mondi.
(in effetti a posteriori posso capire perché la mia passione non fosse così condivisa)
Ho parlato del 1979 perché quello fu l’anno in cui da flipper, biliardini e altri giochi analogici (che io schifavo) si passò al primo videogame completamente elettronico a grafica vettoriale: ASTEROIDS.
Ora, siccome sono ben consapevole che la maggior parte di voi non ha la minima idea di cosa io stia parlando, sappiate che quando parlavo di finestre su altri mondi era proprio quella la sensazione che allora si provava: dalla visione passiva di un programma televisivo su tubo catodico passavi a poter FARE COSE SULLO SCHERMO, un qualcosa che pochi fra voi possono capire quanto fosse pazzesco.
E quello per me segnò un altro modo di considerare lo scorrere del tempo.
Per esempio, nell’Agosto del 1983 giocai per quindici giorni a Moon Patrol nel piccolo bar dell’Isola del Giglio dove andai in vacanza coi miei genitori
mentre al Bar Sombrero del mio quartiere nell’inverno del 1984 a Mag Max e Kung Fu Master, quest’ultimo a scrocco perché avevo imparato come accedere al sensore che veniva toccato dalla monetina e dava 1 credito
la stessa estate, nella sala giochi in pineta, scoprii e finii Bubble Bobble (l’intro musicale mi dà ancora i brividi) mentre il Juke Box mandava in loop una canzone che dopo ho scoperto essere Sweet Dreams degli Eurythmics.
Trojan nel bar Moreno sotto a una tenda minuscola, R Type al chiosco sul viale dei tigli, Tiger Road al bagno Aretusa, Circus Charlie nel bar della stazione vecchia vicino al biliardo dal panno verde consumato e segnato dalle sigarette, Knuckle Joe in un hotel in Val d’Aosta per la gita di terza media, Wiz nel bar vicino casa di mia nonna materna, Bomb Jack al maneggio dove Diego con 200 lire giocava tutto il giorno e regalava crediti, Bank Panic al bar del cinema all’aperto e New Zeland Story in quello del palazzetto dello sport mentre mangiavo un Paciugo all’amarena, prima Green Beret e poi Iron Horse nella pasticceria sotto casa di mia nonna paterna con l’odore di sfoglie alla crema, Robocop e Xain’d Sleena al bar del liceo, finiti entrambi a memoria prima che suonasse la campanella, i tornei di Dark Stalker con i miei amici al bar della stazione nuova e poi ancora X-Men e Avengers.
Centinaia di giochi che meriterebbero decine di post perché con mille lire potevo andare in un mondo dove non ero più il ciccione sfigato che non sapeva giocare a pallone... ero quello che poteva sconfiggere i nemici e alla fine vincere, sempre.
L’ultimo arcade cabinato a cui giocai - e poi dopo quella data praticamente scomparvero per essere sostituiti dalle Slot Machine - fu Metal Slug, in data 1997, dopo aver lasciato Figlia Grande all’asilo nido nel piccolo ritaglio di tempo prima di andare nello studio medico dove avevo appena cominciato a lavorare.
Naturalmente lo finii ma finì anche col chiudersi quella parentesi durata appena vent’anni ma lunga una vita intera.
Chi di voi è abbastanza vecchio da capirmi?
@axeman72? @renatoram? @ilnonnodiinternet?
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Esci perché l’aria sembra buona,
I Tigli ti stordiscono ronzando
d’api, il loro effluvio zuccherino
ti entra nei polmoni e tu respiri
come se fosse la felicità.
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I Tigli in questo momento sono nel pieno della loro fioritura.
Qui dove ti giri ti giri ce n'è uno, anzi più di uno ❤️
Respiro il loro profumo e lo custodisco in quel posto preciso, in mezzo all'anima, e anche in quello dei ricordi.
Così che io lo possa ricordarlo nelle altre stagioni, e nei momenti di nostalgia. 🌳
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Non c'è unità se non di cose distinte (Carlo Levi, La doppia notte dei tigli).
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Di epiloghi e di altri dolori
Il treno è in ritardo. Siedo silenzioso mentre guardo gli altri avventori in sala d'attesa; qualcuno legge, adolescenti ridacchiano rumorosamente mentre guardano qualcosa al telefonino, altri discreti sussurrano qualcosa, il rumore di una palla che rimbalza. Le caviglie vanno meglio, adesso sono le spalle a scricchiolare. Sorrido ironico, ho riletto un po' delle impressioni di viaggio cristallizzate sul moleskine sgualcito. Ho ormai abbandonato ogni civiltà, poche ore e il lavoro tornerà a sommergermi. Respiro profondamente, poi deglutisco, lo sento già il peso dei turni che mi assale.
Il tempo passa lento sulla strada del ritorno, leggo qualche pagina di Fedor, entro domani terminerò "povera gente" poi chissà. Esco sul piazzale antistante la stazione: autobus spenti e un vago profumo di tigli, le nuvole azzurro opaco mi sovrastano squarciate in lontananza da toni salmone che preannunciano il crepuscolo.
I giorni si accorciano e questo è già un presagio. Stasera, stanotte verrà il momento del vino e delle sue certezze, canterà i miei giorni e i miei tormenti. Una volta ancora muoverà un ricordo: sono in ritardo. Da sempre.
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