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#ti avrei dato tutto
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[...] Accanto non è un posto per pochi, ma per pochissimi.
Accanto è per chi sa farti piangere, ma solo di gioia.
Accanto è per chi ti porta al cinema
quando stai male.
Accanto è per chi viene a bussare alla tua porta quando al telefono non vuoi rispondere.
Accanto è un posto che si merita solo chi sa farti sorridere sempre.
Ma accanto è anche un posto che stai cercando da troppo tempo. Ti meriti qualcuno che ti faccia sorridere, quando i tuoi sorrisi non sorridono. Ti meriti qualcuno che ti stia accanto, anche senza starti costantemente vicino, e che ti faccia sentire forte quando cadi ma non volevi.
Sei forte, perché ti rialzi ogni volta.
"Ti avrei dato tutto" - Nicolas Paolizzi
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littlegirl3108 · 1 year
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lucatoucan · 8 months
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comunque io lo dico
non m'han fatto votare i bastardi
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contanosoloidettagli · 2 months
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Se avessi saputo che sarebbe stata l'ultima volta in cui io e te ci saremmo parlati, ti avrei ricordato di quanto bene ti voglio. Ma nelle sciocchezze che ti ho detto per farti ridere, nei baci sulla fronte e nelle carezze che ti ho dato anche se le odiavi, nei saluti che ti ho portato da parte di tutti...c'era tutto l'amore possibile.
Senza dirtelo, ti stavo urlando che ti volevo bene e lo sapevi.
In quel tuo respiro affaticato e in quel tuo sguardo stanco, io sapevo che tu lo sapevi.
Però, credimi, se solo avessi saputo che i tuoi occhi non si sarebbero mai più aperti, ti avrei fatto un sorriso in più e ti avrei ringraziato per quel che sei e resterai sempre.
Non smetti mai di mancarmi, papà.
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yomersapiens · 9 months
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Ratti auguri di buon Rattale!
A Vienna si calcola esistano una cosa come tre milioni di ratti che vivono nel sottosuolo della città. C'è un tour che ti fa esplorare le complesse linee fognarie dove ti raccontano di tutti questi ratti che girano. Tre milioni di ratti sono quasi due ratti a testa per ogni abitante della città. Quindi, in un mondo perfetto, questo Natale in casa saremmo in quattro: io, Ernesto e due ratti. I due ratti durerebbero poco. Uno Ernesto se lo mangerebbe in un secondo. L'altro lo difenderei a spada tratta e diventerebbe il mio alleato eterno e lo chiamerei Ratteo, così, per avere un essere vivente a cui tramandare quello che ho imparato durante la mia esistenza.
Ho deciso di passare il Natale lontano dall'Italia perché negli ultimi mesi sono stato troppo in giro e mi stavo dimenticando di uno dei valori principali su cui è fondata la mia stabilità: la solitudine. Ho fatto in modo di andare a cena da mio fratello molto molto presto, per essere in grado di finire prestissimo e tornare a casa quando il resto delle famiglie si stanno sedendo a tavola. È stupenda Vienna quando in giro non c'è anima viva. O per meglio dire, quando in giro ci siamo solo noi immigrati, senza famiglia, senza nessuno. No ok io ho un gatto e un ratto a cui sto insegnando tutto di me e che spero un giorno prenda il mio posto nella società. Lo vestirei con i miei stessi abiti. Forse gli farei pure gli stessi tatuaggi.
Vienna di per sé non è mai troppo affollata, c'è da dire. Ma vederla ancora più deserta del solito è rinvigorente. La solitudine che tanto mi manca è ovunque. Il bus si muoveva sinuoso tra le strade senza l'ombra di una macchina in movimento. I semafori lampeggiavano sincronizzati con le luci degli alberi negli appartamenti di chi non vedeva l'ora di festeggiare. Tante lingue diverse. Del tedesco neanche una lontana eco. Prima di rientrare sono passato dal supermercato turco, loro sono sempre aperti. Ecco un altro pilastro della mia stabilità. Due ragazzini prima di me stavano comprando quella che penso fosse la loro cena natalizia. Una confezione di pane da toast, del formaggio già tagliato a fette, del prosciutto, qualche sacco di patatine e una marea di coca zero. Quanto li ho invidiati. Non dovevano essere di qua, intendo abitanti della zona. Avevano l'aspetto dei turisti. Erano giovani, vestiti male, capelli orrendi, con pochissimi soldi ma stavano avendo la serata che vorrei tanto aver avuto io con te. In una città di cui non sappiamo niente, in un momento in cui tutti si ricongiungono con i familiari, noi, andare via da tutto e avere tutto quello che ci serve tra i filamenti del formaggio sciolto del toast. Unica differenza, lo si farebbe senza prosciutto, che lo diamo a Ernesto e Ratteo.
Quando ottieni quello che hai sempre voluto è il momento in cui ti rendi conto di quanto era bello semplicemente desiderare, senza le responsabilità che derivano dall'ottenere. La felicità è un atto di responsabilità e va difesa. Devi lavorare ancora più di prima per mantenerla. Consuma un sacco. Ha sempre fame. Ci mette un attimo ad ammalarsi e deperire e mutare e non appena diventa anche solo di un gradiente meno luminosa ecco che pensi di averla persa. Sono successe tante cose in questo anno terribile che mi hanno reso felice e solo dire la parola "felice" mi fa sentire sporco perché quella voce che costantemente urla in testa "tu non meriti di essere felice!!!" non è che ha smesso di urlare eh, continua a farlo, ma vedendo che un pochino io sono sereno ha fatto il broncio, incrociato le braccia, sbattuto forte i piedi per terra e si è andata a mettere in un angolo del cranio a escogitare un piano per farmela pagare.
Ho lavorato tanto in questi anni e neanche me ne sono reso conto. Tutte le volte che venivo qua a scrivere mi stavo preparando per fare qualcosa che non avrei mai pensato potesse accadere. Non ho la forza ahimè, per raccontare la mia storia a tutti, ancora, cosa che dovrei fare dato che devo andare in giro e promuovere la mia carriera di autore e spiegare pure tutte le altre attività che svolgo e cercare di sembrare interessante e intelligente e sagace e invece sono solo a pezzi e la socialità mi esaurisce.
Questo Natale lo sto passando come John McClane. Decisamente lurido e unto, senza scarpe, con un gran mal di testa, chiuso nel condotto di areazione mentre scappo da tutti. Mi farei portare di tanto in tanto qualche biscottino da Ratteo ma poi come cacchio riesco a strisciare fuori da qua dentro. La mia pancia ha raggiunto livelli che mai avrei pensato potesse raggiungere e il bello è che non mi interessa minimamente. Solo quando mi allaccio le scarpe dai, lì un po' intralcia. Non mi interessa perché sono entrato nei quaranta e finalmente "ho dato". Posso dirlo con fierezza. Ho dato. Ora tocca a qualcun altro darsi da fare ed essere bello e atletico e magro e muscoloso e pieno di talento io, ho dato. C'ho provato. Ha funzionato per un frangente e poi ha smesso e ho passato anni a cercare di rimanere come nei miei ricordi finché non mi sono reso conto che ero rimasto fermo. Bloccato. E non nel sistema di areazione come questa notte.
Ernesto non è più abituato a guardarmi scrivere, in effetti sono passati parecchi mesi. Non riuscivo più ad avvicinarmi a una tastiera se non per piccoli frangenti di tempo. Per rispondere a delle mail o per digitare nel motore di ricerca la categoria con la quale mi piacerebbe masturbarmi. Ernesto mi ha attaccato un piede, segnale che non accetta io sia distratto e che non lo stia degnando delle attenzioni che ritiene di meritare e meno male che non mi stavo adoperando per masturbarmi altrimenti sai che dolore se mi avesse addentato altro. Tipo il piccolo Ratteo che ho tra le gambe e che, nonostante la pancia sia cresciuta, resta sempre delle stesse dimensioni contenute.
Lo psicologo l'altro giorno mi ha chiesto cosa vorrei fare se scoprissi che in sei mesi tutto sarebbe finito. Gli ho chiesto cosa intendesse con tutto. Ha risposto tutto. Tu, il mondo. L'umanità: tutto. Anche la mia famiglia? Sì, anche la tua famiglia. No aspetta ma quindi anche mio nipote? Sì, anche tuo nipote. Cercherei di salvare la mia famiglia. Ha detto che non potrei farci nulla. Allora ho detto che andrei per strada e urlerei a tutti che il mondo sta per finire e che mancano solamente sei mesi anche se poi sembrerei uno di quei pazzi che urlano che siamo fottuti con un cartello scritto male e un cappello di stagnola e che quando li becchi mica gli dai retta, pensi che siano pazzi e torni a casa e te ne dimentichi mentre cerchi qualcosa di nuovo con qui masturbarti. Mi ha detto che non posso dirlo a nessuno, che sono l'unico ad essere informato e devo tenermelo per me. Allora ho pensato davvero a cosa avrei voluto fare, ma c'era un'altra domanda da porgli. Dovrei continuare a prendere farmaci oppure sarei senza la mia malattia? Ci ha riflettuto un attimo e poi mi ha fatto un grande dono. Saresti senza. Allora ho elencato tutti i posti che vorrei vedere e le cose che vorrei fare e il Giappone e nuotare con le balene e i cibi che vorrei mangiare e le droghe che vorrei provare per poi finire dicendo che un mese lo vorrei passare abbracciato a mio nipote, che non capirebbe e anzi, probabilmente mi caccerebbe via dicendo "zio Pattejo coza fuoiii" però a me andrebbe bene lo stesso. Voi cosa fareste, se rimanessero solo sei mesi?
Mi mancava la solitudine e sentirmi solo e parlare da solo e scrivere in questa condizione di silenzio totale. Nel palazzo di fronte non c'è nessuna luce accesa. Forse sono tutti usciti per cena o forse sono tutti rientrati nei loro paesi di appartenenza. Se ancora sono a Vienna è per questo motivo, da nessuna altra parte del pianeta riesci a sentirti così solo come qua. Per questo poi ti affidano due ratti.
Ernesto si è appallottolato sul divano. Ratteo si è addormentato sulla mia spalla. Spengo le luci, apro i regali che mi sono fatto e aspetto sia domani. È un Natale bellissimo ma sarà ancora più bello quando potremo farci dei toast insieme e raccontarci cosa ci ha insegnato il silenzio.
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canesenzafissadimora · 9 months
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Non avrei mai potuto immaginare che in fondo devo dirti grazie, perché mi hai insegnato, nonostante l'età, che elemosinare amore non paga, perché le briciole non saziano la fame, mai...
Mi hai insegnato che non sempre si può dare a piene mani, perché chi riceve non è capace o non vuole apprezzare e finirà sempre e comunque a minimizzare e svalutare tutto quello che fai e dai.
Mi hai insegnato che c'è più dignità nell'urlare un addio tra i denti che a soccombere ancora alla tue falsità e tradimenti.
Che non a tutti è dato mostrare le nostre cicatrici dove sotto ancora brucia la carne viva, che non tutti comprendono quanto amore c'è in un sorriso forzato e quanta disponibilità c'è in un silenzio di circostanza.
Proprio ieri mi hai fatto finalmente capire che non c'è altro modo in cui io possa vivere quel che resta della mia vita se non scelgo me stesso, la mia dignità e l'amor proprio anche se ciò causerà una dolorosa e una serenità ancora lontana da conquistare e che la solitudine che nel frattempo mi attende e infinite volte più accogliente e gratificante della tua falsa e forzata presenza.
Non ti servo rancore, perché ognuno di noi deve necessariamente fare il proprio viaggio e se solo fossi credente pregherei perché il tuo sia il più felice possibile.
Ora io mi accingo a fare il mio lontano da tutte le bugie e falsità che mi hai propinato in questi anni.
Per questo motivo,
nonostante tutto,
io ti ringrazio.
E, con il mio migliore e ultimo sorriso ti dico addio...
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arreton · 1 month
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Ammetto che questa mattina, in camicia oversize nera e pantalone altrettanto largo, capello corto e fucsia, un po' crespo ed un po' sporco coperto dal berretto da baseball mi sentivo abbastanza personaggio. E la cosa era divertente. Sentivo la diversità addosso e la portavo con stile, tant'è che il negozio è risultato essere troppo chic per i miei gusti ed ero disgustata da quanto siano così uguali in quello che comprano ste capre. Tanta roba di finto lusso per questi finti signori!
Dato che da un po' si sono assopiti sentimenti di rabbia e di (scatto) nervoso – almeno nella vita vigile, perché in quella onirica invece i sogni sono così nervosi e pesanti che mi sveglio implorando pietà al mio cervello di risparmiarmi tutta questa fatica – non mi sento di dire che odio questo paese. Pure se vedo le sue contraddizioni, le sue ipocrisie, l'ignoranza di chi lo abita, non me ne frega poi chissà quanto. Loro sono così, io no ok, si sta alla larga entrambi e sinceramente avrei anche abbastanza schifo ad averci a che fare. Capisco che questo paese è letteralmente un punto morto, che le persone che lo abitano sono dei morti che camminano a livello cerebrale. Di suo non ti permette nulla questo paese: non esiste la cultura dato che l'unica edicola che faceva anche da libreria ha chiuso i battenti ed in generale non organizzano nulla, nulla che abbia una parvenza di cultura, di arte; non ti offre lavoro, lasciamo perdere gli stipendi per quelli che ci sono, ma non c'è nemmeno lavoro, il viale principale si è svuotato di negozi e bar, non c'è quasi più nulla di fatti è un viale tristissimo senza nemmeno un albero in un paese dove si arriva anche ai 42 gradi; non ci sono spazi verdi, non ci sono proprio spazi se non degli spiazi tristi di cemento lì dove lo hanno buttato, altrimenti qualche zona con accanto erbacce secche e immondizia; è oltremodo scomodo poiché dispersivo quindi se non hai un mezzo di trasporto tuo (motorino o auto) molte commissioni non puoi farle o farle è molto scomodo; autobus urbani ce ne sono due ad orari limitati come l'amministrazione di questo comune; gli autobus extraurbani hanno prezzi allucinanti e orari assurdi, la stazione dei treni non ho ancora capito a che cosa serve. È, dunque, un punto morto. Se vieni qua vuoi solo morire o sprofondare nell'apatia più assoluta, se sei un minimo diversa da queste bestie malate. Se sei come loro sei un povero pezzente nel senso più letterale e oltremodo chiuso. Tutto questo ormai non mi fa più nemmeno rabbia. La verità è che in generale non ho nemmeno più tanta voglia di arrabbiarmi. Io volevo anche dargli una possibilità a questo paese, ma come fai a dare una possibilità a tutto ciò? Da dove inizi? Qua si è arrivati alla fine.
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angelap3 · 5 months
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"Umano, vedo che stai piangendo perché è arrivato il mio momento. Non piangere, per favore, ti voglio spiegare alcune cose.
Tu sei triste perché me ne sono andato, ma io invece sono felice perché ti ho conosciuto.
Quanti come me ogni giorno muoiono senza aver conosciuto qualcuno di speciale?
Gli animali a volte passano così tanto tempo da soli, senza mai conoscere qualcuno. Conosciamo il freddo, la sete, il pericolo e la fame; dobbiamo preoccuparci di trovare qualcosa da mangiare e pensare a dove proteggerci la notte.
Vediamo volti tutti i giorni che passano senza mai guardarci, e a volte è meglio che non ci vedano.
A volte abbiamo la grande fortuna che tra le tante persone passa un angelo e ci raccoglie; a volte gli angeli vengono in gruppo, a volte ci sono altri angeli lontani che inviano tanti aiuti per noi. E questo cambia tutto. Se necessario ci portano da un altro tipo di angelo che ci cura.
Ci scelgono una parola che pronunciano ogni volta che ci vedono, un nome, penso si chiami così, questo indica che siamo speciali; abbiamo smesso di essere anonimi per essere uno dei tanti, ma anche un po di voi.
Da qui capiamo che quella è una casa!
Riuscite a capire quanto questo è importante per noi? Non dovremo mai più avere paura, freddo, fame o sentire male.
Se solo poteste calcolare quanto ci fa felici!
Non ci interesserà più se piove, se passerà una macchina molto velocemente o se qualcuno ci farà del male; ma soprattutto, non siamo soli, perché nessun animale gradisce la solitudine, cosa si puó chiedere in piú?!
So che ti rattrista la mia partenza, ma devo andare ora.
Promettimi che non biasimerai te stesso, ti ho sentito dire che avresti potuto fare di piú per me, non dirlo hai fatto molto per me! Senza di te non avrei conosciuto niente di tutta la bellezza che porto con me oggi.
Devi sapere che noi animali viviamo il presente: godiamo di ogni piccola cosa di tutti i giorni e dimentichiamo il passato se ci sentiamo amati; le nostre vite cominciano quando conosciamo l'amore, lo stesso amore che tu mi hai donato, il mio angelo senza ali ma con due gambe.
Voglio che tu sappia che, se trovi un animale gravemente ferito e che gli resta poco tempo, farai un grande gesto se gli starai accanto accompagnandolo nel suo passaggio finale, perché come ti ho detto prima a nessuno di noi piqce star solo, ancora meno quando ci rendiamo conto che è arrivato il momento di andare; forse per voi non è così importante avere qualcuno al vostro fianco che vi sostiene e ci aiuta ad andare con serenità.
Ma ora non piangere più, per favore. Io sarò felice, mi ricordo il nome che mi hai dato, il calore della vostra casa che é diventata anche la mia. Io mi ricordo il suono della tua voce quando parlavi con me, e anche se non sempre capivo tutto quello che mi dicevi io lo porterò nel mio cuore, insieme a ogni carezza che mi hai dato.
Tutto quello che hai fatto è stato molto importante per me è io ti ringrazio profondamente, non so come spiegarmi ora, perché non parlo la tua lingua, ma penso e spero che tu abbia visto la gratitudine nei miei occhi.
Prima di andare ti chiedo solo due favori: lavati il viso e comincia a sorridere.
Ricordati che è bello vivere insieme qualsiasi momento, anche questo; ricordati delle cose che ci facevano felici e per cui ridevamo. Rivivi con me tutto il bene che abbiamo condiviso in questo tempo e non dirmi che non adotterai un altro animale perché hai sofferto troppo la mia partenza; senza di te non avrei mai conosciuto le bellezze che ho vissuto, quindi per favore, non farlo.. sono in tanti che, come me, stanno aspettando qualcuno come te.
Dai anche a loro quello che hai dato a me, ne hanno bisogno, come io avevo bisogno di te.
Non conservare l'amore che puoi donare per paura di soffrire.
Segui il mio consiglio, valorizza quello che puoi dare a ognuno di noi, perché tu sei un angelo per noi animali, perché senza persone come te la nostra vita sarebbe ancora più difficile di come già, a volte, è.
Segui il tuo nobile compito, ora saró io il tuo angelo, ti accompagneró nel tuo cammino e ti aiuteró ad aiutare gli altri come me.
Ora vado a parlare con gli altri animali che sono qui con me, vado a raccontargli tutto quello che hai fatto per me e dirò con orgoglio: "Questa è la mia famiglia!".
Il mio primo compito ora è quello di aiutarti a essere meno triste, quindi stasera quando guarderai il cielo e vedrai una stella lampeggiare sappi che
quella stella saró io che ti avviseró che sto bene e che ti ringrazieró per tutto l'amore che mi hai dato.
Ora vado, non dicendo "addio", ma "a presto".
C'è un cielo speciale per persone come voi, lo stesso cielo dove siamo noi e la vita ci ricompenserà facendoci ritrovare.
Io sarò li che ti aspetto!" ❤️
(autore sconosciuto)
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ross-nekochan · 9 months
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Ieri notte ho pianto un po'. Dovrebbe essere una bella notizia, dato che non lo faccio mai per colpa del mio cervello che mi obbliga a reprimere tutte le emozioni perché devo per forza essere forte e basta. Sarà forse stato il ciclo, che anche stavolta mi è arrivato dopo 40gg, forse (ancora) per colpa dello stress del lavoro.
Ultimamente mi sento sola e dimenticata dal mondo e a volte penso che morire qui sarebbe perfetto per sparire nel nulla facilmente. Tanto chi mi verrebbe a cercare? Nessuno. Basterebbe fare in modo che nessuno trovi il mio corpo e lasciare che marcisca così che nessuno possa essere avvisato e sparirei senza lasciare traccia.
Non so cosa fare. Né adesso né in futuro. Sebbene lavorare mi ammazzi lo spirito, in teoria non avrei di che lamentarmi: il leader è gentile, il lavoro non è difficile e ingestibile, posso vestirmi come voglio. Eppure mi sembra tutto vuoto. Guardo i dipendenti della multinazionale dove lavoro... saranno ricchi sfondati, eppure sicuramente anche loro avranno da lamentarsi, quindi ha veramente senso fare carriera? Che poi, anche se volessi, in che cosa potrei farmi una carriera? Una parte di me sta seriamente pensando di continuare in questa strada, specializzarmi in qualcosa di tecnico e diventare un'arrivista come tutti gli altri, solo per i soldi. Dall'altra... riuscirei a perseverare in questa decisione, io che non so nemmeno sicura se voglio davvero quello che ho deciso di mangiare a colazione? In questa società non posso servire a niente perché non ho studiato ingegneria, business, finanza, giurisprudenza. Mentre piangevo pensavo a mia madre, la persona che più odio e amo sulla faccia della terra e che una volta mi ha detto:"Perché vorresti dire che i tuoi esami sono più difficili di quelli di tuo fratello?!". Solo perché ho studiato umanistica e non ci sono numeri. Chi studia le materie STEM spesso viene additato e si sente uno sfigato. E invece i veri sfigati siamo noi, perché tanto è tutto facile. Quante volte l'ho sentita dire che mio fratello "ha fatto i sacrifici" - mai sentita una cosa del genere per me, nonostante è dalla triennale quando avevo 20 anni, che mi sveglio alle 6:30 per prendere il bus per raggiungere Napoli, mentre mio fratello andava comodamente in auto senza manco cambiare provincia; mai sentita per me nonostante abbia deciso di andare a studiare fuori, ma quello l'ho deciso io e quindi non vale come sacrificio. In più, ho ricevuto più soldi per vivere fuori - come se qualcuno avesse impedito pure a lui di farlo. Ha fatto tanti di quei sacrifici da non aver mai avuto bisogno di cucinare da solo, lavarsi la biancheria e spazzare a terra. Ora vive già con uno stipendio da pascià, un sacco di ferie, senza pagare quasi niente e lavorando da casa, con l'unico sacrificio di aver studiato 5 anni per laurearsi - come se avesse studiato solo lui. Vabbè ma si sa, ingegneria è più difficile...
Io continuo a fare sacrifici persino oggi, senza che mi venga riconosciuto da nessuno, sola come un cane e senza che io riesca a vedere la fine di tutto questo, mai. E se lo vai a dire a qualcuno, sai che rispondono? Lo hai deciso tu di trasferirti quindi non ti lamentare. Non posso nemmeno pensare: se mi sacrifico tot anni, dopo potrò finalmente riposare e godere dei frutti del mio sacrificio... perché questo supplizio potrebbe non avere mai fine. Solo perché non ho nessuna skill di valore da poter vendere nel mercato del lavoro.
Non mi posso lamentare del lavoro che faccio adesso eppure la sua vuotezza e sterilità mi porterebbe a volerlo cambiare. Ma per cosa? Esistono altre cose per me, laureata di merda senza skills importanti, che sono più stimolanti o quanto meno più remunerative? Forse no e quindi forse piuttosto che fare l'arrivista, sarebbe meglio abbassare la testa e continuare a fare la schiava del sistema.
Un sacco di volte mi sono lamentata del fatto che mi sveglio presto col mio coinquilino italiano e lui ha risposto:"Almeno tu lavori in ufficio, non ti lamentare. Io lavoravo in officina senza aria condizionata d'estate e senza riscaldamento d'inverno". Siamo arrivati a questo, alla guerra tra poveri. Mi devo sentire in colpa pure se non ho lo smartworking.
Tra l'altro sto notando di una cosa comune nella nostra generazione. Infatti lui, come l'altro coinquilino, dopo tot anni di lavoro e di soldi accumulati hanno deciso di venire qui per imparare la lingua e fare una sorta di investimento su se stessi. La mia amica pure, laureata in arte contemporanea, dopo un paio di anni di lavoro in un negozio di abbigliamento, dice che vuole perseguire la sua passione per il disegno e seguire un corso ad hoc.
Se penso a me, nemmeno questa cosa potrei farla. Che corso farei? Quale stravolgimento della vita potrei fare? Nessuno. Non ho altri interessi al di fuori della conoscenza in generale e nessun corso specifico che possa aiutarmi a migliorare la mia situazione o il mio status.
Sono vuota, persa, sola... vedo solo il buio davanti a me.
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In fondo nessuno sorride se non c'è qualcuno che gli dia ragione di farlo.
"Ti avrei dato tutto" - Nicolas Paolizzi
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risplendii · 3 months
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Ti avrei dato tutto
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francesca-70 · 1 year
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Mi son chiesta mille volte il perchè dei tuoi silenzi
sforzandomi a trovare un diagolo con te
anche nei momenti no
Ti ho aperto porte che non avrei mai pensato di aprire a nessuno
Consegnato chiavi ormai logorate dagli eventi e dal tempo
E sono rimasta, sempre e comunqune dietro tutti i nonostante tutto
Sono giunta al limite, ho dato il massimo, e forse anche di più..
solo per viverti, o meglio viverci..
ora non so più quale strada intraprendere
e resto qui, in un dolce quanto difficile e pungente silenzio..
non posso darti di più..
non ne sono in grado..
mi spiace...
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Orme dell'Anima
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romyy999 · 2 months
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Mi pareresti del tuo dolore?
Io ti parlerò del mio
Ciao, ho toccato con mano il tuo stesso dolore da quello che ho letto sul tuo blog. Quando ero più piccola a causa di una serie di eventi troppo grandi per me da riuscire a gestire tutti insieme, troppo grandi per l'età che avevo, troppi per una sola persona, troppi da affrontare da sola, in silenzio, di nascosto, ecco vedi questa serie di situazioni molto tragiche e difficili da accettare mi hanno aperto la porta a uno dei dolori più grandi che ho vissuto. All'inizio ancora non sapevo bene cosa mi stesse succedendo e nemmeno le persone intorno a me lo sapevano, ma poi con il tempo ho capito che quel male, quel grande inferno nel quale ero caduta perché per troppo tempo ero stata la roccia per gli altri, avevo dovuto aiutarli a superare cose molto dolorose e ne erano arrivate molte altre all'improvviso, essere stata per anni la roccia della famiglia, per troppo tempo, tutto ciò mi ha fatto cadere in depressione. Il primo anno è andata anche benino, ma l'anno dopo è arrivato il colpo di grazia e ho davvero visto in faccia il dolore più crudo e violento che si possa provare. Ovviamente insieme alla depressione ho vissuto anche l'anoressia, l'insonnia, i pensieri costanti su come farla finita, su come sparire e tutto ciò che essa comporta. Ho passato degli anni davvero orribili perché le persone che ti sono accanto non sono pronte a vederti stare così male e molte sono andate via proprio quando ne avevo più bisogno. È stata davvero dura e per assurdo non mi sono tolta la vita proprio perché pensavo a quanto dolore avrei creato alla mia famiglia. E alla fine è arrivata la mia luce nel tunnel, ho conosciuto il mio ragazzo che con amore e pazienza mi ha dato una mano enorme per riuscire a rimettermi in piedi e tornare a vivere, a mangiare senza viverla così male, a sorridere, a piangere, a fare tutte le cose che una persona in vita e in salute fa. Magari senza di lui non sarei riuscita ad avere la forza di raccogliere tutti i pezzi e rimettermi in piedi, ma per fortuna è arrivato nel momento giusto e sono consapevole che questa non è una fortuna che capita a tutti. Poi ovviamente dipende anche tutto da te, dalla tua volontà di rialzarti, di decidere per te e non lasciare che siano i tuoi pensieri intrusivi a farlo. Quindi anche se sono rimaste le cicatrici ho vinto questa battaglia, anche se capita ogni tanto di avere qualche ricaduta, ma ora so come difendermi, so cosa fare a differenza di anni fa. Non posso raccontarti per filo e segno tutto perché ne sono successe davvero troppe di cose in quegli anni ma riassumendo al massimo è questo ciò che mi è successo, tu invece con che demoni combatti?
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canesenzafissadimora · 4 months
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Hai novant’anni. Sei vecchia, piena di acciacchi. Mi dicono che sei stata la più bella ragazza del tuo tempo e io ci credo. Non sai leggere. Hai le mani grosse e deformate, i piedi induriti. Hai portato sulla testa tonnellate di stoppie e le­gna, laghi d’acqua. Hai visto nascere il sole ogni giorno. Con tutto il pane che hai ammassato si potrebbe imbandire un banchetto universale. Hai allevato persone e bestie, ti sei messa i maialini nel letto quando il freddo minacciava di gelarli. Mi hai raccontato storie di apparizioni e di lupi mannari, vecchie questioni di famiglia, di un morto ammazzato. Trave della tua casa, fuoco del tuo focolare, sette volte incinta, sette volte hai partorito.
Non sai niente del mondo. Non ti intendi di politica, né di economia, né di letteratura, né di filosofia, né di religione. Hai ereditato un centinaio di parole pratiche, un vocabolario elementare. Con questo sei vissuta e vivi. Sei sensibile alle catastrofi e anche ai fatti di strada. Nutri grandi odi per ragioni che non ricordi più, e grandi dedizioni basate sul nulla. Vivi. Per te, la parola Vietnam è appena un suono barbaro che non si confà al tuo cerchio di una lega e mezza di raggio. Della fame sai qualcosa: hai già visto una bandiera nera issata sul campanile della chiesa (me lo hai raccontato tu, o avrò sognato che me lo raccontavi?). Porti con te il tuo piccolo bozzolo di interessi. E, tuttavia, hai gli occhi chiari e sei allegra. Il tuo riso è un fuoco d’artificio colorato. Come te, non ho mai visto ridere nessuno.
Ti sto davanti, e non capisco. Sono della tua carne e del tuo sangue, ma non capisco. Sei venuta al mondo e non ti sei curata di sapere che cos’è il mondo. Arrivi alla fine della vita e il mondo, per te, è ancora quel che era quando nascesti: un interrogativo, un mistero inaccessibile, una cosa che non fa parte della tua eredità. Cinquecento parole, un fazzoletto di terra di cui si fa il giro in cinque minuti, una casa di tegole e pavimento di terra battuta. Stringo la tua mano, passo la mia mano sul tuo viso rugoso e sui tuoi capelli bianchi, rovinati dal peso dei fardelli — e continuo a non capire. Sei stata bella, dici, e vedo bene che sei intelligente. Perché allora ti hanno rubato il mondo? Chi te lo ha rubato? Ma questo forse lo capisco io, e ti direi il come, il perché e il quando se solo sapessi scegliere delle mie innumerevoli parole quelle che tu potresti comprendere. Però ormai non ne vale la pena. Il mondo continuerà senza di te e senza di me. Non ci saremo detti l’un l’altro quel che più importava.
Non ce lo saremo detto, davvero? Io non ti avrei dato, perché le mie parole non sono le tue, il mondo che ti era dovuto. Resto con questa colpa di cui non mi accusi — ed è ancora peggio. Ma perché, nonna, perché ti siedi sulla soglia della porta, aperta sulla notte stellata e immensa, sul cielo di cui nulla sai e nel quale mai viaggerai, sul silenzio dei campi e degli alberi attoniti, e dici, con la tranquilla serenità dei tuoi novant’anni e il fuoco della tua adolescenza mai perduta:
« Il mondo è così bello,
e io ho tanta pena di morire! »
E’ questo che non capisco
ma la colpa non è tua.
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José Saramago - "Di questo mondo e degli altri"
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diceriadelluntore · 7 months
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il disco più bello ma più sconosciuto di sempre per te?
Questa è una domanda meravigliosa, grazie! Se fosse stata "il disco più bello di sempre per te" avrei avuto mille difficoltà, ma dato che hai specificato "più sconosciuto" io una risposta me la sono data in questi anni, ed è:
T.2. It'll All Work Out In Boomland, 1970 (ne ho pure scritto qui e allego il link).
E ti do delle brevi spiegazioni: c'è la storia incredibile che accompagna il loro debutto, il mistero di un successo che non corrispose al fatto che chiunque li avesse visti ai concerti nei club ne rimase stupito (ti invito a fare un giretto nei forum degli amanti del progressive, il disco ha valutazioni da 5 stelle ovunque, gente che conserva le locandine dei loro show come reliquie miracolose) ma soprattutto, e mi sbilancio, nei T.2. il chitarrista wunderkind Keith Cross vale, a 17 anni quando uscì l'album, ogni immenso chitarrista della sua generazione. Per un certo periodo di tempo ho anche pensato che non fosse mai esistito, e che fosse un alias di qualcuno di famoso, perchè è assurdo che un talento così non sia su tutte le fonti come uno dei più grandi chitarristi di tutti i tempi. C'è pure il fascino misterioso dell'oblio che seguirono i membri del gruppo, soprattutto Cross che dopo il suo secondo tentativo post scioglimento dei T2 (che sul fronte della copertina del leggendario disco hanno i puntini dopo T e 2, sul retro sta scritto senza) ha fatto perdere ogni traccia: non ho trovato nessuna sua notizia dopo il 1972, quando pubblicò con Peter Cross Bored Civilians, che è un altro gioiello, stavolta tutto acustico, di tecnica chitarristica.
Oggi è facilissimo ascoltarlo questo capolavoro sulle piattaforme, e se ci riesci, riscrivimi, sono curioso di ciò che ne pensi.
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3nding · 11 months
Text
C'è questa cosa spiacevole che accomuna il ramo polacco canadese che siamo venuti a conoscere:
Questo governo sta rovinando questo Paese
C'è una agenda per spingere la teoria gender
Oggi se sgridi o dai un ceffone ai tuoi figli ti mandano i servizi sociali e non li vedi più
Ci sono troppi indiani dell'est
Abbiamo aperto le porte agli immigrati e gli abbiamo dato tutto quando siamo arrivati noi non ci hanno dato e non ci danno niente.
Il governo polacco quello sì che sa tenere il punto.
Ho applicato la tecnica di sopravvivenza di Tom Segura per non litigare con le persone: dargli ragione.
Ha funzionato. Non so come avrei reagito su discorsi novax però.
Leghisti immigrati polacco canadesi.
Altro che AI.
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