#the bergsons
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swoodthis · 5 months ago
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Loving Children of Morta so far for 2 main reasons apart from the gameplay:
It’s about a FAMILYYYYY! A spooky family! I love them. And their cat…!
My current main is a fast-paced dual-wielding ninja assassin build. Said build happens to belong to a teenage gremlin boy named freaking KEVIN—
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fyblackwomenart · 1 month ago
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Sugar by Dani Bergson
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thoughtkick · 7 months ago
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To exist is to change, to change is to mature, to mature is to go on creating oneself endlessly.
Henri Bergson
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stay-close · 2 months ago
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To exist is to change, to change is to mature, to mature is to go on creating oneself endlessly.
Henri Bergson
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thehopefulquotes · 1 year ago
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To exist is to change, to change is to mature, to mature is to go on creating oneself endlessly.
Henri Bergson
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perfectfeelings · 1 year ago
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To exist is to change, to change is to mature, to mature is to go on creating oneself endlessly.
Henri Bergson
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nightlyquotes · 5 months ago
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To exist is to change, to change is to mature, to mature is to go on creating oneself endlessly.
Henri Bergson
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The eye sees only what the mind is prepared to comprehend.
Henri Bergson
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quotefeeling · 2 years ago
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To exist is to change, to change is to mature, to mature is to go on creating oneself endlessly.
Henri Bergson
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gregor-samsung · 5 months ago
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" [Giacomo Matteotti] Non ostentava presunzioni teoriche: dichiarava candidamente di non aver tempo per risolvere i problemi filosofici perché doveva studiare bilanci e rivedere i conti degli amministratori socialisti. E così si risparmiava ogni sfoggio di cultura. Ma il suo marxismo non era ignaro di Hegel, né aveva trascurato Sorel e il bergsonismo. È soreliana la sua intransigenza. La concezione riformista di un sindacalismo graduale invece non era tanto teorica quanto suggeritagli dall'esperienza di ogni giorno in un paese servile che è difficile scuotere senza che si abbandoni a intemperanze penose. Egli fu forse il solo socialista italiano (preceduto nel decennio giolittiano da Gaetano Salvemini) per il quale riformismo non fosse sinonimo di opportunismo. Accettava da Marx l'imperativo di scuotere il proletariato per aprirgli il sogno di una vita libera e cosciente; e pur con riserve poco ortodosse non repudiava neppure il collettivismo. Ma la sua attenzione era poi tutta a un momento d'azione intermedio e realistico: formare tra i socialisti i nuclei della nuova società: il Comune, la scuola, la Cooperativa, la Lega. Così la rivoluzione avviene in quanto i lavoratori imparano a gestire la cosa pubblica, non per un decreto o per una rivoluzione quarantottesca. La base della conquista del potere e della violenza ostetrica della nuova storia non sarebbe stata vitale senza questa preparazione.
E del resto, troppo intento alla difesa presente dei lavoratori, Matteotti non aveva tempo per le profezie. Più gli premeva che operai e contadini si provassero come amministratori, affinché imparassero e perciò nei varii Consigli comunali soleva starsene come un consigliere di riserva, pronto a riparare gli errori, ma voleva i più umili allo sperimento delle cariche esecutive. Non ebbe mai in comune coi riformisti la complicità nel protezionismo, anzi non esitò a rimanere solo col vecchio Modigliani ostinato nelle battaglie liberiste, che per lui non erano soltanto una denuncia delle imprese speculative di sfruttatori del proletariato, ma anche una scuola di autonomia e di maturità politica concreta nella sua provincia. Così procede tutta la cultura e tutta l'azione di Matteotti, per esigenze federaliste, dalla periferia al centro, dalla cooperativa al Comune, dalla provincia allo Stato. Il suo socialismo fu sempre un socialismo applicato, una difesa economica dei lavoratori, sia che proponesse sulla "Lotta" di Rovigo o nella Lega dei Comuni socialisti dei passi progressivi, sia che parlasse dall' "Avanti!" o dalla "Giustizia" a tutto il proletariato italiano, sia che come relatore della Giunta di Bilancio portasse nella sede più drammatica e travolgente il suo processo alle dominanti oligarchie plutocratiche. "
Piero Gobetti, Matteotti, Piero Gobetti Editore, Torino, 1924, pp. 25-27.
NOTA: il brano è tratto dall'opuscolo pubblicato alla fine del luglio del 1924, nel vivo della crisi politica ed istituzionale scatenata dalla tragica scomparsa del deputato Matteotti. Il testo riproduceva integralmente un lungo articolo comparso un mese prima con lo stesso titolo sulla rivista di Gobetti La Rivoluzione liberale, così come erano tratti da questa pubblicazione i Cenni biografici sullo scomparso posti in calce all'opuscolo.
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theidealistphilosophy · 9 months ago
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To exist is to change, to change is to mature, to mature is to go on creating oneself endlessly.
Henri Bergson, Matter And Memory.
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thoughtkick · 3 months ago
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To exist is to change, to change is to mature, to mature is to go on creating oneself endlessly.
Henri Bergson
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mo-nee-ta · 2 months ago
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Vladimir Nabokov’s writings reveal an intense thinking about the irreversibility of time and the ways, if any, to resist this temporal irreversibility through art. Nabokov’s obsession with time and space is a well-known fact among literary historians from Anglo-American, European, and Russian critical traditions. Although these scholars explore Nabokov’s involvement with space and time in a variety of significant ways, in their discussions they tend to separate time from space. In doing so, they follow a tradition established by Henri Bergson, who influenced Nabokov’s conception of time, and bypass an important stylistic element of Nabokov’s fiction represented by certain narrative ways in which Nabokov visualizes time.
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perfectfeelings · 1 year ago
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To exist is to change, to change is to mature, to mature is to go on creating oneself endlessly.
Henri Bergson
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retrogeographie · 9 months ago
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Saint-Etienne, résidence Bergson.
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resqectable · 1 year ago
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To exist is to change, to change is to mature, to mature is to go on creating oneself endlessly.
Henri Bergson
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