#tetti verdi
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crazy-so-na-sega · 10 months ago
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Firenze, settembre 1944. Un colonnello americano era in giro per la città conquistata quando vide i partigiani comunisti giustiziare bambini fascisti davanti a Santa Maria Novella. Accostò la sua Jeep e chiese spiegazioni ai comunisti. "Gridano continuamente 'Viva Mussolini' perché vogliono che li uccidiamo. Li abbiamo sorpresi a sparare ai nostri uomini dai tetti!" Disse uno di loro. L'americano non ce l'aveva fatta; sapeva che gli italiani erano noti per questo tipo di attività sabotatorie dietro le linee nemiche, ma rimase affascinato da una ragazza di quindici anni con gli occhi verdi che era nel gruppo. Erano tutti così giovani, ma non avevano paura. Ridevano alla vista degli uomini che discutevano del loro destino. "Il Comando alleato ha vietato le esecuzioni sommarie; non si può fare questo", ha detto, "deve giudicarle un tribunale militare". Poi uno dei ragazzi si fece avanti e, subito prima che un comunista gli sparasse a morte, gridò: "Smettila di parlare, americano. Moriremo con onore, qualcosa che non capirai mai".
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-Curzio Malaparte (La pelle)
"Smettila di parlare, americano. Moriremo con onore, una cosa che tu non capirai mai" 👍
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di-biancoenero · 2 years ago
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Io son di Prato, m'accontento d'esser di Prato, e se non fossi nato pratese vorrei non esser venuto al mondo, tanto compiango coloro che, aprendo gli occhi alla luce, non si vedono intorno le pallide, spregiose, canzonatorie facce pratesi, dagli occhi piccoli e dalla bocca larga, […], e fuori dalla finestra, di là dai tetti, la curva affettuosa della Retaia, il ginocchio nudo dello Spazzavento, le tre gobbe verdi del Monte Ferrato, gli olivi di Filettole, di Santa Lucia, della Sacca, e i cipressi del Poggio del Fossino, sopra Coiano. E questo dico non perché son pratese, e voglia lisciar la bazza ai miei pratesi, ma perché penso che il solo difetto dei toscani sia quello di non esser tutti pratesi. Maledetti Toscani
Quando un popolo individualista come il nostro perde la fiducia in sé stesso e nelle istituzioni che lo reggono, l'immoralità diventa una forma di viver civile e la mediocrità invade la cosa pubblica. La Rivolta dei Santi Maledetti
L'epigramma è una pistola corta, e ammazza più sicuramente di un archibugio. Il Battibecco
Curzio Malaparte
Prato, 1898- Roma, 1957
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clopsart · 12 days ago
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Un essere che ti osserva e ti giudica
Le domeniche mattine si presentavano sempre con un odore inconfondibile, un misto di fumo acre e pungente, di tronchi verdi che faticavano a prendere fuoco nel caminetto stipato di cenere. Un fiume di donne con i fazzoletti sul capo si riversava nei vicoli contorti che irroravano il paese e conducevano ad un largo spiazzo, lì nel mezzo ergeva la meta ambita la domenica mattina da ogni abitante: la chiesa. L’odore di incenso si affacciava all’ingresso tracciato da grossi battenti in legno e faceva storcere il naso ai passanti. La piazza, abitualmente popolata da animali notturni dediti al consumo di alcol e partite di briscola, rinasceva in un tripudio di fiori e vestiti della domenica ben stirati. Era un paese silenzioso, in cui non esisteva nessun altro dio all’infuori della nomea, un’entità sacra da difendere a ogni costo. I pettegolezzi si sussurravano con fervore all’orecchio dei più curiosi, mentre sguardi sprezzanti accompagnavano ogni fedele verso la propria dimora, come sentinelle discese dal cielo.
Come il resto della brava gente, anch’io mi recavo con rituale puntualità all’appuntamento con il Divino. Indossavo la camicetta bianca, abbottonata fino a stringermi il collo, e le scarpette di vernice nera, che potevo calzare solo in quell’unico giorno. Al termine di ogni cerimonia, afferravo la mano di mia madre, abbassando lo sguardo, e così camminavo trattenendo il respiro, gonfiando le guance fino al vicolo solitario in cui si affacciava la nostra casa.
Vicoli che ti osservano con l’attenzione implacabile di un giudice silenzioso, occhi che ti scrutano senza pietà dall’ombra delle case, orecchie che paiono tese ad ascoltare ogni suono, ogni sussurro, perfino il tuo respiro affannato mentre corri verso casa. Ecco, il paese diventa una creatura viva, un essere che ti osserva e ti giudica, che ti protegge e ti soffoca, tutto insieme. Io sono nata lì, in quel dedalo di viuzze strette, dove la luce del sole pareva fare fatica a infilarsi tra i tetti spioventi e le case addossate l'una sull'altra, come volessero farsi scudo contro il mondo esterno.
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coldperfection · 2 months ago
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Ancora e sempre sorprendersi leggendo.
Leggendo il vorticoso Tutta quella brava gente di Marco Felder, pseudonimo adottato dal duo siculo-altoatesino Pispisa-Andreetto, mi è capitato di storcere il naso a più riprese per l'utilizzo di maschili per dei mestieri compiuti da personaggi femminili. Senonché a ben due riprese quest'utilizzo mi è parso volontario, col fine di metterci di fronte alle nostre rappresentazioni più radicate e sorprenderci.
La prima volta può apparire un caso, anche se la sorpresa viene sottolineata nella reazione del protagonista, Gaetano Barcellona, giovane poliziotto appena arrivato a Bolzano da Roma, che nella scena fa il suo ingresso nel nuovo commissariato.
Un tipo smilzo, sui quaranta, movimenti rapidi e sorriso facile, lo inquadra ancora prima che abbia fatto tre passi nella stanza o chiesto di parlare col dott. Guidi, il capo della Mobile, a Bolzano. Mai visto né sentito, ma i colleghi di Roma gli hanno detto che "ha le palle", però lo hanno detto con un'espressione che lasciava intendere altro. Tanino ha concluso che il dott. Guidi dev'essere un rompicoglioni. [...] Nella stanza del primo dirigente Guidi si apre un'ampia vetrata sulla pista ciclabile e il torrente che costeggia il retro dell'edificio. [...] Guidi congeda con un gesto Pavan e a Tanino fa cenno di accomodarsi sulla sedia di fronte alla scrivania, mentre rimane in piedi davanti alla finestra. Controluce, Barcellona può apprezzarne la figura alta, elegante e davvero troppo sottile, ma i lineamenti rimangono in ombra. Guidi di certo lo sa e va bene così. «Non mi perdo in giri di parole, Barcellona, se ne accorgerà. Ma posso dirle che questa squadra funziona come un orologio perché ognuno dà il meglio e sta al suo posto. E la seconda sezione alla quale lei ha avuto la fortuna di essere assegnato vanta alcuni fra i nostri migliori poliziotti. Mi dicono che è un elemento valido, dunque ci sono le premesse perché si trovi bene con noi e noi con lei». La voce è inequivocabile e quando Angelica Guidi si muove ed esce dal cono d'ombra, Tanino finge di non essere sorpreso. «La ringrazio, dottoressa».
Il famigerato dott. Guidi era dunque una dottoressa, una poliziotta, una capa, una prima dirigente. L'espressione utilizzata dai colleghi romani di Barcellona non può che guadagnarne in ironia. E l'espediente della voce crea un ulteriore scarto tra il personaggio e il lettore, che scopre la verità dopo di lui, ritrovandosi in una posizione di subordinazione non solo rispetto al narratore ma anche rispetto al personaggio.
La seconda occorenza mi è parsa attestare definitivamente una volontà degli autori di puntare il dito sugli stereotipi che si creano leggendo, non solo per la semplice ripetizione del meccanismo ma perché, di nuovo, la sorpresa ci arriva attraverso la forte reazione di Barcellona e soprattutto il personaggio la scopre prima di noi attraverso la voce del notaio Achmüller.
Il curatore testamentario di Karin Nusser è lo studio notarile Achmüller. Vengono fatti accomodare in una sala d'attesa con vista sulle guglie, le torrette, i tetti e i bovindi di via Talvera. Tanino non fa in tempo a finire l'articolo di fondo del giornale locale sulla trasformazione della città [...] che la segretaria li richiama: il notaio può riceverli. Il notaio Achmüller gira intorno alla scrivania di noce intarsiato e avanza per stringere loro la mano. «Piacere. Prego, accomodatevi.» Indossa un paio di scarpe con tacco vertiginoso su cui si muove bene, ma non a suo agio, e un tailleur bianco con gonna sotto il ginocchio che non le rende giustizia. Quando parla, la voce roca è di lana di roccia, si chiama Barbara, ha i capelli biondi raccolti in uno chignon, gli occhi di un curioso colore mielato con screziature verdi e Tanino, ancor prima di sedere su una delle due poltrone chester rosso ciliega, si è già innamorato.
Persino la direzione dello sguardo (dalle scarpe al viso) sembra indicare questa volontà: da un lato i tacchi possono dapprima essere interpretati come un vezzo del notaio, che il lettore pensa ancora essere un uomo, prima di cominciare a capire la realtà attraverso il tailleur e la gonna, dall'altro il movimento dal basso verso l'alto richiama il procedimento cinematografico sovente utilizzato per tradurre uno sguardo maschile su una donna, quel famoso male gaze teorizzato da Laura Mulvey negli anni Settanta, come a rimarcare che l'humus comune ai lettori è il patriarcato nel quale sono cresciuti e che la parola, la letteratura possono essere uno strumento, un'arma di presa di coscienza degli stereotipi che, volente o nolente, ognuno di noi ha introiettato.
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enkeynetwork · 5 months ago
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dailygreenit · 6 months ago
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A Rotterdam il Blue Green Roof aiuta la biodiversità
Immagazzinano acqua, puliscono l’aria, raffrescano gli ambienti: sono i tetti blu verdi, che contrastano il surriscaldamento climatico, contribuiscono alla biodiversità e assorbono sostanze inquinanti. Per realizzarli servono ingegno, materiali di qualità, applicatori validi ma i risultati, con qualche accorgimento, sono straordinari. È questo il caso del De Doelen, uno degli edifici più iconici…
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aitan · 6 months ago
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Negli appartamenti del villaggio olimpico – costruiti ex novo in un’area di più di mezzo chilometro quadrato tra tre comuni nella periferia nord di Parigi – non c’è aria condizionata.
A me, che non uso aria condizionata e che anche ora in hotel all'apparecchio di refrigerazione ho tolto proprio la spina, sembra cosa buona e giusta.
"Il villaggio è stato progettato per adattarsi alle condizioni climatiche del 2050, con 6 ettari di spazi verdi, vegetazione (strade, balconi, tetti), recupero e trattamento delle acque reflue per l’irrigazione, pavimenti refrigeranti e tripli vetri. Tutto è stato progettato per migliorare il comfort termico e garantire una temperatura di almeno 6°C inferiore a quella esterna per gli atleti e i futuri residenti, si legge sul sito ufficiale delle Olimpiadi, il cui comitato organizzatore si è dato l’obiettivo di dimezzare le emissioni di gas serra rispetto alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 e di Londra 2012.
Da qui la decisione di non inserire l’aria condizionata."
Pensate che "nel 2022 il raffreddamento degli spazi abitativi ha causato un consumo di circa 2.100 TWh di energia, il 7% dei 29.000 TWh richiesti a livello globale quell’anno, e circa il 20% dell’elettricità utilizzata negli edifici".
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bernar-dino-galgano · 7 months ago
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La festa della LENTEZZA
O ancor meglio dire più festa che lentezza. Per cominciare devo narrarvi di un luogo situato nell’entroterra campano, ormai dai più dimenticato… Una piccola cittadina situata tra le colline verdi dell’ Alta Irpinia. Dalle strade strette e tortuose, fiancheggiate da case di pietra antica con tetti di calde tegole rosse. I profumi del pane appena sfornato e del vino rosso stagionato si mescola…
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lavoripubblici · 7 months ago
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🌿 Scopri le nuove linee guida ENEA per tetti e pareti verdi!
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comunicati-ingegnerimatera · 8 months ago
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Matera, il 13 giugno seminario degli ingegneri sulla sostenibilità nella prefabbricazione
All’evento formativo sono stati invitati i colleghi lucani e pugliesi.
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Il 13 giugno 2024 si svolgerà a Matera, all’UnaHotels MH Venusio (dalle 9:30 alle 12:30), il seminario “SISTEMA ISISTAR: la sostenibilità nella prefabbricazione”. L’evento è organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Matera con la collaborazione della società di prefabbricazione locale Siprem, e gode del patrocinio del Consiglio Nazionale degli Ingegneri; il massimo organismo professionale sarà rappresentato, per l’occasione, dal Vice Presidente Elio Masciovecchio, il quale formulerà i saluti ai convenuti, insieme Dott. Michele Molinari, Amministratore Siprem, e all’Ing. Giuseppe Sicolo, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Matera. Sono previsti gli interventi dell’Arch. Prof. Annalinda Neglia, docente associata di Architettura del Paesaggio presso il Politecnico di Bari, sul tema “Integrare e proteggere: i tetti verdi e i giardini pensili”; dell’Ing. Manuela Passalacqua, funzionario dell’Ufficio Energia e Impianti del Comune di Bari sul tema “Il tetto verde nel regolamento edilizio del Comune di Bari”; del Prof. Ing. Guido R. Dell’Osso, docente associato di Produzione Edilizia presso il Politecnico di Bari sul tema “Tecniche costruttive dei tetti verdi”. Completano il programma delle relazioni la presentazione aziendale del gruppo industriale Siprem, a cura del Dott. Antonio Molinari, e gli interventi dell’Ing. Luigi Lasaponara (Direttore Commerciale Siprem, “Tipologie costruttive e nuove frontiere nella prefabbricazione: Sistema Isistar”) e dell’Ing. Giuseppe Falcicchio (Direttore Tecnico Siprem, “Performance strutturali del sistema Isistar”).  All’iniziativa – che prevede il rilascio di tre crediti formativi - sono stati invitati i anche gli ingegneri ed i presidenti degli ordini provinciali di Potenza, Bari, BAT, Foggia, Brindisi e Taranto: “L’evento formativo è propizio per coinvolgere i colleghi di altre province dei territori circostanti, in una logica di sempre più convinta collaborazione su temi affini tra gli ordini professionali.” – è quanto afferma il presidente Giuseppe Sicolo, che di recente è stato designato Presidente del Dipartimento Nazionale della Scuola di Formazione del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. “Del resto, gli argomenti che saranno trattati il 13 giugno prossimo riguardano le soluzioni innovative realizzate da un’azienda leader nella costruzione di strutture e manufatti prefabbricati, sempre più affermata su un mercato rappresentato dall’intera Italia Meridionale; ad esse, si aggiungono gli interessanti contenuti didattici che saranno forniti da importanti docenti e professionisti del settore” – conclude Sicolo.
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servizistampa · 8 months ago
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Comunicato #830: Matera, il 13 giugno seminario degli ingegneri sulla sostenibilità nella prefabbricazione
All’evento formativo sono stati invitati i colleghi lucani e pugliesi.
Il 13 giugno 2024 si svolgerà a Matera, all’UnaHotels MH Venusio (dalle 9:30 alle 12:30), il seminario “SISTEMA ISISTAR: la sostenibilità nella prefabbricazione”. L’evento è organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Matera con la collaborazione della società di prefabbricazione locale Siprem, e gode del patrocinio del Consiglio Nazionale degli Ingegneri; il massimo organismo professionale sarà rappresentato, per l’occasione, dal Vice Presidente Elio Masciovecchio, il quale formulerà i saluti ai convenuti, insieme Dott. Michele Molinari, Amministratore Siprem, e all’Ing. Giuseppe Sicolo, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Matera. Sono previsti gli interventi dell’Arch. Prof. Annalinda Neglia, docente associata di Architettura del Paesaggio presso il Politecnico di Bari, sul tema “Integrare e proteggere: i tetti verdi e i giardini pensili”; dell’Ing. Manuela Passalacqua, funzionario dell’Ufficio Energia e Impianti del Comune di Bari sul tema “Il tetto verde nel regolamento edilizio del Comune di Bari”; del Prof. Ing. Guido R. Dell’Osso, docente associato di Produzione Edilizia presso il Politecnico di Bari sul tema “Tecniche costruttive dei tetti verdi”. Completano il programma delle relazioni la presentazione aziendale del gruppo industriale Siprem, a cura del Dott. Antonio Molinari, e gli interventi dell’Ing. Luigi Lasaponara (Direttore Commerciale Siprem, “Tipologie costruttive e nuove frontiere nella prefabbricazione: Sistema Isistar”) e dell’Ing. Giuseppe Falcicchio (Direttore Tecnico Siprem, “Performance strutturali del sistema Isistar”).  All’iniziativa – che prevede il rilascio di tre crediti formativi - sono stati invitati i anche gli ingegneri ed i presidenti degli ordini provinciali di Potenza, Bari, BAT, Foggia, Brindisi e Taranto: “L’evento formativo è propizio per coinvolgere i colleghi di altre province dei territori circostanti, in una logica di sempre più convinta collaborazione su temi affini tra gli ordini professionali.” – è quanto afferma il presidente Giuseppe Sicolo, che di recente è stato designato Presidente del Dipartimento Nazionale della Scuola di Formazione del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. “Del resto, gli argomenti che saranno trattati il 13 giugno prossimo riguardano le soluzioni innovative realizzate da un’azienda leader nella costruzione di strutture e manufatti prefabbricati, sempre più affermata su un mercato rappresentato dall’intera Italia Meridionale; ad esse, si aggiungono gli interessanti contenuti didattici che saranno forniti da importanti docenti e professionisti del settore” – conclude Sicolo.
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pettirosso1959 · 9 months ago
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L’AGRICOLTURA BIO-ILLOGICA FA DIVENTARE GREN (DI BILE)!
Una delle follie green mira a ridurre le coltivazioni con una motivazione che esprime tutta l’inflessibilità dell’utopia green a discapito del buon senso e della realtà: “fermiamo i trattori nelle campagne”! Non per dare più produttività ai terreni come sospensione annuale nell’ambito di un ciclo di rotazioni pluriennali, ma permanentemente (venti anni di sospensione!), per contenere le emissioni di CO2 prodotte dalle lavorazioni agricole. Come? Beh, gli “esperti” della transizione green hanno le idee chiare: l’Europa può pagare gli agricoltori per smettere di coltivare i campi e consentire alle multinazionali green di “seminare” campi di moduli FV (fotovoltaici) o torri eoliche!. O forse anche in allevamenti di grilli. E convertire le stalle per vitelli in stalle sintetiche, cioè laboratori asettici dove si possono clonare e assemblare tessuti animali destinati alle catene McDonald’s.
Vogliono che, oltre a rispettare misure sempre più asfissianti per contenere le insostenibili emissioni ad effetto serra, si utilizzino solo vetture elettriche, ma spostandoci a 30 km/h, che non mangi più carne e non si coltivi troppo la terra, ma inviano centinaia di miliardi (di € o $ fa poca differenza) a un comico per sostenere la guerra in Ucraina e, forse, per scatenarla anche in altri Stati, come se le emissioni dei missili, delle bombe, degli esplosivi, delle forniture belliche (o anche solo delle esercitazioni militari della Nato o dei loro caccia che sempre più solcano i cieli, anche in territori non belligeranti) siano salutari per l’ambiente.
Pensate che sia più pericoloso un innalzamento della temperatura del nostro Pianeta di 1,5 °C nel 2050 o una guerra mondiale nucleare?
In un articolo di una decina di anni fa de Il Sole 24 Ore intitolato (vado a memoria) “Mercanteggiando alla Borsa del clima” si illustrava un meccanismo finanziario di “riciclaggio” della CO2 “sporca”, analogo a quello mafioso del denaro “sporco”, cioè una tecnica subdola che consente di ripulire un’immagine aziendale davanti agli eco-burocrati o agli eco-attivisti emettendo ancora più gas ad effetto serra) tramite l’acquisto sul mercato di crediti di carbonio (i certificati verdi) da aziende considerate virtuose. In sostanza, ci sono aziende che sforano i tetti imposti dalle leggi per le emissioni di CO2 e, per continuare ad operare inquinando più di prima. Oltretutto le certificazioni sono controllate da enti privati e gestite a vantaggio di multinazionali, oligarchi e speculatori di ogni risma. Per esempio, l’azienda Tesla, che produce veicoli elettrici ed è considerata modello da seguire in tema di sostenibilità industriale, viene ricompensata con crediti green di valore spropositato, che vengono poi messi all’asta, magari per sostenere l’avvio di centrali alimentate con carburanti fossili (https://www.motorisumotori.it/tesla-ha-guadagnato-oltre-9-miliardi-di-dollari-dalla-vendita-di-crediti-green-alle-rivali/140678).
In questo squallido ed opaco mercato, chi è amico dei potenti che lo gestiscono può ammantarsi della patente di rispettoso dell’ambiente pur permettendosi iniziative ciniche e sfrontate, che di verde hanno ben poco come lo sfratto degli indigeni dalla foresta keniota venduta (Eh, si: leggere per credere!), dove emerge che la presunta tutela dell’ambiente non è a vantaggio delle persone o delle generazioni presenti o future, ma è finalizzata a beneficio… dell’ambiente. Eh, sì: leggere l’articolo per credere! Riassumendo l’articolo, abbiamo due multinazionali che, per rifarsi una verginità eco-green-sostenibile (o, in altri termini, per agevolare una transizione da nero a verde, perché loro si percepiscono così), ‘pretendono di sviluppare progetti green sottraendo la terra a chi ci vive da sempre’. Cioè, vogliono riqualificare quel territorio africano con una riforestazione che spazzi via non solo le capanne ma anche un intero popolo, sfrattato perché è di troppo. Gli alberi acchiappa-carbonio vengono prima delle persone. Eppure quelle persone, che hanno a cuore le loro terre ben più che i filantropi occidentali, come rileva l’articolo ‘non tagliano gli alberi ma li salvaguardano con saggezza e amore’ mantenendo inalterato l’ecosistema come è sempre stato da secoli e secoli.
Tutte queste situazioni traggono origine da una scellerata e indimostrata teoria che ossessivamente batte lo stesso tasto arrivando sempre alle stesse conclusioni: troppe variazioni climatiche (come se il tempo dovesse obbedire alle nostre necessità o non fosse mai cambiato bruscamente in passato), troppa CO2 e, infine, tutta colpa di troppe persone che la producono. La fissazione di chi ci manovra sta proprio qui: il problema non è l’eccesso di anidride carbonica, ma l’eccesso di persone. E l’eugenetica, la limitazione dell’uomo (neo-malthusianesimo) o il superamento dei suoi limiti (transumanesimo) sono le soluzioni.
Sempre più persone sono consapevoli della disumanità di certa ideologia green e sanno che la verità è ben altra. Ma non basta sapere: occorre soprattutto far sapere.
Se la propaganda di oggi insiste nel seguire gli insegnamenti di Goebbels per addomesticare l’opinione pubblica, anche chi si oppone, pur svantaggiato nella cassa di risonanza, può utilizzare la stessa strategia. Prendi una verità, una di quelle soffocate, censurate ovvero spacciate come menzogna. Ripetila cento, mille, centomila volte: diventerà una falsa menzogna. Cioè ridiventerà una verità, ripulita da ogni mistificazione.
Ma chi sta dalla parte della verità ha un grande vantaggio. La verità prima o poi si afferma. La menzogna è buio che cerca di coprire la luce. Ma la luce è più forte: bastano pochi raggi a sconfiggere la marea di buio che avvolge una stanza. La menzogna non può chiudere tutti i varchi dai quali può penetrare la verità.
Professor Domenico Salimbeni.
E poi, come dice Simenon nel romanzo “Maigret ha un dubbio” la verità è come il profumo del mare: lo si respira ancor prima di vederlo.
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wildesignblog · 1 year ago
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Baja California Home | Ponce de Leon | Barragan
Un design tutto moderno che invita a godersi la vita all'aria aperta e fa sparire il confine tra dentro e fuori, con viste panoramiche che spaccano da ogni angolino. • Le porte scorrevoli segrete ci collegano tipo magicamente le camere da letto, i balconi e le terrazze, facendo sì che la casa diventi un padiglione bellissimo in cima a una montagna quando è aperta tutta. • Il piano aperto è fatto per farvi socializzare in grande, e nel frattempo è anche un rifugio sereno per chi la casa l'ha comprata. • "I muri di supporto seguono una specie di linea e sono abbelliti con pietre locali," spiega Arturo Ponce de León, l'architetto. "Abbiamo messo piante locali e sassi sulle pareti. Partendo da questi muri, la casa cresce e si espande con un sacco di piani architettonici orizzontali sovrapposti che sbattono fuori, dando una sensazione di leggerezza e levitazione". • Semplificandola un po', la casa è divisa in due piani. Rampe galleggianti (al posto delle scale) fanno da ponte tra i due piani. Nel bel mezzo del progetto, c'è un laghetto a specchio che è il pezzo forte delle zone comuni e sociali. Entrando, si promuove l'interazione sociale attiva e un'esperienza spaziale che non si scorda. Materiali e colori che s'armonizzano con il panorama • "Abbiamo rivestito la casa con pietre locali, calcare e stucchi, messi uno sull'altro," racconta Arturo Ponce de León. "La tavolozza è stata pensata per mescolarsi coi colori del deserto circostante". • I tetti verdi continuano la vibe desertica dall'alto, e dentro la casa la vegetazione diventa via via più fitta e tropicale, con piante larghe e palme. • Tutti i soffitti sono coperti in teak indonesiano recuperato, che aggiunge un tocco di carattere e fa sentire come se fossi in una casa sulla costa o su una barca. • La selezione unica di legni, impiallacciature e pietre naturali è stata comprata con cura in Messico e abbinata con mobili e opere d'arte italiane contemporanee.
Fonte https://www.archilovers.com/projects/320916/baja-california-home.html
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guidobenedetti · 1 year ago
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Questo era il mio nuovo paese
Questo era il mio nuovo paese. Presi bambino e moglie e dissi: – Andiamo a fare un giro, andiamo fino al mare. Era sera. Passavamo per viali e strade a scale. Il sole batteva su uno spigolo della città vecchia, di pietra grigia e porosa, con cornici di calce alle finestre e i tetti verdi d’erba. Nell’entroterra la città s’apriva a ventaglio, s’ondulava in versanti di colline, e dall’uno…
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letiziapalmisano · 2 years ago
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Le facciate verdi abbassano la temperatura in città. Ecco una vera grande opera urbana
Pareti e tetti verdi farebbero un gran bene alle città e ai loro abitanti. Le vere grandi opere sono quelle degli interventi puntuali, che a volte “non si vedono” perché capillari e non concentrati in un maxi impianto ma i cui benefici sono evidenti. Riportiamo il comunicato ENEA. D’estate il ‘cappotto verde’ sugli edifici riduce di oltre 1 °C la temperatura dell’aria in città. È quanto emerge…
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histoiredunflaneur · 2 years ago
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Ritmo
Ritrovata adolescenza,
gioia del colore,
occhi verdi di sole sul greto,
scheggiato turchese immenso de l’onde,
biondezza di cirri e di rupi,
rosea gioia di tetti,
colore, ritmo,
come una bianconera rondine
l’anima ti solca.
Son tanto brava
Son tanto brava lungo il giorno.
Comprendo, accetto, non piango.
Quasi imparo ad aver orgoglio quasi fossi un uomo.
Ma, al primo brivido di viola in cielo
ogni diurno sostegno dispare.
Tu mi sospiri lontano: «Sera, sera dolce e mia!»
Sembrami d’aver fra le dita la stanchezza di tutta la terra.
Non son più che sguardo, sguardo sperduto, e vene.
Di Sibilla Aleramo
Non un giorno semplice, in cui la presenza lascia il posto alla mancanza e la mia vita stravolta una volta per tutte dall’esser amato da qualcun altro, il mio Marco.
Non lo posseggo, non lo posso trattenere, ma mi appartiene come se fosse una parte di me, del mio cuore, dei miei polmoni, della mia testa, delle mie mani.
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