#testi apocrifi
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dedoholistic · 5 months ago
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A Caccia dell’ALBERO della VITA – Un Viaggio Spirituale nelle Tradizioni del Giardino –
di Maria Teresa De Donato e Anneli Sinkko
Recensione di Giancarlo Dell'Angelo
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diceriadelluntore · 2 years ago
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Storia Di Musica #264 - Fabrizio De André - Non Al Denaro Non All’Amore Nè Al Cielo, 1971
La piccola scelta di dischi ispirati a grandi romanzi non poteva che finire con questo disco. Senza dubbio è forse il primo che viene a mente riguardo al tema di un disco italiano che ha la caratteristica appena citata, e rimane uno degli episodi più significati della carriera, straordinaria, del suo autore. Fabrizio De André aveva appena pubblicato un disco che, in teoria, poteva benissimo rientrare nel tema principale di Febbraio: La Buona Novella (1970) infatti era un concept, tipologia molto cara all’autore genovese, che si ispirava ai Vangeli Apocrifi. Il Gesù di De André è profondamente umano, in una Palestina antica che in molti passaggi rimanda ai riflessi dell’Italia degli anni ‘70, in una sorta di porta incantata di quotidianità. Allora lo aiutarono Roberto Danè, produttore, paroliere, arrangiatore che proprio in quegli anni fondava la Produttori Associati (che pubblica il disco) e gli arrangiamenti di Giampiero Reverberi. Album toccante, ha una delle mie canzoni preferite di De André, il Testamento Di Tito. Proprio questa canzone fu registrata dal cantante Michele, nome d’arte di Gianfranco Michele Maisano, come lato b di Susan Dei Marinai, scritta dallo stesso De André nei cui titoli non appare, sostituito dal grande Sergio Bardotti. Il progetto iniziale di un disco ispirato ad uno dei libri più amati da De André doveva essere infatti un progetto curato dallo stesso trio De André, Darè e Reverberi per il cantante Michele, ma dissidi interni ruppero l’accordo, e Reverberi se ne va. A questo punto, De André riprende l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, il libro in questione, e ne inizia a ragionare con la sua amica Fernanda Pivano, colei che, su suggerimento di Cesare Pavese, per prima portò in Italia e tradusse questo viaggio sentimentale e particolare che Lee Masters fa dell’America di provincia, ancora più ricca di contraddizioni e storie marginali. Per chi non lo ricordasse, l’Antologia è una raccolta di poesie-epitaffio della vita dei residenti dell'immaginario paesino di Spoon River sepolti nel cimitero locale, pubblicato tra 1914 e il 1915 sul Reedy's Mirror di Saint Louis, che la Pivano tradusse e che Einaudi pubblicò  nel 1943 (prima edizione parziale) e nel 1945 (tutti i 212 epitaffi dei personaggi). De André collabora con un suo amico paroliere, Giuseppe Bentivoglio, con cui scrisse Ballata Degli Impiccati da Tutti Morimmo A Stento del 1968, per i testi e sceglie agli arrangiamenti un fresco diplomato del conservatorio, Nicola Piovani, al suo primo impiego importante di una carriera che lo porterà fino all’Oscar. Ad aiutarli una squadra di musicisti grandiosa:  il violista Dino Asciolla, Edda Dell'Orso, soprano, i chitarristi Silvano Chimenti e Bruno Battisti D'Amario, questi tre ultimi storici collaborato di Ennio Morricone, il bassista Maurizio Majorana, membro dei Marc 4, il violoncellista classico d'origine russa Massimo Amfiteatrof, il batterista Enzo Restuccia, il maestro beneventano Italo Cammarota e il polistrumentista Vittorio De Scalzi, membro fondatore dei New Trolls. De André compone 9 brani, partendo come Lee Masters da La Collina, il luogo dove sorge il cimitero dove riposano i defunti di Spoon Rivers. 7 brani sono divisi in due grandi categorie: uomini morti d’invidia, ovvero Un Matto, Un Giudice, Un Blasfemo, Un Malato Di Cuore e uomini di scienza, con le sue contraddizioni etiche, ovvero Un Medico, Un Chimico, Un Ottico. Rimane poi Il Suonatore Jones, l’unico che rimane con lo stesso titolo del libro, che chiude il disco, con De André che però gli “toglie” il violino e lo fa suonatore di flauto. Straordinario è il lavoro di rifacimento e di ricreazioni nei testi: per esempio ne Un Giudice, ispirato a Selah Lively, deriso per la sua statura, in Masters è 5 piedi e 2 pollici (=157 cm circa) e nel testo di De André diviene così: Cosa vuol dire avere\Un metro e mezzo di statura\Ve lo rivelan gli occhi\E le battute della gente. I personaggi dell’invidia sono il giudice che ha trovato nella vendetta la sua alternativa alla derisione di essere basso, il matto che è stato spinto dall'invidia a “imparare la Treccani a memoria” (anche qui splendido gioco di trasposizione, in Lee Masters è l'Enciclopedia Britannica), il malato di cuore che riesce a vincere l'invidia attraverso l'amore, nonostante muoia appena porge le sue labbra su quelle della ragazza di cui è innamorato, Un Blasfemo invece è la canzone più politica, essendo uno strale contro chi “non Dio, ma qualcuno che per noi l'ha inventato / ci costringe a sognare in un giardino incantato”. Degli uomini di scienza, un medico è costretto dalla sua benevolenza, cioè curare i malati gratis, a vendere pozioni “miracolose” essendo caduto in miseria, un chimico è invece una storia di disillusione sull’amore, di un uomo che non capisce le unioni imperfette degli uomini rispetto a quelle perfette delle sostanze chimiche, un ottico invece, che vorrebbe regalare ai clienti un paio di occhiali magici per vedere davvero la realtà, è l’unico che probabilmente non è morto, dato che parla al presente (unicità che è presente anche in Lee Masters). Chiude il disco Il Suonatore Jones, inno alla libertà, di chi non ha voluto chiudere la sua libertà lavorando nei campi ma “Finii con i campi alle ortiche\Finii con un flauto spezzato\E un ridere rauco\E ricordi tanti\E nemmeno un rimpianto”. Oltre la qualità immensa del lavoro testuale è la musica che stupisce: gli arrangiamenti orchestrali, gli sviluppi tematici (come nel caso del motivo principale dell’iniziale La Collina, in continua trasformazione), la sovrapposizione di parti in forma di suite (un Ottico, con evidenti echi progressive ad un certo punto), l’uso di strumenti classici come clavicembali e violini. Sulla copertina della prima edizione, quella che ho pubblicato anche io, c’è un evidente errore grafico, con l’errata accentazione di "né". L’errore fu aggiustato nelle edizioni successive, e nel disco era presenta una lunghissima e delicata intervista di Fernanda Pivano a De André sulla genesi di questo disco e sul libro di Edgar Lee Masters, e alcuni racconti dello scrittore americano erano inseriti all’interno della confezione. Disco memorabile, da riscoprire e che formerà con il successivo, l’amatissimo e criticatissimo Storia Di un Impiegato uscito appena un anno più tardi (ad inizio del 1973) una trilogia lucidissima e potentissima sull’Italia di inizio anni ‘70.
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schizografia · 1 year ago
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(...) Abitatore dell’insuperato labirinto del linguaggio, Emilio ha prodotto per eccesso di fede un’eresia—una lingua sconosciuta, esagerata, insieme beffarda e sacrale, che chiede al lettore di condividere un compito assoluto: dire troppo per disfare ogni dire, e congegnare ogni senso solo per dissolverlo, affinché da questa disperata vanità della lingua possa tornare la necessaria, inesprimibile parola; o almeno l’atto di tale parola.
Un poeta solitario, la cui carriera negativa deve non poco alla tetra discrezione di quanti – pur conoscendolo – l’hanno ignorato. Un poeta incandescente e fermentativo, che guarda ai propri testi come ad altrettanti apocrifi. Un italiano non-assimilato, che divaga in tutte le lingue. Un solenne dissipatore, che si abbandona ad ogni figura. Ma non si tenti di ridurlo a ingegnoso sperimentatore: Emilio è un poeta panico, cantore di ilari e disperate vicende animali; un poeta cosmogonico, che onora le sue divinità ctonie e prosegue nel linguaggio l’interminata creazione del mondo.
(...) uno che ha sfidato il Tutto a una partita invincibile: un uomo senza piú terra, che non può imparare i costumi del luogo in cui si trova, e per i suoi sentimenti ha bisogno di altri suoni—tamburo del suolo a una danza aurorale, mentre noi inerti, infastiditi dal suo tumulto, offesi dalla sua fiducia, timorosi della sua energia.
Un barbaro, nient’altro che un barbaro, uno che doveva pur pagare l’errore della solitudine.
Nanni Cagnone, Cognizione di Emilio Villa
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bergamorisvegliata · 8 months ago
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VOX BEATRIX
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Prima dell'arrivo di Gesù, Giovanni Battista aveva annunciato il suo arrivo, la realtà è che Gesù era discepolo di Giovanni Battista. E nel vangelo gnostico di Tomas, Gesù dice che Giovanni Battista è la reincarnazione di Elias. Nella Bibbia canonica non si tocca mai il tema della reincarnazione. L'arrivo del Messia, del liberatore del popolo. Quando Gesù arrivò, tutti aspettavano qualcuno che arrivasse comandando legioni di eserciti, che li libererà con la violenza, cavalcando un destriero dominante, qualcuno muscoloso. Gesù ha rotto questo paradigma. Lui non veniva a liberare la gente di altre persone, né un popolo di un altro paese, né un paese di un altro paese. Gesù è venuto per insegnare all'essere umano a liberarsi da se stesso, dalle sue carceri mentali, dai dogmi imposti nella vita terrena sotto l'ideale di essere semplici umani, la coscienza è la conoscenza di sé. La gnosi. Svegliati. Cadi nel conto che sei divino. Liberati dalla materia, liberati dal corpo. Abbandona il carnale e aspira solo a quello sopra, perché lassù ti aspetta la tua contropartita. Sbrigati ad andare di sopra." Questa è la gnosi. Gesù di Nazareth Testi Gnostici Gesù fu perseguitato violentemente dagli ebrei, che lo trattarono come un criminale, perché andava contro tutti i dogmi imposti dalla religione dominante, "Giudaismo" un vero liberatore, liberando schiavi, prostitute, poveri, malati, abbandonati, tutti quegli emarginati Gesù lo proteggeva all'interno della sua comunità gli Eseni e gli Gnostici. In cui si praticava una sorta di comunismo. "Niente è di nessuno, e tutto è di tutti". Il distacco materiale, in questo modo si libera la coscienza dell'illusione concettuale. E non si reincarnava mai più. Di fronte a questo, la Chiesa usando il suo potere politico inizia una casa disumana di Gesù. Perché i poveri, relegati, malati, prostitute? Perché erano quelli che non avevano più nulla da perdere, non desideravano cose materiali, non avevano proprietà, non avevano stato sociale, erano i più facili da salvare da questa esistenza materiale, dal corpo fisico e portarli a casa. Era praticamente una missione di salvataggio. Stesso insegnamento buddista. Non erano molto attaccati alla dimensione materiale. Quando dopo la grande casa, lo catturano fu torturato e crocifisso violentemente, dagli ebrei e come messaggio a chiunque osasse essere contro di loro, questo sarebbe il destino, fu torturato per smentire il suo insegnamento e ammettere il Dio concettuale, Gesù mai lo ha fatto è rimasto fermo, se avesse ceduto tutta la sua missione, avrebbe fallito. Non ha fondato una chiesa, una religione, non è morto per noi. Gesù ha insegnato nella sua resurrezione che la morte non esiste, la coscienza rimane e trascende. Il suo insegnamento si è esteso dopo la sua morte fisica nei Pagani, Catari, Gnostici, Eseni. Ma gli ebrei creano il cristianesimo e distorcono tutto l'insegnamento e la storia vera. Formalizzando la bugia al Concilio di Nicea nell'anno 325,
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lasciando 4 vangeli mutiliati. Per ordine di Costantino il Grande. Imperatore Romano, e chi ha decretato Gesù figlio di Dio. Fu un decreto imperiale non divino da parte di un umano emancipato. Convinto dagli ebrei. I 4 Vangeli mutiliati di Gesù di Nazareth, il nucleo centrale del suo messaggio è la morte e la resurrezione di Gesù. Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Oggi questi nomi continuano ad essere usati per facilmente anche se gli storici dubitano che fossero i veri autori. I vangeli apocrifi o extracanonici sono gli scritti emersi nei primi secoli del cristianesimo intorno alla figura di Gesù di Nazareth che non furono inclusi né accettati nel canone della Bibbia israeliana Septuaginta greca, così come non da nessuna delle versioni della Bibbia usate da diversi gruppi di cristiani come la chiesa cattolica, la chiesa ortodossa, la comunione anglicana e le chiese protestanti. Tra questi scritti ci sono i manoscritti di Nag Hammadi.
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Apocrifi gnostici di Nag Hammadi
Vangelo di Tommaso
Vangelo di Filippo
Vangelo di Maria Maddalena Vangelo di Santiago Giacomo il Giusto (fratello di Gesù - secondo il testo, Giacomo non è il fratello biologico ma un fratello spirituale) e Gesù, con un racconto frammentato sul martirio di Giacomo allegato alla fine del manoscritto e collegato agli altri da un riferimento indiretto alla crocifissione. La prima parte del testo descrive la comprensibile preoccupazione di Santiago di essere crocifisso, mentre la parte finale descrive le password segrete date a Santiago affinché possa salire al più alto dei cieli (settantadue) dopo la morte, senza essere ostacolato dai poteri demoniaci del Demiurgo (Yaldabaoth). Yaldabaoth nello gnosticismo, è il demiurgo, è considerato una divinità inferiore e malvagia. Gli viene attribuita la creazione del mondo materiale come una prigione per catturare le scintille divine intrappolate nella materia (come gli esseri umani) e portarle via dalla vera realtà spirituale. I manoscritti di Nag Hammadi sono una collezione di testi, per la maggior parte annessi al Cristianesimo Gnostico Primitivo, scoperti nei pressi della città di Nag Hammadi, a circa 100 km da Luxor, nell'Alto Egitto, nel dicembre 1945. La Santa Inquisizione è stata creata per cacciare, bruciare e uccidere ogni discepolo del vero insegnamento di Gesù, milioni sono morti difendendo questa verità, artisti hanno dato parte di quest'insegnamento e lo hanno codificato nelle loro opere nel rinascimento, il caso di Leonardo DaVinci, e Sandro Botticelli… Oggi Gesù mostrato nella Bibbia e nella religione non è nemmeno l'ombra del vero liberatore che un giorno è venuto a mostrarci come vivere, imparare a morire e tornare a casa. La religione ha ingannato milioni di generazioni usando Gesù come vessillo per non commettere peccati, e vivere alla parola del padre "Dio" che significato ha nella vita? Per più di 2000 anni?.. 🌀🌀🌀🌀🪬🪬🪬
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aitan · 11 months ago
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Era la migliore delle spugne Fabrizio De André.
Bravissimo nello scegliere i modelli musicali da seguire in Italia, in Francia e aldilà dell’Atlantico (Brassens, Brel, Tenco, Dylan, Cohen, Murolo; ma anche stralci di musica classica e popolare dell’Europa e del mondo).
Un sottile versificatore capace di assorbire, digerire e trasformare in stupendi testi le sue buone e variegate letture (Villon, Baudelaire, Prévert, i vangeli apocrifi, Le Masters, Bakunin e Malatesta, De Andrade e Mutis). Abile nello scegliersi collaboratori che arricchivano il suo variegato mondo artistico e musicale (Reverberi, Villaggio, Piovani, i New Trolls, Bubola, la PFM, Pagani e Fossati, per esempio; ma pure Mina, Teresa De Sio, Dori Ghezzi, i Tazenda, Francesco Baccini, Ricky Gianco e Max Manfredi). Qualche volta, magari, anche un po’ ladro (come nel caso della musica di Via del Campo, presa in prestito da una canzone di Enzo Jannacci, basata su una musica del 1500, portata in luce da una ricerca di Dario Fo).
Tutto macinato nel suo mondo marchiato De Andrè e diffuso attraverso la sua voce chiara, precisa, autorevole e perentoria.
Perché, in fondo, non importa da dove si prende, importa dove si porta. [...]
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L'EPIFANIA NEI VANGELI APOCRIFI
I vangeli apocrifi sono testi religiosi esclusi dal canone della Bibbia cristiana perchè definiti inaffidabili dal punto di vista storico e teologico. Per esempio, solo Matteo cita i Magi come protagonisti dell’Epifania, ma non specifica quanti fossero. Il vangelo apocrifo di pseudo Matteo, invece dice che erano 3 e al bambino uno offrì oro, un altro incenso, il terzo mirra. Il vangelo armeno…
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nuovi-materiali · 1 year ago
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𝐀 𝐃𝐎𝐑𝐌𝐈𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐌𝐀𝐃𝐑𝐄 𝐃𝐈 𝐃𝐈𝐎
𝐀𝐒𝐒𝐔𝐍𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐁𝐄𝐀𝐓𝐀 𝐕𝐄𝐑𝐆𝐈𝐍𝐄 𝐌𝐀𝐑𝐈𝐀
L’Assunzione della Vergine esprime in modo mirabile l’adagio patristico diffusosi, a partire da Ireneo di Lione, nel II secolo: «Dio si è fatto uomo perché l’uomo possa diventare Dio». Diventare Dio: vale a dire, un vivente la cui vita non ha limiti, una vita liberata dal male e dalla morte
Sulla conclusione della vita terrena di Maria, la Costituzione dogmatica Lumen gentium (n. 59), riprendendo la costituzione apostolica Munificentissimus Deus definente il dogma dell'Assunzione, afferma: «L'Immacolata Vergine, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria in corpo e anima». Con questa formula, il Concilio non si pronuncia sulla questione della morte di Maria. Pio XII tuttavia non intese negare il fatto della morte, ma soltanto non giudicò opportuno affermare solennemente, come verità che doveva essere ammessa da tutti i credenti, la morte della Madre di Dio.
Alcuni teologi, in verità, hanno sostenuto l'esenzione della Vergine dalla morte e il suo passaggio diretto dalla vita terrena alla gloria celeste. Tuttavia questa opinione è sconosciuta fino al XVII secolo, mentre in realtà esiste una tradizione comune che vede nella morte di Maria la sua introduzione alla gloria celeste.
È possibile che Maria di Nazaret abbia sperimentato nella sua carne il dramma della morte? Riflettendo sul destino di Maria e sul suo rapporto con il divin Figlio, chiosa san Giovanni Paolo II, si dovrebbe rispondere affermativamente: dal momento che Cristo è morto, sarebbe difficile sostenere il contrario per la Madre. In questo senso hanno ragionato i Padri della Chiesa, che non hanno avuto dubbi al riguardo.
È vero che nella Rivelazione la morte è presentata come castigo del peccato. Tuttavia il fatto che la Chiesa proclami Maria liberata dal peccato originale per singolare privilegio divino non porta a concludere che Ella abbia ricevuto anche l'immortalità corporale. La Madre non è superiore al Figlio, che ha assunto la morte, dandole nuovo significato e trasformandola in strumento di salvezza.
Il Nuovo Testamento non fornisce alcuna notizia sulle circostanze della morte di Maria. Questo silenzio induce a supporre che essa sia avvenuta normalmente, senza alcun particolare degno di menzione. Se così non fosse stato, come avrebbe potuto la notizia restare nascosta ai contemporanei e non giungere, in qualche modo, fino a noi?
Però, fin dai primi secoli del cristianesimo, ad opera della comunità giudeo-cristiana, si tramandano storie orali circa il corso ultimo della vita della Vergine. Alla fine II secolo queste tradizioni vengono messe per iscritto formando così testi apocrifi in cui si delineano particolari circa la Dormizione o il Transito della Vergine, che col tempo hanno influenzato i padri della Chiesa, scrittori medioevali, pittori e poeti.
In alcuni Padri della Chiesa troviamo la descrizione di Gesù stesso che viene a prendere sua madre nel momento della morte, per introdurla nella gloria celeste. Essi presentano, così, la morte di Maria come un evento d'amore che l'ha condotta a raggiungere il suo divin Figlio per condividerne la vita immortale. Alla fine della sua esistenza terrena, Ella sperimenterà, come Paolo e più di lui, il desiderio di essere sciolta dal corpo per essere con Cristo per sempre (cfr Fil 1,23).
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cfr. Giovanni Paolo II,  Udienza Generale, 25 giugno 1997
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guidaspirituale · 3 years ago
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Uriel Luce di Dio, Angelo della Saggezza
Uriel Luce di Dio, Angelo della Saggezza
Uriel è conosciuto come l’angelo della saggezza. Egli fa risplendere la luce della verità di Dio nelle tenebre della confusione. Uriel significa Luce di Dio o fuoco di Dio. Altre grafie del suo nome includono Uriele, Usiel, Uzziel, Oriel, Auriel, Suriel, Urian e Uryan. I fedeli si rivolgono a Uriel per chiedere aiuto cercando la volontà di Dio prima di prendere decisioni, apprendere nuove…
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il-gufetto · 4 years ago
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Il termine Gnostico deriva da Gnosi (conoscenza). Le sette gnostiche (pagane e cristiane) parlavano di una forma di conoscenza diretta da Dio e basata sul l'illuminazione. Per questi pensatori; questo mondo è frutto della creazione di un dio malvagio, contrapposto al dio benigno dei vangeli, tratti fondamentali dell'umanità sono la tristezza e l'angoscia (che rivelano l'appartenenza dell'uomo ad un altro mondo a cui l'uomo deve far ritorno).
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azzurrocartadazucchero · 4 years ago
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Ringrazio moltissimo @stellecadutenelmare ed @erbacce, che mi hanno taggata. Mi avete messa in difficoltà, perché sono di un'ignoranza paurosa in ambito musicale. Per questo, metto gli ultimi album che ho ascoltato (ne ho sentiti veramente pochi per poter decidere i più importanti per me).
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De André è e sarà sempre una costante, conosco tutte le sue canzoni e penso che i suoi testi non abbiano pari. I due album sono da ascoltare per intero, seguendo l'ordine delle canzoni, perché c'è una logica ben precisa. Per tutti i laici: "la buona novella" è un regalo che potete tranquillamente farvi, è basato sui vangeli apocrifi.
De Gregori l'ho sentito e risentito nei vari tragitti casa-montagna e montagna-casa di quest'estate, e non mi ha mai stancata.
Battisti è stato il mio compagno del percorso casa-università, non avrei potuto scegliere di meglio.
Chiedo perdono perché la musica non è davvero il mio forte e vi dirò di più: non ho né Spotify né niente che abbia una funzione simile.
Taggo @ventivaghi senza averle chiesto il permesso, perché ogni suo scritto è un regalo che, inconsapevolmente, mi (ci) fa.
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schizografia · 3 years ago
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(...) Abitatore dell’insuperato labirinto del linguaggio, Emilio ha prodotto per eccesso di fede un’eresia—una lingua sconosciuta, esagerata, insieme beffarda e sacrale, che chiede al lettore di condividere un compito assoluto: dire troppo per disfare ogni dire, e congegnare ogni senso solo per dissolverlo, affinché da questa disperata vanità della lingua possa tornare la necessaria, inesprimibile parola; o almeno l’atto di tale parola.
Un poeta solitario, la cui carriera negativa deve non poco alla tetra discrezione di quanti – pur conoscendolo – l’hanno ignorato. Un poeta incandescente e fermentativo, che guarda ai propri testi come ad altrettanti apocrifi. Un italiano non-assimilato, che divaga in tutte le lingue. Un solenne dissipatore, che si abbandona ad ogni figura. Ma non si tenti di ridurlo a ingegnoso sperimentatore: Emilio è un poeta panico, cantore di ilari e disperate vicende animali; un poeta cosmogonico, che onora le sue divinità ctonie e prosegue nel linguaggio l’interminata creazione del mondo.
(...) uno che ha sfidato il Tutto a una partita invincibile: un uomo senza piú terra, che non può imparare i costumi del luogo in cui si trova, e per i suoi sentimenti ha bisogno di altri suoni—tamburo del suolo a una danza aurorale, mentre noi inerti, infastiditi dal suo tumulto, offesi dalla sua fiducia, timorosi della sua energia.
Un barbaro, nient’altro che un barbaro, uno che doveva pur pagare l’errore della solitudine.
Nanni Cagnone, Cognizione di Emilio Villa
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davidibenzion · 4 years ago
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Tanàkh (תנך, TNKh raramente Tenàkh) è l’acronimo con cui si designano i Testi Sacri dell’Ebraismo. Questi Testi costituiscono, insieme ad altri Libri non riconosciuti Apocrifi dall’Ebraismo, l’Antico Testamento della Bibbia Cristiana, per cui spesso vengono indicati comunemente anche come Bibbia Ebraica. Secondo l’Ebraismo comprende la Torah scritta, ricevuta dal Profeta Mosè, ed ereditata eternamente dal popolo Ebraico.
Le tre lettere TNKh componenti il termine Tanakh sono le iniziali dell’espressione Torah, Nebi’îm (o Nevi’îm), Ketubîm (o Ketuvîm), (תורה Torah, נביאים Profeti, כתובים Scritti), e corrispondono alle tre parti in cui si divide l’opera.
Altro termine Ebraico per indicare tale letteratura religiosa è Miqra’ (מקרא, “lettura”, derivato dal fatto che questo testo era letto pubblicamente e tale lettura rappresentava lo stesso nucleo della liturgia ebraica), di origine medievale e oggi diffuso soprattutto in Vicino Oriente.
Il termine “Bibbia” è di origine greca, da βιβλία (biblia) con il significato di “libri o insieme di libri”, e fu utilizzato dagli Ebrei di lingua Greca che tradussero l’opera in quella lingua.
Questa indicazione di “libro” (in ebraico סֵ֫פֶר sefer) riferito alle scritture ebraiche è già comunque presente, sempre in ebraico, in Daniyyel (Daniele) IX,2:
(HE)” בשנת אחת למלכו אני דניאל בינתי בספרים מספר השנים אשר היה דבר יהוה אל ירמיה הנביא למלאות לחרבות ירושלם שבעים שנה “(IT)”
Nel primo anno del suo regno, mi misi a meditare sui libri (בספרים bassefarim) il numero degli anni che, secondo la parola divina al profeta Geremia dovevano trascorrere, sulle rovine di Gerusalemme, cioè settant’anni.“
E ciò spiegherebbe come il più antico e diffuso termine Ebraico per indicare la raccolta del Tanakh sia stato proprio Ha-Sefarim (I Libri).
Sempre come Ha-Sefarim (I Libri), il Tanakh viene indicato nel periodo tannaitico (I secolo a.C./II secolo d.C.) dai trattati talmudici e mishnaici come, ad esempio, in Gittin (4,6), in Kelim (15,6) e in Megillah (1,8).
Un altro termine utilizzato per indicare il Tanakh è Sifrei ha-Qodesh (ספרי קודש, Libri Sacri) diffuso soprattutto a partire dal Medioevo ma già presente nel testo conservato in greco, ma precedentemente redatto in ebraico, del Libro dei Maccabei.
Diffuso nelle opere del periodo tannaitico è invece il termine Kitvei ha-Qodesh (כתבי הקדשׁ, Sacre scritture), esso infatti compare, ad esempio, in Parah (10,1), in Shabbat (16,1) e in Yadayim (3,2,5; 01,06 BB).
Infine anche il termine Torah, ovvero quello indicante la prima parte del Tanakh, è stato utilizzato in un significato più estensivo tale da includere l’intera raccolta di “libri” ovvero dell’intera “rivelazione”. Ciò si riscontra, anche se occasionalmente, nella letteratura rabbinica: Mo’ed Katan (5a), Pesikta Rabbati (3,9) e Sanhedrin (91,b). Così nella tradizione ebraica si chiama “Torah Scritta” (תורה שבכתב – Torah shebikhtav) quella contenuta nei ventiquattro libri, e “Torah Orale” (תורה שבעלפה – Torah she be’alpe; più tardi, “Talmud”), la quale invece fu trasmessa, sempre secondo questa tradizione religiosa, oralmente da DIO a Mosè sul monte Sinai e più tardi messa per iscritto con le discussioni rabbiniche che avevano luogo al tempo del Tempio di Gerusalemme, e con tutte le codificazioni ad esso posteriori.
**LA STRUTTURA:**
La divisione in tre parti del Tanakh è stabilita dalla tradizione Ebraica nei trattati talmudici.
Queste tre parti sono suddivise, a loro volta, in altri libri per un totale di trentanove.
Il Tanàkh è così composto:
•Torah (תורה, “Insegnamento; istruzione”, per estensione “Legge”).
1. Bereshìt (בראשית, “In principio”). Prende il suo nome dalla prima parola del testo: בראשית Bereshìt. Corrisponde al Libro della Genesi.
2. Šemot (שמות, “Nomi”). Prende il suo nome dalle prime parole del testo: Ve’elleh Šemot (ואלה שמות, “Questi sono i nomi”). Corrisponde al Libro dell’Esodo.
3. Vaiyikra (ויקרא, “Chiamò”). Prende il suo nome dalle prime parole del testo: Vaiyikra el Mosheh ( ויקרא אל משה, [Il Signore] chiamò Mosé). Corrisponde al Libro del Levitico.
4. Bemidbar (במדבר, “Deserto”). Prende il suo nome dalle prime parole del testo: Vaydabber Hashem el-Mosheh bemidbar (ידבר יהוה אל משה במדבר, “Il Signore parlò a Mosè nel deserto). Corrisponde al Libro dei Numeri.
5. Devarim (דברים, “Parole”). Prende il suo nome dalle prime parole del testo: Elleh haddevarim (אלה הדברים, “Queste sono le parole”). Corrisponde al Libro del Deuteronomio.
•Nevi’im (נביאים, Profeti).
Nevi’im Rishonim (נביאים ראשונים, Profeti anteriori)
6. Y’hoshua (יהושע). Corrisponde al Libro di Giosuè.
7. Shoftim (שופטים). Corrisponde al Libro dei Giudici.
8. Sh’muel (שמואל). Corrisponde al Libri di Samuele I e II.
9. M’lakhim (מלכים). Corrisponde al Libri dei Re I e II.
•Nevi’im Acharonim (נביאים אחרונים, Profeti posteriori)
10. Isaiah (ישעיה). Corrisponde al Libro di Isaia.
11. Yermĭyahu ( ירמיהו). Corrisponde al Libro di Geremia.
12. Yehzqè’l (יחזקאל). Corrisponde al Libro di Ezechiele.
13. Trei Asar ( תרי עשר). Corrisponde ai Profeti minori.
I. Hošeah(הושע), corrisponde al Libro di Osea.
II. Joel (יואל) corrisponde al Libro di Gioele.
III. Amos (עמוס) corrisponde al Libro di Amos.
IV. Obadiah (עובדיה) corrisponde al Libro di Abdia.
V. Jonah (יונה) corrisponde al Libro di Giona.
VI. Micà (מיכה) corrisponde al Libro di Michea.
VII. Nachum (נחום) corrisponde al Libro di Naum.
VIII. Ḥavaqquq (חבקוק) corrisponde al Libro di Abacuc.
IX. Tsefanjà (צפניה) corrisponde al Libro di Sofonia.
X. Haggai (חגי) corrisponde al Libro di Aggeo.
XI. Zekharya (זכריה) corrisponde al Libro di Zaccaria.
XII. Malachì (מלאכי) corrisponde al Libro di Malachia.
Ketuvim (כתובים, Scritti riportato anche come Agiografi).
14. Tehillim (תהילים) corrisponde al Libro dei Salmi.
15. Mishlei (משלי) corrisponde al Libro dei Proverbi.
16. \`Iyyov (איוב) corrisponde al Libro di Giobbe.
17. Shir ha-Shirim (שיר השירים ) corrisponde al Cantico dei Cantici.
18. Shavuot (רות ) corrisponde al Libro di Rut.
19. Eikhah (איכה ) corrisponde al Libro delle Lamentazioni.
20. Qohelet (קהלת ) corrisponde al Libro dell’Ecclesiaste.
21. Esther (אסתר ) corrisponde al Libro di Ester.
22. Daniyyel (דניאל ) corrisponde al Libro di Daniele.
23. Ezra v’Nechemia (עזרא ונחמיה) corrisponde al Libro di Esdra e al Libro di Neemia.
24. Divrei Hayamim (דברי הימים) corrisponde ai Libri delle Cronache I e II.
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songslating · 8 years ago
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“Three mothers” by Fabrizio De Andrè
( Mother of Titus/Dismas ): "Titus, you are not son of God, but there is who dies in saying you goodbye.”
( Mother of Dumachus/Gestas ): "Dumachus, you ignore who is your father, but more than you, dies your mother."
( Both mothers ): "You cry with too many tears, Mary, only a reflex of an agony: you know that, on the third day, your son will come back to life; let us cry a little harder for those who will never rise from the dead."
( Mother of Jesus ): "I mourn the things of him that are taken away from me, the skinny arms, the forehead, the face, every aspect of his life that is still living, that I see die hour by hour. Son in the blood, son in the heart, and those people who call you "our Lord", in the fatigue of your smile they seek a fragment of Paradise. For me you are son, dying life, my womb carried you blind, as on my lap, now on the cross my voice is calling you 'dear love'.
If you had not been son of God, I'd still have you as my son."
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tradizioni-barcellona · 2 years ago
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MERCOLEDI 21 SETTEMBRE 2022 - ♦️ 🔸 ♦️SAN MATTEO ♦️ 🔸 ♦️ Matteo (Cafarnao, 4/2 a.C. circa – Etiopia, 24 gennaio 70 o 74) fu, secondo i Vangeli, uno dei dodici apostoli di Gesù e, secondo la tradizione, l'autore del Vangelo secondo Matteo. In questo stesso vangelo viene chiamato "il pubblicano" e descritto come esattore delle tasse prima della chiamata di Gesù; in Marco e Luca lo stesso pubblicano viene chiamato Levi, anche se non viene esplicitamente identificato con l'apostolo Matteo. Matteo non va confuso con l'apostolo quasi omonimo Mattia. Gli studi moderni sulla reale identità dell'autore del Vangelo secondo Matteo hanno opinioni discordanti[1]. Attualmente, comunque, la quasi unanimità degli studiosi, inclusa la più autorevole esegesi cristiana, ritiene che l'apostolo Matteo, in merito al vangelo attribuitogli, non sia stato l'autore e neppure un testimone oculare e che "c'è un accordo quasi unanime nei circoli scientifici di oggi che l'evangelista è sconosciuto, anche se continuiamo a usare il nome «Matteo». La sua dipendenza da Marco (e da Q, un corpo dei detti di Gesù in greco, noto anche a Luca) indica che non era un testimone oculare del ministero di Gesù"[2]. Anche in merito all'attribuzione a Matteo della Fonte Q[3], gli esegeti della Bibbia di Gerusalemme[4] precisano: "Alcuni hanno perfino proposto di identificare la fonte Q (raccolta soprattutto di «parole» di Gesù) con Matteo, del quale Papia dice che ha messo in ordine i «detti» del Signore. Ma Papia usa la stessa espressione per indicare Marco (cf anche il titolo della sua opera) e nulla permette di pensare che il Matteo di cui parla abbia contenuto solo dei logia [detti di Gesù]". A Matteo sono anche tradizionalmente riferiti dei testi apocrifi: il Vangelo dello pseudo-Matteo, che parla dell'infanzia di Cristo, gli Atti di Matteo e il Martirio di Matteo che ne descrivono la predicazione. Secondo la tradizione della Chiesa, Matteo viene raffigurato insieme ad un uomo alato che lo ispira o gli guida la mano mentre scrive il Vangelo; l'uomo alato è uno dei quattro esseri viventi presenti nel libro di Ezechiele e nel libro dell'Apocalisse e ciò perché il Vangelo di Matteo Link in bio 🔴 (presso Pozzo di Gotto) https://www.instagram.com/p/CiwnS1Qsc8p/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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rpallavicini · 2 years ago
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Isa chi?
Il corano non conosce il Yesù degli arabi cristiani e neppure il Yeshua degli ebrei. Il corano parla di Isa figlio di Maria (una Maria diversa e lontana dai testi Evangelici, figlia di Imran, padre di Aronne e Mosè, vissuto nel XIII secolo a.C.). Le informazioni su Isa del corano provengono maggiormente da testi apocrifi. La formula coranica “al-Masih Isa ibn Maryam” è spesso usata per…
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daniela--anna · 2 years ago
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FERRAGOSTO deriva dal latino Feriae Augusti e significa "riposo di Augusto".
La festività fu infatti introdotta dall'imperatore romano Augusto nel 18 a.C. a corollario delle altre feste (Vinalia, Nemoralia, Cinsualia) celebrate in occasione della fine dei lavori agricoli.
Inizialmente il Ferragosto ricorreva il primo di agosto ma per volere della Chiesa, venne spostato al 15 in modo da coincidere con l'assunzione di Maria.
A sua volta, il dogma dell'Assunzione di Maria, non ha origini bibliche, ma si basa su testi apocrifi poi accettati definitivamente da Papa Pio XII nel 1950.
E per quanto riguarda l'usanza di fare grigliate, scampagnate e pic nic?
Questa risale al Ventennio fascista.
Dalla seconda metà degli anni venti, infatti, le associazioni del dopolavoro organizzavano per il Ferragosto gite fuori porta popolari così come deciso dal regime. Le mete scelte erano solitamente località montane o marittime ma anche città d’arte o comunque altre città italiane che la popolazione non avrebbe avuto altrimenti modo di conoscere. In particolare, nel 1931 vennero istituiti i “Treni popolari speciali” a tariffe molto agevolate così da permettere alla popolazione di spostarsi durante i giorni di Ferragosto.
📚 Fonti della ricerca:
•I Vangeli apocrifi,di M.Craveri edizioni Einaudi.
•Marilogia post-conciliare
Edizioni Paoline, Roma
•Studio Teologico, Edizioni "Civiltà Cattolica" Roma
•"Maria nella teologia cattolica" fascicolo 8, Brescia, 1983
•"Ferragosto, significato e origini"
La Sesia, Vercelli, 13 agosto 2022
L’Assunzione: Un dogma rivelato da Dio? — BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
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