#teatro Petrella
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sguardimora · 8 months ago
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Vittorio Pagani in residenza al Teatro Petrella per HARDCUORE
12 Maggio 2024 - 24 Maggio 2024 
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A Longiano è iniziata la residenza creativa per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo di Vittorio Pagani.
Due personaggi, seduti sull’orlo della fine, osservano gli ultimi bagliori di un mondo alla deriva. Come si cammina su un terreno che trema? Cosa salvare quando il futuro è incerto? HARDCUORE esplora, tramite testi, danza e proiezioni, le conseguenze dell’incontro del singolo con la brutalità, l’immenso e la fine delle cose: lo spazio performativo si rende spazio intimo in cui contenuti digitali, suoni e memorie si mescolano per tracciare un racconto di vita. HARDCUORE celebra tutti gli esseri gentili che lottano per rimanere tali.
Vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi #2
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Vittorio Pagani è un performer e coreografo originario di Milano, Italia. Nel 2018 si unisce al Ballet Junior de Genève dove balla nelle creazioni di alcuni tra i più rinomati coreografi a livello internazionale (Hofesh Shechter, Roy Assaf, Marcos Morau, Jan Martens). Nel 2021 crea il passo a due Around 5:65, che viene selezionato per RIDCC2022. Nel 2023 insegue il Master in Expanded Dance Practice (UAL). A The Place London crea A Solo in the Spotlights: questa creazione partecipa a Resolution2023 (UK), Vetrina della Giovane Danza d’Autore (IT) e viene selezionata per la piattaforma internazionale Aerowaves nel 2024, oltre ad essere presentata in numerosi teatri italiani. Danzatore freelance e coreografo, nei suoi lavori investiga temi quali la performatività e la sovversione.
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klimt7 · 1 year ago
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MA FANNO LE COSE A MIA INSAPUTA E DOPO NON MI AVVERTONO !?
Perchè non me l'aveva mai detta nessuno, questa cosa?
La scoperta di oggi
L'album di De Andrè "ANIME SALVE" è nato in Romagna, esattamente nel piccolo comune di Longiano, dove fu registrato ed eseguito per la prima volta, nel 1996, in quel piccolo gioiello che è il Teatro Petrella.
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Una notizia che ignoravo completamente e che ora, mi piace condividere.
Certo che, come le vengo
a sapere male io, le cose !!
🥺😱
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opera-ghosts · 2 years ago
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Giannina Russ was born on 27 March, 1873 in Lodi. She was an Italian operatic dramatic soprano, particularly associated with the Italian repertory. She died on 28 February, 1951 in Milan. She studied piano and voice at the Milan Music Conservatory with Leoni. She made her debut in Bologna, as Mimi, in 1903, at La Scala in 1905, as Aida, and in Florence in 1908, as Norma. She was quickly invited abroad, making debut in 1904 at both the Royal Opera House in London, and the Monte Carlo Opera, also appearing at the Teatro Colïn in Buenos Aires, and the Manhattan Opera in New York, in 1907. Russ performed in a wide range of roles, from bel canto to verismo, her repertory included; Semiramide, Giulia, Amaltea, Paolina, Abigail, Elvira, Leonora, Amelia, Wally, Gioconda, Santuzza, etc. She possessed a beautiful and grand voice, if somewhat uneven, and a strong dramatic temperament, she enjoyed more success in Latin countries than in Anglo-Saxon countries. After retirement she became a respected voice teacher, amongst her pupils were Margherita Grandi and Clara Petrella.
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lamilanomagazine · 8 months ago
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Varenna, in occasione del bicentenario della nascita di Antonio Ghislanzoni: una serie di iniziative a Villa Monastero
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Varenna (Lecco), in occasione del bicentenario dalla nascita di Antonio Ghislanzoni: una serie di iniziative a Villa Monastero La Provincia di Lecco, in occasione del bicentenario della nascita di Antonio Ghislanzoni (Lecco, 1824 – Caprino Bergamasco, 1893), ospita a Villa Monastero di Varenna alcune iniziative che mettono in luce il contributo più originale offerto all'esperienza culturale e artistica italiana del secondo Ottocento dal letterato di origine lecchese. Poeta, scrittore, giornalista, critico teatrale e, in gioventù, cantante lirico, Antonio Ghislanzoni ha legato il suo nome alla storia dell'opera italiana firmando il libretto di Aida di Giuseppe Verdi (1871, prima italiana 1872), con il quale aveva collaborato anche per la seconda versione della Forza del destino (1869). Anche se oggi è ricordato principalmente per la cooperazione con Verdi, Ghislanzoni ha offerto un contributo non trascurabile in vari campi. Come librettista, ha lavorato con compositori significativi quali Ponchielli, Gomes, Petrella, Catalani; Puccini e Mascagni musicarono in gioventù alcune sue liriche. In maniera diretta o indiretta, Ghislanzoni fu in rapporto con i più importanti rappresentanti dell'opera italiana della seconda metà del XIX secolo. Questa esperienza è ricordata nel primo appuntamento: domenica 26 maggio alle 16.00 nel Giardino botanico di Villa Monastero con il concerto L'opera per tutti, dedicato alla divulgazione popolare della grande opera italiana nelle trascrizioni per orchestra di fiati. Protagonista del concerto è la Filarmonica Giuseppe Verdi di Lecco-San Giovanni, uno dei più antichi sodalizi del territorio, diretta da Mauro Bernasconi. Meno conosciuto è il versante creativo di Ghislanzoni legato a una dimensione espressiva tipica della corrente letteraria della Scapigliatura: la dimensione grottesca, umoristica, surreale, linguisticamente e drammaturgicamente avventurosa, che trova esiti sorprendenti in alcuni libretti. Questa produzione è indispensabile per completare la conoscenza delle attività musicali degli Scapigliati e si può considerare, per certi aspetti, più moderna e originale di quella 'seria'. Questi temi saranno al centro della lectio magistralis di Emilio Sala dal titolo Antonio Ghislanzoni e l'umorismo musicale moderno, in programma sabato 1 giugno alle 16.00 nella sala Fermi Villa Monastero. Emilio Sala, uno dei massimi esperti dell'opera italiana dell'Ottocento, è professore di musicologia all'Università degli studi di Milano Si occupa dei rapporti tra la musica e varie forme di spettacolo in una prospettiva sia storica che teorica. È membro di numerosi comitati scientifici; il suo ultimo libro, "Opera, neutro plurale. Glossario per melomani del XXI secolo", è stato pubblicato dalla casa editrice Il Saggiatore. Nel 2014 è stato insignito del premio internazionale "Luigi ed Eleonora Ronga" dell'Accademia nazionale dei Lincei per opere di Musicologia e nel 2024 è diventato membro della Accademia Europea. La giornata di sabato 1 giugno si conclude alle 17.30 con un concerto che sintetizza il ribollente momento della cultura letteraria e musicale italiana in cui visse Ghislanzoni. Il Quartetto "Franco Faccio" propone un programma che si apre con il rarissimo "Quartetto in sol maggiore" di Franco Faccio, figura di primo piano della Scapigliatura italiana, fraterno amico e collaboratore di Arrigo Boito, compositore e fondatore della moderna direzione d'orchestra in Italia. Il programma è completato dall'affascinante composizione "Crisantemi" di Puccini, che sarà riutilizzata dall'autore nell'ultimo atto di "Manon Lescaut". Il "Quartetto Franco Faccio" è costituito da musicisti del Teatro alla Scala che hanno partecipato o partecipano a tutte le attività del Teatro, della Filarmonica di gruppi cameristici di varie formazioni, con l'intento di proporre, fra l'altro, il repertorio cameristico italiano che non ha ancora goduto della meritata valorizzazione. I membri del gruppo sono: Kaori Ogasawara violino, Antonio Mastalli violino, Claudio Pavolini viola, Gabriele Garofano violoncello. La partecipazione alle iniziative culturali è gratuita, previo pagamento del biglietto di ingresso: biglietto di ingresso al Giardino botanico per il concerto del 26 maggio; biglietto di ingresso al Giardino botanico e alla Casa Museo e prenotazione obbligatoria per la lectio magistralis e il concerto del 1° giugno, scrivendo una email a [email protected]. Per ulteriori informazioni: Telefono: 0341 295450 E-mail: [email protected] Sito internet: www.villamonastero.eu Facebook: @villamonastero.lc Instagram: @villamonastero_official  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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micro961 · 1 year ago
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I Dinosauri Tornano in tour
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Cisco Stefano Bellotti, Alberto Cottica,Giovanni Rubbiani e con la partecipazione straordinaria di Massimo Giuntini
Alcuni degli ex componenti dei Modena City Ramblers di nuovo insieme per un tour acustico a fine 2023. Il tour prende il nome dall’ultimo singolo uscito sui digital store “Combat Folk”.
A distanza di sei anni dall’ultimo tour, Stefano Cisco Bellotti, Alberto Cottica e Giovanni Rubbiani tornano sul palco insieme per una serie di concerti acustici.È un’occasione per rinsaldare un’amicizia ormai trentennale e per ripercorrere, strumenti alla mano, una lunga carriera musicale. I tre hanno cominciato a suonare insieme nel 1992, quando i Modena City Ramblers muovevano i primi passi. Insieme hanno inciso 5 dischi, vendendo diverse centinaia di migliaia di copie, e suonato in centinaia di concerti in Italia e all’estero. Nei primi anni Duemila, in momenti successivi, sono usciti dalla band per dedicarsi ad altri progetti musicali e lavorativi. Nel 2010 si sono ritrovati sul palco per il tour “40 anni”, da cui è stato tratto l’omonimo CD live. Nel 2017 hanno pubblicato “I Dinosauri”, un disco di inediti a cui è seguito un tour teatrale. Ora Cisco, Giovanni e Alberto hanno deciso di tornare sul palco in compagnia di Massimo Giuntini, che per anni ha condiviso con loro l’avventura nei Ramblers. I concerti spazieranno dal repertorio classico dei Modena City Ramblers ai brani di Cisco a quelli dei Dinosauri, con l’aggiunta di un brano inedito scritto appositamente per il tour.
ASCOLTA IL BRANO SU SPOTIFY
LE DATE DEL TOUR
28 novembre PRATO Teatro Il Garibaldi PREVENDITA BIGLIETTI
2 dicembre CARPI (MO) Teatro Comunale PREVENDITA BIGLIETTI
3 dicembre VERONA Fucina Culturale Machiavelli PREVENDITA BIGLIETTI
6 dicembre BASSANO DEL GRAPPA (VI) Teatro Remondini PREVENDITA BIGLIETTI
7 dicembre MESTRE (VE) Teatro del Parco PREVENDITA BIGLIETTI
8 dicembre LONGIANO (FC) Teatro Petrella PREVENDITA BIGLIETTI
9 dicembre ROMA Spazio Rossellini PREVENDITA BIGLIETTI
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alessandrobelliere · 2 years ago
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Meraviglioso spettacolo de " Le Scians " nel  teatro Petrella, uno dei miglioro teatri italiani, peccato che Valentina e mia figlia non mi hanno fatto cantare!
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residancexl · 4 years ago
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Inizia oggi la residenza creativa di Collettivo Giulio Jari | Giulio Petrucci & Jari Boldrini per Pas de deux al Teatro Errico Petrella di Longiano (FC), a cura di L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino.
Pas de deux di e con: Giulio Petrucci, Jari Boldrini musica: Simone Grande luci: Mattia Bagnoli produzione: Anghiari Dance Hub, Nexus Factory con il contributo di: ResiDance XL - luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche azione della Rete Anticorpi XL - Network Giovane Danza D'autore coordinata da L'arboreto - Teatro Dimora di Mondaino
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pangeanews · 5 years ago
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“Scavare nel torbido senza diventare persone torbide”: sull’ultimo spettacolo di Ascanio Celestini, “Barzellette”
“C’è qualcosa di nuovo oggi” nell’ultimo, meraviglioso monologo di Ascanio Celestini, presentato in anteprima nazionale al “Petrella” di Longiano, “anzi d’antico”. Nuovo, “Barzellette”, lo è nella scelta di affrontare la letteratura più “popolare” d’Italia, quelle facezie terrigne, spesso volgari, quasi sempre con un retrogusto sessuale ma che mai cadono nella volgarità: in questo l’attore capitolino si è dimostrato, una volta di più, il Maestro assoluto della parola. Quel “d’antico” pascoliano invece ha radici più profonde che si nutrono sia del suo bagaglio storico – quel filotto di “teatro di narrazione” che nel primo lustro del 2000 ha lustrato gli occhi del pubblico, spettacoli straordinari come “Vita, Morte e Miracoli”, “La fine del Mondo”, “Scemo di guerra”, “Radio clandestina”, “Fabbrica” – che, e questa è la vera novità, quello del più grande drammaturgo del Novecento, Luigi Pirandello.
Se dai primi assoli ha recuperato l’unità narrativa (che, va detto, negli ultimi lavori si era un po’ persa), dal Nobel di Girgenti ha attinto il luogo: la stazione, la stessa in cui è ambientato “L’uomo dal fiore in bocca”.
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Nonostante il titolo parzialmente ingannevole – certo, Ascanio racconta le barzellette ma tra le pieghe della pièce si avverte in maniera indelebile quella sottile malinconia che scandisce la vita degli ultimi – e le sue citazioni (“Calvino diceva che le fiabe sono vere. Ma sono scritte, sono letteratura. Anche le barzellette sono vere, parlano di noi, ma sono storte, si tramandano a voce. Anche per questo valeva la pena di scriverle”), lo spettacolo ha sfumature nitidamente spleen, a tratti profondamente malinconiche. Le battute comiche (che, per sagacia e parolacce, avrebbero fatto divertire anche Plauto), de facto, sono solo la punteggiatura, il momento di leggerezza che sfocia nella risata. Il testo, seguendo la poetica storica dell’autore, affonda nell’amaro: la strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980, il ritorno ad Auschwitz, dieci anni dopo, e la meraviglia del protagonista nel vedere che nel frattempo erano cresciuti i fiori.
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Il fil rouge che si snoda lungo gli 80 minuti di mise en scene è uno spago che si infila nella cruna di un ago e che cuce, cuce, cuce un arazzo colorato, bello, come sono solamente le storie delle persone. Siamo in una stazione, per l’appunto. Una stazione periferica che ha solo due appuntamenti quotidiani, due transiti, una la mattina alle 9.13 e uno verso sera. Due uomini – come nel monologo di Pirandello (ma forse più veri e contemporanei) – aspettano un misterioso convoglio partito da lontano e un “brogliaccio” pieno di barzellette da leggere per ingannare l’attesa. “Sono storielle popolate da naufraghi e cannibali, carabinieri e politici, scienziati e filosofi, preti, suore, ebrei e musulmani, mariti e mogli impegnati nell’eterna lotta tra i due sessi, e ancora animali, suocere, amanti. Storie che non appartengono a nessuno, ma sono a disposizione di tutti. Ci dicono cosa siamo diventati, ci consentono di scavare nel torbido senza diventare persone torbide”, si legge nella presentazione. Parole che trovano piena conferma nella messa in scena: detto sia dell’unità narrativa ritrovata e che della conferma del suo talento cristallino (la sua arta affabulatoria è inarrivabile, così come quella sua capacità di tornare sulla parola appena dette, in un vortice che cinge e abbraccia), la forza dello spettacolo – impreziosito dalle musiche dal vivo di Gianluca Casadei – è tutta nella sapienza di modulare, a ritmo preciso, i tasti dell’anima.
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“Barzellette” è un arcobaleno potente e luminoso che tocca i vertici della risata ma che sa anche scendere verticalmente nelle pagine più drammatiche della vita.
Bentornato, Ascanio. Non importa da quale treno tu sia sceso: in fondo, quello che conta, è solo arrivare a destinazione.
Alessandro Carli
  L'articolo “Scavare nel torbido senza diventare persone torbide”: sull’ultimo spettacolo di Ascanio Celestini, “Barzellette” proviene da Pangea.
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marcogiovenale · 3 years ago
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angelo petrella per francesco forte
angelo petrella per francesco forte
sul “Corriere del Mezzogiorno”, 25 gen. 2022 cliccare per ingrandire _
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ritrosia · 3 years ago
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sguardimora · 3 years ago
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Alcune immagini dalla residenza creativa di Laura Gazzani per Walter presso il Teatro Petrella di Longiano. Dopo la prova aperta Laura e i performer, Nicolò Giorgini e Francesca Rinaldi, ci hanno raccontato come stavano trascorrendo quei giorni al Teatro Petrella e quale fosse per loro il significato e il senso dello stare in residenza a Longiano. Ci hanno così portato dentro le domande di ricerca che hanno attraversato quelle giornate d lavoro: che cos’è la presenza di un corpo in scena? quali sono gli strumenti per noi performer per mantenere quella presenza?
“Abbiamo lavorato alla parte ancora provvisoria di Walter, in particolare il momento del duetto, ripercorrendo le lezioni di valzer che abbiamo fatto durante la residenza a Torino; in quell’occasione abbiamo imparato che nel valzer le teste non si incrociano mai, e che i corpi non si toccano mai, solo i bacini: quindi abbiamo provato a capire cosa vuol dire per noi che al massimo si sfiorano solo i bacini? Che cosa significa che i bacini sono il motore del movimento? E ancora, qual è un valzer per noi?”
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A queste domande si è aggiunta un’ulteriore riflessione su quello che è il tema centrale del lavoro, cioè la relazione tra pubblico e performer: qual è il limite sottile tra il coinvolgimento e la danza “pura”? 
“Durate una prova aperta che abbiamo avuto qualche giorno fa a Pesaro abbiamo sviluppato un sistema nuovo per cui dopo gli inchini finali, riprendiamo il circuito iniziale, dove i performer camminano in circolo, e invitiamo il pubblico ad entrare: a Pesaro il pubblico si è alzato spontaneamente, dopo i primi che son stati chiamati da noi, ed è nata come una festa: era come stare in una balera, si percepiva il piacere dello stare insieme e di divertirsi. Abbiamo così provato a decodificare il valzer utilizzando strumenti tangibili, come il circuito, la coppia e la piazza per portare tutto in Walter, per creare così un sistema coinvolgente per tutti.”
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Dal racconto di Laura è emerso così come la residenza creativa non sia solo il tempo della solitudine e della creazione ma anche il tempo dell’incontro e della condivisione:
“Questa residenza è stata fondamentale per noi sia a livello corporeo che di ricerca di contatto. Come empatizziamo con le persone? Siamo usciti dal teatro e siamo andati in piazza, al bar, in ferramenta e al karaoke per stare in contatto con le persone di Longiano. Per noi è stata una residenza tra il dentro e il fuori. In ogni residenza che abbiamo attraversato abbiamo creato una mini-famiglia e ci siamo dati delle regole precise e abbiamo lavorato su Walter.”
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chez-mimich · 4 years ago
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TUUUMULTUM!
Mentre lo scorso agosto visitavo la mostra “Tuuumultum! Campionature tra arte, musica e rumore dalle collezioni del MART, allestita Casa d’arte futurista Depero a Rovereto, avevo avuto una premonizione, beh forse premonizione è un po’ troppo biblico, diciamo un pensiero funesto. Avrei avuto molto tempo per scrivere questo post in un lockdown prossimo futuro. Purtroppo così è stato e allora eccomi qui a raccontarvi di questa bella ed originale mostra, un itinerario sinestesico e dialogico, tra arti visive e produzione “rumoristica” del Novecento che si snoda a partire dalle origini della musica futurista, legata ai nomi di Luigi Russolo e di Francesco Balilla Petrella, e arriva fino agli Einstürzende Neubauten e ai Throbbing Gristle, passando per “ronzatori” e “crepitatori” futuristi. Un apparato di spartiti, fotografie, manifesti ,oggetti e scritti sull’altra musica. Tante le presenze significative anche tra la musica extra-colta, come Bernard Heidsieck, John Cage, Pierre Boulez, Karlheinz Stockhausen, ma anche la poesia sonora e naturalmente il jazz, anche quello italiano, ben rappresentato dalle locandine dei concerti nei locali milanesi storici, quali l’Arethusa, il Santa Tecla, il Mocambo. Un apparato iconografico quasi esaustivo: ancora locandine del Teatro Dal Verme, che nel 1914 proponeva il “Gran Concerto Futurista d’Intonarumori”,o il libriccino di Luigi Russolo intitolato “L’arte dei rumori” e poi ancora locandine di mostre d’arte famose come “Chopin, partiture per 15 pianoforti” del maggio 1979 alla Rotonda della Besana di Milano o la partitura-monstre di Sylvano Bussotti di “La passion selon Sade” e via via fino alla musica più popolare con i manifesti del Festival del Proletariato Giovanile al Parco Lambro di Milano, dove la musica sperimentale ebbe una parte importante a partire dal magnifico concerto degli “Area” di Demetrio Stratos. Immancabili alcune icone delle musiche delle avanguardie (volutamente al plurale), come i Velvet Underground, con il loro “flexi-disc” allegato al volumone “Andy Warhol’s Index Box”, o come l’affiche di Janis Joplin, allegato a “Oz Magazine”. E poi le copertine di “Re Nudo”, di “Frigidaire” e tante altre pubblicazioni-culto che in quegli anni ho avuto la fortuna di acquistare e leggere. La mostra è stata curata da Nicoletta Boschiero e da Duccio Dogheria ed è accompagnata da un raffinato ed esaustivo catalogo che ho divorato con voracità, senza aspettare il prossimo lockdown...
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opera-ghosts · 12 days ago
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Verdi - Aida - Ritorna vincitor! - Celestina Boninsegna (Edison, 1911)
Boninsegna was born into a musical and financially comfortable family on 26 February 1877 and, by the age of fifteen was pursuing a course of musical studies at the Pesaro Liceo. She had just finished singing Norina in Don Pasquale at Reggio Emilia’s Teatro Ariosto and her reception was so encouraging that her parents decided, on the advice of several professional musicians, to afford her the formal training that her obvious talent deserved. The Liceo at that time was directed by Pietro Mascagni, who took an immediate interest in Boninsegna, and who, as we shall see, would have a profound influence on her career. On 29 February 1896 she sang in Rossini’s Piccola Messa Sollene at the Liceo with Fiorello Giraud and, a week later, with Alessandro Bonci. Her graduation lesson, on 12 August 1896, drew the following appraisal: “Boninsegna possesses a dramatic soprano voice and sings with great discipline and expression. The voice is of extraordinary equalization”. The next night, under Mascagni’s direction, she gave a recital at the Salon of the Liceo to a sold out house. Diploma in hand, she secured a contract at Fano, and on 25 December, our ‘dramatic soprano’ debuted as Gilda in Rigoletto. The reviewer noted that “Boninsegna, who is just beginning her career, warrants encouragement”. The Teatro Piccinni of Bari presented her as Marguerite in Faust on 28 January 1897 and the chronicle of that theatre declared her performance “excellent”.
Another year of study finally allowed her to make that to which she referred as her ‘official’ debut at the Comunale of Piacenza in December, 1899 as Goldmark’s Queen of Sheba , conducted by Bandini. She then appeared in Lohengrin and, near season’s end, in Yanko by Bandini. His opera proved to be less than successful and was replaced with further performances of Lohengrin. She was immediately engaged by the Dal Verme of Milan for Il Trovatore and Ruy Blas and after a summer vacation returned for Ernani and Petrella’s Ione. The year ended at Cremona with Ruy Blas and Faust.
On 17 January 1901, she opened the season at Rome’s Teatro Costanzi in one of the seven concurrent World Premières of Mascagni’s Le Maschere. The other theatres chosen were Milan’s La Scala, Turin’s Regio, Verona’s Filarmonico, Genoa’s Carlo Felice, Venice’s Fenice and Naples’s San Carlo, which delayed its opening by two nights because of the tenor’s indisposition. Mascagni chose to conduct at Rome and it was at that theatre alone that the opera was successful. Boninsegna sang all twenty performances at the Costanzi, and on the last evening, 24 March, in an on stage ceremony she was fêted to a shower of gifts and affectionate speeches by members of the ensemble. She returned in April to the Dal Verme for Il Trovatore, and after a brief vacation, embarked on her first tour to South America.
Boninsegna arrived in Chile several weeks into the opera season and debuted at Santiago’s Teatro Muncipal as Elvira in Ernani on 20 July. El Mercurio immediately hailed her as the “trump card” in the company’s deck. The newspaper’s critic went on to say:
La Señora Boninsegna is the most sympathetic soprano to have sung here in the last several years. She has an agreeable presence, a fresh voice, sweet in tone and naturally trained. The notes are pure and crystalline and the singing is without affectation. In sum, la Señora Boninsegna is a dramatic soprano of the first rank.
El Mercurio – 8 September – La Gioconda – Boninsegna sang with great sentiment, inspiration, profoundly felt artistry and with a most beautiful voice.
The Mefistofele premiere was a disaster for the tenor, Alfredo Braglia. “Open your eyes, Braglia”. “Learn to sing, Braglia” and “Follow the soprano, Braglia” were hurled at him from every section of the theatre. La Opera in Chile states that Boninsegna’s Margherita and Elena, on the other hand, were the objects of “rhapsodies” and “poetic adjectives” in the press.
On the evening of her Tosca, with Chile’s president in the audience, she and Giraud were asked to sing the National Anthem. The next day, newspapers recorded that they had sung it in “Perfecto Castellano, which we will remember with great affection”. She closed the season at Santiago with Cavalleria Rusticana and at Valparaiso, she sang an “exquisitely limpid Margherita”, a “superb Aida”, and a “triumphant La Gioconda”.
Several of Boninsegna’s Chilean reviews were telegraphed to Milan and in the course of reading them, the Director of Trieste’s Teatro Verdi observed that she had sung in La Juive and that she had received outstanding notices. The theatre was in the midst of preparing the opera, and he decided that it was she whom he wanted for the production. On 25 January 1902, L’Independente stated that Boninsegna “sang a truly lovely and heartfelt Rachel” in the company of Francesco Signorini and Luigi Nicoletti-Korman. After performances of Aida at Trieste, she returned to Chile, where, on 14 June she opened the Santiago season as ‘Aida’ to her usual superlative reviews. She added several operas to her repertoire, including ‘Lautaro’, a new Chilean work, which was severely protested by both press and public. El Mercurio: ���even the talents of Celestina Boninsegna could not salvage this derivative miscalculation. Senor Ortiz’s opera is an insult to the intelligence of the audience’. The season included visits to Chillan, Talca and Valparaiso.
On Christmas Eve, she debuted at Parma’s Teatro Regio in a new Verdi role, Elena, in ‘I Vespri Siciliani’, and later, she sang the ‘Il Trovatore’ Leonora. Another debut in late January found her at Modena’s Comunale for Aida and Mefistofele, then at Bari, which would be the scene of her greatest failure. On 18 March she debuted in Il Trovatore. Giovine’s Il Teatro Petruzzelli di Bari states “Boninsegna was well applauded for ‘Tacea la notte placida’, but, after the second performance, Aida, Alloro was called in to substitute for Boninsegna, who was unprepared in the role”. I believe that it is from this engagement that a great deal of interesting, but inaccurate information about her has flowed. She took a well-needed break, and on 26 May, returned to the Dal Verme for Il Trovatore, where, she had a much better time of it, appearing seven times with Margherita Julia, Antonio Paoli and Vincenzo Ardito. In November, at Modena, she sang the first Normas of her career, and five months later, at Trieste, the last, according to any evidence that we have.
On 18 October, Boninsegna debuted as Aida at Covent Garden with the Naples San Carlo company. The cast included Eleanora de Cisneros, Francisco Viñas and Pasquale Amato. She had a fine success, and on the  26th she appeared in Un Ballo in Maschera with de Cisneros, Emma Trentini, Viñas and Mario Sammarco. The Times called it a “sterling revival”.
A debut at La Scala now waited. On 18 December, she opened the season as Aida with Virginia Guerrini, de Marchi, Stracciari and Gaudio Mansueto. At some point during the run, the other Italian débutante, Giannina Russ, stepped into the production and this has led to speculation that Boninsegna was ‘protested’ and ‘removed’. Stories surrounding it have created a legend that has become the defining event in her career. She actually sang twelve performances, including, on 29 January 1905, a gala celebration of the tenth revival of the opera at that theatre. Her reviews were excellent, generously praising “the exceptional beauty of her well trained voice, her brilliant top register and sweet mezza voce’” There is not a shred of evidence that she failed to please the Milan public. It is an interesting tale that has no foundation in fact.
She returned to the comfort of Covent Garden in October for repeats of Un Ballo in Maschera and Aid’ along with a new role for London, the Il Trovatore Leonora. She repeated her success and stayed for a total of thirteen performances. On 13 October, the Times critic wrote “this was a very fine performance of Aida, and that Boninsegna “has never sung the role better in London, perhaps, never as well”. On the 19th of November, she sang in a concert for the benefit of Italian Earthquake Victims, with Melba, Didur, Zenatello, Stracciari and Sammarco.
She debuted at Madrid’s Teatro Real on 16 December as Aida. The next day’s reviews bordered on the ecstatic and additional performances of the opera were immediately scheduled. El Liberal said of a later performance: “the third act resulted in a most tumultuous ovation for Paoli and Boninsegna. The curtain was raised an infinite number of times in honour of these two artists.” El Pais called the fourth act of Il Trovatore a “complete triumph, climaxing in an enormous ovation for the ‘Miserere’.” After appearing in Un Ballo in Maschera and Damnation de Faust she sang the only Siegfried Brünnhildes of her career. Il Palcoscenico observed that at the final curtain, she and the legendary Italian Wagnerian, Giuseppe Borgatti, “were awarded an ovation that was almost indescribable.” She ended her season on 24 February 1906 with scenes from Aida in a benefit concert.
In late April, Boninsegna sang in Aida and Il Trovatore at Lisbon’s Teatro Coliseu and with these performances, her career in Portugal came to an end.
The stage was set for the next big moment. She sailed from Genoa for New York in early December 1906, and on the 21st, debuted at the Metropolitan Opera House as Aida with Kirkby Lunn, Caruso, Stracciari and Plançon. Musical Courier reported:
Boninsegna has a sympathetic and serviceable voice, not large and hardly adequate to the heavy demands of a part like Aida. But, in less strenuous moments, Boninsegna did some singing that showed good schooling and musical intelligence. Her high tones were clear, and she sings in tune and phrases well, on the whole.
Her next performance did not take place until 13 January 1907 when she sang ‘Voi lo sapete’ and the Bolero from I Vespri Siciliani in a concert. On the 21st, she repeated Aida with Homer, Caruso, Scotti and Journet. Musical Courier was a great deal more complimentary:
Boninsegna is certainly a beautiful singer and she has a voice of unusual purity. She is scarcely, perhaps, a sufficiently powerful actress for the part, her methods savored somewhat of conventionality. She sang exquisitely however, and could have taken half dozen encores should she have been so minded.
I have quoted verbatim, so we can only wonder about the meaning of “encores”. She concluded her season with two performances of Cavalleria Rusticana (one in Philadelphia), a concert and a third performance of Aida.
Robert Tuggle, the archivist of the Metropolitan Opera, in his book, The Golden Age of Opera says, “Heinrich Conried…. had great hopes for Celestina Boninsegna, an Italian dramatic soprano whom he featured prominently in his plans and advertising. (She) signed for five months and forty performances” but “was ill throughout her stay …. Without her voice to carry her, Boninsegna in Aida was merely what one colleague recalled as a large woman in chocolate colored underwear”. We are left with another legendary failure that has its roots in circumstances seemingly unrelated to her art.
She returned to Italy in mid season, and, on 26 March debuted at Palermo’s Massimo, again as Aida. Tullio Serafin, who conducted the revival, declared her mezza voce to be “of a beauty rarely, if ever, heard.”
On 5 December she returned in glory to Pesaro for a concert in her honour. Every single piece of music had to be encored and the ovations were so enormous that a second concert was immediately scheduled for two days later, and sold out. In honour of her homecoming, an inscribed ceramic vase was presented to her from the City of Pesaro and placed in the main lobby of the Liceo. So famous had she become that when she stopped for a simple overnight visit in July of the following year, it was reported as news in L’Adriatico.
On 15 November 1908, she returned to Madrid for Aida, Mefistofele, Tosca and Lohengrin. Her receptions were those about which singers dream.
La Epoca – 16 Nov – “I confess frankly, I do not remember seeing at the Real, and I have been attending performances for some thirty five years with regularity, an Aida or an Amneris better than La Boninsegna or La Parsi. Where can adjectives be found to describe their artistry and insights”.
Tosca was withdrawn after one performance. The production, the tenor, Giraud, and the baritone, Francesco Cigada, had been mercilessly protested, but:
Il Teatro – Dated 2 January 1909, reported: “Only the famous Boninsegna with her voice of rare beauty and power was able to allay the storm of boos. ‘Vissi d’arte’ had to be repeated and was acclaimed by all, including generals and other dignitaries’.
On 13 February, she returned to Rome’s Costanzi for Aida with Maria Claessens, Scampini and Viglione-Borghese.
Il Messagero: “Celestina Boninsegna showed a voice of sweetest timbre, not of great volume but of a beautiful equalization in all registers, perfectly schooled to sing the full spectrum of the role. She could not have been more enthusiastically received”.
In April she returned to Spain for a debut at Seville’s Teatro San Fernando. After appearing in Aida and Il Trovatore, the overly optimistic impresario ran out of funds and performances of Tosca, Lohengrin’and Mefistofele were cancelled. In the Autumn Genoa’s Politeama hosted her in Il Trovatore and Aida, and, during the last week in October, she again sailed for the United States on a journey that would have a very different outcome from the first.
Several industrialists and financiers resolved to form a permanent opera company in the city of Boston and launched a subscription drive to fund both the building of the theatre and the cost of the first season. The plan was announced in early 1908; the guarantee was met, and the theatre was ready to do business on 8 November, 1909.
The Boston Opera Company inaugurated its era with La Gioconda. Lillian Nordica, Louise Homer, Florencio Constantino, George Baklanoff and Juste Nivette sang before a sold out house, and the reviews told us that while there was vocal wear in Nordica’s voice, it had been a most memorable event.
On 10 November, Boninsegna debuted as Aida to thunderstorms of applause, according to the Boston American. Her colleagues, Claessens, Enzo Leliva, Baklanoff and Jose Mardones, were similarly greeted by an audience whose happiness at the success of the new company knew no bounds. Of Boninsegna, the Boston Globe reported: “The voice is flexible and uniformly pure in the upper register …. Recall the exquisite upper A closing her aria in Act III before Amonasro’s entrance” There was disagreement in the press about her acting and her appearance. One commentator noted that she was “too tall and commanding in fact to be the Ethiopian slave girl, unless Amneris should be sung by a giantess”. In mid season, the company spent about a month touring the United States ‘Heartland’, with an extended stay in Chicago, where her Aida opened the engagement. The Chicago News noted: “Celestina Boninsegna visualized the title role heroically. She is a fine type of dramatic soprano, who captivated the audience early and kept them to the last’. The Chicago Journal wrote of her Il Trovatore Leonora: “Her singing deserves all praise because of its purity and freshness” and Musical Courier commented that her Valentine in Les Huguenots was “a remarkable vocal performance”. The company returned to Boston in early February and Boninsegna continued to perform until 7 March, when she sang a single Tosca. Thie Boston American, on 8 March said, “Celestina Boninsegna revealed herself as a Tosca compared to whom Farrar’s is a giggly schoolgirl. The second act revealed a queen of tragedy. All the emotions seemed at the command of the singer. She was vocally superb in this act”. Musical America reported that she encored the ‘prayer’. Unquestionably, these engagements had been extremely satisfying.
From Boston, she sailed to South America for the first visit in eight years and her debut at Montevideo was an enormous success. She appeared in seven operas and each one had to be repeated several times during her stay at Uruguay’s capitol. The tour visited Santiago del Estero and Tucuman, Argentina and continued performances into the mid summer.  1911 was to be the most important year in her career. She was invited by Pietro Mascagni to be the spinto prima donna on an extensive tour in South America, intended to showcase his operas. It would forever be known as ‘The Mascagni Tour’. On 15 April, 1911, the Teatro Carlo Felice of Genoa hosted a dress rehearsal of Mascagni’s soon-to-be-premiered opera, Isabeau. The theatre was closed to all but a few and the sessions went on for many hours. At the end of the day, Mascagni expressed his satisfaction, and the following morning, he left for South America with a formidable group of artists.
Boninsegna inaugurated the season as Aida at the Teatro Coliseo of Buenos Aires on 6 May with Hotkowska, de Tura, Romboli and Mansueto. The greeting for Mascagni as he stepped onto the podium was enormous, and at the end of the evening, he and the soloists received an ovation that lasted so long that the lights had to be lowered in order to clear the theatre (La Prensa). On 2 June, Mascagni conducted the World Premiere of Isabeau with Farneti, Saludas, Galeffi and Mansueto. There was such a crush for tickets that the performance had to be delayed while police attempted to restore order around the opera house. At the conclusion, the audience demonstrated its enthusiasm into the morning hours, first in the theatre and then in the surrounding streets. The newspapers declared it a complete triumph, comparing it to Debussy, Richard Strauss and other non Italian composers. It was called “brilliant”, a “new and fascinating direction” and “Mascagni’s finest achievement”. There were eight performances. Farneti also sang in Lohengrin, La Bohème and Iris, while Boninsegna appeared in Il Trovatore, Cavalleria Rusticana, Mefistofele and Guglielmo Ratcliff. Pagliacci, featuring Galeffi’s defining Tonio, rounded out the repertoire at Buenos Aires. On 21 June the season at the Coliseo ended and the company then toured to Rosario, Rio de Janeiro, São Paolo, Montevideo, Santiago (Chile) and Valparaiso.
At Rio – O Diario de Noticias – 21 July – Mefistofele: “If (Italo) Cristalli is neither better nor worse than the average Italian tenor of our day, Signora Boninsegna is clearly an artist of distinction. Undertaking both roles, Margherita and Elena, she not only rose to Boito’s melodies but also managed to differentiate vocally between the timid peasant and the reigning queen. Margherita sang the first two acts with a slender, lyrical voice, only letting it out in the prison scene, when madness overtakes reason. Elena, on the contrary, was imperial of manner and of declamation”.
The company travelled from Montevideo over the Andes through heavy snow, and, on 1 September, as the train approached Santiago, it was obliged to stop at several towns to hear local bands play the Italian and Chilean National Anthems, in honour, particularly, of Mascagni. The entourage finally reached the Estacion Alameda at about eleven in the evening where it was greeted by local dignitaries and thousands of fans, who had been waiting since midday. The following evening, in a theatre decorated with flowers of every description, Mascagni conducted Iris. Boninsegna’s first role was Aida.
El Mercurio: “Boninsegna was having one of her most inspired evenings and walked off with all of the applause. She only enhanced the impression of previous visits”.
On the evening of the Mefistofele premiere, Boninsegna was asked once again to sing the National Anthem. “An enormous and sentimental ovation ensued”. The tour ended on 24 October at Valparaiso, fittingly enough with Isabeau. When the company embarked for Europe, additional thousands appeared to wave them off, and the Chilean press declared that this season had been the most exciting in memory. Inexplicably, Boninsegna never sang in South America again.
On 10 Feb, 1912, Mascagni conducted another of Boninsegna’s important Italian debuts, Aida at Venice’s Fenice. It was so well received that four announced performances became six. In March, she appeared in Russia for the first time, singing seven roles at Kiev. March also saw her at Pesaro’s Teatro Rossini in the composer’s Stabat Mater and in April she debuted at the Barcelona Liceo as Aida. A week later she sang the Il Trovatore Leonora. Her reviews were generally exceptional, though her height was considered a detriment, especially in Aida.
In the Spring of 1913 she toured to Siena’s Chiesa San Francesco, Firenze’s Chiesa Santa Croce, Bologna’s Teatro Comunale and Ferrara’s Chiesa San Francesco in Verdi’s Messa di Requiem in commemoration of the Centenary of the composer’s birth. At Siena, five performances became six, and, at Florence, the church doors were left open so that overflow crowds could at least hear the music.
Just before the first performance at Ferrara was about to begin, an elderly woman was escorted to the front row and seated. A buzz filled the church as people pointed and whispered. She sat in silence, looking only at the altar, and, at the end, slowly stood and led the huge ovation. When the applause subsided, many rushed to her and were heard to tell her how wonderful it was to see her and to marvel that she had come to the event. “Have you not heard Boninsegna’s recordings? Who, in the World, would not be here if they could?” It is said that four weeks later she attended Aida at the Teatro Verdi, and that, at the end, she returned to the Palazzo Massari on Corso Parto Mare, to the seclusion that had been hers since the death of her husband in 1902, and which would again be hers until her death in 1920. She was Maria Waldmann Massari, who had sung Amneris in the Italian premiere of Aida and the mezzo part in the World Premiere of the Requiem. Maria Waldmann Massari had sung Amneris in the Italian premiere of Aida and the mezzo part in the World Premiere of the Requiem.
On 26 December, Boninsegna had the honour of another opening night at the Costanzi, this time with Le Damnation de Faust. La Tribuna reported: “Celestina Boninsegna, though in a range not totally congenial to her temperament, is an artist of great valour. In the ‘Song of Thule’ she sang with great expression, and in the passionate duet that follows, she won the full appreciation of the audience”. During this period, Boninsegna, programmed a number of concerts, including several with Bernardo De Muro and at least one fascinating outing with her renowned rival, Eugenia Burzio at Florence.
Boninsegna next debuted at St. Petersburg on 23 January in Un Ballo in Maschera and, after a month of performances, toured to Moscow, Kharkov, Odessa and Kiev in what may fairly be described as the last truly prestigious engagements of her career. De Luca joined the company in early February and Francesco Navarrini joined her and Battistini in Ernani during his last tour to Russia. She assumed the roles of Maria di Rohan and Mozart’s Donna Anna for the first and, apparently, the last times.
The road ahead was to be a very bumpy one for our heroine, as it would be for many singers. World War I was waiting on the horizon. For the next four years she appeared sporadically in several Northern Italian cities and towns. Conditions became very difficult and many theatres closed. A contemporary report in Il Teatro Reinach of Parma by Gaspare Nello Vetro describes the situation. Of a La Gioconda performance in 1918, it says: “the evening was exceptional for the performance of the grand Boninsegna, but the revival showed how difficult it is to mount a worthy performance among the male singers, orchestra and chorus in the middle of a war”. The Armistice was signed on 11 November and in early December, at Milan, she sang in a massive concert of celebration for the benefit of the Red Cross.
1919 was her last hurrah but it was a good one, encompassing some sixty performances. She returned to the scene of that early failure, Bari, and sang in Aida, Tosca and La Gioconda. The Petruzzelli chronology states: “La Boninsegna sang with great expression and received long and justly deserved applause in Aida”. She spent most of the year in well known Italian operatic centres, including an extended stay at Milan’s Teatro Lirico in La Forza del Destino and Il Trovatore.
By 1920, she was receiving very equivocal reviews, particularly addressing stress in the middle range. A final trip to the Western Hemisphere was undertaken in the autumn. She sang Il Trovatore and Aida at Havana and Mexico City, and, according to verbal reports, Tosca. Reviews were not kind and it became apparent that she could no longer sustain a career. In January of 1921 she left the opera stage after performances of La Forza del Destino at Modena. Her announced farewell was at Pesaro in a recital dedicated to her honour and in recognition of her achievements. The date was 6 November 1921. However, Charles Mintzer very recently found documentation of a concert at Sassuolo in August of 1938. There may still be more to tell. Before her death in 1947 she taught for a number of years at both Pesaro and Milan.
This has been an exciting journey for me as I hope it has been for the reader. For nearly half a century Boninsegna has been dismissed by vocal historians as an insignificant singer with a singularly unsuccessful career. The pictures that have been painted consistently portray a rather drab succession of mediocre engagements with less than laudatory receptions. That image is certainly not reflective of truth. She had one failure, at Bari, where she was reviewed as “unprepared” in her role. In fact, I am at a loss to know precisely what that means. The Scala and Met myths are exactly that. They are not and never were grounded in fact. What is the truth? She sang well over one thousand performances in a career that spanned twenty-five years. She appeared at most of the important theatres in the Latin World and was rapturously received almost everywhere she sang. Her excursions to London, Boston, Chicago and Russia were unqualified successes and her reputation in Italy was without blemish. When we listen to the manifest glories of her recordings, we don’t wonder for a moment about the extraordinary reviews she received at Madrid, nor about those at Santiago, Rio de Janeiro and Rome. We hear a grandeur that is breathtaking, a presence to which others of her generation could only aspire. When we marvel over the control at the top of the voice we don’t wonder why Boston, Chicago and, yes, even Met audiences were impressed. The clarity and beauty of her tone received unqualified praise in every city at which she appeared and her musicianship was universally admired. Boninsegna was a major talent who was lavishly praised in her own time, just as her recordings are, today. Her very name is, appropriately, a lovely poem. It has been my privilege and honour to revise one small piece of history.
I wish to express my thanks, first to the editor and Tom Kaufman for their encouragement and guidance, and to Juan Dzazopulos, Eduardo Gabarra, Stephen Herx, Charles Mintzer, Robert Tuggle and Peter Wilson for providing a great deal of additional information. I am particularly grateful for the research of the late Charles Jahant, whose archive of information on Boninsegna provided much of the framework for this article.
Various documents have stated that she sang Desdemona, Wally, and Lucrezia Borgia, but I have found no firm evidence of these roles after six years of looking around. If any readers can shed light on these or other roles not chronicled, it would be most appreciated and would help to complete her repertoire. 
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lamilanomagazine · 2 years ago
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“Due vite”: il brano presentato da Marco Mengoni a Sanremo 2023
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“Due vite”: il brano presentato da Marco Mengoni a Sanremo 2023. A 10 anni da “L’essenziale”, il brano che ha segnato un punto importante della sua carriera, Marco Mengoni torna al Festival di Sanremo 2023, con “Due vite”. La canzone è stata scritta dallo stesso Mengoni con Davide Petrella e Davide Simonetta, ha una struttura non classica, sia dal punto di vista strumentale, sia di sviluppo e arrangiamento vocale, la produzione del brano è di E.D.D. e Simonetta. “Due vite”  parla di rapporti, mettendo al centro la relazione più intima, quella con se stessi, che si costruisce grazie alle diverse esperienze che attraversiamo nel corso della nostra esistenza. Un invito ad affrontare la vita con onestà. Un racconto con due livelli di lettura: uno onirico, ricco di immagini e figure legate all’inconscio che si mischia a scene realistiche e autobiografiche. Un brano che rappresenta un viaggio fatto di incontri che guardano sia dentro di noi che fuori, agli altri, e che racconta di come sia solo il nostro inconscio a custodire la reale verità del sentimento che stiamo vivendo. “Due vite” è il primo tassello dell’ultimo capitolo della trilogia MATERIA, iniziato con Materia (Terra), progetto certificato terzo disco di platino, e continuato con Materia (Pelle), la cui uscita è prevista entro la fine del 2023. Nella quarta serata, dedicata alle cover, Marco Mengoni si esibirà sul palco del teatro Ariston con il coro internazionale The Kingdom Choir, che da oltre 20 anni rappresenta un’eccellenza musicale con tournée in tutto il mondo e partecipazioni a grandi eventi.Il coro gospel abbraccerà Marco nell’interpretazione di uno dei brani più noti e iconici dei Beatles: Let it be.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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micro961 · 1 year ago
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Diventerò una Stella premio Lorena Mangano
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Tutto pronto a Gioiosa Marea per la XII Edizione del Festival Canoro Nazionale  Diventerò una Stella” premio Lorena Mangano
Dopo la semifinale nazionale svoltasi a Capo d’Orlando il 04 Giugno 2023 che ha visto presenti un massiccio numero di semifinalisti provenienti da tutta la Penisola e la Sicilia portando all’ammissione alla finale del 22 Luglio 2023 presso il Teatro “F. Borà” di Gioiosa Marea ben 50 artisti divisi in quattro categorie: Kids – Young – Cover e Inediti.
Si esibiranno alla finale del 22 Luglio 2023 sul palco della XII Edizione : Gumina Greta -Gusmano Matilda - Mattia Dario - Maugeri Francesco - Musico’ Rebecca -Petrella Greta -Pizzardi Antonino -Ruggeri Denise - Santoro Sofia - Torrisi Carola - Scinardo Giorgia e Adele Dominicis - Bonsangue Giorgia - Cacciola Maria Luisa - Ferrante Mauro- La Manna Morgana - La Spina Alice - Massafra Gianmarco - Patti Davide -Puma Clara - Rizzo Bernardette - Salerno Angelo - Scarfi’ Giovanni e Gabriele - Segreto Iolanda -Tumello Federica - Anastasi Miriam - Assenza Desiree - Battaglia Giorgia - Sunrise-Candela Giusy -Cavallaro Luisa - Disio - Dorsa Antonio Francesco - Monastra Martina - Nicotra Silvia Martina - Alba Grey -Puma Gabriele - Rasa Francesca - Rosaniti Lucia - Sciortino Claudia -Tortorici Clara - Bacco Marie Nicole - Ceraolo Giorgia - Degnitti Francesca -La Ganga Senzio Antonio - Mannelli Aurora - Miele Viviana - Naldi Sara - Spadaro Rosangela -Tolini Andrea -Ventura Alessia.
Obiettivo del “Diventerò una Stella” �� dare formazione ai ragazzi sin dalla semifinale, infatti si sono tenuti anche degli stage formativi, nei locali del LOC-Laboratorio Orlando Contemporaneo, tre incontri formativi, “L’importanza della presenza scenica dell’Artista” a cura del Maestro Francesco Mazzullo, “Pensare da Artista” con Salvo Battaglia e un corso organizzato con la collaborazione e partecipazione di Massimiliano Fiasconaro, Ispettore capo della Polizia Stradale di Sant’Agata di Militello, da sempre impegnato su questo fronte sull’educazione stradale utile a sensibilizzare i ragazzi ad un corretto comportamento in strada nel rispetto delle norme del codice della strada. Formazione che continua per tutti i ragazzi iscritti anche durante la giornata del 22 Luglio con i Maestri Nazionali.
“Diventerò Una Stella”, negli anni, è divenuto un punto di riferimento per tutti quei ragazzi che coltivano il sogno di salire su di un palco e la XII edizione ha registrato una folta partecipazione e interesse verso questa manifestazione alla quale accorrono giovani da ogni parte della Penisola e della Sicilia. Anche quest’anno un grande lavoro si sta svolgendo per la realizzazione della scenografia, diversa ogni anno, che con la sua dimensione immersiva, renderà il festival una bellissima esperienza oltre che musicale anche visiva e sensoriale. Sul palco della serata finale del 22 luglio a Gioiosa Marea, al vincitore assoluto, andrà una borsa di studio del valore di 1000 euro, e a decretarlo ci sarà una Giuria di altissimo valore dove il Presidente sarà il Maestro Beppe Vessicchio, mentre gli altri componenti saranno Ivan e Fabio Lazzara, Andrea Rizzoli, Luca Madonia, Marco Vito e Fabrizio Palma. Presente anche un altra Giuria, quella della Stampa che assegnerà il “premio Critica Sergio Granata” composta da Giornalisti e Critici Musicali come Salvatore Battaglia, Francesco Fiore, Roberta Fonti, Elisa Cortorillo, Manuela Varrica, Valerio Barghini, Massimo Scaffidi, Maria Elena Caliò, Antonino Muscaglione.
Ancora una volta ribadiamo la necessità e l’utilità di queste manifestazioni che con grandi sacrifici e dispendio di forze ed energie, aiutano chi vuole intraprendere la strada del canto e della musica in generale, dando risalto e formazione.
Il Festival canoro, assume anche una funzione sociale. “Diventerò una stella”, non solo musica . Un festival che dal 2016 (anno in cui si è svolto a Sant’Agata di Militello) è intitolato a Lorena Mangano, la 23enne di Capo d’Orlando che in una tragica sera di fine giugno di quell’anno perse la vita a Messina a seguito di un incidente stradale causato da due uomini che, sotto l’effetto di alcol, avevano inscenato in pieno centro cittadino una gara automobilistica. Lorena morì, ma i suoi organi, per volere della famiglia, furono donati, “consentendo ad altri di continuare a vivere ma anche a noi di vedere in queste persone Lorena”, come confermano le parole di Marilena, sorella di Lorena. Il “Diventerò una Stella” è musica unita al sociale  un aspetto che nelle ultime edizioni ha trovato espressione anche nell’assegnazione di uno specifico premio, che quest’anno verrà conferito al Dott. Francesco Saporito commercialista di Patti (Me) dove risiede, quando nel 2013, poco più che quarantenne, ha scoperto di essere malato di SLA.
Sarà presente la giuria radiofonica di Radio Amore, una collaborazione consolidata con il Festival. Tra gli ospiti il cantautore siciliano Luca Madonia e il cabarettista Dario Veca. La presentazione sarà curat
a dal Direttore Artistico Maria Vitale e dal Giornalista e Attore Regista Francesco Mazzullo.
L’ evento avrà inizio alle ore 17,00 per i finalisti categoria Kids e Young e alle ore 21,00 per i finalisti categoria cover e inediti presso il Teatro “F. Borà” di Gioiosa Marea con ingresso libero.
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niconote · 4 years ago
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NicoNote presenta:
Regola
Concerto ispirato a Hildegard von Bingen
Suite in un unico Movimento, creata nel 2003.
Si tratta di una Ripresa in questo peculiare 2020, tempo sospeso e di una nuova condizione.
Regola, è un concerto ispirato alla figura di Ildegarda di Bingen, mistica, santa, filosofa, del Medioevo europeo, composto da 8 tavole sonore.Come 8 sono i momenti di preghiera nella giornata di una monaca. Punto di partenza la struttura gregoriana, dalle composizioni e da alcuni testi ed estratti liederistici della produzione epistolare, poetica e musicale di Ildegarda, insieme testi estratti dal libro della Regola benedettina. La vocalità di NicoNote è sganciata dalla struttura gregoriana; a partire dalle composizioni di Hildegard attraverso un approccio emotivo e non filologico, l’artista dà una rilettura personale, che punta all'evocazione di un sentire profondo, con immersioni concrete nel paesaggio sonoro creato, creando un corpo unico tra la voce e il suono magma.
Ideazione, drammaturgia, scrittura vocale: NicoNote
Composizione sonora:  NicoNote e Mas collective
Sound design: Demetrio Cecchitelli
Produzione 2003: NicoNote Dream Action, Artache Milano, Doc Servizi et ICE festival 2020
Co- produzione 2020: NicoNote, ICE festival International Ecritures Contemporaines (F), Doc Live
Ringraziamenti speciali a Roberto Cacciapaglia, Luigi Garbini, Patricia Allio
Senza interruzioni. Durata 38 minuti.
 + info:   https://niconote.tumblr.com/regola
Prima rappresentazione: 16 marzo 2003 Milano -  Basilica di San Marco in Brera
Rappresentato anche a :
Abbazie di Meda e Monza Provincia di Milano marzo 2003
Frontino (PS) Teatro Stabile delle Marche Luglio 2003
Rimini Festival Percuotere La Mente Luglio 2004
Festival di Santarcangelo direzione Leo De Berardinis – Abbazia della Pieve-  Luglio 2005
Teatro Petrella – Longiano (FC) dicembre 2005
 Rework 2020:  28 agosto 2020 Eglise St Jean, ICE festival Ecritures Contemporaine - St Jean Du Doigt en Bretagne (F)
Foto credit:  Foto di scena di Chill Okubo 2020
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