#teatro Petrella
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Vittorio Pagani in residenza al Teatro Petrella per HARDCUORE
12 Maggio 2024 - 24 Maggio 2024
A Longiano è iniziata la residenza creativa per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo di Vittorio Pagani.
Due personaggi, seduti sull’orlo della fine, osservano gli ultimi bagliori di un mondo alla deriva. Come si cammina su un terreno che trema? Cosa salvare quando il futuro è incerto? HARDCUORE esplora, tramite testi, danza e proiezioni, le conseguenze dell’incontro del singolo con la brutalità, l’immenso e la fine delle cose: lo spazio performativo si rende spazio intimo in cui contenuti digitali, suoni e memorie si mescolano per tracciare un racconto di vita. HARDCUORE celebra tutti gli esseri gentili che lottano per rimanere tali.
Vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi #2
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Vittorio Pagani è un performer e coreografo originario di Milano, Italia. Nel 2018 si unisce al Ballet Junior de Genève dove balla nelle creazioni di alcuni tra i più rinomati coreografi a livello internazionale (Hofesh Shechter, Roy Assaf, Marcos Morau, Jan Martens). Nel 2021 crea il passo a due Around 5:65, che viene selezionato per RIDCC2022. Nel 2023 insegue il Master in Expanded Dance Practice (UAL). A The Place London crea A Solo in the Spotlights: questa creazione partecipa a Resolution2023 (UK), Vetrina della Giovane Danza d’Autore (IT) e viene selezionata per la piattaforma internazionale Aerowaves nel 2024, oltre ad essere presentata in numerosi teatri italiani. Danzatore freelance e coreografo, nei suoi lavori investiga temi quali la performatività e la sovversione.
#danzacontemporanea#residenza creativa#residenze2024#teatro petrella#vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi#Vittorio pagani#hardcuore
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MA FANNO LE COSE A MIA INSAPUTA E DOPO NON MI AVVERTONO !?
Perchè non me l'aveva mai detta nessuno, questa cosa?
La scoperta di oggi
L'album di De Andrè "ANIME SALVE" è nato in Romagna, esattamente nel piccolo comune di Longiano, dove fu registrato ed eseguito per la prima volta, nel 1996, in quel piccolo gioiello che è il Teatro Petrella.
youtube
Una notizia che ignoravo completamente e che ora, mi piace condividere.
Certo che, come le vengo
a sapere male io, le cose !!
🥺😱
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#curiosità su Faber#Fabrizio De Andrè#musica#Album musicali#canzoni italiane#Teatro Petrella di Longiano#Youtube
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Giannina Russ was born on 27 March, 1873 in Lodi. She was an Italian operatic dramatic soprano, particularly associated with the Italian repertory. She died on 28 February, 1951 in Milan. She studied piano and voice at the Milan Music Conservatory with Leoni. She made her debut in Bologna, as Mimi, in 1903, at La Scala in 1905, as Aida, and in Florence in 1908, as Norma. She was quickly invited abroad, making debut in 1904 at both the Royal Opera House in London, and the Monte Carlo Opera, also appearing at the Teatro Colïn in Buenos Aires, and the Manhattan Opera in New York, in 1907. Russ performed in a wide range of roles, from bel canto to verismo, her repertory included; Semiramide, Giulia, Amaltea, Paolina, Abigail, Elvira, Leonora, Amelia, Wally, Gioconda, Santuzza, etc. She possessed a beautiful and grand voice, if somewhat uneven, and a strong dramatic temperament, she enjoyed more success in Latin countries than in Anglo-Saxon countries. After retirement she became a respected voice teacher, amongst her pupils were Margherita Grandi and Clara Petrella.
#Giannina Russ#Russ#dramatic soprano#soprano#opera#aria#diva#primadonna#chest voice#classical music#music history#La Scala#bel canto#teatro alla scala#Royal Opera House#composer#covent garden#giuseppe verdi#Royal Opera#verismo#verismo opera#verdi#la traviata#classical singing#classical studies#classical singer#operatic singing#operatic soprano#operatic singer#English National Opera
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Varenna, in occasione del bicentenario della nascita di Antonio Ghislanzoni: una serie di iniziative a Villa Monastero
Varenna (Lecco), in occasione del bicentenario dalla nascita di Antonio Ghislanzoni: una serie di iniziative a Villa Monastero La Provincia di Lecco, in occasione del bicentenario della nascita di Antonio Ghislanzoni (Lecco, 1824 – Caprino Bergamasco, 1893), ospita a Villa Monastero di Varenna alcune iniziative che mettono in luce il contributo più originale offerto all'esperienza culturale e artistica italiana del secondo Ottocento dal letterato di origine lecchese. Poeta, scrittore, giornalista, critico teatrale e, in gioventù, cantante lirico, Antonio Ghislanzoni ha legato il suo nome alla storia dell'opera italiana firmando il libretto di Aida di Giuseppe Verdi (1871, prima italiana 1872), con il quale aveva collaborato anche per la seconda versione della Forza del destino (1869). Anche se oggi è ricordato principalmente per la cooperazione con Verdi, Ghislanzoni ha offerto un contributo non trascurabile in vari campi. Come librettista, ha lavorato con compositori significativi quali Ponchielli, Gomes, Petrella, Catalani; Puccini e Mascagni musicarono in gioventù alcune sue liriche. In maniera diretta o indiretta, Ghislanzoni fu in rapporto con i più importanti rappresentanti dell'opera italiana della seconda metà del XIX secolo. Questa esperienza è ricordata nel primo appuntamento: domenica 26 maggio alle 16.00 nel Giardino botanico di Villa Monastero con il concerto L'opera per tutti, dedicato alla divulgazione popolare della grande opera italiana nelle trascrizioni per orchestra di fiati. Protagonista del concerto è la Filarmonica Giuseppe Verdi di Lecco-San Giovanni, uno dei più antichi sodalizi del territorio, diretta da Mauro Bernasconi. Meno conosciuto è il versante creativo di Ghislanzoni legato a una dimensione espressiva tipica della corrente letteraria della Scapigliatura: la dimensione grottesca, umoristica, surreale, linguisticamente e drammaturgicamente avventurosa, che trova esiti sorprendenti in alcuni libretti. Questa produzione è indispensabile per completare la conoscenza delle attività musicali degli Scapigliati e si può considerare, per certi aspetti, più moderna e originale di quella 'seria'. Questi temi saranno al centro della lectio magistralis di Emilio Sala dal titolo Antonio Ghislanzoni e l'umorismo musicale moderno, in programma sabato 1 giugno alle 16.00 nella sala Fermi Villa Monastero. Emilio Sala, uno dei massimi esperti dell'opera italiana dell'Ottocento, è professore di musicologia all'Università degli studi di Milano Si occupa dei rapporti tra la musica e varie forme di spettacolo in una prospettiva sia storica che teorica. È membro di numerosi comitati scientifici; il suo ultimo libro, "Opera, neutro plurale. Glossario per melomani del XXI secolo", è stato pubblicato dalla casa editrice Il Saggiatore. Nel 2014 è stato insignito del premio internazionale "Luigi ed Eleonora Ronga" dell'Accademia nazionale dei Lincei per opere di Musicologia e nel 2024 è diventato membro della Accademia Europea. La giornata di sabato 1 giugno si conclude alle 17.30 con un concerto che sintetizza il ribollente momento della cultura letteraria e musicale italiana in cui visse Ghislanzoni. Il Quartetto "Franco Faccio" propone un programma che si apre con il rarissimo "Quartetto in sol maggiore" di Franco Faccio, figura di primo piano della Scapigliatura italiana, fraterno amico e collaboratore di Arrigo Boito, compositore e fondatore della moderna direzione d'orchestra in Italia. Il programma è completato dall'affascinante composizione "Crisantemi" di Puccini, che sarà riutilizzata dall'autore nell'ultimo atto di "Manon Lescaut". Il "Quartetto Franco Faccio" è costituito da musicisti del Teatro alla Scala che hanno partecipato o partecipano a tutte le attività del Teatro, della Filarmonica di gruppi cameristici di varie formazioni, con l'intento di proporre, fra l'altro, il repertorio cameristico italiano che non ha ancora goduto della meritata valorizzazione. I membri del gruppo sono: Kaori Ogasawara violino, Antonio Mastalli violino, Claudio Pavolini viola, Gabriele Garofano violoncello. La partecipazione alle iniziative culturali è gratuita, previo pagamento del biglietto di ingresso: biglietto di ingresso al Giardino botanico per il concerto del 26 maggio; biglietto di ingresso al Giardino botanico e alla Casa Museo e prenotazione obbligatoria per la lectio magistralis e il concerto del 1° giugno, scrivendo una email a [email protected]. Per ulteriori informazioni: Telefono: 0341 295450 E-mail: [email protected] Sito internet: www.villamonastero.eu Facebook: @villamonastero.lc Instagram: @villamonastero_official ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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I Dinosauri Tornano in tour
Cisco Stefano Bellotti, Alberto Cottica,Giovanni Rubbiani e con la partecipazione straordinaria di Massimo Giuntini
Alcuni degli ex componenti dei Modena City Ramblers di nuovo insieme per un tour acustico a fine 2023. Il tour prende il nome dall’ultimo singolo uscito sui digital store “Combat Folk”.
A distanza di sei anni dall’ultimo tour, Stefano Cisco Bellotti, Alberto Cottica e Giovanni Rubbiani tornano sul palco insieme per una serie di concerti acustici.È un’occasione per rinsaldare un’amicizia ormai trentennale e per ripercorrere, strumenti alla mano, una lunga carriera musicale. I tre hanno cominciato a suonare insieme nel 1992, quando i Modena City Ramblers muovevano i primi passi. Insieme hanno inciso 5 dischi, vendendo diverse centinaia di migliaia di copie, e suonato in centinaia di concerti in Italia e all’estero. Nei primi anni Duemila, in momenti successivi, sono usciti dalla band per dedicarsi ad altri progetti musicali e lavorativi. Nel 2010 si sono ritrovati sul palco per il tour “40 anni”, da cui è stato tratto l’omonimo CD live. Nel 2017 hanno pubblicato “I Dinosauri”, un disco di inediti a cui è seguito un tour teatrale. Ora Cisco, Giovanni e Alberto hanno deciso di tornare sul palco in compagnia di Massimo Giuntini, che per anni ha condiviso con loro l’avventura nei Ramblers. I concerti spazieranno dal repertorio classico dei Modena City Ramblers ai brani di Cisco a quelli dei Dinosauri, con l’aggiunta di un brano inedito scritto appositamente per il tour.
ASCOLTA IL BRANO SU SPOTIFY
LE DATE DEL TOUR
28 novembre PRATO Teatro Il Garibaldi PREVENDITA BIGLIETTI
2 dicembre CARPI (MO) Teatro Comunale PREVENDITA BIGLIETTI
3 dicembre VERONA Fucina Culturale Machiavelli PREVENDITA BIGLIETTI
6 dicembre BASSANO DEL GRAPPA (VI) Teatro Remondini PREVENDITA BIGLIETTI
7 dicembre MESTRE (VE) Teatro del Parco PREVENDITA BIGLIETTI
8 dicembre LONGIANO (FC) Teatro Petrella PREVENDITA BIGLIETTI
9 dicembre ROMA Spazio Rossellini PREVENDITA BIGLIETTI
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Meraviglioso spettacolo de " Le Scians " nel teatro Petrella, uno dei miglioro teatri italiani, peccato che Valentina e mia figlia non mi hanno fatto cantare!
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Inizia oggi la residenza creativa di Collettivo Giulio Jari | Giulio Petrucci & Jari Boldrini per Pas de deux al Teatro Errico Petrella di Longiano (FC), a cura di L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino.
Pas de deux di e con: Giulio Petrucci, Jari Boldrini musica: Simone Grande luci: Mattia Bagnoli produzione: Anghiari Dance Hub, Nexus Factory con il contributo di: ResiDance XL - luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche azione della Rete Anticorpi XL - Network Giovane Danza D'autore coordinata da L'arboreto - Teatro Dimora di Mondaino
#residenze 2021#residancexl2021#C.G.J. – Collettivo Giulio Jari#pas de deux#danzacontemporanea#Network Anticorpi XL#Vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi#teatro dimora l'arboreto#teatro petrella
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“Scavare nel torbido senza diventare persone torbide”: sull’ultimo spettacolo di Ascanio Celestini, “Barzellette”
“C’è qualcosa di nuovo oggi” nell’ultimo, meraviglioso monologo di Ascanio Celestini, presentato in anteprima nazionale al “Petrella” di Longiano, “anzi d’antico”. Nuovo, “Barzellette”, lo è nella scelta di affrontare la letteratura più “popolare” d’Italia, quelle facezie terrigne, spesso volgari, quasi sempre con un retrogusto sessuale ma che mai cadono nella volgarità: in questo l’attore capitolino si è dimostrato, una volta di più, il Maestro assoluto della parola. Quel “d’antico” pascoliano invece ha radici più profonde che si nutrono sia del suo bagaglio storico – quel filotto di “teatro di narrazione” che nel primo lustro del 2000 ha lustrato gli occhi del pubblico, spettacoli straordinari come “Vita, Morte e Miracoli”, “La fine del Mondo”, “Scemo di guerra”, “Radio clandestina”, “Fabbrica” – che, e questa è la vera novità, quello del più grande drammaturgo del Novecento, Luigi Pirandello.
Se dai primi assoli ha recuperato l’unità narrativa (che, va detto, negli ultimi lavori si era un po’ persa), dal Nobel di Girgenti ha attinto il luogo: la stazione, la stessa in cui è ambientato “L’uomo dal fiore in bocca”.
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Nonostante il titolo parzialmente ingannevole – certo, Ascanio racconta le barzellette ma tra le pieghe della pièce si avverte in maniera indelebile quella sottile malinconia che scandisce la vita degli ultimi – e le sue citazioni (“Calvino diceva che le fiabe sono vere. Ma sono scritte, sono letteratura. Anche le barzellette sono vere, parlano di noi, ma sono storte, si tramandano a voce. Anche per questo valeva la pena di scriverle”), lo spettacolo ha sfumature nitidamente spleen, a tratti profondamente malinconiche. Le battute comiche (che, per sagacia e parolacce, avrebbero fatto divertire anche Plauto), de facto, sono solo la punteggiatura, il momento di leggerezza che sfocia nella risata. Il testo, seguendo la poetica storica dell’autore, affonda nell’amaro: la strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980, il ritorno ad Auschwitz, dieci anni dopo, e la meraviglia del protagonista nel vedere che nel frattempo erano cresciuti i fiori.
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Il fil rouge che si snoda lungo gli 80 minuti di mise en scene è uno spago che si infila nella cruna di un ago e che cuce, cuce, cuce un arazzo colorato, bello, come sono solamente le storie delle persone. Siamo in una stazione, per l’appunto. Una stazione periferica che ha solo due appuntamenti quotidiani, due transiti, una la mattina alle 9.13 e uno verso sera. Due uomini – come nel monologo di Pirandello (ma forse più veri e contemporanei) – aspettano un misterioso convoglio partito da lontano e un “brogliaccio” pieno di barzellette da leggere per ingannare l’attesa. “Sono storielle popolate da naufraghi e cannibali, carabinieri e politici, scienziati e filosofi, preti, suore, ebrei e musulmani, mariti e mogli impegnati nell’eterna lotta tra i due sessi, e ancora animali, suocere, amanti. Storie che non appartengono a nessuno, ma sono a disposizione di tutti. Ci dicono cosa siamo diventati, ci consentono di scavare nel torbido senza diventare persone torbide”, si legge nella presentazione. Parole che trovano piena conferma nella messa in scena: detto sia dell’unità narrativa ritrovata e che della conferma del suo talento cristallino (la sua arta affabulatoria è inarrivabile, così come quella sua capacità di tornare sulla parola appena dette, in un vortice che cinge e abbraccia), la forza dello spettacolo – impreziosito dalle musiche dal vivo di Gianluca Casadei – è tutta nella sapienza di modulare, a ritmo preciso, i tasti dell’anima.
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“Barzellette” è un arcobaleno potente e luminoso che tocca i vertici della risata ma che sa anche scendere verticalmente nelle pagine più drammatiche della vita.
Bentornato, Ascanio. Non importa da quale treno tu sia sceso: in fondo, quello che conta, è solo arrivare a destinazione.
Alessandro Carli
L'articolo “Scavare nel torbido senza diventare persone torbide”: sull’ultimo spettacolo di Ascanio Celestini, “Barzellette” proviene da Pangea.
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angelo petrella per francesco forte
angelo petrella per francesco forte
sul “Corriere del Mezzogiorno”, 25 gen. 2022 cliccare per ingrandire _
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#Angelo Petrella#Francesco Forte#il Corriere del Mezzogiorno#in memoriam#letteratura#Megamicri#Oèdipus#poesia#ricordo#teatro
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Alcune immagini dalla residenza creativa di Laura Gazzani per Walter presso il Teatro Petrella di Longiano. Dopo la prova aperta Laura e i performer, Nicolò Giorgini e Francesca Rinaldi, ci hanno raccontato come stavano trascorrendo quei giorni al Teatro Petrella e quale fosse per loro il significato e il senso dello stare in residenza a Longiano. Ci hanno così portato dentro le domande di ricerca che hanno attraversato quelle giornate d lavoro: che cos’è la presenza di un corpo in scena? quali sono gli strumenti per noi performer per mantenere quella presenza?
“Abbiamo lavorato alla parte ancora provvisoria di Walter, in particolare il momento del duetto, ripercorrendo le lezioni di valzer che abbiamo fatto durante la residenza a Torino; in quell’occasione abbiamo imparato che nel valzer le teste non si incrociano mai, e che i corpi non si toccano mai, solo i bacini: quindi abbiamo provato a capire cosa vuol dire per noi che al massimo si sfiorano solo i bacini? Che cosa significa che i bacini sono il motore del movimento? E ancora, qual è un valzer per noi?”
A queste domande si è aggiunta un’ulteriore riflessione su quello che è il tema centrale del lavoro, cioè la relazione tra pubblico e performer: qual è il limite sottile tra il coinvolgimento e la danza “pura”?
“Durate una prova aperta che abbiamo avuto qualche giorno fa a Pesaro abbiamo sviluppato un sistema nuovo per cui dopo gli inchini finali, riprendiamo il circuito iniziale, dove i performer camminano in circolo, e invitiamo il pubblico ad entrare: a Pesaro il pubblico si è alzato spontaneamente, dopo i primi che son stati chiamati da noi, ed è nata come una festa: era come stare in una balera, si percepiva il piacere dello stare insieme e di divertirsi. Abbiamo così provato a decodificare il valzer utilizzando strumenti tangibili, come il circuito, la coppia e la piazza per portare tutto in Walter, per creare così un sistema coinvolgente per tutti.”
Dal racconto di Laura è emerso così come la residenza creativa non sia solo il tempo della solitudine e della creazione ma anche il tempo dell’incontro e della condivisione:
“Questa residenza è stata fondamentale per noi sia a livello corporeo che di ricerca di contatto. Come empatizziamo con le persone? Siamo usciti dal teatro e siamo andati in piazza, al bar, in ferramenta e al karaoke per stare in contatto con le persone di Longiano. Per noi è stata una residenza tra il dentro e il fuori. In ogni residenza che abbiamo attraversato abbiamo creato una mini-famiglia e ci siamo dati delle regole precise e abbiamo lavorato su Walter.”
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TUUUMULTUM!
Mentre lo scorso agosto visitavo la mostra “Tuuumultum! Campionature tra arte, musica e rumore dalle collezioni del MART, allestita Casa d’arte futurista Depero a Rovereto, avevo avuto una premonizione, beh forse premonizione è un po’ troppo biblico, diciamo un pensiero funesto. Avrei avuto molto tempo per scrivere questo post in un lockdown prossimo futuro. Purtroppo così è stato e allora eccomi qui a raccontarvi di questa bella ed originale mostra, un itinerario sinestesico e dialogico, tra arti visive e produzione “rumoristica” del Novecento che si snoda a partire dalle origini della musica futurista, legata ai nomi di Luigi Russolo e di Francesco Balilla Petrella, e arriva fino agli Einstürzende Neubauten e ai Throbbing Gristle, passando per “ronzatori” e “crepitatori” futuristi. Un apparato di spartiti, fotografie, manifesti ,oggetti e scritti sull’altra musica. Tante le presenze significative anche tra la musica extra-colta, come Bernard Heidsieck, John Cage, Pierre Boulez, Karlheinz Stockhausen, ma anche la poesia sonora e naturalmente il jazz, anche quello italiano, ben rappresentato dalle locandine dei concerti nei locali milanesi storici, quali l’Arethusa, il Santa Tecla, il Mocambo. Un apparato iconografico quasi esaustivo: ancora locandine del Teatro Dal Verme, che nel 1914 proponeva il “Gran Concerto Futurista d’Intonarumori”,o il libriccino di Luigi Russolo intitolato “L’arte dei rumori” e poi ancora locandine di mostre d’arte famose come “Chopin, partiture per 15 pianoforti” del maggio 1979 alla Rotonda della Besana di Milano o la partitura-monstre di Sylvano Bussotti di “La passion selon Sade” e via via fino alla musica più popolare con i manifesti del Festival del Proletariato Giovanile al Parco Lambro di Milano, dove la musica sperimentale ebbe una parte importante a partire dal magnifico concerto degli “Area” di Demetrio Stratos. Immancabili alcune icone delle musiche delle avanguardie (volutamente al plurale), come i Velvet Underground, con il loro “flexi-disc” allegato al volumone “Andy Warhol’s Index Box”, o come l’affiche di Janis Joplin, allegato a “Oz Magazine”. E poi le copertine di “Re Nudo”, di “Frigidaire” e tante altre pubblicazioni-culto che in quegli anni ho avuto la fortuna di acquistare e leggere. La mostra è stata curata da Nicoletta Boschiero e da Duccio Dogheria ed è accompagnata da un raffinato ed esaustivo catalogo che ho divorato con voracità, senza aspettare il prossimo lockdown...
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Verdi - Un Ballo in Maschera - Re dell'abisso - Irene Minghini-Cattaneo (1930)
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala di Milano Carlo Sabajno, conductor HMV, 1930
Irene Minghini Boschi was born at Lugo, Italy on 12 April, 1892 and was encouraged at the age of fourteen to pursue a musical career. Her studies continued for a number of years but were curtailed by the outbreak of World War I. In 1918 Irene made her debut at Savona in “Il Trovatore” and later in the season she appeared at Brescia in “Isabeau” and at Rome’s Teatro Adriano as the Countess in “Andrea Chenier”. She was dissatisfied with her own abilities and decided to move to Milan, where she was accepted as a student by Ettore Cattaneo, who was not only an eminent musicologist and conductor, but was the senior director of the house of Ricordi.
After a very brief period of study, Cattaneo announced that his protégé was ready, and in March of 1919 Irene debuted at Milan’s Teatro Carcano as Madelon in “Chenier” and a short time later, as Amneris. The Verdi opera was the subject of superb notices and before the year was out, she had also sung the Egyptian princess at Carrara and had appeared at Mestre.
Irene had, from the beginning, dropped her family name and appeared only as Irene Minghini, for reasons never explained. On 22 March, 1920 she married Maestro Cattaneo and immediately assumed his name for professional as well as personal reasons. After a very brief honeymoon, she appeared at Empoli on 6 April as La Cieca and in the summer she appeared at Siena in “Rigoletto” and later in “Aida” with Eva Pacetti. She returned to the Carcano in December for “Il Trovatore” with Ester Mazzoleni, Giovannoni and Francesco Maria Bonini and at year’s end in “Aida” with Oliva Petrella.
January of 1921 afforded her a very important debut, Preziosilla at the Teatro Petruzzelli of Bari and in the spring she appeared in “Il Trovatore” at Ravenna, Cesena and Forli. Milan’s Arena offered a contract for la Cieca and at Macerata she appeared as Amneris. The very prestigious Dal Verme of Milan presented Irene in “Il Trovatore” in October and on 29 December she debuted as la Cieca at Parma’s Teatro Regio with Tina Poli Randaccio, the young mezzo, Giannina Arangi Lombardi, Ismael Voltolini, Giuseppe Noto and Bruno Carmassi. There were ten performances and they served as Irene’s entry into the mainstream of Italian operatic life.
1922 was a very important year in her career, beginning at Spezia in “La Favorita” and continuing at Piacenza as Quickly in “Falstaff” with Mariano Stabile as well as la Cieca with Fidela Campigna, Arangi Lombardi, Francesco Merli and Vincenzo Guiccardi. At Florence, she appeared in “Falstaff”, at Palermo in “Aida” and at the Dal Verme, she again sang in “Il Trovatore” as well as with Alessandro Bonci in “Un Ballo in Maschera”. At Rome’s Teatro Augusteo in December she sang in the Manzoni Requiem with Mazzoleni, Bonci and Nazzareno De Angelis, and her name became headline news at the Italian capital, though she would never be engaged at that city’s premiere opera house. In 1923 Irene returned to Florence for “Falstaff” and sang at Cremona for the first time in “La Gioconda” and “Falstaff”. At Ancona in March she sang in “Falstaff” and in April she sang at the Naples Teatro San Carlo in the Manzoni Requiem. They would turn out to be her only appearances at that august theater. In May Irene returned to Ravenna for “Falstaff” after which she took an eight month sabbatical, reportedly for a pregnancy, though my research has uncovered no definitive information.
On 1 February 1924 Irene returned to the stage with appearances as Amneris at Cremona and a month later she debuted at Genoa’s Carlo Felice as Quickly in a cast that included Linda Cannetti, and Luigi Montesanto. At Vicenza she sang in the Manzoni Requiem with Lucia Crestani, Giuseppi Taccani and De Angelis, conducted by Sergio Failoni, and the engagement as so successful that all the soloists were immediately engaged for performances at Verona during the summer. Two performances were given at the Arena and two were moved to the Teatro Filarmonico when violent thunderstorms threatened Berrettoni conducted and Isora Rinolfi shared soprano honors with Crestani. The year also included performances of “Il Trovatore” at the Dal Verme, at Nice and at Genoa, “Aida” at Trieste’s Teatro Rossetti and the Manzoni Requiem at the Augusteo with Bianca Scacciati, Franco Lo Giudice and Bettoni.
Minghini Cattaneo returned to Genoa for additional performances of “Falstaff” in January 1925 and to the Augusteo for Beethoven’s Symphony #9 at the Augusteo in April. In May, at Pavia, she sang Dalila for the first time and in July she appeared in “La Gioconda” at the Verona Arena. Arangi Lombardi had graduated to the title role and Irene to the role of Laura for the first time. Bergamo heard her as Leonora de Guzman, Reggio Emilia was the scene of her first Adalgisas, partnered by Arangi Lombardi, and at Parma, she sang in “Tristan und Isolde” with Gina de Zorzi, Lavarello and Carlo Tagliabue and in “Norma” with Vera Amerighi Rutili, Renato Zanelli and Umberto De Lelio.
1926 began with performances of “Un Ballo in Maschera” at Parma and continued with “Norma” with Amerighi Rutili at Cremona, “Falstaff” at Modena, “Il Trovatore” at Como, and in March an extended stay at Catania’s Teatro Massimo Bellini. She debuted in “Norma” on 6 March with Amerighi Rutili, Cingolani and Manfrini, and on the 20th, she sang in “Aida” with Arangi Lombardi, Nicola Fusati, Armando Borgioli and Manfrini. At Ravenna, she sang Brangaene to the Isolde of Maria Llacer and Amneris to the Aida of Maria Carena and later in the season, Irene appeared in seven performances of “Il Trovatore” at Verona’s Arena. In the autumn, the Teatro Comunale of Modena offered a gala, extra season revival of “Norma” with Amerighi Rutili and at Bologna, Minghini appeared at Bologna in “Lohengrin” with Giuseppina Cobelli, Beniamino Gigli and Borgioli, in “Il Trovatore” with Arangi Lombardi, Aureliano Pertile and Borgioli and in “Aida” with Stani Zawaska, Merli and Angelo Pilotto. The year ended with eleven performances of “Il Trovatore” at Brescia’s Teatro Grande.
Her first engagement in 1927 was a stellar revival of “Aida” at Turin’s Teatro Regio. Eva Turner and Maria Carena shared the soprano role and Pertile sang Radames under the baton of Gino Marinuzzi. At Nice, Irene appeared in “Il Trovatore” with Llacer, Pedro Mirassou and Apollo Granforte and in “Aida” with Llacer, and Mirassou. In May, she sang in “Il Trovatore” with Arangi Lombardi, Merli and Gaetano Viviani at Florence. and while there, sang in two concert performances of the Beethoven Ninth Symphony. She was now the reigning mezzo at Verona and her season included eleven performances of “Aida” with Arangi Lombardi, Antonio Cortis and Viviani and two performances of the Beethoven Ninth.
The musicologist and commentator, Dr. Garcia Montes, reported of “Aida” in Record Collector: “What a wonderful voice and temperament that woman (Cattaneo) had. I will always remember her duet with Arangi Lombardi in the second act and her scene with Antonio Cortis in the last act. There existed some sort of rivalry or competition between the admirers of Arangi Lombardi and Minghini Cattaneo (both singers were good friends, though) and the storms of applause after each passage sung by the said singers lasted for minutes.”
At Cesena she appeared in the Manzoni Requiem and at Bologna she appeared in six performances of “La Gioconda”, again singing Laura. Those who attended the revival read in the program that Irene Minghini Cattaneo had been engaged to join the Melba-Williamson company on a six month tour to Australia in the spring of 1928, and that she would be joined by Giannina Arangi Lombardi, Toti dal Monte, Francesco Merli, Apollo Granforte and other Italian artists of the first rank in the most ambitious operatic undertaking in that continent’s history. The best laid plans!
Somewhere between Bologna and Australia, the Cattaneos made a very sharp turn. On 3 March 1928 Irene Minghini Cattaneo debuted at La Scala in “Il Trovatore” with Arangi Lombardi, Merli, Galeffi and Baccaloni under Ettore Panizza’s baton. On 16 May, as Arangi and Merli were singing at Melbourne before sold out houses, Cattaneo was engaged in the World Premiere of Pizzetti’s “Fra Gherardo” at La Scala with Florica Cristoforeanu, Trantoul and Baccaloni under Arturo Toscanini’s direction. Irene, at her husband’s urging, had accepted a contract to debut at London’s Covent Garden, and the Australian contract was dismissed. There were very serious and negative implications to this decision, and as we shall later see, though she remained attached to the Milan theater at intervals, her career at Italy’s important venues was pretty much at an end. On 15 June, Irene appeared at Covent Garden for the first time, singing in “Aida” with Dusolina Giannini, Pertile, Borgioli and Manfrini under the leadership of Vincenzo Bellezza. Her reviews were more than respectful. “Amneris was played with much dignity…by Madame Cattaneo” – Daily Telegraph. On the 28th, she sang Marina in a revival of “Boris Guduonov” with Feodor Chaliapin and her reviews were less kind, complaining of a much too broad Italianate approach. “It required Chaliapin to restore balance” – Daily Telegraph. In August Cattaneo appeared at Rimini in “Il Trovatore” with Carena and Giacomo Lauri Volpi and on Christmas Night, she returned to Parma for “La Gioconda” with Arangi Lombardi, Luigi Marini, Borgioli and Contini.
La Scala welcomed Irene for three important revivals in 1929: “Lohengrin” with Rosetta Pampanini, Pertile and Galeffi, “Un Ballo in Maschera” with Scacciati, Carosio, Pertile and Galeffi and “Aida” with Arangi Lombardi, Pertile and Galeffi. Elizabeth Rethberg appeared as “Aida” in several performances. When Toscanini brought the Scala company to Vienna and Berlin later in the spring, Cattaneo was not invited to perform, to the surprise of many. She was a difficult colleague, and the resentments over her failure to honor contracts were reaping their unhappy rewards. She did have a contract for Covent Garden, where she appeared in “Norma” and “La Gioconda” with Rosa Ponselle and as Marina with Chaliapin. Her reviews in the two Italian operas were quite exceptional. The Times: “In Madame Cattaneo was found a mezzo soprano whose rich tones could both contrast and combine with those of Ponselle.” They, however, did not get along at all and there were skirmishes behind the curtain as well as unpleasant exchanges at the footlights.
In late June, Irene returned to Italy, to a very long “vacation”. It was not until December that she appeared on stage. On 26 December Novarra’s Teatro Coccia presented her in “Samson et Dalila”. The career was a shambles. The winter of 1930 provided her with only one engagement in Italy, “Il Trovatore” at Padua. On 2 May, Ettore died at Milan and Irene observed a fifteen day mourning period before returning to Covent Garden for “Norma” with Ponselle and “Aida” with Turner. This time, bridled anger became open hostility. Ponselle received a number of reviews that commented on intonation problems in softer passages while the vocalism of Minghini Cattaneo was lavishly praised. There were very ugly scenes between the two divas, and though the revival was completely sold out, there were only two performances. With this engagement, Cattaneo’s career in London came to an end. In September, she traveled to Zurich for the Manzoni Requiem with Arangi Lombardi, Roberto d’Alessio and Antonio Righetti and in December she appeared at Pavia as La Gioconda for the only time in her career. It was not a success. On New Year’s Eve, Irene sang Azucena at Bologna’s Teatro Duse. It was in 1930 that she recorded “Il Trovatore”, a defining performance which clearly shows that her problems upon the stages of the world had nothing to do with diminished vocal resources. As a compensation, it was known that Maestro Cattaneo, through his connections to Ricordi, had left Irene a great deal of money, an estate that allowed her to maintain an opulent villa at Rimini, where she would spend most of her time.
In April 1931, Irene appeared at the Duse in “Norma” and in May, she joined Amerighi Rutili in a spectacularly received revival of the Bellini opera at Forli. There were three performances and not a ticket was to be found. Cattaneo, in particular, was singled out for superlatives; Il Corriere Padano commented on “her commanding stage image, her gorgeous voice and her perfect intonation.” In June, she continued her succession of engagements as Italy’s minor theaters with “Il Trovatore” at Siena, and in August she returned in glory to Verona’s Arena for Elena in “Mefistofele” with Scacciati, Angelo Mighetti and De Angelis. Again, she decided after five performances that the role really had too high a tessitura, and she never again attempted it. In the autumn, Irene, appeared at Pistoia and at Athens in “Lohengrin”, and on 26 December she closed out the year at Catania in “Norma” with Campigna, Jesus de Gaviria and Antonio Righetti.
The winter of 1932 was spent at Cairo and Alexandria in “Aida”, “La Gioconda” and “Samson et Dalila” and in March she sang in “Norma” at Livorno with her nearly constant partner, Amerighi Rutili. It was not until December that she returned to the stage when she sang Ulrica at La Scala, partnered by Carena, Carosio, Pertile and Galeffi. There were five performances.
1933 was somewhat better for the nearly neglected mezzo. Parma hosted her in “Aida” and “La Gioconda”, Genoa’s Carlo Felice welcomed her back in “La Gioconda” with Gina Cigna, Alessandro Ziliani, Cesare Formichi and Corrado Zambelli, Pistoia offered Cattaneo and Cigna in “Norma”, and at Cagliari, in December, Irene sang in “Aida” with Amerighi Rutili, Luigi Marletta and Granforte. In January 1934 the ensemble brought the Verdi work to Sassari.
Piacenza engaged Cattaneo for “Aida” and “Il Trovatore, both with Arangi Lombardi, in February and in March there was a revival of “Il Trovatore” at Turin’s Regio with Carena, Lauri Volpi and Carlo Morelli. A long summer tour throughout Italy’s provinces took Irene’s time from the middle of June until September. The opera was “Norma”, the title role was shared by Amerighi Rutili and Maria Pedrini, and the towns visited were, Civitavecchia, Grosseto, Livorno, Siena, Montemarchi, Foligno, Frosinone, L’Aquila, Pescara, Foggia, Lecce, Avellino and four hugely applauded performances at Rome.
In September she returned to Bari for “Aida” with Pacetti and Giovanni Martinelli, who was making one of his very rare appearances in Italy, and in December she closed the year at Bologna’s Corso in “Lohengrin”. Where was the Rome Costanzi, where was the Naples San Carlo, why had Scala shunned her in the great mezzo roles for six years? Where were the Barcelona Liceo, the Lisbon Sao Carlo, the major German and Austrian theaters, where was Paris?
In fact, Paris was her next stop, but it did not happen until July of 1935. Tullio Serafin conducted a celebrated revival of “Falstaff” with Cattaneo, Ines Alfani Tellini, Pia Tassinari, Nino Ederle, Stabile and Ernesto Badini. In October she traveled to Venice, where, at the Palazzo Ducale she participated in the Manzoni Requiem with Margherita Grandi, Alessandro Granda and the bass, Ferrari. In November she finally sang at her birthplace, Lugo, in “Il Trovatore” with Pedrini, Breviario and Viviani. 1936 found Irene at only two theaters, Padua’s Verdi for “Aida” and Modena’s Comunale for “Lohengrin” with Licia Albanese, Pablo Civil, Viviani and Mongelli.
In 1937 she sang in “L’Arlesiana” and “Un Ballo in Maschera” at Como, in “Il Trovatore” at Modena and in the Manzoni Requiem at Trieste’s Teatro Verdi. 1938 included her only attempt at the Walkuere Brunnhilde, which was presented at Ravenna, “Aida” at Milan, Ostiglia, Genoa’s Piazza Vittoria, Catania and Ventimiglia, all outdoors. She also sang in “Norma” at Pesaro with Cigna, Ettore Parmeggiani and Flamini.
1939 was a rather interesting year for Irene. She sang in “L’Arlesiana” at Trieste with Tito Schipa, in “Re Hassan” at Venice’s Fenice with Cloe Elmo and Tancredi Pasero and in “Adriana Lecouvreur” for the first and only times in her career when she joined Pacetti, Galliano Masini and Gino Vanelli at Livorno’s Teatro Goldoni. “Il Trovatore” at Bologna and “Un Ballo in Maschera” at Milan’s Castello Sforzesco completed her season.
!940 saw her at only two cities; Pavia, where she sang in Vittadini’s “Anima Allegra” and “La Gioconda” when she returned to the role of La Cieca, and later in the year, Bolzano for additional performances as Cieca. Her farewell was assumed for many years to have been as La Cieca at La Scala in February of 1941, but she is known to have sung at San Sebastian, Spain in September of 1942. “Il Trovatore” was presented with Cigna, Irene and Lauri Volpi.
It was Lauri Volpi, in his “Voci Parallele” who wondered why Irene Minghini Cattaneo had achieved so little with such a prodigious talent. He praised her physical form, her acting abilities, and, most of all, her remarkable vocal talents. To leave this discussion with only a comment that she was the victim of an unpleasant disposition and bad decisions in the early years is not reasonable. Certainly, others were far more difficult, and they are among the giants of the twentieth century. No singer made unfailingly wise choices in unfolding their careers. I do not have an answer, except perhaps, that she knew best what she wanted from her career and her life, and that the picture is the one that she chose to paint.
It should be noted that, despite the fact that every previous biographical sketch has declared that she sang in South America, and that she did so with great success, neither statement is true.
Irene Minghini Cattaneo was found dead at her villa on 24 March 1944, the victim of a bombing attack by Allied forces just before the final surrender of the Italians.
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“Due vite”: il brano presentato da Marco Mengoni a Sanremo 2023
“Due vite”: il brano presentato da Marco Mengoni a Sanremo 2023. A 10 anni da “L’essenziale”, il brano che ha segnato un punto importante della sua carriera, Marco Mengoni torna al Festival di Sanremo 2023, con “Due vite”. La canzone è stata scritta dallo stesso Mengoni con Davide Petrella e Davide Simonetta, ha una struttura non classica, sia dal punto di vista strumentale, sia di sviluppo e arrangiamento vocale, la produzione del brano è di E.D.D. e Simonetta. “Due vite” parla di rapporti, mettendo al centro la relazione più intima, quella con se stessi, che si costruisce grazie alle diverse esperienze che attraversiamo nel corso della nostra esistenza. Un invito ad affrontare la vita con onestà. Un racconto con due livelli di lettura: uno onirico, ricco di immagini e figure legate all’inconscio che si mischia a scene realistiche e autobiografiche. Un brano che rappresenta un viaggio fatto di incontri che guardano sia dentro di noi che fuori, agli altri, e che racconta di come sia solo il nostro inconscio a custodire la reale verità del sentimento che stiamo vivendo. “Due vite” è il primo tassello dell’ultimo capitolo della trilogia MATERIA, iniziato con Materia (Terra), progetto certificato terzo disco di platino, e continuato con Materia (Pelle), la cui uscita è prevista entro la fine del 2023. Nella quarta serata, dedicata alle cover, Marco Mengoni si esibirà sul palco del teatro Ariston con il coro internazionale The Kingdom Choir, che da oltre 20 anni rappresenta un’eccellenza musicale con tournée in tutto il mondo e partecipazioni a grandi eventi.Il coro gospel abbraccerà Marco nell’interpretazione di uno dei brani più noti e iconici dei Beatles: Let it be. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Diventerò una Stella premio Lorena Mangano
Tutto pronto a Gioiosa Marea per la XII Edizione del Festival Canoro Nazionale Diventerò una Stella” premio Lorena Mangano
Dopo la semifinale nazionale svoltasi a Capo d’Orlando il 04 Giugno 2023 che ha visto presenti un massiccio numero di semifinalisti provenienti da tutta la Penisola e la Sicilia portando all’ammissione alla finale del 22 Luglio 2023 presso il Teatro “F. Borà” di Gioiosa Marea ben 50 artisti divisi in quattro categorie: Kids – Young – Cover e Inediti.
Si esibiranno alla finale del 22 Luglio 2023 sul palco della XII Edizione : Gumina Greta -Gusmano Matilda - Mattia Dario - Maugeri Francesco - Musico’ Rebecca -Petrella Greta -Pizzardi Antonino -Ruggeri Denise - Santoro Sofia - Torrisi Carola - Scinardo Giorgia e Adele Dominicis - Bonsangue Giorgia - Cacciola Maria Luisa - Ferrante Mauro- La Manna Morgana - La Spina Alice - Massafra Gianmarco - Patti Davide -Puma Clara - Rizzo Bernardette - Salerno Angelo - Scarfi’ Giovanni e Gabriele - Segreto Iolanda -Tumello Federica - Anastasi Miriam - Assenza Desiree - Battaglia Giorgia - Sunrise-Candela Giusy -Cavallaro Luisa - Disio - Dorsa Antonio Francesco - Monastra Martina - Nicotra Silvia Martina - Alba Grey -Puma Gabriele - Rasa Francesca - Rosaniti Lucia - Sciortino Claudia -Tortorici Clara - Bacco Marie Nicole - Ceraolo Giorgia - Degnitti Francesca -La Ganga Senzio Antonio - Mannelli Aurora - Miele Viviana - Naldi Sara - Spadaro Rosangela -Tolini Andrea -Ventura Alessia.
Obiettivo del “Diventerò una Stella” è dare formazione ai ragazzi sin dalla semifinale, infatti si sono tenuti anche degli stage formativi, nei locali del LOC-Laboratorio Orlando Contemporaneo, tre incontri formativi, “L’importanza della presenza scenica dell’Artista” a cura del Maestro Francesco Mazzullo, “Pensare da Artista” con Salvo Battaglia e un corso organizzato con la collaborazione e partecipazione di Massimiliano Fiasconaro, Ispettore capo della Polizia Stradale di Sant’Agata di Militello, da sempre impegnato su questo fronte sull’educazione stradale utile a sensibilizzare i ragazzi ad un corretto comportamento in strada nel rispetto delle norme del codice della strada. Formazione che continua per tutti i ragazzi iscritti anche durante la giornata del 22 Luglio con i Maestri Nazionali.
“Diventerò Una Stella”, negli anni, è divenuto un punto di riferimento per tutti quei ragazzi che coltivano il sogno di salire su di un palco e la XII edizione ha registrato una folta partecipazione e interesse verso questa manifestazione alla quale accorrono giovani da ogni parte della Penisola e della Sicilia. Anche quest’anno un grande lavoro si sta svolgendo per la realizzazione della scenografia, diversa ogni anno, che con la sua dimensione immersiva, renderà il festival una bellissima esperienza oltre che musicale anche visiva e sensoriale. Sul palco della serata finale del 22 luglio a Gioiosa Marea, al vincitore assoluto, andrà una borsa di studio del valore di 1000 euro, e a decretarlo ci sarà una Giuria di altissimo valore dove il Presidente sarà il Maestro Beppe Vessicchio, mentre gli altri componenti saranno Ivan e Fabio Lazzara, Andrea Rizzoli, Luca Madonia, Marco Vito e Fabrizio Palma. Presente anche un altra Giuria, quella della Stampa che assegnerà il “premio Critica Sergio Granata” composta da Giornalisti e Critici Musicali come Salvatore Battaglia, Francesco Fiore, Roberta Fonti, Elisa Cortorillo, Manuela Varrica, Valerio Barghini, Massimo Scaffidi, Maria Elena Caliò, Antonino Muscaglione.
Ancora una volta ribadiamo la necessità e l’utilità di queste manifestazioni che con grandi sacrifici e dispendio di forze ed energie, aiutano chi vuole intraprendere la strada del canto e della musica in generale, dando risalto e formazione.
Il Festival canoro, assume anche una funzione sociale. “Diventerò una stella”, non solo musica . Un festival che dal 2016 (anno in cui si è svolto a Sant’Agata di Militello) è intitolato a Lorena Mangano, la 23enne di Capo d’Orlando che in una tragica sera di fine giugno di quell’anno perse la vita a Messina a seguito di un incidente stradale causato da due uomini che, sotto l’effetto di alcol, avevano inscenato in pieno centro cittadino una gara automobilistica. Lorena morì, ma i suoi organi, per volere della famiglia, furono donati, “consentendo ad altri di continuare a vivere ma anche a noi di vedere in queste persone Lorena”, come confermano le parole di Marilena, sorella di Lorena. Il “Diventerò una Stella” è musica unita al sociale un aspetto che nelle ultime edizioni ha trovato espressione anche nell’assegnazione di uno specifico premio, che quest’anno verrà conferito al Dott. Francesco Saporito commercialista di Patti (Me) dove risiede, quando nel 2013, poco più che quarantenne, ha scoperto di essere malato di SLA.
Sarà presente la giuria radiofonica di Radio Amore, una collaborazione consolidata con il Festival. Tra gli ospiti il cantautore siciliano Luca Madonia e il cabarettista Dario Veca. La presentazione sarà curat
a dal Direttore Artistico Maria Vitale e dal Giornalista e Attore Regista Francesco Mazzullo.
L’ evento avrà inizio alle ore 17,00 per i finalisti categoria Kids e Young e alle ore 21,00 per i finalisti categoria cover e inediti presso il Teatro “F. Borà” di Gioiosa Marea con ingresso libero.
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Le Scians voce di Valentina Mattarozzi e mia figlia Francesca al piano. Sabato 21 Gennaio 2023 ore 21:00 al Teatro Petrella di Longiano (FO). Naturalmente ci sarò
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