#residancexl2021
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Proseguirà fino al 14 novembre la residenza creativa di Nicolas Grimaldi Capitello per CHAT Keep in touch presso la Sala Nardini, Rosignano Marittimo (LI), a cura di Armunia.
#residenza creativa#residancexl2021#nicolas grimaldi capitello#chat keep in touch#danzacontemporanea#armunia#Network Anticorpi XL#teatro dimora l'arboreto
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Termina domani la residenza di Adriana Borriello per Studi sul corpo musicale - Corpo adolescenza musica/movimento trasmissioni. Iniziata il 3 novembre presso la Lavanderia a Vapore di Collegno (TO) la residenza creativa a cura di Fondazione Piemonte dal Vivo – Circuito Regionale Multidisciplinare.
#residenza creativa#residancexl2021#Adriana Borriello#studi sul corpo musicale#Network Anticorpi XL#danzacontemporanea#teatro dimora l'arboreto#fondazione piemonte dal vivo
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Alcune immagini da Altri studi sul corpo antropologico - Matrici rito corpo contemporaneo/arcaico, residenza creativa di Adriana Borriello che si è tenuta dal 25 giugno al 4 luglio a Ruvo di Puglia (BA).
Le mie prime ricerche coreografiche ispirate al rito, alle tradizioni popolari e all’etnocoreologia risalgono ai secondi anni ’90. Tammorra, del 1997, è il primo dei miei spettacoli antropologici, Chi è devoto, del 2006, è l’ultimo. Sono molto legata a quegli spettacoli e ai processi che li hanno generati. Stranamente la loro natura arcaica mi richiama continuamente e mi risuona sempre così attuale, così contemporanea. Essi contengono qualcosa di primordiale e generativo. Ho sentito più volte il bisogno di tornare lì a rimestare in quei materiali coreografici, rimetterci le mani per nuove plasmazioni, come quando si torna a casa dopo tempo e si guarda nelle proprie cose e si sposta si getta si ammoderna si riconsidera si riparte [...]
Adriana Borriello
#photography#Adriana Borriello#altri studi sul corpo antropologico#danzacontemporanea#residancexl2021#Network Anticorpi XL
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Conversazione con Giulio Petrucci e Jari Boldrini
Mi raccontate come nasce il progetto Pas de deux?
Pas de deux è una ricerca che nasce da un mio percorso che condivido da anni con Jari. Nei nostri discorsi esce spesso il mio background formativo che viene dal balletto classico e siamo arrivati al “pas de deux” e alle sue caratteristiche che ci interessa indagare, cioè la relazione, il legame. Ciò costruisce l’imaginario che stiamo affrontando da quando abbiamo iniziato. La collaborazione tra noi è nata da tre anni ma il rapporto è nutrito da una conoscenza di oltre dieci anni, sia come amici che danzatori. Attraverso questa tematica tocchiamo quello che è il nostro gusto per la danza astratta, che non vuole narrare nulla, ma che crea un immaginario evocativo e trasformativo. Attraverso il tema oggetto del passo a due e la sua struttura, ossia entrée, variazioni e coda finale, affrontiamo un discorso di danza che apre all’osservatore la possibilità di crearsi una sua storia attraverso forme e atteggiamenti appartenenti ad altre epoche storiche. Vogliamo anche affrontare una tematica legata al virtuosismo: all’interno del “pas de deux” uno degli aspetti centrali è l’alto livello tecnico che vive dentro una partitura coreografica e in questo senso noi stiamo cercando di capire come ri-osservare il virtuosismo in un’epoca diversa. In questo momento, attraverso la nostra ricerca, nasce il desiderio di come si può ricreare questa sorta di magia, di meraviglia, non attraverso una tecnica eccelsa ma attraverso la possibilità di passare da una condizione completamente diversa, aprendo stati emotivi con il corpo. In questo senso esploriamo con la nostra relazione diversi codici che stiamo sviluppando, stati di sincronia e sintonia, per riuscire a concepire degli atti di unisono inaspettati, ricreando una partitura coreografica che non è mai la stessa e che vive della stessa freschezza, della stessa potenza di questo congegno scenico che ci interessa approfondire.
Che relazione c’è tra questo immaginario che mi avete appena descritto e la partitura musicale, cioè come la scrittura coreografica si evolve in relazione alla partitura musicale?
Simone Grande, che è il compositore delle tracce, è essenziale nel progetto. Prima che arrivasse in residenza con noi, abbiamo lavorato con delle atmosfere e con quelle cercavamo di costruire degli immaginari che potessero lasciare spazio al corpo e al discorso coreografico. Quando lui è arrivato ha ribaltato tutta una serie di meccanismi che ci sembravano essenziali ma che poi si sono evoluti in altro. Con Simone abbiamo lavorato in base a questi immaginari, facendo uscire dalla traccia quei climax che facessero emergere qualcosa a livello del corpo ma senza aggiungere o togliere niente al contesto che esploravamo: quindi musica e coreografia sono elementi che vanno di pari passi nel lavoro. Rispetto a Pas de deux le tracce sono essenziali e non potrebbero vivere senza la presenza di Simone, che è fondamentale e vive con noi all’interno dello spazio di residenza. Le atmosfere che abbiamo cercato di ricreare vanno in contrapposizione a quello che noi facciamo con il corpo: nella prima parte con le due macchinine è tutto un po’ più asettico, meccanico e abbiamo cercato con Simone di creare un’atmosfera sonora più romantica, che permettesse a questi due esserini di prendere vita in qualche modo, mentre nella seconda parte c’è il corpo, ci siamo io e Giulio, c’è la danza e, per cercare di andare in contrapposizione, con la musica si crea un’atmosfera più macchinosa, di contrasto.
A che punto siete del vostro percorso di ricerca e come si è sviluppato il lavoro durante la seconda residenza ResiDance XL a Longiano?
La residenza di Longiano è stata un’occasione strabiliante per far fiorire quello che avevamo portato avanti fino ad ora – avevamo già fatto altre due residenze: ad Anghiari col sostegno di ADH Anghiari Dance Hub e a Teramo, la prima tappa di ResiDance XL, con il sostegno di ACS Abruzzo Circuito Spettacolo. Attraverso queste residenze avevamo iniziato a imbastire i materiali e quella che poteva essere la proposta coreografica. Poi a Longiano si sono aggiunti due elementi fondamentali, di cui uno Simone, che ha portato in campo il suo pensiero rispetto alla musica e all’atmosfera sonora all’interno del progetto, e abbiamo iniziato ad evolvere una sorta di canovaccio di quello che poteva essere lo spettacolo. Ad ora siamo arrivati a questo punto ma c’è ancora molto da scoprire e sviluppare perché la nostra ricerca mantiene sempre degli aspetti effimeri che noi cerchiamo di conservare perché li vogliamo riproporre; quindi, la ricerca sta in questo continuare ad approfondire quali sono quei meccanismi che facciano emergere le stesse possibilità che ci interessa esplorare. Ora siamo arrivati a una sorta di scheletro che vorremmo mantenere, che ci ha molto affascinato. Longiano è stata un’esperienza forte perché oltre a donarci la bellezza di un panorama incredibile che ha sicuramente nutrito le nostre giornate abbiamo anche incontrato persone meravigliose e questo è un aspetto che come collettivo ci interessa approfondire, ovverosia tutte le relazioni che stanno al di fuori del teatro, quelle figure che lavorano intorno al progetto e al di fuori: abbiamo conosciuto delle persone che ci hanno raccontato le storie di Longiano, e questo è sempre una fonte di nutrimento per noi. Grazie anche a queste relazioni il progetto si è ulteriormente evoluto e ha dato il suo primo frutto, è fiorito. Ora continueremo a svilupparlo.
Cosa significa per voi come danzatori e autori abitare uno spazio di residenza?
Crediamo che durante una residenza, oltre alla struttura principale, al lavoro in sala e sul corpo, c’è tutto un altro panorama che nutre la ricerca. Oltre al lavoro creativo in teatro, ci piace capire all’interno del luogo, della città che pensiero c’è, come sono le persone, se sono predisposte al dialogo, e ciò crediamo che vada a condizionare il processo stesso. Longiano è stata una scoperta in questo senso, ma anche Anghiari, dove il lavoro dentro il borgo è stato fondamentale: conoscevamo ognuno degli abitanti, tutti erano curiosi e il solo fatto di parlare con queste persone, raccontargli cosa stavamo facendo, permetteva al pensiero creativo di evolversi e di depositarsi. Il nostro progetto è nutrito dalla relazione umana, dal dialogo fra noi ma anche dalla fitta rete di relazioni che possono nascere intorno al progetto. Per noi è importante interagire con le comunità per poi rientrare in sala in modo molto diverso da come eravamo prima.
#residancexl2021#danzacontemporanea#Giulio Petrucci#C.G.J. – Collettivo Giulio Jari#Jari Boldrini#pas de deux#intervista#conversazione#interview#conversazioni 2021
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Proseguirà fino al 16 settembre la residenza creativa di C.G.J. – Collettivo Giulio Jari | Giulio Petrucci & Jari Boldrini per Pas de deux presso il Teatro alla Misericordia di Sansepolcro (AR), a cura di Capotrave / Kilowatt.
#residenze creative#residancexl2021#Giulio Petrucci#Jari Boldrini#Capotrave/Kilowatt#Network Anticorpi XL#pas de deux
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Conversazione con Daniele Albanese
Il progetto precedentemente selezionato dal bando ResiDanceXL era Birds Flocking e riguardava le migrazioni, tematica connessa anche al nuovo Home. Come nasce questo nuovo progetto coreografico?
Sto notando, anche rispetto a un altro progetto in fieri, che c’è sempre una concatenazione di temi tra i miei lavori. Qualcosa del progetto precedente torna spesso in quello successivo. Sono partito da una riflessione sul volo e sulle migrazioni, con un chiaro riferimento a quelle umane, per toccare successivamente il tema della ricerca dell’identità, che è propria dell’essere umano, fino ad arrivare a quello della ricerca di una casa. Ciò che accomuna i due progetti è la ricerca di una definizione di “casa” come luogo dell'identità. Home è uno spettacolo che vuole indagare l'idea di casa come linguaggio ed è nato dall’esigenza di mettere a punto una grammatica che tenga presente la liquidità, la fragilità e le difficili definizioni del mondo in cui siamo immersi. Quando parlo di linguaggio non penso a un sistema rigido, ma a un'infra-lingua che si innesta tra le cose, tra le parole, tra la parola e il gesto e, a livello di processo creativo, tra i vari formati.
Il progetto Home si compone, quindi, di differenti formati: come si sviluppa la scrittura coreografica tra i vari formati e la relazione con il pubblico?
Home è un progetto composito. Alcuni formati sono più propriamente “spettacolari” come Home Altrove. Altri, come Home_action, hanno invece un'identità più performativa e site-specific, e si installano nel luogo in cui si svolge l’azione: in questo caso, modifico alcuni elementi della partitura sia a livello spaziale che in termini di collocazione/dislocazione del pubblico. Altre soluzioni che ho indagato, come il formato video di Home_external, modificano molto l’assetto del lavoro perché il video può essere parte della performance oppure avere una vita autonoma e in alcuni contesti abbiamo optato per un percorso del pubblico attraverso vari spazi installativi. Con Home Altrove credo che si stia andando verso una scrittura sempre più precisa anche se fortemente interattiva con il momento. Ciò sembra paradossale perché l’interazione con il momento apre la scrittura a un'infinità di variabili, ma per il tipo di linguaggio che stiamo utilizzando le variabili facilitano la precisazione: Home Altroveinteragisce fortemente con il contesto ma al contempo è il formato più codificato, più chiaro a livello di partitura fisica. In ogni caso, il risultato finale che deriva dalla modulazione dei vari formati dipende molto dalla situazione, dalla città o dal festival in cui siamo ospitati: in alcune occasioni abbiamo fatto degli esperimenti con la comunità del luogo e il suono di Daniela Cattivelli, come è successo a Calderara di Reno; in altre abbiamo lavorato in sinergia con le riprese del luogo creando un gioco di interazioni con i video di Salvatore Insana. Abbiamo diversi elementi che spostiamo per far sì che l’incontro con il pubblico sia il più reale possibile in quella data situazione; ad esempio, Home Altrove si conclude con la proiezione di un video che mostra una finestra, che è quella da cui mi affacciavo durante il primo lockdown, con in sottofondo la voce di Eva Karczag – storica danzatrice, coreografa e mia maestra con cui ho collaborato per il progetto Birds Flocking e lo spettacolo Elsewhere – che risponde alla domanda “come immagini la danza dopo il Covid-19?”. Lo stesso video viene utilizzato anche in alcune versioni di Home_action, ma il modo in cui viene introdotto è totalmente diverso. Quindi, cambiando la grammatica tra gli elementi cambiano anche gli elementi stessi e la composizione complessiva.
A che punto sei della tua ricerca coreografica e come hai lavorato nelle varie residenze di ResiDanceXL?
A Santarcangelo, la prima delle tre residenze previste, abbiamo fatto esperimenti approfonditi con le luci, insieme al light designer Alessio Guerra, e il suono per una ipotetica versione lunga. Molte cose sono cambiate nel frattempo, siamo in un anno denso e flessibile e la progettualità cambia ed evolve molto rapidamente. Ma questo non ha rappresentato un reale problema, perché di fatto Home è un lavoro che nasce e si definisce proprio in relazione alle variabili del contesto. A Sansepolcro avevamo già bene in mente il formato al quale stavamo lavorando: una versione più breve e tecnicamente semplice, e l’abbiamo messo a punto con le musiche di Daniela Cattivelli. Contemporaneamente a questa idea di scena, abbiamo iniziato a immaginare una situazione più installativa, senza luci, da presentare in uno spazio museale in dialogo con le opere esposte, che abbiamo realizzato lo scorso giugno al Macro di Roma all'interno del festival Buffalo a cura di Michele di Stefano. A Teramo, l'ultima residenza prevista, lavorerò da solo per tirare le fila del tutto e vedere cosa rimane di questo lungo percorso in termini puramente fisici.
Come raccontavi il progetto è nato prima della diffusione della pandemia; nel corso del lockdown hai lavorato anche a un formato strettamente pensato per l’ambiente digitale o non ti ha interessato esplorare quello spazio?
Ogni luogo che attraversiamo per svolgere una residenza o presentare uno spettacolo va a integrare di volta in volta il progetto Home_external attraverso un video. Insieme a Salvatore Insana scegliamo spazi specifici di ciascun luogo che ci suggeriscono qualcosa e poi creiamo delle clip “performative”. Avevamo già in mente questo formato, ma sicuramente l'idea è stata in parte catalizzata anche dalla situazione. Home_external fornisce un altro punto di vista, non lo chiamerei propriamente un formato digitale del lavoro. È molto utile avere media diversi che informano il progetto, ma non credo che il digitale possa mai sostituire il live. Può aggiungere un punto di vista che confluisce nel processo creativo.
Cosa significa per te come danzatore e autore abitare uno spazio di residenza?
È un tempo sospeso in cui posso fare ricerca. È un luogo di incontro: può essere un momento di incontro con me stesso quando è una residenza solitaria, oppure un luogo in cui capire cosa si genera dall’insieme quando ho dei collaboratori. È un luogo in cui andare a fondo interrompendo la routine della quotidianità.
#conversazioni 2021#conversazione#interview#intervista#daniele albanese#home#home altrove#performing art#danzacontemporanea#residancexl2021#Network Anticorpi XL
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Terminerà domani la residenza creativa di Jari Boldrini e Giulio Petrucci iniziata il 17 maggio al Teatro Comunale di Teramo, a cura di ACS Abruzzo Circuito Spettacolo,
Pas de deux di e con: Giulio Petrucci, Jari Boldrini musica: Simone Grande luci: Mattia Bagnoli produzione: Anghiari Dance Hub, Nexus Factory con il contributo di: ResiDance XL - luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche azione della Rete Anticorpi XL - Network Giovane Danza D'autore coordinata da L'arboreto - Teatro Dimora di Mondaino
Il “Pas de deux” è la fase spesso più attesa all’interno di un balletto classico. É il momento in cui gli interpreti consumano una partitura danzante contenente i virtuosismi più complessi dello spettacolo. Denominato anche “Grand pas de deux” è una prova del fuoco per i primi ballerini che, oltre a dimostrare eccelse capacità nell’esecuzione tecnica, devono attingere al proprio bagaglio interpretativo per rendere l’esibizione un’autentica esperienza agli occhi dello spettatore. In passato alcune coppie si sono distinte per l’intensità, la precisione, il pathos e la ricchezza della loro intesa e il grado di complicità con cui accompagnavano la loro esecuzione. Un altissimo livello di performatività che, attraverso lo spettacolo, svelava lo spessore umano e i lati più intimi del loro rapporto. Celato fra la trama ed i personaggi, questo sentimento sosteneva la veridicità dell’intero balletto irrorandolo, al contempo, di atmosfere magiche e realistiche. Nel “Pas de deux” l’emersione di questo climax si compie ancora più densa, divenendo un luogo intimo di totale astrazione, dove la trama scompare lasciando spazio a questa tensione emotiva velata da una virtuosa composizione coreografica.
Il desiderio di approfondire, attraverso il “pas de deux”, un nuovo percorso di creazione ci pare un’occasione privilegiata e inedita, per accrescere non solo la nostra prospettiva autoriale e la pratica danzata, ma anche la nostra dimensione di esseri umani. Di questo immaginario ci ha da subito attratto la possibilità di esplorare la potenza di un congegno scenico che, nella storia della danza, ha messo in luce il profondo valore del legame e della “relazione imprescindibile”. Proprio su questo punto vorremmo orientare la nostra ricerca, focalizzando sul livello di concentrazione quale principio originario del meccanismo di una danza e facendo emergere una riflessione più approfondita sul concetto di unisono tra due individui. Un altro elemento fondante della traccia progettuale coincide con la centralità del virtuosismo all’interno del “passo a due”, questione che, a nostro avviso, produce una serie di quesiti la cui portata arricchirebbe in maniera sostanziale la ricerca. Che cos’è il virtuosismo al giorno d’oggi? Da quali azioni o immagini può scaturire? Partendo da questi punti, vorremmo strutturare il percorso di creazione e le tappe di lavoro delle singole residenze per originare un primo studio coreografico connesso con il “passo a due” e il suo profondo significato.
#residancexl2021#C.G.J. – Collettivo Giulio Jari#Jari Boldrini#Giulio Petrucci#pas de deux#danzacontemporanea#contemporary dance
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Inizia oggi la residenza creativa di Collettivo Giulio Jari | Giulio Petrucci & Jari Boldrini per Pas de deux al Teatro Errico Petrella di Longiano (FC), a cura di L’arboreto �� Teatro Dimora di Mondaino.
Pas de deux di e con: Giulio Petrucci, Jari Boldrini musica: Simone Grande luci: Mattia Bagnoli produzione: Anghiari Dance Hub, Nexus Factory con il contributo di: ResiDance XL - luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche azione della Rete Anticorpi XL - Network Giovane Danza D'autore coordinata da L'arboreto - Teatro Dimora di Mondaino
#residenze 2021#residancexl2021#C.G.J. – Collettivo Giulio Jari#pas de deux#danzacontemporanea#Network Anticorpi XL#Vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi#teatro dimora l'arboreto#teatro petrella
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Proseguirà fino al 31 luglio la residenza creativa di Adriana Borriello per Studi sul corpo musicale - Corpo adolescenza musica/movimento trasmissioni – presso il CSC Garage Nardini, residenza a cura di Centro per la Scena Contemporanea – Comune di Bassano del Grappa (VI).
#residenze creative#residancexl2021#Adriana Borriello#altri studi sul corpo antropologico#studi sul corpo musicale#Network Anticorpi XL#CSC - centro per la scena contemporanea
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Proseguirà fino al 31 luglio la residenza di Nicolas Grimaldi Capitello per CHAT - keep in touch presso lo Spazio Danzarte, Brescia, residenza creativa a cura di C.L.A.P.Spettacolodalvivo – Circuito Lombardia Arti Pluridisciplinari.
#residenze creative#residancexl2021#Network Anticorpi XL#nicolas grimaldi capitello#chat#danzacontemporanea#keep in touch#chat keep in touch
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Nicolas Grimaldi Capitello #CHAT Le forme della solitudine
Nicolas Grimaldi Capitello, classe 1993, nasce a Napoli ed è autore, performer e socio dell'associazione Cornelia. È interprete nella produzione What the body does not remember della compagnia belga Ultima Vez di Wim Vandekeybus, in Extract from Nowhere di Dimitris Papaioannou per il progetto del Ravello Festival 2016, in In Dialogue with Bob di Olivier Dubois per il Museo Madre, nella produzione Erectus della compagnia Abbondanza/Bertoni e in alcune creazioni di Nicola Galli/TIR Danza. Collabora in veste di danzatore, coreografo, insegnante e assistente con molte realtà campane, come la compagnia Körper, Interno5 e Movimento Danza. Come autore ha portato in scena TRES e KURUP (progetto vincitore del bando Danza Urbana XL 2020), Lost in this (un)stable life selezionato nel 2019 per la Vetrina della giovane danza d'autore del Network Anticorpi XL e The last one, anch'esso selezionato per la Vetrina della giovane danza d'autore - edizione 2020.
Nicolas Grimaldi Capitello CHAT - keep in touch
21 - 25 giugno Teatro Comunale, Vicenza residenza creativa a cura di TCVI Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza
7 - 31 luglio Spazio Danzarte, Brescia residenza creativa a cura di C.L.A.P.Spettacolodalvivo – Circuito Lombardia Arti Pluridisciplinari
4 - 14 novembre Sala Nardini, Rosignano Marittimo (LI) residenza creativa a cura di Armunia
1-10 dicembre Teatro Comunale, Vicenza residenza creativa a cura di TCVI Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza
#nicolas grimaldi capitello#chat#residancexl2021#danzacontemporanea#Network Anticorpi XL#teatro dimora l'arboreto#keep in touch#chat keep in touch
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Daniele Albanese #HOME
Daniele Albanese è un coreografo, danzatore e performer attivo tra l’Italia e Berlino. Si forma come ginnasta e ballerino classico, per poi conseguire un BA presso l' EDDC di Arnhem in Olanda (ora ArtEZ) dove studia con i grandi maestri legati al postmodernismo americano. Dal 1995 è autore indipendente e in parallelo lavora come interprete e collaboratore di numerosi artisti tra i quali Benoit Lachambre, Virgilio Sieni, Nigel Charnock, Jennifer Lacey, Enzo Cosimi, Eva Karczag. Nel 2002 fonda la compagnia STALKER_Daniele Albanese con lo scopo di indagare la danza come linguaggio in termini di relazione tra strutture chiuse e strutture aperte, alla ricerca di un segno coreografico al contempo preciso e mutevole. Le sue creazioni vengono presentate nei principali festival e teatri italiani e stranieri. Dal 2017 è artista associato di Nanou Associazione Culturale. Attualmente frequenta il secondo anno del percorso di formazione triennale della Schule für Alexander Technik diretta da Dan Armon a Berlino.
Daniele Albanese HOME
4 – 10 gennaio Teatro Il Lavatoio, Santarcangelo di Romagna (RN) residenza creativa a cura di Santarcangelo dei Teatri
12 – 23 aprile Teatro alla Misericordia, Sansepolcro (AR) residenza creativa a cura di Capotrave / Kilowatt
30 settembre – 13 ottobre Teatro Comunale di Teramo, Teramo residenza creativa a cura di ACS - Abruzzo Circuito Spettacolo
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C.G.J. – Collettivo Giulio Jari #PAS DE DEUX
Jari Boldrini e Giulio Petrucci collaborano singolarmente con diverse realtà internazionali italiane ed estere e collezionano esperienze in comune con gli autori Fabrizio Favale, Cristina K. Rizzo, Virgilio Sieni e Stefano Questorio. Fanno parte assieme ad altri sette danzatori dello "Stabile di Lì" che avvia flussi di stimoli artistici e scambi di pratiche. Nel 2018 nasce C.G.J. Collettivo Giulio e Jari, un progetto di ricerca e creazioni di formati perforativi che si interessa di osservare i molteplici aspetti celati nella quotidianità di ogni cultura. Nel 2020 ottengono il sostegno di Nexus Factory di Simona Bertozzi, con il progetto “Evento” vengono selezionati alla Vetrina Anticorpi XL 2020, ad Anghiari Dance Hub 2020, al premio Twain_DirezioniAltre 2020 e nello stesso anno vincono il premio Danza&Danza come interpreti emergenti.
C.G.J. – Collettivo Giulio Jari | Giulio Petrucci & Jari Boldrini Pas de deux
17 – 22 maggio residenza creativa a cura di ACS - Abruzzo Circuito Spettacolo
14 – 28 giugno Teatro Errico Petrella di Longiano (FC) residenza creativa a cura di L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino
21 settembre – 1 ottobre Teatro alla Misericordia, Sansepolcro (AR) residenza creativa a cura di Capotrave / Kilowatt
#residancexl2021#residenze creative#pas de deux#C.G.J. – Collettivo Giulio Jari#Giulio Petrucci#Jari Boldrini#Jari Boldrini e Giulio Petrucci
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Proseguirà fino al 15 marzo la residenza creativa di Martina Gambardella presso il CID Centro Internazionale della Danza (TN), a cura di Associazione Incontri Internazionali di Rovereto – OrienteOccidente.
Error Coreografia e danza Martina Gambardella Musiche originali Giuseppe Giroffi Consulente al progetto Daniele Ninarello Disegno luci Alessia Maffei Produzione CodedUomo Con il sostegno di Oriente Occidente, Lavanderia a Vapore/ Centro Regionale per la Danza, Armunia Con il supporto di Incubatore CIMD e la collaborazione di Fabbrica Europa
Visibile e mobile, il mio corpo è annoverabile fra le cose, è una di esse, è preso nel tessuto del mondo e la sua coesione è quella di una cosa. Ma poiché vede e si muove, tiene le cose in cerchio intorno a se, le cose sono un suo annesso o un suo prolungamento, sono incrostate nella sua carne, fanno parte della sua piena definizione, e il mondo è fatto della medesima stoffa del corpo.
(M. Merleau-Ponty, L’occhio e lo spirito)
Questo lavoro è il tentativo di granulazione di un corpo, il racconto del suo continuo deragliamento. Esso si concede lo spazio della contemplazione in bilico su di un crinale, in attesa della prossima lacerazione nel desiderio di farsi sempre più plurale. Si fa visione errante, e orientandosi istante dopo istante si apre sempre più all’altro da sé. La pratica che guida l’intero processo è costruita interamente intorno alla domanda: “come le cose del mondo ci toccano e ci muovono?” ERROR nasce dal desiderio di interrogare la relazione che esiste tra un corpo e il paesaggio che lo circonda, osservarne il rapporto di intercorporeità, di reciproca co-appartenenza e co-implicazione. E’ questa una relazione minata dalla tentazione del corpo di controllare il presente e dominarlo, agendo sulle cose senza lasciarsi da esse dire e toccare, informare e cambiare, rischiando così di smettere di sentire e smettere di apprendere.
#martina gambardella#error#oriente occidente#Network Anticorpi XL#residenza creativa#residancexl2021#danzacontemporanea
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Ha preso il via la settima edizione di ResiDance XL, l’azione del Network Anticorpi XL dedicata ai progetti di residenza per le creazioni coreografiche coordinata da L’arboreto - Teatro Dimora di Mondaino.
ResiDanceXL 2021 in cifre:
6 progetti artistici 19 periodi di residenza 13 luoghi d’Italia da abitare 210 giorni di ricerca
Quest’anno seguiremo i progetti creativi di:
Daniele Albanese Adriana Borriello (recupero della scorsa annualità) Francesco Marilungo Jari Boldrini e Giulio Petrucci Martina Gambardella Nicolas Grimaldi Capitello
#stay tuned#residancexl2021#daniele albanese#francesco marilungo#Jari Boldrini e Giulio Petrucci#martina gambarella#nicolas grimaldi capitello#Adriana Borriello
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Termina oggi il percorso di residenza di Nicolas Grimaldi Capitello per CHAT Keep in touch al Teatro Comunale di Vicenza, residenza creativa a cura di TCVI Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza.
CHAT - keep in touch di Nicolas Grimaldi Capitello concept coreografico Nicolas Grimaldi Capitello interpreti Samuele Arisci, Eva Campanaro, Sibilla Celesia e Marco Munno produzione Cornelia residenze Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza (Veneto), C.L.A.P.Spettacolodalvivo - Circuito Lombardia Arti Pluridisciplinari (Lombardia), Armunia (Toscana)e L’Asilo (Campania) con il contributo di ResiDance XL - luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche - azione del Network Anticorpi XL
#nicolas grimaldi capitello#chat keep in touch#danzacontemporanea#performing art#residenze creative#residancexl2021
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