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#svelare leonardo
michelangelob · 1 year
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Svelare Leonardo: la più grande retrospettiva online
Svelare Leonardo è la più grande retrospettiva online dedicata al genio del Rinascimento, ideata per propone al pubblico i codici e i manoscritti assieme ai contributi artistici e scientifici di Leonardo da Vinci. In questa esposizione online vengono ripercorse tutte le tappe della sua vita, sfatando miti che continuano a essere alimentati da una conoscenza sommaria dell’artista. Vi ritroverete…
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gregor-samsung · 2 years
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“ «Fatti orribili funestarono ieri sera la città di Palermo», dice il Giornale Officiale del 2 ottobre. Alla stessa ora, in diversi punti della città tra loro quasi equidistanti, una stella a tredici punte sulla pianta di Palermo, tredici persone venivano gravemente ferite di coltello, quasi tutte al basso ventre. «I feriti dànno tutti gli stessi contrassegni dei feritori, i quali vestivano a un sol modo, erano di pari statura, sicché vi fu un momento che si poté credere fosse un solo. Fortunatamente...» Fortunatamente nei pressi del palazzo Resuttana, dove vicino al portone cadde, gridando di spavento e di dolore, il ventre squarciato, l’impiegato di dogana Antonino Allitto, si trovavano a passare il luogotenente Dario Ronchei e i sottotenenti Paolo Pescio e Raffaele Albanese, del 51° fanteria. Accorsero, videro il feritore fuggire, lo inseguirono. A loro si unirono il capitano delle guardie di Pubblica Sicurezza Nicolò Giordano e la guardia Rosario Graziano: e non persero di vista l’uomo che inseguivano fino al cantone del palazzo Lanza, nei cui bassi era una bottega di calzolaio, ancora aperta nonostante fosse vicina la mezzanotte; e vi si lavorava, forse per una consegna che urgeva, da fare al mattino: un matrimonio, un battesimo. E nella bottega, fidando nella solidarietà che non poteva mancare ad uno inseguito dalla polizia, credette poter trovare scampo il feritore: vi entrò, spinse giù da uno sgabello, davanti al deschetto, un dei lavoranti; e si mise a quel posto come stesse lavorando. Ma la guardia Graziano, entrato qualche secondo dopo, si trovò di fronte a una scena non ancora assestata; a colpo d’occhio capì che l’uomo da acciuffare era quello che meno mostrava stupore; gli balzò addosso, lo immobilizzò, lo consegnò al capitano Giordano e agli ufficiali che sopraggiungevano. Perquisito, gli trovarono un coltello a molla di acuminatissima lama; e insanguinato. Più tardi, al posto di polizia, fu identificato: Angelo D’Angelo, palermitano, trentotto anni, lustrascarpe (mestiere cui era passato da quello più faticoso di facchino alla dogana). Naturalmente, nonostante il coltello insanguinato che gli avevano trovato addosso, D’Angelo negò di aver ferito Antonino Allitto, di aver ferito qualcuno davanti al palazzo del principe di Resuttana. Si trovava, sì, a passare da quella strada: e alle grida del ferito e all’accorrer di gente era fuggito nel timore che per lui, innocente, ne venisse qualche guaio, prevenuta com’era nei suoi riguardi la polizia del Regno d’Italia per il sospetto che di quella del Regno delle Due Sicilie fosse stato assiduo delatore. E si mantenne a negare per tutto l’indomani, davanti al giudice; «però il giorno seguente 3 ottobre, questo sciagurato sopraffatto dall’enorme peso del crimine, scosso dal fremito dell’universale indegnazione, lacerato forse dai rimorsi della coscienza ed atterrito dalle maledizioni di un popolo, determinavasi non solo a confessare la sua reità, ma ben pure a svelare la serie dei fatti e tutto ciò che era a sua conoscenza, intorno all’orribile macchinazione di cui egli aveva preso parte, allo spaventevole attentato del quale era stato uno degli autori». “
Leonardo Sciascia, I pugnalatori, Einaudi (collana Nuovi Coralli n° 168), 1976¹; pp. 5-7.
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giancarlonicoli · 9 months
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20 dic 2023 09:28
IL "SOFFRITTO DI INTERESSI" DI CROSETTO: L’ATTICO IN CUI VIVE SENZA PAGARE L’AFFITTO E’ DI PROPRIETA’ DEL GRUPPO (CHE SI OCCUPA DI SICUREZZA INFORMATICA) DELL’AMICO CARMINE SALADINO, CHE DA OTTOBRE 2022 HA AVUTO AFFIDAMENTI DIRETTI PER MILIONI DI EURO DALLA DIFESA ANCHE QUANDO CROSETTO È DIVENTATO MINISTRO - TUTTE LE RELAZIONI TRA IL MELONIANO E L’IMPRENDITORE TRA CONSULENZE D'ORO E AFFARI...
Giovanni Tizian e Stefano Vergine per Domani - Estratti
Da settembre a oggi il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha vissuto, senza praticamente spendere un euro, in un bellissimo attico a Roma dell’imprenditore Carmine Saladino. Il ministro e Saladino hanno spiegato che non è stato pagato nulla perché ci sono lavori in corso, la casa non è ancora completamente abitabile, ma che da gennaio il ministro della Difesa inizierà a versare il canone. L’inchiesta giornalistica del Fatto Quotidiano (autori Marco Lillo e Valeria Pacelli) rivela certamente una cosa: l’amicizia tra i due.
Ora nuovi documenti ottenuti da Domani permettono di svelare la rete di affari milionari di Saladino con società da cui Crosetto ha avuto laute consulenze. E ora, dopo la vicenda dei contratti presi da Leonardo prima di diventare ministro della Difesa, qualcuno potrebbe ipotizzare nuovamente il rischio di conflitti di interesse.
Partiamo dall’inizio. I due si conoscono da molti anni. Quando non rivestiva incarichi politici, e faceva il consulente per le imprese italiane, Crosetto era presidente di Aiad, l’associazione di Confindustria che raggruppa più di 200 aziende del settore aerospazio e difesa. Saladino è il fondatore della Maticmind, un gruppo importante nella sicurezza informatica italiana che è azionista di altre società affiliate proprio ad Aiad. 
(...) I dati ottenuti da Domani calcolano che i clienti pubblici principali di Maticmind sono stati negli ultimi anni Polizia (44 milioni), Carabinieri (15 milioni), ministero della Difesa (7,4 milioni), Marina Militare (3,5 milioni). Insomma, il proprietario di casa di Crosetto ha una grande società che opera nello stesso settore di cui si occupa ministro.
La data importante per Saladino è però il 7 novembre del 2022. Quando, cioè, ha concluso il colpo della vita. Ha venduto per 350 milioni il gruppo a un soggetto pubblico-privato. Il 70 per cento delle quote è andato al fondo di private equity Cvc, lo stesso che negli ultimi anni ha fatto altri acquisti in Italia. Il resto delle quote sono oggi divise, quasi equamente, tra la Cassa depositi e prestiti (tramite Cdp Equity) e lo stesso Saladino.
Quasi equamente perché in realtà Saladino ha lasciato una piccola parte delle sue azioni a un quarto socio, un piccolissimo azionista che ha scelto l’anonimato: ha schermato il suo 0,7 per cento dietro la Cordusio Fiduciaria, una società italiana che offre appunto servizi fiduciari per soggetti terzi coperti da anonimato.
Come rappresenta l’operazione lo ha spiegato a Domani Saladino in persona: «Per Maticmind, l’ingresso nell’azionariato di questi importanti fondi rappresenta, ovviamente, un’ulteriore opportunità di accelerazione nel processo di crescita e di acquisizioni che l’azienda sta portando avanti ormai da quasi 10 anni».
Dopo il cambio di proprietà, Maticmind ha subito una forte spinta ad ingrandirsi. Ha ottenuto 250 milioni di finanziamenti bancari e, forte di una situazione finanziaria già solida, ha fatto acquisizioni a man bassa. Cinque società comprate in un anno. Una delle più importanti si chiama Eda Srl, Maticmind ne detiene il controllo con il 77 per cento delle quote, ed è quella che ripropone insieme la coppia Crosetto-Saladino. Da consulente a ministro Nel 2021 accade un fatto molto particolare. Sul conto corrente del ministro, all’epoca presidente di Aiad, arriva un pagamento di 124.800 mila euro. L’azienda che lo invia è la Sio Spa, leader nel settore delle intercettazioni. Tra i clienti ha gli uffici di decine di procure italiane. Sio era di proprietà della famiglia Cattaneo. Fino a novembre 2022, quando subentra Maticmind.
Un’operazione conclusa peraltro con la nomina di Saladino a presidente del consiglio di amministrazione di Sio. Valore dell’operazione è stata di circa 48 milioni di euro. «L’acquisizione è in linea con l’obiettivo di creare un campione nazionale nell’ambito della cybersecurity».
Di certo c’è anche che Sio è membro di Aiad, presieduta da Crosetto fino a settembre 2022. Dunque l’attuale ministro amico di Saladino ha ottenuto una consulenza d’oro da una società che pochi mesi dopo è stata inglobata nell’impero del proprietario della casa in cui vive. Che ruolo ha avuto Crosetto nella partita? È stato o meno un intermediario dell’affare dell’amico? Non ci sarebbe nulla di illegale, ma di sicuro è una questione di opportunità. Contattato per dare la sua versione, il ministro non ha voluto rispondere nel merito. «Non ho più intenzione di disperdere energie nel rispondere alle continue insinuazioni, iniziate mesi fa e sulle quali ho ben chiara sia la motivazione che la logica. Preferisco conservare le energie a favore dell’istituzione che rappresento e lasciare a lei solo il tentativo, pretestuoso, falso e privo di alcun rilievo, di buttare fango nel ventilatore. Sapete benissimo che nulla può essere contestato alle mie azioni attuali e passate ma la verità o un’informazione corretta e puntuale, non sono il suo obiettivo», scrive Crosetto a Domani.
Saladino ha invece risposto di conoscere il ministro da molti anni, e che nessun ruolo ha mai avuto nelle acquisizioni di Maticmind.
Missione Entheos Attorno a Maticmind di Saladino ruotano altre figure molto vicine al ministro: dal figlio Alessandro Crosetto all’amico Giancarlo Innocenzi Botti, di cui il ministro è stato poco tempo fa testimone di nozze.
Quest’ultimo è stato manager Mediaset e già deputato di Forza Italia nel primo governo Berlusconi e poi sottosegretario nel secondo esecutivo del Cavaliere. Ma fino al 2019 era consigliere nel cda di Maticmind.
E fino a qualche mese fa il marchio Maticmind campeggiava come partner sul sito di Entheos Worldwide, un’azienda con un fatturato quasi a zero attiva nel campo della telemedicina e che mira ai fondi del Pnrr. Si scopre che tra i soci di Entheos c’è pure Botti in persona, mentre tra i consiglieri c’è Crosetto junior, che è stato anche azionista fino al 16 febbraio 2023: ha venduto le quote incassando 9mila euro. Due anni prima le aveva acquistate a meno di 2mila. Il giro d’affari della giovane società nata durante la pandemia è stato pressoché nullo: l’ultimo bilancio è stato chiuso con 7mila euro di ricavi e 17mila euro di rosso.
Tuttavia, scavando ancora un po’ tra gli atti societari, troviamo Saladino anche in Entheos. In un verbale denominato “atto di cessione di quote” nell’elenco in cui compare pure il figlio di Crosetto c’è infatti anche Pasquale Saladino, padre di Carmine «in rappresentanza» di Carla Maziero, che quel 3 dicembre 2021 si apprestava a comprare le quote per entrare in società con Botti e Crosetto jr Dunque, in sintesi, Crosetto abita in una casa il cui proprietario è un suo amico, a capo di un colosso che ha avuto affidamenti diretti dal ministero della Difesa e stazioni collegate quando lui era già ministro, mentre i parenti dei due avevano interessi diretti nella stessa società. Senza dimenticare la consulenza di Sio spa. Nulla di illegale, sicuramente. Ma questioni di opportunità dovrebbero portare Crosetto a maggiore prudenza nella scelta delle case.
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lamilanomagazine · 1 year
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Milano: al Castello Sforzesco da oggi online "SVELARE LEONARDO", una retrospettiva digitale su Leonardo Da Vinci realizzata da Google Arts&Culture
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Milano: al Castello Sforzesco da oggi online "SVELARE LEONARDO", una retrospettiva digitale su Leonardo Da Vinci realizzata da Google Arts&Culture.  “Svelare Leonardo” è il nuovo progetto digitale che permette di esplorare la vita, l’opera e l’eredità di Leonardo da Vinci e porta online per la prima volta oltre 1.300 pagine dei suoi Codici. La retrospettiva, disponibile per tutti su Google Arts & Culture, è curata da esperti di otto paesi e riunisce oltre 80 storie selezionate da 28 partner in tutta Europa e negli Stati Uniti, tra cui la British Library a Londra, la National Gallery di Washington, il Castello Sforzesco, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” e la Pinacoteca Ambrosiana di Milano. L’hub digitale include storie sulla vita di Leonardo, le sue incredibili invenzioni che possono essere viste in 3D, oltre ai suoi capolavori pittorici. Sempre parte del progetto, la sezione “Inside the Genius Mind” si avvale dell’aiuto dell’intelligenza artificiale e della curatela del professor Martin Kemp per immergersi nei misteri dei manoscritti di Leonardo. Oltre alle opere d’arte, dipinte su tela e anche sui muri, il progetto raccoglie online, in un unico luogo e per la prima volta, i Codici dispersi di Leonardo da Vinci: una vasta serie di appunti scientifici e schizzi che catturano la sua incursione nella matematica, la geometria, la fisica, l’ottica, l’astronomia, l’architettura e persino il volo. “Leonardo da Vinci e Milano sono uniti da un legame indissolubile. Milano è stata la città in cui ha vissuto più a lungo, lasciando un’impronta indelebile grazie al suo eccezionale talento artistico, la sua curiosità senza limiti e il suo genio innovativo. A Milano possiamo ammirare l’Ultima Cena, dipinta nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie, una delle pietre miliari dell’arte occidentale. È sempre a Milano che possiamo visitare il Castello Sforzesco, dove Leonardo lavorò per conto di Ludovico Il Moro e realizzò la Sala delle Asse, il più grande trompe-l’oeil della storia dell’arte che stiamo ancora finendo di scoprire grazie a un attento restauro conservativo; sempre al Castello è conservato il prezioso Codice Trivulziano, che ci svela la vastità delle sue invenzioni e le infinite connessioni del suo sapere. E ancora il Codice Atlantico, la più grande raccolta al mondo di manoscritti leonardeschi, che racchiude la sua profonda conoscenza nelle scienze Grazie alle sue conoscenze di ingegneria idraulica, Leonardo cambiò anche il paesaggio di Milano, implementando i Navigli e i canali navigabili e le tracce del suo grande lavoro sono tuttora visibili” ha dichiarato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi. “Grazie al progetto ‘Svelare Leonardo’ di Google Arts & Culture queste straordinarie opere sono state rese accessibili a un pubblico internazionale, permettendo a milioni di persone di immergersi nell’universo del genio di Vinci. La collaborazione tra Google, la città di Milano e le istituzioni culturali locali e internazionali sottolinea il costante impegno congiunto per preservare e promuovere il patrimonio artistico e intellettuale di Leonardo da Vinci, garantendo che la sua eredità continui a ispirare le generazioni future.” ha proseguito l’assessore Sacchi. Google Arts & Culture è la piattaforma tecnologica sviluppata da Google che permette agli utenti di esplorare opere d’arte, manufatti e molto altro tra oltre 3mila musei, archivi e istituzioni culturali da più di 90 paesi del mondo. Disponibile sul web, da laptop e dispositivi mobili, o tramite app, la piattaforma è pensata come un luogo in cui esplorare l’arte e la cultura online. “Leonardo da Vinci, pioniere dell’arte, della scienza e dell’innovazione, ha ampliato enormemente gli orizzonti della nostra conoscenza. La sua eredità è ancora oggi di grande ispirazione per numerose professioni e discipline. Grazie ai nostri 28 partner internazionali, su Google Arts & Culture diventano accessibili oggi storie curate da esperti ed esperienze di visualizzazione interattiva alla scoperta di una delle più grandi menti della storia – ha dichiarato Amit Sood, Founder and Director di Google Arts & Culture. L'artista visivo Maxime Causeret ha utilizzato in modo creativo lo strumento di intelligenza artificiale sviluppato dal Google Arts & Culture lab per creare un’opera inedita video, un’interpretazione artistica moderna dei Codici di Leonardo Da Vinci, e la pagina di ingresso del progetto presenta illustrazioni dell’artista sudafricana Natalie Paneng, che interpretano il mondo di Leonardo e le sue influenze sull’arte, la scienza, la tecnologia e altro ancora, attraverso immagini potenti che parlano all’idea contemporanea di progresso tecnologico. Il progetto offre anche nuovi modi per interagire con i Codici di Leonardo: grazie all’intelligenza artificiale la sezione “Da Vinci Stickies” permette agli utenti di unire i disegni di Leonardo dando vita a nuove, sorprendenti idee e creazioni. “Svelare Leonardo” è disponibile su Google Arts & Culture tramite app iOS o Android oppure online su goo.gle/leonardo.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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corallorosso · 4 years
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Missili a lungo raggio venduti e consegnati all’Egitto di al-Sisi Sono arrivati e sono già stati testati a bordo dei cacciabombardieri Rafale egiziani i primi missili da crociera a lungo raggio Scalp prodotti dalla Mbda per l’esercito di Abdel Fattah al-Sisi. Il consorzio leader europeo nella produzione di missili è di proprietà al 37,5% di Airbus, stessa quota per Bae System e per il restante 25% dall’italiana Leonardo. La controllata Mbda Italia spa, con 1.300 dipendenti, opera negli stabilimenti di Roma, Bacoli (Napoli) e La Spezia. La spedizione di armamenti, spiegano le riviste specializzate internazionali, fa parte di una commessa più ampia che a settembre il quotidiano online La Tribune, come aveva raccontato anche Africa Express, quantificava in oltre cento pezzi (da circa 1,35 milioni di euro l’uno) prodotti dalla joint-venture anglo-franco-italiana. A svelare l’avvenuta consegna del primo stock, che si pensa sia stata conclusa in autunno, è stata la rivista specialistica Janes che per prima ha notato la presenza di uno degli Scalp di produzione Mbda, presumibilmente all’interno di un hangar nella base di Gebel el-Basur, in un video diffuso dai canali social della Difesa egiziana in cui si mostrano le esercitazioni aeree congiunte tra Il Cairo e Parigi. Un’operazione commerciale, questa, iniziata nel 2015 ma che ha avuto non pochi problemi, in particolare per l’iniziale opposizione degli Stati Uniti. I missili erano stati ordinati nel 2015 insieme a 24 cacciabombardieri Rafale, sui quali possono essere montati, ma Washington si era opposta all’export da parte del governo francese perché i missili presentano componenti e tecnologie progettate o prodotte in parte negli States. E questo avrebbe violato le norme americane in materia. Tanto che, negli anni successivi, il ministro della Difesa francese, Florence Parly, aveva chiesto a Mbda di sviluppare o impiegare componenti di produzione europea, così da aggirare il blocco statunitense. Blocco che è stato però revocato nel 2019 dall’amministrazione Trump, permettendo così la vendita dei missili Scalp al regime di al-Sisi. Il Fatto Q.
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paoloxl · 6 years
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Lo abbiamo sentito tante volte, il mantra: “aiutiamoli a casa loro”. Diventa nauseante tanto che non è più piacevole al gusto nemmeno per coloro che ci credono davvero.
Nel panorama che si dispiega in Italia sul tema delle migrazioni, con la notizia dei nuovi naufragi, i nuovi sbarchi, la chiusura dei porti e l’attuazione del decreto sicurezza, era ormai urgente per il governo giustificare questa linea di reazione nei confronti di un fenomeno che è oggi un dato di fatto, senza possibilità di respingimento, quello delle migrazioni dall’Africa all’Europa.
Franco Cfa e l'ipocrisia del neocolonialismo italiano
“La Francia deve decolonizzare l’Africa”. “Stati come la Francia impediscono lo sviluppo e contribuiscono alla partenza di uomini che muoiono nel Mediterraneo”. Si pronunciano in questi termini Di Battista e Di Maio davanti alle televisioni e ai giornalisti.
Si raccontano coraggiosi, ora, arcieri della nuova carica contro la Francia, avanzano con le freccie dalla punta arrotondata.
È più pavidità la loro, quella del rifarsi a una retorica nazionalista italiana contro il colonialismo... degli altri. Perché guardi la trave che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio.
Sì è pavidità, ma non perché non sia vero che la Francia non ha ancora fatto i conti con il suo colonialismo, passato e presente, ma perché questa retorica non ha niente di tumultuoso , proprio niente. È piuttosto una partita sulla sopravvivenza del nostro stesso colonialismo. In concorrenza con quello degli altri.
Additare qualcun altro di essere più brutale è sempre stata una strategia, per i colonizzatori, di lasciare uno spazio in qualche modo alla compassione umana, sentimento di cui in fondo non è possibile liberarsi. Allora tanto vale governarla per i propri fini questa compassione. I politici lo sanno bene.
Questa strategia Di Maio ce la chiarisce senza troppi tentennamenti. Lo dice, con le sue parole: "l'Europa deve avere il coraggio di affrontare il tema della decolonizzazione dell'Africa, che è la causa del mancato sviluppo degli Stati africani che NOI dobbiamo lasciare in pace a casa loro e NOI stare a casa nostra: per NOI intendo Stati come la Francia ....” . Insomma, per noi si intende sempre gli altri.
Così una retorica che ancora nel nostro paese era relegata all’estrema destra, paradossalmente rischiosa, diventa ideologia di maggioranza, col preciso scopo di dare qualche solidità materiale a un'idea che è più un'allucinazione, quella di aiutare l’Africa a casa sua. Ma a casa sua si è sempre fatto altro. D'altronde non c’è un modo di presentarsi a casa di qualcuno che non ci ha invitati senza essere indiscreti.
Infatti sarebbe il caso di svelare il segreto di pulcinella del neocolonialismo italiano in Africa.
Il problema non è che i politici non fanno quello che si suppone dovrebbero fare, cioè aiutare gli africani a casa loro, o gestire le migrazioni. È proprio il  principio ad essere sbagliato. Non si sta predicando bene e razzolando male, si sta predicando male e razzolando peggio.
Aiutare-gli-altri-a-casa-loro non può essere iniziativa possibile da parte di uno stato nazione se non con delle pratiche coloniali. È solo stata una giustificazione storica, avamposto di tante battaglie coloniali, e non ha possibilità di giustizia in questo mondo.
Ora,la trave. Non è necessario, per descrivere come si manifesta in ultimo il colonialismo italiano, ripescare la storia di cinquanta o cento o duecento anni fa. Guardare anche solo ai giorni nostri è sufficiente per riconoscere all’Italia un ruolo di saccheggiatore delle terre africane.
Basti pensare all'ENI, che ogni giorno estrae circa 300 mila barili di carburante dai giacimenti africani e che solo qualche mese fa ha espanso la sua attività in Mozambico proprio con la benedizione del premier Conte, il quale ha dichiarato la sua volontà ad incentivare gli scambi economici con gli stati africani.
Oppure tutti ci ricorderemo la saga dei delle dighe Giba I,II e III (che ha ceduto dopo pochi mesi) a opera della Impregilo-Salini che coinvolgono le politiche idrauliche di Egitto, Sudan e Etiopia e hanno devastato la valle dell’Omo. Questa società ha terminato infrastrutture idriche, stradali, aeroportuali e l’edilizia per 4,6 miliardi di dollari. La famigerata Impregilo, assieme all'ENI erano anche stata al centro dello scandalo dell'apertura di false indagini da parte dei loro legali per colpire i concorrenti del colosso energetico.
Non in secondo piano si inserisce poi tutta l’attività di vendita di armi nei paesi del Nord-Africa e del Medio Oriente, così come in Kenia, Ciad, Namibia, Congo, ad opera della compagnia Leonardo ex Finmeccanica, che nel 2017 ha fatturato 11 miliardi e mezzo di dollari fra aerei o altre armi pesanti, e ha causato più di 4 mila morti in Yemen con missili made in Italy.
Fremdschämen, è quando si prova imbarazzo per qualcosa di detto o fatto da qualcun altro.
Per esempio proviamo questo sentimento per come viene affrontata tutta la questione su alcuni quotidiani di sinistra, come il Manifesto, che marcia con un titolone andando subito al punto: "il Franco CFA è un vantaggio per la Francia ma non è una tassa coloniale". 
Ci sembra doveroso allora guardare anche la trave degli altri, se no rischiamo di arrivare a dire che la Francia non è uno stato colonizzatore.
Il Franco CFA è una moneta di conio francese e soggioga economicamente ben 14 paesi dell’africa, nonché sue ex colonie: una moneta questa che dipende dalle fluttuazioni dell'Euro.  E non è finita. L’uso di questa moneta comporta una serie di condizioni, come la rappresentanza dello stato francese nei consigli d’amministrazione e di sorveglianza delle istituzioni finanziarie nelle 14 ex colonie; la gestione del 50% della valuta dei 14 paesi, e l’investimento dei proventi nei propri titoli di stato; la precedenza, di diritto, nell’acquisto delle risorse naturali scoperte (uranio, gas, petrolio, oro).
In questo panorama è quindi dispiegata una contraddizione capitalistica profonda, che ci mostra un sistema che prova a ristrutturarsi innovando l'eterno ritorno del dominio coloniale. Il prezzo di questa contraddizione a oggi è troppo alto per tutti tranne che per il grande capitale e per la politica, che infatti fa quello per cui ha interesse.
Questa contraddizione insanabile non è da gestire,non è da negare, è da approfondire e aggredire. Prima di tutto a casa nostra.
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spritzapeiron · 2 years
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Processo all'Uomo
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Colpa e angoscia dell’uomo secondo Kafka
Josef K, chiaro alter ego di Franz Kafka, non è che un semplice impiegato di banca quando una mattina come tante altre, tutto ad un tratto viene arrestato e portato a processo. Di cosa sia accusato il protagonista del romanzo non si scoprirà mai, nonostante le mille peripezie Josef non riuscirà infatti mai a capirlo e sarà dunque costretto a convivere e infine a piegarsi alla condanna del tribunale. Nel modo più ignobile possibile, infatti, subirà la pena capitale senza conoscere i giudici e senza neppure sapere chi è l’Autorità che lo ha giudicato e poi mandato al patibolo.
“Il processo” è senza dubbio un romanzo allegorico, ma non si tratta di certo di un’allegoria tradizionale. Non c’è infatti alcuno spazio per una chiave di lettura razionale, ben definita e positiva nel libro di Kafka, ma permane questa indecifrabilità costante espressione di un bisogno di significato dell’autore che rimane senza risposta. L’autore descrive la sfuggente e indicibile condizione umana tramite un racconto fatto di immagini e persone misteriose, senza mai esplicitare nulla di più. 
La ratio, dunque, non può svelare il mistero del romanzo di Kafka, così come lo stesso Josef non può arrivare scoprire chi sono i funzionari di questo fantomatico Tribunale, che cosa vogliano da lui e quali siano le sue responsabilità. Non si tratta di certo di un processo di giustizia umana, ma un qualcosa oltre che sancisce il mistero e l’assurdo della vita che non si può concepire razionalmente. O meglio esiste una razionalità ben definita all’interno di questo sistema burocratico, fatta di funzionari e norme ben precise, ma Il protagonista rimane sempre in un qualche modo escluso da tale ordine senza che lui possa fare nulla a riguardo. 
L’uomo si trova dunque di fronte a questa logica ferrea, inamovibile che non gli appartiene, nella quale poi si fa strada l’elemento della colpa. Colpa che, come in tutti i romanzi di Kafka, appare al protagonista insensata e non meritata come possiamo notare dal potente incipit del romanzo.
"Qualcuno doveva aver calunniato Josef K., perché, senza che avesse fatto nulla di male, una mattina fu arrestato."
Ma di che colpa è responsabile il signor K? Kafka descrive la condizione umana come una vita d’angoscia di fronte alla realtà assurda dell’esistenza. Non ci sono obiezioni, né possibili spiegazioni di fronte ad essa così come lo stesso Josef non riuscirà a scoprire i suoi stessi capi d’accusa. Permane solo la colpa di K, reo forse di aver provato a forzare il significato della legge dell’uomo, nel tentativo di superare l’incomprensibilità dell’esistenza. 
Questa è la colpa imperdonabile di cui si macchia il protagonista e come nello “Straniero” di Camus, altro grande romanziere che ha fatto dell’assurdo la sua tematica prediletta, la morte conduce all’espiazione e risoluzione dell’angoscia dell’uomo di fronte all’inspiegabile e tragica natura della vita.
"Ma una cosa certa è che Josef K. non smette di fare tentativi per scoprire la logica che regola il mondo e la vita degli uomini. Il senso della sua condanna sta proprio in questo monito. Josef K. è condannato alla morte perché vuole scoprire e conoscere quale sia il senso della vita e qual è l’incomprensibilità di essa. Josef K. è condannato perché vuole indagare e capire quale sia il mistero che circonda la vita e l’angoscia che genera negli uomini."
Fonti:
www.biaggiocarrubba.com
www.900letterario.it
Leonardo Mosole
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gwamch · 4 years
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IL POSTO MAGICO DELLE AUTO DI LUSSO
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Quando eravamo bambini abbiamo tutti giocato ad immaginare e raccontare un luogo dove mettere le cose o i pensieri più cari o più spettacolari o più sognati, insomma un luogo che diventasse il Posto Magico... Ebbene, da qualche anno, in età evidentemente adulta, questo Posto Magico l’ho trovato nella realtà: il Posto Magico delle auto di lusso. Si trova in Corso della Vittoria 916 a Caronno Pertusella, bassa provincia di Varese vicino a Saronno. Cos'è e cosa c’è lì? È una ex-fabbrica di collant, recuperata e riconvertita da un Uomo (Magico) che ha cercato di realizzare lì i suoi sogni. Il suo nome è Avv. Pierantonio Giussani (per gli amici Antonio). Ma, da anni oramai fare l’Avvocato gli va stretto per cui progressivamente nel tempo ha realizzato il Museo Onda Rossa, e non solo! Attenzione, non si tratta di una situazione statica come richiamerebbe la parola Museo, perché sia questa sua creazione, sia la sua creatività sono in continuo e dinamico movimento. Bisogna diventare assidui frequentatori del posto per scoprire ogni volta gli interessanti cambiamenti. Auto di Lusso, dalle Ferrari alle Alfa, Maserati... Ma, di cosa stiamo parlando? Parliamo di un’esposizione di auto, belle auto, Auto di Lusso, dalle Ferrari alle Alfa, Maserati, una straordinaria Mercedes, fino alla Fiat Torpedo del nostro ultimo Re.
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Detta così sembra una cosa normale. Invece, durante il giro del Museo, ascoltando le parole dell’Avv. Antonio, il posto diventa davvero Magico! Camminare lentamente tra tutte quelle Auto di Lusso, ascoltando i suoi racconti, è veramente emozionante!
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Sì, perché tutto quello che c’è lì esposto non viene presentato ed illustrato come (diciamo così) ostentazione del benessere per i pochi o tanti che si possono permettere di acquistare o possedere Auto di Lusso, ma come frutto del lavoro e della creatività dell’ingegno italiano. Come ostentazione (questa sì...) dell’eccellenza italiana, fatta dei propri valori interiori, della famiglia, del sudore del lavoro. Girare tra Auto di Lusso così belle e in alcuni casi uniche, sentendo le storie che stanno dietro ad ognuno di esse, fatte di sogni, di notti insonni, di cambiali e debiti da pagare (ma voi lo sapete come ha iniziato Enzo Ferrari??). Abbinati ad una creazione unica, l’Albero del Lavoro, e ad oggetti della nostra cultura contadina ed artigiana (un aratro, una stufa economica, un tavolo da legnamèe, due asini, galline e pulcini), nonché ad un’esposizione permanente di foto di uno dei più noti fotografi di scena del cinema italiano e mondiale, trasformano quel luogo
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in un Magico contenitore delle nostre origini, dei nostri più intimi e solidi valori, diventati oggetti così belli e da “altri” trasformati in beni considerati di lusso.
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E' da questo punto di partenza che nello stesso luogo si è dato così anche vita ad una Fondazione, di cui mi onoro di essere socio fondatore, denominata FELPI, Fiducia e Lavoro Professionisti Insieme, che si prefigge di dare ascolto, gratuitamente, a quella parte di mondo imprenditoriale oramai dimenticata ed abbandonata alla deriva dei propri problemi, le PMI. Le piccole imprese, spesso familiari, dopo decenni in cui, di fatto, hanno realizzato la storia e la crescita del nostro Paese e della nostra zona in particolare, da oltre un decennio sono lasciate a sé stesse e sovente la nota “solitudine dell’imprenditore”, porta, ha portato a drammatiche scelte “senza ritorno”. Ecco, in Felpi, chiunque, trova la porta aperta e viene ascoltato da professionisti in grado di inquadrare il problema nel giusto modo e di proporre e quindi seguire ed assistere nella via della soluzione. Sì, perché, una soluzione c’è sempre e comunque!! L’importante è non affrontare le cose da soli o sentirsi abbandonati da tutto e tutti. Solo chi l’ha provato, sa di cosa si sta parlando! Ecco, questo luogo, diventa Magico anche per questo. Dove sembra che non ci sia nessuna via d’uscita, si trovano invece persone per bene, dei galantuomini, persone che diventano subito degli amici, e che ti ascoltano e ti aiutano!! Attorno a questi due capisaldi, l’esposizione di Auto di Lusso nel Museo Onda Rossa e la Fondazione Felpi, ruota tutta una quotidianità di cose da fare, che si fanno o che si faranno, tutte rette sempre sulla serietà e professionalità, ma sempre e comunque con semplicità e l’umiltà del fare in silenzio, nutrendo in primis lo spirito proprio e dei visitatori, ma senza trascurare anche la piacevolezza di condividere una cena in compagnia o un “magico” frittino (altro piccolo segreto del posto..!!). Senza dimenticare, un ricco calendario di eventi, i c.d. “Giovedì della Fondazione” in uno spazio auditorium che tiene un centinaio di persone, in cui si trattano argomenti, culturali e professionali, di condiviso interesse; le periodiche cene “di gala” nel Museo, circondati dalle Auto di Lusso finalizzate anche alla raccolta fondi, sempre alla presenza di personaggi noti e testimonial che raccontano le loro esperienze di vita e professionali; e questa, primavera da metà aprile a metà maggio, il “Mese della Cultura”, con anche una mostra di quadri e l’esposizione delle macchine di Leonardo da Vinci, riprodotte in modo fedele da un noto artigiano. Il luogo può anche essere utilizzato per Cene aziendali o per ricorrenze familiari o per provare il programma “Italiano per un giorno” (visita Museo, Pranzo regionale italiano, giro in pista ad Arese grazie alla convenzione con gli amici della CarSchoolBox). Insomma, nel “Posto Magico” delle auto di lusso, ci si diverte ma si fa anche tanto del bene, si riporta e si riversa nel sociale ciò che la vita ci ha insegnato e dato. …Io so cosa accadrà di nuovo lì, ma non ve lo posso svelare. Se volete saperlo, andate a scoprirlo da soli, visitando questo Museo di Auto di Lusso, questo Posto Magico!! Read the full article
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frontedelblog · 5 years
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"A DISTANZA RAVVICINATA", UN GIALLO "DI COSTIERA"
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Bentrovati, cari Sabrina e Daniele! Molti non lo sanno, ma noi tre formiamo un triangolo letterario, al cui vertice c'è Daniele, che ha scritto romanzi e racconti a quattro mani con ciascuno degli altri due. Per questo motivo, mi asterrò da commenti sul vostro "A distanza ravvicinata" (vabbè,  se proprio volete saperlo mi è piaciuto moltissimo…), uscito a fine febbraio per "Fratelli Frilli Editore", mantenendo il dovuto distacco nel porre le domande e lasciando che siate soprattutto voi a parlare del vostro lavoro. Siamo d'accordo? Si parte! R: Chi dei due ha avuto l'idea che sta alla base del romanzo, ovvero un'indagine compiuta da una coppia di investigatori che nemmeno si conosce? S: Rino, innanzitutto grazie di cuore per l’ospitalità e l’attenzione! Come talvolta accade anche in questo caso tutto ebbe inizio per … caso! Da uno scambio di ricordi abbiamo scoperto avere un trascorso comune, Daniele ed io, che è quello di aver abitato a Lavagna, io solo in estate mentre Daniele come residente. Ovviamente all’epoca non ci conoscevamo e dalla classica frase magari ci saremo anche incrociati senza saperlo è partita l’idea di una storia che si muovesse su questi presupposti.  D: Il triangolo non l’avevo considerato! Buongiorno, Rino. Grazie a te per l’opportunità di questa chiacchierata tra amici, prima ancora che coautori. Direi che la suggestione di partenza è scaturita da Sabrina, che tra l’altro mi ha fatto conoscere una splendida poesia della poetessa Wisława Szymborska intitolata “Amore a prima vista”. Consiglio a  tutti di leggerla, è meravigliosa. In questo componimento, la poetessa tesse un meraviglioso affresco poetico attorno ai segni premonitori (non colti) del destino d’amore che lega due persone. Ecco, partendo da questa suggestione, è nata l’idea di due personaggi che non si conoscono, ma lo faranno più avanti nel corso di quella che dovrebbe essere una serie di romanzi, e si ritrovano a sostenere un’indagine parallelamente, partendo da prospettive e situazioni molto distanti, se non addirittura opposte: una ragazzina “detective per caso” e un giovane maresciallo dei carabinieri, che finisce cooptato addirittura in un’inchiesta dei servizi segreti. Lo spunto, infine, è piaciuto all’editore Carlo Frilli, che ringraziamo per la fiducia e il sostegno, e ora eccoci qui. R: Un'altra rilevante caratteristica di "A distanza ravvicinata" è che mescola due generi: il giallo vero e proprio, specie per quanto riguarda la protagonista femminile, a tutti gli effetti una "miss Marple" giovanissima, e la spy story, in una versione insolita per lo sfondo italiano della trama spionistica… S: Assolutamente vero! Nelle pagine sono confluite le passioni mie e quelle di Daniele. Io sono molto vicina per gusti e amor di letture al giallo classico e al thriller; più di tutto mi appassionano i personaggi, scandagliarne i pensieri e i modi, prestare loro suggestioni mie e lasciarmi sorprendere quando la storia ne stimola reazioni per me impensabili fino a poco prima di scriverle.  D: In effetti, credo che “A distanza ravvicinata” mescoli più di un genere. Oltre al giallo e alla spy, trovo che ci sia anche qualche spruzzata di “romance”, almeno in alcune scene. E penso di poter dire che, analizzando la parabola dei due protagonisti, sia pure un romanzo di formazione, tant’è vero che Mistral e Pietro, alla conclusione della vicenda, prenderanno decisioni importanti per quella che sarà la loro vita futura. La trama è indubbiamente  e fondamentalmente gialla: abbiamo l’omicidio di un’anziana turista tedesca e occorre chiarire chi sia il colpevole e in quali circostanze sia maturata la sua uccisione. Diventa anche una storia spy nel momento in cui si scopre che la donna ha un fratello che si è macchiato di crimini durante l’ultimo conflitto mondiale ed è coinvolto in alcune pagine oscure del dopoguerra in Italia e nell’America centrale. Infatti, l’anziana signora è tenuta d’occhio dai servizi segreti e le cose si complicano parecchio per i nostri due protagonisti. In realtà, credo che l’Italia sia un ottimo scenario per ambientare storie di spionaggio, basti pensare ai romanzi di alcuni eccellenti autori come Leonardo Gori sul versante storico, oppure Secondo Signoroni, Stefano Di Marino o Andrea Carlo Cappi, giusto per citarne solo alcuni e non me ne vogliano coloro che involontariamente sto trascurando. Del resto, se pensiamo alla nostra Storia più o meno recente, le trame spionistiche non mancano di certo. R: Certo: il romanzo ha una spruzzata di "rosa", in quanto Pietro e Mistral sembrano proprio destinati ad avere una storia d'amore. Suppongo ne sapremo di più in seguito... La prossima domanda è inevitabile: le coppie "eterosessuali" di investigatori sono abbastanza rare. A me vengono in mente alcuni esempi cinematografici: Nick e Nora Charles della serie cinematografica dell'"Uomo Ombra", impersonati da William Powell e Mirna Loy; i coniugi Hart della serie televisiva "Cuore e batticuore", cui prestano il volto gli attori Robert Wagner e Stefanie Powers, e soprattutto Fox Mulder (David Duchovny) e Dana Scully (Gillian Anderson) di X-files... Modelli molto diversi sia di collaborazione investigativa che di rapporto affettivo… Ricordo che gli ultimi due si caratterizzavano per essere lui un intuitivo, e lei una razionale metodica, e che nonostante fossero sentimentalmente attratti l'uno dall'altro mai passarono a una conoscenza biblica… Come si collocano Pietro e Mistal? S: Che bella ed intrigante domanda Rino! Senza svelare troppo posso risponderti che le cose non saranno facili tra loro… ci stiamo divertendo a mettergli un po’ i bastoni tra le ruote sia lavorativamente che sul piano personale…  D: Sono personaggi che stanno crescendo e si stanno sviluppando insieme alle storie, quindi potrebbero anche sorprendere noi stessi che li abbiamo creati. Così all’impronta, ti direi che, come qualcuno tra i nostri lettori ha acutamente notato, hanno un po’ il loro destino e le loro caratteristiche nel nome. Mistral è il nome di un vento, che scompiglia, rinfresca, però porta anche tempesta. Pietro è più granitico, duro, anche se la sua corazza ha molte crepe e fragilità. Ecco, sia nella vita privata, sia nell’indagare sono un po’ così. Impetuosa, intuitiva, “irregolare” Mistral; metodico, chiuso, tenace Pietro. Se vogliamo, quindi, in qualche modo potremmo vederlo come un rapporto Mulder-Scully invertito, se mi passi la semplificazione. E ognuno dei due ha ombre e luci interiori con cui fare continuamente i conti. Come dice Sabrina, in più noi gli mettiamo un po’ i bastoni tra le ruote! R: Venendo meno, per un attimo, al proposito di neutralità (ammesso che fosse realistico... ) devo dire che ho molto apprezzato l'ambientazione sulla costa ligure, così ben richiamata dalla copertina. Forse sono stato influenzato dalla mia nota "venerazione" montaliana, ma trovo il paesaggio che fa da sfondo alla storia, quello di una tipica località di villeggiatura ligure in estate, suggestivo quanto emblematico. Il clima che si respira in quei posti in quella stagione è particolare: la vivacità un po' caotica indotta  dalla calata dei turisti aggiunge un senso di euforia e voglia di vivere a un contesto di natura che, Montale docet, suscita, nel resto dell'anno, riflessioni esistenziali più profonde, anche più malinconiche… Nel vostro romanzo ho trovato entrambi gli aspetti, rimarcati spesso dalle variazioni meteorologiche… Avete voluto fare del contesto una specie di pedale di sottofondo che accompagna lo sviluppo della trama… Mi sbaglio? S: Non sbagli affatto, hai colto un elemento fondamentale anzi. “A distanza ravvicinata” ha la sua ragione d’essere proprio in relazione al luogo dove si svolge. Oltre a contenere una marea di suggestioni emotive dovute alla lunga frequentazione di Lavagna che ce la fa conoscere così bene, la cittadina è perfetta per risultare abbastanza raccolta da giustificare una distanza … ravvicinata, ma allo stesso tempo non è troppo piccola per renderla impossibile. Per intenderci, un borgo di mare tipo Camogli alla lunga non avrebbe retto alla struttura che abbiamo voluto dare alla storia. Ma c’è di più. Ed è proprio quel sapore montaliano al quale facevi riferimento. Una commistione di elementi che invita  a tuffarsi in se stessi anche nel mezzo di una piazza gremita per la Festa rivierasca più popolare e frequentata. D: Ho sempre pensato che il contesto debba risultare un protagonista alla pari degli altri personaggi del romanzo. Come ha detto Sabrina, abbiamo scelto Lavagna perché abbiamo scoperto di avere avuto dei trascorsi comuni in quella località, io addirittura ci sono nato. Le spiagge, il dedalo di stradine del centro, la piazza addobbata per il Palio dei Fieschi, la basilica di Santo Stefano con la sua imponente scalinata, le frazioni dell’entroterra sono immagini che “vivono” dentro di noi, hanno spessore e sostanza, per cui abbiamo cercato di trasmettere questo amore per la nostra terra anche nelle scene di un noir. A ennesima dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, che in Italia si possono ambientare ottimamente delle storie di tensione. La Liguria, poi, trovo che sia particolarissima, sotto questo aspetto. Citavi Montale, che ha fatto del paesaggio ligure una struggente metafora dell’esistenza e ti ringrazio per questo nobilissimo - e un po’ impegnativo - accostamento. Sicuramente il carattere ligure si è plasmato nel tempo sulle asprezze di una terra dura, che regala al contempo una bellezza abbagliante. Carlo Lucarelli, uno che se ne intende, definisce Genova una città “bella, ma pericolosa; molto affascinante e contraddittoria” e indubbiamente salta agli occhi come Genova e la Liguria abbiano un’anima impastata nella luce e nell’ombra. Esattamente come il noir. R: Da ultimo una domanda un po' più da addetti ai lavori, anche se so che i lettori sono incuriositi dall'argomento: come lavorate a quattro mani? Spero non  bisticciate spesso, eh! Io e Daniele, quando scriviamo insieme, abbiamo felicemente testato un metodo che garantisce la maggior omogeneizzazione stilistica. "A distanza ravvicinata", correggetemi se sbaglio, essendo  basato su due differenti angolazioni narrative che si alternano, coincidenti con i due protagonisti, per di più di sesso e dunque con approccio psicologico e visione della realtà diverse, dovrebbe aver richiesto un particolare sforzo per raggiungere la sintonia che si tocca con mano leggendo… S: In realtà devo dire che non c’è stato alcuno sforzo particolare. Ci siamo immediatamente trovati sulla storia che volevamo raccontare, ed essendo forse abituati, conoscendoci bene, a quelle che sono le nostre differenze caratteriali nella vita reale, ci è parso naturale muovere ed “accettare” due personaggi abbastanza diversi tra loro. Detto ciò, lo scambio e l’interazione sono stati continui e divertenti, in particolare ho il ricordo di una scena piuttosto lunga  scritta in “presa diretta”, ossia fatta di un dialogo costruito in tempo reale senza sapere l’altro cosa avrebbe risposto, anzi giocando a metterci in difficoltà l’uno con l’altra …  D: Chiaramente, anche se imperniato su due personaggi dai registri piuttosto differenti, pure il nostro romanzo ha richiesto un lavoro di amalgama stilistica, che non snaturasse eccessivamente, però, i caratteri dei due personaggi e le peculiarità narrative che offrivano. Lo scambio, quindi, è stato costante perché, come ben sai, scrivere a quattro mani richiede un confronto pressoché continuo. Tecnicamente, anche noi abbiamo fatto ricorso a quello che tu chiami “il nostro bicameralismo perfetto”, ossia il continuo rimando delle parti scritte dall’uno all’attenzione ed eventuale integrazione da parte dell’altro autore. Ritengo che sia anche un modo stimolante di mantenere attiva la sinergia su ogni parte di un progetto comune e in questo la condivisione dei file su Google Drive, per esempio, rappresenta davvero un supporto insostituibile sotto il profilo tecnico. Quanto ai bisticci, si sa… notoriamente io ho un ottimo carattere, impossibile discutere o bisticciare con me! E dopo averla sparata di questo calibro, scappo, non prima però di aver ringraziato te per questa bella chiacchierata e aver salutato i lettori del blog che, spero, diventeranno anche i lettori di “A distanza ravvicinata”! S: Grazie di cuore anche da parte mia! Buone letture a tutti! Rino Casazza GLI ULTIMI LIBRI DI RINO CASAZZA: GUARDA Read the full article
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newsintheshell · 5 years
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J-POP, i nuovi titoli disponibili da oggi
La clinica dell’amore, il manga di Haruka Inui torna in un’edizione da collezione.
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Di seguito trovate tutte le nuove uscite targate J-POP, disponibili da oggi nelle fumetterie, librerie e nei maggiori store online.
LA CLINICA DELL'AMORE - BOX (1-5) di Haruka Inui - € 65,00 
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Il grande classico del fumetto erotico-demenziale ritorna nella sua edizione definitiva in grande formato, raccolto in un box da collezione.
Per i problemi di natura sessuale, la porta a cui bussare è quella della Clinica dell'amore del Dottor Sawaru Ogekuri. Assistito dalla procace infermiera Ruko, questo brillante (e assatanato) luminare riuscirà a risolvere ogni caso, ricorrendo a terapie "alternative" in cui il principio attivo è la sensualità! 
APPROFONDIMENTO SULL’OPERA:
«All’interno della Ogenki Clinic», spiega Jacopo Costa Buranelli, literary director di J-POP Manga, nella postfazione del volume, «sembra esserci del surrealismo in ogni episodio, ma in realtà la problematica è quasi sempre tutta reale, dissacrata e curata in modo esilarante. Uno degli aspetti che rende Ogenki Clinic un cult nel mondo anime e manga è proprio la parodia di situazioni e problemi tipici della società, in primis quella giapponese (ovviamente, essendo un manga), ma riuscendo a coinvolgere anche le altre culture, poiché il sesso è bello nella sua varietà di interpretazioni, eppure è anche così universale nella sua funzione biologica».
L’opera, emblema del genere Hentai (letteralmente anormale ndr), deve tutto alla comicità dell’autore, il leggendario Haruka Inui. Il maestro inizia a disegnare La clinica dell’amore nel 1987 per la rivista Play Comic di Akita e il suo lavoro è un progetto sia visivo che linguistico.
«L’autore gioca sulle figure di altri manga», continua Buranelli, «altri personaggi conosciuti dai suoi lettori. Modifica, trasforma, caratterizza nel modo più spensierato e divertente possibile. Ci mostra la biancheria intima delle idol, star dell’entertainment giapponese considerate pure e inviolabili dai fan, ci parla di omosessuali e travestiti, persino di ermafroditi senza moralismi e a ogni personaggio affida una caratteristica speciale che torna ciclicamente nelle bizzarre avventure mediche. E questi personaggi sono inseriti nelle varie facce del suo Giappone, nelle pieghe contraddittorie di un pese dove ufficialmente la prostituzione è illegale, eppure ci sono club per adulti regolamentati da una sorta di “consenso del servizio” come quelli che frequentano alcuni pazienti di Ogekuri. La Clinica dell’amore è un vero e proprio cult manga. Qualcosa che torna sempre di moda e che piace sempre agli appassionati di fumetto giapponese».
MIYAMOTO MUSASHI di Shotaro ISHInoMORI -  € 15,00  
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La vita del più famoso dei samurai dalla tormentata giovinezza al leggendario duello contro Kojiro Sasaki sull'isola di Funajima (entrato nell'immaginario comune come simbolo ultimo della sfida d'onore in cui vincono tenacia, abilità e coraggio), per arrivare agli ultimi giorni in cui mise per iscritto la sua filosofia di vita ne Il Libro dei Cinque Anelli. La figura di Musashi viene approfondita anche in due postfazioni firmate dal professor Leonardo Vittorio Arena e dal fumettista Roberto Recchioni.
MAGICAL GIRL SPEC-OPS ASUKA 1 di Makoto Fukami, Seiko Yokiya, Naoya Tamura -  € 6,50  
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L'umanità, attaccata da una misteriosa creatura ostile, rischiava di estinguersi; tuttavia, grazie all'intervento delle Magical Girls, è riuscita a sopravvivere. Tre anni dopo, una nuova minaccia mette in pericolo il mondo e Asuka, leader delle Magical Girls che sperava di essersi lasciata le difficoltà della guerra alle spalle, dovrà impugnare di nuovo le armi per combattere!
YARICHIN BITCH CLUB 1 di Ogeretsu Tanaka -  € 6,90
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Appena arrivato in una nuova scuola maschile tra i monti, Takashi Tono deve decidere a quale club iscriversi. Alla fine sceglie l'apparentemente tranquillo club di fotografia, conosciuto anche con il nome di "Yarichin Bitch Club", per la presenza di affascinanti senpai. Da subito nel mirino di alcuni di questi, la sua vita liceale si preannuncia stuzzicante… Un nuovo appassionante yaoi dalla maestra Ogeretsu Tanaka!
SWORD ART ONLINE PROJECT ALICIZATION (MANGA) 1 - 2 di Reki Kawahara, abec, Koutarou Yamada - € 6,90
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Kirito viene assunto da una potente azienda per aiutare a sviluppare intelligenze artificiali. Il suo compito sarà immergersi, senza memoria, in un mondo virtuale popolato da AI per capire come funziona la loro mente. In questo luogo dove il tempo è relativo, lo aspettano anni di avventure!
SWORD ART ONLINE - ALICIZATION TURNING (LIGHT NOVEL) 11 di Reki Kawahara, abec -  € 12,00  
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All'interno del misterioso mondo fantasy, Kirito ed Eugeo sono diventati Spadaccini d'alto livello all'Accademia Imperiale di Scherma di Centoria nord e passano le loro giornate allenandosi per diventare Cavalieri d'Integrità. Il tempo trascorre serenamente finché... le loro attendenti non cadono nella sordida trappola di due nobili.
DUDS HUNT - NUOVA EDIZIONE di Tetsuya Tsutsui - € 6,90
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Dopo il riformatorio, il giovane Nakanishi prova a scrostarsi di dosso un passato da criminale, ma ben presto si rende conto di non riuscirci. Quando la vita comincia a diventare stressante, viene invitato da un utente anonimo a partecipare a un misterioso gioco online di nome Duds Hunt, in cui vige una sola regola: tutto è lecito.
RE:ZERO (LIGHT NOVEL) 5 di Tappei Nagatsuki, Shinichiro Otsuka - € 12,00
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Dopo essersi separato a malincuore da Emilia, Subaru si rifugia nella villa di Crusch, con la fedele Rem al seguito e il cuore profondamente addolorato. Mentre il senso di impotenza lo consuma, viene a sapere che la mezz'elfa si trova in difficoltà e decide di correre in suo aiuto.
GOBLIN SLAYER 4 di Kumo Kagyu, Kousuke Kurose, Noboru Kannatuki - € 6,50
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Dalla missione con il gruppo dell'elfa alla richiesta di partecipare al colloquio da parte della receptionist, la vita di Goblin Slayer sta iniziando pian piano a cambiare. Nel mentre arriva una nuova richiesta di sterminio goblin. La battaglia all'interno del labirinto sotterraneo della Città dell'acqua ha inizio!
LE MONTAGNE DELLA FOLLIA 2 (di 4)  di H.P. Lovecraft, Gou Tanabe - € 6,90
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La serie segue la terrificante cronaca di una spedizione scientifica che, sperando di svelare i segreti del Polo Sud, si imbatte nelle tracce di una civiltà risalenti agli eoni più oscuri della Storia della Terra. Preparatevi a rabbrividire!
L’opera è già disponibile completa, raccolta in un box da collezione. 
SilenziO)))
[FONTE]
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my-claudio-gobbi · 6 years
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24 05 2017 – VISITA ALL’IPPODROMO
24 05 2017 – VISITA ALL’IPPODROMO
Redazione JJcdH
PARTE LA NUOVA STAGIONE DI #SCOPRISANSIRO PER I PIU’ PICCOLI: I PRIMI 50 ALUNNI IN VISITA NEI GIORNI SCORSI ALL’IPPODROMO
Riparte il progetto dedicato agli istituti scolastici di Milano e provincia che in soli tre anni ha coinvolto piùdi 2000 bambini in un tour guidato e gratuito che si snoda tra natura, storia, arte e le scuderie per ammirare i cavalli da corsa.
Milano, 28 febbraio 2019 – Con il bel tempo, l’Ippodromo #SNAI San Siro si rianima e, in attesa dell’apertura ufficiale prevista per il 16 marzo, riapre i suoi battenti ai primi visitatori: i più piccoli. Questa mattina si è tenuta infatti la prima visita della nuova stagione del Progetto Scuola #ScopriSanSiro per i più piccoli, l’iniziativa didattica promossa da #Snaitech, società proprietaria dell’ippodromo, che coinvolge gli istituti scolastici di Milano e della provincia. Cinquanta bambini della scuola primaria Istituto Comprensivo Borsi di Milano, accompagnati da tre docenti, hanno partecipato al tour guidato e gratuito che si svolge tra i viali alberati dell’Ippodromo e che mira a svelare ai bambini le meraviglie dell’unico ippodromo al mondo dichiarato “monumento di interesse nazionale”.
Quella di stamattina è stata la prima di una serie di visite che si susseguiranno durante tutto l’anno scolastico all’interno di quella che si prospetta come la più entusiasmante stagione del Progetto Scuola #ScopriSanSiro per i più piccoli. Ogni settimana sarà la data la possibilità ad una scuola elementare di partecipare, con le proprie classi, ad un tour guidato che mira a coinvolgere i ragazzi in un percorso didattico e ludico in grado di toccare diverse tappe all’interno dei ben 700.000 metri quadrati di area verde dell’Ippodromo: dalle piste di allenamento dei cavalli alla Palazzina del Peso, dal Giardino Botanico fino a quella che è probabilmente la tappa preferita dai bambini, quella all’interno delle scuderie ad ammirare i cavalli da corsa. Il tour si conclude con una merenda ai piedi dal maestoso Cavallo di Leonardo, una delle più imponenti statue equestri al mondo, che quest’anno sarà protagonista del Leonardo Horse Project, l’iniziativa ideata da Snaitech per commemorare Leonardo Da Vinci all’interno delle celebrazioni dei 500 anni dalla sua morte.
Avviato tre anni fa, il Progetto Scuola #ScopriSanSiro per i più piccoli si inserisce in un più ampio progetto di valorizzazione avviato da Snaitech per far rivivere l’Ippodromo oltre l’ippica in tutti i suoi spazi. Parallelamente al successo di questo percorso, che in soli tre anni ha portato all’ippodromo oltre 500.000 visitatori, anche il Progetto Scuola #ScopriSanSiro per i più piccoli è stato molto apprezzato: l’iniziativa ha già dato la possibilità di visitare l’ippodromo a più di 2000 bambini delle scuole elementari milanesi. Alla luce dell’entusiasmo riscosso, quest’anno Snaitech mira a fare ancora meglio per dare la possibilità ad un numero sempre maggiore di bambini di scoprire un luogo immerso nel verde, nel cuore della propria città, dove possono osservare e persino accarezzare dei cavalli dal vivo.
Scuola in #ippodromo. Il progetto #Snai per i giovani appassionati (e i giocatori) di domani. Redazione JJcdH PARTE LA NUOVA STAGIONE DI #SCOPRISANSIRO PER I PIU’ PICCOLI: I PRIMI 50 ALUNNI IN VISITA NEI GIORNI SCORSI ALL’IPPODROMO…
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lamilanomagazine · 2 years
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"Buongiorno mamma!" va in onda su Canale 5 con la seconda stagione
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"Buongiorno mamma!" va in onda su Canale 5 con la seconda stagione.   Nella nuova stagione della serie, prodotta da Rti e Lux Vide, tornano Guido Borghi (Raoul Bova) e Anna (Maria Chiara Giannetta) con la loro famiglia fuori dal comune e con nuovi intriganti misteri per emozionarci ancora. Nel cast, oltre a Bova e Giannetta, ritroveremo tutti gli attori più amati della prima stagione: Elena Funari, Matteo Oscar Giuggioli, Ginevra Francesconi, Beatrice Arnera, Stella Egitto, Marco Valerio Bartocci, Barbara Folchitto, Filippo Gili, Giovanni Nasta e Federico Cesari. Con loro anche nuovi talentuosi attori come Luca Angeletti, Alessandro Cosentini, Nicoletta Di Bisceglie,Thomas Santu e Kelum Giordano. “Buongiorno, Mamma!” è diretta da Alexis Sweet e Laura Chiossone, scritta da Elena Bucaccio con Lea Tafuri e Leonardo Valenti. La nuova stagione, in sei puntate, ci porta ancora una volta dentro le vicende della famiglia Borghi, una famiglia speciale, con una mamma speciale. Una famiglia che si troverà ad affrontare nuove sfide e nuove difficoltà. Come sempre vedremo la storia del presente intrecciarsi con quella del passato. E non mancherà la linea mistery che ci porterà a svelare nuovi segreti e nuove verità. La seconda puntata di “Buongiorno, Mamma!” andrà in onda venerdì 17 febbraio.   PRESENTAZIONE Eccomi qui, mi vedete? Sono la donna con gli occhi chiusi, nel letto al centro della casa. Qualcuno mi chiama Bella Addormentata, altri paziente in stato vegetativo. Ma per le persone che amo di più sono semplicemente la mamma. Sono passati otto anni da quando sono entrata in coma. Ma come sono diventata la Bella Addormentata? È da questa domanda che nasce la seconda stagione di Buongiorno, mamma! Del resto Anna lo aveva preannunciato, il suo coma non è stato un incidente. Qualcuno lo ha causato. Ma chi e perché? Quali altri segreti nasconde il passato della famiglia Borghi/Della Rosa? Maurizia che otto anni fa suona alla porta di Anna e Guido, rivelando di essere ancora viva, è sogno o realtà? Cosa succederebbe se il misterioso colpevole dell’incidente di Anna dovesse tornare? Solo scoprendo chi ha fatto loro del male in passato, i Borghi riusciranno ad evitare che il pericolo si rinnovi nel presente. Perché le famiglie non sono linee rette, ma un magma in cui tutto si unisce e ritorna, un universo complesso in cui gli errori del passato possono essere sconfitti solo spalancando gli occhi, in cerca dell’unica cosa che può salvarci. La verità. Ed è proprio “la verità” che scopriremo in questa stagione. Ma Buongiorno, mamma! è soprattutto una serie sulla famiglia, una famiglia del tutto particolare che si troverà anche quest’anno ad affrontare nuove sfide e nuovi ostacoli. Guido per anni si è rimboccato le maniche, ha sempre rispettato la presenza emotiva di Anna, ma è stato padre e madre e le scelte da fare in una famiglia sono tante. E forse oggi si troverà davanti alla scelta più difficile della sua vita. Sole sta per partorire e la presenza di una neonata in casa potrebbe rappresentare un pericolo per le condizioni sempre un po’ al limite di una donna in coma. Che cosa ne sarà di Anna? Cosa sceglierà Guido? Saprà rinunciare all’amore della sua vita, per accogliere in serenità la figlia di Sole? E i suoi figli, come reagiranno? Ognuno di loro dovrà affrontare presto nuove sfide e nuove delusioni. E questo Anna lo sa bene. Io sento le parole di Jacopo in cerca del suo posto nel mondo, sento Sole che è ancora figlia, ma è troppo confusa per diventare mamma… sento Francesca, scappata via in cerca dell’amore strappacuore e tornata piena di dubbi, sento Michelino e la sua voce tenera e curiosa. Sento anche Agata fare i conti con una famiglia ritrovata, ma da cui ora si sente esclusa. Anna sente. Sente ma non può fare nulla per aiutare la sua famiglia. O forse sì? I medici lo dicono dal primo giorno, servirebbe un miracolo. Non si può restare sospesi per sempre... C’è un tempo per vivere... e c’è un tempo per lasciarsi andare... E ad Anna, cosa toccherà? La famiglia Borghi/Della Rosa è sopravvissuta a tutto. Alla malattia, al dolore, agli sbagli. E di fronte ad un miracolo, saprebbe sopravvivere? Ognuno di loro dovrà lottare per non dimenticarsi che è sul confronto che si fonda la famiglia, sul non lasciarsi andare, non voltarsi dall’altra parte. Sul preoccuparsi. Uno dell’altro, sempre. Sul ridere di cose sciocche e inventare nuove consuetudini. Perché il matrimonio, la famiglia, non restano uguali nel tempo. Non esiste l’amore eterno. Esiste l’amore che eternamente si rinnova. Si può litigare, l’importante è non andare via. Restare. Ed essere pronti a dire ogni mattina, oggi e per sempre: Buongiorno, mamma! CAST ARTISTICO: GUIDO BORGHI                        Raoul Bova ANNA DELLA ROSA        Maria Chiara Giannetta AGATA SCALZI Beatrice Arnera FRANCESCA BORGHI   SOLE BORGHI Elena Funari   Ginevra Francesconi JACOPO BORGHI Matteo Oscar Giuggioli MICHELE BORGHI Marco Valerio Bartocci MAURIZIA SCALZI   CARMINE   LUCREZIA DELLA ROSA   FILIPPO DELLA ROSA Stella Egitto   Luca Angeletti   Barbara Folchitto   Filippo Gili MAURO   GREGORIO “GREG” Thomas Santu   Giovanni Nasta KARIM   FEDERICO Kelum Giordano   Federico Cesari PAOLO Alessandro Cosentini LEA Nicoletta di Bisceglie VINCENZO COLAPRICO Domenico Diele  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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vecchiato · 4 years
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Situazioni, storie, ricerche, vissuto personale… quante cose ancora si devono mettere in campo per parlare di arte? Un artista deve sempre svelare se stesso e le proprie emozioni o si accontenta di essere patina superficiale senza grattare lo spazio sottostante? Oltre ciò che si vede, oltre la tela dipinta, la scultura plasmata, la traccia di ciò che è stato e che ora è si ritrova nel visibile, nell'opera finita, ma oltre l'immagine c'è la storia di chi ha usato i colori, le forme e si è posto un solo obiettivo: creare. Diffidare sempre di chi crea per moda o per inseguire il guadagno facile, gli applausi arrivano, i soldi pure, ma poi? Cosa succederà di chi si è fermato a trovare un unico metodo e un'unica realtà visiva? Si perderanno tutti. Poco importa ai posteri il ricordo di chi si è stati, dei successi più o meno effimeri e della vanagloria, ma è questa la vita che si desiderava? È questo ciò di cui si aveva necessità? Tra "la vita è adesso, ora" e "non mi importa di ciò che si crede di me, io continuo" passa un infinito mondo di dubbi, domande, affermazioni. Meglio la gloria subito ed effimera o il riconoscimento poi in base a studio e osservazione? Poco importa chi vince la sfida, importante è non gettare mai perle ai porci col rischio di calpestare il fango che circonda la terra dove si cammina arrivando a sporcare il cammino e l'anima. È facile scendere a compromessi, è superfluo ricordare che i sogni chiusi dentro un barattolo se non liberati odorano di marcio, è inutile creare se non si può mostrare e allora perché questo "tormento ed estasi" continuo? Un tarlo che spinge sempre a fare, fare, fare e mai fermarsi. Chi crea per business, chi per passione, chi per amore, chi perché non ha niente altro da fare e niente altro sa fare, eppure in un mondo a cui viene dato (quasi) sempre lo spazio al pensare e all'agire si è sempre più immischiati in una solitudine globale e il silenzio può urlare in mezzo alla folla, tanto nessuno lo ascolta. Indifferenti tra i mille richiami delle metropoli tra i milioni di utenti che si attaccano alle reti di comunicazione ognuno vive il proprio mondo non accorgendosi di essere in realtà il pulviscolo di polvere sul tetto delle stelle. E passa tutto oltre, tutto avanti, tutto scorre perché non c'è mai tempo, il vero male contemporaneo, manca il fiato dopo la corsa, ma lo corsa non è finita, qualcuno ti supera sempre e bisogna continuare e riprendere a correre. Sarebbe bello e necessario poter sedimentare e lasciare le ore pigre alle spalle, prendersi quel poco che serve per capire e per creare, per mostrarsi poi. Invece? Nulla. Si inseguono sogni che corrono dietro ad altri voli onirici, si raggiungo mete per scavalcarne altre, si conta solo in base a quanti like si fanno, a quanti followers si riescono a raccattare, è questa la vita che vogliamo? A quanto pare sì. Dov'è finito il tempo per la noia? Per creare nonsense e movimenti, per sbagliare e ricominciare? Dove sono gli artisti e i creativi? Perché tutti presi da diventare qualcuno, di essere visibile e conosciuto? Neppure i reality show son più tali, quale realtà falsata devono ancora dimostrare? Voglio perdere la testa leggendo un libro difficile, scervellarmi di fronte ad un'opera all'apparenza insignificante, sforzare gli occhi rischiando di a perderli, ribaltare il capo fino a farmi male per riuscire a comprendere, voglio spiegazioni forzate, lontane, difficili e nessuno che mi dica il perché si fa quello che si fa. Voglio scrivere senza rileggere, almeno perciò che riguarda questo testo e queste righe, perché all'uomo si perdona tutto, tranne gli sbagli ed io voglio ancora sbagliare, perché dai propri errori si impara e la mancanza di perfezione è il dubbio che fa continuare a crescere e a credere che si può far di meglio altrimenti come la si spiegherebbe l'ansia da prestazione e da creazione che ha coinvolti insoddisfatti personaggi celebri nell'arte come Leonardo di cui ancora oggi a cinquecento anni dalla sua morte ancora si parla? Non si sa cosa sarà, cosa si è e cosa si vuole, ma nell'incertezza si viaggia, si sbaglia, si impara, si segna il tempo, ora. Massimiliano Sabbion www.maxiart.it
http://vecchiatoart.blogspot.com/2020/05/tieni-il-tempo-e-tienilo-per-te.html
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tmnotizie · 5 years
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CIVITANOVA MARCHE – “Segna il +15% il botteghino del cinema a Civitanova”. Il presidente TDiC Aldo Santori annuncia il dato Cinetel delle sale Rossini e Cecchetti nel 2019.
“Per noi è un ottimo risultato: abbiamo avuto 156mila euro di incasso rispetto ai 134mila dello scorso anno e ai 135mila del 2018, considerando i giorni di apertura relativi solo al cinema, dato che i teatri vengono utilizzati anche per altri appuntamenti. Le presenze sono state 31.510.
Quest’anno, grazie alla pellicola di Checco Zalone, abbiamo iniziato bene: l’evento di Capodanno è stato un successo con più di 700 spettatori che hanno apprezzato moltissimo quanto proposto e speriamo di incrementare le entrate rispetto al 2019. Voglio sottolineare che questi buoni risultati riguardano anche l’Amministrazione, perché la nostra è un’azienda del Comune; quindi i segni positivi rappresentano un successo per tutta la città”.
Tra i nuovi appuntamenti del 2020, presentati questa mattina in conferenza stampa dal presidente e dalla vice presidente TDiC Michela Gattafoni, dal filosofo-storyteller Cesare Catà e dalla presidente Unitre Marisa Castagna, c’è il nuovo ciclo dell’arte al cinema, proposto sempre al Cecchetti, e Catà Rifrangenze.
“Otto appuntamenti con l’arte – dichiara Gattafoni – dalla prossima settimana fino a giugno: Le opere di Leonardo, Botero, Gli impressionisti segreti, Maledetto Modigliani, La Pasqua nell’arte, Raffaello, Botticelli e Firenze, Lucian Freud. Proiezioni alle 18.30 e alle 21”.
Graditissimo ritorno è quello di Cesare Catà, con la seconda edizione di Catà Rifrangenze. Quattro serate di lezioni spettacolo con frammenti cinematografici al cine-teatro Cecchetti: si inizia il 28 gennaio con Il grande Gatsby con Leonardo DiCaprio; quindi il 25 febbraio con Pretty Woman; il 25 marzo con Mary Poppins e l’8 aprile con La gatta sul tetto che scotta.
“Questo è un format esclusivamente civitanovese – afferma Catà -, pensato per questa città. Un appuntamento mensile da gennaio ad aprile, con 4 film che hanno in comune un sottotesto letterale: proporrò frammenti di cinema, racconti e letture per svelare le storie nascoste dietro a queste pellicole”.
L’ingresso costa 10 euro, ridotto 8, ma il primo incontro sarà ad entrata gratuita grazie alla collaborazione con Unitre. “La prima edizione ci è piaciuta tantissimo – sostiene la presidente Castagna – e abbiamo deciso di rinnovare il nostro sostegno per ripetere questa bella esperienza”.
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pangeanews · 6 years
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“Una contraddizione così misteriosa…”: dialogo con Pedro Luis Ladrón de Guevara, il traduttore di Dino Campana
Tradurre è un gesto di devozione arcana, perché entrare nel linguaggio di un altro significa sfidarne e sfigurarne il destino. Vuol dire svelare le intimità: lavare i verbi, detergerli, per capire come suoneranno, cosa significheranno nell’altra lingua. Ci deve essere una sintonia pazzesca nel tradurre i poeti. A Pedro Luis Ladrón de Guevara, che insegna letteratura italiana all’Università di Murcia, dobbiamo molto: se in Spagna si conoscono i grandi poeti italiani e la grande letteratura – al di là dei libri stampati per ‘far cassa’ – il merito è suo. In particolare, la fascinazione è stata per Campana, di cui ha scritto tanto, curando la traduzione dei Canti orfici. Un sunto dei suoi studi è reperibile, per altro, in Italia, nel volume Campana dal vivo. Scritti e testimonianze sul poeta (2006). Pedro Luis Ladrón de Guevara si è occupato di Alessandro Manzoni e di Leopardi, di Piero Bigongiari e del rapporto tra Jorge Guillén e Leonardo Sciascia, della Poesia di Saba in Spagna e di Mario Luzi, di cui ha tradotto la prima importante antologia in spagnolo. Soprattutto, Pedro si occupa dei contemporanei – ha lavorato sull’opera di Tabucchi, lavora su quella di Valerio Magrelli, di Calasso, di Claudio Magris e di Marisa Madieri – più attento ai sommovimenti della letteratura italiana lui di tanti critici con il frac di casa nostra. In lui, professore di prestigio, già Cavaliere al merito della Repubblica italiana, convivono più anime: quella dello studioso e del poeta. Quest’anno l’editore Ensemble ha pubblicato la raccolta Tornerò dov’ero (con le parole di Claudio Magris a introdurla, “Ma la poesia non muore; continua a cercare, a individuare, ad amare la diversità del mondo anche nello sguardo di un bambino massacrato, perché nemmeno la morte riesce a cancellare l’irripetibile unicità dell’individuo”), del suo romanzo La campana rasgada si è occupato con brio, un paio di anni fa, il Corriere della Sera. Il legame con l’Italia è testimoniato dal volume fotografico e poetico Viaggio in un’Italia senza tempo (Aracne, 2015)
Pedro Luis Ladrón de Guevara Mellado, professore all’Università di Murcia, poeta e grande traduttore
Intanto, Dino Campana. Come ti sei avvicinato alla sua opera, come lo hai studiato, perché?
Mi sono piaciute subito le sue poesie, per quel mistero che possedono ma allo stesso tempo sono così realistiche. Sembrava tutto una contraddizione misteriosa e poetica! Non avevano nulla a che vedere con il Futurismo del suo tempo e invece potevano essere di una forte modernità. D’altro canto non capivo come mai venisse considerato da molti critici uno dei padri dell’ermetismo – grande movimento poetico del Novecento italiano – eppure dedicavano appena qualche riga nella storie della Letteratura Italiana alla sua figura e la sua poesia. Non era coerente.
Quali sono i suoi aspetti poetici che ti appassionano?
Con il tempo ho capito che la poesia di Campana è di un grande trasrealismo, cioè riesce a trasformare la realtà in qualcosa di magico e apparentemente incomprensible. Due esempi: nel brano 12 della Notte non c’entrano le droghe come qualcuno ha voluto far credere, il brano non è altro che l’entrata in un cinema, una tenda dove si entra nel buio, vede i funerali della battaglia di Mukden, i morti della guerra giapponese, vedute di Parigi e Londra, e mai come allora sarebbe stato così vicino a quella donna che dopo finita la seduta si allontanerà… E la sensazione, che abbiamo ancora oggi quando usciamo dal cinema, quella di sentirsi fuori dal tempo e dal luogo. O Pampa, uno dei brani più belli sulla velocità futurista, non essendo un testo futurista: “Dov’ero? Io ero in piedi: Io ero in piedi: sulla pampa nella corsa dei venti, in piedi sulla pampa che mi voleva incontro”. Immagine che ci fa ricordare la scena più famosa del film Titanic girato novanta anni dopo con Winslet e Di Caprio dalla prua della nave.
Come si traduce, infine, la poesia così espressiva di Campana?
Per tradurre Campana ho avuto bisogno di capire il testo e delle volte non capendo un brano è facile cadere nell’errore, ma mi sono lasciato trascinare dal testo stesso e dalla sua musicalità.
La letteratura italiana. Come ti sei avvicinato ad essa, cosa ti affascina di essa?
Mi sono avvicinato per caso, come tante cose nella vita (forse non esiste chi abbia conosciuto una persona fondamentale nella sua vita a una festa alla quale non pensava andare, decidendo all’ultimo momento!). Dopo gli anni di giurisprudenza dovevo fare Lettere una lingua straniera. Ho optato per italiano. Nella mia biblioteca poetica c’erano Keats, Hölderlin, Lautréamont, Gilgameš e anche Leopardi. È stato allora che cominciai ad approfondire i poeti italiani: Dante e il suo meraviglioso Paolo e Francesca dove si mettono a confronto poeta e teologo, Ariosto, Verga, Pirandello, Ungaretti… e Campana.
In Spagna, che idea si ha della letteratura italiana?
Le persone di una certa cultura conoscono i classici. Per quanto riguarda la contemporaneità ci sono gli autori conosciuti dappertutto che difondono le loro opere alle fiere di Francoforte e di Guadalajara, e dopo quelle piccole case editrici che fanno conoscere opere allontanate del grande circo del libro. Ricordo che Caproni è stata pubblicato per la prima volta in Spagna negli anni Novanta grazie a una di queste piccole case editrici, Huerga e Fierro che ha pubblicato anche Magris, Bonaviri, Luzi, Morandini. O Marisa Madieri da Minúscula.
Sei, anche, poeta riconosciuto. Come si compenetra, nella tua poesia personale, l’amore per la letteratura italiana?
Molti in Spagna pensano che il mio tono poetico abbia qualcosa di strano che non riescono a capire. La risposta è semplice, le mie letture sono in spagnolo e in italiano, lingua nella quale leggo anche autori stranieri (nella mia biblioteca le poesie complete di Szymbosca sono in italiano). Perciò le due lingue vengono usate nella mia vita giornaliera. E la mia poesia non può sfuggire a questa realtà. Certo, non posso scrivere ormai usando la rima, come nell’Ottocento, e mi chiedo: se la pittura ha avuto un’evoluzione perché la poesia dovrebbe restare come prima? Nessuno osa guardare una pittura di Picasso e chiedere perché c’è un solo occhio invece di due… Ma in poesia molti contano ancora le sillabe per vedere se è una vera poesia. Ciò che conta è che la poesia deve avere un ritmo poetico che colpisca, e se io non riesco a ottenerlo delle volte allora è una mia sconfitta sulla carta bianca, così come trovare la parola o espressione giusta è una grande vittoria.
Quali sono i tuoi ‘padri’, le tue influenze?
Inizialmente, i classici che ho nominato prima. Dal 1993 in poi ho organizzato a Murcia degli incontri con scrittori italiani, cominciai con Antonio Tabucchi e Claudio Magris, ho proseguito con Francesca Sanvitale, Morandini, Consolo, Del Giudice, Magrelli, La Capria, Rugarli, Nanni Balestrini… e Mario Luzi di cui pubblicai la prima antologia di poesie in Spagna (anche se in realtà era apparso un libricino di 58 pagine nel 1962) e una raccolta di saggi dove Mario parlava di poesia. Anche Valerio Magrelli è venuto allora e abbiamo fatto amicizia. Le strade di Murcia sono state percorse da Jorge Guillén, che lì è stato professore. Ricordo Bonaviri che mi ha fatto diventare uno stregone con Don Chisciotte e La Capria che mi presenta in “Il circolo di Granda”.
Allargo il campo. Come vive oggi in Spagna un ‘letterato’, un intellettuale? La società spagnola assegna un ‘ruolo’ particolare al poeta, allo scrittore? Che rapporti esistono tra il poeta e il ‘potere’?
In realtà la società – non penso soltanto a quella spagnola – cerca di classificare, di assegnare un ruolo, di etichettare, in modo che se sei professore ti vedranno sempre come docente, e se sei poeta allora nessuno ti vede come professore. E così bello per la gente semplificare gli esseri umani e le cose! Io sono una persona che cerca di scrivere poesie. Una volta una studentessa mi ha detto per farmi un complimento che non ero un’intellettuale. Le ho dovuto spiegare che intellettuale è chi riflette sui fatti sulle cose, sull’origine dei problemi che abbiamo, usa l’inteletto. E questo non sempre piace al potere, bisogna diventare politico nel senso di polis non di partito. Voglio dire che dobbiamo preocupparci delle questioni sociali, delle persone che formano questa umanità dolente. Il potere continua a volere “pane e circo” (il circo lo puoi intendere, oggi, per calcio o Grande Fratello). L’amico Antonio Tabucchi era un grande intellettuale molto critico con i politici. Il poeta cerca di raccogliere momenti speciali e ingabbiarli nelle parole.
Su quale autore italiano vorresti lavorare, ora?
Adesso lavoro sulla coppia Marisa Madieri-Claudio Magris. Studio gli archivi e i documenti. Il rapporto di Magris fra giornalismo e romanzo, fra il giornalista e il saggista. Qualche mese fa ho parlato a Salmanca per gli 800 anni dell’Università delle trace che si trovano nelle opere di Magris dei suoi articoli sui giornali. Ma non ho finito lui ha pubblicato centinaia e centinaia di articoli. Per non parlare delle intervista.
Quale autore ti ha dato più soddisfazione tradurre? 
Non saprei dire che autore mi ha dato più soddisfazione, so soltanto che la soddisfazione arriva ogni volta che riesci a trovare la soluzione a un sintagma o a un’espressione che inizialmente non è chiara. Invece, il più bel complimento è quando qualcuno ti dice che non sembra una traduzione, allora capisci che ce l’hai fatta. Claudio Magris ha detto in una certa occasione che il traduttore, in questo caso io, era coautore del suo libro “Lontano da dove”. Mai come allora mi sono sentito così felice ma anche caricato di una responsabilità di cui non mi ero accorto.
L'articolo “Una contraddizione così misteriosa…”: dialogo con Pedro Luis Ladrón de Guevara, il traduttore di Dino Campana proviene da Pangea.
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gaetaniu · 7 years
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Gioconda, la scoperta dello studioso: l'anfora o il volto di Leonardo che compare arrotolando il quadro
Gioconda, la scoperta dello studioso: l’anfora o il volto di Leonardo che compare arrotolando il quadro
Sulla Gioconda di Leonardo da Vinci emerge una nuova, straordinaria, teoria. In grado di cambiarne la storia. A svelare il mistero del quadro sarebbe stato lo studioso Paolo Militone, che avrebbe individuato un elemento in grado di fornire una “ulteriore nuova chiave di lettura, tutta italiana, su questo famoso capolavoro leonardesco”. La scoperta sarebbe avvenuta osservando una fotostampa della…
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