#su alcuni eventi e passaggi
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ciao Giulia, spero di non dare fastidio con questa domanda ma ti considero una persona autorevole a cui chiedere ahahah. vorrei leggere Moby Dick, ma sono indecisa se leggerlo in inglese o in italiano, tu cosa consiglieresti? un abbraccio !! <3
ma buonaserissima! ma figurati, disturbo proprio non pervenuto, a maggior ragione quando si tratta di questi nobili temi <3
ALLORA secondo me l’inglese di moby dick è croce e delizia del libro, perché in alcuni passaggi lo trovo molto difficile (solo alcuni, non voglio spaventarti, ma ci sono dei punti, magari più allusivi, per comprendere i quali devi stare contemporaneamente su più livelli di lettura, che in inglese risultano ancora più complessi). se hai già letto altri classici in lingua originale avrai sicuramente presente la sensazione. allo stesso tempo, anche questo elemento di difficoltà è parte del fascino del romanzo, e ti obbliga a stare più tempo su una pagina, a rileggerla per capirla a fondo - che è comunque una cosa che apprezzo.
quindi! ovviamente poter leggere un libro in lingua originale è sempre un valore aggiunto, perché entri in contatto diretto con le parole che l’autore ha voluto scegliere per veicolare un certo messaggio, con il loro ritmo, con la loro musicalità etc etc. e moby dick non è da meno (gli stessi passaggi ostici diventano meno ostici man mano che entri in confidenza con lo stile del libro, il tono con cui ishmael narra gli eventi e ragiona ecc), quindi punterei sull’inglese.
io la prima volta l’avevo letto in italiano, perché ce l’avevo già e non sapevo che mi sarebbe piaciuto così tanto. poi l’ho riletto in inglese, alle volte riprendendo il testo in italiano per le parti più ostiche. ti consiglio di fare così, nel caso! oppure, se ti risulta troppo difficile, puoi fare l’inverso e leggerlo in italiano, passando all’inglese per le parti che magari vuoi leggere anche in originale. tanto puoi procurarti facilmente entrambi i testi in pdf
ad ogni modo sono contenta che voglia imbarcarti in questa impresa (magari non letteralmente, o almeno non sul pequod)! fammi sapere come va poi! 🤍🐋
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"Com'è possibile che fosse sul tetto?". L'attacco di Trump al Secret Service A una settimana dall'attentato che ha rischiato di uccidere Donald Trump a Butler, in Pennsylvania, sono ancora tante le domande senza risposta, che ruotano soprattutto sull'efficienza del servizio di protezione dell'ex presidente degli Stati Uniti. Da più parti sono state evidenziate gravi falle nel dispositivo d'ordine, che hanno permesso a Thomas Matthew Crooks di effettuare un sorvolo con il drone il giorno del comizio, di procurarsi una scala, avvicinarsi al tetto del capannone, salirci sopra con un fucile e sparare al candidato alla Casa Bianca. Il tutto senza che nessun agente si insospettisse o si rendesse conto di quei movimenti. "Come ha fatto qualcuno ad andare su quel tetto e come mai non è stato notificato? Perché la gente ha visto che era sul tetto", ha detto il tycoon in un'intervista rilasciata all'emittente Fox News, che andrà in onda in modo integrale lunedì. "C'erano miei sostenitori che urlavano, una donna con la maglietta rossa gridava 'uomo sul tetto' ed altre persone allora hanno detto 'c'è un uomo sul tetto, ha un'arma'. E questo succedeva un po' prima che io salissi sul palco: si sarebbe pensato che qualcuno avrebbe fatto qualcosa", ha aggiunto Trump, ponendo le stesse domande che in tanti si sono posti nelle ore successive alla vista dei video che ritraggono Crooks su tetto intento a prendere la mira. Ci sono ovviamente indagini in corso per verificare i passaggi che hanno condotto all'attentato e ci si attendono risposte nel breve periodo. Ma anche assunzioni di responsabilità, come le possibili dimissioni del direttore dei servizi segreti, Kimberly Cheatle, che potrebbero arrivare già lunedì, durante l'audizione al Congresso che ha chiesto chiarimenti sulle defaillance del 14 luglio. Intanto, un'indagine del Washington Post ha rivelato che negli ultimi due anni i Secret Service americani hanno rifiutato le pressanti richieste di aumentare la protezione per Trump avanzate dalla scorta dell'ex presidente. Gli agenti avrebbero più volte domandato un incremento di personale per la sicurezza, compresi ulteriori cecchini e squadre specializzate per gli eventi all'aperto, proprio come quello di Butler. Secondo il quotidiano americano, alla base del rifiuto di tutte le richieste ci sarebbe una grave carenza di risorse da parte del Secret Service, che non disporre di adeguato personale per coprire le esigenze di sicurezza. Incalzati dai giornalisti del Washington Post, i vertici dell'agenzia di sicurezza americana hanno da prima negato di aver rifiutato le richieste, per poi ammetterlo davanti alle evidenze. "In alcuni casi in cui non sono state fornite unità o risorse specializzate specifiche dei servizi segreti, l'agenzia ha apportato modifiche per garantire la sicurezza del protetto", si legge in una nota del capo delle comunicazioni dei servizi segreti. "Ciò può includere l'utilizzo di partner statali o locali per fornire funzioni specializzate, o altrimenti identificare alternative per ridurre l'esposizione pubblica di un protetto", ha concluso l'agenzia.
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Come Ordinare per Data su Excel: Guida Completa e Aggiornata
Introduzione
Excel è uno strumento potentissimo per la gestione dei dati, utilizzato sia in ambito lavorativo che personale. Una delle funzionalità più richieste è l'ordinamento dei dati per data. Che tu stia organizzando un elenco di eventi, gestendo un calendario di attività o analizzando dati cronologici, saper ordinare per data in Excel è fondamentale. In questa guida completa e aggiornata, ti mostreremo come fare, passo dopo passo, utilizzando le migliori pratiche e alcuni trucchi utili.
Indice
Perché Ordinare i Dati per Data
Preparare i Dati per l'Ordinamento
Ordinare per Data in Excel
Ordinamento Ascendente e Discendente
Ordinamento Personalizzato
Ordinare per Data con Filtri
Ordinare per Data in Pivot Table
Gestire Problemi Comuni di Ordinamento
Consigli e Trucchi
Domande Frequenti
Conclusione
Perché Ordinare i Dati per Data
Ordinare i dati per data ti permette di visualizzare le informazioni in modo cronologico, rendendo più semplice l'analisi e la gestione. Che si tratti di monitorare scadenze, analizzare trend temporali o organizzare eventi, un ordinamento corretto è cruciale per mantenere tutto sotto controllo.
Preparare i Dati per l'Ordinamento
Prima di procedere con l'ordinamento, è importante assicurarsi che i dati siano formattati correttamente:
Formattare le celle come data: Seleziona le celle contenenti le date, fai clic con il tasto destro, seleziona "Formato celle" e scegli "Data".
Verificare la coerenza delle date: Assicurati che tutte le date siano inserite nello stesso formato (es. gg/mm/aaaa).
Ordinare per Data in Excel
Ordinamento Ascendente e Discendente
Seleziona l'intervallo di celle che desideri ordinare.
Vai alla scheda Dati sulla barra multifunzione.
Fai clic su Ordina & Filtra e scegli Ordina dalla più recente alla più vecchia (discendente) o Ordina dalla più vecchia alla più recente (ascendente).
Ordinamento Personalizzato
Seleziona l'intervallo di celle da ordinare.
Vai alla scheda Dati e clicca su Ordina.
Nella finestra di dialogo, seleziona Aggiungi livello per ordinare in base a più colonne, se necessario.
Scegli la colonna con le date e specifica l'ordine desiderato (ascendente o discendente).
Ordinare per Data con Filtri
Seleziona l'intervallo di celle contenente le intestazioni delle colonne.
Vai alla scheda Dati e clicca su Filtro.
Fai clic sulla freccia del menu a discesa nella colonna delle date e scegli Ordina dalla più recente alla più vecchia o Ordina dalla più vecchia alla più recente.
Ordinare per Data in Pivot Table
Crea una tabella pivot selezionando i dati e andando su Inserisci > Tabella pivot.
Trascina il campo Data nell'area Righe.
Fai clic con il tasto destro su una delle date e scegli Ordina, poi seleziona l'ordine desiderato.
Gestire Problemi Comuni di Ordinamento
Date Formattate in Modo Errato
Se le date non vengono ordinate correttamente, potrebbe essere dovuto a una formattazione errata. Assicurati che tutte le date siano riconosciute come tali da Excel e non come testo.
Celle Unite
Le celle unite possono causare problemi di ordinamento. Evita di unire celle in colonne che intendi ordinare.
Consigli e Trucchi
Utilizza le tabelle di Excel: Convertire l'intervallo di dati in una tabella può semplificare il processo di ordinamento e filtro.
Aggiorna regolarmente: Se i dati cambiano frequentemente, aggiorna l'ordinamento per mantenere la correttezza.
Usa la funzione SE.ERRORE: Per gestire eventuali errori durante il processo di ordinamento, utilizza funzioni di Excel come SE.ERRORE per identificare e correggere errori.
Domande Frequenti
Posso ordinare i dati per data anche su Excel Online?
Sì, le funzionalità di ordinamento sono disponibili anche su Excel Online. I passaggi sono simili a quelli descritti per la versione desktop.
Come posso ordinare i dati per data senza modificare le altre colonne?
Assicurati di selezionare l'intero intervallo di dati, non solo la colonna delle date, per mantenere l'integrità delle righe.
Cosa fare se Excel non riconosce le date?
Controlla la formattazione delle celle e assicurati che siano impostate come date. Se necessario, utilizza la funzione Testo in colonne per correggere la formattazione.
Conclusione
Ordinare i dati per data in Excel è una competenza essenziale per chiunque lavori con grandi volumi di informazioni. Seguendo questa guida, sarai in grado di gestire e analizzare i tuoi dati in modo più efficace, risparmiando tempo e migliorando la precisione delle tue analisi.
Fonti Esterne Autorevoli
Supporto Microsoft Excel
Excel Easy - Tutorial e Guida
Chandoo.org - Excel Tutorials
Con questa guida, ordinare per data in Excel non sarà più un problema. Buona organizzazione e buon lavoro!
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Verona, in settimana raffica di incidenti. Tra le principali cause: alcol, alta velocità, contromano, passaggi a semaforo rosso
Verona, in settimana raffica di incidenti. Tra le principali cause: alcol, alta velocità, contromano, passaggi a semaforo rosso. È stata una settimana di intenso lavoro per gli agenti della Polizia locale, che hanno dovuto intervenire per una serie di incidenti causati spesso da comportamenti incomprensibili. Le oltre 350 telecamere della Mobilità e della Polizia locale presenti in città hanno registrato infrazioni stradali con automobilisti che vanno contromano, come accaduto nel rondò del cantiere di via Città di Nimes, con la fuga di un conducente che ha danneggiato una Ford a bordo di una Volkswagen UP individuata dal Nucleo Infortunistica. Un altro episodio riguarda una fuoriuscita autonoma di una Yaris in piena notte all'incrocio di via Ca' di Cozzi con viale Caduti del Lavoro avvenuta la scorsa notte. Il conducente, dopo essere stato trasportato in ospedale, si è allontanato dal nosocomio. Ed ancora uno scontro tra un autobus ATV, che ha subito pesanti danni, e una Lancia Y, sulle cui cause faranno luce le immagini delle telecamere del Comune e quelle installate a bordo del bus, portando a una sanzione per passaggio con semaforo rosso ad uno dei due conducenti, risultati entrambi negativi all'alcoblow. Altri incidenti si sono registrati in lungadige Galtarossa, con una manovra azzardata su doppia striscia continua, in via Valpolicella, con una perdita di controllo, in via Golosine, in via Mameli. Da domenica di Pasqua a sabato 6 aprile sono stati rilevati dalla Polizia locale 42 incidenti con ben 31 feriti, nessuno in gravi condizioni ma solo per pura fortuna. Coinvolti ben 11 pedoni, di cui 3 minori di anni 14. Con quelli registrati questa settimana sono quasi 400 gli incidenti da inizio anno, lo stesso numero del 2023. "Non si comprende come, nonostante la diffusa presenza di telecamere lungo le principali arterie cittadine che permettono la ricostruzione di ogni incidente, si fugge, si va contromano, si svolta dove non è consentito, si passa spesso con il semaforo rosso e si corre, come se si fosse all'autodromo di Monza - afferma il comandante della Polizia locale Luigi Altamura. I costi sociali sono altissimi, e la Polizia locale è costretta ad un massiccio impiego di risorse umane per rilevare e gestire gli incidenti, alcuni provocati da alti tassi alcolemici, riscontrati sempre di più anche tra signore di 40-50 anni, fenomeno che prima non si verificava. Con le nuove norme del codice della strada che saranno approvate dal Parlamento prima dell'estate, il rischio è il massiccio ritiro di patenti di guida e condanne più severe, con l'introduzione dell'alcolock per i condannati, il sistema a bordo del veicolo che impedirà l'accensione del motore, se dal soffio del conducente risulterà un tasso alcolemico superiore allo zero. Occorre perciò ancora di più lavorare sulla prevenzione, sulla cultura della sicurezza stradale e della consapevolezza dei rischi di una guida aggressiva e alterata".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Tutti i trucchi e segreti per utilizzare al meglio Snapchat
In un mondo dominato da social media come Instagram e Facebook, Snapchat continua a mantenere una solida base di utenti, grazie alla sua interfaccia unica e divertente. In questo articolo, ti sveleremo tutti i trucchi Snapchat che potrebbero trasformare la tua esperienza di utilizzo dell'app.
Scopri i migliori trucchi Snapchat per migliorare le tue Storie, personalizzare i tuoi Snap con filtri unici, ottimizzare la tua chat e proteggere la tua privacy
Snapchat è un'app di social media che consente agli utenti di condividere foto e video temporanei, noti come "Snap". Questi Snap possono essere personalizzati con testo, adesivi, filtri e altro ancora. Ma Snapchat offre molto di più di quanto si veda a prima vista. Se sei pronto a scoprire alcuni trucchi nascosti di Snapchat, continua a leggere!
Trucchi Snapchat per le Storie
Le Storie di Snapchat sono una raccolta di Snap che rimangono visibili per 24 ore. Ecco alcuni trucchi per migliorare le tue Storie: - Crea una Storia Geolocalizzata: Puoi creare una Storia visibile solo in una specifica area geografica. Questa è una funzione perfetta per eventi o raduni. - Aggiungi Musica alle tue Storie: Prima di registrare un video, avvia la tua musica preferita sul tuo dispositivo. Snapchat catturerà l'audio e lo incorporerà nel tuo Snap. - Usa le Storie in Gruppo: Questo è un ottimo trucco Snapchat per condividere momenti con un gruppo di amici. Puoi creare una Storia che solo persone specifiche possono vedere e a cui possono contribuire.
Trucchi Snapchat per i Filtri
I filtri di Snapchat sono un modo divertente per personalizzare i tuoi Snap. Ecco alcuni trucchi: - Usa più filtri contemporaneamente: Dopo aver scattato una foto, scorri a destra o a sinistra per applicare un filtro. Poi, tieni premuto lo schermo con un dito e continua a scorrere per aggiungere un altro filtro. - Crea il tuo filtro: Snapchat ti permette di creare i tuoi filtri personalizzati. Puoi farlo direttamente dall'app sotto l'opzione "Crea il tuo filtro".
Trucchi Snapchat per la Chat
Snapchat non è solo per le foto e i video; puoi anche utilizzarlo per chattare con i tuoi amici. Ecco alcuni trucchi per la chat: - Salva i messaggi importanti: Tocca un messaggio nella chat per salvarlo. Questo impedirà che il messaggio scompaia dopo che lo hai visto. - Cambia lo stile del testo: Puoi rendere il tuo testo grassetto, corsivo o sottolineato. Basta toccare il pulsante "T" nella parte superiore dello schermo dopo aver inserito il tuo testo.
Trucchi Snapchat per la Privacy
Mantenere la tua privacy è importante, soprattutto quando si tratta di social media. Ecco alcuni trucchi Snapchat per la privacy: - Imposta chi può vedere la tua Storia: Nelle impostazioni, puoi scegliere chi può vedere la tua Storia. Puoi scegliere tra "i miei amici", "personalizzato" o "tutti". - Imposta chi può inviarti Snap: Puoi anche scegliere chi può inviarti Snap. Questo può essere utile per evitare Snap indesiderati.
Come inviare foto e video su Snapchat
Snapchat è famosa per essere l’app che ti permette di inviare foto e video che si cancellano dopo pochi secondi. Ma come si fa a scattare e inviare questi snap? Ecco i passaggi da seguire: Apri l’app Snapchat e accedi al tuo account (se non ne hai uno, puoi crearlo facilmente seguendo le istruzioni sullo schermo). Tocca il pulsante circolare in basso al centro per scattare una foto o tienilo premuto per registrare un video. Puoi anche toccare il pulsante in alto a sinistra per accedere alla galleria del tuo smartphone e scegliere una foto o un video già esistente. Una volta scattata o registrata la tua immagine o il tuo video, puoi personalizzarla con testo, emoji, adesivi, disegni, lenti e filtri. Per accedere a queste opzioni, basta toccare i pulsanti in alto a destra o scorrere lo schermo verso destra o verso sinistra. Per inviare il tuo snap, tocca il pulsante in basso a destra con la freccia e scegli i contatti a cui vuoi mandarlo. Puoi anche creare una storia con il tuo snap, toccando il pulsante in basso a sinistra con il simbolo +. Le storie sono raccolte di snap che restano visibili per 24 ore e che possono essere viste da tutti i tuoi amici o solo da quelli che scegli tu. Per impostare il tempo di visualizzazione del tuo snap, tocca il pulsante in basso a sinistra con il numero e scegli tra 1 e 10 secondi. Ricorda che dopo questo tempo il tuo snap si cancellerà automaticamente dal dispositivo del destinatario (a meno che non faccia uno screenshot).
Come scoprire le ultime novità dal mondo su Snapchat
Snapchat non è solo un’app per inviare foto e video divertenti ai tuoi amici, ma anche un modo per rimanere aggiornato sulle ultime novità dal mondo. Infatti, nella sezione Discover puoi trovare una selezione di contenuti provenienti da fonti diverse, come giornali, riviste, siti web, canali TV e influencer. Per accedere alla sezione Discover, basta scorrere lo schermo verso destra dalla schermata principale dell’app. Qui potrai vedere una serie di icone che rappresentano le varie fonti di contenuti. Toccando su una di esse, potrai visualizzare le storie relative a quella fonte, composte da immagini, video, testi e link. Puoi anche scorrere verso l’alto per approfondire un argomento o verso il basso per tornare alla schermata precedente. Se vuoi seguire una fonte in particolare, puoi toccare il pulsante in alto a destra con il simbolo + e aggiungerla ai tuoi preferiti. In questo modo, potrai trovare facilmente i suoi contenuti nella sezione Discover o nella sezione Storie.
Come creare le tue storie personalizzate su Snapchat
Le storie sono una delle funzioni più interessanti di Snapchat, perché ti permettono di creare delle raccolte di snap che raccontano la tua giornata, le tue esperienze o i tuoi interessi. Le storie possono essere viste da tutti i tuoi amici o solo da quelli che scegli tu e restano visibili per 24 ore. Per creare una storia, puoi seguire questi passaggi: Scatta o registra un snap come spiegato nella sezione precedente. Tocca il pulsante in basso a sinistra con il simbolo + per aggiungere il tuo snap alla tua storia. Ripeti i passaggi 1 e 2 per aggiungere altri snap alla tua storia. Puoi anche modificare l’ordine dei tuoi snap toccando il pulsante in alto a destra con le tre linee e trascinando i tuoi snap nella posizione desiderata. Per impostare la privacy della tua storia, tocca il pulsante in alto a sinistra con il simbolo di un occhio e scegli tra le opzioni disponibili. Puoi scegliere se rendere la tua storia pubblica (visibile da tutti i tuoi amici), privata (visibile solo da te) o personalizzata (visibile solo da alcuni amici che selezioni tu). Per visualizzare la tua storia, torna alla schermata principale dell’app e scorri verso sinistra. Qui potrai vedere la tua storia e quelle dei tuoi amici. Toccando sulla tua storia, potrai vedere quanti e quali amici l’hanno vista e se hanno fatto degli screenshot. Toccando sulle storie dei tuoi amici, potrai vederle e commentarle.
Come divertirti con le lenti e i filtri su Snapchat
Le lenti e i filtri sono delle funzioni che ti permettono di modificare il tuo aspetto o quello del tuo ambiente in modo divertente e originale. Le lenti sono delle maschere che si applicano al tuo viso o a quello dei tuoi amici e che cambiano in base ai tuoi movimenti o alle tue espressioni. I filtri sono degli effetti che si applicano alla tua foto o al tuo video e che cambiano in base alla tua posizione, all’ora, alla temperatura o ad altri fattori. Per usare le lenti e i filtri, puoi seguire questi passaggi: Scatta o registra un snap come spiegato nella sezione precedente. Per usare le lenti, tocca il tuo viso o quello dei tuoi amici sullo schermo e scegli tra le opzioni che appaiono in basso. Puoi anche scorrere verso destra o verso sinistra per cambiare lente. Alcune lenti richiedono di aprire la bocca, alzare le sopracciglia o fare altre azioni per attivarle. Puoi anche creare le tue lenti personalizzate toccando il pulsante in alto a destra con il simbolo di una matita e seguendo le istruzioni sullo schermo. Per usare i filtri, scorri verso destra o verso sinistra sullo schermo e scegli tra le opzioni che appaiono. Puoi anche combinare più filtri insieme tenendo premuto uno schermo con un dito e scorrendo con un altro. Puoi anche creare i tuoi filtri personalizzati toccando il pulsante in alto a destra con il simbolo di una matita e seguendo le istruzioni sullo schermo.
Conclusioni
Snapchat è un’app divertente e creativa che ti permette di comunicare con i tuoi amici in modo originale e di scoprire le ultime novità dal mondo. In questo articolo ti abbiamo mostrato tutti i trucchi e i segreti per utilizzare al meglio Snapchat, ma ci sono ancora molte altre funzioni da scoprire. Ti invitiamo quindi a esplorare l’app e a sperimentare con le sue possibilità.
Note finali
E siamo arrivati alle note finali di questa guida. Tutti i trucchi e segreti per utilizzare al meglio Snapchat. Ma prima di salutare volevo informarti che mi trovi anche sui Social Network, Per entrarci clicca sulle icone appropriate che trovi nella Home di questo blog, inoltre se la guida ti è piaciuta condividila pure attraverso i pulsanti social di Facebook, Twitter, Pinterest e Tumblr, per far conoscere il blog anche ai tuoi amici, ecco con questo è tutto Wiz ti saluta. Read the full article
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#anon 🎈#e altro anon#l’ho finita 💔❤️#mi ha lasciato insoddisfatta#ebbene sí#come tutte le fan fiction più belle mi ha lasciato con il bisogno di saperne di più#su alcuni eventi e passaggi#sui personaggi#SUL FUTURO#insoddisfatta perché mi sono mancati subito#perché sento di dover immediatamente trovare qualcosa di altrettanto bello altrimenti continuerò a pensare a quell’universo#e fantasticare su un possibile sequel#capita solo con le migliori#battete un colpo quando ci siete se vi va di parlarne ancora#❤️❤️❤️
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Note
1. Le vendite di “Tribù urbana” non sono proprio andate benissimo e questo purtroppo è un dato di fatto (ovviamente la cosa anche a me dispiace molto perché, personalmente, lo trovo davvero un bell’album) però c’è anche da dire che quest’anno Ermal, come anche Fabrizio, non li hanno chiamati ai Seat Music Awards perché si sono inventati la regola (assurda a mio parere) che avrebbero premiato solamente gli album certificati dall’oro in su, e i singoli dal doppio platino in su.
2. Se così non fosse stato Ermal sarebbe stato invece premiato con l’Oro per UMDCDD e Fabrizio con l’Oro per “Il senso di ogni cosa”, senza contare che Fab ha da poco raggiunto l’oro pure per l’album “Pace”, ma quello non se lo sono filato di striscio visto che si tratta di un disco uscito più di 4 anni fa. Ormai vende solo il reggaeton e il rap, purtroppo, e lo dimostra il cast presente ai Seat. Davvero un peccato per chi come Ermal, Fabrizio e tanti come loro, fanno musica più “impegnata”.
3. Tant'è vero che si sono esibiti come ospiti, tra gli altri, Masini e Mannoia, e sono andati via senza nulla in mano. Imbarazzante per due giganti come loro. E la cosa che più mi scoccia poi è vedere mio padre che guarda la tv e dice: “Che musica di merda che avete oggi”. Certo che se in tv ci sbattono Sfera Ebbasta, Marracash, Gue Pequeno e compagnia bella, mi tocca dargli ragione...
4. Diciamo piuttosto che chi meriterebbe spazio perché scrive un certo tipo di testi viene snobbato probabilmente perché “annoia” mentre certe canzoni, pure che hanno testi insensati, vincono su tutte solo perché hanno motivetti accattivanti a portarle avanti. Ovviamente con questo non voglio dire che pure io non sia attratta ogni estate dall’arrivo dei classici tormentoni estivi… anche perchè chi non li ascolta ormai?!
5. Però c’è da dire che certi sono davvero imbarazzanti a volte (Lamborghini e Ferreri solo per citarne due) e mi chiedo come diavolo facciano ad essere certificati col multiplatino. Scusami lo sfogo, magari non la pensi neppure come me (cosa più che legittima), ma ne avevo bisogno.
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Ma in linea di massima la penso come te, anche se ammetto che sono una fan dei tormentoni estivi (o almeno di alcuni).
Però appunto perché non per tutti è così credo che in eventi come questo bisognerebbe lasciare spazio a più generi musicali. Capisco che è una manifestazione fatta sulla base del dover consegnare premi, ma se nel mezzo ci mettono pure qualcun altro a cantare - magari con il ruolo di ospite - l'evento riesce meglio secondo me. In questo modo almeno attiri una fetta più ampia di pubblico.
E questo lo dico a prescindere dalla partecipazione mancata di Ermal e Fabrizio.
Poi io di certificazioni musicali non me ne intendo, non so se vengano date in base agli acquisti, agli stream, ai passaggi radiofonici o un mix di tutte queste cose, ma ad esempio accendendo la radio in estate c'erano solo tormentoni estivi. Quindi se i passaggi radiofonici influiscono sulle certificazioni, non mi stupisce che certa roba abbia raggiunto il multiplatino.
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Si possono replicare eventi epidemici come la peste del XIV secolo in Europa, l’influenza cosiddetta «spagnola» o il piú recente virus H1N1? La peste nera (1347-53) uccise un terzo della popolazione del vecchio continente (tra cui la Laura di Petrarca), ma, appunto, non arrivò alla metà degli abitanti, né li sterminò. Del resto nessun virus ha come obiettivo quello di distruggere la specie ospite, altrimenti non sopravvivrebbe. Si diffuse, però, proprio in concomitanza con un incremento significativo della popolazione continentale (che raggiunse i cento milioni), dopo deforestazioni e bonifiche di vasta portata e successivamente a un periodo di gran freddo e carestie. Forse partí dall’Asia, dove le pulci videro morire a milioni i loro ospiti preferiti, i ratti (sconfitti dal freddo e dalla fame), e furono costrette ad attaccare gli umani. In ogni caso anche la peste nera colpí una popolazione numerosa e indebolita. La pandemia di influenza spagnola (1918-20) fu ancora piú grave e uccise venti milioni di uomini, donne e bambini. Forse fu portata in Europa da soldati americani arrivati per combattere la guerra. Di certo ebbe un tasso di mortalità elevatissimo: in alcune comunità fino al settanta per cento. Con un tasso superiore al cinquanta per cento avrebbe potuto sterminare gli uomini? Sarebbe potuta essere un «collo di bottiglia»? Non possiamo saperlo, fatto è che non lo fu e che, in seguito, furono utilizzati nuovi medicinali e nessun’altra pandemia si mostrò cosí virulenta. Almeno fino alla variante A H1N1, che, comunque, portò alcune vittime solo in Messico e di cui si persero presto le tracce. Ieri come oggi, l’influenza è la piú persistente minaccia per i sapiens, visto anche che le società sono piú interconnesse che in passato. L’influenza è stata l’arma di distruzione di massa piú micidiale del XX secolo. E lo potrebbe essere ancora. Non c’è bisogno di aggiungere che le pandemie, vere o presunte, sono tutte suscettibili di essere usate strumentalmente in quanto chiari segni dell’ira degli dèi. E come tali sono state effettivamente utilizzate (basta ricordare I promessi sposi). In tempi piú recenti il caso della polmonite Sars (Severe Acute Respiratory Syndrome) è particolarmente emblematico, perché la paura del coronavirus responsabile dell’infezione fece temere qualcosa di simile al vaiolo, nonostante i numeri e i dati fossero, invece, molto diversi. La Sars fu individuata per la prima volta in Cina nel 2002, ma divenne paura globale di pandemia quando interessò le isole britanniche, dove si registrarono sei casi su sessanta milioni di abitanti, una percentuale irrilevante. La mortalità per la Sars è di circa il sette per cento nei Paesi ricchi (fino al quindici per cento in quelli piú disagiati), dunque lontanissima dalle altre pandemie appena riassunte, eppure la paura fu, per alcuni anni, vicina a diventare panico. Altre malattie, potenzialmente piú devastanti, invece, continuano a non inquietarci. L’Oms ha stimato circa 461 morti per Sars in sei mesi. Nello stesso lasso di tempo ci sono stati due milioni di morti per infezioni respiratorie di altra natura, un milione e mezzo per l’Hiv, un milione per dissenterie e ancora 372 000 casi di morbillo. Ma di queste epidemie non si riscontra alcuna significativa forma di timore. Come la febbre del Nilo occidentale, che diventa paura solo quando interessa alcuni viaggiatori occidentali di ritorno dall’Africa. Il panico mondiale lo creiamo noi, solo perché, nelle nostre convinzioni, il mondo intero corrisponde al nostro mondo ricco, del resto possiamo anche non preoccuparci.
Mario Tozzi, Paure fuori luogo. Perché temiamo le catastrofi sbagliate, Einaudi (collana Passaggi), 2017; pp. 56-58.
#Mario Tozzi#Paure fuori luogo. Perché temiamo le catastrofi sbagliate#Tozzi#Paure fuori luogo#libri#scienze#paure#psicosi collettiva#pandemie#pandemia#prevenzione#leggere#citazioni#divulgazione scientifica#saggi#saggistica#letture#peste#epidemie#epidemia#influenza spagnola#SARS#influenza#coronavirus#A H1N1#H1N1#panico#diiffusione delle malattie#malattie infettive#peste nera
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Any Human Friend - Marika Hackman
Any Human Friend - Marika Hackman (AMF Records, 2019) - AMFLP0013 Copertina a tasca singola - Pink Marlbled vinyl
Stamattina mi sono svegliata molto presto, alle 05:00 e ho pensato (oltre al fatto che dovrei davvero farmi curare per questa questione del sonno mancante che mi attanaglia) che è davvero molto strano che i miei ritmi siano rimasti gli stessi nonostante i blocchi produttivi e il caos. Così mi sono messa a riguardare la diretta di ieri sera e mi sono sentita davvero felice: ritornare a fare questa cosa del parlarvi di musica è un fattariello che mi mancava, il cui piacere avevo sepolto per anni. Comunque eccoci qua, oggi vi parlo di un disco e di una cantautrice pazzeschi.
Marika Hackman, classe 1992, è un’altra entità con cui sento di avere un feeling pazzesco, per una serie infinita di motivazioni che potrebbero banalmente essere riassunte solo in una: non è assolutamente una che le manda a dire.
L’ho scoperta per caso. Fidandomi alla cieca della classifica 2019 di Rough Trade. Primo ascolto e fu subito amore.
Queer, wave, a tratti anche un po’ punk nell’attitudine, la Hackman esce dal grande calderone dello streaming per approdare in Sub Pop con il secondo disco “I’m not your man”: un disco graffiato e tosto pur mantenendo quelle squisitezze tipicamente indie che ricordano le più note Sharon Van Etten, Cat Power e la prima St. Vincent.
“Any Human Friend” invece suona come un grido di dolore sofferto e intimo in una stanza vuota e bianca in cui l’artista rimane nuda (proprio come nella copertina), vulnerabile allo scorrere degli eventi, ma comunque ancora forte per gestirli, affrontarli e aggredirli: le chitarre elettriche si uniscono alla voce della Hackman in un piacevole e malefico sussurro, i synth in taluni casi creano dei bordoni accoglienti dove i pensieri più intimi della Hackman si aprono al mondo, come in “Hand Solo” e “Blow” e “Hold on”.
Su “Hand solo” farei una riflessione particolare perchè in tanti anni passati ad ascoltare musica e leggere libri, non ho mai avuto modo di apprezzare una composizione sulla masturbazione femminile in una maniera tanto aurea, delicata e al tempo stesso politica.
La trovo una caratteristica unica del modo di scrivere di Marika, e ve la segnalo fortemente.
When I go blind, will you keep in mind I had fun, I got it on, endorphins I gave it all, but under patriarchal law, I'm gonna die a virgin.
I due brani che ho scelto per questo disco sono il primo e l’ultimo che, per una scelta voluta o meno racchiudono secondo me l’intero mood del disco.
“Wanderlust”
è una ballata, che mi azzarderei a definire
“marklaneganiana”
, sospinta dalla vocina distorta di Marika a rappresentare il senso di rassegnazione successivo alla meraviglia dell’abbandono e della scoperta di un mondo sconosciuto. Appunto, un
wanderlust
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“Any Human Friend” è una piccola rinascita: dopo la rottura, il pianto, la meraviglia dettata da un punto di vista diverso, quello dell’altro (che nelle relazioni d’amore, checchè non sembri, è proprio l’ultima cosa che si cerca di comprendere) e la solitudine enorme e lancinante che ne deriva, arriva la scoperta: in realtà siamo fatti di pietra, ma non di quella pietra fredda, arida e insensibile che crede il mondo, noi siamo gemme, insieme, da soli. Siamo oro.
E’ un disco che per essere compreso a pieno merita un primo ascolto solitario. Posso comprendere perfettamente che, per chi non è totalmente dentro il genere, possa essere difficile da apprezzare rischiando di sembrare stucchevole in alcuni passaggi, ma vi assicuro che dal 2/3 giro convincerà anche i più scettici.
Un buon terzo lavoro di un’artista da tenere assolutamente sott’occhio.
“Voto diesci”
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Se questo è un uomo
"Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi."
(Primo Levi - Se questo è un uomo)
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Cento anni fa, il 31 luglio 1919, nasceva Primo Levi, considerato soprattutto nel mondo anglosassone il più grande scrittore italiano del Novecento. Il suo libro-testimonianza sulla prigionia ad Auschwitz, Se questo è un uomo, apparso nel 1947 è tra i testi più tradotti al mondo, la testimonianza di un sopravvissuto ai lager nazisti nella quale per lunghi passaggi l’autore-testimone scompare, lasciando sotto i nostri occhi una cronaca di minuti, quanto tragici, eventi.
Nell’introduzione a Se questo è un uomo, inserita nell’edizione del 1958, si dice a proposito del libro: “Esso non è stato scritto allo scopo di formulare nuovi atti di accusa; potrà piuttosto fornire documenti per uno studio pacato di alcuni aspetti dell’animo umano”. Primo Levi diventa la nostra guida nell’abisso più profondo mai toccato dall’uomo. Quasi un’inchiesta su come persone normali arrivino a trasformarsi in crudeli aguzzini.
Aggiungo io, voi persone normali, non trovate nessuna assonanza con quanto accade oggi ai nostri confini fatti di mare?
Nella piccola nave della Guardia Costiera italiana, Gregoretti si chiama, ci sono 115 persone che da quasi una settimana sono stipati come bestie, come topi, con un solo bagno. Qualcuno di voi ha idea di come le lamiere di una nave possono scaldarsi alle temperature attuali? Qualcuno di voi sa quanto deserto hanno attraversato ? Quante violenze e stupri hanno subito in silenzio? Quanto scherno e derisioni e furti di anima hanno dovuto sopportare? Quante vite e quante morti hanno rischiato?
L'uomo di spettacolo Salvini ha ordinato che non devono entrare in Italia. Ma il "capitano" sa che secondo le leggi internazionali, colui che si trova su un natante italiano, per'altro militare, di fatto è già in Italia?
E intanto stamattina apprendo dai giornali che il suo figlio prediletto si diverte a Milano marittima su una moto della Polizia. (!!!)
Se questo è un uomo...
(patrizio T - image: Campo di Auschwitz e Campi di Detenzione voluti dal biondo Trump al confine tra Messico e USA.)
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La nostra bella penisola è in grado di regalare tante tipologie di relax e divertimento: montagna, mare, mercatini di Natale e città d’arte. Immergersi nell’atmosfera magica di questo periodo dell’anno non sarà quindi difficile. Una semplice gita fuori porta con i bambini, un weekend romantico in due o giorni spensierati con amici. Abbiamo selezionato alcune delle possibili mete per le prossime vacanze di Natale 2019, diverse tra loro, per accontentare proprio tutti i gusti. Dove andare a Natale: i mercatini da non perdere Prima di tutto, un grande classico: i mercatini di Natale! Fanno brillare gli occhi e non solo ai più piccoli! Ce ne sono tanti, soprattutto nel Nord Italia, primo fra tutti il Trentino Alto-Adige che vanta alcuni dei più antichi ma non solo. Eventi, prodotti artigianali e specialità enogastronomiche sono alla base di questi splendidi luoghi sparsi in giro per l’Italia. Pronti a girovagare per le varie bancarelle cercando il regalo perfetto per il prossimo Natale? Eccovi alcune mete. Trento: storico mercatino in Piazza Fiera e Piazza Cesare Battisti, tra le 90 casette di legno ricche di artigianato locale e specialità gastronomiche come canederli, speck, vin brulé, strudel, polenta e molto altro. Alle famiglie e ai bambini è dedicata la casa di Babbo Natale, in Piazza Santa Maria Maggiore, con laboratori ricreativi e il trenino che porta grandi e piccoli ad esplorare il suggestivo centro storico illuminato in occasione della festività del Natale. Da sottolineare l’attenzione “green” che viene riservata alla manifestazione in cui viene utilizzata energia da fonti rinnovabili. Bolzano: il Christkindlmarkt, in Piazza Walther è il famosissimo mercatino di Natale del capoluogo altoatesino dal centro medievale. L’influenza nordica che si respira ovunque, compresi i piatti tra cui gli Schlutzkrapfen ovvero delle mezzelune, dei ravioli ripieni di spinaci e ricotta tipici della regione del Tirolo. E poi i vini, dai rossi come il Lagrein ai bianchi come il Gewürztraminer e il Müller Thurgau. C’è anche una sezione dedicata solo ai libri, il Natale dei Libri in cui noti scrittori presentano le loro opere e tanti altri eventi. Rovereto: a Rovereto spettacolari giochi di luce per il Natale, che oltre a colorare le vie e i palazzi, porta con sé il messaggio di pace e fratellanza. Il grande albero di 18 metri in piazza Rosmini e il villaggio di Babbo Natale per i più piccoli. Merano: il Villaggio Natalizio Storico è allestito in piazza Rena, prevede buon cibo, laboratori creativi per bambina e musica con bande e cori. La città è ricca dell’eredità ricevuta durante la Belle Epoque come ad esempio il castello degli Asburgo. Vipiteno: la Torre delle Dodici fa da sfondo al mercatino natalizio, in cui le luci, il caldo legno e i profumi delle spezie la fanno da padrone. Candelara: siamo nelle Marche, questo borgo medievale dedica una festa al suo simbolo: la candela. Durante il giorno invece street food, artisti di strada, il presepe vivente che sfila per le vie del centro e ovviamente gli artigiani alle prese con la creazione delle candele di cera d’api. Per i più piccoli l’Officina di Babbo Natale e tante altre magie del Natale. Limatola: nella provincia di Benevento, il Castello di Limatola, diventa la location del mercatino di Natale: “Cadeaux al Castello”. Evento che oltre ad offrire l’opportunità di acquistare addobbi, statuine del presepe realizzati direttamente dagli artigiani locali, assaggiare prodotti enogastronomici come struffoli e zeppole, si può assistere a spettacoli di artisti circensi e attori. Arezzo: un vero e proprio villaggio tirolese in Toscana. Vengono portati prodotti tipici come lo speck, il cioccolato e la birra. Ci sono gli scultori del legno, la casa di Babbo Natale, una grande baita e tour organizzati per esplorare la città. Perugia: un luogo quasi incantato tra le montagne in cui ci sono diversi mercatini di Natale. Particolare quello di Rocca Paolina che offre un suggestivo tour sotterraneo per visitare gli antichi passaggi che proteggevano la città dalle incursioni esterne. Si possono acquistare ottimi prodotti d’artigianato. Taneto di Gattatico: ci troviamo a Reggio Emilia, qui si estende il mercatino al coperto più grande d’Italia. Ideale per fare acquisti compreso l’albero di Natale, con un apposito show room. Dove andare a Natale 2019: le mete in montagna Lo sport, il relax e i piatti tipici assaporati tra cime innevate e davanti al camino, parliamo della montagna. Per molti irrinunciabile in questo periodo dell’anno. Madonna di Campiglio: una meta rinomata, una piccola perla delle Dolomiti. Un posto perfetto per chi ama sciare e non mancano lussuose spa dove rilassarsi e vie delle shopping super glamour dove fare acquisti. Cortina d’Ampezzo: da sempre sinonimo della ricca vita di vip e della settimana bianca per eccellenza. Tra le dolomiti e nel lusso. Cervinia: un paradiso per gli sciatori, a quota 2000 metri, alle pendici del Monte Cervino. Un grande comprensorio sciistico collega la località al Plateau Rosa, ghiacciaio. Bormio: per gli amanti delle Terme nell’Alta Valtellina, è perfetta questa bella località. Relax dopo le sciate, garantito dalle acque termali solfato-alcaline conosciute già dall’epoca romana. Claviere: Val di Susa, Alpi e bei panorami paesaggistici tra boschi, laghi e animali. Chalet e baite, ristorantini con piatti tipici e ovviamente lo sci. Roccaraso: passiamo agli Appennini per un altro luogo da favola per gli amanti degli sci, che si sviluppa intorno ai monti di Roccaraso. Natale 2019: la bellezza tra città d’arte e borghi Per chi desidera trascorrere le vacanze di Natale 2019 in una città d’arte, non c’è che l’imbarazzo della scelta: ecco le mete migliori. Roma: non ha bisogno di presentazioni la Capitale che diventa ancora più magica sotto Natale, tante le possibilità di scelta in giro per la città ma una su tutte è il Vaticano. Il mondo cristiano e la celebrazione in questo luogo è un’esperienza indimenticabile. Da non dimenticare il famoso mercatino di Natale nella splendida cornice di Piazza Navona. Firenze: godersi la bellezza e i tesori di questa città approfittando anche dell’atmosfera regalata dai mercatini di Natale e del pattinaggio sul ghiaccio nelle piste del Winter Park, presso l’Obihall. Napoli: unico il Natale a Napoli, con le sue botteghe artigiane nel centro storico, che producono le statuine dei presepi ispirandosi a personaggi noti, contemporanei o intramontabili. Gubbio: in Umbria, l’albero di Natale più grande del mondo sulle pendici del monte Ingino, oltre al ChristamasLand. Un circuito in cui i bambini possono divertirsi tra giochi innovativi in un’atmosfera tradizionale, nella cornice dello splendido borgo. Manarola: il presepe luminoso del borgo ligure è uno degli eventi più attesi nel territorio delle Cinque Terre. Uno spettacolo regalato da 17000 luci. Matera: il presepe itinerante, uno spettacolo unico nella Città dei sassi, patrimonio Unesco. Un borgo che sembra fuori dal tempo. Natale 2019 al mare Se alla montagne preferite il mare per trascorrere le vacanze di Natale 2019, ecco alcune mete imperdibili. Puglia: il Salento è una meta prediletta da molti italiani e stranieri in estate ma non perde fascino nemmeno d’inverno. Presepi viventi e presepi monumentali in bellissime location, come ad esempio i cortili di palazzi antichi. Famoso quello dell’Anfiteatro Romano a Lecce. Sicilia: un inverno mite senza perdere l’atmosfera natalizia tra mercanti e luci, è quello che offre Catania. Se invece volete scappare su un’isola, c’è Pantelleria con i suoi giardini pieni di agrumi oppure Lampedusa o Linosa. Un po’ di primavera nel cuore dell’inverno. Il Natale 2019 in Italia L’Italia ovviamente offre ancora di più, sono davvero tantissimi gli eventi e le manifestazioni tipiche legate al Natale, di natura religiosa, dedicate al divertimento per i più piccoli o alla sola magia di questo periodo dell’anno, che affascina proprio tutti. Si può approfittare di qualche giorno per una fuga dalla routine verso luoghi incantevoli, senza allontanarsi troppo. C’è la montagna, c’è il mare, ci sono le città d’arte e i piccoli borghi. Volete approfittare delle vacanze natalizie per visitare una città e i suoi monumenti? Volete scaldarvi al sole di un clima mite o scatenarvi sulla neve? Ogni opzione è valida, potendo inoltre approfittare degli squisiti piatti tipici che ogni regione italiana offre. Per queste vacanze di natale 2019 c’è quindi solo l’imbarazzo della scelta. Abbiamo stilato un breve elenco ma sarebbe impossibile racchiudere le tante località. Villaggi di Babbo Natale per intrattenere i più piccoli ci sono in moltissime località, ad esempio anche a Montepulciano in Toscana, la bellezza delle città e dei mercatini anche a Verona e a Torino, le montagne del Terminillo nel centro Italia, le luminarie a Salerno. Tra destinazioni glamour e luoghi incantati, la favola del Natale, si può vivere davvero ovunque. Senza contare che anche disponendo di un budget più ridotto è possibile prenotare un weekend in un luogo vicino, abbattendo quindi i costi dei grandi spostamenti che i luoghi esteri ci richiedono. Quando è meglio prenotare? Molti studi indicano il mese precedente a quello di partenza come quello più conveniente. Tuttavia c’è chi preferisce anticipare di molto e chi opta per il last minute. Certamente una famiglia con bambini piccoli avrà esigenze diverse da un gruppo di giovani amici. Se si è alla ricerca di un viaggio low cost, badate bene anche al giorno di partenza e di ritorno, spesso la flessibilità ripaga, 24 ore fanno sovente la differenza. In macchina, in treno, in aereo, in pullman, raggiungete la vostra meta felice e godetevi la bella Italia per le prossime vacanze di Natale 2019. https://ift.tt/2qRjgXS Vacanze di Natale 2019: le mete italiane più belle La nostra bella penisola è in grado di regalare tante tipologie di relax e divertimento: montagna, mare, mercatini di Natale e città d’arte. Immergersi nell’atmosfera magica di questo periodo dell’anno non sarà quindi difficile. Una semplice gita fuori porta con i bambini, un weekend romantico in due o giorni spensierati con amici. Abbiamo selezionato alcune delle possibili mete per le prossime vacanze di Natale 2019, diverse tra loro, per accontentare proprio tutti i gusti. Dove andare a Natale: i mercatini da non perdere Prima di tutto, un grande classico: i mercatini di Natale! Fanno brillare gli occhi e non solo ai più piccoli! Ce ne sono tanti, soprattutto nel Nord Italia, primo fra tutti il Trentino Alto-Adige che vanta alcuni dei più antichi ma non solo. Eventi, prodotti artigianali e specialità enogastronomiche sono alla base di questi splendidi luoghi sparsi in giro per l’Italia. Pronti a girovagare per le varie bancarelle cercando il regalo perfetto per il prossimo Natale? Eccovi alcune mete. Trento: storico mercatino in Piazza Fiera e Piazza Cesare Battisti, tra le 90 casette di legno ricche di artigianato locale e specialità gastronomiche come canederli, speck, vin brulé, strudel, polenta e molto altro. Alle famiglie e ai bambini è dedicata la casa di Babbo Natale, in Piazza Santa Maria Maggiore, con laboratori ricreativi e il trenino che porta grandi e piccoli ad esplorare il suggestivo centro storico illuminato in occasione della festività del Natale. Da sottolineare l’attenzione “green” che viene riservata alla manifestazione in cui viene utilizzata energia da fonti rinnovabili. Bolzano: il Christkindlmarkt, in Piazza Walther è il famosissimo mercatino di Natale del capoluogo altoatesino dal centro medievale. L’influenza nordica che si respira ovunque, compresi i piatti tra cui gli Schlutzkrapfen ovvero delle mezzelune, dei ravioli ripieni di spinaci e ricotta tipici della regione del Tirolo. E poi i vini, dai rossi come il Lagrein ai bianchi come il Gewürztraminer e il Müller Thurgau. C’è anche una sezione dedicata solo ai libri, il Natale dei Libri in cui noti scrittori presentano le loro opere e tanti altri eventi. Rovereto: a Rovereto spettacolari giochi di luce per il Natale, che oltre a colorare le vie e i palazzi, porta con sé il messaggio di pace e fratellanza. Il grande albero di 18 metri in piazza Rosmini e il villaggio di Babbo Natale per i più piccoli. Merano: il Villaggio Natalizio Storico è allestito in piazza Rena, prevede buon cibo, laboratori creativi per bambina e musica con bande e cori. La città è ricca dell’eredità ricevuta durante la Belle Epoque come ad esempio il castello degli Asburgo. Vipiteno: la Torre delle Dodici fa da sfondo al mercatino natalizio, in cui le luci, il caldo legno e i profumi delle spezie la fanno da padrone. Candelara: siamo nelle Marche, questo borgo medievale dedica una festa al suo simbolo: la candela. Durante il giorno invece street food, artisti di strada, il presepe vivente che sfila per le vie del centro e ovviamente gli artigiani alle prese con la creazione delle candele di cera d’api. Per i più piccoli l’Officina di Babbo Natale e tante altre magie del Natale. Limatola: nella provincia di Benevento, il Castello di Limatola, diventa la location del mercatino di Natale: “Cadeaux al Castello”. Evento che oltre ad offrire l’opportunità di acquistare addobbi, statuine del presepe realizzati direttamente dagli artigiani locali, assaggiare prodotti enogastronomici come struffoli e zeppole, si può assistere a spettacoli di artisti circensi e attori. Arezzo: un vero e proprio villaggio tirolese in Toscana. Vengono portati prodotti tipici come lo speck, il cioccolato e la birra. Ci sono gli scultori del legno, la casa di Babbo Natale, una grande baita e tour organizzati per esplorare la città. Perugia: un luogo quasi incantato tra le montagne in cui ci sono diversi mercatini di Natale. Particolare quello di Rocca Paolina che offre un suggestivo tour sotterraneo per visitare gli antichi passaggi che proteggevano la città dalle incursioni esterne. Si possono acquistare ottimi prodotti d’artigianato. Taneto di Gattatico: ci troviamo a Reggio Emilia, qui si estende il mercatino al coperto più grande d’Italia. Ideale per fare acquisti compreso l’albero di Natale, con un apposito show room. Dove andare a Natale 2019: le mete in montagna Lo sport, il relax e i piatti tipici assaporati tra cime innevate e davanti al camino, parliamo della montagna. Per molti irrinunciabile in questo periodo dell’anno. Madonna di Campiglio: una meta rinomata, una piccola perla delle Dolomiti. Un posto perfetto per chi ama sciare e non mancano lussuose spa dove rilassarsi e vie delle shopping super glamour dove fare acquisti. Cortina d’Ampezzo: da sempre sinonimo della ricca vita di vip e della settimana bianca per eccellenza. Tra le dolomiti e nel lusso. Cervinia: un paradiso per gli sciatori, a quota 2000 metri, alle pendici del Monte Cervino. Un grande comprensorio sciistico collega la località al Plateau Rosa, ghiacciaio. Bormio: per gli amanti delle Terme nell’Alta Valtellina, è perfetta questa bella località. Relax dopo le sciate, garantito dalle acque termali solfato-alcaline conosciute già dall’epoca romana. Claviere: Val di Susa, Alpi e bei panorami paesaggistici tra boschi, laghi e animali. Chalet e baite, ristorantini con piatti tipici e ovviamente lo sci. Roccaraso: passiamo agli Appennini per un altro luogo da favola per gli amanti degli sci, che si sviluppa intorno ai monti di Roccaraso. Natale 2019: la bellezza tra città d’arte e borghi Per chi desidera trascorrere le vacanze di Natale 2019 in una città d’arte, non c’è che l’imbarazzo della scelta: ecco le mete migliori. Roma: non ha bisogno di presentazioni la Capitale che diventa ancora più magica sotto Natale, tante le possibilità di scelta in giro per la città ma una su tutte è il Vaticano. Il mondo cristiano e la celebrazione in questo luogo è un’esperienza indimenticabile. Da non dimenticare il famoso mercatino di Natale nella splendida cornice di Piazza Navona. Firenze: godersi la bellezza e i tesori di questa città approfittando anche dell’atmosfera regalata dai mercatini di Natale e del pattinaggio sul ghiaccio nelle piste del Winter Park, presso l’Obihall. Napoli: unico il Natale a Napoli, con le sue botteghe artigiane nel centro storico, che producono le statuine dei presepi ispirandosi a personaggi noti, contemporanei o intramontabili. Gubbio: in Umbria, l’albero di Natale più grande del mondo sulle pendici del monte Ingino, oltre al ChristamasLand. Un circuito in cui i bambini possono divertirsi tra giochi innovativi in un’atmosfera tradizionale, nella cornice dello splendido borgo. Manarola: il presepe luminoso del borgo ligure è uno degli eventi più attesi nel territorio delle Cinque Terre. Uno spettacolo regalato da 17000 luci. Matera: il presepe itinerante, uno spettacolo unico nella Città dei sassi, patrimonio Unesco. Un borgo che sembra fuori dal tempo. Natale 2019 al mare Se alla montagne preferite il mare per trascorrere le vacanze di Natale 2019, ecco alcune mete imperdibili. Puglia: il Salento è una meta prediletta da molti italiani e stranieri in estate ma non perde fascino nemmeno d’inverno. Presepi viventi e presepi monumentali in bellissime location, come ad esempio i cortili di palazzi antichi. Famoso quello dell’Anfiteatro Romano a Lecce. Sicilia: un inverno mite senza perdere l’atmosfera natalizia tra mercanti e luci, è quello che offre Catania. Se invece volete scappare su un’isola, c’è Pantelleria con i suoi giardini pieni di agrumi oppure Lampedusa o Linosa. Un po’ di primavera nel cuore dell’inverno. Il Natale 2019 in Italia L’Italia ovviamente offre ancora di più, sono davvero tantissimi gli eventi e le manifestazioni tipiche legate al Natale, di natura religiosa, dedicate al divertimento per i più piccoli o alla sola magia di questo periodo dell’anno, che affascina proprio tutti. Si può approfittare di qualche giorno per una fuga dalla routine verso luoghi incantevoli, senza allontanarsi troppo. C’è la montagna, c’è il mare, ci sono le città d’arte e i piccoli borghi. Volete approfittare delle vacanze natalizie per visitare una città e i suoi monumenti? Volete scaldarvi al sole di un clima mite o scatenarvi sulla neve? Ogni opzione è valida, potendo inoltre approfittare degli squisiti piatti tipici che ogni regione italiana offre. Per queste vacanze di natale 2019 c’è quindi solo l’imbarazzo della scelta. Abbiamo stilato un breve elenco ma sarebbe impossibile racchiudere le tante località. Villaggi di Babbo Natale per intrattenere i più piccoli ci sono in moltissime località, ad esempio anche a Montepulciano in Toscana, la bellezza delle città e dei mercatini anche a Verona e a Torino, le montagne del Terminillo nel centro Italia, le luminarie a Salerno. Tra destinazioni glamour e luoghi incantati, la favola del Natale, si può vivere davvero ovunque. Senza contare che anche disponendo di un budget più ridotto è possibile prenotare un weekend in un luogo vicino, abbattendo quindi i costi dei grandi spostamenti che i luoghi esteri ci richiedono. Quando è meglio prenotare? Molti studi indicano il mese precedente a quello di partenza come quello più conveniente. Tuttavia c’è chi preferisce anticipare di molto e chi opta per il last minute. Certamente una famiglia con bambini piccoli avrà esigenze diverse da un gruppo di giovani amici. Se si è alla ricerca di un viaggio low cost, badate bene anche al giorno di partenza e di ritorno, spesso la flessibilità ripaga, 24 ore fanno sovente la differenza. In macchina, in treno, in aereo, in pullman, raggiungete la vostra meta felice e godetevi la bella Italia per le prossime vacanze di Natale 2019. Chi desidera trascorrere le vacanze di Natale 2019 in Italia può scegliere tra splendide location di montagna, città d’arte e persino località marine.
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Gli eventi della settimana appena trascorsa a Livorno insegnano che la lotta paga, ma soprattutto insegnano che ci sono delle grandi potenzialità nella società che spesso vengono ignorate e che il dibattito politico ufficiale tende a nascondere e mascherare. In questi giorni è esplosa in città la protesta studentesca sui problemi dell’edilizia scolastica, è iniziata lunedì 7 gennaio dal Liceo “F. Enriques” con scioperi e cortei quotidiani, per poi estendersi coinvolgendo tutte le scuole superiori della città portando in piazza 3000 studenti giovedì 10 gennaio. Altrettanto partecipata è stata la manifestazione di sabato 12, organizzata dagli studenti, che ha visto la partecipazione di studenti da altre città, tra cui Pisa, Pontedera, Arezzo, Rosignano e Portoferraio, di lavoratrici e lavoratori della scuola, di genitori, e di tante persone solidali. Dal periodo 2008-2010 non si vedeva una mobilitazione studentesca così determinata e partecipata. Una mobilitazione nuova per la partecipazione, per la determinazione e per i contenuti che esprime, che affrontano anche radicalmente la situazione politica e sociale. Una vera scossa per la città. È importante dunque sostenere la protesta studentesca, come anche le iniziative promosse da lavoratrici e lavoratori della scuola che hanno proclamato lo stato di agitazione. Va riconosciuto che gli studenti hanno subito allargato la prospettiva, non è solo la questione di un liceo ma il problema è generale. È chiaro allora che le “soluzioni” non possono essere solo per qualcuno, e non devono mettere in discussione le condizioni raggiunte da altri, perché tutte e tutti devono poter studiare e lavorare in contesti adeguati. I fatti che sono stati la scintilla della protesta sono conosciuti, ma è meglio ripetere i passaggi più importanti per capire meglio cosa è successo. Questo anno scolastico il Liceo “F. Enriques” ha superato i 1200 studenti e ben sette classi non hanno spazio nella sede di Via della Bassata. Per alcuni mesi la Provincia, che ha la competenza dell’edilizia scolastica delle scuole superiori, ha pagato l’affitto di alcuni fondi commerciali a Porta a Mare, soluzione inadeguata e temporanea, in attesa di individuare un edificio come succursale. Da dicembre l’Ufficio Scolastico Provinciale si è spostato in Via Galilei lasciando libero un edificio in Piazza Vigo che è stato assegnato all’IIS “Vespucci – Colombo”, che ha potuto così lasciare libero l’edificio di Via Calafati, che la Provincia ha assegnato al Liceo “F. Enriques” come succursale. In questo gioco dei bussolotti l’edificio di Via Calafati viene da anni utilizzato come jolly e assegnato alle scuole che hanno carenza di aule, nel tentativo di far entrare tutti gli studenti negli edifici a disposizione della Provincia. Quando sembrava tutto sistemato, da una verifica dei Vigili del Fuoco effettuata due giorni prima del trasferimento è emerso che la Provincia non aveva depositato la SCIA per la certificazione antincendio dell’edificio, obbligatoria per le scuole. Mancando dei requisiti di sicurezza la Dirigente Scolastica del Liceo “F. Enriques” ha allora deciso di non accettare la soluzione di succursale proposta dalla Provincia ma di mantenere tutti gli studenti nella sede centrale, organizzando l’orario su doppi turni, mattina e pomeriggio. Così è iniziata la protesta degli studenti del liceo, con sciopero a oltranza e cortei ogni mattina fino alla sede della Provincia, la partecipazione è stata totale. Lavoratrici e lavoratori della scuola partecipano alle manifestazioni, anche gli organi collegiali prendono posizione contro il trasferimento nella succursale che non ha requisiti di sicurezza e contro i doppi turni. Fin dai primi giorni la provincia prova a smontare la protesta sostenendo che si tratti solo di problemi formali e procedurali ma che esiste una sostanziale sicurezza dell’edificio. Dopo tre giorni di protesta ininterrotta esplode il caso, la stampa locale informa che sono 70 gli edifici scolastici non a norma in città, contando sia quelli di proprietà della Provincia (a guida PD) sia quelli di proprietà del Comune (a guida M5S). La neoinsediata Presidente della Provincia Marida Bessi e l’assessore regionale per l’istruzione Cristina Grieco, ex dirigente a Livorno dell’IIS “Vespucci – Colombo”, continuano a banalizzare la protesta. Dopotutto non c’è niente di eccezionale – sembra di leggere tra le righe di qualche giornale – buona parte delle scuole non hanno certificazioni, e l’edificio di Via Calafati è sicuro, fino a un mese prima ci stava proprio il “Vespucci”! Il mercoledì ormai però la questione è esplosa. In questo contesto il personale della Questura che sorveglia in gran numero le manifestazioni mette in atto pressioni per scongiurare un’estensione della protesta ad altre scuole e per evitare che si assumano forme di protesta più dure e rumorose. Intanto la dirigenza della scuola stava elaborando una terza soluzione con riduzione delle ore di lezione a 50 minuti e rotazioni su cinque giorni settimanali ma sia i docenti, sia l’Assemblea sindacale convocata dalle RSU della scuola, sia gli studenti respingono questa soluzione, uno stravolgimento d’orario sarebbe negativo per la didattica e per i tempi di vita di tutte e tutti. Inoltre lo scopo è avere una struttura adeguata per effettuare la didattica ordinaria, non una didattica compressa in uno spazio insufficiente. Il giovedì manifestano studenti da tutte le scuole, non riesce il tentativo di dividere gli studenti, la protesta si radicalizza e migliaia di persone occupano per ore Piazza del Municipio, davanti alla sede dell’amministrazione provinciale. La Provincia in quella mattina decide di ricevere solo la dirigenza della scuola, e tratta con arroganza le delegazioni di docenti, studenti e genitori, incontrandole di fatto solo per informarle di quanto già deciso. Dopo una lunghissima attesa infatti viene comunicato che la Provincia si sarebbe genericamente attivata per trovare una soluzione, mentre la scuola, tramite l’adozione dell’orario compresso, si sarebbe dovuta assumere l’impegno di interrompere la protesta e riavviare le lezioni. A quel punto è stato fatto notare che tale decisione certo non compete alla dirigenza ma a coloro che stanno protestando. Viene dunque ribadito che solo con risultati concreti la protesta si sarebbe interrotta, e il giorno seguente oltre mille persone sono tornate a manifestare fin sotto la Provincia. Dopo questa quinta giornata di protesta, nel pomeriggio di venerdì, durante la conferenza stampa convocata dalle RSU della scuola in merito alla mobilitazione, arriva da parte della vicaria della dirigenza del Liceo “F. Enriques” la notizia che sarebbe stato raggiunto un accordo. La Provincia, con il coinvolgimento del Comune attraverso la vicesindaco – anche lei si presenterà alla conferenza stampa – avrebbe trovato una soluzione per avere 5 aule nella sede dell’Istituto“Buontalenti” in Via Zola. La “soluzione” appare immediatamente sulla stampa, assieme ad un bonario intervento dell’assessore regionale Grieco, che riconoscendo stavolta le ragioni degli studenti afferma con formidabile voltafaccia di essere pronta a aiutare a risolvere la situazione. Il problema è che le aule in questione già sono occupate da altre attività didattiche tra cui quelle del CPIA, Centro Per l’Istruzione degli Adulti, che organizza corsi istituzionali statali per il conseguimento della licenza elementare e media, le cui attività sarebbero da ricollocare. Certo creare disagio e mettere in discussione gli spazi per un altro percorso educativo non può essere una soluzione, la lotta per spazi di studio e di lavoro sicuri e adeguati vale per tutti e va condotta insieme. Sabato 12 un nuovo corteo molto partecipato ha attraversato la città per concludersi in Piazza del Municipio. Al termine della manifestazione, negli interventi al microfono non si parla solo dell’edilizia scolastica, ma anche di sfruttamento e alternanza scuola lavoro ed è chiara la critica sia all’attuale governo sia ai precedenti. In questo momento non si sa come procederà la vicenda, ma certo chi sta conducendo la protesta sa bene che tutte e tutti devono poter studiare e lavorare in sicurezza. Intanto per lunedì sono annunciate altre iniziative di protesta e gli studenti dopo questa intensa settimana di lotta si stanno organizzando per dare continuità a queste giornate. La protesta studentesca al Liceo “F. Enriques” è stata fin da subito sostenuta da lavoratori della scuola e dai genitori; la stessa dirigenza scolastica non ha assunto una posizioni di contrasto e anzi ha cercato di utilizzare il peso della protesta nella trattativa con la Provincia. La presa di posizione dei lavoratori e le iniziative intraprese come lo stato d’agitazione, la conferenza stampa, la partecipazione alle manifestazioni, il rinvio della consegna delle pagelle, sono significative e importanti per la lotta in corso e in generale per la sicurezza sui posti di lavoro. Questo contesto generale ha forse favorito per certi aspetti la protesta e ha assicurato una certa copertura mediatica a livello locale. Va però considerato al contempo che il clima politico di campagna elettorale che c’è in città in vista del voto per le amministrative, e che ha spinto molti partiti ad intervenire diffusamente sulla vicenda, può influenzare la protesta anche in modo negativo. Questo è stato particolarmente evidente nell’atteggiamento degli esponenti istituzionali e delle dirigenze scolastiche. Tuttavia il movimento studentesco è riuscito finora a mantenere una certa autonomia da queste dinamiche. La protesta degli studenti non nasce dal niente, né può essere considerata una iniziativa eterodiretta da docenti, genitori o altri soggetti. La questione della sicurezza nelle scuole era stata uno dei temi centrali in occasione delle giornate di mobilitazione studentesca a livello nazionale che hanno portato nello scorso autunno a manifestazioni in molte città. In quell’occasione anche a Livorno per la prima volta dopo anni gli studenti sono tornati in piazza numerosi e sono tornati a organizzarsi in modo coordinato tra le varie scuole. Quindi le proteste di questi giorni non sono sorte dal nulla, è frutto di un percorso. Il problema dell’edilizia scolastica, oggi esploso in città, era già stato denunciato dagli studenti livornesi ad ottobre e novembre, con manifestazioni e occupazioni. Dopotutto i problemi dell’edilizia scolastica non sono certo una cosa nuova, negli ultimi decenni sono stati fatti solo interventi di manutenzione e ristrutturazione, non sono state create nuove strutture per le scuole superiori cittadine. Negli anni gli studenti hanno spesso denunciato le carenze dell’edilizia scolastica, opponendosi alle politiche di tagli all’istruzione condotte dai governi, contestando misure repressive attuate con il pretesto della sicurezza, come l’installazione delle telecamere, e protestando sotto la Provincia per chiedere interventi di manutenzione e risanamento degli edifici. L’edificio di Via Calafati negli anni ha sempre avuto dei gravi problemi, così come la succursale del Liceo “F. Cecioni” in Via Zola, o la sede dell’IIS “Colombo” in Via S. Gaetano, quella dell’IIS “Orlando” in Piazza 2 giugno, o quella dell’ITI in Via Galilei. Solo quando la protesta degli studenti si è fatta sentire ci sono stati dei provvedimenti concreti. Oppure quando i lavoratori della scuola hanno preso determinatamente posizione, come quando nel 2015 al Liceo “F. Enriques” è stato finalmente sostituito il linoleum della pavimentazione la cui colla conteneva amianto. Se non si affrontano con la lotta e con la reazione di piazza, le questioni relative alla sicurezza e alla salute nei luoghi di studio e di lavoro vengono aggirate da dirigenti e istituzioni, che continueranno a prenderci in giro con rimpalli sulle competenze degli enti, la mancanza di finanziamenti, la burocrazia, le certificazioni prive di sostanza e la banalizzazione dei problemi sollevati dagli studenti. Bisogna inoltre avere chiaro che anche quelle certificazioni che la maggior parte delle scuole non hanno non garantiscono da sole che gli edifici scolastici siano sicuri. La SCIA antincendio ad esempio non certifica lo stato di sicurezza effettivo, ma è solo una segnalazione in cui sono presentati gli interventi che si pianifica di fare in futuro sull’immobile per l’adeguamento antincendio delle scuole previsto da DM del 26 agosto 1992, ogni anno prorogato. Perché i governi ogni anno decretano proroghe per queste certificazioni, per mantenere le scuole “legalmente” aperte e al contempo non essere costretti a nuovi investimenti nell’edilizia scolastica. Ultimo in ordine di tempo è il “decreto semplificazioni” varato a dicembre dal governo che contiene le ennesime proroghe per gli interventi sull’edilizia scolastica. Se gli edifici scolastici non sono sicuri non è poi certo un problema di carte bollate, perché nell’anno scolastico 2017/2018 in Italia c’è stato un crollo ogni quattro giorni nelle scuole, per 50 casi complessivi e 13 feriti. Nel 2008 lo studente Vito Scafidi restò ucciso in un crollo del soffitto dell’aula in cui stava facendo lezione al Liceo “Darwin” di Rivoli. Se davvero si volesse seguire la legge che lo Stato stesso si è dato, quasi nessuna scuola probabilmente sarebbe a norma, basti pensare alla superficie. Ogni aula dovrebbe avere 1,96 mq di spazio per ogni studente con il proprio banco e sedia, più lo spazio per l’insegnante, la cattedra e il resto. Basta andare a scuola col metro e misurare la propria aula per capire come le istituzioni si rapportano alle loro stesse leggi, e quanto in teoria dovrebbero essere spaziosi i luoghi di studio. Ma qual’è l’idea di sicurezza che trasmette la scuola, e come la scuola insegna agli studenti a rapportarsi alla questione della sicurezza? Non consideriamo ovviamente le misure repressive come telecamere e presenza di polizia nelle scuole. Agli studenti la sicurezza viene per lo più presentata come una questione di emergenza, principalmente attraverso prove di evacuazione o generali indicazioni sui comportamenti da tenere in caso di calamità o di incendio. Inoltre nel corso degli anni gli studenti devono partecipare a incontri con le aziende, o devono effettuare il periodo di alternanza scuola lavoro, a volte in questi contesti si parla anche della sicurezza sul lavoro. Le aziende in questi casi raccontano come è normale la propria versione dei fatti. Per questo la sicurezza spesso è esclusivamente presentata come risultato dei corretti comportamenti del lavoratore (seguire procedure, mettersi il casco, le scarpe ecc), non come una condizione sicura di lavoro controllata dai lavoratori stessi. Allo stesso modo quando lo studente si trova nel contesto scolastico è costretto in un ambiente che ti insegna il più delle volte a seguire indicazioni e a non mettere bocca sulle decisioni dell’autorità, si devono seguire delle direttive magari finalizzate solo ad avere una certificazione ma non bisogna interrogarsi troppo e soprattutto bisogna aspettare che le autorità competenti risolvano i problemi e non interferire né tanto meno attivarsi e agire per ottenere reali condizioni di sicurezza. C’è bisogno, in tutti gli ambiti della società e non solo a scuola, di liberarci da un contesto così autoritario. Solo l’autogestione, attraverso la partecipazione di tutte e tutti, permette la conoscenza diffusa e il controllo diretto della realtà che viviamo, di conoscerne i rischi e le criticità, di risolvere collettivamente i problemi. Questo significa l’abolizione dell’organizzazione gerarchica della società fondata sulla proprietà, sulla subordinazione e sulla delega a dirigenti ed esperti e lo sviluppo di un metodo organizzativo e decisionale libero e orizzontale. Il problema dell’edilizia scolastica è generale e reale, è emerso grazie alla protesta ma non è una novità, è sempre stato sotto gli occhi di tutti, innanzitutto delle istituzioni responsabili. È positiva l’estensione della protesta ad altri istituti sia perché problemi sono comuni sia perché solo confrontandosi tra studenti di diverse scuole, magari anche di altre città, può emergere la dimensione sistematica e politica del problema, non confinato alle singole scuole. Inoltre in questo modo si può uscire dalla logica autoritaria dei rapporti con dirigenza, docenti e genitori, in cui ti spesso si è costretti se si limita l’attività ad un istituto. Ottenere dei risultati concreti in questa lotta è importante perché significa ottenere migliori condizioni di studio e di lavoro per tutte e per tutti, perché può essere un esempio per nuove lotte, perché conquistare un po’ di libertà fa crescere la voglia di libertà. Ma al di là degli obiettivi da raggiungere la protesta in corso è molto importante: è una novità dirompente nello scenario sociale cittadino; è un segnale della voglia di prendere parola, di scendere in piazza, che è presente nella società e soprattutto nei più giovani; è una rottura rispetto alle norme repressive varate dai governi nazionali e dall’amministrazione comunale, dal momento che con il movimento si aprono nuovi spazi di libertà che rompono i divieti, anche solo temporaneamente; è tornato in città un movimento studentesco capace di darsi propri strumenti politici e di costruire percorsi in autonomia. La volontà di riscatto e lo slancio ideale che emerge dalle assemblee e dalle manifestazioni è molto forte. In questo contesto sociale, le nuove generazioni sono più impoverite e sono a diretto contatto con le più forti contraddizioni della società. Inoltre il contesto politico autoritario, violento e polarizzato che viviamo impone di schierarsi, di prendere posizione. Spesso i più giovani sono additati come violenti o come apatici, per questi problemi, dicono gli “esperti di giovani”, la soluzione è il disciplinamento: la direttiva “scuole sicure” che porta la polizia nelle scuole, l’alternanza scuola lavoro che prepara allo sfruttamento, la reintroduzione della leva obbligatoria, il reddito di cittadinanza, i provvedimenti sulla sicurezza di Minniti, Orlando e Salvini. In piazza, in modi diversi e con varie prospettive, c’è anche il rifiuto di questo modello gerarchico di società. Per questo la protesta in corso è importante per la sua forza e per quello che esprime, ma anche perché è un segnale che va colto. Collettivo Anarchico Libertario Federazione Anarchica Livornese
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By collettivo – Gennaio 13, 2019
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Salone del libro di Torino: la Liguria regione ospite con tre grandi eventi e uno stand dedicato
Salone del libro di Torino: la Liguria regione ospite con tre grandi eventi e uno stand dedicato Tre grandi eventi dedicati a tre eccellenze della Liguria: il Cantautorato, la Poesia e il Comico, 220 metri quadri di Sala Liguria, con oltre 20 panel organizzati da 35 editori, 100 volti liguri rappresentati dall'artista Jean Blanchaert e 19 premi letterari in cinque giorni di evento. Questi i numeri della Liguria, per la prima volta Regione ospite alla XXXVI edizione del Salone del Libro, per il progetto curato da Jessica Nicolini, coordinatrice delle Politiche culturali dell'Ente. "'Liguria, un mare di libri' è il titolo che abbiamo scelto per la presenza della Regione al Salone di quest'anno – dichiara Jessica Nicolini -. È la prima volta che Regione Liguria partecipa e lo fa da protagonista: il grande stand ricorderà un tipico borgo ligure e sarà animato da eventi organizzati dai nostri editori. Ci saranno anche tre grandi eventi, dedicati uno al Cantautorato, uno alla Poesia con le letture di Elisabetta Pozzi e Federico Sanguineti, e uno alla Comicità con un omaggio a Paolo Villaggio. Ci saranno anche degustazioni dei nostri prodotti enogastronomici. Vogliamo proseguire il percorso di Genova Capitale del Libro e rivendicare un valore importante del libro come strumento di libertà: citando Rodari, vorrei che tutti leggessero non per diventare letterati o poeti ma perché nessuno sia più schiavo". I nomi che calcheranno il palcoscenico del Lingotto saranno quelli di Gino Paoli, icona del cantautorato; Elisabetta Pozzi e Federico Sanguineti, interpreti d'eccezione di Montale, Sbarbaro, Sanguineti, Caproni; e ancora Elisabetta Villaggio, Enzo Paci, Gianni Fantoni, per immergersi nel mondo del Fantozzi di Paolo Villaggio. Ognuno di loro dialogherà con altrettanti protagonisti della scena culturale per raccontare la propria arte al pubblico del Salone. Terra di bellezze nascoste e caruggi sul mare, la Liguria celebra la sua costellazione di poeti e scrittori anche con appuntamenti gastronomici. Lo stand - Liguria, un mare di libri Una tipica piazzetta sul mare su cui si affacceranno case variopinte fatte di libri, mentre gli esterni saranno colorati da una sfilata di personaggi della storia ligure. Così apparirà lo stand di Regione Liguria, un borgo in cui sarà anche possibile assaggiare, attraverso momenti di degustazione, alcuni dei più tipici prodotti come il pesto al mortaio, la focaccia e i canestrelli. "Il libro non è un semplice oggetto – dichiara Marco Pogliani - perché si nutre della vita di chi lo ha scritto e restituisce a chi lo legge qualcosa di inimitabile. Da qui è nata l'esigenza che la presenza della Liguria a Torino fosse un'opportunità, non solo per far conoscere i nostri editori ma anche per ricordare questa meravigliosa terra, con uno stand in cui ritrovare lo spirito ligure. Per questo abbiamo costruito una piazzetta ligure, con i suoi colori, le tipiche persiane verdi e le lenzuola stese ad asciugare su cui saranno scritti i più bei passaggi della poesia e della letteratura ligure. Un borgo in cui i palazzi sono fatti di libri, costruiti grazie alle emozioni, alla cultura e alla multiformità dell'ingegno ligure. All'interno ci saranno due aree, una dedicata alle degustazioni di prodotti tipici, dalla focaccia al pesto, e l'altra per la presentazione delle diverse iniziative. Il guscio esterno e le pareti hanno l'ambizione di raccontare la cultura della Liguria grazie alla straordinaria arte di Jean Blanchaert, che sulla parete frontale ha disegnato i nomi dei grandi protagonisti della cultura ligure, e sulle altre ha illustrato i ritratti di personaggi liguri illustri, tra cui anche Enrico Piaggio e Renzo Piano". Gli eventi della "Sala liguria" Accanto ai grandi eventi ospitati nelle sale del Lingotto Fiere, si aggiungeranno i panel dello stand Sala Liguria, per una non-stop di incontri coordinati dalla Fondazione De Ferrari ETS, tra cui 'Liguria a tavola' dedicata alle eccellenze agroalimentari, 'Liguria da scoprire', 'Storie di liguri nel Nuovo Mondo', oltre alla narrativa contemporanea al femminile e alla didattica per i più piccoli. "La qualità editoriale non si misura tanto dai fatturati quanto dai contenuti – aggiunge Fabrizio De Ferrari, coordinatore della Sala Liguria -. Per questo è importante essere per la prima volta al Salone del Libro di Torino, perché anche in una regione con editori in prevalenza medi o piccoli siamo riusciti a esprimere un programma di alto livello e con eventi molto accattivanti per il pubblico. L'editoria è un mestiere e una passione: a Torino ci saranno editori a tutto tondo e altri che hanno una sigla editoriale animata dalla passione ma in grado di esprimere contenuti di qualità, spesso nella saggistica. Abbiamo pensato di dividere il programma in filoni tematici, dedicati ad esempio alla gastronomia, alla saggistica, al noir e altri eventi con le musiche dei nostri grandi cantautori che hanno fatto la storia della musica italiana". I grandi eventi In occasione della presentazione del libro "Cosa farò da grande" (Bompiani), Regione Liguria ha organizzato un incontro con il padre della canzone d'autore, Gino Paoli, un musicista sorprendente e immaginifico, che al Salone si racconterà a tutto tondo intervistato dal giornalista Claudio Cabona. La seconda giornata sarà dedicata a un reading delle più belle poesie di Giorgio Caproni, Eugenio Montale, Camillo Sbarbaro, Edoardo Sanguineti. Molti dei più amati, prestigiosi e innovatori poeti del Novecento sono infatti liguri. L'ultimo dei grandi incontri sarà dedicato a "Fantozzi. Una tragedia", per il Teatro Nazionale di Genova, con Gianni Fantoni e la regia di Davide Livermore, con l'obiettivo di celebrare Paolo Villaggio attraverso il suo personaggio più celebre, protagonista anche di "Operazione Fantozzi" (Sagoma) di Gianni Fantoni. Tra i protagonisti anche la figlia di Paolo Villaggio, Elisabetta. Spazio ai giovani Con Orientamenti, Regione Liguria sosterrà la partecipazione al Salone di circa 40 classi in rappresentanza degli Istituti scolastici che afferiscono alla rete delle biblioteche scolastiche "Bib-Liguria". Sarà infatti Orientamenti a organizzare il viaggio verso Torino e gli studenti che parteciperanno al ricco programma dedicato alle scuole avranno anche l'opportunità di visitare lo stand 'Sala Liguria'. "La grande attività di Orientamenti non si ferma mai e ha una durata di 365 giorni all'anno – dichiara l'assessore regionale alla Formazione Marco Scajola -. Sosterremo convintamente la partecipazione di 40 classi, da istituti scolastici di tutto il territorio ligure, al Salone del Libro con la convinzione che questo evento rappresenti un momento formativo importante per tutti loro e che i libri siano uno degli strumenti più efficaci per sognare ed essere 'Dreamers'. La Liguria avrà un ruolo da protagonista con una serie di eventi di alto livello che saranno certamente impreziositi dalla presenza dei nostri giovani studenti". Con la partecipazione al Salone 2024, Regione Liguria prosegue e amplia il successo delle esperienze di Genova Capitale italiana del Libro, che ha visto 130 presentazioni in un anno, una ogni tre giorni, e del centenario di Italo Calvino, celebrato tra Palazzo Ducale a Genova e le Scuderie del Quirinale a Roma. La nuova sinergia con Torino intende arricchire l'offerta culturale di una Liguria che ha fatto delle sue parole un grande motore di crescita. Dalla nuova programmazione e la nuova direzione di Palazzo Ducale, al Teatro Nazionale guidato da Davide Livermore fino al Teatro Carlo Felice. I libri diventano di tutti e per tutti: la partecipazione degli editori sintetizza al meglio l'efficacia delle politiche culturali messe in campo per questo progetto di respiro internazionale. Il programma completo sarà disponibile sul sito del Salone del Libro ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Come creare Community su WhatsApp
WhatsApp è diventata una delle applicazioni di messaggistica più utilizzate al mondo. Oltre a inviare messaggi e chiamate, WhatsApp offre anche la possibilità di creare una community. In questo articolo, vedremo come creare una community su WhatsApp, cosa sono le community di WhatsApp, come si usa la community di WhatsApp e come funzionano le community su WhatsApp.
Vuoi sapere come creare una community su WhatsApp? Segui i nostri semplici passaggi per creare una community di successo e connetterti con persone che condividono gli stessi interessi.
Creare una community su WhatsApp è un modo eccellente per connettere le persone con interessi comuni e per condividere informazioni, notizie e consigli. Ma come si fa a creare una community su WhatsApp? Ecco alcuni consigli pratici per iniziare.
Cosa sono le Community di WhatsApp
Le Community di WhatsApp sono gruppi di chat creati su WhatsApp, infatti è espressamente dedicata ai gruppi, per cui non sarà disponibile nelle conversazioni singole, con l'obiettivo di creare sotto gruppi e connettere persone con interessi comuni. Questi gruppi possono essere creati da chiunque abbia un account WhatsApp e possono essere pubblici o privati. Le Community di WhatsApp sono un modo per connettersi con persone che condividono gli stessi interessi, passioni o attività. Ad esempio, ci sono Community di WhatsApp dedicate alla cucina, all'arte, allo sport, alla musica, alla tecnologia, alla moda e così via. I membri delle Community di WhatsApp possono scambiarsi messaggi di testo, foto, video, audio e documenti, condividere idee, consigli, informazioni e notizie. Inoltre, possono organizzare eventi online, come webinar o discussioni dal vivo, e partecipare a sondaggi o quiz per stimolare la partecipazione. Le Community di WhatsApp possono essere molto utili per condividere informazioni e risorse, per imparare cose nuove e per creare un senso di appartenenza. Tuttavia, è importante tenere presente che le Community di WhatsApp devono essere gestite in modo responsabile e rispettoso, per evitare problemi o discussioni spiacevoli.
Come si usa la Community di WhatsApp
Una volta che hai creato una community su WhatsApp, puoi iniziare a utilizzarla per comunicare con i membri. Puoi inviare messaggi di testo, foto, video e documenti. Inoltre, puoi anche effettuare chiamate vocali e video all'interno della community. Puoi anche impostare le impostazioni della community per controllare chi può unirsi e chi può inviare messaggi. In questo modo, puoi mantenere la community organizzata e privata. Ti ricordo che puoi usare la Community di WhatsApp all'interno di un qualsiasi gruppo, sia su dispositivi mobili (smartphone Android e iPhone), che su PC tramite WhatsApp Web.
Come funzionano le community su WhatsApp
Le community su WhatsApp sono un modo eccellente per connettersi con persone che condividono gli stessi interessi e per condividere informazioni, notizie e consigli. Tuttavia, è importante tenere presente che le community su WhatsApp devono essere gestite in modo responsabile e rispettoso, per evitare problemi o discussioni spiacevoli. Alcune cose importanti da tenere a mente quando si partecipa a una community su WhatsApp includono rispettare le regole della community, partecipare in modo costruttivo alle discussioni, evitare di condividere contenuti offensivi o spam, e rispettare le opinioni degli altri membri. Inoltre, è importante tenere presente che i messaggi inviati all'interno della community sono visibili a tutti i membri del gruppo, pertanto è importante pensare attentamente a ciò che si condivide e a come si comunica con gli altri membri.
Come creare una nuova community su WhatsApp
Per creare una community su WhatsApp, è necessario seguire questi semplici passaggi: - Scarica e installa WhatsApp: Assicurati di avere WhatsApp installato sul tuo dispositivo. - Crea un gruppo: Apri WhatsApp e vai alla schermata principale. Tocca l'icona "Nuova chat" o l'icona "Nuovo gruppo" per avviare il processo di creazione di un gruppo. - Aggiungi partecipanti: Aggiungi i membri che desideri includere nella tua community. Puoi invitare i contatti della tua rubrica telefonica o iniziare a digitare i loro nomi nella casella di ricerca per selezionarli. - Imposta il nome del gruppo: Scegli un nome per la tua community e personalizzalo come preferisci. - Personalizza le impostazioni: Tocca l'icona dell'ingranaggio nel gruppo per accedere alle impostazioni. Puoi modificare l'immagine del gruppo, la descrizione, i permessi dei partecipanti e altre opzioni. - Invia regole e linee guida: Puoi inviare un messaggio al gruppo con le regole e le linee guida che i partecipanti devono seguire. Questo aiuterà a mantenere un ambiente positivo e rispettoso nella community. - Promuovi la partecipazione: Invita i membri a condividere contenuti, fare domande, rispondere ad altri partecipanti e partecipare attivamente alle discussioni del gruppo. - Gestisci il gruppo: Assicurati di monitorare il gruppo regolarmente, moderare i contenuti e intervenire se ci sono violazioni delle regole della community o comportamenti non appropriati. - Coinvolgi i membri: Organizza attività, sondaggi o eventi interessanti per coinvolgere maggiormente i membri della tua community. - Mantieni un ambiente positivo: Cerca di creare un ambiente accogliente, rispettoso e sicuro per tutti i partecipanti della tua community. Ricorda che la creazione e la gestione di una community richiede impegno e responsabilità. Assicurati di essere disponibile e aperto al dialogo con i membri.
Come eliminare una community su WhatsApp
Se sei l'amministratore di una community su WhatsApp e vuoi eliminarla, segui questi passaggi: - Accedi alla community: Accedi alla chat della community che desideri eliminare. - Fai clic sull'icona del gruppo: Fai clic sull'icona del gruppo in alto a sinistra per visualizzare le informazioni del gruppo. - Accedi alle impostazioni del gruppo: Fai clic sull'opzione "Impostazioni del gruppo" situato sotto il nome del gruppo. - Elimina la community: Fai clic sull'opzione "Elimina gruppo" e conferma la tua scelta quando richiesto. - Conferma l'eliminazione: Una volta confermata l'eliminazione, la community verrà eliminata e tutti i membri verranno rimossi dalla chat. Se non sei l'amministratore della community, non puoi eliminare la community dal gruppo. In questo caso, devi contattare l'amministratore del gruppo e chiedere di eliminare la community. Tieni presente che quando elimini una community su WhatsApp, tutti i messaggi, le immagini e gli altri contenuti della chat verranno cancellati definitivamente e non potranno essere recuperati. Inoltre, tutti i membri della community verranno rimossi dalla chat e non potranno più accedervi. Assicurati quindi di informare i membri della community prima di eliminare la chat.
Conclusione
Le community di WhatsApp sono un ottimo modo per connettersi con persone che hanno interessi simili. Seguendo i passaggi sopra descritti, puoi creare la tua community su WhatsApp e iniziare a comunicare con i membri. Ricorda di impostare le impostazioni della community per mantenere la privacy e l'organizzazione.
Note finali
E siamo arrivati alle note finali di questa guida come creare Community su WhatsApp. Ma prima di salutare volevo informarti che mi trovi anche sui Social Network, Per entrarci clicca sulle icone appropriate che trovi nella Home di questo blog, inoltre se la guida ti è piaciuta condividila pure attraverso i pulsanti social di Facebook, Twitter, Pinterest e Tumblr, per far conoscere il blog anche ai tuoi amici, ecco con questo è tutto Wiz ti saluti. Read the full article
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[...] Questa tecnologia viene vista come il pilastro fondante della quarta rivoluzione industriale – insieme all’intelligenza artificiale, all’internet of things e ai big data – ed è considerata l’elemento in grado di aiutare le aziende a sviluppare progetti innovativi su tre livelli.
I registri immodificabili
Blockchain ha costruito gran parte del suo mito sulla certificazione dei passaggi e sulla impossibilità di modificare un determinato dato. “Grazie a questa caratteristica – si legge nel report – la tecnologia blockchain permette nella sostanza di avere un notaio digitale che certifica fatti e dati e che attribuisce loro una data certa”. Questa capacità può essere sfruttata in registri privati e pubblici, come avviene, per esempio, con il catasto in alcuni paesi del mondo o con l’Automobile club italiano in Italia. L’Aci ha sviluppato MyCar, un sistema per registrare su blockchain tutti gli eventi legati a un veicolo, dai tagliandi, a riparazioni, cambi gomme, chilometraggio, con l’obiettivo di fornire una storia dell’automobile completa a chi la acquisterà in futuro.
Per un’azienda, invece, la possibilità di avere dei registri può permettere di certificare una determinata filiera e combattere la contraffazione. Ma non solo: più semplicemente, la blockchain può essere utilizzata per rivendicare, diciamo così, un proprio diritto in maniera inoppugnabile. Spotify è un buon esempio: la società svedese quotata a Wall Street ha comprato Mediachain per creare un sistema più equo e trasparente nella gestione delle royalty.
“La tokenizzazione del valore”
Le monete digitali, in gergo tecnico i token, sono lo strumento che permette a individui e imprese di gestire flussi di denaro e di finanziarsi in maniera alternativa. Nel sistema attuale, grazie alla certificazione in tempo reale dei passaggi di mano di ogni singolo coin, i token possono essere sfruttati come puro valore di scambio (come avviene con i bitcoin), ma anche come un vero titolo di proprietà o per la remunerazione di un lavoro fatto.
Attraverso la “tokenizzazione”, come la definisce Casaleggio, è possibile infatti suddividere il valore di un determinato bene reale in tante azioni e venderle direttamente online sfruttando la blockchain. La tokenizzazione permette all’acquirente di esercitare diritti di proprietà e al cedente di monetizzare un determinato bene. Può valere per un palazzo suddiviso in tante piccole azioni oppure, come ha fatto la società Dtcc, per consentire ad una azienda di valorizzare subito titoli di credito su fatture non ancora saldate. Immettendo sul mercato i crediti da incassare, come avviene con le più tradizionali operazioni di factoring, si possono anticipare le entrate. Un mercato ghiottissimo che oggi vale 11 trilioni di dollari, si legge nel report.
Grazie al token, poi, si può remunerare un lavoro svolto e premiare la fedeltà della propria community. La squadra di calcio francese del Paris Saint German sta lanciando una sua fan token offer proprio per gratificare i suoi tifosi. Stessa logica per il sito pornografico Tube8 che ripaga i visitatori con cryptocurrency per la visualizzazione dei video premium.
I contratti intelligenti
Il terzo livello di innovazione che la blockchain sta portando nel mondo delle imprese è legato agli smart contract che permettono di fissare, per esempio, delle clausole immediatamente esercitabili a determinate condizioni. L’esempio vale più di molte parole: “Se si concorda di ricevere una spedizione di mozzarelle e non si vuole che la temperatura vada mai sopra i 14 gradi – spiega Casaleggio – un sensore potrà monitorare la temperatura nel furgone lungo il tragitto e il pagamento della spedizione potrà essere eseguito, eventuali penali comprese, direttamente tramite contratto stipulato, che avrà a disposizione i borsellini di criptovaluta dei due interlocutori per importi predefiniti”. Automaticamente.
L’ultimo anello della catena e i rischi
Fascino e potenzialità della blockchain hanno spinto gli investimenti a livello internazionale. “Nei primi sei mesi del 2018 – spiega il report – i venture capital hanno investito 1,3 miliardi di dollari in startup legate alla blockchain, superando l’intera somma dell’anno precedente (900 milioni di dollari)”. A questo bisogna aggiungere i 3,3 miliardi di dollari raccolti dalle imprese che hanno scelto la strada delle initial coin offering (Ico) per finanziarsi in maniera alternativa. Solo le quattro società italiane che hanno emesso token – Eidoo, Aidcoin, Xriba, Friendz – hanno raccolto 70 milioni di dollari in sei mesi, “una cifra – sottolinea Casaleggio – che supera quella investita dall’intero sistema di venture capital italiano nello stesso periodo”.
Per ottenere il massimo dalla blockchain, viene evidenziato, è necessario però avere una salda relazione tra la catena digitale e il mondo fisico. Secondo Casaleggio, esistono tre tipi di “ultimo anello”, tutti a loro modo indispensabili per la buona riuscita della rivoluzione dei blocchi. L’Internet of things è fondamentale: sono gli oggetti connessi a permettere tramite i loro sensori di registrare eventi e di scatenare conseguenze volute. È altrettanto importante che le criptovalute possano essere a un certo punto effettivamente scambiate per trasformare il valore virtuale in reale. Per valorizzare a pieno la blockchain è necessario che il panorama normativo sia al passo con l’innovazione tecnologica: vale per gli smart contract che devono poter avere sempre valore legale così come per le Ico che sono permesse solo in alcuni stati (e non in Italia, ad esempio).
A tirare un po’ il freno ci sono problemi e rischi che la blockchain si trascina da anni. Innanzitutto il consumo energetico: resta troppo alto il prezzo in termini di gigawatt per ogni singola transazione, con la sola rete utilizzata per scambiare bitcoin che ha un consumo di energia pari a quello dell’intera Svizzera. A questo si sommano le note questioni sulla privacy, minacciata da informazioni cristallizzate per sempre nella rete, e sulla traballante gestione dei dati personali. Infine ci sono le più generiche paure sulla sicurezza di un sistema esposto ai pericoli: se si smarriscono o vengono rubate le credenziali di un borsellino bitcoin, mette in guardia la Casaleggio Associati, non esiste da nessuna parte il tasto “recupera password”.
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