#studio di registrazione
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Il Mondo della Creazione della Musica House
La musica house è un genere che nasce dalla cultura afro-americana degli anni ’80. Ha unito talento, tecnologia e innovazione fin dalle sue origini. Scopriamo come i pionieri hanno usato drum machine, sintetizzatori e campionatori per creare un suono unico. Questo suono è ancora oggi amato in tutto il mondo. È un mix di cultura e tecnologia che ha cambiato la musica. Punti Chiave La musica house…
#Beatmaking#Composizione elettronica#Creatività sonora#DJing#Genere house#Mixaggio audio#Produzione musicale#Studio di registrazione#Tecnologia musicale
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The Poetic Roots of Rap: A Journey Through Rhymes and Rhythms
The realm of rap is inherently connected to the world of poetry, both sharing a profound appreciation for rhythm, rhyme, and the evocative power of words. This article explores how these two art forms intertwine, offering insights into enriching your rap artistry inspired by poetic tradition. Rhythm: The Heartbeat At the heart of both poetry and rap lies rhythm, an element that guides the…
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Storia Di Musica #327 - U2, The Unforgettable Fire, 1984
L'ultimo edificio di questa piccola carrellata di dischi che ne hanno uno in copertina ci porta nella Contea di Westmeath, nel cuore d'Irlanda, con le rovine di un castello, quello di Moydrum, situato nei pressi della cittadina di Athlone. Lì quattro ragazzi irlandesi, insieme a quello che diventerà il loro amico e fotografo per i successivi quattro decenni, Anton Corbijn, posano per la copertina di un disco che nelle loro intenzioni doveva rappresentare una svolta concettuale e musicale. È facile d'altronde mettere a confronto le prime copertine degli U2 con questa, e rilevarne la differenza concettuale: lo sguardo dolce di Peter Rowen, il fratellino di Guggi, amico di Bono, che capeggia in Boy (1980), la band ripresa in October (1981) sullo sfondo il porto di Dublino, e lo sguardo, rabbioso e drammatico, dello stesso Peter Rowen in War (1983, una delle copertine più iconiche del decennio). Dopo il tour di War, Bono, The Edge, Adam Clayton e Larry Mullen Jr. cercano una svolta. Bono, con una mossa che riprenderà anche in futuro, annunciò all'ultimo concerto di quel tour che la band necessitava di "essere sciolta".
Un rinnovamento che passa da un nuovo approccio alla composizione e da una guida in produzione musicale che sia diversa da Steve Lillywhite, che li aveva seguiti nei primi tre capitoli della loro storia. The Edge, affascinato dai suoi lavori discografici e dal suo ruolo di produttore per i Talking Heads, chiede di contattare Brian Eno. La scelta non sembrava affatto sensata: una band sanguigna, epica, con il guru della musica ambient, della sottrazione emotiva. Lo stesso Chris Blackwell, il proprietario della Island, la casa discografica che li aveva scoperti, era scettico. E lo stesso Eno all'inizio lo era. Ma l'ascolto del loro live Under The Red Blood Sky lo convinse a provare. Porta con sé un tecnico del suono geniale, anch'egli musicista, il canadese Daniel Lanois, incaricato degli aspetti materiali e tecnici delle registrazioni, e indica alla band un orizzonte che se ancorato alla passione, all'epica, alla forza della loro musica originaria, la amplia in scenari vasti, che diluiscono i colori e regalano emozioni nuove all'ascolto.
Registrato nella sala di ballo, trasformata in studio di registrazione, di un altro castello, lo Slane Castle, e presso gli studi di Windmill Lane a Dublino, The Unforgettable Fire prende il nome dal titolo di una mostra fotografica itinerante giapponese sui disastri di Hiroshima e Nagasaki, che i quattro videro al The Peace Museum di Chicago. È una sensazione diversa ascoltare il suono, ricco, cinematografico, di A Sort Of Homecoming che apre la scaletta. Un suono arioso, sostenuto, con l'abbandono della batteria "militaresca" dei lavori precedenti, la chitarra di The Edge che inizia a disegnare paesaggi luminosi, il supporto robusto del basso di Clayton e Bono che si lancia nella descrizione di paesaggi spirituali niente male: hai fame di tempo\tempo per guarire e desiderare, del tempo\e senti la terra muoversi sotto di te\il paesaggio di sogno che hai creato (...) le mura della città sono cadute\la polvere, un velo di fumo tutt'intorno\volti arati come i campi che un tempo\ non opponevano resistenza. Dello stesso tenore, con quest'aggiunta espressionista, sono Wire (addirittura pensata solo come abbozzo nel testo, e registrata con Bono che in parte improvvisa durante il canto) la spettacolare The Unforgettable Fire, e Indian Summer Sky, che è l'espressione anglofona per l'Estate di San Martino. Canzoni che tra l'altro sfuggono alla struttura classica con la ripetizione del ritornello, spesso non citano il titolo nel testo e entusiasmano, spesso ancora oggi, per il lavoro di addizione sonora e di sensazioni che lasciano. Ma è un album che contiene tanto altro: due strumentali, 4th Of July (che è il giorno della nascita della prima figlia di The Edge, e registrata quasi di nascosto da Eno mentre Clayton e il chitarrista improvvisavano) e MLK, dedicato a Martin Luther King, al quale è dedicato anche il brano simbolo del disco, e primo singolo dell'opera, Pride (In The Name Of Love), il cui video musicale fu girato nella sala da ballo allestita a studio di registrazione dello Slane Castle. C'è la poesia dolce e fluttuante di Promenade, un gioiellino che racconta il flusso di pensieri durante una passeggiata, c'è l'esperimento di Elvis Presley And America: basata sulla traccia base rallentata di A Sort of Homecoming, è una improvvisazione canora di Bono, che immagina il Re, ormai sul viale del tramonto, che ricorda il suo passato, specialmente il suo rapporto con Priscilla, e fu una single take lasciata così, grezza e con la voce che dà la sensazione di un'eco più lontana e oscura. Rimane un ultimo grande pezzo: Bad fu scritta da Bono in ricordo di un suo compagno di scuola morto di overdose da eroina il giorno del suo 21° compleanno, è drammatica nel suo crescendo emotivo e diviene una sorta di prototipo di stile U2\Eno\Lanois. Diventerà uno dei momenti clou dei concerti negli anni a seguire.
Un disco dalle tinte sfocate, dai paesaggi sonori sfumati, dalla musicalità complessa poteva sembrare un azzardo per una band considerata così sanguigna. Invece fu un successo: primo disco degli U2 al primo posto della classifica britannica, in top ten in quella americana, e soprattutto la sensazione che la piantina musicale che qui nasce crescerà subito e velocemente, per certi versi in maniera fragorosa, per cambiare il volto alla musica dei decenni a venire. Ma probabilmente questo non lo sapevano ancora.
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Anche stanotte ho dormito senza prendere niente, mi sono svegliata alle 6 e ho fatto la mia solita routine, poi sono andata a lavoro. Sono arrivata prima e ho fatto tutto quello che c'era da fare, sono stata insieme agli animali, ho sorriso e aiutato chi aveva bisogno, ho girato per il rifugio fissando cartelli con l'avvitatore elettrico e mangiato taralli e patatine al burro di arachidi, ho parlato con una ragazza di salute mentale e mi ha confidato di avere il disturbo borderline, la responsabile del turno mi ha detto delle cose bellissime che mi hanno illuminato la giornata. Poi due ragazzi mi hanno accompagnata in macchina fino a casa e abbiamo chiaccherato, mi hanno invitata a cena e nel loro studio di registrazione per suonare la batteria. Ho pranzato, mi sono sdraiata un po' e ho ascoltato la musica, poi ho lavato il bagno e la cucina, ho passato l'aspirapolvere, sono andata avanti a leggere il libro, ho fatto meditazione e cambiato sia il catetere che il sensore, ho cenato e adesso sono sul divano. Entra l'aria fresca dalla finestra. Va bene tutto ciò che provo e io non sono i miei pensieri. Non sono qualcuno o qualcosa, io scelgo chi e come essere. E scelgo l'amore.
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https://youtu.be/9B7ZWDaKECI?si=xFf6HwQfex3zQCUm
(English / Español / Italiano)
On March 2, 1959, at 2:30 in the afternoon, a group of musicians entered an old church on 30th Street in New York that the Columbia record company had converted into a recording studio thanks to the special sonority of the place. The musicians belonged to the sextet of Miles Davis, trumpeter and composer extraordinaire, a cornerstone of modern jazz. The first to arrive was drummer Jimmy Cobb, who calmly and carefully set up his drum kit. Soon after, bassist Paul Chambers, saxophonists Cannonball Adderley and John Coltrane, pianists Bill Evans, who no longer belonged to the sextet but would record on this album, and Wynton Kelly arrived. Finally, Miles, the leader of the group. Without even knowing it, this first session and the second recorded on April 22 would become fundamental in the history of both jazz and music. The product of those two days would be called Kind of Blue and was released on August 17 of the same year.
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El 2 de marzo de 1959, a las dos y media de la tarde, un grupo de músicos entraron a una antigua iglesia en la calle 30 de Nueva York que la compañía discográfica Columbia había convertido en estudio de grabación gracias a la sonoridad especial que tenía el lugar.Los músicos pertenecían al sexteto de Miles Davis, trompetista y compositor extraordinario, piedra angular del jazz moderno. El primero en llegar fue el baterista Jimmy Cobb quien con tranquilidad y esmero montó su batería. Poco después llegarían el bajista Paul Chambers, los saxofonistas Cannonball Adderley y John Coltrane, los pianistas Bill Evans, quien ya no pertenecía al sexteto pero que grabaría en este disco, y Wynton Kelly. Finalmente, Miles, el líder del grupo. Sin siquiera saberlo, esta primera sesión y la segunda grabada el 22 de abril se volverían fundamental tanto en la historia del jazz como de la música. El producto de ese par de días se llamaría Kind of Blue y salió a la venta el 17 de agosto del mismo año.
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Il 2 marzo 1959, alle due e mezza del pomeriggio, un gruppo di musicisti entrò in una vecchia chiesa della 30ª strada a New York che la casa discografica Columbia aveva trasformato in studio di registrazione grazie alla particolare sonorità del luogo. I musicisti appartenevano al sestetto di Miles Davis, trombettista e compositore straordinario, pietra miliare del jazz moderno. Il primo ad arrivare fu il batterista Jimmy Cobb, che con calma e attenzione sistemò la sua batteria. Subito dopo arrivarono il bassista Paul Chambers, i sassofonisti Cannonball Adderley e John Coltrane, i pianisti Bill Evans, che non faceva più parte del sestetto ma che avrebbe registrato su questo album, e Wynton Kelly. Infine, Miles, il leader del gruppo. Senza nemmeno saperlo, questa prima sessione e la seconda registrata il 22 aprile sarebbero diventate fondamentali nella storia del jazz e della musica. Il prodotto di quei due giorni si sarebbe chiamato Kind of Blue e sarebbe stato pubblicato il 17 agosto dello stesso anno.
Fuente: Pasión por el Jazz y Blues
#jazz#miles davis#jimmy cobb#cannonball adderley#john coltrane#bill evans#paul chambers#wynton kelly#kind of blue
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vanityfairnext : Avvistati @taylorswift e Matty Healy mentre escono insieme da uno studio di registrazione a New York City 🎶🏙️
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youtube
Oggi dopo tre anni e mezzo sono tornato in studio di registrazione
Quanto mi era mancato
In questi anni ho pensato tanto a quello che avevo perso per strada, e no, non ero più disposto a rinunciare a tutta questa felicità, a questa parte di me che non riesce a stare assopita.
Arriveranno pezzi nuovi prossimamente, se intanto vi andasse, qui ci sono quelli vecchi 🫶🏻
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Nel 1950 il barone Marcel Bich, francese, lanciò uno "strumento di scrittura" assolutamente rivoluzionario (come direbbero oggi i pedagoghi di Terra Nova che non erano nati all'epoca): la penna a sfera, che chiama Bic, abbreviazione più facilmente pronunciabile della sua nome. Niente più matita la cui mina si rompe costantemente e il suo essenziale temperamatite, niente più tratti in alto e in basso con un pennino Sergent-Major immerso nell'inchiostro viola e che ha fatto grandi blocchi!
La Bic Cristal, la più semplice in plastica, venduta all'epoca a 0,50 franchi (meno di tre volte niente...) sarebbe diventata presto la penna più venduta al mondo: oltre 100 miliardi di copie vendute in 160 paesi sul 5 continenti fino ad oggi! Ma restiamo in Francia… Da oltre 70 anni generazioni di scolari, liceali, studenti e adulti hanno utilizzato Bic anche. E per quanto ne so, nessuno fino ad oggi è morto per questo. A parte ovviamente quelli che inavvertitamente ne hanno ingoiato uno intero masticandone l'estremità.
La storia della penna a sfera potrebbe finire qui ed essere molto bella, quella di un successo francese come il Concorde, il TGV o il Beaujolais. L'asso! Senza tener conto della cultura Woke e dell'immaginazione delirante delle generazioni di palle morbide e cretini da allora prodotte dall'Educazione Nazionale... Apostoli delle tre religioni più alla moda nelle loro file (la mania dei bambini, il principio di precauzione e la paura del panico di avvelenarsi quando respirano normalmente o mangiano una salsiccia) questi idioti senza cervello chiedono loro di smettere di comprare penne a sfera per bambini! E come al solito, non me lo sto inventando...
Secondo UFC-Que Choisir, componenti POTENZIALMENTE pericolosi si nascondono di nascosto nel serbatoio del nostro buon vecchio Bic... "...a volte dosi considerevoli di composti tossici, cancerogeni, allergenici o interferenti endocrini". Ha capito bene, signora Michu? Non vi stiamo dicendo che ci sono, non abbiamo studio scientifico per dimostrarlo, vi stiamo dicendo che potrebbero esserci...😱😛
Gli ecologisti veri e propri gendarmi del finto ambientalismo ormai tutto ciò che è civiltà e cultura lo aborriscono...Ma prima di arrabbiarmi, ho provato a immaginare con cosa potremmo sostituire la penna a sfera:
- Non la penna del Sergente Maggiore, è di acciaio e le acciaierie inquinano molto! L'impronta di carbonio, la tosse...
- Non la piuma d'oca, non si sa mai: si scatena tutto l' arsenale fintamente interessato agli animali...
- Lo stilo e la tavoletta, non è possibile neanche: se la tavoletta è di legno, attenzione alla deforestazione. E se è fatto di pietra, ardesia, ecc., colpendolo con uno scalpello e un martello, fa volare la polvere. Fai attenzione alle particelle fini che si infiltrano nei polmoni, negli alveoli. La silicosi, la tosse, è ben nota...
Allora?... Buon Dio, ma certo! Perché preoccuparsi di insegnare loro a scrivere, le nostre care teste bionde o crespi? Adesso hanno tutti i cellulari. Non ha più senso avere una penna e saperla usare. Dittafono e funzione di registrazione per prendere appunti, riconoscimento vocale quando vuoi scrivere qualcosa e voilà!
In un click tutto viene cancellato ma non importa...la storia non serve...
Cara vecchia BIC, sei ormai vintage come la cabina telefonica, come il rullino di foto, come il mondo che fu ..pieno di valori che abbiamo perso e che manca. Verba volant scripta manent..ah no...ora solo verba volant perché la tecnologia non conservera' se non serve al potere. 🥹
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Tananai: «La persona che non voglio essere»
Alberto Cotta Ramusino detto Tananai non ama stare fermo: nella vita, nella musica e persino in questa intervista. Nello studio di registrazione dove abbiamo appuntamento, infatti, Tananai dondola sulla sedia girevole come un adolescente, si tormenta i capelli scarmigliati e si sfrega le dita davanti alle domande che lo obbligano a riflettere a fondo sulle risposte. L'occasione del nostro incontro è l'uscita di Rave, Eclissi, il suo primo album di inediti pubblicato a neanche un anno dall'ultimo posto al Festival di Sanremo che, però, gli ha spalancato le porte dello star-system, visto che da quel momento il nome di Tananai è ormai sulla bocca di tutti.
Leggi l'intervista completa.
di MARIO MANCA 25 NOVEMBRE 2022
In Rave, Eclissi le anime che convivono e ogni tanto fanno a botte tra le tracce sono due: quella «più cazzona», come la definisce Alberto, e quella più introspettiva. Il Rave e l'Eclissi, appunto, il tormento e l'estasi, due facce di una medaglia tutta da scoprire che Tananai ci aiuta a comprendere facendoci sentire subito nelle casse la canzone di cui sente di avere bisogno in questo preciso momento: si chiama Piccola Gabber, e il suo ritmo è talmente energico da spingere il tuo piede ad andare a tempo anche se non lo vuoi.
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Sheila E. La E sta per Escovado. Nasce a Oakland, California, da un matrimonio misto tra una nera e un messicano. Dirla così potrebbe suggerire un quadro da suburbio squallido e vittima dello sprezzo razziale WASP. Non correte subito a rifugiarvi nelle solite immagini sociali. Suo padre non è un fattorino qualsiasi che cerca di mantenere la conigliata. Pete Escovado è un percussionista di fama internazionale. Già da ragazzo entra nel giro che conta, affastellando esperienze lavorative invidiabili, come quella assieme a Marvin Gaye.
Ma il vero fenomeno in famiglia è la piccola Sheila E. Ma ditemi se un talento in boccio non rigogli in un contesto simile. Suo zio Alejandro è un rispettato cantautore. Un altro zio, Javier, è il fondatore di una cult band punk rock californiana nota come The Zeros. I suo padrino è un certo Tito Puente… basta a dare un’idea?
DALLA CULLA AL PALCO
In una culla di stimoli come questa il talento eccezionale di Sheila E. non può che venir fuori come un portento sismico, no? E così non si stenta a credere che a 15 anni faccia già quello che fa ora ma pagata milioni. E visto il carnet di appuntamenti con la storia del pop-rock che ha già depennato. Roba da far impallidire i maschietti se proprio non possiamo evitare di metterla sul piano sessuale.
La sua prima esperienza ufficiale in uno studio di registrazione è nel 1976, quando ha appena diciannove anni, assieme al bassista jazz Alphonso Johnson (Santana). Ma in poco tempo il percorso già battuto da papà Pete, Sheila E. lo ripercorre pari pari e così veloce da lasciare una scia di fuoco alle calcagna.
UN PICCOLO PRINCIPE PER SHEILA E.
A vent’anni ha già suonato con George Duke, Marvin Gaye, Diana Ross e Herbie Hancock… Questo prima di esibirsi davanti a un certo ragazzetto bruttino ma affascinante che si fa chiamare Prince.
Lei ha una tale padronanza ritmica da intimidire turnisti che vantano oltre 30 anni d’esperienza. Per quello scugnizzo del funk è amore al primo beat.
La prima volta che si incontrano, nel 1978 Prince assiste a uno spettacolo di Sheila E. assieme al padre. Lui dopo lo show si fa avanti nervoso e imbarazzato. Le rivela che per tutta la sua esibizione ha litigato a oltranza con il suo bassista su chi dei due la porterà all’altare.
Lei ride, arrossisce ma non è tempo di matrimonio. Ha molti progetti, collaborazioni da paura, una carriera solista, tanto per dire, non può mica convolare a nozze. Il Principe Roger Nelson, giura che se non riuscirà a sposarla, di sicuro farà qualsiasi cosa per averla nella sua band. – Seguo la tua carriera da anni. So chi sei e ti vorrei con me.
Sheila E. stenta a crederlo ma prende nota e trascorre quasi più di un lustro di intensa attività concertistica e da turnista. Intreccia sempre più il proprio cammino a quello del principino. Batti oggi, batti domani, inizia un vero e proprio intruglio sentimental-artistico molto fertile e stimolante.
BATTERIA O MICROFONO?
Lui è premuroso, incoraggiante, convincente. Sembra avere una visione precisa e molto ambiziosa riguardo lei (insieme a letto?). Per via del suo talento, no? E si offre di spingerla (ehm…) un po’ nell’incipit della sua carriera come singer.
È quello che vuole, Sheila E.? Diventare come Diana Ross? Il problema di Sheila E. infatti è di non sapersi decidere tra la batteria e il microfono. Dopo tanta dedizione al primo strumento, negli iridescenti anni 80 decide di tentare con il secondo.
Prince approva e le regala una hit, The Glamourous Life, che inizialmente doveva essere incisa da Vanity. Chi è Vanity? Ma l’ex-compagna di lui e futura dalia nera delle scorribande di Nikki Sixx. Il bassista dei Crue le racconta nel libro The Heroin Diaries.
Il brano che da anche il titolo al primo album solista di Sheila E. si piazza in cima alle charts di dance music. Il connubio con Prince si perpetra nel tour di Purple Rain, dove lei apre i concerti. I due consumano una relazione infuocata ma inizialmente clandestina. Lui ufficialmente esce ancora con la corista ed ennesima figlioccia artistica Susanna Melvoin.
SHEILA E. DOPO IL SUCCESSO UN ALTRO SUCCESSO
Dopo il successo di The Glamorous Life, Sheila E. sempre assistita da Prince, incide Romance 1600. Il nuovo singolo vincente vanta sempre lo zampino del reuccio: A Love Bizarre.
Il brano porta l’album a nuovi traguardi di vendite rivelandosi il picco commerciale di Sheila E. da solista. Da qui però inizia ufficialmente il suo periodo discografico come batterista. Nello specifico e in esclusiva assoluta di Prince.
In realtà Sheila E. è già presente in Parade, ottavo disco del singer. Solo nei brani Life Can Be So Nice e Venus de Milo, però.
A partire da Sign O The Time (1985) sarà lei a occuparsi del cuore ritmico della musica del suo mentore e amante. A chi le addebita un’influenza creativa “princiana” lei ribatte che è stato lui a lasciarsi contaminare da lei.
Andatela un po’ a contraddire! In realtà si può affermare che quei due siano un buon esempio della correlazione tra equazione di Dirac e Amore. Due sistemi che si influenzano vicendevolmente danno una svolta alle rispettive carriere, l’uno grazie all’altro.
DOPO SIGN O THE TIME
Dopo Sign O The Time, Sheila resta al suo posto anche in Lovesexy. Il disco consacra Prince come una delle star di successo più controverse della storia del pop. Nel mentre lei non dimentica il suo terzo disco da solista. E sebbene il singolo Koo Koo dell’omonimo album Sheila E. ottiene discreti risultati, si sente che le cose non vanno proprio al massimo.
Presto Sheila E. deve fare una scelta: riconoscere di non essere lei la nuova Whitney Houston e lasciar perdere la voce. O provarci sul serio.
Mossa letale: una volta lontana dall’aletta protettrice del suo “Petit Prince” i successivi lavori solisti di Sheila E. ottengono attenzioni più moderate dalla stampa e dal pubblico. Fino a ridursi, come singer, a un lumicino in balia del borioso vento dell’indifferenza.
Nonostante la collaborazione con Prince sia ufficialmente finita, Sheila E. seguita a scrivere musica con lui e a non raccogliere i meriti che le spetterebbero.
ANNI 90
Negli anni 90, messa un po’ da parte la carriera di cantante, Sheila E. riprende a darsi da fare come batterista. Dal 1995 collabora con un sacco di bella gente: Phil Collins, Ringo Starr, Beyoncé e l’artista nipponica Namie Amuro.
Poi Jazz a tutto spiano; rock pop con Billy Cobham e Ringo Starr, ballabili con Gloria Estefan, Lionel Richie. E ancora Jennifer Lopez, Hans Zimmer e quel pezzo di sgombro di Kanye West.
Meglio nota come la batterista di Prince che per tutto il bagaglione curriculare o gli album solitari, Sheila E. ha mostrato di valere soprattutto con i piatti più che le stoviglie. La sua è una tecnica di classe finissima supportata da un potere straordinario nel dar feeling alle costruzioni ritmiche di tutti i generi.
Purtroppo ha pagato il suo esser donna, e non lo si dice per retorica femminista. Lei si è vista mettere in secondo piano accanto a Prince. E anche dopo ha sofferto il confronto con un ambiente professionale esclusivamente maschio, guadagnando attenzione per la sua presenza scenica e soprattutto la sua sensualità.
Una batterista donna è un concetto che spiazza il pubblico. Questo Prince l’ha sempre saputo. Può aver solo pensato: se è lei la tipa giusta, al diavolo cosa pensa il mondo, la prendo anche se è donna.
Ma il bricconcello sulfureo, autore di decine di brani altamente sexy. Pezzi scabrosi che hanno spinto la figlia di Al Gore alla masturbatio compulsiva nella sua stanzetta. Lui ha sempre pensato doppio sulle mosse da fare in carriera.
Francesco Ceccamea
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Buona la prima.
Sono nello studio e dopo un paio di ore tra prove e regolazioni ho fatto una registrazione niente male, certo si può sempre migliorare, ma come prima sperimentazione non è male. Ho collegato il basso alla pedaliera, sparato delay come se fossi in guerra e usato oggetti vari sul rullante oltre ad una spazzola, quella che si usa nel jazz non per capelli che non ne ho :D.
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Storia Di Musica #348 - Jimmy Raney, A, 1957
La Storia della Prestige Records è anche la storia di una intera generazione di musicisti che ebbe la possibilità di incidere, sebbene in modo anticonvenzionale, con la creatura di Bob Weinstock. Weinstock è famoso per altri motivi, su cui ritornerò nelle prossime storie, prima fra tutte la sua estrema "parsimonia" economica, eppure fu un grandissimo talent scout, con un fiuto davvero notevole, tanto che fu fenomenale nel far registrare più cose possibili ad artisti che sapeva sarebbero poi andati verso concorrenti più grandi ed economicamente attrezzati. Oltre a ciò, viveva un eclettismo di produzione che pochissime case editrici avevano: registrò dischi di arpa jazz, duo e trio con strumenti inusuali, persino di musica d' avanguardia (i tre album che Louis Thomas Hardin, conosciuto come Moondog, incise per la Prestige tra il 1956 e il 1957). Il disco di oggi segue un'altra delle passioni di Weinstock, la chitarra jazz. E mise sotto contratto uno dei più fenomenali chitarristi del bop jazz, Jimmy Raney.
Originario del Kentucky, Raney giovanissimo sostituì alla chitarra Tal Farlow, altra leggenda dello strumento e soprannominato Octopus per le sue grandi mani, nel Trio di Red Norvio, altro gigante, vibrafonista, soprannominato Mr. Swing. Parallelamente all'impegno con il trio, è scelto da Stan Getz per una collaborazione che fece scuola, e che regalò a Raney una fortissima fama: nel 1956 vinse il prestigioso concorso della rivista Downbeat come miglior chitarrista del jazz. Eclettico, capace di spaziare tra i vari generi, Raney fu prolifico nonostante due limiti: le sue dipendenze, soprattutto dall'alcool, che lo terranno spesso lontano dalle scene nella seconda parte della sua carriera, e un impedimento fisico, cioè la Sindrome di Menière, una patologia dell'orecchio che gli provocava vertigini, nausee e drammatici momenti dove muoveva in maniera incontrollata gli occhi verticalmente.
Per la Prestige, oltre che come sessionista, incise due dischi, uno in coppia con Kenny Burrell, altro grandissimo chitarrista, (2 Guitars, del 1957), e il disco di oggi, dove come poche volte la chitarra è protagonista in un quartetto jazz. A è composto da diverse sessioni di registrazione, tenute nel mitico Van Gelder Studio di Hackensack, New Jersey, tra il Maggio del 1954 e due giorni, a Febbraio e Marzo del 1955. Insieme a Raney ci sono John Wilson alla tromba, Hall Overton al pianoforte, Teddy Kotick al contrabbasso e due batteristi Art Mardigan (nella registrazione del 1954) e Nick Stabulas (in quelle del 1955). Nei brani si sviluppa tutto l'ecclettismo e la maestria del chitarrista e il suo valore come band leader. Si sperimenta persino l'overdubbing nella spettacolare Minor, brano autografo di Raney, (che si basa sui cambi di accordi di Bernie's Tune); bellissima è anche Double Image (ispirata a There Will Never Be Another You), più un contrappunto selvaggio improvvisato tra Raney e il pianista Hall Overton in On the Square e un'intricata interpretazione della ballata Some Other Spring. John Wilson viene aggiunto alla tromba per la seconda e la terza data in studio, che consistono principalmente di standard. La vivacemente swingante Spring Is Here, una dolce What's New? di Bob Haggart e una delicatissima You Don't Know What Love Is, che dopo il successo come canzone di film anni '40 era diventata in breve tempo uno standard dopo la registrazione che Miles Davis ne fece nel 1954. Gli originali di Raney includono One More For The Mode, una piacevole rielaborazione di un'invenzione in due parti di Johan Sebastian Bach, e Tomorrow, Fairly Cloudy, un bop fiammeggiante. Completano la scaletta due riletture sentite a due classici: A Foggy Day e Someone To Watch Over Me dei superbi George Gershwin e Ira Gershwin.
Raney ebbe una seconda, ma minore, fama all'inizio degli anni '70, quando firmò un contratto per un'altra casa discografica del jazz indipendente, la Xanadu, con cui incise un bellissimo album, Influence, del 1975. Con lui in quegli anni suonava suo figlio Doug, chitarrista anch'egli, e un altro figlio musicista, Jon, cura un sito memoriale, The Raney Legacy, che raccoglie materiale sul padre e figlio chitarristi. Quando morirà, nel maggio del 1995 a soli 67 anni, il New York Times gli dedicherà un lungo articolo omaggio, descrivendolo come "one of the most gifted and influential postwar jazz guitarists in the world".
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[Estratto dei documenti sulle conversazioni emerse tra il direttore dell’AIFA Magrini e il capogabinetto del ministro Speranza, Zaccardi; da “La Verità” di oggi 21/03/2023]
22 novembre 2020. Magrini riceve alcuni dettagli sulla negoziazione dei contratti con le case farmaceutiche e scrive a Zaccardi (presso Speranza):
«Caro Ministro ricevo questo da un giornalista. Lo ritengo molto serio e anche grave. Non credo di poter essere tenuto all’oscuro di queste cose». «Il protocollo Pfizer recita: “I dati saranno messi a disposizione [dei ricercatori che li chiederanno] 24 mesi dopo la conclusione dello studio” a certe condizioni: 1) tra i ricercatori ci deve essere uno statistico 2) i dati non potranno essere usati in tribunale. Secondo i documenti di registrazione, il completamento del trial è previsto per l’11 dicembre 2022. Quindi, i dati grezzi saranno disponibili a partire dall’11dicembre 2024. Probabilmente il vaccino sarà già stato somministrato a miliardi di persone».
Dialogo successivo:
Magrini:
“Ritieni sia normale che i contratti che abbiamo firmato per farmaci e vaccini nessuno li abbia letti? O tu li hai letti?”
Zaccardi:
“No il ministro ha voluto fare da solo. Mandami in sintesi le condizioni ordinarie di questa tipologia di contratti.
Magrini:
“Grazie, capisco meglio ora. No non vi sono tipologie tipo contratti ma manco sto capestro che sembra scritto come una presa in giro per analfabeti con l’anello al naso. . . E sapere chi se ne occupa e come sarebbe il minimo tra di noi del gabinetto ristretto.
(…)
Zaccardi: “Domani alle 12 da me con Ruocco.”
Magrini:
“Incontro di oggi assai problematico e soprattutto inconclusivo.”
Zaccardi:
“Non è vero, ora sei dentro il nucleo decisionale come è giusto che sia.”
Magrini:
“Non si capisce che ci faccia Ricciardi, coi gravi conflitti di interesse che ha. La situazione mi preoccupa ed è seria.”
Zaccardi: “Anche questo è tema del ministro e non di altri. Non trascurare che la trattativa Ue ci mette abbastanza al riparo.”
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COMMENTO
Tralasciamo quella che sarebbe una impietosa comparazione con quanto veniva negato e censurato in simultanea (e anche mesi dopo) e che ripercorreva esattamente quanto riportato (mancanza di evidenze scientifiche, carattere sperimentale dell’operazione, totale opacità contrattuale, ecc.)
Il punto che voglio sottolineare è solo uno, perché è lo stesso che è riemerso più volte in questi giorni, ad esempio nell’intervista a Sileri, ovvero la funzione cruciale dell’omertà e della copertura reciproca di questi “responsabili”, con la specifica funzione di “mettersi al riparo”.
Credo che solo se si comprende questo meccanismo fondamentale sia possibile avviare un processo di risanamento.
Per tutti questi personaggi le parole pubblicamente espresse non hanno niente a che vedere con ciò che ritengono essere la verità.
Essi dicono ciò che ritengono di dire con la sola fondamentale funzione di proteggere sé stessi e i propri interessi. E questo risultato si ottiene in due modi:
1) facendo corpo comune contro ogni critica e 2) subordinandosi ad una catena di comando ritenuta adeguatamente potente.
Così il ministero e il CTS si arroccano sulle stesse posizioni, pur sapendole prive di fondamento, e si trincerano dietro la catena di comando UE, che a sua volta viene gestita privatisticamente da Ursula von der Leyen, con contratti secretati, email cancellate, su dirette indicazioni di multinazionali americane che collaborano con la Difesa USA.
Ecco, questo scolo a cielo aperto è ciò che è stato fatto passare per “fede nella scienza” e “lotta alla disinformazione”.
Finché non si farà pubblica ammenda per tutto questo e non si metteranno in campo riforme legali che rendano impossibile il ripetersi di tutto ciò, le istituzioni italiane ed europee avranno la credibilità di una televendita di bigiotteria.
Per tutti quelli che hanno fatto vaccinare i propri figli perché solo i complotisti potevano credere che era tutto basato su dati scientifici..
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La prefettura risponde che la domanda di cittadinanza è stata rifiutata. Decisione contro la quale non si può fare ricorso stando a quanto dichiarato nella risposta di rifiuto.
Ciao 250€.
Ma oltre al danno economico c'è ovviamente la beffa delle istituzioni e più precisamente: L'ente certificatore che a suo tempo al telefono ha giurato e spergiurato che la certificazione B2 fosse valida per la domanda di cittadinanza (surprise, non lo è manco per il cazzo. Rifare corso ed esame. Pagando of course)
La prefettura che richiede copie consolari tradotte di documenti già presentati per la registrazione di matrimonio/cambio cognome/nuovo codice fiscale. Tutte cose già fatte e presentate correttamente ma che ovviamente la PA richiede a noi invece che a sé stessa.
Fare il lavoro degli uffici preposti al posto loro.
Ovviamente la domanda si presenta solo online, non c'è un ufficio dove presentarsi e controllare assieme che tutto vada bene prima di pagare 250€. Non ci sono fac-simile o altro da consultare. Però hey! Se vuoi consulenza puoi pagare uno studio legale che per qualche migliaia di euro lo farà volentieri.
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[✎ ITA 📻] Apple Music : SUGA | Agust D Radio Ep.5 - BTS & ARMY | 16.05.23⠸
🍎 Apple Music 🎵
SUGA | Agust D Radio
Episodio 5 : “BTS & ARMY” __ finale
🎶 Playlist
Ciao e benvenutə all'ultimo episodio di ‘SUGA | Agust D Radio’, su Apple Music. Io sono SUGA dei BTS. Siamo già arrivatə all'ultimo episodio, ragazzə. Grazie a questa trasmissione, ho potuto condividere con voi storie e aneddoti riguardanti Agust D di cui non avevo ancora avuto l'occasione di parlare. Dato che questo programma va in onda in contemporanea al mio primo album solista, 'D-DAY', e al relativo tour, è ancor più prezioso. Applausi, prego! Affrontare questo viaggio insieme a voi mi ha trasmesso tanta energia. L'episodio di oggi riguarda i membri e tutte le persone che mi hanno aiutato. Questo episodio è tutto dedicato a voi, carə ARMY. Nel corso della mia vita, ho incontrato molte persone che mi sono state d'ispirazione e mi hanno spinto a diventare un musicista, ma l'incontro ed il viaggio più importanti sono stati quelli insieme alle/gli ARMY ed ai membri dei BTS. Dunque, è con cuore riconoscente che vorrei dare inizio a quest'ultimo episodio con questa canzone. Il primo brano è.... "FIRE (불타오르네)" dei BTS.
♪ FIRE (불타오르네) – BTS
Avete appena ascoltato "FIRE" dei BTS, e io sono il vostro dj, SUGA.
Dunque... I BTS hanno degli assistenti. Prima di diventare un cantante, ho iniziato lavorando come aiutante... Ricordo ancora quando ero un assistente, a Daegu. Allora, avevo noleggiato una stanza per me in uno studio di registrazione, ma non c'era nessuno che potesse registrare per me. Anzi, ricordo che mi è stato chiesto di registrare per altrə. Ero un po' un tuttofare, praticamente, quindi so e capisco come sia essere un assistente. Allo staff dovevo sembrare un po' una sorta di Buddha.
Di quanto sto per dire ne ho già parlato profusamente con i membri, ma le/gli ARMY sono le nostre anime gemelle. Le nostre anime gemelle di tutta una vita. Credo sia proprio grazie alle/gli ARMY, che ci sono sempre rimastə accanto fin dall'inizio, mentre correvamo sul nostro percorso, se abbiamo sempre cercato di dare il massimo, di superarci e presentare solo le performance migliori. Ricordo ancora la nostra prima trasmissione musicale. Anzi, in realtà, prima di quello, abbiamo fatto uno showcase... Poi c'è stata la prima trasmissione musicale. Per quelle registrazioni ci saranno state qualcosa tipo 20 persone in tutto. Non so se quelle 20 persone ci seguono ancora, ma quella è stata davvero un'esperienza fantastica. Quando ero a Daegu, mi esibivo di fronte a 2... 5 persone, talvolta... Cercavo di vendere la mia musica facendo performance di strada. Sono ricordi che mi porto ancora dietro, quindi salire su un palco così bello [per la prima trasmissione musicale], un palco così figo, è stata davvero un'esperienza importante per me. Ad ogni modo, è così che è andata. Ora, ascoltiamo insieme "Mic Drop" dei BTS, e poi ci ritroviamo qui.
♪ Mic Drop – BTS
Questa è ‘SUGA | Agust D Radio’ su Apple Music. Avete appena ascoltato un mio consiglio musicale per le/gli ARMY. Ormai sono quasi 10 anni che abbiamo debuttato ed i ricordi che abbiamo condiviso con le/gli ARMY sono innumerevoli, davvero. Come dice il proverbio, "persino i fiumi e le montagne cambiano in 10 anni", ma il nostro legame è sempre lo stesso. Abbiamo sempre ricevuto un sacco di amore e supporto e, a questo proposito, ci sono diversi aneddoti che potrei citarvi. Ricordo soprattutto i concerti. L'entusiasmo varia da posto a posto, ma vedendo le/gli ARMY dare il cuore e cantare all'unisono insieme a noi, il pensiero che mi torna sempre in mente è "Ah.. È proprio per questo che lo faccio", "È per questo che devo continuare e dare il massimo". È ciò che realizzo ancora ed ancora, ogni volta di più. Ascoltiamo la canzone da concerto perfetta: "Dynamite" dei BTS
♪ Dynamite – BTS
State ascoltando l'ultimo episodio di ‘SUGA | Agust D Radio’, qui su Apple Music. Con cuore grato, abbiamo parlato un po' dei nostri ricordi insieme alle/gli ARMY. Ma ci sono anche altre persone che proprio non posso non menzionare, se parliamo del mio percorso musicale. Tra queste, c'è il nostro direttore delle performance, Lee Byungeun, che oggi è qui insieme a me, benvenuto!
Lee Byungeun: Buongiorno, è un piacere vederti! Sono Lee Byungeun, direttore delle performance alla Big Hit Music.
SUGA: Ah.. perché è così agitato?
LBE: Già... sono un po' nervoso.
SUGA: Oh, si è preso anche degli appunti? Che cos'è quello? È la prima volta che vedo qualcuno venire al programma con delle annotazioni. È già da parecchio che lavoriamo insieme a Lee Byungeun, in che anno si è unito a noi?
LBE: È già da più di 6 anni, ormai.
SUGA: Sono già passati sei anni e ora è diventato il nostro direttore delle performance ufficiale.
LBE: Sì.
SUGA: Sul serio, avremmo un sacco di cose di cui parlare, ma credo non possiamo che iniziare da questo... Hobi ed i Neuron, partiamo da Gwangju. Lei era insieme a Hobi quando ancora sognava di diventare un ballerino ed un cantante.
LBE: Sì, esatto.
SUGA: Per favore, vuole presentarsi/dirci qualcosa in più?
LBE: Ah, sì, da sei anni a questa parte sono il direttore Lee Byungeun, prima ero un coreografo e street dancer. Conoscevo già j-hope, in quanto anche lui ha iniziato dal ballo, e ora sono qui.
SUGA: *ironico* Ah, quindi è nepotismo!
LBE: Ah... non esattamente
SUGA: * scherzando * È nepotismo!
LBE: Mi hanno assunto sulla base delle mie capacità (*ride) e, anzi, il colloquio/provino è stato difficile.
SUGA: Fin dallo scorso 13 giugno, ho fatto un sacco di lezioni ed imparato molto da Byungeun-nim. È davvero un ballerino a 360° e sa destreggiarsi su vari generi. Sono davvero grato di potere fare quest'episodio di ‘SUGA | Agust D Radio’ insieme a lei. È la prima volta che partecipa ad una trasmissione radio o a registrazioni simili?
LBE: Sì, è la prima volta. Solitamente non ho motivo di partecipare a programmi simili.
SUGA: E come sta andando? È ancora agitato?
LBE: Sì, molto agitato
SUGA: Perché? Parli pure tranquillamente, come fa di solito.
LBE: Perché c'è un microfono e gente che ci guarda/ascolta
SUGA: Vuole che lo nasconda [il microfono]? Se creo una barriera, tipo così, non lo vedrà più
LBE: No, non importa, cercherò di non farci caso
SUGA: Byungeun-nim, quando parliamo dei BTS e delle/gli ARMY, che canzone le viene in mente?
LBE: Ce ne sarebbero tante, ma, personalmente, credo sceglierei "Run BTS". Abbiamo creato la coreografia di questo brano per un'unica performance ed era la prima volta – a parte per le esibizioni di fine anno – che ci siamo esercitati così duramente. Sono stati i membri a suggerire di creare una coreografia per quella canzone ed era da tanto che non si respirava un'atmosfera così infuocata e piena di passione in sala prove.
SUGA: Prima di ascoltarla, alcune precisazioni. Avevamo organizzato il concerto a Busan e sarebbe stato strano non esibirci nel nostro nuovo singolo. Inizialmente, tra noi dicevamo "Massì, saliamo sul palco e la cantiamo", ma quando ci è stata presentata la coreografia, tutti i membri se ne sono innamorati. Quindi abbiamo deciso di fare le cose per bene e prepararci con impegno. Però, in quel periodo avevamo tutti molti impegni individuali, quindi c'era chi veniva ad esercitarsi per tempo e altri che potevano provare solo dopo le schedule personali – tipo il sottoscritto -. Tutto questo per un'unica esibizione, ma credo la performance abbia avuto un impatto enorme.
LBE: Esatto
SUGA: Personalmente, tra me e me pensavo "Sì, credo sia qualcosa per cui possiamo dare il nostro 100%, è ciò che sappiamo fare meglio", e mi chiedevo anche come sarebbe stato presentarla alle trasmissioni musicali. Ma non avremmo potuto portare così tanti ballerini sul palco degli show musicali, quindi abbiamo ripiegato con orgoglio ed entusiasmo su quell'unica esibizione speciale, proprio perché era un'occasione importante [*il concerto Yet To Come di Busan]. E allora ascoltiamo il consiglio musicale di Lee Byungeun-nim, "Run BTS", e poi torniamo qui.
♪ Run BTS – BTS
SUGA: State ascoltando ‘SUGA | Agust D Radio’ e siamo in compagnia di un ospite speciale, il direttore delle performance, Lee Byungeun. Credo sia il caso di parlare del mio primo incontro con Byungeun-nim. Lei se lo ricorda?
LBE: È impossibile non ricordarselo
SUGA: Perché?
LBE: Era il periodo in cui stavamo preparando la coreografia per "Fake Love" e, poco tempo prima, i BTS avevano avuto un fan meeting in Giappone. Praticamente "Let Go" è stato il mio test d'ingresso [*alla Big Hit Music].
SUGA: La coreografia di "Let Go" era bella.
LBE: Ma era difficile
SUGA: Sì, per chi doveva impararla, sì. La versione definitiva è risultata un po' diversa da quella che era inizialmente e, solitamente, da un ritornello all'altro c'è sempre qualche piccolo dettaglio un po' diverso ma, in questo caso, la coreografia sul terzo ritornello ha visto molti cambiamenti, quindi è stato un po' difficile.
LBE: Ricordo che la prima volta che ti ho visto ho pensato tu non stessi bene. Difficile dimenticarsene. Sei sempre piuttosto pallido, ma allora lo eri ancor più di adesso.
SUGA: Quindi è questa la prima impressione che lei si è fatto di me. In quel periodo ero piuttosto irritabile e scostante con la gente. Dato che il nostro primo incontro è stato in occasione di "Fake Love", ascoltiamola.
♪ Fake Love – BTS
SUGA: Bentornatə a ‘SUGA | Agust D Radio’, io sono SUGA dei BTS e sono in compagnia di Byungeun Lee. Byungeun-nim, parliamo un po' del brano che ci ha presentato. Ha partecipato alla creazione della coreografia di "Fake Love"? Di quale parte si trattava?
LBE: Ho dato una mano praticamente con tutto il ritornello e, fatta eccezione per la prima strofa ed il pre-ritornello, mi sono occupato anche di tutto il resto.
SUGA: Ora che ci penso, ci hanno aiutato anche tantə coreografə stranierə, quindi era tutto un po' un mix, ma credo il nostro coreografo abbia dato, a sua volta, un apporto consistente. Per favore, può spiegarci qualcosa in più della coreografia di "Fake Love"?
LBE: Fin dalle primissime fasi, si può dire che le opinioni di [Bang] SiHyuk-nim abbiano avuto un grande impatto. Come saprete tuttə, è una coreografia che incorpora sentimenti quali il dolore e la tristezza, ma anche passi e gesti molto eleganti. Però avevamo bisogno anche di un tocco di dinamicità, quindi – sicuramente le/i fan lo sapranno, ma – durante la parte di Suga, sullo sfondo vediamo gli altri "scontrarsi"...
SUGA: Bottoni strappati e tutto il resto... [* rif. alle registrazioni di Inkigayo quando, su quella parte di “Fake Love”, RM ha inavvertitamente strappato il bottone e la camicia di Jungkook, n.d.t.]
LBE: Ci è voluto parecchio tempo perché venisse bene
SUGA: Ma suppongo che, dal punto di vista di un performer, la coreografia di "Fake Love" sia stata piuttosto difficile da creare, perché la traccia è un po'... Solitamente la coreografia si adatta alla parte strumentale o al cantato o, ancora, al ritmo, ma questa non è una base esattamente ballabile. O almeno, quella è stata la mia impressione, dato che ho collaborato alla scrittura della canzone. Quindi, sì, immagino per lei non sia stato semplice.
LBE: Sì, e poi, sul serio, era un tipo di coreografia ancora mai vista da parte dei BTS.
SUGA: Qual è stata una canzone per la quale, mentre ne creava la coreografia, ha pensato "No, non ce la posso fare" ma che, alla fine, è riuscito a completare?
LBE: Se parliamo di resistenza fisica, credo "IDOL"
SUGA: Aaah! "IDOL" è dura. Quando la eseguivamo alle cerimonie di fine anno, sembrava non finire mai. Non si fa che piroettare e saltare. Se non l'avete mai provata, probabilmente non potrete capire, ma quando la si balla, sul serio, è tosta. Dev'essere stata molto difficile anche per i ballerini.
LBE: Ah sì, era davvero difficilissima.
SUGA: Ora che è un po' che ci esibiamo con crew di ballo molto corpose, lei si sente ancora sotto pressione o ha preoccupazioni nel creare quel tipo di coreografie?
LBE: Dopo aver lavorato con una crew così grande, credo, ora, di esser diventato più veloce sui lavori di quel tipo, perché ormai siamo abituatə ed abbiamo più esperienza.
SUGA: Un giorno, stavo lavorando insieme ad uno hyung con cui sono in confidenza. Dopo aver ricontrollato i brani, siamo andati in sala prove per giocare un po' a basket ma c'erano qualcosa tipo 50 persone. Ci siamo chiesti, tipo "Cosa sta succedendo?". Poi abbiamo visto che stavate lavorando alla coreografia di Hobi.
LBE: Ah, sì, era per i MAMA in Giappone.
SUGA: Siamo rimasti un po' ad osservare, a vedere come creavate ogni singolo passo e movimento per ognuno dei ballerini, le loro posizioni.. e poi siamo usciti. Mi sono tornati in mente i Bangtan degli anni passati, quando eravamo più giovani. Credo di pensarci sempre fin troppo.. Mi sa che ho qualche trauma a riguardo... Anche allora lavoravamo così. Mi è tornato in mente anche il maestro (Son) Sungdeuk... Ma in passato non avevamo tutti quegli altri ballerini. C'eravamo solo noi sette ad esercitarci.
Ad ogni modo, ora ci stiamo preparando insieme per il mio primo tour solista, dopo il rilascio di 'D-DAY'. Quando questo episodio andrà in onda, sarò già in tour, ma, a dirla tutta, non ho molte parti ballate.
LBE: Già, ce ne sono poche
SUGA: Questa volta, c'è poca roba.. Anzi, non è che c'è poca roba, non ci sono proprio coreografie
LBE: Ci sono alcuni passi e movimenti
SUGA: Già, solo alcuni movimenti e gesti, e se mi lascerò prendere dall'entusiasmo, al massimo posso ballare col sedere. Lei che è direttore delle performance, ha forse trovato difficoltà nel passare da esibizioni da idol a concerti in cui praticamente non ci sono coreografie?
LBE: Ci sono parecchie difficoltà, in realtà, e proprio per questo stiamo lavorando ancora più da vicino per studiare e sviluppare queste performance insieme. Ma, ad esser sincero, ciò che mi preoccupa di più per quanto riguarda i concerti di Suga è la salute.
SUGA: Intende la mia salute o la sua?
LBE: Al di là della mia salute, dato che si tratta di un tour solista, la cosa più importante è la tua salute.
SUGA: Sono più in forma che mai e ho sviluppato molta resistenza. Sono anche dimagrito e, come ha visto anche lei, non ho perso minimamente la voce anche dopo le tre ore di prove di oggi. Sarà per il tipo di cantato che devo eseguire, forse? Non mi manca più il fiato, come succedeva in passato. Prima, a fine strofa, su qualcosa tipo 10 versi, riuscivo a farne (senza difficoltà solo) 4, mentre, ultimamente, posso farne anche di più senza alcun problema.
LBE: Sì, però al concerto, tra le grida e tutto l'entusiasmo [potrebbe essere diverso]...
SUGA: Sì, immagino [sia anche possibile], e ultimamente faccio incubi in cui stono, mi va via la voce o dimentico il testo, quindi mi sveglio di soprassalto pensando, "Ah, è solo un sogno".
LBE: Probabilmente sei un po' sotto pressione
SUGA: Credo di potercela fare. È ciò che so fare meglio, ma, sì, è un po' imbarazzante a dirsi, ma dato che ho così tanti versi.. Ovviamente li ho studiati e memorizzati tutti, ma immagino che quando inizierò [il tour] potrà anche capitare che io confonda una parte di un brano con quella di un altro, e sbagliare anche solo un verso può significare rovinare tutta l'esibizione, quindi, sì, credo quello sia il fattore che mi porta maggiore stress.
LBE: Fisicamente sei in forma
SUGA: Sto benissimo. A dire il vero, mi sarebbe piaciuto ballare, ma credo mi concentrerò sulla performance in sé. Dato che i BTS fanno sempre esibizioni movimentate dal vivo, credo di dover saltare molto di più, durante questi concerti. Quando lavora alle performance dei BTS, quale aspetto la preoccupa di più? Cioè, pensa mai "Questa cosa mi preoccupa molto"?
LBE: Che proprio mi preoccupi, no, non c'è molto, ma se proprio devo scegliere, credo sia il pensiero "Che cosa possiamo mostrare alle/i fan?". È qualcosa su cui lavoriamo e riflettiamo con molta cura. Buttiamo giù varie idee, creiamo una sorta di piano strategico e poi lavoriamo insieme sulla canzone.
SUGA: Credo sia un po' come io lavoro alla mia musica. Solitamente mi dico"Vorrei questa canzone trasmettesse queste intenzioni, all'ascolto" e anche le performance seguono quella linea di pensiero: "L'intenzione dietro l'esibizione è questa e spero venga recepita così e che questa sia la parte preferita delle/i fan". In pratica è così che va il processo creativo. Come vedete, non ci sono poi grandissime differenze nel modo di operare dei vari tipi di artistə e creativə. Ultimamente, ho avuto modo di entrare a contatto con vari/e creativə e, da ciò che ho potuto vedere, seguiamo un po' tuttə lo stesso processo, quando si tratta di produrre contenuti. Partiamo un po' tuttə da idee tipo, "Spero la gente si ricordi questa parte".
C'è una qualche performance particolarmente memorabile, per lei? Per me, quella dei MAMA.
LBE: Quale (edizione dei) MAMA?
SUGA: L'esibizione di "Mic Drop". Allora, Byungeun-nim non era ancora con noi, giusto? Non era nel 2016? Era o il 2017 o il 2016, ed è quella che mi ricordo meglio. Quella e "IDOL" ai Melon [Music Awards].
LBE: Ah, la buchaechum [*danza tradizionale coreana con i ventagli, n.d.t.]
SUGA: Personalmente, io non ho fatto granché, ma alcuni degli altri membri hanno eseguito la buchaechum ecc.. Quindi, sì, anche se io non avevo chissà quante parti, quelle due performance sono le più apprezzate quando si parla di esibizioni leggendarie.
LBE: Vero, sono spesso scelte come due tra le esibizioni più memorabili.
SUGA: E per lei? Qual è la performance più memorabile?
LBE: Per me è quella di "Butter" ai Grammys.
SUGA: Aah! "Butter" per i Grammys! Ci sono molti aneddoti e retroscena a riguardo.
LBE: Il processo creativo non è stato semplice.
SUGA: Wow, ora possiamo parlarne, ma quando ci lavoravamo la situazione era piuttosto drammatica.
LBE: MOLTO drammatica.
SUGA: Una settimana prima dell'esibizione, Seokjin hyung, inaspettatamente, si è infortunato la mano e, al di là di quello, il covid girava nel gruppo quindi abbiamo potuto provarla tutti insieme solo una volta.
LBE: Proprio solo una.
SUGA: Non è pazzesco? Ora posso scherzarci e riderci su, ma sul momento era un bel problema. Credo tremassi, mentre mi esibivo. Dovevamo schivare raggi laser e cose simili. C'erano dei laser. Sì, credo che se fosse stato solo per me, ci saremmo fatti scoprire.
LBE: Ma quando poi noi membri dello staff abbiamo guardato la performance, sembrava veramente di assistere alla Coppa del Mondo. Ad ogni nuova scena.. eravamo tutti, tipo, "Aaah!"
SUGA: Tipo "Aaah, ce l'hanno fatta! Ce l'hanno fatta davvero!", giusto?
LBE: Sì, e quando avete completato la parte con le giacche, è stato come segnare un goal.
SUGA: L'abbiamo provata un sacco, vestiti strappati e tutto un po'. Mentre la eseguivamo dal vivo, credo io stessi sorridendo. Probabilmente pensavo, "Ce l'abbiamo fatta", perché durante le prove non eravamo poi così sincronizzati, ma è sempre così per noi. Quando dobbiamo fare performance così importanti, fin dall'inizio, c'è sempre qualche problema. Ad ogni modo, questi erano i retroscena dei Grammys. Ora, ascoltiamo il brano più memorabile per Byungeun-nim, "Butter" dei BTS!
♪ Butter – BTS
SUGA: Benritrovatə con me, SUGA dei BTS, per l'ultimo episodio di ‘SUGA | Agust D Radio’, qui su Apple Music. Siamo con il nostro ospite speciale, Lee Byungeun-nim, e stiamo parlando di alcune delle esibizioni dei BTS. Il pensiero corre ai nostri membri. Sia sincero, c'è un qualche membro che avrebbe voluto prendere a botte, mentre ci preparavamo per le nostre esibizioni? (*ridono). Ovviamente scherzo. Ora che mi sto preparando per il tour, non ho che la riconferma di quanto ognuno dei membri sia prezioso. Byungeun-nim mi ha seguito nei preparativi, che cosa ne pensa?
LBE: Per quanto riguarda SUGA...
SUGA: Ho bisogno di essere seguito molto. È dallo scorso 13 giugno che mi preparo e ho imparato molti generi (coreografici/di ballo), credo lei potrà dirci qualcosa in più a questo riguardo.
LBE: Non è solo una mia impressione, ma anche gli altri direttori artistici trovano che tu sia il tipo di persona da fare ciò che va fatto senza lamentarsi, hai quell'aura tipo "Va fatto? E allora facciamolo!". Nulla di cui preoccuparci sotto quell'aspetto, dunque. Credo sia quella l'immagine che dai, in quanto membro dei BTS.
SUGA: Non credo ci siano mai state occasioni in cui siamo saliti sul palco senza conoscere bene la coreografia che dovevamo eseguire. Non credo di essere mai stato effettivamente agitato, visto quanto ci prepariamo ogni volta per le nostre esibizioni. Credo di esser diventato più veloce nell'apprendimento, ma non è semplice. Ecco perché, secondo me, se non hai il ballo nel sangue, c'è ben poco da fare. I membri che riescono a memorizzare con facilità i passi di ballo, come Jungkook, Hobi, Jimin e Taehyung, sono sempre bravissimi. Ma, nel mio caso, non avendolo nel sangue, ho bisogno di più tempo e lavoro.
LBE: Ecco perché ora stiamo cercando di lavorare su quella tua vena danzereccia e scherziamo dicendo "Dateci 5 anni.. [e vi faremo vedere]"
SUGA: Sì, "Datemi 5 anni", è ciò che ci siamo detti. Ora non posso dedicare tanto tempo al ballo perché sto preparando altre cose, ma credo sia il caso di parlare di questa cosa... della coreografia di "Haegeum". Di punto in bianco, le ho chiesto una coreografia per "Haegeum", e immagino questo l'abbia messa un po' in difficoltà, vero?
LBE: No, cioè, sul serio, tra me e me ho pensato fosse un'idea fantastica. Non facevo che pensare "Perché no?". Trovo sarebbe stato un vero peccato non avere una coreografia, quindi mi sono divertito un sacco nell'idearla.
SUGA: E a me piacciono i colpi di scena, quindi volevo qualcosa per cui la gente, vedendola, pensasse "Un attimo, la sta ballando veramente?", era quello il tipo di reazione che volevo.
Quando mi ci stavo esercitando, lei stava anche lavorando a "Like Crazy" di Jimin, più la coreo di "Haegeum".. ad aveva anche preparato qualcosa per Hobi. E, in tutto ciò, c'ero io con le mie pretese per una coreografia difficile affinché la gente ne rimanesse sorpresa. Volevo che il pubblico pensasse "Perché è lui a ballare quel tipo di coreografia?", "Perché proprio lui?". Speravo in reazioni simili.
LBE: Sono davvero curioso quali saranno le reazioni.
SUGA: Anche io. Ho filmato la mia prima challenge a febbraio, ed è venuta benissimo. La più recente è stata registrata a luglio [*possibile errore da parte di Suga, n.d.t.], con le Sserafim. È l'ultima che ho filmato e non mi ricordavo bene la coreografia. Di volta in volta, è sempre peggio. È una coreografia da "Che problemi ha quel tipo?", quando la ballo io. E credo sia anche perché non la eseguirò dal vivo. L'abbiamo creata solo perché le/i fan potessero divertirsi a provarla ed esserne entusiastə. Come sono andati i preparativi?
LBE: La sua produzione ha richiesto meno tempo di quanto mi aspettassi. Suga stesso ci ha dato molte idee e, dal nostro canto, ci abbiamo lavorato pensandola più come un contenuto a se stante, invece che una performance da esibire sul palco, quindi l'abbiamo finita piuttosto rapidamente.
SUGA: A volte, ci vuole davvero poco e non ci sono intoppi. Volevo semplicemente preparare un dance video
LBE: Credo tu abbia fatto un ottimo lavoro
SUGA: Sì, ma credo ci sarà sempre qualcosa che avrei potuto fare meglio
LBE: Sì, è inevitabile
SUGA: [Cose tipo] Avrei dovuto fermarmi meglio qui. Lì andava presa più con calma.. Sono tutte cose che noto, anche quando lavoro alla mia musica, sono dettagli di cui mi rendo conto. Qual è la parte per cui lei ha più rimpianti?
LBE: Credo sia la stessa per te. I membri hanno visto il video?
SUGA: Non gliel'ho mostrato personalmente, ma mi hanno comunque visto ballarla
LBE: Credo quando lo vedranno, rimarranno sorpresi. Credo l'unico problema sia che i ballerini sembrano un goccio più avanti sulla traccia, più frettolosi, nel video. Almeno, è ciò che ho notato io
SUGA: Dato che erano riprese one take [*tutte di fila, senza tagli, n.d.t.], l'abbiamo filmata un sacco di volte, tipo 6 volte [dall'inizio alla fine]. Per forza la resistenza e la concentrazione sono andate calando... E non solo io, anche i ballerini dovevano correre dietro alle telecamere, anche loro erano stanchi. Ad ogni modo, sì, questo è ciò che ricordo [della coreografia di "Haegeum"]. Ascoltiamo una canzone, ora, e poi torniamo qui. Facciamo un tuffo nei ricordi, ascoltando alcuni dei capolavori dei BTS.
♪ Spring Day – BTS
♪ DNA – BTS
SUGA: Ora che abbiamo ascoltato un po' di brani, parliamo di coreografie. Dato che abbiamo qui Byungeun-nim come ospite, potremmo parlare delle performance dal 2018 in poi. Abbiamo già parlato di "Run BTS", ma lei ha anche lavorato a "Boy with Luv", vero?
LBE: Sì, esatto.
SUGA: Halsey è venuta in Corea a filmare il MV con noi. Ricordo di avere pensato "Halsey che viene a Namyangju, sul serio? Namyangju? Possibile?". Ricordo che, mentre provavamo la coreografia, Halsey ne era piuttosto entusiasta e io le ero davvero grato per quello. Ma non possiamo non menzionare "Dynamite". La produzione di "Dynamite"... Ha influenze disco e parti in stile Michael Jackson. Per favore, può parlarcene?
LBE: Per "Dynamite", abbiamo studiato tante coreografie e potevamo scegliere tra lo stile disco o quello Michael Jackson. Inizialmente, ce n'erano anche altre versioni, ma alla fine abbiamo deciso di restare più sul lato 'pop star', quindi abbiamo registrato quella con le mosse in stile Michael Jackson.
SUGA: Come il calcio.
LBE: Sì, si addiceva molto ai membri e, se ricordo bene, abbiamo concluso il tutto senza intoppi.
SUGA: "Butter" è simile a "Dynamite". Anche il sound di "Butter" ben si sposava con quel periodo musicale.
LBE: Sì, esatto
SUGA: Tutte cose che mi riportano vari ricordi alla memoria.
LBE: Dopo "Dynamite", il vostro livello non ha fatto che salire, finché non è uscita "Butter". Ci siamo chiesti "E ora cosa possiamo inventarci?". Non era più qualcosa di così nuovo, ma ascoltando il testo, ci sono venuti in mente il baciamano e la dance break, e volevamo giocare un po' con la sintonia che c'è tra i membri.
SUGA: E allora riesumiamo alcuni di quei ricordi, ascoltando altre canzoni dei BTS, e poi ci ritroviamo qui
♪ Boy with Luv – BTS
SUGA: State ascoltando ‘SUGA | Agust D Radio’. All'improvviso, mi è tornato in mente come ci preparavamo per le nostre performance, in passato. Inizialmente, provavamo nella sala prove sotto il ristorante, poi ci siamo spostati alla YangJin Plaza. Quindi c'è stato Samseongdong e ora siamo a Yongsan. Perché ricordo che provare a Samseongdong non fosse un granché? Era un pensiero ricorrente, per me, credo fosse perché non c'era una bella atmosfera, lì. Forse era perché si trattava di un seminterrato.
LBE: Solitamente [le sale prove] sono [almeno] al piano terra.
SUGA: Ora, qui a Yongsan, siamo al piano terra. Allora, invece, non riuscivo neppure a memorizzare le mie parti come si deve.
LBE: È qualcosa su cui abbiamo riflettuto anche noi e credo fosse perché arrivavamo da posti [sale prove/studi] davvero poco salubri, mentre ora che ci troviamo in un luogo pulito [ci sentiamo un po' spaesati]
SUGA: Vero. Credo sia come quando le persone non riescono a studiare ad un tavolo troppo spoglio/ordinato. Come quando si è abituati a mangiare solamente jajangmyeon e poi capita di andare al [ristorante] e ordinare un vero pasto cinese e ci si chiede se sia la cosa giusta da fare. Ma credo le cose siano migliorate, da quando ci siamo spostati a Yongsan. È tutto molto più pulito. Abbiamo gente che ci aiuta e segue, non ci sono più vestiti e scarpe sparsi ovunque.. ma, dopo un po', comunque c'è un po' di disordine.
LBE: Sì, è normale
♪ Yet to Come – BTS
SUGA: Siamo quasi alla fine di ‘SUGA | Agust D Radio’. Sono davvero felice di aver potuto condividere con voi molte storie e brani che ascolto regolarmente, durante questo nostro ultimo episodio. Spero anche voi vi siate divertitə.
Byungeun-nim, lei si è divertito?
LBE: È stato molto piacevole, ma sono ancora un po' agitato.
SUGA: Non è passata [l'ansia] dopo un po'?
LBE: No.
SUGA: Ha partecipato al nostro ultimo episodio, c'è forse qualcosa che vuole aggiungere?
LBE: È stato un grandissimo onore. Essere qui in compagnia di un artista che rispetto enormemente è davvero un grandissimo onore, ma non so se mi sono espresso bene, visto che ero così agitato.
SUGA: Ha parlato molto bene.
LBE: Davvero? Grazie.
SUGA: Questa volta, vorrei concludere con un messaggio che i BTS desiderano condividere con le/gli ARMY. Mi sto preparando per il mio tour e potrò incontrare le/gli ARMY ma, sul serio, volevo andare anche in Europa, sarei voluto andare anche in Sud America, mi sarebbe piaciuto andare in Africa, e non è che non ho incluso quei paesi perché non tenessi ad andarci, ma non ho potuto perché non c'era materialmente tempo sufficiente. In due mesi ho in programma oltre 20 concerti... Voi ci dimostrate solo sempre amore incondizionato e noi cerchiamo sempre nuovi modi per ricambiarlo, riflettiamo sempre con moltissima cura su come poter esprimere il nostro affetto per voi. Sperando di poterci sdebitare anche solo in minima parte, abbiamo filmato un sacco di contenuti, quindi, anche in futuro, restiamo insieme per molto, molto tempo.
Grazie per aver seguito fino alla fine. Vorrei concludere la nostra ‘SUGA | Agust D Radio’ con questa canzone: "Life Goes On" di Agust D. Arrivederci, ragazzə!
♪ Life Goes On – Agust D
⠸ eng: © MINSUGAHQ | ita : © Seoul_ItalyBTS⠸ Twitter
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Film Fast X (2023) : Streaming ita Fast & Furious 10 è un film di genere azione, avventura del 2023, diretto da Louis Leterrier, con Vin Diesel e Jason Momoa. Uscita al cinema il 18 maggio 2023. Durata 141 minuti.
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Sázka na budoucnost lidstva. Tohle je nejdůležitější sektor planety, který všichni přehlíží Sázka na budoucnost lidstva. Tohle je nejdůležitější sektor planety, který všichni přehlíží Dominik Petrnoušek před 11 hodinami 5 Data di uscita: 14 dicembre 2023 Genere: Avventura, Fantascienza, Azione Anno: 2023 Regia: James Cameron Attori: Sam Worthington, Zoe Saldana, Kate Winslet, Sigourney Weaver, Edie Falco, Jamie Flatters, Michelle Yeoh, Britain Dalton, Jack Champion, Bailey Bass, Stephen Lang, Joel David Moore, Trinity Jo-Li Bliss, Jemaine Clement, Matt Gerald, Cliff Curtis, Giovanni Ribisi, Oona Chaplin, CCH Pounder, Keston John, Brendan Cowell, Chloe Coleman Paese: USA Durata: 190 min Formato: 2D e 3D Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures Sceneggiatura: James Cameron, Josh Friedman Fotografia: Russell Carpenter Montaggio: David Brenner, James Cameron, John Refoua, Stephen E. Rivkin, Ian Silverstein Musiche: Simon Franglen Produzione: Twentieth Century Fox, TSG Entertainment, Lightstorm Entertainment
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Prima ancora di andare a cercare i siti dove vedere film in streaming gratis dunque conviene preoccuparsi della propria connessione ad internet. Oggigiorno cambiare operatore è semplicissimo:
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