#sta cosa mi ha scioccata
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ma in che senso la germania ha solo 6 medaglie
#noi ne abbiamo 15 per dire 💀💀💀#la spagna non ne parliamo proprio#ma hanno problemi di finanziamento agli sport? fatemi capire#sta cosa mi ha scioccata
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Beata te che ci riesci.. io non so come fare
Ogni esperienza è soggettiva, quello che ha funzionato per me non funziona per te. Potresti pensare a un percorso terapeutico, ad alcuni aiuta lo sport, non lo so onestamente. Ti riporto una testimone fresca fresca di oggi. Il mio ragazzo ha rivisto il suo amico di infanzia che non vedeva dal Covid, lui ha passato sei anni in una facoltà dove ha dato 1 esame in 6 anni, cambiando anche ateneo e questo perché in primis non era la facoltà per lui, costretto un po’ dai genitori un po’ perché uscito da lui hai il posto assicurato, poi perché ha subito bullismo. Sta cosa mi ha veramente scioccata, i suoi compagni di corso gli tiravano palline impregnate di saliva con la cerbottana, hanno creato un gruppo solo per prenderlo per il culo all’UNIVERSITÀ GENTE DI 20 e passa anni, il rappresentante degli studenti del corso gli disse che era una vergogna essere fuoricorso che faceva spendere solo soldi ai suoi e che era una vergogna per il corso. Lui si è preso prima una pausa, poi ha iniziato un percorso terapeutico e infine ha cambiato facoltà. È rinato, la terapia e io prendersi una pausa lo hanno fatto rinascere, oltre a cambiare. Non c’è da vergognarsi a dire di volere una pausa per prendersi cura di se stessi.
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Vorrei parlarvi di un’ argomento un po’ “particolare”, se così si può dire
Vorrei parlare di fidanzati/e e dei loro amici/amiche.
Prima vorrei parlarvi della mia esperienza con gli amici e amiche del mio ragazzo, per poi avere un vostro parere a riguardo.
Il mio ragazzo che chiameremo Z, ha un “migliore amico” che chiameremo X.
X ha una ragazza e la chiameremo Y.
Allora, Z,X,Y sono tutti e tre molto amici e si conoscono tutti da molti anni.
Io quando mi sono fidanzata con Z, diciamo che di vista conoscevo già X, mentre Y l’ho conosciuta dopo.
X devo dire che con me è sempre stato un ragazzo molto educato e rispettoso, mentre per Y, la sua ragazza, non posso dire lo stesso.
Perché dico così? Ve lo spiego subito.
Y la prima volta che ci siamo viste, non si è degnata neanche di salutarmi, ma ha salutato solo Z, ovvero il mio ragazzo..e già da qua dimostri di essere una persona maleducata e lei su questo sapete come si è giustificata? Che lei è una ragazza timida e se una persona non la conosce se non gliela presentano, lei non dice nulla…io credetemi sono rimasta scioccata e senza parole.
Cioè io sono la persona più timida a sto mondo ma le persone, le conosco o no le saluto per educazione, cosa che ovviamente da questo si è capito non avere, ma andiamo avanti perché non è finita qua Ahahah
Sempre Y, una volta dopo aver visto uno stato del mio ragazzo, messo dopo che avevamo litigato, e vi giuro che era palese ed evidente che era stato messo per il fatto che avessimo litigato, Y cos’ha pensato di fare? Ovviamente di scrivere al mio ragazzo, e che cose gli avrà scritto? Udite udite Y ha scritto a Z “ DEVI PENSARE UN PO’ DI PIÙ A TE STESSO!”…no comment davvero.
Tu vedi che il tuo amico litiga con la ragazza e anzi che chiedergli come sta, qual’é il problema, o magari di stare tranquillo che le cose si risolvono, gli vai a dire di pensare a se stesso..come dire “ pensa a te e non a lei”…io davvero anche qua senza parole credetemi..
Ma andiamo avanti perché c’è dell’altro ahahah
Una sera eravamo tutti insieme e Y cosa fa? La “scema” con Z..allargandosi un po’ troppo con parole e atteggiamento..e sapete come si è giustificata la ragazza?
“ Eh ma io Z lo conosco da una vita e siamo amici da anni, non è che perché a te danno fastidio delle cose io posso limitarmi nel comportamento e atteggiamento nei suoi confronti”..COSAAAAA?! Ma stiamo scherzando?! Come se io avessi mai fatto la scema con X..
E questa secondo me è tanta, tantissima mancanza di rispetto nei miei confronti, non che fidanzata spadella suo amico.
Ma sapete come racchiudo io tutti questi episodi successi?
Ve lo spiego subito.
Siccome Z,X,Y fin che Z era single era sempre con loro due, e quando dico sempre è davvero sempre ahaha, ma da quando Z si è fidanzato con me, giustamente non sta più sempre con loro, ma è sempre con me, penso che a Y questo dia molto fastidio e sia molto gelosa, anche perché quando le facevo notare le cose si metteva subito sulla difensiva e davanti al mio ragazzo faceva la vittima, cercando di mettere me e lui contro e far sì che il mio ragazzo difendesse lei e non me, e detto sinceramente se sei solo un’amica e per te lui è solo un amico non ti comporti così, ma ti comporti in modo diverso.
Dovrebbe essere contenta che finalmente il suo amico si è fidanzato ed è felice, invece no sembra quasi infastidita e gelosa..ma detto sinceramente Y a poco da dire e fare perché se ancora non lo avesse capito, Z non mi lascerà mai per la sua “amica”, che tanto amica non è..ma ha lasciato non solo l’amica ma anche l’amico, e non perché glielo abbia chiesto io ma perché si è reso conto che io e lei non andiamo d’accordo è mai ci andremo, ma perché non vuole litigate con me o perdermi e non vuole che io mi metta a litigare con certa gente.
Questa è la mia esperienza, ditemi cosa ne pensate voi e cosa avreste fatto al mio posto, sono pronta ad ascoltarvi e accetto ogni consiglio 😄
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20/04/23
Tornai a casa dopo quasi quattro settimane e mi resi conto che non mi era mancato per niente, che non avevo voglia di vederlo, non avevo voglia di tornare a vivere con lui. Non avevo voglia di tornare alla mia vecchia vita, chiusa in casa, ad aspettare che lui tornasse a salvarmi dalla mia vita stessa, ad avere l’ansia di uscire di casa, di tornare a lavorare, di vivere. Avevo voglia di sentirmi bella, una donna bella, e non si sa come con lui non mi ci sentivo più, forse proprio per colpa sua non mi ci sentivo piu.
Ma perché? Lui non faceva niente che non andava, niente di diverso da prima. L’unica cosa che forse era cambiata era che non era più geloso come prima, il che era un bene, ma perché non lo era più? Era troppo impegnato con il suo business o mi vedeva come una mamma ormai? Una mamma fuori forma e sempre spettinata che non poteva più essere attraente per nessuno? Perché io mi vedevo così. Mi vedevo così e non volevo. Amavo il mio bambino di un amore inspiegabile, di un amore mai provato prima, di un amore che sapevo non sarebbe finito mai, ma a volte essere mamma non mi piaceva. A volte essere mamma mi faceva sentire vecchia e brutta.
L’unica cosa che avevo voglia di fare con lui era sesso, fisicamente mi attraeva un sacco e probabilmente come mai prima, il che è assurdo. Immaginavo il suo corpo nudo un sacco di volte al giorno, i suoi addominali soprattutto, a quelli non sapevo proprio resistere. Anche la sua schiena mi faceva impazzire e la sua bocca. La pelle scura e gli occhi verdi, il fatto che aveva le spalle larghe e la vita stretta. Si, aveva molte cose che fisicamente mi piacevano da matti ma mi stavo rendendo conto che il tutto si fermava li, al fisico.
Siamo nel parcheggio del centro commerciale. Mia sorella sta mettendo a posto il carrello della spesa e finalmente io e lui siamo da soli in macchina.
“Cosa ne dici se dopo ce ne andiamo con una scusa, ci fermiamo in un parcheggio e facciamo una scopatina?”
“In macchina no.” dice sorridendo.
È tutto. Non dice altro. Rimango scioccata della risposta priva di desiderio. Cosa vorrebbe dire nella macchina no? È un mese che non ci sfioriamo e io avrei voglia di farlo anche per strada davanti a tutti per di toccare il suo corpo, possibile che lui no?
Ci rimango male ma neanche così tanto.
Partiamo.
“Ma il tuo amico con quella ragazza alla fine?”
“Eh niente. Hanno passato due giorni insieme ma poi lui doveva continuare il suo viaggio e lei viveva li quindi si sono separati. Però sono esperienze che…sono belle, ti segnano. Lo sai, mi è successo. Anche se hai una ragazza, una casa, vivete insieme, un figlio, se ci pensi sorridi. Ti senti di aver vissuto perché hai provato quella cosa li, la volevi ma non potevi e ti ha cambiato la vita.”
Rimango di nuovo scioccata. Come può dire una cosa del genere e davanti a mia sorella?
Sono scioccata ma non credo di essere ferita in realtà, nemmeno stavolta.
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Lightyear 🍿 commento al film + critica ai grezzi spettatori
Le mie aspettative erano alte e con Buzz siamo andati verso l’infinito e oltre! Ma la gente al cinema deve imparare ad aspettare e non correre via appena vedono una scritta: grezzi!
Sconvolgente? Sono rimasta scioccata! Mi aspettavo grandi cose perché so che con la Disney mi posso fidare e che avrò sempre uno spettacolo eccellente ma con Buzz siamo andati verso l’infinito e oltre! La grafica strepitosa della Pixar ormai che ha raggiunto livelli ineguagliabili è abbinata a una trama sorprendente e invidiabile. È chiaro che alla Disney lavorano grandi geni combinati con scrupolo e senza nulla lasciare a caso.
Sox il gatto è stato fenomenale, la punta di diamante di tutto il film e come sempre un animaletto o un amico non umano associato al protagonista potenzia la storia con maestria.
Continuo a preferire le trame della Disney a tutti gli altri cartoni animati moderni perché rimangono pulite sorprendenti divertenti senza mai essere mai cafone cosa che a volte si riscontra altrove.
Una postilla che aggiungo è: ma dove corre via la gente appena ci sono i titoli di coda? In questo film ci sono tre post credit scene, tre! E tutta la gente che era al cinema con me se le è perse tutte! Non che mi dispiaccia per loro ma danno fastidio a chi invece sa stare al cinema! Qui in Italia c’è questo problema appena c’è una scritta finale subito si accendono le luci e la gente fugge come se ci fosse un allarme antincendio, come se dovessero fare chissà cosa una volta fuori! Corrono via con un gran casino perdendosi quelle scene e dando anche fastidio a chi le aspetta diligentemente! Ma dove andate? Fermatevi un momento e poi anche il cinema è grezzo, aspettate un momento con queste luci! Non solo si accende la luce ma arrivano gli inservienti che devono pulire e ti dicono che ti devi alzare e andare via! Ma come si fa? I titoli di coda fanno parte del film che tu tra l’altro hai pagato per vedere e sapendo che ormai è consuetudine in un’alta percentuale di film avere scene nascoste e molto importanti o meno alla fine… Quanto durano i titoli di coda? Saranno cinque minuti poi questa gente cosa deve fare? È stato un film eccellente che non sono riusciti neanche ad apprezzare! Prossima materia da insegnare a scuola è: come si sta al cinema!
#hermio#hausofhermio#haus of hermio#commenti#reviews#comments#commento#recensione#lightyear#cinema strop#cinema
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Odio quando la gente più adulta mi dice:
“21 anni e non hai ancora una relazione. Alla tua età avevo già figli !”
Eh ma non è colpa mia se non ho ancora trovato una ragazza. Non ho nemmeno gli amici figuriamoci la ragazza. Se non hai amici e vita sociale in generale, dove cazzo vuoi trovare sta benedetta ragazza?!
Quando dici che sei sigle ti guardano manco avessi detto chissà cosa. Con quei occhi spalancati, stupiti manco fosse sceso un ufo.
Subito ti guardano male e pensano “un problema avrà sto ragazzo se nessuna ragazza lo vuole, di sicuro non è un bravo ragazzo”.
Uffa mi sono rotto i coglioni di persone che mi dicono così ! A dirlo sono tutti quelli dai 30/35 anni in su. Non voglio mettermi con una qualsiasi solo per la gente. Perché se mi sposo per loro sono uno molto maturo. Tipo mio cugino ha la mia stessa età, è sposato e gli fanno i complimenti. Invece se non ti sposi e sei single da anni subito ti vedono come un bambino.
SONO STUFO DI VENIR GIUDICATO PER QUESTO.
SONO STUFO DELLA GENTE CHE MI GUARDA SCIOCCATA QUANDO DICO DI ESSERE ANCORA SINGLE
LupoSolitario00 🐺
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Romance coi finali migliori
Una lettrice del blog mi ha chiesto di fare una lista di romance storici con dei bei finali. E in realtà mi sono accorta che spesso i finali dei romance, non la soluzione dei malintesi o il superamento degli ostacoli, ma proprio le ultime pagine del libro, l’epilogo per così dire, sono insignificanti o affrettate o meramente un modo per chiudere in fretta punti lasciati in sospeso. A volte sono scene prese dal futuro per mostrare che fine faranno i protagonisti, cioè quanti figli avranno, o matrimoni o altre piccole cose dimenticabili... Infatti molti finali dei romance nemmeno li ricordo! e questo credo sia in parte dovuto anche alla lunghezza standard che le case editrici che trattano questo genere impongono alle scrittrici.
Quindi creare questa list è stato più difficile del previsto. Davvero!
Ho dovuto pescare dalla lista dei dieci romance preferiti per poterla rimpolpare altrimenti sarebbe stata troppo breve.
Perciò vi invito a dare una scorsa a quella lista poichè i romance storici che preferisco hanno in effetti tutti uno stupendo finale, qiuesto è il link a cui potete trovarla: https://weirdesplinder.tumblr.com/post/641305106513543168/i-miei-dieci-romance-preferiti
Ma ora ecco a voi la mia lista di Romance storici con dei finali soddisfacenti, attenzione!! naturalmente siccome parlo di finali, contiene spoiler siete avvertiti:
- Risveglio di passioni (Simply unforgettable), di Mary Balogh
Primo libro della serie Simply
Link: https://amzn.to/3A94lGL
Trama: Frances Allard, insegnante di musica dal passato oscuro, e Lucius Marshall, visconte di Sinclair, sotto l'infuriare di una tempesta di neve trovano riparo in una locanda di campagna. Sopraffatti dal desiderio, trascorrono una notte di indimenticabile passione, ma al risveglio Frances si impone di tornare alla propria vita. Quando il destino li porta a incontrarsi di nuovo, Lucius non accetta un altro rifiuto: se Frances non vuole essere sua moglie, allora sarà la sua amante…
La mia opinione: finale altamento moderno e atipico. Lui, nobile si innamora di lei, non nobile, ricambiato, la vuole sposare e fa di tutto per convincerla,e alla fine farà avverare il sogno di lei, una carriera da soprano, nonostante poi lei diventi la moglie di un nobile inglese, lui continuerà ad appoggiare la sua carriera.
- E infine la baciò di Laura Lee Guhrke
Link: https://amzn.to/2Pv51V8
Trama: Inghilterra. Fine 1800. Emmaline è la segretaria di un famoso editore. Seria, pacata e controllata, vive secondo le ferree regole dell'etichetta. Il suo datoro di lavoro, invece, scandalosamente divorziato se ne infischia delle regole della società. Emma si accorge che la sua vita non è quella che vorrebbe solo dopo l'ennesimo rifiuto a far pubblicare il suo libro, proprio il giorno del suo compleanno. Ormai trentenne ha passato la giovinezza sprecandola, così decide di dare una svolta alla sua vita. Si licenzia, trova un nuvo editore e pubblica il suo libro. Il suo ex datore di lavoro però non intende lasciarla andare, senza di lei il suo ufficio sembra crollare. Quello che non si aspetta però è di essere attratto dalla nuova Emma. Per la prima volta la vede veramente…
La mia opinione: Finale alla Pretty Woman. Lui cinico che non crede più nell’amore, ma quella che all’inizio parte solo come una relazione clandestina, poi diventa di più, molto di più, e lui si ricrede. Il finale è una dichiarazione d’amore plateale. Da leggere assolutamente.
- Sunshine and Shadow (inedito in italiano) di Laura London (alias Sharon e Tom Curtis)
Link: https://amzn.to/3bp2vXf
Trama: Alan Wilde, ex bambino prodigio di Hollywood ed ex piccolo genio, è oggi un affermato regista horror dotato di una grande capacità di visione, un magnifico musicista e un uomo dotato di grande carisma e fascino. Eppure anche se dovrebbe sentirsi realizzato si sente in realtà vuoto. Diverso dalle persone che lo circondano, svuotato di ogni gioia di vivere e troppo disincantato col mondo che lo circonda. Il denaro, le donne che lo inseguono, tutto gli è ormai insopportabile e gli sembra inutile. Crede di non aver più nulla per cui vivere, di essere una pessima persona troppo cinica e pessimista per stare bene al mondo, finché, per caso, sul set del suo nuovo film che sta girando vicino a una riserva Amish non incontra una giovane vedova Amish, Susan Peachey che riesce a stupirlo. Susan è bella ma non sa di esserlo, ha un grande carisma ma lo ignora, in casa non possiede neppure uno specchio, è, innocente, eppure saggia in modi che Alan non riesce pienamente a comprendere, ma soprattutto ha una visione del mondo e della vita che è magica e sorprendente. Vede il bello e il buono in ogni cosa, ogni cosa è un dono di Dio, qualcosa di magico, e ha un carattere solare e spiritoso che riesce a far diventare un gioco qualsiasi cosa. Inutile dire che Alan è pazzamente attratto da lei, ma al tempo stesso combatte quest’attrazione, poiché sa che non può avere un futuro, che Susan ne soffrirà quando lui finirà di girare e dovrà andarsene, poiché lei non è certo una donna di mondo che può prendersi liberamente un amante, anzi se venisse scoperta dalla sua comunità rischia l’espulsione che significherebbe non vedere più la sua famiglia che lei ama. Eppure non riesce ad impedirsi di stare con lei e quando riesce a convincerla a prendere parte al film inizia per lui il periodo più felice della sua vita
La mia opinione: Libro stupendo con un finale altrettanto stupendo e sorprendente, che consiste in una drastica scelta di vita di uno dei due protagonisti. Non voglio svelarvi altro..
Vento dell’est (Trade wind), di M. M. Kaye
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Trama: Un romanzo ricco di emozioni, magia e passione sullo sfondo pittoresco e suggestivo di Zanzibar, l'isola dei chiodi di garofano e, nell'800,dominio inglese e massimo centro commerciale d'oriente, oltre che principale centro di commercio degli schiavi. I due protagonisti della storia sono Hero, una donna inglese piena di opinioni sempre pronta a moralizzare, e un pirata inglese, che adotta i costumi arabi e rinnega le sue radici. Hero ha sempre saputo che il suo destino l'aspettava su quell'isola, fin da quando da bambina una vecchia le aveva pronosticato un nfuturo misterioso e pieno di avventura. Le parole della vecchia si erano impresse a fuoco nella sua mente: “Farai vela intorno al mondo per trovare il lavoro che ti è stato destinato e colui che ti aiuterà a compierlo…contribuirai a far morire anime in quantità e molte di più a vivere, riceverai parole dure per questo e nessuno ringraziamento per quello. Metterai le mani su una smisurata fortuna in oro e non ne riceverai nessun bene. E per tutta la vita farai ciò che deve fare, ti farai il letto con le tue mani…e vi giacerai.” Ma mai si sarebbe immaginata che colui che l'avrebbe aiutata sarebbe stato un pirata e mercante di schiavi, il peggiore individuo mai nato, per lei che detesta tutto ciò che contribuisca allo schiavismo. Hero non sa che le cose che ignora sono tante, troppe….che le apparenze ingannano, e che il suo credersi superiore la porterà a commettere terribili errori a cui poi cercherà di rimediare. Così come Frost, pirata, uomo senza radici e fiero di esserlo, non sa che quella ragazza cambierà per sempre la sua vita. Ognuno deve sempe pagare per le proprie azioni, così quando deciderà di diventare Pigmalione e risvegliare Galatea….dovrà pagarne le conseguenze poichè colui che risveglia una statua alla vita poi si rende conto di non potere vivere senza di lei….
La mia opinione: Imperdibile.Vi ho già consigliato talmente tante volte questo libro che quasi mi vergoglio. Ma ha uno stupendo finale, che chiude perfettamente il cerhio delle avventre di Hero la protagonista. Tutto era iniziato con la profezia di una zingara, e tutto ciò che aveva detto si è avverato. Quando alla fine la protagonista se ne rende conto, anche noi lo facciamo con lei.
- Un tesoro di amore (Scandalous desires) di Elizabeth Hoyt
link: https://amzn.to/3A4yIxX
Trama: La vita di Silence Hollingbrook viene sconvolta di nuovo quando Mickey O’Connor, il pirata del Tamigi, rapisce la piccola Mary, ospite dell’orfanotrofio di cui lei è direttrice. Nove mesi prima il furfante le aveva rovinato la reputazione e il matrimonio, e ora, nello sfarzoso covo in cui regna come un sultano, Silence scopre che Mary è sua figlia e che una tremenda minaccia incombe su di lei. Così accetta di starle accanto e di proteggerla. Bello e intelligente quanto spregiudicato e calcolatore, Mickey non ha dimenticato la notte trascorsa insieme a Silence, e adesso che è riuscito a legarla a sé con la bimba, è deciso più che mai a non lasciarla andare via…
La mia opinione: il finale è molto figo perché c'è un rocambolesco salvataggio di lui dal patibolo e lei si salva da sola praticamente. Libro adrenalkinico, con finale adrenalinico.
- The Mad Earl's Bride (inedito in italiano), di Loretta Chase
Novella breve lievemente collegata alla serie Scoundrel di cui fa parte uno dei miei libri preferiti Il lord della seduzione
Link: https://amzn.to/3jg8Po6
Trama: Gwendolyn Adams sta per fare una proposta di matrimonio a un conte. Sul letto di morte. Gwendolyn non è scioccata dal fatto che le sia stato chiesto di salvare la dinastia di un conte tramite il matrimonio e la conseguente prole, anche quando scopre che il futuro sposo è gravemente malato e forse pazzo. È di nobile famiglia e una brava infermiera dopotutto, inoltre le donne della sua famiglia sono famose per essere prolifiche di figli maschi e sani. Che importa se la gente mormora che il conte cavalchi nella brughiera seminudo su un cavallo bianco pallido? Lei è di indole pratica e poco incline ai pettegolezzi. Se lo sposa alla sua morte erediterà il denaro per poter costruire l’ospedale che ha sempre desiderato, solo questo importa, e poi non guasta che il conte sia anche estremamente bello. Il Conte di Rawnsley avrebbe solo desiderato morire in pace e in solitudine, ma i suoi parenti ficcanaso gli hanno affidato una sposa a sorpresa e gli hanno ordinato di generare immediatamente un erede. (E poi dicono che il pazzo è lui?)
La mia opinione: il finale è a sopresa, poichè la soluzione di un mistero del passato aiuterà a svelare la vera natura della malattia del protagonista, che scoprirà di non stare per morire e questo capirete bene, modificherà un tantino la sua prospettiva su..tutto.
E secondo voi quali sono i romance storici coi migliori finali? Fatemelo sapere, sono molto curiosa.
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Mi sono sentita con un ragazzo per circa un anno e mezzo poi lui un mese fa mi ha detto di non ‘voler approfondire il rapporto’(=fidanzarsi) ma che voleva continuare ad uscire/vederci. Ora ha iniziato a non rispondere più ai messaggi, a non considerarmi proprio e io sto molto giù, non solo per questo, ma anche per altre cose che mi sono successe in questo periodo. Consigli sul come provare a stare meglio?
Ciao anon!
Ti risponderò in generale, perché non conosco la situazione e non so cosa sia successo tra di voi..
Sai quel che penso? Beh, se una persona non vuole più starti vicina per qualsiasi motivo.. lasciala andare. A volte insistere non serve. Troverai molte altre persone che ti apprezzeranno per quel che sei. Rincorrere le persone non serve, MAI. Chi ti vuole stare accanto, rimane. Chi ci tiene sta al tuo fianco e accetta anche il tuo carattere incostante. Chi vuole esserci, c'è. Tutto il resto son palle!
Per di più sono scioccata dal fatto che non ti risponda più in questo tuo periodo complicato (sempre che ne sia a conoscenza). Se così fosse beh, penso che tu non abbia bisogno di quella persona al tuo fianco. Se se n'è andato senza darti nemmeno una motivazione, forse non hai perso nulla. Indubbiamente è lui che ci ha perso qualcosa perché vedo che tu ci tieni molto. Ricorda sempre di circondarti di persone che ti arricchiscano, non che ti facciano star male, soffrire.
Arriverà qualcuno che saprà apprezzarti per quella che sei, vedrai. È solo questione di tempo. La vita è una, non fossilizzarti su una sola persona. Esci, divertiti, vai oltre. La nostra esistenza è troppo breve per star male per persone che non ci meritano. Non credi?
Spero di averti aiutata un pochino. Mi raccomando only good vibes. La vita va avanti, non c'è tempo da perdere! 🌎
Buona fortuna, se hai bisogno io son qui.🌻
#risposte#rispondo a tutti#domande esistenziali#domande#send me asks#ask me anything#ask box#ask#send asks#anon ask#ask me questions#compagnia#noia#messaggini#messaggi#amicizia#amore#chiedete pure#chiedetemi#scrivetemi#frasi belle#vita#delusioni#parole#pensieri
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Winterwitch 40's AU
PAIRING: Wanda Maximoff & James Buchanan Barnes
Legno e lanterne gialle,ne era completamente circondata e affascinata.Era davvero un posto molto accogliente,carino e pieno di gente ma in questo momento lei sembrava troppo occupata a non pensarci.
Era un totale controsenso presentarsi qui, al bancone senza nessuno che ti facesse compagnia e per quanto Wanda si era abituata, non l'aveva fatto del tutto.
Nella sua vita ha perso tante persone, molte di queste parecchio importanti e diciamo che essere sola non le recava nessun disturbo,questo fin quando non ne aveva avuto la prova ora.
Certo quando eri sola e quella persona non l'avresti mai più incontrata,quello era un conto mentre dall'altro se quella persona non avrebbe voluto presentarsi, allora quello era ancora un'altro paio di mani.
In entrambi i casi lei rimaneva sola,non nella vita in generale ma in questo momento si. Ma era una che non perdeva la speranza,non l'avrebbe fatto ne ora né mai.
Girò la testa verso l'entrata,sentendo che il campanello aveva appena suonato e no,non era chi si aspettava. Da lì entrò un uomo poco più alto di lei,con una divisa tipica di chi era stato assegnato per poter partire per il fronte e doveva dire che gli stava perfettamente.
Si girò di nuovo verso il bancone e notò che il ragazzo dietro di esso la guardava sperando che volesse ordinare qualcosa, effettivamente gli mancava solo lei all'appello,considerando che aveva già servito tutta la gente seduta vicino al bancone.
Sorrise senza mostrare i denti e ordinò un'acqua tonica, non voleva sfogare tutta la sua frustrazione in maniera sbagliata,sennò se ne sarebbe pentita.
Ma più che frustata e arrabbiata era solo invidiosa,invidiosa di quella tanta gente che vedeva tutta insieme con amici e parenti. Anche l'uomo che era entrato poco prima aveva avuto la sua occasione di stare insieme a delle persone.
Doveva essere la sua ultima sera qui a Brooklyn,prima di partire per l'Europa e anche lui stava festeggiando come poteva. Con amici, alcune donne che gli giravano attorno e alcool, tanto alcool.
Sorrise, forse era felice per lui ma dentro di sé sapeva come sarebbe andata a finire...
Posò il bicchiere sul bancone e si raddrizzò,mettendo le mani su di esso. Non aveva nulla da fare e perse il suo tempo girando il braccialetto attaccato attorno al suo polso oppure vedendo,per l'ennesima volta,se il suo smalto rosso ciliegia scuro, era stato spalmato bene.
Ma con la mano ferma che aveva il risultato sarà stato perfetto.
Intanto dal fondo del locale, in quella piccola cerchia ristretta di uomini,dove uno di questi trascorreva la sua ultima notte a Brooklyn, provenivano suoni di risate e di bicchieri di vetro sbattuti sul tavolo.
"Non sono neanche le dieci di sera e già siete tutti ubriachi"disse l'uomo con la divisa addosso.
"Sono solo brillo, se vuoi puoi sempre rimediare"disse uno di loro facendo un cenno prima a lui e poi in direzione del bancone.
"È la mia ultima serata, mi tocca offrire..."disse lui alzandosi dalla sedia e sistemandosi la giacca un po' sgualcita.
Passò attraverso i tavoli, guadagnandosi delle occhiate curiose e ammiccanti anche da parte del resto delle ragazze presenti lì dentro. Lui riuscì a ricambiare facendo sorrisi o anche occhiolini,ma a pochi passi dal bancone si fermò sul posto.
Gambe lunghe e di una carnagione chiara, fasciate con delle calze trasparenti. Le cosce erano coperte da una stoffa blu pesante e la stessa ricopriva anche il suo addome,il suo seno e le sue spalle per metà.
I capelli erano perfettamente arricciati,le labbra rosse erano in perfetto abbinamento con lo smalto messo sulle sue unghie. Non riuscì a vedere di che colore erano i suoi occhi, poiché era girata in direzione della porta e quando ritornò con gli occhi sul bancone, lui evitò di guardarla.
Credeva che fosse inappropriato guardare una donna,quando non sapeva neanche chi era.
Guardò il pavimento e le mani gli iniziarono a sudare. Ma cosa stava succedendo a James Barnes? Improvvisamente spaventato nel conquistare una donna?
Fece un respiro profondo prima ancora di avvicinarsi,si sistemò la sua giacca. Si avvicinò pian piano e poggiò il suo braccio sinistro sul bancone quando ancora lei aveva la testa girata verso l'entrata.
"Cosa ci fa una ragazza così bella come te sola in questo posto?"
Non sapeva neanche lui come gli erano uscite queste parole da bocca. Sarà stato l'istinto...
"Cosa?"
La sua risposta era una domanda,ma solo perché era nervosa e questa sarebbe stata la prima volta che un uomo le si avvicinava.
"Scusa non avrei dovuto piombare di improvviso cosi...sono James Barnes, ma puoi chiamarmi Bucky"
La sua mano destra scivolò fuori dalla sua tasca e la stese di fronte a lei,che la prese delicatamente e la strinse. Ma da bravo gentiluomo James non si limitò a stringerla solamente, la girò lentamente e si piegò un po' in avanti sfiorando le labbra con il suo dorso.
C'era chi guardava la scena interessato, nonostante ci fosse la band a fare un po' di intrattenimento, molte ragazze che conoscevano James guardavano la scena con parecchia invidia ma Wanda, potè giurarlo su qualsiasi cosa, sentì i brividi solo con quel tocco.
"Sono Wanda,Wanda Maximoff"
"Allora, ancora non hai risposto alla mia domanda"
"Oh...beh, aspettavo qualcuno ma pare che mi abbia piantata qui da sola"
"Era qualcuno di importante?"
"Solo un ragazzo,ma credo che non sia arrivato per il troppo tempo che gli ho fatto aspettare"
"Davvero? Beh lascia che ti dica che è un'idiota, non si lascia una ragazza bella come te qui ad aspettare e poi,saremo anche diversi io e lui,ma io aspetterei tutta la vita per te"
Il sorso di acqua tonica quasi le andò di traverso e un leggero rossore si impossessò delle sue guance, a quella scena lui sorrise leggermente.
Era troppo affascinato dalla bellezza di quella ragazza davanti a sé.
"Ehm...non sei da solo,a quanto vedo"
"Si,sono venuto con dei miei amici...penso che mi stanno guardando male,visto che avevo promesso loro di offrirgli qualcosa"
"Oh,beh...credo abbiano già risolto"disse lei spostando di poco la testa e vedendo che gli amici del ragazzo di fronte a lei avevano già ordinato da bere.
Lui tirò un respiro di sollievo e chiese al barman altri due giri da bere,sia per lui che per la ragazza affianco a sé.
"Allora...come sei stato assegnato?"chiese lei bevendo un sorso della sua acqua tonica.
"Sergente Barnes, del 107esimo distretto. Parto per l'Inghilterra domattina all'alba"
Rimase sopresa,non capiva neanche il perché ma pensava che in una sola sera avrebbe conosciuto un uomo ma non che non lo avrebbe conosciuto mai bene per colpa di un viaggio di cui forse non avrebbe fatto neanche ritorno.
"Wow...sono..."
"Scioccata? Lo so,anche mia madre e mia sorella lo erano appena gliel'ho detto"
"Uomo di casa?"
"Si,dopo che mio padre...beh,ecco, anche lui ha scelto di seguire questa strada ed io l'ho seguito. Solo dopo mia madre ha accettato di farmi partire,solo dopo averla convinta"
"Non voleva che partissi?"
"Già"
"Tua madre ha ragione,non vuole perderti come ha fatto con suo marito"
"Si,ha davvero ragione. Se ne sarà anche fatta una ragione per cui lui ormai se ne sia andato completamente ma non riesce ad accettare il fatto che potrei fare la stessa fine anche io o almeno uscirne per metà illeso"
"Io e tua madre potremmo essere uguali..."
"Che intendi dire?"
"Non riesco ad accettare il fatto che mio padre se ne sia andato troppo presto e lei non lo farà se tu...magari..."
"Anche tu...anche tu hai perso tuo papà?"
"Si...ma l'ho accettato ormai, non mi faccio più nessun problema anche se non la supero come si deve. Dice mia madre che dovrei farlo stando insieme a qualcuno e non da sola,ma ci ho fatto l'abitudine"
"Aspetta sola? Intendi il ragazzo che ti ha scaricata qui?"
"No,non intendo quello! Apparte mia madre credo di stare bene con lei,intendevo solo che non riesco mai a trovare la persona giusta,ho...ho veramente troppa paura di rimanere senza nessuno al mio fianco"disse lei tutto d'un fiato.
"Prima o poi le persone che ami ti lasceranno per sempre, ma loro continueranno ad amarti"
Si avvicinò a lei di poco,sfiorando le sue dita e per una seconda volta la schiena di lei fu invasa da milioni di brividi e non riusciva ancora a spiegarselo.
"Che ne dici se...se per risollevarti l'animo,andiamo a ballare?"
"Oh no,no sono completamente negata"
"Andiamo! Non voglio cacciare la mia mossa per convincerti e per farti cadere ai miei piedi"
"La tua mossa per farmi cadere ai tuoi piedi?"
"Si, ma sento che con te non può funzionare"
"Non può funzionare? E perché,chi lo dice?"
"Credo che per te non basta che ti offri da bere e ti riempia di parole sdolcinate per tutta la sera"
"Va bene, allora ballo con te...ti chiedo anticipatamente scusa se ti pesterò i piedi"
"Sta tranquilla,ti guiderò io..."
Si diressero verso la pista da ballo, poco lontana dal bancone e dagli occhi indiscreti delle ragazze che non smettevano di guardare James.
Prima una mano sulla spalla fasciata dall'uniforme, quella di James sulla schiena che sfiorava la cerniera lampo del suo vestito e le altre due insieme che si stringevano ogni volta sempre più forti.
E il tempo passava,forse con le varie canzoni suonate dalla band non ci si accorgeva neanche del tempo che stava passando così lentamente,ma per loro due non era così.
Improvvisamente la sua mano destra proseguì verso il suo collo,sfiorando per metà la pelle e per l'altra il tessuto della camicia che aveva al di sotto della giacca. E la stessa cosa la fece anche lui, spostò la mano e la fece scendere di poco,mettendola sui fianchi,stringendoli di poco, insieme all'altra.
Rimasero così minuti che sembrarono delle ore,fin quando lei si staccò di poco accorgendosi che era quasi ora di tornare a casa.
"Io...io dovrei tornare a casa"
"Si,scusa se ti ho trattenuta troppo"
"No,tranquillo va tutto bene"
"Vuoi che ti accompagni?"
"Ehm...si"
Prese il suo cappotto e la sua borsa, James le offri la sua mano e lei la prese stringendola con un sorriso. Uscirono dalla porta del locale con ancora addosso gli occhi delle ragazze che li guardavano mentre stavano ballando e insieme proseguirono nelle strade ancora affollate di Brooklyn.
"Fai qualcosa per mantenerti?"chiese lui.
"Lavoro in biblioteca e insieme al salario di mia madre è l'unica cosa che ci mantiene. Lei è una sarta,cuce su misura e a volte crea dei vestiti su misura per mogli di gente importante,questo che ho indosso l'ha fatto lei"
"Ti sta bene,veramente..."
"Grazie"disse lei arrossendo.
Proseguirono di poco e arrivarono di fronte ad una casa, con un piccolo portico dove c'era un tavolino con delle sedie. Lei lo usava insieme a sua madre le mattine quando facevano colazione fuori.
"Siamo arrivati"disse lei.
"Poco più avanti dovrebbero esserci i miei nonni"
"Davvero?"
"Si,ma credo che siano fuori città"
"Beh,allora non sentiranno tutto il trambusto delle città di Brooklyn"
"Già..."
Restarono due minuti fermi senza fare nessun passo e senza proferire parola,troppo spaventati da chissà che cosa.
"Io credo che dovrò entrare..."iniziò lei titubante.
"È strano,non trovi?"
"Cosa?"
"È come se non voglio che te ne vada...con te sono stato veramente bene"
"Oh...beh,allora se devo essere sincera...anche io sono stata bene"
Lui sorrise e si avvicinò di poco a lei che iniziò a guardarsi le scarpe dipinte di nero,troppo imbarazzata dalla sua ennesima vicinanza.
"Non voglio trattenerti ancora di più..."disse lui e si allontanò piano piano.
"Aspetta...anche io non voglio che te ne vada. E si,è strano ma non so spiegarlo,non riesco,è come se in questo momento nel mio stomaco ci fossero tante farfalle che non c'è spazio neanche per farle svolazzare,io...non so cosa mi prende..."
Si avvicinò di nuovo ma stavolta un po' più veloce e le prese il viso con entrambe le mani, senza badare alla paura che lo attanagliava e neanche al fiato corto che avevano entrambi,fece combaciare le loro labbra in un bacio.
Un bacio semplice ma pieno di significato.
Due pezzi di puzzle che finalmente si erano incastrati e non si sarebbero più staccati.
Il bacio si fece un po' più intenso. Lui chiese l'accesso con la lingua e lei glielo diede, le sue mani scesero fino a stringerle i fianchi,un contatto che Wanda avrebbe sentito anche se avrebbe avuto altri mille strati di tessuto in più. Lo avvolse tenendo le braccia dietro al suo collo,sfiorando con le sue dita il suo cuoio capelluto e avvicinandolo ancor di più.
Ma si accorse che ormai fra loro non passava un filo d'aria talmente che erano così vicini e senza fiato,così si staccò da lui lentamente per poter prendere un po' d'aria.
"Wow...è stato..."disse lei.
"Inaspettato"continuò lui.
Sbattè la porta alle loro spalle e accese la luce con l'interruttore di fianco ad essa a destra. Una cucina che occupava tutta la parete di destra e un frigo poco più basso delle mensole alte,era quello che si vedeva appena entrati. Sulla sinistra una tavola con otto sedie,tre ai due lati e due ai capotavola. Un divano e due poltrone dello stesso colore,giallo.
"Molto carina"
"Venivo spesso qui quando ero piccolo, ma da quando loro sono andati fuori città non ci ho più messo piede. Questa sera è stata la prima volta che ho rimesso piede qua dentro dopo tanto tempo...e ho portato anche te"
"Davvero? Perché ho il presentimento che non sono l'unica che hai portato qui?"
"Il tuo presentimento è sbagliato...sei la prima e ultima persona che ha messo piede qui dentro"disse lui avvicinandosi a Wanda che aveva appena appeso il suo cappotto sull'attaccapanni.
La prese per i fianchi e le fece fare una giravolta.
"A cosa devo questo passo?"
"Non lo so per certo,so solo che volevo fare questo..."disse lui avvicinandola a sé per poterla baciare di nuovo.
"Mh...sicura di rimanere qui?"chiese lui.
Sapeva che aveva il coprifuoco e che forse era meglio che lei sarebbe tornata a casa ma se a lui preoccupava molto,Wanda non ci pensava minimamente.
"Mai stata così sicura James"
La baciò di nuovo e stavolta camminarono,lei all'indietro mentre lui la guidava senza che inciampasse. La sua schiena si scontrò con il marmo della piccola penisola e la scena sembrava ripetersi.
Le sue mani sui suoi fianchi e lei che gli accarezzava le ciocche di capelli. Fin quando lui fece leva con le sue braccia e la prese in braccio e la fece sedere sulla penisola.
Le sue gambe erano ancora chiuse,serrate e James non si azzardava a fare nulla contro la sua volontà. Continuò a baciarla,le loro lingue stavano danzando insieme e sembrava che quella musica fra loro due non sarebbe finita mai.
Si staccò dalle sue labbra e lei sembrò fare una smorfia,non voleva che si allontanasse. Ma James non se ne era per niente andato, si staccò dalla sua bocca per poter baciare la sua mascella per poi dirigersi al suo collo.
Un miscuglio di baci e fiato corto,lo stesso che aveva lei in questo preciso istante. Passò le sue labbra umide fra il collo e il lobo dell'orecchio e per ora le orecchie di James erano piene dei sospiri affannosi di Wanda.
Si fermò in un punto preciso, tolse i capelli arricciati aiutandosi con la mano sinistra mentre con la destra circondò i fianchi di lei, iniziò a mordere la pelle e vedeva già con i suoi occhi che iniziava ad arrossire.
"James...."sussurrò.
Lui la sentì e si staccò subito ritornando sulle sue labbra,anche stavolta lasciarono che la passione prese il sopravvento e pian piano le mani di Wamda si diressero al suo petto. La giacca dell'uniforme fu sbottonata man mano e una volta finito la fece scivolare sulle spalle togliendola del tutto.
Fece combaciare le sue mani dietro la schiena mentre una la manteneva ben salda, l'altra andava alla ricerca della cerniera lampo del suo vestito. E contemporaneamente con il suo ginocchio separò di poco le sue gambe.
"Aspetta"disse lei staccandosi bruscamente.
"Qualcosa non va?"
Per quanto la paura di Wanda fosse quella di stare sola per sempre, stavolta sembrava come se stesse nel posto giusto al momento giusto. Non avrebbe avuto paura se ci fosse stata con lei James,anche se non lo conosceva da tanto,dentro di lei sentiva come se lo conosceva da una vita.
E sapeva che questo era il momento perfetto con l'uomo perfetto.
"Va tutto bene?"
Lei annuì solamente anche se a James non bastava questa risposta.
"Ne sei sicura?"
"È la mia prima volta...è la mia prima volta,perciò ero così nervosa appena ti ho visto e ho fatto aspettare così tanto a quel ragazzo,forse avrà fatto meglio a non presentarsi. Sarà andato a divertirsi con un altra più facile da portare a letto. Quindi,perfavore se non vuoi che..."
"Shhh,va tutto bene. Non devi vergognarti, okay? Se pensi che ti saresti dovuta concedere a lui,fidati di me saresti stata peggio, ti avrebbe spezzato il cuore. Hai aspettato il momento perfetto..."
"Se...se questo è il momento perfetto,allora tu sei l'uomo perfetto? Per me?"
"Io perfetto nella vita non lo sono,ma te lo giuro che lo sarò solo per te. Ti fidi di me?"
Lei annuì e lui le sorrise.
"Dimmi quando vuoi che mi fermi,okay?"le chiese e lei annuì.
Riposizionò le sue mani dietro la schiena e fece scorrere la sua mano lungo la cerniera che fece scendere lentamente, procurando una scia di brividi dietro la sua schiena.
Cosi cauto, ma anche cosi desideroso.
Una volta che la cerniera aveva raggiunto la fine, tolse le mani da dietro la schiena e le poggiò sulle spalle e abbassò le maniche iniziando a scoprire le sue clavicole e il suo seno fasciato da un semplice reggiseno nero.
Il vestito toccò terra e lui si tolse camicia e cravatta insieme alle scarpe. Una volta che anche quella toccò terra, alzò lo sguardo di fronte a sé e poté giurare di aver visto la donna più bella in tutta la sua vita.
Si avvicinò di nuovo a lei e le prese il viso fra le mani baciandola di nuovo con passione,avvolse le sue gambe attorno al suo bacino. Si staccò di nuovo dalle sue labbra e lasciò altri baci umidi, le baciò la clavicola e scese più in giù prendendo in mano il suo seno sinistro.
Lei si manteneva alla schiena e con le dita pote sfiorare i muscoli delle spalle. Facendo ancora una volta leva con le braccia,la prese in braccio,portandola verso le scale e lei tirò un leggero urlo.
"Che ti prende?""chiese lei ancora con il fiato corto.
"Avresti voluto farlo davvero su una penisola da cucina?"
Lei rise nel bacio che subito dopo le diede e quando arrivarono di fronte ad una stanza, aprì la porta e la poggiò su letto,dove si sedette e mise le braccia dietro di sé.
La fece stendere e prima ancora che lui potesse mettersi su di lei, lo anticipò. Si mise con le braccia incrociate dietro la schiena e sganciò il suo reggiseno facendo scorrere le bretelle sulle braccia e dando a James ancora più motivi per continuare.
Si abbassò verso di lei e la baciò per l'ennesima volta in tutta la serata e se prima si era limitato non solo a baciare il suo collo e il suo seno,ora scese più giù arrivando fino al suo basso ventre,dove un leggero formicolio iniziava a formarsi nel corpo di Wanda.
Era sul punto di scoppiare,per la troppa pressione che aveva in corpo in quel momento e così strinse con le sue dita il copriletto che copriva il resto delle lenzuola.
"Ehi, guardami..."disse lui avvicinandosi una seconda volta.
"...andrà tutto bene,hai detto di fidarti di me ed io non ti farò male"
Passarono prima alcuni secondi prima che James ritornasse a fare quello che stava facendo,per ora si stava godendo quei occhi verdi che aveva visto per la prima volta in tutta la serata. E la stessa cosa la fece anche lei ma più profondamente, perdendosi in quelle pozze blu e non salendo più in superficie.
Tipico di chi aveva gli occhi azzurri e quelli di James erano davvero mozzafiato.
Si abbassò di nuovo sulle sue labbra baciandola di nuovo e fece lo stesso che aveva fatto prima,sfiorando con le mani metà del suo corpo nudo. La baciò ovunque,persino fra i due seni che prese fra le mani, scendendo arrivò fino ai fianchi.
Prese i lembi delle mutandine ai due lati e fece scivolare il tessuto sulle sue cosce,sulle gambe e infine sulle caviglie facendole cadere per terra.
Lui iniziò a togliersi la cintura e slacciare il suo pantalone, rimanendo anche lui del tutto svestito.
"Sarò ripetitivo ma dimmi quando vuoi che mi fermi,okay?"
Lei annuì vedendo che lui era troppo vicino e che ancora una volta la sua vicinanza era così forte e attraente.
Entrò lentamente in lei e dalla sua bocca uscì un gemito soffocato. James aveva la testa immersa nel suo collo e fra i capelli e sentì perfettamente il suono che uscì dalla sua bocca.
Proseguì prima lentamente, non aveva veramente intenzione di farle del male. Con una mano si mantenne mentre l'altra la passò fra i capelli, sulla guancia sinistra mentre la baciava e proseguì fino ad arrivare al suo fianco.
Poi scivolò di lato, dove trovò la sua mano che stringeva ancora il tessuto. La prese e intrecciò le dita con lei, portando le loro mani giunte sulla sua testa e lei accorgendosene sorrise nel bacio.
Con l'altra mano lei si manteneva sulle spalle e sulla schiena infossando le sue unghie nella pelle provocandogli dei graffi.
Gli avvolse le gambe attorno i fianchi,in modo che lui potesse andare più a fondo e ne approfittò per aumentare le sue spinte e appena lei lo percepì si morse il labbro.
"James..."le bastò sussurarlo e lui subito si avvicinò a lei in un nanomillessimo di secondo.
"Ehi,cosa..."
"Va avanti,va tutto bene"sorrise lei.
Lui proseguì e andò più a fondo e presto la stanza si riempì di sospiri e gemiti che uscivano dalla sua bocca e che James spesso chiudeva fra le sue labbra.
Presa da un impeto improvviso, sciolse le dita della mano destra da quelle di James e quella sinistra sfiorò la sua spalla per poi arrivare fino al petto dove era già messa l'altra. Con un po' di forza,lo spinse all'indietro con le spalle sul materasso.
Appena vide che la ragazza era su di sé lui sorrise,mise le sue mani sulle sue cosce ed ebbe libero accesso al suo collo che riprese a baciare ed ogni suo tocco era un esorto a farle continuare ciò che lui aveva iniziato.
I suoi fianchi facevano su e giù ed entrambi sentivano dentro di loro che mancava poco. James si avvicinò ancor di più nonostante erano vicinissimi,più di due calamite.
Il suo braccio sinistro le circondò la schiena e la sua mano destra strinse di poco la sua gamba e continuò a baciarla ovunque.
"Sei bellissima..."sussurrò lui mentre con le labbra vicino al suo orecchio.
Sorrise mentre lo stringeva ancora di più a sé e metteva le mani fra i suoi capelli sentendo il suo cuore battere.
Così. Cosi raggiunsero l'apice del piacere.
Insieme. E anche così si aspettavano di poter stare per tutta la vita.
"Il tuo compleanno?"
"23 dicembre. Invece il tuo?"
"10 marzo, hai sempre avuto due regali?"
"Magari li avessi,mia madre non può permetterseli"
Uno di fianco all'altro,sotto quel copriletto ormai completamente sfatto, lei fra le sua braccia con una mano poggiata sul suo petto e lui con uno attorno alle sue spalle che le sfioravano le spalle e i capelli.
"Beh,se tua madre non può permetterseli, lascia che me ne occupi io"disse lui girandosi verso il comodino e vedendo che erano solo le due di notte.
Aveva solo altre tre ore da passare con lei. Prima di partire e, forse, di non tornare più.
"Aspetta,cosa? In che senso devo lasciare che te occupi tu?"chiese lei alzandosi dalla sua posizione.
"Nel senso che magari se tornerò in tempo per le vacanze di Natale potrò farti un regalo"
"Mancano due mesi al mio compleanno James,stai andando troppo in là con la testa"
"Credi che non lo debba fare?"
"Non lo so,non..."
"Non avrei dovuto,hai ragione. È solo che...dannazione,come lo spiego? Quando ti ho vista non ho capito più niente,fidati,niente. E di solito non è da me,perché ogni ragazza che vedo è già caduta ai miei piedi,avrò cacciato la solita mossa per chiederti cosa ci facevi sola ma credimi non è stato solo per quello. Una volta che abbiamo parlato ti ho scoperta così simile a me che ora non riesco a fare a meno di te. Ed è qualcosa di...di inquietante perché ti conosco solo da un paio d'ore e sembra che tutti e due ci conosciamo da una vita. Ti ho parlato di me,mi hai parlato di te e dopo ore siamo qui,dopo aver fatto l'amore in un letto che non è neanche il nostro mentre io aspetto l'alba per poter partire per un viaggio di cui forse non farò ritorno...dovrei stare a casa e dormire ma la verità è che sto così bene con te. Sto così bene,come non lo sono stato mai perché sono con te. E non è solo ora,io vorrei stare con te per sempre...anche se so che forse non potrebbe essere cosi"
Rimase ferma e con la bocca leggermente aperta sentendo le parole che erano appena uscite dalla bocca di James e non sapeva né cosa dire né cosa fare.
Si allungò di poco prendendo fra le dita il suo mento e quando lui si girò del tutto lei si precipitò sulle labbra baciandole con più passione di prima.
Se James era il primo che non se ne importava del fatto che una relazione così non sarebbe mai durata,Wanda lo seguiva a ruota. Ma entrambi non lo facevano perché non credevano che sarebbe durata anzi,il contrario.
Se in questo momento non fossero state le due di notte e lui non sarebbe dovuto partire, sarebbero già andati via. Lui a cercare un anello,per poterla sposare e lei ad indossare migliaia e migliaia di abiti da sposa solo per dirgli di si.
"Mh...aspetta, una cosa"
"Quale sarebbe?"
"Perché Bucky?"
E a quella domanda lui rispose con una risata e le spiegò perché il suo soprannome, a Wanda piaceva solo James non Bucky. Ma nonostante lui gliel'aveva appena spiegato,lei cadde nelle braccia di Morfeo prima del previsto.
E lui resto a guardarla fino a quando si alzò a malincuore dal letto,solo una mezz'ora prima delle cinque del mattino. Si vestì per metà, mettendosi solo il suo pantalone e prima ancora di chiudere la porta di quella stanza alle sue spalle, vide un blocco di carta e una penna e decise di scriverle qualcosa.
Era già doloroso andarsene cosi, sarebbe stato peggio se non l'avrebbe salutata almeno l'ultima volta.
"Solo una notte mi è bastata per capire che ti voglio nella mia vita per sempre, tu aspettami che io proverò a tornare e ci riuscirò. Conoscerò tua madre,le chiederò scusa e le dirò che sono stato io a trattenerti qui,questa notte. Mi farà fuori ne sono sicuro ma se non l'avessi fatto probabilmente non avrei mai capito che l'unica donna che voglio nella mia vita sei tu. Ti comprerò un regalo per il tuo compleanno,anche se credi che sia troppo presto ma sarai felice lo stesso perché per la prima volta avrai due regali. Ti porterò a conoscere mia madre e mia sorella e sono sicuro che ti adoreranno...poi non so cosa faremo ma tutto quello che sarà,lo faremo insieme. E se non tornerò sappi che anche se andrò via, io non smetterò di amarti anche se non potrò stare con te tutta la vita,mi è bastata questa notte che ricorderò per sempre.
Ti amo,James"
Lasciò la lettera di fianco a lei sul cuscino e prima di andarsene,si sedette di fianco a lei dove lui era steso pochi minuti prima e approfittando che lei fosse girata verso di lui,le baciò la fronte.
Pensava a quanto poteva essere bello vederla tutte le mattine così,che sarebbe dovuto solo uscire dalla stanza per preparare la colazione ma ritornò subito alla realtà.
Si allontanò da lei con un nodo alla gola,chiuse la porta alle sue spalle e solo in strada le lacrime gli scesero copiose sulle guance e le stesse uscirono fuori dagli occhi verdi di Wanda appena lesse la lettera solo dopo essersi svegliata.
La lesse per tre volte e dovette smettere di leggerla, con i singhiozzi non ci riusciva e l'acqua delle sue lacrime aveva rovinato la carta.
La strinse al petto,coperto dalla coperta,sperando che da un momento all'altro potessero comparire da qualche parte le sue braccia forti e muscolose per poterla abbracciare.
Ma non fu mai più così.
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Capitolo 56 - Segreti, mix tape e gelosia
Nel capitolo precedente: la serata speciale organizzata da Angie si è rivelata per lei un disastro e si sta concludendo in maniera ancora peggiore, dato che Eddie non sembra interessato a fare sesso con lei. Alla fine però i due si chiariscono e fanno l'amore per la prima volta. Angie resta ancora però ferma nella sua decisione di non dire niente agli amici. Lo scopriamo quando raggiungono Jeff, Stone, Grace, Mike e Cornell al solito pub. Jeff li vede arrivare assieme in macchina, ma entrare in momenti diversi nel locale per non dare nell'occhio. Dai suoi pensieri scopriamo che li aveva visti anche quando Angie era andata da Eddie a portargli la torta, sorprendendoli in atteggiamenti affettuosi. Il bassista se n'era andato per non metterli in imbarazzo. Grazie anche ai suggerimenti degli amici, Jeff riesce a mettere insieme i titoli del finto demo di Cliff Poncier, il protagonista del film di Cameron Crowe, e sfida Chris a scrivere davvero quelle canzoni.
***
“L'ha steso?”
“Sì, è andato giù come un sacco di patate. Ed era un sacco bello grosso” Angie molla per un attimo la mia mano, giusto il tempo di mimare la stazza approssimativa del tizio, poi la stringe di nuovo, mentre camminiamo verso la sua macchina.
“Con un pugno?”
“Ad essere precisi, due”
“Visto quello che ti ha detto, io gliene avrei dati di più” ubriaco o no, se tocchi una donna sei una merda e se mi capiti a tiro sei morto.
“Avresti infierito su un sacco di patate inerme?”
“Nah, hai ragione: scarsa soddisfazione. Comunque hai capito Meg, tipa tosta”
“Già... e pensare che all'inizio credevo fosse una fighetta insipida”
“Cosa? Tu? Tu che hai un pregiudizio? Non è possibile!” mi diverto a stuzzicarla. Quando le ho espresso dei pregiudizi molto simili sul conto di Violet mi ha fatto sentire una merda.
“Eheh sì, lo ammetto, ho sbagliato anch'io: errare è umano. Comunque è così che abbiamo fatto amicizia ed è iniziato tutto”
“Esempio di come da una brutta storia possa nascere qualcosa di buono”
“Vedi, quindi anche quel tizio qualche merito ce l'ha avuto dopo tutto” quando arriviamo alla sua Mini, Angie mi prende anche l'altra mano e si appoggia al paraurti tirandomi a sé.
“Merito un cazzo. E' successo una vita fa e io neanche c'ero e mi prudono lo stesso le mani dalla voglia di pestarlo a dovere” probabilmente portarmi a mangiare Thai nel quartiere universitario la fa sentire abbastanza al sicuro da possibili avvistamenti da parte dei nostri amici.
“Non ti agitare” cerca di calmarmi con un bacio e diciamo che ci riesce benissimo, ma non è necessario che lo sappia.
“Uhm... sono ancora un po' agitato�� le dico dopo aver fatto un po' di scena, schioccando le labbra e la lingua come fanno i sommelier dopo un sorso di vino.
“Ahah dai, andiamo” me ne stampa un altro veloce e apre la portiera, mentre io faccio il giro per salire dall'altro lato.
“Angie, io sono l'ultimo a poter dare lezioni sullo stradario di Seattle, ma non dovevamo girare a sinistra?” le domando dopo la svolta al secondo semaforo.
“Oh... ma... perché tu vuoi tornare a casa, giusto?” stava allungando la mano verso il vano porta oggetti, ma si blocca, come se l'avessi beccata a combinare qualcosa e li vedo anche nel buio dell'abitacolo i suoi occhioni improvvisamente tristi.
“No, cioè, non per forza”
“Perché pensavo che è ancora presto e...” rimette entrambe le mani sul volante e contemporaneamente si stringe nelle spalle.
“Infatti, è presto” è sempre troppo presto per me quando è ora di salutarla.
“Pensavo... così... di fare un giro”
“Va bene”
“Ma se vuoi ti porto a casa”
“No, non voglio andare a casa”
“Non ti ho chiesto neanche se domattina hai da fare”
“Non ho un cazzo da fare domattina, Angie”
“Magari sei stanco”
“Non sono stanco”
“Appena posso faccio inversione”
“Angie?” le prendo la mano destra dal volante e ne bacio il palmo.
“Sì?”
“Portami in giro”
“Ok”
“Dove mi vuoi portare?” le chiedo lasciando andare la sua mano, che stavolta si fa strada nel cassettino porta oggetti e ne estrae una cassetta, senza custodia, che viene prontamente infilata nello stereo.
“In un posto... vedrai” sorride mentre Jim Morrison comincia a cantare.
Yeah I'm a back door man
I'm a back door man
The men don't know
But the little girls understand
“Manca ancora molto?” le domando mentre Brian Ferry ha appena finito di dire che L'amore è la droga che preferisce e noi ci immettiamo nella Greenwood Avenue.
“No, ci siamo quasi”
“Quasi... sii più specifica” mi piace stuzzicarla e vedere le sue facce.
“Meno di dieci minuti e siamo arrivati. Ti stai annoiando?”
“Con te mai”
“E allora perché sei così impaziente?”
“Non sono impaziente, vorrei solo capire se questo posto dove mi vuoi portare si trova dentro i confini degli Stati Uniti o no. Perché se per caso, per essere sicura che i nostri amici non ci sgamino, mi stai portando in Canada, ti avviso che non ho con me il passaporto”
“Ah ah” Angie mi rivolge un'occhiataccia, a cui segue immediatamente una carezza e una stretta sul mio ginocchio.
“Allora non sconfiniamo?”
“No”
“E dove stiamo andando?”
“Tra poco lo vedrai”
A un bivio giriamo a sinistra e poi ancora a sinistra e gli alberi si infittiscono.
“Tanto lo so: mi stai portando in un parco”
“Chissà” stacca per un attimo le mani dal volante per allargare le braccia facendo la gnorri.
“No! Mi stai portando al mare” mi correggo quando dopo pochissimo la strada diventa in discesa, la vegetazione si dirada un po' e vedo meglio l'orizzonte.
“Una cosa non esclude l'altra”
“Adoro vederti guidare col cambio manuale, lo sai?” dico cambiando completamente argomento, perso nei suoi movimenti nella guida.
“Ahah ho imparato a dodici anni, da mio padre. Tu lo sai fare?”
“No”
“No?? Davvero?” mi guarda scioccata per un attimo mentre prende dolcemente le curve della strada praticamente deserta.
“Eheh davvero, giuro, non ho mai provato”
“Ti insegno io!”
“Volentieri. Scommetto che sei una bravissima insegnante”
“Brava, ma severa”
“Perfetto”
Un cartello giallo indica una strada senza uscita ed è a quel punto che capisco che siamo arrivati a destinazione. Angie svolta in una strada sterrata piuttosto stretta sulla sinistra, per poi fermarsi in una sorta di spiazzo naturale, una radura in mezzo agli alberi, col muso della Mini rivolto verso l'ampia vista libera sul mare.
“Wow”
“Dal parcheggio più in alto il panorama è migliore, ma qui è più tranquillo” commenta spegnendo il motore.
“Lo vedo” mi guardo attorno ed effettivamente siamo ben nascosti dalle case costiere.
“Ti piace?” mi domanda mentre si scioglie la sciarpa e la lancia sul sedile di dietro, e dalle casse sfumano gli Stones e arriva morbida e graffiante allo stesso tempo la voce di Nico.
Here she comes, you better watch your step She's going to break your heart in two
Ho poco da fare attenzione ormai. Ci sono dentro fino al collo e il mio cuore è suo; non è spezzato, ma può farci quello che vuole, anche se non ha le lenti colorate e non è una Femme fatale diabolica e spietata come quella della canzone.
“Sì, mi piace qui...” maliziosa sì però, con quel sorrisino che... aspetta un momento “Angie?”
“Dimmi” risponde sbottonandosi il cappotto.
“Un piccolo dubbio mi assale”
“Eheh cioè?”
“Mi hai portato qui a scopare?”
“EDDIE!”
“A scopare in una Mini Cooper?”
“AHAHAHAHAH!”
“Perché ridi? Ho fatto una semplice domanda” in realtà mi sto divertendo un sacco anch'io, ma in maniera più discreta.
“Certo che proprio non ti piace girare attorno alle questioni, eh?”
“No, dovresti saperlo ormai... Allora?”
“Allora, ti ho portato qui per stare un po' insieme tranquilli, tra di noi, in intimità”
“Cioè scopare”
“Non solo per quello!”
“Ma anche quello”
“Beh... se ti va, sì” ammette e lo vedo anche al buio che è arrossita. Questa cosa delle iniziative da prendere ci sta sfuggendo di mano. Ma non mi sto certo lamentando.
“Mi va, ma per fare questa cosa andava bene pure casa mia, anzi era meglio”
“Insomma” scuote la testa poco convinta.
“Sia per la temperatura che per la comodità”
“Dimentichi un piccolo particolare”
“Quale?”
“Uno non così tanto piccolo, che vive con te e si chiama Jeff”
“Jeff sa quando farsi i cazzi suoi, è un ragazzo sveglio”
“Appunto, troppo sveglio!”
“Uff...”
“E poi non c'è questo panorama a casa tua” ribatte indicando la vista attraverso il parabrezza.
“Qualunque sia il posto, il panorama è sempre spettacolare quando ci sei tu”
“In pratica mi stai dicendo che vuoi tornare a casa” abbassa lo sguardo e fa finta di niente perché non può accettare un complimento neanche a morire.
“No, voglio stare qui e godermi il panorama da vicino” la abbraccio infilandole le mani sotto il cappotto e tirandola verso di me per un bacio. Il primo di una lunga serie.
“Allora ti è piaciuta come... iniziativa?” mi chiede staccandosi dalle mie labbra e mettendosi a giocare coi miei capelli.
“Eheh sì, molto. Solo vorrei capire come si svolge il tutto a livello... come dire... logistico”
“Usa un po' di fantasia, no?”
“La prossima volta che vuoi andare in camporella dimmelo che prendo il mio pickup”
“Ahahah non è che là ci sia tanto più spazio alla fine, sai?”
“Però c'è sempre il cassone”
“Ahahahahah comodissimo e soprattutto discreto”
“Dipende dove vai...”
“Oddio, l'hai fatto nel cassone??” Angie si stacca da me e mi guarda come se avesse visto un fantasma.
“Un paio di volte, sì”
“Per la gioia dei guardoni”
“Ovviamente mi sono prima accertato che non ci fosse nessuno in giro”
“Sei un esibizionista del cazzo!”
“Non c'era nessuno, scema!”
“Eheh anche adesso non c'è nessuno”
“Già”
Ci guardiamo per un secondo, smettiamo di ridere e praticamente ci saltiamo addosso l'un l'altro nello stesso istante. Angie si scrolla il cappotto di dosso e in qualche modo lo butta sul sedile di dietro dopodiché si arrampica a cavalcioni su di me, tutto questo senza scollare la bocca dalla mia.
“Abbassa un po' lo schienale” mi sussurra nell'orecchio.
“Così?” tocco appena una levetta laterale e mi ritrovo steso.
“Ahahah anche un po' meno, ecco così. Magari prova ad andare anche un po' in là” Angie mi aiuta a risollevarmi dopodiché raggiunge un'altra leva, presumo sotto al sedile, e lo spinge all'indietro in modo da quadagnare qualche centimetro quadrato in più di spazio vitale.
“Sei comoda?”
“Sì, tranquillo”
“Sei sicura? Hai un ginocchio sulla portiera e l'altro sull'attacco della cintura”
“Non sono mai stata meglio” se io non amo perdere tempo con le parole, Angie è quella che non indugia con i fatti perché sta già cercando di slacciarmi i pantaloni. Ci riesce e basta qualche secondo perché mi faccia già uscire di testa. Poi si alza botto torna sul suo sedile.
“Che fai? Dove vai?”
“Aspetta, devo giusto rimuovere... qualche piccolo ostacolo” la vedo slacciarsi le scarpe, trafficare con i suoi jeans, e presumo anche con gli slip, prima di tornare da me. Anch'io tiro giù tutto nel frattempo per facilitare la dinamica. Non faccio caso al fatto che non l'ho vista lanciare nient'altro sui sedili posteriori ed è solo quando allungo le mani per accarezzarla che mi accorgo che ha ancora indosso una gamba dei pantaloni.
“Fai le cose a metà?” rido sulle sue labbra.
“Metti che dobbiamo ricomporci al volo”
“Hai pensato proprio a tutto, eh?”
“Lo sai che sono precisa”
“Uhm vedo. Anche la cassetta...”
“Che cassetta?”
“La compilation da scopata che stiamo ascoltando da quando siamo partiti”
“Che?!” Angie scatta non so se più per la mia uscita o per il modo in cui la tocco.
“Non provarci neanche a fare finta che non lo sia”
“Figurati!”
“Tim Buckley ha appena detto che vuole essere la tua vittima d'amore” e lo capisco eccome.
“E' una compilation... romantica... si vede che mi è uscita così”
“Talmente romantica che subito dopo ti ha chiesto di frustarlo e prenderlo a schiaffi”
“Mai sentito parlare di metafore? E sì che scrivi canzoni”
“Metafore. Sì certo. Quindi quando Eric Clapton parla di fare l'amore contro il muro è sempre una metafora? E non cito quello che viene dopo che è pure peggio, perché tanto già lo sai” le sbottono il golfino e la camicia insieme, mentre lei si stringe nelle spalle e cerca di fare la gnorri.
“E' solo una bella canzone”
“Sono tutte belle” la stringo e riesco a tirarmela di nuovo addosso.
“Non voglio musica di merda quando guido” sentenzia prima di baciarmi togliendomi praticamente il fiato.
“Né quando ti imboschi col tuo ragazzo” la ripago subito con la stessa moneta.
“Sono precisa” mi fissa e risponde beffarda dopo un po'. Che poi... questa cassetta l'avrà fatta apposta? Cioè, apposta per stasera o comunque per me? O è un mix già pronto all'uso che tiene lì per ogni evenienza? E se sì, con chi l'avrà usato? L'avrà fatto avendo in mente qualcun altro? Ma soprattutto, perché mi vengono questi pensieri del cazzo adesso?
“Una cosa però l'hai dimenticata...” concentriamoci che è meglio.
“Cosa?”
“Non sono pronto a diventare papà”
“Ah! No... ce li ho, tranquillo” tutta la sicurezza di un secondo fa sparisce, Angie si tira su e si volta non solo per tentare di raggiungere e aprire il portaoggetti, ma anche per nascondere una piccola punta di imbarazzo.
“Sei la mia precisina preferita”
“Tecnicamente... ehm... il rischio non lo correresti ugualmente... nel senso che... beh, prendo la pillola, però ecco...” comincia a balbettare mentre apre la scatola senza guardarmi.
“Va bene”
“Al momento preferisco così, cioè, secondo me è meglio usarli lo stesso... se per te non è un problema...”
“Angie”
“Almeno per adesso, visto che... beh... abbiamo appena... poi con quello che è successo prima...”
“ANGIE?”
“Sì?”
“Ho detto che va bene, basta paranoie, ok?”
“Sicuro?”
“Ma certo, più in là vedremo, adesso va benissimo così”
“Ok”
“E adesso vieni qua”
“Come qua? Sono già qua”
“Intendo dire, più vicino”
“Siamo in una Mini, non posso andare molto lontano”
“Ho freddo e mi sento solo quaggiù sul sedile. E ho voglia di te. Quindi torna qui” la tiro per i lembi della camicia e lei si arrende, non so se più per paura che gliela strappi o perché convinta dalle mie parole.
“Lo sguardo da cucciolo bisognoso è quasi più potente delle fossette” alza gli occhi al cielo, o meglio, al tetto dell'auto, e mi raggiunge sorridendo.
“Addirittura?”
“Ho detto quasi”
**
Ancora non mi capacito di come faccia Angie ad avere tutto questo potere su di me, di come faccia a disarmarmi e stupirmi ogni volta. Anche una cazzata assurda, come quella di appartarsi in macchina a fare contorsionismo notturno in un posto sconosciuto, roba che non faccio da quasi una decina d'anni, con lei diventa speciale, e non solo per l'atto pratico in sé. In questo momento sono totalmente rapito dalla ragazza che sta sopra di me, ma non soltanto perché sta letteralmente sopra di me. La verità è che mi sta sopra, sotto, dentro, fuori, sulle spalle, tra le gambe, nella testa, nel sangue, sulla pelle e tutt'attorno. Faccio l'amore con lei nel modo e nel luogo più scomodi e stupidi del pianeta, ma il mio unico pensiero è che la voglio più vicina, ancora di più, come se fosse umanamente possibile. Il mio unico pensiero non è un pensiero perché non riesco a pensare, è solo un istinto, una sensazione, come la fame e la sete. La bacio e attraverso gli occhi chiusi vedo colori e punti luminosi, lampi di luce come scosse elettriche date da fulmini improvvisi. E le scariche si fanno via via più ravvicinate e intense e io penso di stare impazzendo perché non ho mai provato nulla del genere. Finché Angie non disimpegna la bocca e la usa per parlare.
“Ma cos- OH CAZZO”
Insomma, non so se sia colpa/merito di Angie, ma ci siamo rincoglioniti l'un con l'altro a tal punto da non accorgerci della volante della polizia spuntata chissà quando da chissà dove e parcheggiata a pochi metri da noi col lampeggiande acceso.
“Oh oh”
“OH OH? C'è la cazzo di polizia e tutto quello che sai dire è Oh oh??” Angie torna alla realtà molto più velocemente di me, che invece sono ancora un po' confuso.
“Che devo dire? Merda sarebbe più appropriato?”
“Sì, decisamente”
“Che fai ti rivesti?”
“No! Ma va! Resto qui tranquilla ad aspettare gli agenti a culo nudo” Angie si affanna a ricomporsi, mentre io faccio tutto lentamente. Diciamo anche che per me è più semplice.
“Non agitarti troppo, possono pensare che vuoi nascondere qualcosa”
“Nascondere qualcosa è proprio quello che sto cercando di fare” tira su frettolosamente i pantaloni e inizia ad abbottonarsi il golfino, tralasciando la camicia, non so se volontariamente o no.
Quando sentiamo qualcuno bussare al finestrino saltiamo in due. Angie guarda alla sua sinistra, poi di fronte, poi verso di me e scuote impercettibilmente la testa prima di indossare l'espressione più innocente che le ho mai visto in viso da quando la conosco.
“Buona sera, agente” si rivolge a uno dei disturbatori della nostra serata dopo aver tirato giù il finestrino. A giudicare dall'ombra che intravedo attraverso il mio, direi che il compare sta dalla mia parte.
“Buona sera... anche se buona notte sarebbe più appropriato, che dite?” abbiamo beccato il poliziotto che fa lo spiritoso. Cazzo.
“Beh, sì eheh!” Angie decide di assecondarlo e non posso darle torto “Come... ehm... come posso aiutarla?”
“Uhm vediamo, cominci con accendere la luce e darmi i suoi documenti, signorina”
“Certo, subito!” Angie si allunga sul sedile di dietro e il poliziotto picchietta il parabrezza con il manganello in corrispondenza dello specchietto per attirare la sua attenzione e farle capire che prima deve accendere la luce interna dell'abitacolo. Lei sussulta un attimo e poi esegue, prima di tornare a cercare i documenti.
“Stai calma” le sussurro mentre recupera la borsa e porge il tutto all'agente. Avrei preferito esserci io alla guida, non vorrei che Angie si agitasse e combinasse qualche cazzata. Sarà la prima volta in vita sua che la fermano.
“Grazie, anche quelli del suo... amico... prego” il tipo mi guarda malissimo e nello stesso momento qualcun altro bussa al mio finestrino. Voltandomi vedo una figura femminile che mi fa segno di tirarlo giù.
“Buona sera, ecco a lei” tiro fuori lentamente il portafoglio e da lì la patente, prima di darla alla collega.
“Angelina W. Pacifico... Idaho, eh?”
“Sì, mi sono trasferita da qualche mese” Angie ci aggiunge del suo, rispondendo a una domanda fatta da nessuno, cercando di mostrarsi disposta a collaborare.
“1972. Wow, sembra quasi vera ahah!” l'agente sventola il documento e ride a denti stretti rivolto alla collega.
“Sembra? Guardi che è vera!” Angie si infastidisce e io sbianco perché se comincia a rispondere alle provocazioni sono cazzi.
“Sarà... è da controllare”
“Controlli pure!” cazzi amari.
“Facciamo che mi da anche il libretto di circolazione, così controllo pure quello, che ne dice?”
“Va benissimo! Glielo do subito, per me può anche perquisire me, lui e tutta la macchina, ho la coscienza pulita io!”
“Ma lo sa che mi ha dato un'ottima idea, signorina Pacifico?” lo stronzo ride ancora sotto i baffi e spero che Angie si levi al più presto dalla faccia l'espressione in cagnesco che le vedo fare mentre recupera i documenti della macchina.
“26 anni. Non sei un po' troppo grande per quella ragazzina?” mi domanda la poliziotta dopo aver esaminato la mia patente e io decido di tacere, peccato che qualcun altro non sia del mio stesso avviso.
“IO SONO MAGGIORENNE! In che lingua glielo devo dire?”
“Silenzio!” l'urlo del poliziotto mi coglie di sorpresa dal mio lato, dove ha raggiunto la collega per prendere il mio documento, prima di tornare alla sua auto per i controlli.
“Angie, taci, per favore” sibilo tra i denti sperando segua il mio consiglio.
“Maggiorenne o no, è sempre un po' più grande di te” la poliziotta si china sul finestrino affacciandosi a parlare con Angie, con un tono più gentile.
“Non è un reato” risponde lei sottovoce e non so neanche se l'agente l'ha sentita. Forse finalmente ha capito qual è l'atteggiamento giusto.
“Vai all'università di Washington?” chiede la donna, che evidentemente vuole buttarsi sulle chiacchiere per ammazzare il tempo e per allentare la tensione.
“Sì, come fa a saperlo?”
“L'adesivo sopra il paraurti”
“Ah! Sì, mi sono trasferita qui apposta, per l'università”
“Con i tuoi?” ok, l'operazione poliziotto buono/poliziotto cattivo è iniziata.
“No, da sola”
“Quindi vivi da sola, hai un appartamento...”
“Beh sì”
“E tu?” stavolta si rivolge a me e per farlo mi punta la torcia dritta in faccia.
“Io non faccio l'università”
“Intendo dire, tu non ce l'hai una casa?”
“Certo”
“E allora cosa diavolo ci fate qui? In macchina? Beh, in una specie di macchina” continua spegnendo la torcia e usandola per indicare sommariamente la vettura e io mi giro verso Angie di scatto perché lo so che potrebbe bastare questo per farla scattare e saremmo fregati, ma lei imperterrita resiste e risponde pacata.
“Facevamo un giro”
“Un giro?”
“Sì” ribadisco io.
“Da fermi?”
“Ci siamo fermati un attimo” risponde prontamente la mia ragazza.
“Per fare cosa?”
“Chiacchierare” si è instaurato questo meccanismo per cui diamo una risposta ciascuno a turno, quindi sono io ad aprire bocca.
“Parlare” aggiunge Angie.
“Ascoltare musica” questo me lo suggerisce la cassetta che continua ad andare avanti con... The rain song?? Angie, cazzo, non potevi essere meno ovvia? E hai il coraggio di dire che non è un mix da scopata. Praticamente il nastro basterebbe da solo come prova in tribunale di atti osceni in luogo pubblico.
“Guardare il panorama”
“Sì sì, infatti quando siamo arrivati abbiamo visto quanto eravate concentrati sul panorama” la donna alza gli occhi al cielo e le scappa da ridere. Verrebbe da ridere anche a noi probabilmente se non fossimo sotto interrogatorio.
“Lei non ha specificato quale panorama... anche tu, un po' di elasticità mentale, per favore!” il collega cabarettista torna e porge i documenti a Angie attraverso il finestrino.
“Giusto!” esclama la poliziotta scambiandosi sguardi divertiti col socio, che torna a fare domande.
“Allora, se perquisisco questa macchinina da autoscontro ci trovo della droga o no?”
“No, agente” risponde seccamente lei e io spero sia vero, perché se ci trova qualcosa siamo doppiamente nella merda.
“Armi?”
“Figuriamoci, per carità. Le odio”
“E se ti faccio il palloncino cosa trovo?”
“Nulla perché non ho bevuto. Lui sì, qualcosina, ma non guida”
“Sì, ho visto, ho capito che sei tu che conduci, era piuttosto evidente ahahah” il tizio non riesce a trattenersi e scoppia a ridere sul finale, seguito a ruota dalla collega, che però lo redarguisce, rivelandoci così anche il suo nome.
“Barlow!”
“Ok ok, lo sapete perché vi abbiamo fermati?”
“Eravamo già fermi” Angie dice a voce bassa, ma non a sufficienza, mentre mi passa le carte da mettere via nel portaoggetti.
“Non faccia la spiritosa, lo sapete o no?” non dirgli che se lo fa lui lo puoi fare anche tu, so che glielo vuoi dire, ma non farlo, ti prego!
“No” rispondiamo in coro. Meno male. E almeno su questo è preparata: con la polizia, fare sempre gli gnorri.
“Perché secondo voi trombare in macchina in un luogo pubblico è una cosa normale, giusto?”
“Non è un luogo pubblico se non c'è nessuno, no?” la mia ragazza ci prova e rimarrà molto delusa.
“E questo su quale codice civile l'hai letto?” risponde lui sarcastico.
“Spero non studi legge, tesoro”
“No. Studio cinema”
“Aaah! Allora stavate provando le scene, ecco cosa!” questi due si stanno divertendo un mondo con noi.
“Barlow, piantala! Ehm ehm stiamo pattugliando la zona perché ultimamente ci sono state delle rapine. C'è una banda che prende di mira le coppiette che si appartano qui di notte, proprio come voi, ragazzi”
“Quindi al vostro posto rivedrei un po' le mie abitudini” aggiunge il collega riprendendo fiato dalla sue risatine del cazzo.
“Ognuno di voi ha una casa, andate lì”
“Ma sì, O'Hara, non hai capito? Ci sarà di mezzo una storia di corna! Lui molla la fidanzata a casa con una scusa e si incontra con l'amante più giovane, ho ragione o no?”
“NO!” Angie reagisce scandalizzata e io sento che questa serata sarà ancora molto lunga.
“Ce lo potete dire, tanto questo no, non è un reato” Barlow si china praticamente incrociando le braccia sull'apertura del finestrino e affacciandosi verso l'interno.
“Non c'è nessuna fidanzata a casa” spiego io.
“Allora è il suo ragazzo il cornuto?”
“Il suo ragazzo sono io, stiamo assieme”
“Quindi, fatemi capire: state insieme, in una relazione regolare intendo, lei è maggiorenne, ognuno di vuoi due ha una casa... coinquilini rompicoglioni?” l'agente O'Hara conta sulle dita gli elementi che non le quadrano nel ragionamento.
“No, cioè, non troppo” Angie mi guarda mentre risponde, come se cercasse un suggerimento o, più probabilmente, perché trova il tutto tremendamente assurdo, tanto quanto me.
“E allora perché non siete a casa vostra?”
“Lo chieda a lei” non so perché rispondo in questo modo, non so neanche se l'ho fatto davvero, non me ne accorgo nemmeno, mi esce così, spontaneamente.
“Eddie?!”
“Dicci, Angie, perché non siete a casa vostra?” insiste il comico, incuriosito, chiamandola per nome.
“Perché... perché è una cosa fresca”
“E questo si era capito, anche solo per... per l'entusiasmo, ecco” il poliziotto continua guadagnandosi l'ennesima finta occhiataccia dalla collega.
“Non vuole dirlo ai nostri amici” e questo mi sa che sono ancora io che vado a ruota libera.
“E perché? C'è qualche ex di mezzo?” O'Hara domanda e ormai siamo passati dall'interrogatorio all'angolo del gossip.
“No. Cioè, sì,” Angie si corregge quando mi vede fare una smorfia “ma non è quello il motivo”
“E allora qual è? Mica ti vergognerai di lui? Insomma, non ho una particolare attrazione per i capelloni, ma mi sembra un bel ragazzo, tutto sommato”
“Non mi vergogno affatto, è... è bello. E' perfetto, in tutto” dal gossip siamo arrivati alle confidenze? Un momento, cos'è che ha detto?
“E allora?” già, e allora? Mentalmente mi unisco ai due che insistono all'unisono per avere in cinque minuti una risposta che io cerco da settimane.
“E' che... beh, abbiamo gli stessi amici, è tutta una compagnia. E alcuni di loro suonano in un gruppo, con lui”
“Musicisti eh? Forse una perquisizione conviene farla tutto sommato” Barlow fa un'altra battuta del cazzo, ma la collega lo ignora e resta sul tema del momento.
“E sono più amici tuoi o suoi?”
“Beh, io li ho conosciuti poco prima, ma... più o meno uguale, direi”
“Ok, quindi hai paura sia di perderli sia di farli perdere a lui se le cose andassero male, giusto?”
Angie annuisce in silenzio alle parole di O'Hara e io rimango di stucco. Perderli? Improvvisamente una luce nuova viene gettata sulla faccenda, un nuovo punto di vista che non avevo mai preso in considerazione. Angie ha detto che non si fida di se stessa, ma si fida di me e non le ho mai creduto fino in fondo. Ha sempre espresso questa preoccupazione nei confronti dei nostri amici, perché sono impiccioni e non si fanno i cazzi loro, ma non avevo mai considerato che l'oggetto delle sue insicurezze fossero proprio loro, i ragazzi.
“Ho paura di essere giudicata o che giudichino lui. Ho paura di far nascere casini nel gruppo e che le nostre strade si dividano” Angie continua a confessare e mi chiedo se ci voleva davvero la minaccia di due poliziotti annoiati per tirare fuori finalmente la verità. Ma è lei che non l'ha mai rivelato o sono io che non ho mai capito un cazzo?
“Tesoro, ma è una cosa normale! Prendersi, lasciarsi, riprendersi, rilasciarsi, mettersi con un altro dello stesso giro. Nelle compagnie succede continuamente, ma non per questo si sfasciano” O'Hara si accende una sigaretta e da poliziotto buono si è trasformata in sorella maggiore. O meglio, nella zia a cui confidare tutto.
“Beh, non lo so, non ho mai avuto una compagnia, non così grande. Non ho mai avuto tutti questi amici” ora è tutto chiaro, cazzo. Non li ha mai avuti e non vuole perderli.
“Angie, se proprio dovessimo combinare qualche cazzata, sta' sicura che i ragazzi il culo lo fanno a me, mica a te. E il ben servito, se proprio deve prenderselo qualcuno, me lo becco sempre io” cerco di rassicurarla, ma dalla sua espressione non ci sto riuscendo.
“E pensi che questo mi farebbe piacere?”
“Mi sembra di guardare una puntata di Oprah dal vivo” commenta Barlow rapito.
“Angie, gli amici restano. La verità è che agli amici frega, sì, ma non più di tanto. Non fraintendermi, gli amici ti amano, ti danno dei consigli più o meno richiesti, possono mettersi in mezzo e prendere le parti dell'uno o dell'altro, ma alla fine vogliono solo che voi stiate bene, sia insieme sia ognuno per conto suo. A un certo punto si fermano e dicono arrangiatevi, nel miglior senso possibile. Poi se spariscono, beh, vuol dire che non erano amici veri”
“Forse, forse ha ragione”
“Certo che ho ragione!”
“Ragione o no, qui a scopare non ci dovete venire più, intesi?” il poliziotto, che si stava praticamente accasciando alla portiera, si ridesta e da un paio di colpi al tetto della macchina, forse per darsi una svegliata da solo.
“Intesi”
“D'accordo”
“Bene, si è fatta una certa, andiamo O'Hara”
“Tornate a casa, ragazzi. E guida con prudenza, Angie, va bene?”
“Certo”
“Buona notte”
“Arrivederci agenti”
“A mai più” aggiungo io quando i due sono ben lontani.
Tiriamo su i finestrini nello stesso momento, Angie mette in moto e attende.
“Non vanno?”
“Aspettano che partiamo noi, per essere sicuri che ce ne andiamo” le spiego e sorrido tra me e me del fatto che non l'avesse capito. E' come una piccola rappresentazione della sua innocenza. A volte mi dimentico che è giovanissima, che non ha esperienza in nulla, e no, non sto parlando solo degli atteggiamenti da tenere con gli agenti di polizia.
“Oh già, non ci avevo pensato, che palle” Angie sbuffa e parte.
“Che cosa assurda” siamo di nuovo in città quando Angie finalmente rompe il silenzio.
“Già”
“Che momento imbarazzante”
“Molto imbarazzante” però mi ha aperto un po' gli occhi, quindi tutto sommato è anche servito a qualcosa. Da quando siamo partiti non abbiamo più fatto cenno a quello che è successo, non abbiamo accennato a niente perché non abbiamo aperto bocca e ci siamo limitati a scambiarci sguardi e sorrisi fugaci e a canticchiare qualche canzone. Adesso, una volta metabolizzata tutta la faccenda, è arrivato il momento di riprendere discorso, stavolta tra noi.
“Non mi era mai successo”
“Neanche a me” ho avuto a che fare con la polizia, ma non per questo tipo di infrazioni.
“Ci sono stata un sacco di volte e non ho mai visto polizia, queste rapine devono essere una cosa recente”
Ci metto un po' a registrare quello che ha detto, forse perché sto ancora pensando al reato che stavamo compiendo su questi sedili neanche un'ora fa. Ma quando realizzo è come se mi svegliassero con una secchiata di ghiaccio potentissima.
“Mai? Perché, ci eri già stata?”
“Certo, se no come facevo a conoscere il posto?” lei risponde tranquillamente, quindi o è pazza o non ha capito dove sto andando a parare o non gliene frega un cazzo.
“E con chi?” la bocca di Angie si apre in una piccola O e qui intuisco che adesso sì, ha capito dove voglio arrivare.
“Come con chi? Con... con Meg”
“Con Meg”
“Sì, lei è qui da una vita, conosce i posti. Me l'ha fatto conoscere lei”
“Che ci sei andata a fare in riva al mare di notte con Meg?”
“A fare un giro! A bere e fumare, e spettegolare”
“E basta?”
“Ahahah che vuoi dire, che cosa pensi facessimo?”
“Voglio dire, ci sei andata con Meg e basta? Un sacco di volte, hai detto”
“E con te”
“Con Meg, me... e basta?”
“Beh...”
“Angie?”
“Non solo...”
“Ci sei andata con Jerry?”
“...”
“Angie, parlo con te”
“Lo so, ci sono solo io qui” siamo fermi al semaforo e Angie si guarda attorno nell'abitacolo, buttando pure l'occhio sui sedili di dietro, prima di tornare a fissare me.
“E quindi?”
“Non ci sono andata con Jerry”
“Quindi mi giuri che non mi hai portato dove ti infrattavi con il tuo ex, vero?”
“No!”
“Ok”
“Con lui... ehm... siamo andati nel parcheggio di sopra”
“COSA?!”
“Che c'è? Perché ti arrabbi?”
“Perché? Come perché? Mi porti a fare cosacce dove scopavi il tuo ex ragazzo, non dovrei neanche arrabbiarmi?”
“Non ho mai scopato Jerry in quel posto!”
“Il fatto che fosse un altro parcheggio cinquanta metri più su non cambia la sostanza, Angie”
“Intendo che non l'ho mai fatto in macchina con Jerry!” esclama mentre fa un cenno di scuse al tipo dietro, che ci ha appena suonato perché non siamo scattati subito al verde. Anche lui, che cazzo vuole poi? Che cazzo di fretta ha?
“No?”
“No, non ho mai... non ho mai avuto rapporti completi con Jerry in auto”
“Questo uso sospetto di termini molto, troppo specifici non mi sembra per niente casuale”
“Ci siamo baciati”
“Non lo voglio sapere” mi basta che lo dica per immaginarmelo, diciamo che me lo immagino anche senza che lei mi dica nulla, la mia immaginazione non ha bisogno di aiutini.
“Ma se me l'hai praticamente chiesto?”
“Non sono scemo, ho capito che non te lo sei scopato lì, ma qualcosa ci facevi. Il succo non cambia”
“Che c'entra chi ci ho portato prima, adesso ci sei tu”
“C'entra perché... perché mi da fastidio, mi fa strano, mi da... una sensazione... brutta”
“Te l'ho praticamente detto quando ci siamo arrivati che ci ero già stata, ma non hai fatto una piega. Perché adesso te la prendi tutto d'un tratto?”
Ed effettivamente è vero, me l'ha detto, non mi ricordo le parole esatte, ma me l'ha fatto capire. La verità è che ero talmente preso dalla situazione, da lei, dal suo profumo, dai suoi gesti nel togliersi la giacca, dai suoi occhioni, dal suo sorriso malizioso a forma di cuore... e non ho capito un cazzo.
“Si vede che prima non ci ho fatto caso e adesso sì”
“Io vengo da fuori, non conosco tanti posti, se decido di appartarmi con te da qualche parte non posso improvvisare, è ovvio che io segua... ehm... una strada già battuta”
“Beh allora non andiamo più da nessuna parte e stiamo a casa, così risolviamo il problema”
“Se è per questo, Jerry è stato anche nel mio letto, non andiamo più nemmeno lì?” Angie mi guarda perplessa e io lo so, lo so che sono pazzo, che sono io quello malato, che la gelosia retroattiva non ha senso. Ma mi girano le palle, ah, se mi girano!
“Potresti... potresti evitare di ricordarmelo? Grazie”
“Ma... sei geloso di Jerry?”
“No” noooo ma va! Cosa te lo fa pensare?
“Ok. Anche perché sarebbe veramente stupido se tu lo fossi” ecco, appunto.
“Infatti”
“Perché non mi interessa, non c'è praticamente la benché minima speranza che lui possa interessarmi ancora e che possa tornare con lui” siamo sicuri? Magari da parte di Angie non c'è storia, ma Jerry ci spera ancora, eccome. Me l'ha detto lui! Ovviamente, questa informazione me la tengo per me.
“Lo so”
“Bene”
“Anche la cassetta la usavi con lui o è una mia esclusiva?”
“La cassetta l'ho fatta ieri, per te. Per l'occasione” ribatte sfiancata, alzando gli occhi al cielo.
“Ok”
“Contento?”
“Molto. Mi piace”
“Meno male”
“La cassetta di Jerry invece com'era?”
“Dio, Eddie, non c'è mai stata nessuna cassetta di Jerry”
“Non ci credo”
“Pensala come vuoi, potrei anche non risponderti, perché la cosa in fondo non ti riguarda. Invece ti ho pure risposto ed è la verità” ha ragione, quello che aveva con Jerry non sono cazzi miei. E sto facendo la figura del coglione.
“Scusa”
“Va bene”
“Sono un po' stupido a volte”
“Ho notato”
“Poi però mi passa”
“Lo spero”
“Poi me la presti la cassetta? Voglio farne una copia”
“Spero ti passi in fretta, molto in fretta”
**
“Eccoci” Angie si ferma a un isolato da casa mia, come fa sempre ultimamente ogni volta che mi riaccompagna a casa.
“Guarda che Jeff non fa la casalinga impicciona alla finestra per controllare con chi esco. Non gliele può fregare di meno, sono mica Stone” scherzo per alleggerire un po' l'atmosfera, che è ancora tesa nonostante le mie scuse e le stronzate che sparo.
“Venerdì” Angie tiene stretto il volante e continua a non guardarmi.
“Venerdì cosa?”
“Venerdì suonate all'Ok Hotel”
“Sì”
“E si festeggia Jeff, che fa gli anni due giorni dopo”
“Già”
“E poi lunedì iniziate a registrare Eleven”
“Hahaha si chiama Ten”
“Ma sono undici canzoni! Non ha senso, te l'ho già detto!” finalmente si volta dalla mia parte e le mani si spostano sulla parte bassa del volante.
“Se è per questo è anche il nostro primo disco, lo chiamiamo One? O First? Eheheh”
“Ridi ridi, poi quando non saprete come chiamare il vostro decimo album vedremo chi riderà per ultimo”
“Il decimo? Credi che dureremo così tanto?”
“Certo! Ma vi scioglierete proprio a causa di quel disco perché non saprete che cazzo di nome dargli, indecisi tra... boh... una marca di surf e una riserva dei Seattle Supersonics”
“Ahahah sempre che i Sonics esistano ancora”
“Perché non dovrebbero?” mi chiede improvvisamente seria, in quella sua maniera adorabile di focalizzarsi su dettagli del tutto secondari.
“Tu ci pensi mai al futuro? Dico, il futuro futuro, tipo venti o trent'anni da ora?” io sì, ad esempio ora mi sto immaginando tra vent'anni, a parlare in macchina con te, magari di ritorno da una partita dei Sonics.
“Mmm no, cioè, non dettagliatamente, ma sono curiosa di sapere se sul 2001 aveva ragione Kubrik o se nel 2019 avremo schiavi replicanti androidi come in Blade Runner, quello sì”
“Eheh intendo il tuo futuro, personale, a che punto sarai. Cioè, dove ti vedi, come ti vedi... cose così” le domando ancora e vorrei confessarle che io ogni tanto ci penso al futuro. E lei mi prenderebbe per il culo perché uno che è abituato a vivere l'attimo che pensa al futuro è un controsenso. Ma io farei finta di non averla sentita e le direi che non lo so se ci arriverò, ma ogni tanto mi piace immaginarmi tra venti o trent'anni, magari coi capelli più corti o senza capelli addirittura, a vivere di musica, sposato, con due o tre marmocchi. E allora sì che scapperebbe a gambe levate.
“Beh, no, onestamente non ci penso. Spero giusto di riuscire a laurearmi prima di allora”
“Dai, una maniaca del controllo come te che non pianifica il suo futuro? Mi stupisci”
“Il lontano futuro non si può controllare, così come il passato, l'unica cosa su cui puoi avere il controllo è il presente. O il futuro immediato” fa spallucce mentre il suo sguardo si perde chissà dove attraverso il vetro di fronte a lei.
“Vivi l'attimo anche tu allora? Devo aspettarmi di trovarti a scalare qualche edificio nel tempo libero?”
“Eheh no, ma le mie tempistiche di pianificazione sono piuttosto brevi. Per esempio, per ora arrivano fino a venerdì, come ti stavo dicendo, prima che ci perdessimo via in uno dei nostri discorsi senza senso” adoro i nostri discorsi senza senso.
“Che succede venerdì?”
“Pensavo, che potremmo farlo venerdì”
“Che cosa? Scalare un edificio? Io comincerei con qualcosa di iconico, tipo il cappello e gli stivali giganti di quella stazione di servizio, come si chiama...”
“Pensavo potremmo dirlo venerdì”
“Dire cosa?”
“Di noi... agli altri”
“Ah” non ci posso credere, sto sognando? Sì, dai, la storia dei poliziotti era troppo assurda, ovvio sia tutto un sogno, dovevo arrivarci.
“Visto che per un motivo o per l'altro saranno praticamente tutti lì, secondo me potrebbe essere l'occasione giusta. Così, ecco, lo diciamo solo una volta” continua lei e stranamente non mi sono ancora svegliato.
“Ma sei sicura?”
“Sì”
“Non devi farlo perché te l'hanno detto due sbirri del cazzo”
“Non è per quello”
“Né perché mi sono arrabbiato senza motivo pochi istanti fa”
“Non è neanche per quello”
“E allora per quale motivo?”
“Ahah è dall'inizio che premi per dirlo a tutto il mondo e adesso fai storie?” Angie molla il volante e si gira completamente verso di me.
“Non faccio storie, è che voglio tu sia sicura e mi sembra strano tu ti sia convinta in un paio d'ore”
“Non mi sono convinta adesso, ho sempre pensato che l'avremmo detto prima o poi, ovviamente. Adesso ho capito che il momento è arrivato”
“Sì?”
“Sì”
“Ok”
“Perfetto”
“Lo diciamo venerdì”
“Già”
“E come lo diciamo? Cioè, all'atto pratico, come facciamo? Salgo sul palco, ti indico e dico al microfono Quella laggiu è la mia ragazza?”
“Fai una cosa del genere e non esisterai più neanche per il primo album dei Pearl Jam, altro che il decimo” mi minaccia così bene che mi fa paura sul serio.
“Facciamo fare direttamente dei poster?”
“Non dobbiamo fare niente, dobbiamo solo comportarci normalmente”
“E coi nostri amici come comunichiamo? Con la telepatia?”
“Ci comporteremo normalmente, come facciamo di solito quando siamo da soli e loro non ci sono”
“Calandoci i pantaloni e saltandoci addosso?” lo so, lo so che sono un coglione, lei si sta finalmente aprendo e io sparo cazzate, ma non ci posso fare niente, sono fatto così, specialmente quando sono contento.
“Eddie!”
“Ti sei proprio fissata coi luoghi pubblici eh? Non conoscevo questo tuo... lato esibizionista, ahia!” insisto mentre cerco di schivare le sue sberle.
“Sei proprio scemo!”
“Eheh dai, scherzavo”
“Io faccio un discorso serio e tu scherzi”
“Scherzo perché sono felice per la tua decisione”
“Comunque... intendevo cose normali, camminare mano nella mano, abbracciarsi, baciarsi, senza ostentare la cosa, con discrezione ecco, in modo che tutti capiscano. E verranno a chiederci Dovete dirci qualcosa? oppure Ma state assieme? e a quel punto ci basterà un sì, risposta secca, senza troppe spiegazioni”
“Sei un genio”
“Che ne dici? Può andare?”
“Certo che può andare, mi sembra un'ottima idea”
“Ok, allora è andata”
“E visto che tanto venerdì lo diciamo a tutti, potresti accompagnarmi fino a casa, per favore?”
“Ahahah no”
“E magari salire con me”
“E' già venerdì per caso?”
“Uhm no”
“Allora scordatelo”
“Quanto manca a venerdì?”
“Poco. Buona notte” Angie si avvicina e mi da quello che nelle sue intenzioni doveva essere un bacio veloce, ma io non resisto e la tengo stretta.
“Stai gelando, rimettiti il cappotto” le dico staccandomi a malincuore da quell'abbraccio freddino, ma solo a livello di temperatura.
“E' vero, nella fretta di andarmene, me lo sono scordato” segue il mio consiglio afferrandolo dai sedili di dietro.
“Allora... buona notte” le do un altro bacio, apro la portiera, sospiro e scendo dalla macchina.
“Notte, ti chiamo domani, ok?” le faccio un cenno e sorrido sotto i baffi. Adoro quando mi chiama. Poi d'un tratto, proprio mentre sta per ripartire, mi torna in mente un dettaglio.
“Angie, aspetta!” due colpi alla sua portiera e lei frena di colpo e abbassa il finestrino.
“Che c'è? Hai dimenticato qualcosa?” mi chiede guardandosi attorno nell'abitacolo.
“Per cosa sta la W?”
“Che?”
“Il poliziotto, quando leggeva la tua patente, ha detto Angelina W. Pacifico. Per cosa sta la W?”
“Ah. Quella W” si irrigidisce e il motore si spegne, non credo l'abbia fatto lei volontariamente.
“Sì quella” mi appoggio al tetto della macchina e mi chino verso il finestrino, aspettando la risposta.
“E' un'iniziale”
“Ok, immaginavo. Iniziale di...?”
“Di un nome”
“Già, e qual è questo nome?”
“Il mio secondo nome”
“Che è...?”
“Che è... un nome che inizia per W” mi guarda con aria sofferente e sento che non ha finito di tergiversare.
“Ahahah cos'è, un altro dei tuoi segreti?”
“Esattamente! Buona notte, Eddie” fa per tirare su il finestrino, ma io lo blocco infilandoci la mano. Spero di non rimetterci le dita.
“Ahahah buona notte un cazzo, dimmi come ti chiami”
“Devo proprio?”
“Sei la mia ragazza, devo sapere il tuo nome per intero!”
“Io non lo so mica il tuo nome per intero”
“Sono nato Edward Louis Severson III, per un po' sono stato Edward Jerome Mueller e ora sono Edward Jerome Vedder, perché ho preso il cognome di mia madre”
“Jerome e Louis sono dei bellissimi nomi” commenta lei, concentrandosi sui nomi e ignorando completamente il casino anagrafico della mia identità.
“Scommetto che anche il tuo è bello”
“No, non lo è”
“W come... Wendy?”
“No”
“Wanda?”
“No”
“Wilhelmina? Winifred?”
“No e no”
“Winona”
“Magari. Non è neanche un nome”
“Come non è un nome”
“E' un nome che non è un nome, è... una cosa”
“Una cosa? Aspetta! Genitori hippie, giusto?”
“Ehm... già”
“Willow!”
“No”
“Water?”
“No, buona notte Eddie” rimette in moto e la mia faccia almeno ha il potere di farle tornare il sorriso.
“Col cazzo! Non mi puoi lasciare così”
“Lo sto facendo, notte notte!” Angie prende e parte e mi lascia qui, come un coglione, a scervellarmi sull'ennesimo mistero, sull'ennesima cosa di lei che non so e che non vedo l'ora di conoscere.
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“No no no, Grace, mi dispiace, ma te lo devo dire: hai sbagliato tutto. E questo? Vuoi passare? E passa! Quanto ti ci vuole per sorpassare una Granada diesel?” senza nulla togliere alla macchina del mio caro genitore, non è esattamente il modello più veloce mai prodotto dalla Ford.
“Perché?”
“Se accosto ti basta o devo scendere a darti una spinta? Oh ecco! Bravo! Come perché? Ci vedi della logica?” il deficiente passa e io posso tornare a torturare Grace.
“Beh dai, tralasciando il metronotte che stava per beccarci, è stato carino e mi sembrava ti stessi divertendo”
“Infatti! Il pic nic notturno nella fabbrica abbandonata è stato figo. E anche la fuga dal sorvegliante. Oddio, se vogliamo chiamarla fuga: eri più lenta di una lumaca, se il tizio fosse stato almeno un pelo in forma ci avrebbe acchiappati”
“Avrebbe acchiappato me, visto che tu sei scappato senza aspettarmi” sottolinea imbronciata.
“Ti aspettavo alla macchina”
“Certo”
“Col motore acceso, avevo un piano ben preciso in mente”
“Immagino”
“Comunque l'appuntamento è stato da 8, non parlavo di quello”
“E allora di cosa?”
“Della cassetta. E' tutta sbagliata” non dico che debba essere ai livelli di Angie, che è una sorta di cintura nera nell'arte della cassettina, però neanche fare un pastrocchio del genere. Se l'avessi saputo, non le avrei chiesto di portare qualcosa da sentire in macchina.
“Ahahah sono canzoni che piacciono a me, come fanno a essere sbagliate?”
“Non sono sbagliate le canzoni, ma come le hai messe assieme. Hai infranto ogni regola per la creazione di una compilation” le canzoni prese singolarmente vanno dall'ok al fantastico, qualcuna mi ha anche sorpreso. Non pensavo che Grace potesse conoscere band come i Cock Sparrer o i Japan, che tra loro c'entrano come i cavoli a merenda. E ovviamente sono vicine nel mix di Grace.
“Esistono regole del genere?”
“Certo che sì!”
“Fammi un esempio”
“Beh prima di tutto, non c'è un tema”
“Un tema?”
“Sì, un tema, un filo conduttore, qualcosa che le accomuni”
“Il tema è: Canzoni che mi piacciono”
“Ahahah eh no, non funziona così. Devi raccontare una storia, non buttare lì pezzi a caso. Hai messo canzoni di generi diversi, decadi diverse, mood diverso, perfino lingue diverse!”
“Adoro quella canzone di Ofra Haza!”
“Lente, veloci, poi tutte lente. Nah! E non puoi buttare lì un pezzo lo-fi e poi piazzarci subito dopo una megaproduzione”
“Non sono una musicista, non mi interessano i tecnicismi, io vado a sensazione”
“Quali sensazioni malsane ti portano a piazzare Bootsy Collins dopo i Bauhaus?”
“Creano entrambi... un'atmosfera” Gracie fa spallucce ma io continuo.
“E poi hai messo dei pezzi live... in una compilation... uhm... non si fa”
“Ok, quindi voto alla cassetta?”
“Non classificabile. Ripresentati al prossimo appello”
“E invece, voto ai miei stivali nuovi?” domanda accavallando le gambe per mostrare il suo nuovo acquisto. Come se non l'avessi già notato.
“10. Pete, il tuo ex, ti ha consigliata bene” sono marroni, con le stringhe fittissime e una sorta di ricamo laterale.
“Pete non è il mio ex e lo sai benissimo. E non fare finta di essere geloso perché tanto non ci crede nessuno”
“Non sono geloso, constatavo semplicemente il suo buon gusto estetico” e stanno benissimo con quei pantaloncini di velluto.
“E comunque non li ho comprati lì, li ho trovati in un negozio vintage in centro” un po' mi crogiolo nell'autoconvinzione che li abbia presi apposta per me, perché sa l'effetto che mi fanno.
“Non sono male. Anche se non te li ha venduti Pete” d'altra parte però non vorrei pensasse sono un cazzo di pervertito che non riesce ad avere un'erezione se non vede un paio di stivali. E in generale, non vorrei pensasse sia quel tipo di persona che è necessario stupire ogni volta, con qualcosa di estroso o sopra le righe. Ho avuto questa impressione, ma magari è solo mia. Insomma, la cosa degli appuntamenti è simpatica, ma più che altro perché è una cosa solo nostra, e non semplicemente per l'originalità delle scelte nelle uscite.
“Sei un cretino, Stone, te l'hanno mai detto?”
“Sì, ma detto da te suona meglio” le rispondo con un lesto baciamano e voglio vedere come ribatte a questo colpo da maestro.
“Meglio del mio mix tape?” è brava anche lei, non c'è che dire.
“Decisamente. Non che ci volesse molto...” ma non sa ancora fino a che punto mi piace avere l'ultima parola.
“Già. E anche per capire quanto sei cretino, mi ci è voluto davvero poco” risponde con un occhiolino. L'ultima parola, ma quanto le piace togliermela?
**
“Sicuro di non volere qualcosa?” Grace mi chiede dal bagno, mentre io mi fisso su uno dei due acquari.
“Sicuro, sono pieno” per il pic nic avrà preparato venti panini, più il vino, direi che sono a posto.
“Non hai neanche un mini-posticino nello stomaco per il dolce?”
“Credo di non avere più spazio in nessun organo interno, anche volendo. Forse nelle orecchie, potrei provare ma...”
“Neanche per questo dolce?” Grace esce e la maniera in cui mi si presenta non mi è affatto nuova, ma non per questo meno straordinaria.
“Beh, magari... giusto un assaggio...” credo che i miei organi interni stiano esplodendo nel momento in cui Grace avanza verso di me, completamente nuda e solo con gli stivali addosso.
Istintivamente indietreggio, ma non so perché, deve essere un istinto del cazzo perché non ho assolutamente intenzione di sottrarmi alle sue attenzioni, anzi. Forse sono solo in soggezione di fronte alla sua bellezza. Forse sono solo ancora un po' brillo.
“Perfetto.” Grace mi viene incontro, ma anziché abbracciarmi, mi dribbla e prosegue verso la cucina. La vedo scostare una delle sedie, forse quella nuova, forse no, per poi appoggiare le mani al tavolo e saltarci su “Allora che aspetti? E' pronto in tavola”
“E questa... da che film porno di serie B l'hai presa?”
“Muoviti o mi rivesto”
“Ok”
**
“Che fai stanotte? Rimani a dormire?” sto ancora cercando di capire chi sono e dove mi trovo e quale camion mi ha appena travolto, quando Grace si riaffaccia in cucina in pigiama, con lo spazzolino in bocca, intenta a lavarsi i denti.
“Dipende”
“Dipende da che?”
“Se posso dormire nel tuo letto sì, se no me ne torno a casa mia” non so dove trovo la forza di tirare fuori l'argomento che potrebbe generare una gran discussione. Forse ho raggiunto un equilibrio tale nel nostro rapporto da riuscire a parlare apertamente di tutto. O forse è solo che mi fanno male i reni, le gambe e tutte le ossa e ho sonno, e quindi vorrei dormire sulla superficie più comoda e più vicina possibile.
“Ok, allora ci vediamo domani” Grace punta lo spazzolino verso di me per poi rimetterselo in bocca e tornare in bagno.
“Dai, Ciottolina, perché devi fare sempre così?” mi alzo dal divano tirandomi su boxer e calzoni alla bene e meglio, cercando di non perdere l'equilibrio, prima di andare verso il bagno per parlare faccia a faccia come le persone normali, ma il faccia a faccia diventa letterale quando lei sbuca dalla porta come una furia e quasi ci sbattiamo contro a vicenda.
“Come cavolo mi hai chiamata??” mi chiede trattenendo una risata a stento.
“Hai detto che il tuo cognome significa sasso, no? Non posso chiamarti... She-Stone, mi farebbe senso”
“Stonia?”
“No”
“Stonette?”
“Perché non possiamo dormire assieme?” la riporto al succo della questione, perché conoscendo lei, e me, potremmo andare acosì vanti per ore.
“Te l'ho spiegato perché, è complicato” Grace si allontana da me e si sofferma un attimo di fronte al divano, come se ci si volesse sedere, ma poi ci ripensa e prosegue, sedendosi al tavolo della cucina, sulla sedia accanto alla porta d'ingresso.
“Lo so, ma ora, beh, è passato del tempo. E da qualche parte dovrai pure iniziare per... abituarti di nuovo alla presenza di un'altra persona, no? Andiamo per gradi” recupero la sedia che Grace aveva buttato da parte una mezz'oretta fa e mi ci siedo, risultando così esattamente di fronte a lei.
“Non sono solo io a dovermi abituare, Stone” in questo modo lascia intendere che ci sia dell'altro e io non sono certo stupido, l'ho capito da un pezzo che non è solo una questione di abitudine all'essere single. C'è una cosa che la rende insicura, all'inizio pensavo fosse qualcosa nella sua stanza, tipo le decine di peluches o qualche animale domestico strano di cui non vuole rivelarmi l'esistenza. Ma poi ho capito che è molto più di questo. Ho pensato che potrebbe avere qualche disturbo ossessivo compulsivo che la fa andare in panico nel momento in cui una persona va a turbare il suo equilibrio. Insomma, basta vedere il casino che ha tirato fuori per la sedia. Magari sistema le cose sul comodino secondo un preciso ordine di utilizzo o fa il letto col righello le squadre e l'idea che qualcuno glielo scombini la manda ai matti. Però mi ha risposto picche anche quando l'ho invitata a rimanere a dormire da me. Non è voluta nemmeno entrare nella mia stanza. Probabilmente riesce a dormire solo nel suo letto, vuoto. Poi ho pensato anche che potrebbe avere a che fare col suo passato, con la sua lunga malattia di cui non vuole mai parlare. Magari prende dei medicinali che la scombussolano o semplicemente che non vuole mostrarmi. Sono arrivato anche a pensare che possa prendere qualche droga, ma no, non la mia Gracie. E poi che c'entrerebbe la sua camera?
“Ok, se mi dici a cosa mi devo abituare, magari comincio a portarmi avanti io e poi tu mi vieni dietro, che ne pensi?”
“Fosse facile”
“Lo so che non è facile, altrimenti non avrei aspettato così tanto prima di metterti alle strette”
“Mi stai mettendo alle strette?”
“Sì, o parli o parli”
“Per forza?”
“Non me ne vado di qui finché non mi dici che succede. Davvero”
“Oh.” forse solo ora Grace capisce che faccio sul serio e che non mi farò andare bene le sue risposte evasive anche stavolta “Ok, va bene”
“Non devi avere paura, sono... sono solo io.” allungo le mani sul tavolo per prendere le sue e finalmente alza lo sguardo incrociando il mio “E lo sai quanto sono intelligente, sono in grado di capire qualsiasi cosa, puoi stare tranquilla”
“Eheheh lo so, mi posso fidare”
“Esatto”
“Mi devo fidare, insomma, sapevo che questo momento sarebbe arrivato, prima o poi te lo devo dire, non posso nascondertelo per sempre. Nonostante le tue passioni peculiari”
“Che vuoi dire?”
“Ugh non posso credere che sto per fare il discorso, di nuovo” si nasconde la faccia tra le mani, che poi si passa tra i capelli.
“Di nuovo?”
“Sarà per questo che sono diventata allergica alle relazioni stabili, per evitare di dover rifare lo stesso discorso ogni volta. Ma poi sei arrivato tu e mi hai mandato all'aria tutti i piani” Grace mi prende di nuovo le mani, dà una stretta e mi sorride, prima di lasciarle andare e tornare a esaminare la stampa della tovaglia sul tavolo.
“Che discorso?”
“Non è facile per me essere a mio agio con un uomo... in intimità”
“Davvero? Perché a me e alle mie articolazioni non sembrava affatto” provo a scherzare per allentare la tensione, ma non so se sia il caso, forse è una cazzata, forse devo lasciarla parlare e basta.
“Non parlo solo di quell'intimità, ma in generale”
“Perché sei abituata ai tuoi spazi e-”
“No, non c'entra un cazzo quello. E' una cosa... una cosa fisica, Stone”
“Fisica?”
“Lo so, conoscendomi la prima cosa che viene da pensare è che sia la mia testa ad avere problemi. E non sono qui per negarlo, insomma, che io non sia del tutto registrata è un dato di fatto”
“Beh... l'hai detto tu, eh?” alzo le spalle e rispondo al suo mezzo sorriso con uno pieno.
“Ma il punto della questione è un problema che ha a che fare, ecco, col mio corpo”
“Il tuo corpo non può avere problema alcuno, Ciottolina”
“Perché non l'hai visto tutto, Bam Bam” visto il momento delicato, decido di soprassedere sul nomignolo, che tutto sommato mi sono meritato.
“Come non l'ho visto? Più di così!”
“Diciamo che la tua curiosa fissazione in questo caso ha giocato a mio favore. O sfavore, perché in realtà ha fatto in modo che io potessi rimandare la questione a oltranza fingendo che il problema non esistesse, quindi dipende dai punti di vista”
“La mia curiosa... Gracie, non ci sto capendo niente, puoi essere un po' più chiara?”
“C'è qualcosa che non va nel mio corpo, qualcosa che non hai visto”
“Ha a che fare con la tua malattia passata?”
“Sì”
“Oh Grace, non saranno delle cicatrici a mettermi a disagio! Mi alzo, pronto a prenderla tra le braccia e stritolarla per punizione, ma lei rimane inchiodata al tavolo”
“Eheheh cicatrici... magari fosse quello!”
“Che significa?”
“Il problema non è qualcosa che ho, ma qualcosa che... manca”
“Sarò scemo, ma io non ho notato niente”
“Sai cos'è un osteosarcoma?”
“Dal nome direi una malattia delle ossa” il termine tecnico irrompe in una conversazione che fino ad ora era stata decisamente leggera, dirottandola completamente verso una destinazione più cupa.
“Un tumore, per la precisione”
“E' questo che hai avuto, anni fa?”
“Sì”
“Ok. Ma l'hai sconfitto quello stronzo di tumore, insomma, stai alla grande”
“Ma quello stronzo di tumore il segno l'ha voluto lasciare lo stesso, Stone”
“Grace, seriamente, non c'è nulla che mi possa allontanare da te. Posso sembrare un coglione con la puzza sotto il naso, ma non sono un tipo impressionabile” in questo momento meglio tralasciare il fatto che non amo particolarmente gli aghi.
“Sai come si cura l'osteosarcoma?”
“Chemio?”
“Chemioterapia e chirurgia”
“Ok”
“E' partito dall'alluce, una cosa rarissima a detta dei medici”
“Devi sempre essere originale tu, eh?” Grace da corda al mio sdrammatizzare con i suoi sorrisi, ma io non sono più tanto sicuro se sia l'atteggiamento giusto da tenere e la mia uscita mi sembra meno intelligente di quanto non dia a vedere.
“Poi si è esteso via via a tutte dita, poi il resto. E' stato tutto così veloce, una settimana prima mi sentivo bene, vivevo la mia vita tranquillamente, poi un dolore mentre facevo jogging e una settimana dopo rischiavo di perdere la gamba o, peggio, di morire in caso avesse raggiunto organi vitali”
“Ma i super chirurghi hanno fatto il loro dovere e ti hanno rimessa in sesto” sembro il bambino che non vuole sentire le parti drammatiche della storia della buona notte e vuole arrivare subito al lieto fine, per addormentarsi sereno.
“Sì. Mi hanno salvata. A un piccolo prezzo”
“Grace, chi se ne frega se il tuo piede non è bello da vedere, l'importante è che sei qui, adesso, con me, a poter parlare di questo”
“Non è bello da vedere perché non lo puoi vedere, Stone, non hai ancora capito? Non c'è, non ce l'ho, me l'hanno dovuto amputare” sento le parole uscire dalla bocca di Grace, ma suonano vuote di significato. Sento il bisogno di sedermi e di dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma mentre riesco a fare la prima cosa, il mio secondo intento mi risulta stranamente impossibile. Forse per la prima volta nella mia vita non so cosa dire. O meglio, ho talmente tante cose che vorrei dire che mi girano in testa e mi sembrano tutte stupide, superficiali, stonate, del tutto inutili.
“Stone?”
E non so neanche come muovermi. Cosa faccio? Se mi allontano sembrerò distaccato, se mi avvicino penserà che sto ostentando una serenità che non posso realisticamente avere, stessa cosa se le guardo i piedi, ma se evito del tutto di guardarli si convincerà di avermi spaventato.
“Stone di' qualcosa. O se non vuoi dire niente, almeno chiudi la bocca, ce l'hai spalancata da un quarto d'ora” Grace si allunga verso di me sul tavolo e mi chiude la mandibola con una lieve pressione della mano. La sua mano così delicata, dolce, gentile, come lei. Non posso credere le sia successa una cosa del genere, proprio a Grace. Ok, nessuno si merita un dolore di questo tipo e il mondo è pieno di orrori, ma posso essere libero di indignarmi per un'ingiustizia di questa portata?
“E' il destro o il sinistro?” finalmente parlo. E ovviamente dico una boiata.
“Che differenza fa?” Grace mi guarda giustamente come si guarda un coglione.
“Così, per sapere”
“Destro”
“E hai una protesi?”
“Ovviamente sì, se no secondo te come farei a stare in piedi?”
“Ma non si nota, cioè, quando cammini, cammini normalmente. Sei solo un po'-”
“Lenta, come una lumaca” completa la mia frase ed è come quando nei film gialli viene dato l'indizio definitivo e una lampadina si accende nel cervello dell'investigatore, che comincia a ripercorrere a ritroso tutti i momenti chiave dell'indagine. Nel mio caso specifico, tutte le volte in cui ho preso Grace per il culo per la sua lentezza.
“Dio, sono uno stronzo” e d'improvviso, la realizzazione.
“Sì, ma stronzo o no, questo non lo potevi sapere”
“Ma mi sento una merda ugualmente”
“Ti passerà. Ok, allora, adesso che vuoi fare?”
“Che voglio fare?”
“Generalmente, secondo la mia esperienza, gli uomini a questo punto si dividono in due categorie, vorrei sapere a quale delle due appartieni”
“Dipende dalle categorie” rispondo, sempre più scomodo su questa sedia. Forse è perché è quella nuova. Sì, sarà per questo. Grace ha ragione, ha sempre avuto ragione, una sedia non vale l'altra.
“Quelli che non vogliono vedere e quelli che vogliono guardare”
“Oh”
“E, all'interno delle suddette categorie, troviamo due ulteriori sottogruppi: quelli che non vogliono vedere, ma mi chiedono di mostrarglielo per dimostrare che non gli fa né caldo né freddo, e quelli che invece sono curiosi di vedere, ma dicono di no per non sembrare morbosi”
“Io, beh, mi sa che io appartengo a una nuova categoria”
“E cioè?”
“Quelli che non sanno cosa fare”
“Eheh beh, di certo una categoria più onesta” Grace si alza e io la copio istantaneamente.
“L'hai detto a qualcun altro? Della nostra compagnia, intendo”
“No”
“Perché non me l'hai detto prima?”
“Ti sembra una cosa facile da dire? Ciao, mi chiamo Grace, sono dell'acquario e il mio colore preferito è il rosso. Ah, e ho un piede solo”
“Ho... ho bisogno... sì, insomma devo uscire” come faccio a dirle che devo andarmene senza sembrare una merda? Non ne ho idea e infatti mi esce malissimo.
“Te ne vai?” mi chiede mentre prendo la mia giacca e faccio per mettermela.
“Mi serve una boccata d'aria”
“Oh, ok”
“E devo schiarirmi le idee.” al terzo tentativo di inserimento della seconda manica della giacca andato a vuoto, Grace ha pietà di me e mi dà una mano “Grazie”
“Va tutto bene, Stone?” mi fa una domanda a cui, onestamente, non so rispondere e non so neanch'io il perché.
“Certo, è tutto ok.” le prendo il viso tra le mani e la bacio “E' solo... non me lo aspettavo, devo metabolizzare la notizia, tutto qui” dico a lei e a me stesso.
“In tutti questi anni, non ho ancora trovato un modo migliore per dirlo”
“Beh, tanto adesso non ti servirà più cercare un altro modo”
“Ah no?”
“Eh no, ora stai con me, non dovrai più dirlo a nessun altro ragazzo” offro a Grace un sorriso più convinto, anche perché lei non si merita nulla di meno, e la bacio ancora.
“Meno male, allora vedi che servi a qualcosa anche tu?”
“Buona notte, Ciottolina”
“Notte Stone” esco dall'appartamento di Grace, poi dal suo palazzo, poi mi infilo in macchina ed è lì che mi accorgo di aver praticamente trattenuto il fiato, per tutto il tempo.
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Roberta Morise la conduttrice che ha conquistato Eros Ramazzotti
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Roberta Morise la conduttrice che ha conquistato Eros Ramazzotti
Roberta Morise è una nota showgirl e presentatrice italiana.
Bella, simpatica e spigliata, la Morise è super apprezzata dal pubblico televisivo. La sua carriera, è ricca di esperienze lavorative che hanno origine da più di 15 anni fa.
Scopriamo insieme qualcosa in più della sua vita lavorativa e privata!
Biografia
Infatti, molti di voi se la ricordano sin dagli esordi, nel 2004, quando partecipò al concorso di bellezza Miss Italia, arrivando in finale e piazzandosi al quinto posto.
Nonostante non sia riuscita ad ottenere la fascia, Roberta è stata subito ingaggiata da Carlo Conti per condurre il programma su Rai 1 “I raccomandati” e successivamente “L’anno che verrà”.
Le sue esperienze lavorative presso questo emittente sono numerose.
Basti pensare a Starflash e Assolutamente. Tuttavia, l’apice del successo lo raggiunse quando partecipò al quiz televisivo “L’Eredità” per ben 3 anni consecutivi, nelle vesti di professoressa.
Successivamente all’Eredità, Roberta Morise è stata valletta per il programma “I migliori anni”, sempre su Rai 1.
Ma non è tutto. La showgirl ha pubblicato un album discografico, è stata co-conduttrice di Easy-Driver, presentatrice de “L’Italia in vetrina – Viva Sanremo” e “Sei in un Paese meraviglioso” (su Sky Arte HD).
Attualmente, è una delle presenze fisse del programma storico “I fatti vostri” a fianco di Giancarlo Magalli.
Roberta Morise età e altezza
La showgirl ha 34 anni ed è nata il 13 marzo del 1986 a Cariati, un comune italiano situato in provincia di Cosenza.
E’ alta 1,75 cm e pesa 55 kg.
Roberta Morise e Carlo Conti
Come molti di voi sanno, Roberta Morise ha avuto una relazione molto importante con Carlo Conti.
Dopo diversi anni insieme, il loro amore giunse al capolinea. Ma quale fu il motivo della rottura?
Non si è saputo molto in merito.
Tuttavia, la conduttrice ha voluto dire la sua in alcune interviste, parlando più che altro del fatto che la loro storia fosse autentica e che non ha mai pensato di approfittare di Conti per raggiungere una certa notorietà nel mondo del lavoro.
Ecco alcune sue dichiarazioni:
Tra noi si era creato un rapporto così intenso, quasi da padre e figlia, che la passione pian piano purtroppo è sfumata.
Quell’amore è finito anche perché i giornali mi dipingevano come ‘la bimba che voleva sposare Conti e approfittare del suo status’. Io ero una ragazza di 25 anni che viveva una storia normalissima che sembrava strana solo a chi sbirciava da fuori.
Tra l’altro, lavoravo con Carlo da cinque anni prima che ci innamorassimo. Tutti quei commenti, quelle maldicenze, mi hanno segnato e hanno segnato il rapporto: mi ero accorta che se ci fossi rimasta dentro avrei smesso di crescere come donna.
Infine, riguardo il matrimonio di Conti, ha affermato:
“Ho saputo delle nozze da un’amica comune che ha ricevuto l’invito e ovviamente non potevo certo rimanere indifferente”.
Roberta Morise e Luca Tognola
A far breccia nel cuore di Roberta Morise non c’è stato soltanto il simpaticissimo Carlo Conti.
Infatti, lei è stata legata sentimentalmente per ben 3 anni con l’imprenditore Luca Tognola. Tra i due però, la storia non ha funzionato ed è stata lei stessa a lasciarlo, per una serie di problemi, legati principalmente alla distanza e alla gelosia.
In un’intervista a Gente, Fanpage e ad altri settimanali di gossip, ha fornito ulteriori dettagli in merito alla rottura:
“Sulle prime poteva essere anche intrigante vedersi solo nel fine settimana, come due fidanzatini. Ma poi la situazione è cambiata, non ha funzionato più.
Tuttavia, il problema a volta è aspettarsi cose che poi non arrivano. Pur essendo una donna molto paziente, dopo un po’ che attendo di vedere, di sperare nei cambiamenti, c’è il rischio che io scappi.
Insomma, se scelgo di stare con una persona è per stare meglio, non per avere incomprensioni e dissapori. Passione, leggerezza, rispetto sono gli ingredienti di una relazione che guarda avanti e progetta grandi cose”.
Ed ha aggiunto:
“Così, mi sono ritagliata un po’ di tempo per me, per capire, per rilassarmi. È una fase delicata, di cambiamenti: dopo tre anni è finita una storia importante. Sono stata molto innamorata di Luca, ci siamo allontanati da qualche mese. Onestamente, mi mancava un pochino d’aria.
Questo perché era diventato geloso, a tratti anche possessivo, atteggiamenti che si sono acuiti da quando mi sono trasferita per lavoro da Lugano, dove vivevamo, a Roma, seppur io non facessi nulla di particolare”.
Roberta Morise dramma
Lo scorso anno, Roberta Morise è apparsa su diversi giornali di gossip non per questioni d’amore ma per un vero e proprio dramma di salute.
Infatti, la bella presentatrice ha rischiato di perdere la vista. Ecco cosa ha detto in merito:
Già una volta ho rischiato di perdere la funzionalità dell’occhio destro. Non che il sinistro sia perfetto, però l’altro è particolarmente inguaiato. Un paio di anni fa un orzaiolo mi afflisse per tre mesi di fila.
Così, andai da un oculista e rimasi completamente scioccata.
Le conseguenze possono essere gravissime, dalla formazione di veri e propri fori, pericolosissimi per i cristallini, all’emergere del glaucoma, che induce alla cecità.
Io ero già in uno stato avanzato di pericolo, per questo l’orzaiolo è diventato un calazio, una cisti sull’occhio dolorosissima.
Alla fine mi sono operata sottoponendomi ad un intervento chirurgico con il laser, ma le cose non si sono risolte.
Tuttavia, il laser non ha completato il giro, ha lasciato la cicatrice aperta. Perciò si è ripresentata l’infezione. Per salvare l’occhio destro le sto provando tutte.
Per fortuna, adesso la Morise sta molto meglio ma certamente ha passato un periodo difficile che l’ha cambiata in maniera profonda.
Roberta Morise e Eros Ramazzotti
In questi giorni, i giornali di gossip stanno parlando moltissimo di Roberta Morise.
Sembrerebbe proprio che la bella conduttrice italiana abbia intrapreso una relazione con Eros Ramazzotti. A detta di alcuni giornali, tra i due sarebbe scoppiata una vera e propria passione e che il cantante risulta essere innamorato più che mai.
Tuttavia, entrambi non si sono ancora espressi in merito e non ci sono scatti che testimoniano il flirt più discusso del periodo.
Ma molto probabilmente, a breve ne sapremo di più…
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A tutte coloro che sostengono che Ermal e Fabrizio siano fidanzati con altre fanciulle voglio dire una cosa: i due sono stati palesissimi ultimamente (io sono rimasta scioccata dal concerto di Fab... specie mentre cantava certe canzoni) e fatalità entrambe sono ricomparse vicine a loro in questa ultima settimana. Io questo lo chiamo sviare sull’argomento... e ribadisco: Ermal e Fab si stanno nascondendo a vicenda... possono dire tutto quello che vogliono e negare... ma la realtà è questa!
Raga, ve lo dico col cuore: anche basta con sta storia. Da entrambe le parti!
Ormai sanno anche i muri cosa penso, mi sembra davvero assurdo stare ancora qua a parlarne.
Ci sono persone che sono convinte che Ermal e Fabrizio abbiano relazioni con altre persone, chi è convinto che abbiano una relazione tra loro... Onestamente sticazzi.
Perdonate la volgarità, ma davvero io inizio a essere piena di questa storia.
Abbiamo mai visto Ermal e Fabrizio limonare con le ragazze di cui si parla da mesi? No.
Abbiamo mai visto Ermal e Fabrizio limonare tra loro? No, purtroppo.
Ergo: non ci sono prove a sostegno di nessuna delle due teorie.
Sono mesi che ripeto questa cosa e, giusto per specificare, nonostante tutto sapete che io propendo più verso un'idea piuttosto che l'altra (nonostante l'assenza di prove certe).
Però davvero basta.
Perché se continuiamo così, con quelle che dicono "stanno con due ragazze" e noi che rispondiamo "no, non è vero", questa storia durerà all'infinito. E non ha senso.
Per quanto mi riguarda è durata anche troppo.
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Allora mal capitati benvenuti al the delle cinque ( non sono esattamente le cinque)
Ho iniziato da poco la terza serie di OUAT, quindi faremo il commentary della seconda
Anche qui ci sono spoiler
Iniziamo con il mio preferito, Jefferson, si allea con Tremotino e il dottor Frankenstein per vendicarsi di Regina e spezzarle il cuore definitivamente. E ci credo che Jefferson vuole vendicarsi dopo essere stato ingannato e costretto a rimanere nel Paese delle Meraviglie (che lui odia) per colpa di Regina.
La gang non si infama
(Fanart presa da Pinterest quindi se il creatore della fan art volesse essere taggato per favore commenti)
E vorrei anche sapere la ricetta del the che fa Jefferson. LA VOGLIO. La userei per i miei scopi malvagi (tipo rapire Jefferson)
Passiamo al Dottor Frankenstein visto come un mostro da suo padre perché ha cercato di riportare in vita suo fratello, ci è anche riuscito, e sì vorrei sapere di più su di lui
Emma aiuta Regina a liberarsi da una specie di dissennatore, creando un portale e facendolo cadere lì dentro. Sfortunatamente Emma e Biancaneve cadono nel portale, vengono trovate da Mulan e Aurora che inizialmente le imprigionano insieme a Cora, perché Mulan è convinta che siano state loro a portare quella specie di dissennatore che ha marchiato Filippo (probabilmente Mulan possiede delle capacità divinatorie di cui non siamo al corrente). Dopo essere uscite di prigione cercano un modo per ritornare a Storybrooke, quindi si dirigono verso il Castello di Biancaneve accompagnati da Lancillotto. In realtà Lancillotto si rivela Cora che li ostacola nell'arrivare alla teca, che viene bruciata da Emma per evitare che venga utilizzata da Cora. Trovano un'altro modo per tornare a Storybrooke, trovare una bussola che si trova sopra la pianta di fagioli. Emma viene aiutata da Uncino a scalarla, ma viene brutalmente incatenato nella stanza dei tesori del gigante (ma come si fa ad abbandonare Uncino?)
Quando stanno per andarsene arriva Cora che vuole rubargli la possibilità di ritornare a Storybrooke. Dopo una lunga lotta con Cora strappa cuori e Uncino riescono ad entrare nel portale per prime aiutate dalla Magia (questa è la prova che il tedesco fa male) da Tremotino e Regina
Praticamente potrei riassumere le prime due serie in una frase "io lo faccio per Henry"
Aurora in questa serie serve soltanto a mettere in contatto Emma con Henry, perché chi è stato colpito dal sortilegio del sonno è imprigionato in una stanza rossa ricoperta di fiamme.
E anche in questa serie abbiamo modo di shippare Biancaneve e il Principe azzurro. Soprattutto nelle scene in cui il Principe azzurro viene colpito dal sortilegio del sonno, solo per mettersi in contatto con Biancaneve
Regina inizia a starmi più simpatica di Emma perché alla fine effettivamente cambia per Henry. Ma prima arriva sua madre, Cora, (anche lei vista recentemente a scuola, come supplente) che le fa cambiare completamente idea portandola verso la cattiva strada. Anche se ce l'ha con Tremotino,quindi quando Belle perde la memoria Regina le fa riacquistare i ricordi,ma non i suoi, e fa diventare Belle una bad girl
Tremotino cerca in tutti i modi di riconquistare Belle facendo il gentile fallendo miseramente, quando gli è bastato pestare uno davanti agli occhi di Belle per riconquistarla. Tremotino in questa stagione ha una missione quella di ritrovare suo figlio Bellfire e ostacolato in tutti i modi da Uncino, tanto da trafiggerlo con il suo uncino intinto nel veleno fatto da sé. Quindi è costretto a tornare a Storybrooke il più velocemente possibile, al di sopra della Jolly Roger. Per curarsi non usa la sua magia ma convince Biancaneve a fare una brutta cosa
Bellefire è il figlio di Tremotino, e si scopre anche essere il padre di Henry (ed io sono ancora profondamente scioccata). Cerca in tutti i modi di evitare il padre, dopo che l'ha abbandonato preferendo la magia a lui. Dopo essere caduto in un portale si trova a Londra con Wendy, e si sacrifica al posto di uno dei suoi fratelli per farsi portare all'Isola che non c'è (che è molto diversa da quello che raccontano). Lì incontra Uncino che gli insegna a navigare. Ora Bellefire ha una ragazza che finge di non credere alla magia delle fiabe e in realtà si scoprirà che lavora per Peter Pan insieme ad Owen (Mannaggia a questa tipa che non ho nemmeno voglia di cercare il suo nome, perché ha fatto altri danni)
La ragazza di Bellefire e Owen addirittura torturano Regina perché il loro obiettivo e distruggere la magia. E sempre per colpa della Ragazza di Bellefire Storybrooke sta per essere distrutta, uccide Pinocchio e spara a Bellfire facendolo cadere in un portale.
Tutti credono che Bellefire sia morto, ma io mi chiedo perché crederlo quando Emma e Biancaneve sono finite nella Foresta Incantata? Anche lui può essere finito lì (infatti è lì) e quindi trovato da qualcuno e curato
Pinocchio è diventato completamente di legno e vorrebbe ritornare come prima, ma ha quasi perso le speranze. Quando incontra la ragazza di Bellefire lei le racconta i suoi piani malvagi e le propone un affare. Lei le darà una pozione per ritornare umano (che si trova a New York)e lui non dovrà dire niente di quello che sta facendo. Ovviamente Pinocchio non fa una sola cosa di quello che gli viene detto dalla ragazza di Bellefire e cerca in tutti i modi di contattare Emma, ma muore prima. Arriva la fata turchina che lo trasforma di nuovo in un bambino e dimentica tutto quello che è successo prima, come se avesse ricominciato da capo (PERCHÉ?! Io rivoglio indietro August da grande)
Uncino è un doppiogiochista ma alla fine si rivela bravo e simpatico e non puoi fare a meno di shipparlo con Emma già dalla 2/3 stagione (altro che Swanfire). Uncino ha un motivo per voler uccidere Tremotino. La moglie di Tremotino di sua volontà era andata da Uncino, perché era curiosa di scoprire nuovi posti. I due si sono innamorati tenendolo nascosto a Tremotino. Quando Tremotino l'ha scoperto era già il Signore Oscuro, e si arrabbiò molto, tanto che per far capire ad Uncino come si sentiva, non solo gli taglia la mano, ma strappò il cuore alla sua ex-moglie uccidendola.
Biancaneve si fa convincere da Tremotino ad usare la candela magica per riportarlo in vita. La stessa che non aveva usato per sua madre (è davvero triste la morte di sua madre, praticamente è come se ti strappassero il cuore, guardando quell'episodio mi sono sentita vuota)
La magia di questa candela consiste nel sacrificare una vita al posto di un'altra. In questo caso Biancaneve maledice il cuore di Cora e convince Regina a metterglielo di nuovo nel suo corpo. Dopo questo evento il cuore di Biancaneve comincia ad annerirsi.
Cora sarà anche cattiva ma alla sua morte ti dispiace per Regina, perché ci rimane malissimo
Detto questo possiamo parlare di Cora.
Cora è la figlia del mugnaio. Un giorno visto che suo padre è uno svogliato va lei stessa a consegnare la farina. Una nobile (Eva la mamma di Biancaneve) la fa inciampare e tutta la farina cade per terra e visto che ha rovinato le sue scarpette per quel giorno non le daranno nemmeno la paga, costringendola ad inchinarsi. Riesce ad infiltrarsi ad un ballo in maschera a corte, ma viene subito scoperta dal re. Lei per non essere uccisa trova una scusa "so fare diventare la paglia in oro". Così la notte stessa fa un patto con Tremotino che le insegna a trasformare la paglia in oro. Sposa il principe e dalla loro unione nasce Regina.
Io Cora non potrò mai perdonarla per un motivo. Quando Biancaneve e il principe azzurro devono trovare per primi il pugnale di Tremotino Cora e Regina arrivano nello stesso momento. Cora minaccia Biancaneve che se non le cede il pugnale lei ucciderà una sua amica (che era una serva del castello a cui era molto legata). Anche se le cede il pugnale Cora scaraventa fuori dalla finestra l'amica di Biancaneve...
Poi voglio capire come ha fatto la mamma di Biancaneve a cambiare da così a così. Prima si credeva superiore a tutti, tanto da chiamare Cora "plebea", quando è un po' più grande con Biancaneve è la persona più buona sulla faccia della terra. Ed è la stessa cosa per Biancaneve perché anche lei quando era una bambina aveva lo stesso comportamento della madre
Partiamo di Emma che si lamenta dell'ottimismo dei suoi genitori, perché secondo lei è eccessivo e in teoria dovrebbe essere una cosa buona essere ottimisti
Poi non ha neanche perdonato i suoi genitori per averla abbandonata (anche se su questo potrebbe avere ragione) ma come fai a non perdonarli quando sono così carini insieme, e Biancaneve ti segue a ruota nel portale, che ti potrebbe portare in qualsiasi posto, perché non vuole lasciarti di nuovo da sola?
E adesso
Un minuto di silenzio per i miei personaggi preferiti che non spunteranno mai più nella serie
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🌈 Cosplaygirl 🌈 commento ✨
🌈 Cosplaygirl 🌈
✨ by Valentino Notari ✨
ISBN: 9788804729785
Il mio commento su questo libro non può essere scisso dalla storia che mi ha portato a trovarlo:
Non sapevo niente di Cosplay Girl finché non sono andata ad assistere ad un incontro con Licia Troisi al Falcomics di Falconara Marittima lo scorso 14 maggio. Insieme a Licia sul palco intervistato con lei c’era anche Valentino l’autore di questo libro vestito da uno dei personaggi dell’ultimo libro di Licia. Sono rimasta intimidita da questo cosplayer che avevo intravisto nei post di Licia, di cui in effetti non sapevo niente ma che mi ha affascinato per come era nella parte del personaggio. Già il semplice fatto che fosse dalla parte per così dire di Licia me lo ha reso subito simpatico anche se inizialmente mi sono vergognata di avvicinarmi. Poi ho scoperto durante il firma copie di Licia che anche lui aveva scritto un libro e così d’impulso senza pensarci due volte ho comprato il libro di Licia e il suo. Dopo aver scoperto che Valentino avrebbe avuto il suo firma copie il giorno seguente ho deciso di andare a chiedere la firma anche a lui. Dopo aver superato tutte le mie barriere di timidezza (che sono molteplici) mi sono avvicinata e proprio come avevo fatto per Licia gli ho chiesto prima un selfie e poi una firma e anche lui è stato gentilissimo e disponibile. Tra l’altro ero scioccata anche dal suo secondo cosplay ovvero Light Yagami di Death Note (il mio manga anime preferito). È stato dunque per me un doppio onore fare una foto (anche) con Light.
Per quanto riguarda il libro in sé sono rimasta piacevolmente sorpresa della storia semplice ma credibile e sincera. Una delle cose che cerco sempre nei libri sono i sentimenti sia dei personaggi ma anche dello scrittore perché se si scrive con il cuore si sente durante la lettura. Tra queste pagine ho potuto percepire anche la necessità di scrivere, non solo per farci conoscere il mondo dei cosplay ma anche per enfatizzare il fatto che non sempre le cose sono semplici per tutti e basta una minima differenza nel comportamento una piccola deviazione dalla normalità perché qualcuno venga messo al bando.
Le protagoniste sono vive e la loro storia è credibile e non c’era bisogno che nei ringraziamenti Valentino dicesse di essersi ispirato a qualcosa che ha vissuto veramente perché si sente, la veridicità di quello che propone è lampante.
Non ho mai approfondito il cosplay nel dettaglio ma sapevo che esisteva anche prima che cominciasse a diffondersi in Italia per via di alcuni contatti americani su Flickr che avevo in tempi in cui Instagram ancora non esisteva. Non mi sono mai messa in gioco come cosplayer (sempre a causa di quelle barriere di timidezza) ma ammetto che invidio in senso buono la comunità di cui Valentino e le sue Alice e Fede fanno parte, una comunità in cui c’è amicizia ma anche una sorta di gara amichevole, una competizione all’insegna del fair play (sempre se non ci si mettono di mezzo i bulli). Non penso di averne il coraggio però non è detto, una volta completato il libro mi sono subito chiesta di chi mi sarebbe piaciuto fare il cosplay (molto probabilmente di L)…
Ho adorato dispersi tra le vicende i riferimenti a ciò che anima il mondo dei cosplay ovvero i personaggi dei cartoni come Pokémon e Sailor Moon, dei videogiochi come Overwatch, dei film come il Signori degli Anelli, Avengers, Sucker Punch… I normali vengono definiti normies, una specie di babbani, quelli che non fanno cosplay, ma non c’è bisogno di vestirsi dai personaggi che amiamo per scioccare i normies, vi assicuro che basta anche solo dire che sei appassionato di queste cose e ti guarderanno male! Malissimo!
Concludo dicendo che mi sono affezionata a questo libro che rileggerò al più presto non solo perché parla di che cosa significa essere bullizzati odiati presi in giro trattati come spazzatura da chi ti sta intorno ma anche per come l’ho trovato. Un libro a cui tengo perché rappresenta uno spiraglio di luce e creatività che è stata questa fiera in cui l’ho scoperto, sono stati tre giorni solari, era la prima volta che uscivo dopo lungo periodo di Hikikomori.
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Forse era meglio non toccare questo argomento...troppo tardi
Nonostante non sia stata una giornata per niente bella, ho deciso che, questa sera, non mi lamenterò e non starò a sbrodolarmi su questioni che coinvolgono tutti, creando fraintendimenti ed equivoci che fanno salire soltanto l’ansia. Equivocare, è fin troppo facile. Ne ho avuto abbastanza di crogiolamenti malinconici e collassi neuronali, per oggi. A furia di pensare e pensare, mi si è fuso il cervello. C’è proprio una nuvoletta di fumo che sta sopra la mia testa. Delle volte, è meglio non pensare. Non pensare per non sentire. Non sentire per non provare qualcosa, qualsiasi cosa essa sia, non provare per non pensare e...entrare così in un girone infernale che mai s’arresta. Un po’ come la tormenta che avvolge Paolo e Francesca. “Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse” , il V canto di Dante è quello che mi piace di più, non che ne abbia letti molti ma pensando a quelli che ho studiato a scuola...è senz'altro tra i preferiti. E’ in un certo qual senso romantico. Seppur la storia finisca male. Un po’ come Romeo e Giulietta: una storia d’amore fin che si vuole ma dura qualche giorno e nel frattempo muoiono diverse persone. Romantica sì, ma fino ad un certo punto. Credo che mi piaccia l’atto del corteggiare. Che fine ha fatto il corteggiamento? Esiste ancora o è un qualcosa che appartiene al passato? Che non va più di moda? Qualcosa che è necessario fare soltanto per avere un qualcosa in cambio? Che qualcuno m’illumini, per favore, perché veramente non lo so. Che fine ha fatto il portare un fiore alla propria amata/o? Non dico di andare dal fiorista, basta anche una margherita raccolta dal giardino, è il gesto che conta. Perché sono i gesti che contano, mica tanto le parole. Che fine hanno fatto le canzoni dedicate come John Cusack? L’aprire lo sportello dell’auto come Kevin Bacon in Footloose? Invitare a ballare come Patrick Swayze? Okay, magari sto esagerando e sì, lo ammetto, magari, ho una piccolissima ossessione per i film anni ‘80-’90-’00....ma detto sinceramente, io vorrei un Mark Darcy che esce sotto la neve per andare a comprare un nuovo diario per Bridget perché la sua vita sta per cambiare, con lui. Per quanto sia leggero quel film, lo adoro. In fondo, sono sicura che ci sono persone che fanno ancora tutto questo, sebbene io abbia assistito a scene che mi hanno sempre più convinta che il corteggiamento non esista più. Il che, a tutto dire, è una cosa abbastanza triste. Più passa il tempo, più assisto a messe in scena che, davvero, non credevo che potessero accadere. Sento cose che non vorrei sentire. Dei metodi di approccio che mi lasciano perplessa, una tra le tante, fare foto ad una sconosciuta in treno per poi mostrargliele e instaurare un dialogo. Ero presente a quella scena. Ero davvero scioccata. Però dopo mi sono divertita parecchio a sentire tutte le balle che il tipo si stava inventando e soprattutto sono morta dal ridere nel vedere le reazioni di lei e soprattutto sentire le rispostacce, degne di premio. Davvero. Sì può dire quello che era chiamato “corteggiamento”, ora si possa definire “provarci”? O c’è qualche differenza? A parer mio, la seconda. E’ una linea sottile ma le due cose sono separate ma è meglio se mi fermo qui. Su questo argomento si apre un mondo: metodi di approccio che lasciano a desiderare (come già visto), comportamenti dubbi ed equivoci (si ritorna agli equivoci, è talmente facile), dichiarazioni se da farsi...eh, la lista è ampia. Fin troppo.
Questo post stona completamente con il mio stato d’animo.
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Il sesso che uccide. Versione integrale con pura farina di segale.
"Sofia sei una deficiente." Potreste dirmelo ogni tanto? Ma proprio guardarmi negli occhi e seriamente dirmi quanto sono stupida. Mi servirebbe ogni tanto. Magari se qualcuno ogni tanto me lo dicesse userei di più il cervello. Magari. E invece no, sono stupida in culo. Perché io dico tutto così come mi viene in testa. Ma io sono scema che ci posso fare? Allora, vi dó un po' di contesto.
Pomeriggio e serata a casa mia con Luca, i miei vanno a un concerto per le 18 e sono fuori casa. AMBO. Mio fratello esce a cena alle 19 è fuori dai coglioni. TOMBOLA.
Prepariamo la cena insieme, stile quel film di cui ora non mi viene in mente il titolo (Ghost), dove lui dietro, lei davanti, modellano il vaso di argilla. Dopo cena lavo i piatti, mentre lui balla e canta e ridiamo con le canzoni dell'estate a palla nelle orecchie. Andiamo a guidare un po' (sto per dare la patente e visto che lui ce l'ha già mi aiuta).
"Hai un orario di ritorno?" "No" "Allora saliamo un po' in camera?" "Certo" *faccia pervertita*. Del sesso, ma proprio del buon sesso. Madonna. Comunque sorvoliamo. Proprio appena finito l'orgasmo, faccio per rialzarmi e suona il mio cellulare, chiamata in arrivo. Con tutta la calma del mondo mi avvicino alla scrivania. Sarà mia mamma che dice che il concerto è finito e stanno tornando, tanto abbiamo ancora un'ora. Invece no. È Lia, la mamma di Luca. "Pronto?" "Sofia? Luca è già partito? Non mi risponde ai messaggi" Guardo lui coricato nel letto, nudo che ride e fa no con la testa. Io in quel momento non so proprio cosa mi sia passato per l'anticamera del cervello e che rispondo? "No, si sta rivestendo."
MA CHE PORCO CAZZO MI È PASSATO PER LA TESTA, AH?! MH?! ME LO SPIEGHI? MA SONO SCEMA? SOFIA? CI SEI? C'È NESSUNO IN QUELLA TESTA VUOTA? Poi ovviamente lui mi guarda con faccia scioccata e io quasi urlando e soffocando le parole in gola "RIVESTENDO NEL SENSO CHE STA METTENDO LE SCARPE PER USCIRE E PARTIRE IN MACCHINA..." silenzio di là dalla cornetta. Sono morta dentro e ora che faccio? "Va bene." sento la voce di Lia, non sembra confusa, per niente. Ha capito benissimo. "Digli che lo aspetto a casa tra 20 minuti." Mette giù.
Io e Luca ci guardiamo. Panico. Siamo schizzati via a vestirci, mentre lui mi ripeteva. "La prossima volta descrivigli anche il buon sesso che abbiamo fatto."
Mi sto scavando la fossa da sola. Domani festeggiate il mio funerale.
R. I. P. Soph
Uccisa dalla suocera per aver scopato (e averci goduto anche tanto) con il figlio prediletto.
31.05.2001 to 11.08.2019
Mi serve un giudizio esterno. PLEASE.
Con affetto, dalla tomba
Soph:)
Ig: @sofy_touch_the_dark
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