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"IL CERVELLO AUTISTICO, pensare oltre lo spettro" di Temple Grandin [recensione libro]
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Un Antropologo su Marte: Un’Analisi dell’Autismo e di Altre Condizioni Neurologiche

Uno dei saggi più significativi del libro è proprio “An Anthropologist on Mars”, che narra l’incontro di Sacks con Temple Grandin, una donna autistica che ha raggiunto il successo come progettista di strutture per l’allevamento del bestiame e come professoressa alla Colorado State University. Il titolo di questo saggio deriva da un’espressione usata dalla stessa Grandin per descrivere la sua esperienza nelle interazioni sociali, sottolineando la sua percezione del mondo come se fosse un’osservatrice esterna in un ambiente alieno. Grandin è una delle figure più conosciute nell’ambito dell’autismo e ha dimostrato come sia possibile trasformare le difficoltà in risorse.
Nel libro, l’autismo viene trattato anche attraverso la storia di Stephen Wiltshire, un giovane savant con un’abilità straordinaria nel disegno. Wiltshire è in grado di riprodurre con precisione dettagliata paesaggi e strutture architettoniche dopo averle osservate per pochi istanti. Il suo caso evidenzia una delle caratteristiche più affascinanti dell’autismo: la presenza di talenti eccezionali accanto a difficoltà nelle interazioni sociali e nella comunicazione.
Oltre all’autismo, “An Anthropologist on Mars” esplora altre condizioni neurologiche. “Il caso del pittore daltonico” racconta la storia di un artista che perde improvvisamente la capacità di percepire i colori a causa di un danno cerebrale, mentre “The Last Hippie” tratta il caso di un uomo affetto da un tumore al cervello che gli ha causato un’amnesia anterograda. In “A Surgeon’s Life”, Sacks descrive il dottor Carl Bennett, un chirurgo con la sindrome di Tourette, i cui tic scompaiono durante le operazioni chirurgiche.
Un altro saggio, “To See and Not See”, affronta il caso di Shirl Jennings, un uomo cieco dalla prima infanzia che, dopo un intervento chirurgico, riacquista la vista, ma trova l’esperienza così sconvolgente da non riuscire ad adattarsi completamente. “The Landscape of His Dreams” narra la storia di Franco Magnani, un artista con un’incredibile memoria visiva del suo villaggio natale in Toscana, che riesce a ricostruirne ogni dettaglio senza averlo visto per anni.
Attraverso queste storie, Sacks dimostra come l’autismo e altre condizioni neurologiche non debbano essere viste esclusivamente come limitazioni, ma possano anche portare alla scoperta di potenzialità uniche. L’autismo, in particolare, viene descritto non solo come un disturbo, ma come una diversa modalità di percezione e interazione con il mondo. La storia di Temple Grandin è emblematica in questo senso: pur affrontando notevoli difficoltà nelle relazioni sociali, ha saputo sfruttare il suo modo di pensare visivamente per rivoluzionare il settore dell’allevamento del bestiame.
Il libro di Sacks ha avuto un impatto significativo nella comprensione dell’autismo e di altre condizioni neurologiche, offrendo una visione più umana e meno patologizzante. La sua capacità di raccontare le storie dei pazienti con empatia e rigore scientifico ha contribuito a cambiare la percezione dell’autismo nella società.
In conclusione, “An Anthropologist on Mars” è un’opera fondamentale per chiunque voglia comprendere meglio l’autismo e le sue implicazioni. Sacks dimostra che ogni condizione neurologica, compreso l’autismo, porta con sé non solo sfide, ma anche opportunità di crescita e sviluppo. La sua esplorazione dei casi clinici aiuta a sfidare gli stereotipi e a promuovere una maggiore inclusione delle persone con autismo nella società. Grazie al lavoro di studiosi e divulgatori come Sacks, l’autismo è oggi compreso come una caratteristica della neurodiversità, e non solo come un disturbo da correggere.
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Possono essere insegnate le abilità sociali? #liberamenteblog #associazioneculturale #associazionenoprofit #nonprofit #novara #focus #informazione #cultura #spettroautistico #socialità https://www.instagram.com/p/CEbfxqyFYmt/?igshid=6n4pydg38lqj
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Compere al convegno sulle Aspiegirls durante la giornata mondiale della Sindrome di Asperger. #ASPIEFRIENDLY #asperger #book #rudysimone #autism #autismo #spettroautistico #18febbraio #personal (presso Centro Congressi Salesianum)
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I disturbi dello spettro autistico: scoperti 102 geni predisponenti
Un recente #studio apre nuove frontiere nella comprensione delle patologie dello #spettroautistico.
I disturbi dello spettro autistico, rappresentano una delle patologie delle scienze neurologiche e neuropsichiatriche infantili tuttora enigmatiche. I soggetti con tali disturbi presentano importanti difficoltà nell’interazione con gli altri, nella comunicazione e nelle attività di gioco. Inoltre, il linguaggio verbale, quando presente, risulta essere spesso non adeguato al contesto. Cosa accade…
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La Macchina per Abbracci: Un Aiuto Terapeutico per l’Autismo
L'autismo è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato da difficoltà nella comunicazione, interazioni sociali e comportamenti ripetitivi. Una delle sfide più comuni che le persone autistiche affrontano è l’ipersensibilità sensoriale, che può rendere difficile ricevere il conforto degli abbracci. Per rispondere a questa necessità, Temple Grandin ha sviluppato la Macchina per Abbracci, un dispositivo terapeutico progettato per calmare le persone con autismo attraverso la pressione profonda.

Origine della Macchina per Abbracci
Temple Grandin, una scienziata con autismo, ha ideato la Macchina per Abbracci dopo aver osservato il comportamento del bestiame nei ranch. Durante una visita alla fattoria di sua zia in Arizona, ha notato come il bestiame si calmava quando veniva compresso in uno scivolo di contenimento. Questo l’ha portata a sviluppare un dispositivo che potesse offrire lo stesso tipo di pressione rilassante per le persone con autismo.
Grandin stessa ha utilizzato la macchina per molti anni per alleviare la sua ansia e gestire le sue reazioni sensoriali. Nonostante le iniziali resistenze da parte degli psicologi del suo college, ha continuato a perfezionare il dispositivo, dimostrando la sua efficacia nel trattamento dei sintomi dell’autismo.
Descrizione del Dispositivo
La Macchina per Abbracci è composta da due sponde laterali incernierate, ciascuna di circa 120 cm per 90 cm, imbottite con materiale morbido. Le sponde formano una forma a V e sono collegate a un compressore d’aria che regola la pressione esercitata sul corpo dell’utente. La persona autistica può sdraiarsi o accovacciarsi tra le sponde e controllare autonomamente l’intensità della pressione, permettendo un’esperienza personalizzata e rilassante.
Benefici per le Persone con Autismo
Le persone con autismo spesso presentano disturbi dell’elaborazione sensoriale, che possono causare ipersensibilità al tatto, ai suoni e alla luce. La Macchina per Abbracci aiuta a ridurre la tensione e l’ansia attraverso la stimolazione a pressione profonda, fornendo numerosi benefici:
Riduzione dell’ansia: Il dispositivo favorisce uno stato di calma e rilassamento, riducendo i livelli di stress.
Miglioramento della regolazione sensoriale: La pressione profonda aiuta a bilanciare le risposte sensoriali e a migliorare la consapevolezza del proprio corpo.
Maggiore autonomia: Poiché l’utente controlla la pressione, la macchina permette un’esperienza personalizzata senza dover dipendere dall’interazione fisica con altre persone.
Alternativa agli abbracci umani: Molte persone con autismo trovano scomodi gli abbracci tradizionali, quindi la macchina offre una soluzione alternativa e confortevole.
Studi sull’Efficacia della Macchina per Abbracci
Diversi studi hanno esaminato l’efficacia della Macchina per Abbracci nel trattamento dell’autismo. Uno studio del 1995 condotto dal Center for the Study of Autism in collaborazione con la Willamette University ha coinvolto dieci bambini autistici, evidenziando una significativa riduzione della tensione e dell’ansia. Altri studi, tra cui quello di Margaret Creedon, hanno prodotto risultati simili, confermando l’utilità della stimolazione a pressione profonda.
Un piccolo studio pilota del 1999, pubblicato sull’American Journal of Occupational Therapy, ha riportato che la Macchina per Abbracci ha prodotto una notevole riduzione della tensione, anche se gli effetti sull’ansia erano più contenuti. Questi studi suggeriscono che il dispositivo può essere un valido strumento per migliorare la qualità della vita delle persone con autismo.
Evoluzione e Alternative della Macchina per Abbracci
Negli anni ’90, l’artista Wendy Jacob ha collaborato con Temple Grandin per sviluppare mobili che “abbracciano” gli utenti, ispirati alla Macchina per Abbracci. Inoltre, sono stati creati altri dispositivi che utilizzano la pressione profonda per aiutare le persone con autismo, tra cui:
Sedie compressive: Come la sedia OTO, progettata per fornire una pressione profonda ai bambini con autismo.
Coperte ponderate: Utilizzate per creare una sensazione di sicurezza e migliorare il sonno.
Giubbotti a pressione: Indumenti progettati per fornire una compressione controllata e ridurre l’ansia.
Considerazioni Finali
La Macchina per Abbracci di Temple Grandin ha rappresentato una svolta nel trattamento delle difficoltà sensoriali associate all’autismo. Sebbene Grandin stessa abbia smesso di utilizzarla nel 2008, affermando di preferire gli abbracci umani, il dispositivo continua a essere utilizzato in molti programmi terapeutici negli Stati Uniti.
Le ricerche future dovranno approfondire ulteriormente l’efficacia della stimolazione a pressione profonda per l’autismo, esplorando nuove tecnologie e soluzioni personalizzate. Tuttavia, la Macchina per Abbracci rimane un esempio innovativo di come le esigenze delle persone con autismo possano essere comprese e affrontate con creatività e ingegno.
Grazie a dispositivi come questo, le persone con autismo possono trovare nuovi modi per gestire l’ansia e migliorare la loro qualità della vita, dimostrando che l’innovazione può davvero fare la differenza.
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Comincio a sospettare fortemente di avere una neurodivergenza (spettro dell autismo ad alto funzionamento) e che tutti i casini successivi, sostanze comprese, possano essere almeno in parte legati a quello (darebbe un senso a molte cose), ma forse è solo l ennesima casella in cui cerco di inserirmi senza adattarmici..
Sono la sheldon cooper degli sballati, anche se mi sento più che altro così (concetto di masking):

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