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#soldatini
forgottenbones · 6 months
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Una cosa che ho notato stando in questo mondo infame è che, per quanto siano addestrati al combattimento corpo a corpo e all'uso delle armi, i militari/la polizia hanno sempre una paura fottuta dei civili. Ma del tipo che hanno visto l'uomo nero e non riescono a dormire la notte. Temono sempre per la loro incolumità questi uomini forti [citation needed] anche davanti a minori disarmati, in un modo quasi infantile.
Credono a tutte le stronzate che le catene di comando gli dicono riguardo ai danni delle armi improprie, sognando probabilmente di andare a combattere contro i vietcong.
E perciò vedo che devono continuamente giustificare tra di loro l'uso della forza, anche contro connazionali incensurati, figurarsi contro una forza d'invasione. “Mi avrebbe attaccato! Era o lui o me!” Pensavo che gestire le crisi fosse una skill indispensabile nel vostro curriculum.
E mi ritornano alla mente i casi di manifestanti picchiati, gente tenuta in carcere e poi massacrata per futili motivi, la tirannia stessa e l'umiliazione delle prigioni.
Non vedete l'ora che ci sia una guerra. La guerra è la vostra ragion d'essere. Mi sbaglierò, ma a volte date l'impressione che tutto ciò che volete è sfogare questo bisogno psicotico di violenza, non importa la ragione né contro chi.
Sarò scemo io, ma questo desiderio di legge marziale non mi fa sentire sicuro.
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Alpini ww2 con obice Skoda 75 mm. Scala 1/72, dipinti a smalto e acrilico
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designmiss · 12 years
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MeinKampf di Antonio Strafella https://www.design-miss.com/meinkampf-di-antonio-strafella/ Antonio Strafella, fotografo di Lecce, Italia, ha realizzato MeinKampf, un racconto fotografico di una battaglia di soldatini e carne, per sottolineare la crudezza della guerra.
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marcogiovenale · 1 month
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pod al popolo #037, esercito alieno, di soldatini atlantic (un ricordo di luca zanini)
Grazie a Luca Zanini per questo ricordo di quando gli eserciti erano solo per gioco. Su Pod al popolo. Il podcast irregolare, ennesimo fail again fail better dell’occidente postremo. Buon ascolto. https://slowforward.net/wp-content/uploads/2024/08/un-ricordo-di-luca-zanini.mp3
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stilouniverse · 3 months
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Roberto Soldatini "Alla ricerca dei porti romani. A vela lungo una rotta antica", Mursia
Roberto Soldatini, velista e violoncellista, con Denecia – la sua barca-casa – ha girato il mondo e navigato la storia Prefazione di Ammiraglio Vincenzo Leone, già Comandante del porto di Civitavecchia Roberto Soldatini navigatore, ex solitario, alterna mesi di navigazione e mesi in cui sverna nella  barca-casa Denecia. Il suo compagno di viaggio è un violoncello del Settecento,  Stradi , che…
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anchesetuttinoino · 3 months
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Non c'è niente da fare: se tocchi il sacro mondo LGBT vieni automaticamente tacciato di fascismo. Subito, all'istante, un'orda di isterici soldatini ti assale con la bava alla bocca.
E niente, questo è oggi il cosiddetto "antifascismo". Ogni riferimento al significato storico del termine è stato del tutto cancellato e distorto. Oggi è fascista rivendicare l'esistenza stessa del sesso femminile e di quello maschile.
Dunque ha senso preoccuparsi di simili etichette? Ha senso perdere tempo a spiegare a questi lobotomizzati la differenza tra un fascio littorio e la genetica? Tanto ti daranno del fascista a prescindere, basta che tu diverga anche di un millimetro dai pilastri del verbo arcobaleno. Non importa che tu non ti riconosca in quell'ideologia o che provenga, come nel mio caso, persino da sinistra. Sei fascista perché sì. Punto.
Certo, fa orrore (e senso) pensare che un simile pensiero fanatico abbia ormai impregnato le scuole e le università. Ma d'altronde da sempre il potere cerca di cogliere le mele dall'albero.
Rimane lo sconforto e la preoccupazione davanti a un simile livello di rincoglionimento. Forse mai raggiunto nella Storia.
Matteo Brandi
Pro Italia - Segreteria Nazionale
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Vittorio è un ragazzo Napoletano che confessa in una lettera la propria omosessualità al papà. La risposta è spettacolare! Leggete! ❤️
"Caro papà perdonami, sono gay.
Non so bene quando è cominciato, forse alle elementari. Forse alle superiori, quando solo guardando gli occhi di un compagno di classe mi batteva il cuore.
Mi dispiace perché la storia con Gianna non andava bene, le volevo bene, questo è certo, siamo stati insieme 3 anni, ma c'era sempre qualcosa che tra di noi non andava.
Mi dispiace perché spesso commentavi le Veline di Striscia la Notizia e io non ti andavo dietro con le battute, MA NON LO SAPEVO ANCORA.
Per fortuna siamo Napoletani, e ho vissuto questo periodo di accettazione con una popolazione speciale. Per fortuna siamo Napoletani, e abbiamo nel DNA l'amore per il prossimo, quello che ho trovato nelle persone che come me cercavano di capire.
Sono ormai 5 anni che vivo da solo, perché mi sentivo DIVERSO.
A soli 19 anni ho voluto scappare da quel nucleo familiare PERFETTO, e forse è stato quello a spingermi ad andare via... forse ero io a RENDERLO IMPERFETTO, non volevo rovinare il tuo immenso lavoro di padre e capofamiglia.
Ora mi ritrovo in una casa da SOLO a 24 anni, CON LA CONSAPEVOLEZZA di essere gay .
Per fortuna siamo Napoletani, dove non mi sono mai sentito solo e mai sentito DISPREZZATO da nessuno. Non so come sarebbe andata a finire in una altra citta'.
CARO papà mi manchi tanto, POSSO TORNARE A CASA ? questa volta da Gay...
Vittorio"
"Caro Vittorio.
Mi dispiace ma allora si STUNZ... ( in modo affettivo )
Io e tua mamma avevamo già intuito i tuoi gusti sessuali da bambino, quando non ti interessava giocare con i compagni ai famosi soldatini, ma collezionavi migliaia di riviste per adolescenti.
Perdonami, forse avrei dovuto dirtelo prima, in modo che evitavi questo inutile IMBARAZZO, ma ho sempre ritenuto che siano stati "CAZZI tuoi" (scusa la battuta, pero' è simpatica ja' , ejaa').
Visto che siamo Napoletani, e per fortuna che siamo Napoletani, la nostra storia ci ha sempre insegnato che solo aprendo la mente e non creando muri c'è la possibilità di SALVARSI, di SOPRAVVIVERE.
Mi sei sempre mancato dal primo giorno, sei mio figlio e CASTANO, BIONDO O GAY per me non fa differenza.
È solo un gusto, a me ad esempio piacciono le cozze, a te forse piaceranno i CANNOLICCHI (scusa ja' è n'altra battuta, uammamia non si puo' pazziare qua, e che è?)
Grazie a DIO siamo Napoletani.
Da genitore devo farti un rimprovero.
Non azzardarti mai, e poi mai di ritenermi cosi stupido...
La tua stanza è pronta, vieni quando vuoi, non vedo l'ora... Ricordati i genitori la porta di casa non la chiudono mai, la lasciano sempre un pochino aperta per fare in modo che il figlio possa “INFIZZARSI” da un momento all'altro.
TI AMO
Papa'"
P.S
Nella mia famiglia non esiste, e non dovrà esistere mai nessun tipo di RAZZISMO mai tranne per gli JUVENTINI... a casa mia JUVENTINI non ne voglio... CHIARO?
Puoi anche fidanzarti con un CAMMELLO e portarmelo a casa, basta che non sia Juventino.
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Giovanni ha 6 anni e sta giocando con il suo Cicciobello. Passa un signore anziano lo guarda e gli dice:
"Ma giochi con le bambole? Sei un maschio dovresti giocare con i soldatini."
Me lo immagino già uno degli uomini della vecchia generazione cresciuto con l'idea che commuoversi, lavare i piatti, prendersi cura della casa ma soprattutto prendersi cura dei propri figli, cambiargli i pannolini renda l'uomo meno virile e meno uomo.
Giovanni lo guarda negli occhi e non si scompone e regala una risposta da Oscar:
"Sono il papà mica la mamma!"
Il bambolotto è suo figlio e si chiama Mario.
Giovanni non lo sa che con una semplice risposta sta rendendo il mondo un posto più bello. La sua saggezza ha tanto da insegnare a chi probabilmente si crede più saggio.
In un attimo non è sbagliato quello che fa ma quello che gli viene chiesto.
Avanti Giovanni sarai un grande papà e un grande uomo. E sicuramente hai dei grandi genitori.
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irestantimari · 5 months
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Non smettiamo mai di giocare. Iniziamo con le giostrine, le costruzioni, le bambole, i peluche, i soldatini, le matite colorate, i carillon, le macchinine, le palline, la sabbia, gli aquiloni, le altalene, gli scivoli. I giochi di gruppo, il pallone, il tennis, le gare di corsa, nascondino, i castelli di sabbia, i videogiochi. Poi i casinò, i giochi di azzardo, la tombola, le scommesse, i giochi di società. A chi arriva primo, a chi mangia più costolette, a chi centra la boccia dei pesciolini rossi con la pallina. Immaginiamo, inventiamo, scherziamo. Giochiamo a carte, ai cruciverba, a sudoku, ai quiz, alla corsa dei sacchi. A chi fa i tuffi più spericolati, a chi indovina più canzoni, a chi mangia più salsicce. Giochiamo tanto e giochiamo sempre. Ed è bellissimo che sia così.
Tra i giochi, un tempo, ce n’era uno terribile. Un gioco che solo poche persone amavano e del quale loro decidevano le regole. E poi obbligavano tutti a giocarlo. Un gioco crudele inutile. Era un gioco in cui nessuno vinceva e milioni di persone perdevano. Un gioco dove non si rideva mai e si moriva per davvero. Ma per fortuna ormai non lo ricorda più nessuno e nessuno ci chiede più di giocarlo. Per fortuna…
Domani si va di lotto e superenalotto, e a guardare il Milan che gioca a Torino. Chissà come andrà. Scommettiamo? VB
(Immagine di Thomas Bossard)
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giovaneanziano · 7 months
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Da quando i soldatini di Toy Story cantano
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ma-pi-ma · 2 years
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Qualche giorno fa due attiviste di “Just stop oil” hanno gettato della salsa di pomodoro sul quadro “I Girasoli” di Van Gogh, custodito nella National Gallery di Londra. Subito dopo, hanno incollato le proprie mani al muro sotto l’opera.
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C’è chi ha esultato per l’impavido gesto, minimizzando l’atto vandalico. In fondo, si è letto in giro, davanti al quadro vi è un vetro protettivo, dunque perché prendersela più di tanto? Non sono forse più importanti le motivazioni dietro il gesto?
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Uno degli aspetti più tragicomici dell’epoca che ci è toccato vivere è il lavoro che è stato fatto sulle ultime generazioni. Si è riusciti, grazie ad un condizionamento socio-culturale senza precedenti, a convincere molti giovani che non vi sia nulla di più anticonformista dell’essere conformisti. Un vero capolavoro di indottrinamento, per nulla scontato. Ogni regime ha coltivato i propri “Balilla”, tuttavia qui siamo di fronte ad un passo successivo, più sofisticato: i ragazzi diventano soldatini del pensiero dominante credendo di essere nemici dello status quo. Mica male.
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Ora, la questione climatica è continuamente rilanciata su tutte le tv, su tutte le radio e su tutte le grandi testate. Ogni seguitissimo influencer ne parla, ogni talk show ne discute, ogni evento internazionale ne è intriso. Ovunque si rilanciano parole d’ordine come “transizione green” o “sostenibilità”, ovunque si invocano politiche per “salvare il pianeta”, dalle serate degli oscar alle pubblicità dei dentifrici. Le più ricche multinazionali del pianeta si ergono a paladine della causa. Miliardi di persone si svegliano e vanno a dormire con questa vocina fissa nell’orecchio: il pianeta sta morendo, le temperature stanno salendo e la colpa è tua che consumi.
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Alla luce di un simile bombardamento mediatico, risulta dunque inutile, banale e pavido ripetere il mantra ecologista con azioni come quella compiuta contro l’opera di Van Gogh. Imbrattare un quadro credendo di portare visibilità ad un argomento che già impera in ogni dove è demenziale. È una battaglia comoda, una presa di posizione sicura e al riparo da pesanti rappresaglie. Non vi è nulla di rivoluzionario. Insomma, un gesto perfetto per una generazione conformista e pigra.
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Da noi in Italia abbiamo avuto l’esempio degli ecologisti di “Ultima Generazione” che hanno ben pensato di sdraiarsi davanti alle auto sulla Salaria, a Roma. Tra i sacrosanti improperi degli automobilisti, questi gagliardi combattenti sono stati poi spostati dolcemente dalle forze dell’ordine. Altro che manganelli e cannoni d’acqua, d’altronde non si trattava mica di cittadini privati del diritto al lavoro.
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In attesa di vedere questi cuor di leone scagliarsi contro la loro adorata globalizzazione, che è la vera causa delle problematiche ambientali, vorremmo sapere: quanta CO2 emette uno sbadiglio?
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Matteo Brandi
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t-annhauser · 2 years
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Gli ultimi giapponesi del Covid
Defraudati della punizione esemplare comminata ai novax, i validi sìvax puntano i piedi e gnognoeggiano di fronte alla decisione di reintegrare i medici sospesi. Ma come? Loro, certificati salvatori della patria con bollino verde, si vedono ora sottratta la possibilità di additare gli eretici alla gogna e tutto questo per decreto del nuovo governo populista? Uno shock morale non indifferente. Il circo della pandemia ha levato le tende, un nuovo circo con spettacoli pirotecnici e droni ammaestrati è arrivato in città. Ma loro niente, come gli ultimi giapponesi, i solerti soldatini della scienza sparano le loro ultime cartucce sopra bersagli di cartone: è finita, il nuovo ordine è di convergere tutti sull'Ucraina, come ve lo devono spiegare, in russo?
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angelinachiodo · 2 years
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Gelsy Squatriti e suo figlio Federico Squatriti in un piccolo negozietto, solo 15 metri quadri, vicino a Piazza del Popolo c’è l’Ospedale delle bambole. Con mani sapienti Federico Squatriti rimette in sesto bambole delicate e antiche, di legno o di carta pesta, soldatini di piombo e marionette. Come ogni paziente di un vero ospedale, ogni bambola viene dimessa con un referto diagnostico che indica le riparazioni subite e i consigli su come trattarla. In città viene spesso ribattezzato il “negozio del terrore” per via della vetrina ricolma di teste, braccia e gambe di bambole, ma si tratta di un luogo che vale la pena visitare, anche solo per vedere da vicino un mestiere, quello del restauro, che pian piano sta scomparendo.
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turuin · 1 year
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Cuspide scarlatta!
Ho il cervello troppo pieno di cose per poterle scrivere in maniera ordinata, mettendole in fila come tanti soldatini di plastica. Avevo anche io, come tanti bimbi della mia età, dei soldatini di plastica, ma non mi divertivano un granché. Nell'epoca in cui sono stato bambino c'è stata una esplosione di giocattoli che faceva sembrare i soldatini di plastica un passatempo per sfigati: tutti a gara a farli più belli, con più funzioni, con più accessori. La mia vera droga sarebbero stati i Masters of the Universe prima, i Cavalieri dello Zodiaco dopo. Il primo che ricevetti in regalo (non posso davvero dire "comprai" anche se lo scelsi personalmente, in un negozio che vendeva giocattoli misti a zaini, materassini da pare e altre cose che non c'entravano un cazzo) fu Crystal, il cigno. Che non sapevo si chiamasse così: la scatola era tutta in giapponese e l'unica cosa che vi si poteva leggere sopra era questa scritta, "Cygnus". Ma era fighissimo: aveva un sacco di punti di giunzione, e l'armatura (smontabile! con un pezzo per ogni arto!) era in gran parte di metallo. Solo dopo sarebbero arrivati i cartoni animati (e non sulla cazzo di mediaset, ma sulle benemerite reti locali) e solo dopo sarebbero arrivati quelli di Giochi Preziosi a commercializzarli persino alla Standa (se non sapete cos'è la Standa non posso farci niente, magari ci farò un post più avanti). Solo dopo avrei avuto anche Artax, Sirio (il mio preferito) e tutti gli altri. Ora non mi ricordo più quali. Avevo un sacco di "pupazzetti". Spariti tutti: con tanti nipoti da una parte e dall'altra e cugini, parenti di terzo grado... a un certo punto la roba si distribuisce dove capita. Ma finché li ho avuti, ci giocavo. Creavo storie. Parlavo da solo (spesso venivo preso allegramente in giro dalla famiglia per questo, ma sticazzi) e inventavo le peggio trame su quei pezzetti di plastica. Per un periodo l'ho fatto anche assieme ad un compagno di classe, ed erano dei pomeriggi bellissimi. Vedevamo i cartoni assieme e poi andavamo a fare le nostre storie. Avevo altri pupazzetti. Le Tartarughe Ninja! Mica quelle deformi di Nickelodeon, quelle cicciose e muscolose. Avevo un pupazzetto di B.A. Barracus di A-Team. Avevo UN SACCO di Masters of the Universe, e poi a un certo punto mi ricordo di intere estati passate a ripescarli dal cesto che c'era in terrazzo, chi senza testa e chi senza braccia o gambe, e rimetterli insieme mischiandone i pezzi a colpi di scotch. E poi è finita l'infanzia. Non ho capito bene quando. E oggi, non riesco a mettere in fila i pensieri o a riarrangiarli come se fossero quei pupazzetti; riesco solo a tirare avanti questo cranio pieno di cose dove ci sono ancora due parti di me che fanno a pugni tra loro, una che vorrebbe vivere da eremita e l'altra che muore non appena si trova senza un minimo d'attenzione da parte delle altre persone. Ed io li affogherei entrambi.
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graceandfamily · 1 year
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Parla Alberto di Monaco: “Vi racconto i regali di mio padre Ranieri”
«Soldatini, macchinine, vestiti… Con lui e mamma Grace era una vita di famiglia spensierata e senza alcun protocollo». Il principe ricorda il papà, in occasione del centenario della nascita. Continue reading Untitled
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bicheco · 1 year
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Rocco invade Praga.
Premessa: il gioco, partito e sviluppatosi con le migliori premesse, grazie ai soliti "simpaticoni", sta perdendo via via credibilità scientifica e psicologica; io però sono un professionista e continuo imperterrito.
Tu sei un tipo che da bambino giocavi con i soldatini e adesso sei finito a giocare con le bambole.
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