#sempre ammesso ce ne sia una
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toobusybeingdelulu · 9 months ago
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Non Dacre Montgomery vestito come un qualsiasi napoletano; più guardo questa foto più mi aspetto che si metta a cantare “ij p me tu p te” da un momento all’altro.
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3nding · 7 months ago
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Da scienziato che, ad Oxford, ha lavorato sul vaccino poi prodotto e distribuito da AstraZeneca, ecco cosa ne penso. Thread: 1) Secondo alcune stime questo vaccino ha salvato, solo nel primo anno di utilizzo, sei milioni di vite - più di qualunque altro vaccino nello stesso periodo. 2) come qualunque altro farmaco, il vaccino AZ ha effetti collaterali, alcuni gravi. Quelli gravi sono, in frequenza, molto rari e paragonabili a quelli di qualunque altro farmaco. Altrimenti non sarebbe stato utilizzato. 3) hanno fatto scalpore, dato il periodo storico e la particolare attenzione dei media, quelle famose trombosi associate a piastrinopenia. Queste sono simili, per natura, a quelle causate da un altro farmaco approvato, l'eparina. 4) La discussione è tornata alla ribalta perché AZ ha ammesso, per la prima volta in tribunale, che il vaccino può causare questi effetti collaterali rari e gravi. Nota: l'ha ammesso per la prima volta IN TRIBUNALE, ma se ne parla liberamente da anni. Non-notizia. 5) Non mi stupisco che
se ne parli di nuovo, ma questa è una non-notizia dato che della presenza di questi effetti collaterali, come per qualsiasi altro farmaco, si sa da anni, e sia l'azienda che gli enti regolatori ne hanno sempre parlato apertamente. 6) Il fatto che si sappia di questi effetti collaterali rarissimi in realtà è segnale che il famoso "sistema" funziona: - gli enti regolatori se ne sono accorti in farmacovigilanza - l'azienda e la comunità scientifica ne ha preso atto senza problemi 7) Dato che i vaccini a mRNA sono veramente eccezionali in termini di sicurezza (non avendo MAI effetti collaterali potenzialmente letali) ha avuto senso, aumentata la disponibilità di dosi e una volta ridotta la circolazione virale, concentrarsi solo su quelli. 8) Il vaccino AZ ha rappresentato uno strumento di primo soccorso durante le fasi iniziali di pandemia, dati i suoi ottimi profili di sicurezza e la sua efficacia particolarmente contro malattia grave. Ha salvato molte, ma molte, ma molte vite. 9) Quello che mi preoccupa è questo: Il grosso problema di PR è capitato proprio all'unico vaccino che veniva venduto a prezzo di costo. Alla prossima pandemia l'azienda che si rende disponibile a regalarci un vaccino a tali condizioni ce la scordiamo. 10) Chi odia la mia categoria, generalmente ritrae gli scienziati come dei manipolatori di masse, insabbiatori di effetti collaterali. I rari effetti collaterali del vaccino AZ sono stati segnalati proprio dagli scienziati, non da PippoSport69. 11) Ho scritto di più su questo vaccino, e su pandemie future, nel mio libro "Malattia Y". Libro sfortunato con i tempi, uscito 1 mese dopo l'invasione dell'Ucraina. Peccato, è un buon libro e a quanto pare ancora oggi c'è un gran bisogno di chiarezza. 12) Questo thread mi sembrava necessario, ma ora preferisco guardare in avanti. Di recente ho finalmente ottenuto un importante investimento da Oxford per individuare nuovi farmaci contro malattie oncologiche ed altro (vedi pin sul profilo) Non vedo l'ora di ripartire! Saluti:) Giacomo Gorini
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nonditeloabeatrice · 14 days ago
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Non è possibile! 30/10/2024
Questa è la lettera che ti ho inviato dopo il nostro primo incontro del 26/10/2024:
Prima che mi blocchi, vorrei esprimerti i miei ultimi pensieri, anche se so che non ti interessano. Metti like al mio profilo, ci scriviamo e dopo tre giorni mi chiedi di vederci (wow), primo appuntamento saltato per cause esterne (ok nessun problema succede). Nel frattempo, mi scrivi che sei innamorata del mio modo di essere, che non hai mai ricevuto tutte queste attenzioni e che non è possibile che esista un uomo come me (wow!), ci riproviamo allora sabato, sempre a seguito tua richiesta e in base ai tuoi orari e programmi (ottimo nessun problema, per te questo ed altro). Ci incontriamo a mezzanotte, iniziamo sin da subito ad entrare in sintonia, potremmo camminare tutta la notte mentre ti ascolto, ci scrutiamo silenziosamente mentre parliamo delle nostre vite (soprattutto della tua perché la mia non ti interessa, nessun problema). Ci sediamo in auto, sono il primo uomo che ti apre la portiera (per te questo ed altro) rimani piacevolmente sorpresa dei pensierini che ho preso per VOI con tutto il cuore (perchè se penso a te, penso anche ai tuoi figli ovviamente), mi dici che non sbaglio nessuna parola e che non è possibile che sia vero (wow!). Ti aspetti un bacio, ma io non prendo iniziativa perché mi hai detto di non sentirti pronta, allora la prendi tu, mi baci...Magia...II tempo si ferma, l'aria si ferma, i nostri cuori palpitano, non è un primo bacio, è ritrovarsi! Ti stringo le mani, accarezzo il tuo viso, ci annusiamo, i respiri diventano sincroni, ci riconosciamo da vite passate. Mi dici che sono il primo uomo che ti ha baciata tenendoti per mano e che non pensa subito a portarti a Ietto, ti sembra incredibile (wow!). Ti dico che aspetterò che il tuo cuore guarisca dalle delusioni, che non sei più sola e che ti aiuterò a superare tutte le paure (se vorrai), ti dico di non metterti fretta e di pensare a ristabilire il tuo equilibrio interiore insieme a quello familiare (ora che ti ho ritrovata non voglio perderti). Per la prima volta nella tua vita ti senti davvero Amata, accolta, desiderata, unica, rispettata come persona e come donna. Si vede dai tuoi occhi, non mentono, hanno l'essenza della vera Beatrice, quella che tieni segregata con quel personaggio cinico e razionale che hai dovuto costruire per sopravvivere. Mentre ti riaccompagno alla macchina rimaniamo in silenzio, è magico, i nostri sguardi si incrociano, ci teniamo stretti l'un l'altra con l'intreccio delle mani, che meraviglia...Ci salutiamo anche se non vorremmo, mi Iasci il tuo numero, mi dici che vuoi rivedermi, che non vuoi aspettare...Io torno a casa felice, sono al settimo cielo, sei gioia immensa per me, ti scrivo che dormirò con il tuo profumo addosso, tu mi scrivi che sono un angelo (wow!), abbraccio il cuscino immaginando che sia tu, buonanotte. L'indomani mattina sono già feccia, relegato tra la melma con cui hai avuto a che fare fino ad oggi nella tua vita, inizi gradualmente ad evitarmi, tanto sei abituata alla pochezza e con pochezza hai trattato me! Ora, se ti assumi la responsabilità di tutte le bellissime parole e azioni sopra elencate, vorrei capire solo una cosa: hai una paura fottuta di vivere e sperimentare l'Amore (quello VERO), oppure sono stato semplicemente uno dei tanti stronzi che trovi in saldo su Facebook quando hai bisogno di nutrire il tuo ego? Perchè se cosi' fosse, ti chiedo di suggerirmi dove hai studiato recitazione così aggiungo ottime recensioni ai tuoi insegnanti.
Ti chiedo la cortesia di non trattare piu' nessuno cosi', soprattutto se non Io merita, perchè il silenzio è come un coltello neII'anima, brucia maledettamente. La soluzione non è voltare le spalle in questo modo, non si tratta di conflitti interiori, tra adulti basta dirsi che non c'è piu' interesse (ammesso ce ne sia stato) e ci si congeda senza problemi. Tu non mi hai chiesto niente, tutto cio' che ho potuto esprimere è arrivato dal cuore e me ne assumo la completa responsabilità, donare è nella mia essenza e avviene in maniera totalmente naturale, senza pretese (so che Io hai percepito), quindi non sto recriminando nulla in tal senso, se non il rispetto che merito come individuo. Comunque...ammesso che sei arrivata a leggere fin qui, non togliere ancora il braccialetto, ti proteggerà per un po'. Nel mio ultimo post c'è un mandala sigillografico, l'ho realizzato per te, le lettere centrali significano ASLI. Salvalo nel telefono e guardalo quando hai bisogno di positività, ti aiuterà (per te questo ed altro)... Ti prego di aver cura di te, sei brava con gli altri ma latiti quanto a te stessa, di fatto ti sei anestetizzata dai sentimenti (quelli VERI). Smetti di usare le parole come un rasoio, riempiendoti di tagli, senza ricordare che sotto quella pelle e quei tatuaggi c'è una persona che merita Amore. Tutti coloro che se ne vanno ci lasciano sempre qualcosa addosso, è questo il segreto della memoria, grazie per avermi dedicato cinque ore indimenticabili. Rileggi tutto... Alla Beatrice che mi ha riconosciuto, con Amore C.
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Migranti, accordo Italia-Albania passerà dal Parlamento: Tajani in campo per ratifica
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(Adnkronos) - Il protocollo Italia-Albania dovrà essere ratificato dal Parlamento. Il passaggio, richiesto a gran voce dalle opposizioni nei giorni scorsi, sia nelle riunioni dei capigruppo che con lettere ai presidenti delle Camere era però sempre stato negato dal governo perché "non necessario". Fino a stamattina quando, con un dietrofront a sorpresa, governo e maggioranza hanno ammesso che quel passaggio va fatto. Ma sul refrain che circola per tutto il giorno nelle dichiarazioni in aula e nei commenti degli esponenti delle opposizioni: "Il governo fa marcia indietro, con Tajani che ha smentito la Meloni e se stesso", il centrodestra respinge le accuse. Nessun ripensamento, nessuna inversione a U. In ambienti di Forza Italia si sottolinea che Antonio Tajani ha sempre sostenuto che l'accordo con Tirana andasse ratificato, senza bypassare Camera e Senato.  Altro che "rimangiarsi la parola", sarebbe stato proprio il ministro degli Esteri a spingere più di tutti per un voto del Parlamento, in accordo, riferiscono fonti del centrodestra, con la premier Giorgia Meloni e con il Quirinale, che avrebbe ricordato il ruolo centrale delle Camere. Messi a tacere i falchi della maggioranza, che avrebbero preferito tirare dritto senza passare per un voto. 'Il governo intende sottoporre in tempi rapidi alle Camere un disegno di legge di ratifica che contenga anche le norme e gli stanziamenti necessari all’attuazione del protocollo", la parole di Tajani. E ancora: ''Il dibattito di oggi e il voto che lo concluderà dimostrano, se ce ne fosse bisogno, che il nostro governo non si è mai sottratto, specie su questioni di tale rilevanza, al dialogo e al vaglio del Parlamento". "La mia faccia dice tutto, no?". Elly Schlein nel corridoio fumatori di Montecitorio sfoggia un gran sorriso per la vittoria appena ottenuta dalle opposizioni. "Il governo con una incredibile 'inversione a u' ci ha dato ragione e va a sbattere il muso sulla Costituzione. Avevamo detto che non c'era nessun accordo fino a che non fosse stato ratificato dal Parlamento". Merito anche di divisioni nella maggioranza? Schlein non lo nega: "Sicuramente qualche scricchiolio c'è stato e non è stato l'unico, ne abbiamo sentiti tanti...". La versione dell'opposizione è che Forza Italia, con il ministro Antonio Tajani in primis, ma anche la Lega non siano entusiasti dell'accordo siglato da Giorgia Meloni con Edi Rama.  Una dialettica che ha portato alla smentita del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovan Battista Fazzolari, e del ministro Luca Ciriani che fino a ieri sostenevano che l'accordo con l'Albania non necessitava della ratifica. Lo dice in aula Riccardo Magi: "Nelle due ultime capigruppo il ministro Ciriani e anche il sottosegretario Fazzolari hanno scandito in modo perentorio che non c'era la necessità di ratifica in Parlamento". Un pasticcio che "si poteva evitare se avessero letto la Costituzione - incalza Schlein- ed è triste che dobbiamo essere noi a ricordare al governo cosa dice l'articolo 80 della Costituzione". Ma anche oggi, pur avendo incassato un risultato, le opposizioni non sono riuscite a marciare compatte. I 5 Stelle non hanno sottoscritto la risoluzione unitaria di Pd, Azione, Italia Viva, Alleanza Verdi-Sinistra e Più Europa e presentato un loro testo. "Noi abbiamo una posizione articolata nella nostra risoluzione. Oltre alla questione Albania, la nostra risoluzione tratteggia in maniera più articolata la questione immigrazione e rilancia i capisaldi della nostra terza via", spiegano fonti M5S.  Una 'terza via' rispetto a quella della destra ma anche a quella del Pd. Una posizione che non è una novità. Lo aveva detto chiaramente a Porta a Porta tempo fa Giuseppe Conte: "Noi siamo per la 'terza via' sull'immigrazione. Il Pd è per l'accoglienza indiscriminata. Non è possibile. Come non è possibile il blocco navale". Ne seguirono scintille. "Parla come Meloni", fu la replica del Pd. E anche oggi non sono mancate battute al vetriolo in Transatlantico: "La risoluzione dei 5 Stelle? Sono tornati al Conte 1...". Quello dei decreti Sicurezza con Matteo Salvini. Ma Schlein, che stamattina si è intrattenuta con Conte in un angolo del Transatlantico, glissa: è un problema che i 5 Stelle non abbiano sottoscritto la risoluzione unitaria delle opposizioni? "No, nessun problema. La critica sull'accordo e la necessità di ratifica in Parlamento sono punti comuni", risponde Schlein che garantisce "battaglia" in aula. "Sappiamo che loro hanno i numeri, ma questo accordo ha profili di violazione del diritto internazionale e della Costituzione. Daremo battaglia in Parlamento". Un assaggio c'è stato già negli interventi oggi delle opposizioni che si apprestano non solo a chiedere conto sul profilo giuridico dell'accordo, ma anche sui costi. Matteo Mauri del Pd evidenzia come non solo il protocollo sia stato reso noto solo dopo la conferenza stampa di Meloni e Rama ma anche con "una pagina mancante: quella con l'impegno per i primi 16,5 milioni di euro di spesa”. Scrive Carlo Calenda sui social: è solo "fuffa elettorale a spese del contribuente".   [email protected] (Web Info) Read the full article
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bergamorisvegliata · 2 years ago
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UN FUTURO TRA FARINE DI GRILLI DA RISTRUTTURARE, UNA SANITA' ELETTRICA DAL 2035, UNA NUOVA PANDEMIA RISOLVIBILE TRAMITE IL PAGAMENTO DI IMPOSTE E TASSE E ANCORA ALTRE OSCENITA'!!!
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Interpretate a vostro piacimento il titolo di questo articolo, ma l'ironia voluta dall'amministratore di questo blog, ben sottolinea la deriva culturale e il basso livello di una classe politica (ammesso che di politica sia rimasto ancora qualcosa...) che persino in "scala europea" si sta distinguendo per via di normative aberranti e contro ogni senso logico.
Non si è chiusa la lunga parentesi del cosiddetto "virus Covid19" con la sua scia di provvedimenti esageratamente restrittivi delle libertà personali (tra zone "colorate", coprifuoco, distanziamenti sociali del tutto assurdi, ecc...), che l'estate scorsa è passata con una presunta quanto ancora da dimostrare crisi idrica, passando per un conflitto (quello russo-ucraino) che dura ormai da ben 9 anni.
Nemmeno il tempo di "tirare il fiato", ed ecco una nuova "emergenza", ovvero quella legata al fabbisogno di energia,
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con il conseguente e inevitabile aumento dei prezzi, che dapprima hanno inciso sul costo alle pompe dei carburanti, e poi sulle bollette in misura non irrilevante (non di rado molte famiglie si sono viste addirittura quadruplicare i prezzi sia del gas che della luce con importi che in taluni casi hanno superato abbondantemente i 1000 euro!).
E chi immaginava che certe decisioni dell'Unione Europea si fossero momentaneamente "arrestate" ha dovuto poi ricredersi: dapprima è arrivata l'autorizzazione all'immissione in commercio delle "farine proteiche", ovvero di quelle macinazioni ottenute attraverso la lavorazione di insetti come larve di grilli, cavallette e via discorrendo.
Infine (pur se questa non è giunta del tutto inattesa...) è arrivata la normativa europea che dal 2035 metterebbe fuori mercato tutte le auto alimentate a diesel e a benzina a favore di un "mercato dell'elettrico" ancora a bassi regimi,
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e che ha fatto seguito a quella che obbligherebbe a una ristrutturazione davvero "sostanziosa" di molti edifici e di molte case, che passerebbero alla "classe E" nel giro di pochi anni, case "colpevoli e ree" di inquinare le falde del sottosuolo.
Ma davvero queste decisioni inciderebbero sulla qualità dell'aria se non anche della qualità della vita?
Ovviamente no, anzi: riguardo a una ipotetica ristrutturazione degli edifici, uno studio effettuato in Italia avrebbe stabilito che se venissero "normate" tutte le case, ci vorrebbero almeno oltre 600 anni per "regolarizzare" le posizioni di moltissimi cittadini italiani.
Nello stesso modo, pure il "convertimento" dei veicoli a gas all' "elettrico" non avverrebbe in maniera semplice: aldilà del fatto che le batterie necessitano di uno smaltimento "ad hoc", ma il 2035 non sarebbe un traguardo raggiungibile in quanto dovendo convertire una massa non indifferente di veicoli, questi verrebbero sostituiti dagli "elettrici" almeno entro il 2050 se non oltre.
E allora?...vi chiederete voi!
E allora c'è da interrogarsi se tali normative e decisioni siano veritiere (essendo state emanate dal massimo organismo politico europeo, sì...) oppure -considerando che lo sono- se davvero abbiano molte probabilità di non essere prese in considerazione, ipotesi quest'ultima decisamente reale.
Ma allora (e vi chiederete di nuovo) a che servono e a quale scopo questi provvedimenti?
Lo scopo è quello di creare sempre più nuove emergenze per alzare i costi di qualsiasi genere, incidendo tali costi sulle spalle dei comuni cittadini sempre più vessati da norme insensate e che a lungo andare hanno come obiettivo quello di far collassare l'economia dei paesi europei, Italia in primis.
E' del resto questo il "piano-agenda 2030" uscita negli scorsi decenni dal "WEF" di Davos: agenda dettata dalle "elites" mondialiste, primi su tutti le famiglie Rotschild e Rockfeller come ben spiega in un suo libro Andrea Tosatto (di lui ce ne occupiamo in "altra sede" del blog). Libro, anzi libri (Tosatto ne ha scritti tre in piena "era pandemica") nei quali si interroga e si pone dubbi, non tanto sui vari aspetti medico-scientifici, quanto sull'impatto che hanno certe notizie sul piano mediatico.
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E' proprio il ruolo a "senso unico" giocato dai massimi organi di stampa ad essere stato decisivo nella popolazione soprattutto nelle prime fasi della "pandemia". Informazione che non ha avuto riscontri controvertibili in quanto una feroce censura è stata posta in essere nei confronti di chi abbia osato dissentire e avanzare ipotesi diverse da quelle del "mainstream", che pure, sia durante il conflitto russo-ucraino, sia durante la "crisi idrica", sia nel caso del "caro energia" che successivamente nel caso delle "emergenze climatiche ambientali ha sostenuto massicciamente le posizioni filo-governative, ostacolando così chi ha voluto diffondere verità palesi.
E di nuovo vi chiederete: e allora? E allora di fronte a queste notizie e a queste decisioni del tutto inappropriate, non resta che continuare a tornare a una "normalità" senza badare a provvedimenti del tutto fuori luogo e senza ragione di essere, e "stroncare" sul nascere ogni "velleità" istituzionale.
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smokingago · 3 years ago
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Sei forte, capisci?
Sei fortissima!
Sei fortissima tutti i giorni, tutte le ore.
Sei fortissima per tutte le volte che ti han fatto a pezzi, per quelle in cui ti sei rialzata subito, spolverando appena un po’ di terriccio dalle cicatrici.
E sei fortissima anche per tutte le volte in cui non ti sei rialzata subito, perché avevi bisogno di stare un po’ lì, quasi nascosta, cercando di capire come hai fatto a finire a terra.
Sei fortissima perché comunque vada sorridi, anche quando il tuo corpo ti sta dicendo che non ne può più, e ha bisogno di un po’ di letargo.
Sei fortissima quando trattieni a lungo lacrime e singhiozzi, ma poi scoppi a piangere, e cacci via le lacrime, sporcandoti le dita di mascara.
Sei fortissima per tutte le volte che hai aspettato una parola, una carezza, o una promessa e non è arrivata. Sei fortissima solo per averci creduto, per aver investito, per il coraggio che ci hai messo.
Per tutte le volte che la gente ti ha supplicato di lasciar perdere, ma tu no, tu ce la dovevi fare. Sei fortissima per tutte le volte che hai ammesso di non riuscire in qualcosa, mentre magari qualcuno ti spronava.
Sei fortissima perché trovi comunque il modo e la maniera di uscire fuori da ogni tipo di burrone, mentale o fisico che sia.
Sei fortissima perché ti sei tenuta stretta i sogni, anche quando ti han detto che non avresti potuto farli crescere.
Sei fortissima perché ogni volta che passi davanti ad uno specchio o ad una vetrina, ti sorridi sempre, anche se hai i capelli spettinati e il trucco sbavato.
Sei fortissima perché piuttosto che farti amalgamare in una realtà intrisa di bugie, sei andata a cercartene un’altra, fatta solo di verità.
Sei fortissima perché riesci a fondere insieme il tuo essere fragile ma forte, tendenzialmente dolce ma orgogliosa, testarda ma dubbiosa, un complesso di paranoie, atomi, sorrisi, ruggiti e acqua di mare.
Martina boselli
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toscanoirriverente · 4 years ago
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Gennaro Acquaviva, è stato capo della segreteria politica di Craxi dal 1976 e poi suo consigliere politico a Palazzo Chigi. È quindi uno dei testimoni privilegiati di quell'autentico passaggio d'epoca, il rapimento di Moro e la fine della Prima Repubblica, sul quale si continua a riflettere. È un uomo e un dirigente politico schietto e diretto nelle sue posizioni. Cattolico, socialista, oggi presiede la Fondazione Socialismo e dedica il suo lavoro alla ricostruzione, con preziosi volumi, della vicenda del suo partito in quegli anni cruciali.
Quando inizia per te la fine della Prima Repubblica?
«Dopo Moro, il crollo è la conseguenza quasi obbligata. La Prima Repubblica finisce perché finisce il sistema che l'ha ordinata e che non si riesce a cambiare: sempre al governo un partito di centro e sempre all'opposizione una forza rappresentativa, grande e democratica, ma che non poteva mai andare al governo perché rimaneva comunista; e con i socialisti che non riescono a prendere i voti che gli servono.
La realtà che si costruisce nel '45-'48, è decisiva. Il Partito comunista rimane condizionato dall'Unione Sovietica con tutti i vincoli e le paure che persino e nonostante Berlinguer permanevano. Era un dato oggettivo: esisteva una parte della classe dirigente comunista del Pci che era in un rapporto di filiazione, di amicizia e di fraternità con il sistema dell'Est. Questa cosa permane, inevitabilmente. La sostanza è che questo rapporto blocca il sistema, nel senso che la democrazia è un sistema complesso che senza alternanza non sta in piedi. Una realtà che alla fine produce anche corruzione, inevitabilmente».
La democrazia dell'alternanza era la vera Seconda Repubblica?
«Secondo me Craxi in qualche maniera è un sostituto-prosecutore dell'opera di Moro indirizzata a favorire l'evoluzione del sistema politico che doveva indirizzarsi verso una democrazia dell'alternanza. Uno dentro e uno fuori, io all'opposizione e tu in maggioranza. Uno schema bilanciato. Non ce la fa il Pci a trasformarsi aiutato da Moro, nella prima metà dei Settanta.
Moro viene ucciso anche per questo, per averci provato pur dentro una Guerra fredda che ritorna. E la mano passa a Craxi. Perché Craxi ha la fortuna di incrociare il cambiamento della politica estera americana con gli euromissili. La forza di Craxi nasce nel '79, con gli americani che scoprono l'Eni-Petromin, per fare fuori Andreotti; con il Preambolo nel febbraio '80 per far vincere la linea anticomunista nella Democrazia cristiana. Diventa così, un po' casualmente, ma anche intelligentemente, l'uomo degli americani e di conseguenza l'uomo decisivo per tutti gli anni 80».
Secondo te perché Moro viene rapito? Perché lui e perché quel giorno?
«Perché è l'uomo che può cambiare il sistema "convertendo" i comunisti e portandoli al governo. Lo avevano ammonito duramente a non farlo più volte nel 1975, e poi ancora a giugno del 1976 durante il vertice mondiale a Portorico, quasi nessuno lo ricorda. L'Italia, e personalmente Moro presidente del Consiglio, vengono lasciati fuori della porta mentre i grandi dell'Occidente discutono proprio del "pericolo Italia"».
Schmidt in particolare glielo disse, era un socialista...
«C'è un preannuncio, oggi potremmo dire drammatico. Moro, per gli americani e per gli equilibri del tempo, è un rompiscatole. La Guerra fredda non era uno scherzo, c'erano l'Alleanza Atlantica e il Patto di Varsavia. Il Pci dentro la Nato dava fastidio a tutti. Non so chi, non so come, ma sono certo che le Br sono state manovrate, prevalentemente dal Kgb. L'infiltrazione sovietica nell'area della protesta violenta era evidente. Nel gruppo romano non lo so, non credo. Ma nelle Br in genere penso di sì. Bisognerebbe chiedere a Moretti».
Tu allora cosa facevi?
«Ero il capo segreteria della direzione e lavoravo con Craxi».
Mi racconti del tentativo di Signorile e del Psi?
«Signorile sa le uniche cose serie e le ha raccontate».
Formica e Signorile nelle loro interviste mi hanno detto che avevate avvertito in quei giorni sia Cossiga che Leone.
«Craxi lo disse anche ad Andreotti. Ne sono certo».
Signorile dice di essere rimasto sorpreso dal fatto che nonostante tutti sapessero dei suoi contatti, nessuno fu pedinato. Tu che idea ti sei fatto di quei giorni?
«C'è un episodio che non posso dimenticare. Freato una mattina viene in Direzione e porta a Craxi una lettera di Moro. Mancano quindici giorni alla morte. Io rimango lì perché ero ansioso di sapere.
Lo vedo uscire. Mi chiama Craxi e lo trovo che sta piangendo, nella sua stanza, con la lettera in mano. Ha le lacrime agli occhi e quasi butta verso di me questa lettera dicendo: "Adesso arriva quello della polizia e la deve sequestrare. Fai una copia". Naturalmente non c'erano le fotocopiatrici all'epoca. Chiamiamo un fotografo di corsa e facciamo un'istantanea del testo.
Dopo dieci minuti arriva Spinella, che allora era a capo della Digos. Immagina: io con questa lettera in mano, Craxi che piangeva come un cavallo. Consegno il testo come se fosse sangue di Gesù Cristo. Ma rimango basito dalla reazione del capo della Digos: prende la lettera, neanche la guarda e se la mette in tasca. Rimane in piedi nella mia stanza, non vede l'ora di andarsene. Mi dice solo: "Ma che caspita! Ma perché ci state a far perdere tempo! Ma che è sta roba! Insomma è tutto deciso, non c'è niente da fare, smettetela di rompere le scatole, di far perdere tempo a tutti". Prende e se ne va. Era un bravo poliziotto, sia chiaro.
Ma era evidentemente impregnato del clima di quei giorni, del mondo in cui operava. Che probabilmente lo aveva dato per morto il giorno stesso in cui l'hanno preso. Ma come? Tutti sapevano che Signorile incontrava degli emissari dell'autonomia e nessuno segue lui o loro? E Gradoli, il rubinetto dell'acqua, il lago della Duchessa? Quel giorno, con il depistaggio eseguito dalla banda della Magliana, si vede chiaramente che c'è qualche cosa sotto.
Andreotti e Cossiga erano oggettivamente nella condizione di chi pensava o era costretto a pensare che la ragion di Stato, ammesso che tale fosse, dovesse prevalere sulla prospettiva della liberazione di Moro. Andreotti, che era più cinico e duro, va avanti come se niente fosse, Cossiga vive una autentica sofferenza. Cossiga assiste alla tragedia, al calvario. Perché avviene questo? Non posso saperlo. Forse perché c'era stato Portorico. C'è la rinascita della Guerra fredda, dietro».
Sia Moro che Berlinguer avevano, come dici tu, rotto le scatole agli americani e ai sovietici.
«Sì, anche Berlinguer era nel mirino dei sovietici. E la storia dell'attentato in Bulgaria è vera. È un tempo di nuove relazioni anche tra Pci e Psi sulla politica estera. A parte Sigonella c'è il dibattito parlamentare nel novembre dell'83 alla Camera sugli euromissili con Craxi che dà quasi ragione a Berlinguer, perché dichiara attenzione all'emendamento per tornare a trattare senza installare automaticamente.
Anche se poi il movimento pacifista continua e si accentua. Napolitano in un convegno nostro sulla politica estera del 2002 lo ha ricordato come un grande momento di dialogo. Capisco che Craxi stava sulle scatole a tanta gente, che i socialisti apparivano dei supponenti e antipatici di natura loro, però quando erano in ballo gli interessi superiori, quelli della Nazione, ci si ritrovava».
Che ruolo ebbero i consulenti americani?
«A settembre del '79 vado negli Stati Uniti su invito del governo americano; mi fanno anche fare il solito giro degli uffici competenti. Il messaggio diretto per Craxi me lo dette un ambasciatore mentre mi salutava sulla porta, prima che partissi. "Dipende tutto da Craxi, glielo riferisca" mi disse.
Si chiamava George Vest, è stato un grande ambasciatore, ed allora era il capo dell'ufficio Europa del Dipartimento di Stato. Noi avevamo capito che non c'erano solo dei monoliti a Washington, c'erano dei partiti, nel potere, che prescindevano dalle presidenze democratiche o repubblicane. C'era continuità, comunque, nella gestione del rapporto con l'Urss, con l'Europa, con la Guerra fredda. Cossiga e Andreotti avevano delle entrature storiche di alto lignaggio ed erano visti da lì come interlocutori forti. Ma i loro universi di riferimento erano spesso diversificati.
Andreotti stava con un mondo più progressista, sembra assurdo ma era così. Ovviamente a parte Vernon Walters, il suo amico d'infanzia. Cossiga guardava dall'altra parte. E durante la vicenda Moro chiese un aiuto e gli mandarono quel tizio che sembrava preoccupato solo di gestire la morte di Moro, non di liberarlo. Perché?».
Il sacerdote Don Mennini andò da Moro ?
«Non ho prove ma probabilmente sì. Il canale vero della Santa Sede era però il cappellano delle carceri attraverso cui si cercò di imbastire una trattativa. E questi gli avevano quasi detto di sì, perché il canale era robusto. Erano più seri, più dentro e più discreti e probabilmente una parte di quelli che tenevano Moro con i soldi ci sarebbero stati. Anzi, sicuramente. E i soldi a Castel Gandolfo c'erano. Li hanno visti, non dico che li hanno contati, ma hanno visto la stanza piena».
L'incontro Craxi-Zaccagnini come fu? Tu c'eri?
«Ero fuori dalla porta, non sono entrato. Era domenica e Zaccagnini chissà perché venne quel giorno, non c'era nessuno. Craxi lo ricevette al Partito. Dovemmo passare dall'entrata posteriore, usare l'ascensore di riserva, perché non c'era il portiere. Zaccagnini era teso, provato.
Parlarono mezz' ora. Craxi illustrò la proposta dello scambio. Questo era il tema. Zaccagnini era andato a sentire, incuriosito e forse desideroso di agire. Quando esce, è commosso, quasi piangente, e quando siamo sulla porta io gli dico: "Tanti auguri e forza, ne usciremo". Gli do del tu, lui mi guarda: "È difficile, difficile".
C'è due giorni dopo un incontro formale. La Segreteria democristiana e la Segreteria socialista si incontrano a piazza del Gesù, stanno chiusi cinque ore anche perché Craxi vuole far vedere ai giornalisti che li tiene stretti, li tiene al tavolo. Finalmente escono tutti. Ma sono rabbuiati, incazzati, preoccupati. Cipellini, il presidente del gruppo Psi del Senato, quasi mi grida che si è rotto e aggiunge: "Dicevano in continuazione 'non si tratta, non si tratta'. E allora io gli ho ricordato la grazia a Moranino! Non vogliono assolutamente nessuno scambio"».
Pci e Psi, conflitto perenne ed eterno?
«C'è l'incontro delle Frattocchie nell'83. Fu un'occasione in cui i due partiti forse potevano recuperare un rapporto. Craxi non voleva farsi attaccare troppo in campagna elettorale, era già stato arrestato quello di Genova, Teardo. Il Pci, passato all'alternativa, non voleva litigare con i socialisti.
Stanno lì una giornata a discutere, fanno colazione insieme alle Frattocchie e durante la pausa poi si mettono a parlare più liberamente. Fanno un comunicato, alla fine, di rilancio del dialogo in cui si dice addirittura, dopo aver denunciato il concentrarsi di attacchi contro le giunte di sinistra: "Alcune delle iniziative giudiziarie in corso non possono non suscitare, in questo quadro, forti dubbi di strumentalizzazione.".
Craxi prende sottobraccio Reichlin e gli sussurra: "Perché non convinci Berlinguer a venire a Milano a trovarmi e lo porto io in giro un paio di giorni e gli faccio vedere come è davvero l'Italia di oggi? Come la gente sta bene, vive, lavora, sfrutta il prossimo, si arricchisce, stanno tutti come papi". Leggevano la società italiana in due modi molto diversi».
Quando morì Berlinguer Craxi come reagì?
«Siamo a Londra, una visita ufficiale alla Thatcher. Verso le dieci, dieci e mezzo di sera torniamo in albergo, nella hall ci sono tutti i giornalisti pronti a bloccare Craxi e lui si mette lì a parlare.
Da pochi giorni c'è stata la rottura sulla Scala mobile. Io me ne vado a letto perché non mi va di stare lì, ma immagino che abbia criticato duramente Berlinguer. Sono a letto, verso mezzanotte mi telefona con la voce strozzata dicendo: "Vieni qui, corri". Corro là pensando che stesse male. È ancora vestito e mi dice "Berlinguer sta per morire, ha avuto un malore mentre faceva un comizio, sto parlando col prefetto di Padova, mi sta richiamando per dirmi come sta.".
Era come impazzito, andava in giro per la stanza con le braccia alzate come un matto. Può darsi fosse anche preoccupato per quegli attacchi, ora sgradevoli. Ma era davvero addolorato, era uno come lui, della sua generazione, che se ne stava andando. Uno con cui aveva combattuto ma che stimava, sentiva dalla stessa parte. Craxi con la morte ha avuto sempre un rapporto difficile, si ritraeva nel giudizio. Anche quando doveva fare una commemorazione, per esempio di Nenni, quasi non riusciva a parlare, commosso e teso pensando al dopo».
I fischi a Verona. Condividesti la frase di Craxi che li rivendicò?
«Tecnicamente ha fatto una fesseria. Ha detto una cosa in cui credeva profondamente, anche con ragioni, che però era del tutto inopportuna. Su questo non c'è dubbio, io non l'avrei detta. Stiamo nella fase più brutta dei rapporti a sinistra. C'è lo scontro sulla Scala mobile, che divide anche la Cgil e quindi il Pci. Una cosa oggi incomprensibile perché poi, nel profondo, il Partito comunista era d'accordo sull'abbassare l'inflazione, come si faceva ad andare avanti col venti, venticinque per cento di aumento del costo della vita?
Era una situazione del Paese che il loro senso di responsabilità nazionale non poteva tollerare alla lunga e che avrebbe colpito i più poveri. Ma era Craxi a proporlo e Craxi era l'avversario. Craxi non avrebbe voluto mai rompere, fino all'ultimo tenta disperatamente di non rompere, non vuole rompere.
Quando, due anni dopo, De Michelis gli porta la legge sulle pensioni, che avrebbe anticipato la riforma di dieci anni dopo, lui non lo aiuta. Sai perché? Perché non vuole tornare a litigare».
Quando è che Craxi capisce con Tangentopoli che è finita?
«Agli inizi degli anni 90 Craxi è sempre meno lucido. I cinque anni dopo il 1987 sono stati per lui anni difficili, soprattutto perché ha scelto di aspettare il suo turno, dopo la Legislatura "riservata" alla Democrazia cristiana. Certo non gli mancavano vitalità, combattività ed anche lucidità ma contemporaneamente aumenta il suo pessimismo "naturaliter".
Lui ha visto il gioco del potere mondiale al di là del sipario: tutto, dentro e fuori, il buono il cattivo. Ed è anche la condizione degli uomini. Allora questa fragilità umana rispetto al potere quasi lo demoralizza, nel senso che lo rende ancora più perplesso, io dico pessimista. Ma dopo il 1992 si sente anche abbandonato e tradito. E questa condizione lo porta a chiudersi ulteriormente; apparentemente è sempre se stesso, il battagliero, il leader che ha capito tutto e tutto domina. Ma dentro di sé ha profonde incertezze. Alla fine perde lucidità di analisi, travolto dagli avvenimenti e anche abbandonato da chi lui credeva più vicino. È la fase finale».
L'autocritica che i socialisti possono fare guardando la loro storia quale è?
«Noi avevamo l'occasione un po' fortunosamente di cambiare il sistema negli anni 80 e non l'abbiamo colta. Perché c'era una fase di decadenza dei due maggiori partiti, soprattutto i comunisti, e nessuno ci ha veramente aiutato a prendere i loro voti, a partire dai preti. Il campo era potenzialmente sgombro e noi avevamo il leader migliore che c'era sulla piazza.
Ed eravamo anche il gruppo dirigente più intelligente e più moderno d'Italia. Ma non avevamo i voti. Alla fine i recinti democristiano e comunista in fondo tengono, anche se ammaccati. Per me il momento decisivo è dopo la crisi del 1987, il punto più alto della confusione democristiana e della autorevolezza di Craxi.
Lui allora doveva avere la forza di dire: "Io sono il bene, questi sono il male. Io sono la nuova Repubblica, l'Italia moderna e ve l'ho dimostrato con il buon governo di quattro anni e questi mi vogliono mandare via". Purtroppo Craxi era innanzitutto un uomo di partito, nato nel partito e incapace di comprendere un'azione, una rivoluzione senza di esso. "Io contro i partiti! E come faccio? È la mia vita il mio partito"». Rinunciò ai voti, ma non a se stesso.
Sinistra DC + PCI --> PD Grandi motori autoinculanti, prima, durante e dopo Moro.
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gloriabourne · 3 years ago
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Forse non co stiamo capendo, se C ispira qualche canzone ad Ermal non ci sta nulla di male, così come la ispirava Silvia che era ovunque nella sua musica. In questo senso ovviamente è normale che ci sia semmai lo ispirasse. Il senso che intendo io riguarda proprio l'avere ognuno la vita propria oltre quella di coppia, cioè, ho sentito, non so se sia vero che Chiara presenzia spesso ad eventi di E, ecc, dove magari si annoia pure visto che nemmeno le interessa la musica e lo spettacolo, ora-
-ora quello che penso io, è che, co sta che qualche volta presenzia anche lei se è il caso, ma da come hanno detto lei è onnipresente, ed è come se Ermal ad esempio andasse tutti i giorni in ufficio con lei, a lavorare con lei, e credo che non sia una cosa sana. Ci sta che qualche volta le due dimensioni si incontrano, ma che lei sta sempre appresso a lui no, magari la musoca, gli eventi, i firmacompe ecc, sono anche momenti suoi che non deve per forza vivere con lei presente, non è sano così
E ammesso che sia vero questo che mi hanno riferito, credo che anche alla gente dia fastidio che va ad un evento per Ermal e si trova anche lei. Fosse una cantante, un' attrice, avrebbe un senso la sua presenza fisica ovunque. Da anche fastidio enorme a na certa trovarla di persona da tutte le parti. Se sta cosa è vera ripeto, non ne ho la certezza, ma se lo fosse, sentirei il fiato sul collo, sia per me pubblico, persona che lo raggiunge,sia per lui che non ha più i suoi spazi e i suoi momenti
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Ragazzi, ma onestamente a voi che vi frega?
Cioè ammettiamo pure che sia così, che lei sia presente ad eventi di Ermal di cui non le importa nulla. Ma a noi dovrebbe fregare qualcosa perché esattamente?
Tu dici che da un fastidio enorme trovarla a questi eventi. Io ti chiedo in tutta onestà: perché?
Premesso che loro hanno iniziato a farsi vedere insieme tipo 6 mesi prima che scoppiasse una pandemia, quindi sarei curiosa di vedere quali sono questi eventi di Ermal in cui avete visto anche Chiara. Praticamente di eventi non ce ne sono stati - escluse rare eccezioni - quindi non capisco.
Ma poi che fastidio vi deve dare? Ci parlate? Non credo.
Anche la vedeste a un firmacopie ad esempio, parlate con Ermal, mica con lei. Quindi la sua presenza che cosa vi cambia?
Concordo sul fatto che non debbano per forza stare sempre insieme, anch'io non capisco molto le coppie così "appiccicate". Ma ognuno vive la relazione come preferisce.
Il fatto che io non riesca a concepire una relazione simile non significa che non si possa avere.
Il dubbio che mi viene però - e non penso nemmeno sia tanto un dubbio - è che il problema non sia il fatto che vivano una relazione che può sembrare con un attaccamento quasi morboso. Il problema evidentemente è Chiara, punto e basta. Se al posto di Chiara ci fosse qualcun altro il problema non ci sarebbe.
Ma poi torno a ripetere che penso siano affari loro e che non ci devono riguardare, anche perché noi con Chiara non abbiamo nulla a che fare e quindi la sua presenza non dovrebbe minimamente toccarci.
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spettriedemoni · 5 years ago
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Non è una gara di velocità è una maratona
Piove ancora nella mia città. Piove da 3 o forse 4 giorni, non lo ricordo per certo. Suppongo sia uno dei problemi della quarantena: perdere la cognizione del tempo.
Sta passando l'entusiasmo che c'era all'inizio, ammesso che "entusiasmo" sia la parola giusta, secondo il quale si poteva cercare di trovare dei lati positivi in questa situazione sempre più pesante. Ci siamo detti che avevamo l'opportunità del telelavoro, dello smart working, delle alternative intelligenti per sfruttare lo stare forzatamente a casa: guardare quei film o quelle serie TV che non siamo riusciti a vedere finora, leggere, scrivere e studiare, magari.
Però arriva un momento che pesa sentirti limitato nella libertà. Senti qualcuno in condominio che litiga con il coniuge o con il vicino. Ti pesa non poter uscire di casa per fare due passi in libertà, per... Per cosa? Beh anche per sentirti "vivo" o semplicemente "libero" di muoverti.
Ci stiamo rendendo conto che il mondo non sente la nostra mancanza, anzi va anche meglio. Qualcuno pubblica valori di inquinamento dell'aria delle grandi città, le foto di Venezia con l'acqua finalmente pulita dopo anni e con i delfini che nuotano per i canali della Serenissima e ci rendiamo conto che al pianeta non importa se l'uomo sopravvive o meno.
Ci stiamo rendendo conto che la strada è ancora lunga, lunghissima. Tutto è già cambiato quindi non possiamo fare altro che accettare il cambiamento e andare avanti e qualcuno sta già cominciando ad avere il fiatone.
Ma questa è una maratona e non una gara di velocità per cui conviene rallentare e conservare le energie perché ce ne serviranno ancora tante.
È il momento di non arrendersi e continuare a leggere, studiare, capire, concentrarsi su se stessi.
Chissà che dopo tutto questo qualcuno di noi non esca fuori con tutto il suo potenziale, finalmente.
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veronica-nardi · 4 years ago
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Tell me what you saw Commento
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Questa è stata la prima serie asiatica puramente thriller che ho visto, e sotto questo punto di vista non mi ha delusa: per sedici episodi sono rimasta incollata davanti allo schermo, a volte ho avuto paura, altre volte ho addirittura pianto.
La serie intrattiene molto bene lo spettatore, la trama è intrigante e il ritmo scorrevolissimo.
Ma come ho detto ieri a @dilebe06, Tell me what you saw è un buon thriller, ma non una buona serie.
I problemi sono diversi:
- La logica. A quanto pare gli sceneggiatori hanno pensato che fosse un opzional e hanno deciso di dimenticarla a casa.
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- Il livello di assurdità. In questa serie accadono cose talmente assurde che in confronto un film di fantascienza è più credibile.
- Il buio. La fotografia a volte è davvero buia, ma il problema è che guarda caso la luce smette di esistere proprio nei momenti di maggior pathos, quando magari l'assassino sta inseguendo la sua vittima. Al che si vede che è fatto apposta per inquietare lo spettatore.
- il super serial killer della serie. Questo villain non mi è piaciuto. È solo un tizio completamente pazzo che si diverte a giocare con le sue vittime. Diventa assassino già in giovanissima età, compie infatti il suo primo assassinio da bambino, e quando ti chiedi il perché, come sia possibile una cosa del genere, la serie ti risponde che devi provare tristezza per lui perché essere un killer è nella sua natura, non può farci niente.
EDIT: ok, siccome sono scema mi ero dimenticata di un pezzo importante: quando la protagonista smentisce questa concezione affermando che a un certo punto entra in gioco la volontà, facendo quindi passare il messaggio che sì, ognuno di noi ha della cattiveria nell'animo, ma poi sta a noi decidere che cosa farne. È una nostra responsabilità.
Grazie @dilebe06
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- L'over power di Oh Hyun-jae. Il protagonista di questa serie è super intelligente, furbo, perspicace, forte, agile, bravissimo a combattere (vince anche contro dieci uomini), ed è capace di scalare i muri e camminare sui tetti degli edifici che al confronto Spiderman non è nessuno. Quest'uomo è Dio.
- L'over power della protagonista. Va bene possedere una buona memoria fotografica e una buona vista, ma il modo in cui Cha Soo-young riesce a cogliere dettagli e particolari è semplicemente assurdo.
- Le forzature di trama. Ce ne sono tante.
- Il numero di psicopatici: uno a puntata. I poliziotti di questa serie non devono catturare dei classici criminali, ma dei veri e propri psicopatici, tizi bipolari e serial killer. Uno o due va bene, ma possibile che in questa città non esistano casi un po' più "normali"?
Più di una volta nel corso della visione sono rimasta basita da ciò che stavo vedendo, ma nonostante tutti questi problemi, come ho detto poco fa, la serie intrattiene molto bene ed è un vero thriller dall'inizio alla fine, con alcuni momenti toccanti e qualche spunto di riflessione.
- Cha Soo-young mi è piaciuta come protagonista. È un personaggio che a livello di scrittura ha dei problemi, come la ripetitività della dinamica di lei che ricorda dettagli, e sopratutto l'assoluto irrealismo di come riesca a trovare l'assassino della madre dopo vent'anni, ma sono cose a cui sono riuscita a passare oltre.
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Innanzitutto mi è piaciuto come non sia una strafiga né nei modi di fare né nel modo di vestire, è quasi anonima, e adoro come abbia sempre risposto a tono a Oh Hyun-jae senza mai sfociare nella maleducazione o arroganza. Mi sono piaciute la sua rabbia, il suo dolore, la sua determinazione, la sua scarsa autostima, tutte cose che l'hanno resa molto umana. Da poliziotta alle prime armi non molto capace e che è entrata nell'arma solo per un motivo egoistico, Cha Soo-young compie una bella evoluzione che la porta ad acquistare fiducia in se stessa, a migliorare come agente, e ad essere contenta di fare la poliziotta per aiutare le persone.
- Oh Hyun-jae è il mio personaggio preferito della serie, perché lo stile di quest'uomo è qualcosa di divino. A parte il suo essere Dio, l'ho preferito nei momenti in cui si è mostrato umano, come quando ha ammesso di provare paura dietro la sua fredda barriera esteriore, o quando ha parlato del dolore e del ritrovare se stessi. Bellissimi poi quei momenti, seppur pochi, in cui è riuscito a mostrarsi empatico, dimostrando di essere un grandissimo e adorabile tsundere.
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- Vendetta o giustizia? Questa domanda mi ha accompagnata durante tutta la serie e l'ho trovata molto interessante. I personaggi sono mossi da vendetta, però sono dei poliziotti, quindi fin dove possono spingersi dando sfogo alla propria rabbia ignorando le regole dell'arma?
- La polizia. Ok, a volte mi è sembrata deficiente per via delle forzature o della logica inesistente, ma il drama mette in campo una questione molto triste, tosta e frustrante: l'organizzazione che talvolta abbandona i poliziotti o li usa come capri espiatori quando le fa più comodo. In questi casi i poliziotti mi fanno molta tristezza: non solo lavorano a ritmi massacranti e rischiano la loro vita ogni giorno, ma devono pure ritrovarsi traditi da quella stessa organizzazione che hanno cercato di proteggere.
Come ha detto giustamente @dilebe06, in questa serie il vero villain sembra la polizia più che il serial killer in questione. Sembra che il killer sia stato usato solamente per mostrarci come si muove la polizia attorno a lui.
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- il direttore Choi. Un personaggio che mi è stato molto antipatico ma che ho trovato scritto molto bene. Ambizioso e disposto a tutto pur di salvaguardare l'organizzazione della polizia, per assurdo l'ho trovato più realistico, sfaccettato, umano e interessante del serial killer.
- Cha Soo-young e Oh Hyun-jae. Il loro rapporto è la cosa che mi è piaciuta di più di tutta la serie. Sono innanzitutto contenta che non sia sfociato in una storia d'amore, e in generale mi piace come la serie riesca a farsi guardare nonostante la mancanza di romance. Un bel rapporto maestro-allieva, ognuno dei due ha qualcosa che serve all'altro, si completano a vicenda. Ho adorato la fiducia che si instaura tra i due, e la parte finale mi ha ricordato tantissimo Memories of the Alhambra.
- il detective Yang. Non gli ho mai dato molta importanza perché non mi sembrava un tipo molto intelligente o con doti particolari. Al confronto, Oh Hyun-jae si ruba tutta la scena. Ma mi ha fatto ricredere, e alla fine si è dimostrato il poliziotto con più buon senso là dentro, nonché un buon amico.
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Quest'uomo meritava di meglio.
- alcune volte è prevedibile quello che sta per succedere, ma devo ammettere che questa serie mi ha regalato due grandi colpi di scena che non mi sarei mai aspettata, sopratutto quello all'episodio sei (SONO ANCORA SCONVOLTA).
Devo però vantarmi per essere riuscita a capire che Hwang Ha-young nascondeva un segreto. Pride.
Punteggio: 7
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miryel89 · 4 years ago
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Un mondo che non mi appartiene più
[ RANT TIME ONLY ITALIAN ]
Dato che non posso farlo da nessun’altra parte perché non sento nessun posto più “mio”, ho deciso che oggi il mio rant lo faccio qui, l’unico luogo dove ancora sento parte della mia anima che vi appartiene: Tumblr.
Io maledico ogni giorno, da due anni, il momento in cui ho deciso di riprendere a pubblicare su EFP. Non a scrivere, sia chiaro, ma a pubblicare e, anzi, più nello specifico, a interagire con la gente su Facebook nei gruppi di scrittura. Se c’è una cosa che mi fa sentire male è sapere che un hobby che mi salva la vita dal resto del mondo che va allo scatafascio – ovvero scrivere, è anche in verità il motivo di maggiore sofferenza. Perché scrivere mi piace, amo farlo e mi fa stare bene, ma le persone sono la cosa peggiore che ti possa capitare quando cerchi di condividere qualcosa che ami, qualcosa che anche gli altri amano fare, ed esce fuori il peggio del peggio dall’anima della gente. Come piccole pustole pronte ad esplodere... e ti inondano della loro merda e ti fanno sentire, chiaramente, schiacciato e debole, uno schifo... e pure la scrittura, alla fine, diventa tutt’altro che piacevole: perché stai male, ti fa male lo stomaco, la testa, il colon, e pure se non vuoi, ci pensi perché se prima, nei momenti tranquilli, pensare alla scrittura era un’ancora a cui aggrapparsi per non annegare, ora pensarci e non avere la stessa sensazione di salvezza è uno schifo, perché significa che non si ha più nulla in cui rifugiarsi. Ci provo a non pensarci, a fare altro, a  dedicarmi ad altre cose che amo fare, ma niente è come scrivere e quello che vorrei è solo tornare a due anni fa, quando me ne strafregavo di tutto, scrivevo il cazzo che mi pareva, non interagivo, avevo quei pochi fedelissimi che mi leggevano e recensivano ed ero felice così. Invece no, ho avuto la brillante idea di inserirmi nei gruppi, iniziare gli scambi e conoscere solo gente che prima ti prende in simpatia e ti ama, poi invece ti tratta come se fossi una strega, solo perché... boh... certi perché hanno deciso, dopo avermi letto, di scrivere sulla mia stessa coppia e allora è diventata automaticamente una competizione, e quindi io sono stata depennata. Ovviamente poi c’è questo atto maturissimo di escluderti dal loro mondo, e fingono pure di non aver mai iniziato a shippare certe cose grazie a te, anche se lo hanno ammesso in recensione ma, ehi, io sono la stronza che ha scatenato tutto tacendo e facendo solo quello che voleva fare: scrivere. Ah e ovviamente ritengo questo fatto immaturo anche da parte mia: lo starci male, intendo.
Poi c’è la gente passivo aggressiva che scrive anch’essa sulla tua stessa coppia, che però è invidiosa, fa il tuo nome nelle recensioni alle sue storie accusando me e i miei lettori di aver escluso tutti; gente di 50anni che non sa vivere, che ha chiaramente dei problemi. E voi direte: certo, e tu ti preoccupi per persone problematiche? Sì, perché le accuse, frecciatine, dispetti e altri cazzi vari del genere fanno male, specie quando devi fingere di ignorare siano rivolti a te ma sai benissimo che è così. Gente che proclama di amarti, ma se finisci sotto ad un treno gioisce. Gente grande quasi il doppio di me che vive nel perenne stagno dell’inadeguatezza, ma non si pone domande su di sé, ma è sempre colpa degli altri e allora la via è essere passivo aggressivi e far sentire male le persone, perché io lo so che ho tanti difetti, ma quello più grande è la sensibilità spropositata e la continua convinzione che tutti ce l’abbiano con me. Ci sto lavorando, ma dubito che a 30anni questo possa cambiare.
Non è giusto che nella vita vera affronto ogni problema con la testa alta, e cerco di risolvere tutto e sono in gradi di parlar chiaro con chiunque e invece in questo mondo di merda io non ci riesco. Resto in disparte, zitta, catalizzo tutto dentro e poi esplodo come oggi, e mi viene una crisi di nervi e quasi mi viene voglia di cancellare tutto, ma non perché voglio fare la vittima, ma per stare meglio: perché sono convinta che se io decidessi di andarmene da FB/EFP e tutto il resto, di certo starei meglio, ma la cosa che mi frena è la paura di non avere più nulla a cui aggrapparmi.
La scrittura è il mio porto sicuro, ma i mezzi che uso per condividerla sono il male, il marcio, e per quanto la community sia piena di persona meravigliose che ho avuto modo di conoscere, dall’altro ci sono questi soggetti del cazzo che non sono capaci a vivere e dunque fanno male agli altri per stare meglio loro e io, di certo, sono un bersaglio ideale per come sono fatta. Cerco di entrare il meno possibile, ma i momenti in cui non lo faccio passo tutto il tempo a pensare a cosa potrebbe essere successo mentre non controllavo i social. O “chissà che cosa ha pubblicato tizio”, senza stare davvero bene senza di esso. Anzi, non avere il controllo mi uccide, certe volte, e da due anni EFP mi fa solo male, pure al fisico: metabolismo cambiato per colpa delle incazzature e ansie, attacchi di panico in doccia, parestesie psicosomatiche che mi facevano cadere per terra... insomma, tante cose. Tantissime cose, più contro che pro e io non riesco a lasciarlo andare. Non ci riesco, anche se mi riprometto che “questa è l’ultima che pubblico, poi sparisco per sempre e mi trovo altro da fare”, perché così la scrittura non è diventata l’obiettivo, ma il mezzo e non ho capito il mezzo per cosa... se non è solo sofferenza, questa, allora cos’è? 
Vorrei sparire per sempre, scrivere questo post anche su FB ma non ne ho né il coraggio né la voglia, non è il mio posto. Vorrei tornare a due anni fa, quando la sera tornavo a casa dal lavoro, mi mettevo a scrivere senza nemmeno pensare a cosa farne, di quelle parole impresse su carta, poi però è successo che EFP è tornato alla mia mente e io sono stata così idiota da cascarci.
Mi sento come un drogato, come uno che è dipendente dalle macchinette per giocare e non va bene. Mi sta per nascere un nipote, pensavo che questo mi avrebbe resa così felice da darmi finalmente un nuovo obiettivo, e invece no...
Voglio sparire per sempre e cancellare Miryel dalla mia vita, e tornare ad essere la persona vera della real life, che affronta tutto senza paura delle conseguenze. Che ti dice le cose come stanno, che non ci gira intorno, che se deve chiudere con qualcuno di tossico lo fa e basta. La vera me sa farlo, Miryel no... ed è chiaro che, a questo punto, Miryel è il problema...
Scusate il rant, ma sto avendo un vero e proprio crollo psicologico e sono certa di aver bisogno di aiuto. Non lo cerco qui, ma già averne parlato mi fa stare meglio...
Miry
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altrovemanonqui · 4 years ago
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Ammesso che io scelga per il mio prossimo futuro l’inutilità che più mi si addice, se mi toccasse d’essere suppellettile almeno sia di una qualità che mi renda felice.
Per esempio.
Non vorrei essere inutile come i cd appesi in auto fino a qualche anno fa. Vi prego, non mi fate inutile come la più inutile delle spezie: il cumino. Come le bottiglie di plastica piene d’acqua sul ciglio delle strade. Vorrei evitare le inutilità dette da certa gente, tipo “non ti fa niente” a chi ha paura dei cani, dei complimenti fatti dai ruffiani, di quell’insulso di Gongolo dei sette nani, dei fazzoletti di alcuni locali mezzi plastificati che si trovano sui tavolini, sono proprio buoni a nulla, idrorepellenti e rigidi peggio dei più inamidati dei centrini.
Non mi fate inutile come un premio di consolazione, come una menzione d’onore, come le pallette di plastica per il bucato, come “metto la sveglia all’alba così ripasso” quando non hai studiato. Come la parte blu nella gomma, come invitarmi a uno spogliarello maschile per la festa della donna. Come i pareri per sentito dire, come guardare l’acqua della pasta per farla bollire. Come le creme snellenti e le diete fat and furious per dimagrire. Come il deodorante senza lavarsi contro il cattivo odore. Come le condoglianze distratte se qualcuno muore, i “fatti forza”, i “passerà”, i “sono sempre i migliori quelli che se ne vanno…” ma in realtà se ne vanno tutti prima o poi, ce l’hanno insegnato Iron Man e Wolverine, i migliori tra i supereroi: se ne vanno i migliori, ce ne andremo anche noi. Io vorrei essere inutile di un’altra inutilità. Come ricordarsi il numero di telefono della prima casa dove hai abitato o il giorno del compleanno del tuo primo innamorato. Inutile come vincere un’amichevole, quando trovi nell’inutile il piacere sottile del dilettevole. Come i vestiti che non metti ma che porti in vacanza, come le castagne matte che tieni in tasca contro l’influenza, come i petali per il m’ama non m’ama, come in un porno cercare la trama, come le lentiggini o come le fossette, come i giorni della settimana ricamati sulle bavette. Come le raccomandazioni agli adolescenti, come il bacio in fronte ai bambini dormienti. Come allungare le bolle di sapone cadute con il detersivo dei piatti, come le fusa dei gatti, come i discorsi dei matti. Inutile come tenere un posto a tavola per chi è andato via. Inutile come una buona madre, ed infine inutile come la poesia.
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falcemartello · 5 years ago
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Congratulazioni ai vincitori, le scelte democratiche degli elettori non si discutono.
Congratulazioni soprattutto al sistema politico locale per aver dato a tutti una lezione di gestione delle proprie “armi”. Ammesso che il fine sia la conservazione del potere in sé e per sé.
Abbiamo assistito ad una prova di grande strategia politica. Strategia fatta di prove sottratte allo sguardo indiscreto dell’elettore. Strategia fatta di dialoghi nei corridoi, nelle stanze lontane dalle telecamere e dai giornalisti, fatta di retro accordi, strette di mano e pianificazioni strategiche e comunicative.
Una strategia politica legittima, che non si racconta, che non piace all’elettore, ma che non è vietata da nulla, si è sempre fatta e sempre si farà.
L’elezione appena conclusa in Emilia Romagna ha avuto indicazione di voto e sostegno:
dal Cardinale e Vescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi in persona;
del Pd, rinato grazie ad un movimento di sardine artatamente quanto, diciamolo, genialmente creato, sostenuto nelle piazze tramite CGIL, ANPI e partito stesso;
di Italia Viva, che ha comunque in alcuni esponenti locali un suo peso in termini di voto;
dei centri sociali, ragazzi che si ritengono portatori del Sacro Verbo, difensori della Libertà e della Democrazia, ma che non sanno ancora nulla della vita, del mondo, delle difficoltà e della politica (con le dovute eccezioni);
dei 5 Stelle, di cui il Pd ha ora riassorbito l’elettorato dissidente, definitivamente fagocitando l’intero movimento, facendo peraltro creder loro di aver contribuito a chissà quale nobile causa.
Senza voler aggiungere altro od altri – anche se ce ne sarebbero – dobbiamo tutti soltanto riconoscere il merito del vincitore. Mi vien, peraltro, quasi da pensare che la diretta conseguenza di questa sparizione, in termini di voti, dei grillini, avrà ora un peso anche sugli equilibri di Governo.
In fondo non esistono praticamente più i 5 Stelle, poverini. Non è che il Pd farà ora valere questo evidente maggior peso politico? Sia in Calabria che in Emilia Romagna i grillini sono spariti infondo, sono spariti in Umbria, stavano già sparendo alle europee, lo si respira, lo si sente, lo si sa, lo sanno loro per primi. Sta a vedere che ora assisteremo ad un Governo sostanzialmente monocolore Pd.
Bhé, due volte bravi quindi. Ammesso, lo ripeto, che il fine sia o debba essere il potere in sé e per sé, perché qui, il bene pubblico, le competenze, le capacità c’entrano zero.
Il muro che il sistema politico locale è riuscito a creare, ha retto alla forza del messaggio politico di due leader, uno soprattutto, monumentale per impegno e dedizione anche in questa campagna elettorale, in grado di parlare alle persone dimenticate, a chi ha i calli sulle mani, a chi è dimenticato dal sistema di potere dei “salottini buoni”. Continuerò, nel mio piccolo, a sperare e lavorare per l’alternanza, nella mia regione, perché le dinastie al potere crollino democraticamente.
Non c’è altra via perché anche questa terra, che mi appare sempre più dinastica, sempre più condannata ad essere gestita da una sola fazione, possa vivere una vera, genuina e sacrosanta alternanza nella gestione delle decisioni, delle scelte, degli indirizzi. Alternanza che però, non dovrebbe aver fine nella mera gestione del potere, ma nell’acquisizione quotidiana del consenso popolare attraverso una sana competizione tra opposte visioni politiche.
Senza mezzucci, senza retrobotteghe, senza chiamata alle armi destinata e sorretta da chi con i partiti ed i presidenti di regione non dovrebbe aver nulla a che fare. Praticamente un sogno ad occhi aperti.
Luca Morini, consigliere comunale Castel San Pietro Terme.
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likelytowritesomestuff · 5 years ago
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‘L’ULTIMA NOTTE SULLA TERRA’
O ‘COME UN ANGELO E UN DEMONE TROVARONO IL MODO DI DICHIARARE IL PROPRIO AMORE E DI FREGARE I RISPETTIVI SUPERIORI’
Salve gente! Vista la buona accoglienza della mia prima fanfiction, ho deciso di pubblicare anche le altre che tenevo nel cassetto computer... E’ ora che vedano la luce: forse questa quarantena qualche lato positivo ce l’ha :-)
Parole: 3782
Fandom: Good Omens
Ineffable Husbands, ambientato nella notte del Sabato della sventata Apocalisse, risoluzione di una lunga slow burn, mutual oblivious pining, menzione del gruppo scultoreo ambiguo a casa di Crowley, dei loro celebri amanti passati, Aziraphale conosce meglio di quanto sembri le canzoni dei Queen, jealous!Crowley
Dicono che le idee migliori vengano quando non ci si pensa troppo. Tutte le grandi invenzioni sono nate quando il rispettivo inventore era impegnato a fare tutt'altro: degli alchimisti medievali cercavano di ottenere l'elisir di lunga vita e invece realizzarono una polvere che avrebbe spento molte vite; Flaming voleva capire da cosa dipendesse il raffreddore e finì per scoprire come fermare in anticipo qualsiasi epidemia (causando il pensionamento di Pestilenza e l’ascesa di Inquinamento) e così via... Fino a Crowley e ad Aziraphale.
Il demone e l'angelo avevano appena sventato l'Apocalisse, non senza difficoltà, temendo in una certa misura quale sarebbe potuta essere la reazione dei rispettivi capi, reazione che però tardava a farsi sentire; ciò aveva dunque spinto i due 'traditori' a passare quella che credevano fosse la loro ultima notte sulla Terra a darsi ai piaceri della vita terrena... Ma andiamo con ordine.
Mancava poco al finire di quel sabato che aveva rischiato di venir ricordato come il giorno dell'Apocalisse: Aziraphale e Crowley si trovavano nell'appartamento di quest'ultimo a consumare la sua riserva di vini pregiati collezionati negli anni. l’angelo era stato poche volte a casa sua e ogni volta non aveva potuto fare a meno di chiedersi perché l'arredamento dovesse essere così minimale: certamente era ordinato e non c'era nulla di sporco, rotto o rovinato (nemmeno le piante presentavano imperfezioni [Aziraphale era al corrente del suo 'metodo' per avere le piante migliori di Londra e se aveva scelto di presentarsi come giardiniere presso la famiglia di Warlock era stato per dimostrare al demone che si potevano ottenere buoni risultati con la gentilezza]), ma non poteva esimersi dal pensare che una piccola libreria non avrebbe sfigurato. E tutti i suoi conseguenti ragionamenti per migliorare l'arredamento arrivavano inevitabilmente a formulare la frase: "Se vivessimo insieme...", che puntualmente poneva fine al suo flusso di pensieri. Guardò il demone che se ne stava stravaccato sul divano a riempirsi per la (aveva perso il conto) volta il bicchiere: anche sotto l'effetto di parecchie bottiglie, Crowley riusciva sempre ad essere estremamente affascinante; prerogativa dei demoni, per indurre meglio in tentazione. Per 6000 anni si era mescolato agli umani, seguendo ogni moda, mutando continuamente il suo aspetto e il proprio nome... Ma per Aziraphale era sempre stato quell'angelo caduto che non smetteva mai di stuzzicarlo con le domande che lo tormentavano dalla Grande Guerra tra gli angeli, che non smetteva mai di stupirsi della capacità degli umani di rubargli il lavoro, se non di mostrarsi più caritatevoli degli stessi angeli...
"Apriamo lo Chardonnay?" propose Crowley.
"No..." rispose Aziraphale puntando un dito avanti e cercando di spostarlo da destra a sinistra: "Prima dobbiamo cercare di capire il significato della profezia!"
Crowley alzò gli occhi al cielo: "Angelo, anche se quella profetessa matta si stesse riferendo a noi due, dubito che troveremo un modo per sfuggire alla nostra punizione!"
Aziraphale quasi sbiancò: "Vuoi dire... Che ci arrendiamo? Così? Dopo aver sventato un'Apocalisse?"
"No... Prima ci facciamo la più gran bevuta della Storia" disse aprendo la bottiglia di Chardonnay e riempiendo prima il bicchiere dell'angelo e poi il suo: "e solo dopo ci arrendiamo!"
Quel giorno non era la prima volta che Crowley cercava consolazione nell'alcool ed ora era una scusa per passare le ultime ore della sua vita terrena con l'unica creatura soprannaturale che aveva vissuto la sua stessa esperienza... Mentre qualche ora fa se ne era servito per piangere la sua scomparsa. Il pensiero che l'indomani sarebbero morti insieme rendeva quasi più allettante il sapersi condannato. Tutto ciò aveva un sapore molto romantico, che li avvicinava a quel genere di storie che Crowley non avrebbe ammesso neanche sotto tortura di guardare [nel 1997 era stato costretto a trasformarsi in serpente in una sala cinematografica spaventando una coppietta colpevole di averlo beccato a piangere per il congelamento di Leonardo Di Caprio). Non ricordava di aver provato un dolore così forte dal lontano giorno in cui aveva perso per sempre la Grazia: ma se gli anni avevano contribuito a sfumare quel ricordo rendendolo meno doloroso, l'ora trascorsa pensando che il suo angelo fosse scomparso era ancora vivida nella sua memoria. E se quella era davvero la loro ultima notte sulla Terra, forse sarebbe stato il caso di rendergli noto che per quanto i suoi gusti in fatto di vestiario e di musica fossero fermi agli anni '50, rimaneva l'angelo più compassionevole e leale alla sua missione come lui non era mai riuscito ad essere.
Avevano appena fatto l'ennesimo brindisi quando l'attenzione di Aziraphale venne catturata da un gruppo scultoreo che quasi stonava con lo stile dell'appartamento.
"Quello è un pezzo nuovo?" chiese alzandosi e incamminandosi traballante verso esso.
"L'ho comprato qualche mese fa..."; biascicò Crowley, di malumore per essere costretto ad alzarsi (e per essere stato interrotto nel suo proposito di parlargli di una certa questione): "Simboleggia il male che trionfa sul bene..."
"... A me sembra che stiano facendo qualcos'altro!"
Come sempre accade quando qualcuno sta bevendo e il suo compagno esprime un pensiero che il primo non avrebbe pensato avrebbe mai potuto concepire, Crowley rischiò di ingozzarsi con il Chardonnay.
"Aziraphale!"
"Mi domando come a TE non sia venuto in mente!"
"Solo perché sono un demone non significa che la mia mente sia occupata da immagini dei sette vizi capitali 24 ore su 24..." rispose Crowley mandando giù il sorso che aveva rischiato di strozzarlo.
Rimase un attimo zitto, per poi mettersi a ridere: "Pensa se dopo tutto quello che è successo oggi, i nostri superiori ci trovassero in una situazione del genere!"
Calò il silenzio. Non volò una mosca (non sarebbe comunque volata perché in casa di Crowley non era mai entrato alcun insetto). Aziraphale lo guardava con gli occhi spalancati, tenendo però con entrambe le mani il bicchiere nel terrore che lo Chardonnay andasse sprecato. In quel lunghissimo attimo di silenzio, Crowley si morse la lingua innumerevoli volte: perché era vero che era sulla strada dell’ubriachezza, ma era sempre riuscito a conservare uno sprazzo di lucidità. Soprattutto quando si ubriacava con Aziraphel.
"Fammi tornare sobrio..."
Crowley era sempre stato bravo a tirarsi fuori dai problemi.
"Dunque, quello che volevo dire è che..."
Era facile stordire di chiacchiere e di domande il proprio interlocutore in modo da potersi dileguare senza troppe difficoltà.
"... Questa è la nostra ultima notte sulla Terra..."
"... Forse..."
"... Ok, al 99%..."
Ma era difficile trovare le parole adatte per qualcosa che si era tenuto dentro per tutto quel tempo e che in quella giornata era venuto lievemente alla luce.
"Il punto è che... Quando ti ho proposto di scappare su Alpha Centauri, quando ho trovato la biblioteca in fiamme..."
"... Mi stai chiedendo di fare sesso?" chiese candidamente Aziraphale dondolando il calice nella mano.
"Cosa?"
Crowley trattenne l'impulso di sprofondare nel pavimento e divenire parte di esso. E ringraziò di avere ancora indosso i suoi occhiali da sole.
"Perdonami, non ero tornato sobrio..."
S’incamminò nella direzione di Crowley, eliminando di due passi la distanza che c'era tra loro.
"... Continua pure, non ti interromperò!"
Crowley deglutì agitato. Ma in nome del Cielo, dell’Inferno e di qualsiasi cosa, oramai era troppo tardi per tornare indietro. Si tolse gli occhiali e lo guardò dritto in quegli occhi azzurri.
"Se davvero questa è la nostra ultima notte sulla Terra, la voglio passare col migliore amico!"
Aziraphale aggrottò le sopracciglia e appoggiò vicino alla scultura incriminata il calice: "Per migliore amico intendi quello della canzone?"
Crowley lo guardò interrogativo, per poi sbarrare gli occhi per la sorpresa: “Te la ricordi?”
"Avrò sentito le canzoni dei Queen innumerevoli volte grazie a te, caro! Ma, tornando a quella canzone... Ci ho pensato spesso e non credo che parli solo di amicizia... Insomma, you're the best friend that I ever had / I've been with you such a long time..."
Crowley sentì una fitta allo stomaco ricordandosi l'ultima volta che aveva sentito quelle parole...
"... You're my sunshine and I want you to know / that my feelings are true…”
… E I battiti del cuore aumentargli mano a mano che s’avvicinava a quella frase.
“... I really love you..."
E colmò delicatamente la distanza rimasta tra loro. Le sue gambe cedettero momentaneamente al contatto con le sue labbra: era come se tutto ciò che ci fosse di buono in lui si stesse risvegliando per venire definitivamente allo scoperto. Per la prima volta in quella lunga serata iniziò a sperare che forse, forse avrebbero davvero trovato un modo per salvarsi.
"6000 anni..."
"...Non è vero che vai veloce..."
"... Oh angelo, fidati: ne è valsa pena!"
Aziraphale d’altro canto si sentiva come se stesse scivolando in un abisso di perdizione, di cui si stava godendo ogni minuto (relativamente parlando, dal momento che Crowley aveva fermato il tempo [per quanto ci avesse scherzato, non era assolutamente dell’idea di farsi beccare dai suoi o dagli altri in quel momento che aveva così tanto desiderato]). Il suo demone stava reagendo alla sensazione di beatitudine che gli dava avere le mani nei suoi capelli, riscoprendo la morbidezza dei capelli angelici (in particolare di quei capelli angelici), quando sentì crescere in sé stesso e nel compagno determinate sensazioni che solitamente precedevano una delle attività preferite dagli umani. Sentiva più caldo di quanto avrebbe dovuto sentirne in quella stagione dell'anno, i suoi vestiti insopportabilmente stretti e una curiosità ancora più accentuata riguardante il corpo di Crowley. Aprì un occhio per vedere da che parte si trovasse la camera da letto e cercò di guidarlo in quella direzione, continuando a baciarlo.
"Mi stai portando in camera?" gli chiese Crowley. I suoi occhi brillavano come quando aveva scoperto cosa aveva fatto della sua spada di fuoco.
"Pensavo che volessi portarmi tu!" rispose innocentemente Aziraphale, ma il tono strideva con la bramosia con cui guardava il suo corpo. Crowley schioccò le dita e si ritrovarono seduti in mezzo al suo letto.
"Sei sicuro di voler cadere in tentazione?" domandò il demone sciogliendogli il cravattino.
L'angelo gli sbottonò il primo bottone della camicia e avvicinò la sua bocca all'orecchio destro.
"So resistere a tutto... Tranne alle tentazioni!"
"Di chi era questa? Oscar Wilde?"
"Tecnicamente gliel'ho suggerita io..."
Sul momento Aziraphale pensò che l'improvviso balzo di Crowley fosse dovuto al fatto di avergli toccato la schiena mentre gli sfilava la camicia: ma la ragione era più dovuta a ciò che per molti è considerato il miglior nutrimento dell'amore.
"Quindi sei stato con Oscar Wilde? Mi avevi detto che non c'era stato niente tra di voi..."
"Ci eravamo appena riconciliati: non volevo rischiare di non vederti per un altro secolo..."
Fin dall'inizio dei tempi, Crowley e Aziraphale erano sempre stati curiosi di capire in prima persona perché gli umani tendevano a compiere tante sciocchezze in nome del sesso e dell'amore, due cose per le quali sia gli angeli che i demoni non avevano grande considerazione [i primi considerano uno inaffidabile se non rivolto a Dio e l'altro disgustoso per tutto ciò che ne conseguiva (nessuna eccezione per qualsiasi tipo), mentre i secondi consideravano entrambi meri strumenti per indurre gli umani in tentazione]. Tuttavia, c'era sempre stata una certa ritrosia a parlare delle proprie esperienze in questo campo, dato il legame per così dire ineffabile che indipendentemente dal loro Accordo sembrava legarli.
"... Non me la sarei presa per così poco!" esclamò Crowley. Poi con un tono leggermente più vago: "... Ce ne sono stati altri?"
Aziraphale distolse lo sguardo. Perché dovevano fare quel discorso proprio adesso?
"Perché tu, non hai avuto... Esperienze?"
Crowley gli rivelò che aveva avuto modo di capire molto presto quanto il sesso fosse importante per gli umani e quanto facile fosse tentarli tramite questo. Troppo facile. Negli anni quest’ultimi avevano trovato dei modi brillanti per complicarsi la vita con esso, così si era lasciato aperta quella finestra per quei momenti in cui si sentiva solo e non ci sarebbe stato lui a fargli compagnia. Aveva tutti i mezzi a sua disposizione per attirare qualcuno nella sua rete ed era un modo di unire l'utile al dilettevole, come nel caso del gentiluomo autrice di un diario pressoché indecifrabile e del cantante di Zanzibar che pensava di non saper scrivere delle buone canzoni.
"... E poco dopo, scrisse una canzone talmente assurda e talmente geniale che nessuno pensò che non sapesse scriverne!" concluse con un sorrisetto soddisfatto ripensando a quel vecchio miracolo.
Più che la lista di amanti più o meno celebri di Crowley, fu quell'ultimo dettaglio a mettere Aziraphale in subbuglio: "Mi sono dichiarato con una canzone scritta da lui?"
"Oh no, quella non è sua, l'ha solo cantata..." lo tranquillizzò Crowley: "Parlò quello che utilizza le frasi ad effetto dette agli ex!" disse prendendolo dentro con tono scherzoso.
Aziraphale sorrise imbarazzato: "Quella gliel'ho suggerita molto prima che... Ci conoscessimo... In senso biblico!"
L'angelo aveva sempre osservato quel fenomeno dall'esterno (accumulando una buona parte di libri sull’argomento), ricevendo nel frattempo numerose proposte 'indecenti' di cui cercava di non vantarsi per l'opinione che la sua parte aveva a riguardo. E avrebbe mantenuto questa condotta se durante un Carnevale a Venezia non avesse incontrato un giovane seduttore che nell'aspetto e nei modi gli ricordava vagamente un demone di sua conoscenza che l'aveva finalmente convinto a sperimentare in prima persona ciò di cui aveva sempre e solo letto. Peccato che man mano che elencava le persone con cui era stato da allora (tutte personalità passate alla storia per le proprie capacità amatorie), vide la preoccupazione manifestarsi sul viso di Crowley .
"... Lo sapevo, non avrei dovuto dirtelo... Adesso penserai che sono difficile da accontentare!"
Non aveva sbagliato. Ma nella mente di Crowley era sorto anche un altro pensiero in seguito a quella rivelazione: "In realtà, stavo pensando a tutto quello che avrai appreso!"
Aziraphale lo guardò. L'aveva fatto. Di nuovo. Il suo demone lo conosceva proprio bene. Vide formarglisi quel sorrisetto soddisfatto che faceva ogni volta che riusciva a cogliere nel segno e decise che gli avrebbe ricordato com'era sentirsi in Paradiso.
Mai come nei minuti che seguirono Crowley temette di invocare il nome di Dio e che Questa si manifestasse nella stanza. Ed era difficile pensare a qualsiasi altra invocazione che non si riferisse a niente di supernaturale come risposta alle sensazioni che lasciava il passaggio dell'angelo. Per anni si era domandato cosa avrebbero potuto provare le pietanze che Aziraphale aveva degustato con gusto e quando l'aveva visto abbassarsi avidamente verso il suo basso ventre, pensò che non l'avrebbe più guardato mangiare con gli stessi occhi. Fu l'ultimo pensiero razionale che riuscì a formulare: doveva immaginarselo che da quel dandy non avrebbe dovuto aspettarsi niente di più lontano dall'eccezionale.
Tutte le volte che Aziraphale era giaciuto con qualcuno, non aveva potuto fare a meno di sentirsi in colpa, non importava quanto soddisfacente fosse stato. Quel fantasma era inevitabilmente comparso anche in quel momento, non appena aveva visto quegli occhi gialli divorare il suo tramite mortale: ma non appena Crowley aveva dimostrato il suo apprezzamento con baci e carezze, si era sentito come un condannato a morte il cui pentimento non avrebbe alleggerito la pena e quindi tanto valeva godersi l’ultima notte di bagordi. E quando sentì cosa sapeva fare con la lingua, ringraziò che il demone fosse stato un serpente e capì perché non era poi così male essere dannati.
 "Vuoi ancora cercare di comprendere la profezia?" chiese Crowley risalendo il corpo di quell'angelo che tentava di riprendersi dal trattamento appena ricevuto.
"La notte è ancora giovane, caro" rispose Aziraphale, infilando una mano fra i suoi capelli rossi. E prima che il demone se ne potesse accorgere, aveva ribaltato le posizioni e ora cercava di impedirgli di protestare con un bacio appassionato.
"Angelo... Stai provando a tentarmi?" domandò dopo essersi riuscito a liberare da quell'attraente morsa.
Aziraphale fece un sorrisetto innocente. Ma 6000 anni di conoscenza erano bastati a Crowley per capire che quella era l'entità soprannaturale meno innocente di tutte.
"Non sarebbe la prima volta: ricordi a Roma" disse avvicinando la mano destra alla vita di Crowley e infilandola dietro la schiena: "quando ti invitai a mangiare le ostriche?"
"Non ricordo se ero più eccitato per la prospettiva di mangiarle con te o... Angelo!"
Crowley spalancò gli occhi e credette di essere andato a fuoco (per la seconda volta in quella lunga giornata) non appena sentì dove Aziraphale aveva intenzione di infilare le dita.
"Continua..." lo invitò l'angelo con voce suadente, per poi tornare momentaneamente ad essere quello di sempre: "... O devo smettere?"
L'unica ragione al mondo per cui Crowley avrebbe potuto ritenere accettabile che Aziraphale smettesse sarebbe stata la comparsa dei loro rispettivi superiori e la loro conseguente cattura... Ma anche in quel caso, prima avrebbero dovuto vedersela con lui.
"... O ero più eccitato per il tuo tentativo di tentarmi..."
La pronuncia del pronome personale fu leggermente più lunga del solito.
"... E di quando ti ho convinto ad andare in Scozia al posto mio?" continuò Aziraphale infilando un altro dito. Crowley fece in modo che il suo corpo lo accogliesse al meglio con un miracolo al volo.
"Non avrei potuto resistere a quegli occhi supplicanti!"
"E di quando..."
Aziraphale fece una pausa, sorridendo per la freschezza di quell'ultimo ricordo.
"... Hai eliminato quella macchia dalla mia giacca..."
"Smettila di tormentarmi ed entra e basta!" esplose Crowley, prendendo con la mano sinistra entrambe le loro erezioni e stringendole.
Aziraphale non se lo fece ripetere due volte: sollevò il bacino di Crowley con entrambe le mani e il demone si aggrappò all'angelo per spingerlo ancora di più dentro di sé. E dopo aver trovato il proprio ritmo, per i successivi minuti, non prevalse la beatitudine o la tentazione. Era qualcosa di... Ineffabile. Tutti quegli anni passati a cercarsi, a farsi regali e favori a vicenda, a trovare scuse per godere della rispettiva compagnia e per farsi salvare li avevano condotti lì, in quell'istante fermato nel tempo. E se la loro storia sarebbe dovuta finire l'indomani, quella storia non avrebbe avuto finale migliore.
 "Crowley..."
"Aziraphale..."
Furono le uniche parole che riuscirono a pronunciare al termine dell'amplesso. Avrebbero potuto far sparire la stanchezza e ricominciare da capo, ma stare abbracciati su quel letto, senza alcuna barriera tra loro era qualcosa che sentivano di voler sperimentare nella loro ultima notte sulla Terra... Ma un piccolo dettaglio era saltato all'orecchio di Crowley e la sua tendenza a fare domande si manifestò anche in quel momento.
"... Angelo, perché hai la mia voce e io la tu..."
Entrambi lanciarono un urlo, allontanandosi per lo spavento.
"C-c-cosa?" balbettò Crowley stupito dapprima per vedere il suo corpo dall'esterno e poi per ritrovarsi in quello dell'angelo. Provò a schioccare le dita per far tornare tutto com'era prima. Niente da fare. Le schioccò di nuovo. Ancora niente. Cosa diavolo era successo?
"Crowley, caro, per l'amor del cielo, calmati!" gli si avvicinò Aziraphale. Era un bello e strano spettacolo sentire quel demone usare quelle parole così estranee al suo vocabolario.
"Come pensi che faccia a calmarmi? Stavamo facendo il sesso migliore che avessimo mai fatto [Crowley ebbe modo di vedere sé stesso abbassare gli occhi sorridendo imbarazzato per la prima volta], quando a un tratto... Puf! Io sono te e tu sei me!"
"Sono sicuro che c'è una spiegazione logica a tutto questo..."
"... E se fosse l'inizio della nostra punizione?”
“... Non può essere...”
“... Ma tecnicamente sarebbe la punizione perfetta: un angelo che si fa tentare e un demone che riacquisisce la Grazia, ma nessuno dei due può andare all'Inferno o in Paradiso..."
"... Dimentichi che non ci è mai pesato restare sulla Terra, anzi..."
Aziraphale vide per la prima volta sé stesso buttarsi a peso morto su un letto.
"Hai ragione, angelo..." sollevò di poco la testa per guardarlo: "... O adesso devo chiamarti demone?"
Aziraphale fece un gesto con la mano per dirgli che non aveva importanza. Rimasero uno seduto e l'altro in piedi in silenzio cercando di capire l'origine di quello strano evento, quando Crowley si rialzò e guardò il suo vecchio corpo appoggiato alla testata del letto (per la prima volta in maniera composta) a pensare.
"Devo dirtelo... Stare nel tuo corpo è come essere una sorta di paladino medievale: coraggioso, gentile, sempre pronto a far la cosa giusta..."
"Grazie... E stare nel tuo è come essere uno di quei eleganti e seducenti avventurieri, così bravi ad adattarsi a qualunque situazione..."
Crowley si avvicinò al suo angelo e lo baciò.
"Magari la chiave per tornare come prima è rifare quello che stavamo facendo..." propose a un certo punto.
"Sarà curioso scoprire com'è a parti invertite!"
Ma avevano appena ricominciato a baciarsi e a stringersi tra loro che al primo tentativo di riprendere fiato s'accorsero di essere ritornati nelle loro originali sembianze.
"Ma che... Adesso ogni volta dovremo trasformarci nell'altro?" sbottò Crowley.
Detestava quando niente e nessuno poteva rispondere alle sue domande. Aziraphale, al contrario, era rimasto fermo, con gli occhi persi nei suoi pensieri.
".. . Crowley, abbiamo trovato il modo di salvarci!"
"Come?"
"Quando tutto sarà finito, dovrete scegliere saggiamente i vostri volti, perchè presto giocherete col fuoco: sta parlando del nostro scambio di corpi!"
Crowley sollevò un sopracciglio.
"Fidati, ho passato la scorsa sera a leggere il suo libro e non c'è una delle sue profezie che ha mancato di dire la verità!"
Passò cinque minuti buoni a fargli esempi di avvenimenti storici che aveva anticipato la profetessa, di cui Crowley ascoltò solo la metà, avendo la mente occupata da un pensiero più assillante.
"Sei sicuro che funzioni?" chiese a un certo punto. Il tono era calmo, ma Aziraphale sentiva trasparire la paura.
"I tramiti acquisiscono le capacità di chi li ospita, le voci sono rimaste le stesse perciò nessuno ci riconoscerà..."
Si fermò e prese il volto spaventato del demone, accarezzandogli una guancia: "Funzionerà. Qualunque cosa abbiano in serbo per noi, non ci toccherà minimamente... Devi solo avere fede... Nella nostra parte!"
Crowley spalancò gli occhi. Aziraphale fu certo di scorgere una lacrima di felicità. Sorrise e lo baciò così appassionatamente da convincere lui e sé stesso che non dubitava nemmeno un momento del loro piano.
Quando tutto sarà finito, dovrete scegliere saggiamente i vostri volti, perchè presto giocherete col fuoco.
Agnes Nutter aveva azzeccato anche il loro destino. Angelo e demone riuscirono a farla ai propri pari e a godere altri 6000 anni e più della reciproca compagnia... Anche se non riuscirono mai a capire a cosa era dovuta quel gran colpo di fortuna che gliel'aveva permesso, limitandosi a classificarlo come il miracolo che gli aveva permesso di stare insieme. E in effetti un miracolo lo era. E faceva parte del Piano Ineffabile.
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pangeanews · 5 years ago
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Che fine ha fatto la stroncatura a D’Avenia? Cancellata! Ecco perché nella cultura italiana il folle, il buffone di corte non è ammesso: al Carnevale preferiscono il carcere dei convenevoli
Un lettore mi contatta via messenger. Vorrei leggere la sua stroncatura a D’Avenia, non la trovo più. Chi cerca trova, rispondo, con idiota balbuzie. Il lettore – come sempre – ha ragione. La stroncatura a D’Avenia è magicamente sparita.
*
Rewind. Era un turgido novembre del 2017. Per Linkiesta, sotto la direzione di Cancellato, curavo la rubrica “Il bastone e la carota” (che non scrivo più per questa ragione). Ogni settimana, stroncavo un libro consigliandone un altro, costruendo, come un anchor man degli inferi e dei derelitti, una specie di idea culturale, di ipotesi altra all’odierna palude del noto – ipotesi, va da sé, contestabile. Quella settimana, mi sono scagliato contro un libro fragorosamente inutile di Alessandro D’Avenia. S’intitola Ogni storia è una storia d’amore. Ripeto, il lettore ha ragione, sempre. Anche in questo caso. Qui potete leggere tutte le stroncature che ho scritto, con rigore e nitore, per Linkiesta. C’è un buco. Tra la settimana del 3 novembre 2017 (battezzavo Origin di Dan Brown) e quella del 17 novembre (me la piglio con le “supposte di saggezza” di Vito Mancuso, radunate in Il bisogno di pensare) c’è un buco. Hanno cancellato la rubrica del 10 novembre, quella che riguarda il libro di D’Avenia.
*
Ricordo che la stroncatura, all’epoca, fece chiasso. Ricordo – così mi dissero dalla redazione de Linkiesta – che D’Avenia, il bravo ragazzo biondochiomato, s’era arrabbiato al punto da far intervenire gli avvocati. Non volevo crederci. Non ci voglio credere. La regola aurea del giornalismo permette a chiunque si senta offeso o colpito di replicare, di avere l’ultima parola. Se D’Avenia ritiene sbagliata in modo sbalorditivo la mia stroncatura, mi dicevo, può rispondere, può dirmi che sono un cretino, un bastardo, un idiota, un mestatore di minchiate per questo e questo motivo. D’Avenia non ha risposto. La stroncatura è magicamente scomparsa.
*
Piccola parentesi sulla stroncatura (mi ripeto). La stroncatura ha senso se: a) chi stronca è più piccolo dello stroncato, se, cioè, la battaglia è tra Davide (lo stroncatore con la fionda) e Golia (lo stroncato invincibile), altrimenti è il solito, vigliacco sfoggio di potenza del forte che gode nel torturare il debole; b) se c’è un terzo garante della correttezza della stroncatura, se, cioè, c’è un patto di lavoro (e non di altri interessi) tra stroncatore e garante/direttore (che protegge lo stroncatore da eventuali ingenuità o pisciatine fuori dal vaso). Insomma, se fondo una rivista per stroncare il prossimo mio ogni veridicità della stroncatura affonda, effonde miasmi d’invidia. Il territorio di duello deve sempre essere neutro. Ecco spiegata la ragione, per altro, per cui su Pangea non scrivo stroncature. Troppo facile. Non amo il facile, è vile.
*
Seconda parentesi (filologicamente folle, diciamo così). La stroncatura non è un esercizio di critica letteraria, per quanto aspro. Non sono Berardinelli, Cortellessa, Marchesini, Onofri, Galaverni, Piccini etc., non ne ho gli studi né il talento. Anche quando appaiono come stroncature, le loro sono sempre riflessioni critiche, verticali, profonde. Lo stroncatore, piuttosto, è il buffone di corte, il jolly nel mazzo, il matto in piazza, il trickster. Lo stroncatore, intendo, inaugura il Carnevale nel mondo delle lettere: denuda il re e lo sculaccia, gli fa le pernacchie in faccia (da qui, il risalire dall’opera alla persona), non lo denigra, lo sputtana. Lo stroncatore mostra la magagna, espone le pudenda, sovverte l’ordine, porta il caos in forma di coriandoli. A cambiare il mondo ci penseranno altri. Ho cercato di inaugurare un piccolo Carnevale nel grigiore delle patrie lettere.
*
Rileggo la stroncatura a D’Avenia, scrittore verso cui non nutro, per altro, alcuna antipatia. Non capisco dove sia l’orrida offesa. Abolire un articolo – retribuito – non è bello, sono i dilemmi del web: ciò che dovrebbe restare come sempiterna testimonianza, può essere abolito con facilità impressionante. Non è bello cancellare un lavoro, abolire un cenno di – pur sinistra e disprezzata – intelligenza. Non è bello censurare i libri, chiudere i giornali e i teatri, scarabocchiare sui quadri. Non è bello annientare un gesto di pensiero senza alcun confronto. Non è bello.
*
Cito un brandello della stroncatura, che tocca aspetti oggettivi del libro di D’Avenia: perché nasconderli, che paura c’è? Perché non mi è possibile scrivere e denunciare che quel libro è ai miei occhi un libro brutto? Non posso dirlo, me lo vieta la legge? “Nel libro l’autore si cita due volte (a pagina 38, L’arte di essere fragili; a pagina 236, “ho scritto il mio terzo romanzo, Ciò che inferno non è”), e che è, manco fosse Giulio Cesare o Alessandro Manzoni… In effetti, le storie non sono propriamente dei racconti – genere letterario che pretende studio e adesione a una pur minima disciplina formale – ma brani teatrali. Ce lo dice, subdolamente, a pagina 315, l’autore stesso: con la “squadra mondadoriana… stiamo progettando la nuova avventura teatrale ispirata a questo libro”. Ergo: esteticamente il libro è fuffa. E… eticamente? Un rosario di ovvietà sull’amore. Dopo la retorica sull’uso smodato del telefonino – “i nostri telefoni spesso ci costringono al basso…” – D’Avenia ci impiatta un pappone pieno di miele fatto di “sempre e solo la bellezza guida il cuore dei poeti”, “la fontana di tutto l’amore è Dio”, “l’amore serve a far la morte amica”, fino a scapicollare nel grottesco: “il suo Oscar eri tu, miglior autrice non protagonista della vostra storia”, così censendo la storia tra Alfred Hitchcock e la moglie Alma. D’Avenia, monsignore dell’editoria, fa due errori. Primo. Scende al livello dei suoi alunni – per lui l’unico lettore possibile è l’alunno, creatura da catechizzare. Cioè, semplifica. Depura… Non aiuta i suoi lettori/alunni a salire l’Everest, a farsi scalfire dalla vertigine. Mette l’Everest in tazzina. Secondo. Non dice il retroscena dell’amore. L’ossessione. Lo smarrimento. Il grido. Eros non è un cesto di cioccolatini, ma una turba di lupi che ti assaltano. Orfeo non è uno che strimpella qualche stornello per la bella perduta, è quello decollato e scuoiato dalle Baccanti. Così, di Kafka D’Avenia non si sogna di raccontare le perversioni sessuali, di Dostoevskij non narra la laida lascivia, di Zelda Fitzgerald non dice le mirabili voglie, né di Pessoa gli assalti di assolata misoginia. Eppure, la letteratura non deterge le convenzioni, è l’anamnesi degli abissi, la catabasi negli inferni del cuore. Non è un marshmallow, ma annegare nella melma, nella merda. È capire perché perdiamo tutto, irrimediabilmente, perché abbiamo quell’insana voglia di dissipare tutto, ora, ardentemente… Ma se la letteratura non è stimmate, ferita, iato, bestemmia, ululato, affronto, rivolta all’ordine costituito dei sentimenti che ci frega? Alla fine, così, il libro si riduce a una ridanciana versione dell’ama il prossimo tuo come te stesso, ripete ciò che sappiamo, che è l’amor che move il sole e l’altre stelle, cioè, detta come la diciamo noi poeti da cavalcavia, che tira più un pelo di f**a che un carro di buoi”.
*
Ha vinto Golia. Nella cultura italiana non c’è spazio per il folle, per il jolly. Al Carnevale si preferisce il carcere dei convenevoli. Che tristezza. (d.b.)
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novellinacipollina · 5 years ago
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....Sbaglio!?
Come vi dicevo ci fu quest'ultima stanza dove siamo state che era spettacolare..ma purtroppo..io e lei da quando in realtà stiamo insieme ( come credo anche sia normale ) litigavamo per vari motivi...ok si io sono gelosa ma in realtà litigavamo quasi sempre per lo stesso motivo perché lei non mi affrontava mai..si faceva andare bene le cose se aveva dei problemi con me evitava di parlarne perche non voleva litigare..per lei l'amore e solo amare forse..boh...mentre a me se mi infastidiva qualcosa lo dicevo...perché io credo sia giusto così...in fondo lei deve conoscere chi sono..come sono..dopo di che essendo io la cattiva della situazione lei si iniziò a fare una brutta idea di me che in realtà non sono....arrivammo ad un limite in un litigio..io presi e la lasciai e me ne andai da lì..ma in realtà non ho mai voluto ciò...quindi tornai subito..e rimasi lì a vedere cosa faceva..a vedere le sue reazioni, volevo delle certezze, delle dimostrazioni..che spesso mi diede inizialmente..ma ho sbagliato..ho avuto determinati comportamenti che hanno portato lei a stancarsi di rincorrermi e cose simili..ma ho ammesso i miei errori..e cercai di migliorarmi, per me stessa..lei invece ammette gli errori..ma continua a commetterli..si chiuse in se stessa e decise che era meglio prendersi del tempo...e se ne andò..mi lasciò..mi abbandonò e mi disse anche di andare avanti..perché lei non si riconosceva più aveva bisogno di tempo per se stessa...andò ad alloggiare con la sua titolare di lavoro..il problema e che io in questa storia come dicevo..ho dato tutta me stessa...misi i soldi con lei quando lavoravo..ed ebbi la disoccupazione fino a quel momento..finché non mi abbandonò..li usammo tutti insieme...ora mi ritrovo senza risparmi sola...a mantenere una macchina che non posso più permettermi..sta volta in casa di mia mamma...senza più la mia indipendenza...COINCIDENZE? Mi chiedono delle amiche...ma io so che lei non è una cattiva persona se no l'avrei mandata a fanculo gia da un po di tempo come ho fatto con tutti...io non voglio vedere il lato brutto come se mi avesse usato...purtroppo il momento e sbagliato e pare fatto apposta...ma in fondo non bisogna guardare ciò...non sono i soldi a fare la felicità..però mi ferisce...poi buttare via così 10 mesi di noi...
Premetto prima di continuare..lei diceva che non sarei stata un peso e che avrei trovato lavoro e poi mo?! io sono a casa di mia mamma ora..dormo su un divano quindi vado a letto quando decidono gli altri cioe quando se ne vanno loro a letto..e devo svegliarmi a causa di questi altri che si svegliano giustamente..non ho la mia privacy...litigo...insomma non è facile..piango continuamente perché non riesco a stare qui..da qui me ne devo andare..peggioro solo la mia situazione di stress...e penso al peggio..ma tornando al discorso...
Lei ora e tornata in po sui suoi passi...vorrebbe ricominciare..ma con più calma..prima dicendo senza vedersi e sentirsi tutti i giorni..ed io penso sia sbagliato..ok non vedersi tutti i giorni.. ma sentirsi?!...il giorno dopo lei dice che vedendomi si scioglie...però allo stesso tempo ha le sue paure..e non riesce.....ma ankio ho le mie paure ora..e se torniamo insieme e lei rivuole il suo tempo da un giorno all'altro e mi rilascia per stare sola? Per me non si ragiona così.....
Beh sta di fatto..che lei sa che sto male qui..che voglio andarmene da qui..sperando di trovare lavoro e andarmene subito..ma sta pensando solo a se stessa..dicendo che vuole ricominciare gradualmente..che possiamo stare insieme anche non convivendo..perché ritiene che sia stato un errore convivere da subito..ma in fondo io potevo cavarmela...e lei che mi ha seguito e di cio ne sono comunque felice..ma ora?...adesso sono io che sbaglio?...purtroppo non riesco ad accettare questa condizione..lei pensa solo a se e non più a noi..sta prendendo una stanza dove dovrà essere vincolata per un anno..quando stava costruendo un futuro con me..volevamo prendere un monolocale...e ora si e sfasciato tutto..io che sto male..e non so più che fare...ormai l'errore e stato fatto all'inizio...non si può tornare indietro..è stato fatto..bisogna solo andare avanti....io penso ancora al noi..io che continuo a cercare monolocali da quando non stiamo insieme..e lei che pensa a se...e dice di voler fare con più calma sta volta...però lei ha tutto e io sono vuota...senza nessuno..la mia famiglia contro..senza lei senza lavoro..senza risparmi..senza niente..confusa oramai...non ritengo giusto buttare 10 mesi e ricominciare da zero così...tornando indietro..non si sistemerà mai cio che si ha sbagliato..ormai e fatta...non ce soluzione all'errore fatto..si può solo imparare da ciò..e andare Avanti...ma cos'è che in realtà sbaglio? Io l'Amo...lei dice di amarmi..ma non la riconosco più com'era prima..sembra un'altra persona..ma non so cosa pensare..so solo che da qui me ne voglio andare.. so che vorrei crearmi un futuro con lei..ma vedere lei che pensa a se stessa...non lo accetto...e sento solo di volermene andare da qui ora....non voglio essere compatita da nessuno...lei non capisce..o forse io sbaglio..ma questa condizione non la ritengo giusta....vorrei ricominciare..se davvero ci amiamo ci riusciamo..se davvero c'è amore..si può ricominciare con calma però insieme..combattendo insieme....
IO CREDO CHE AVREBBE DOVUTO PENSARCI PRIMA E BASTA..ORMAI E TARDI..L'ERRORE È STATO FATTO...INDIETRO NON SI PUO TORNARE..SI PUO SOLO ANDARE AVANTI... questo è ciò che penso..cosa sbaglio realmente?! Vorrei capirlo..
PS..non ho detto ogni dettaglio..ma per lo più il problema attuale che non riesco a capire se sto sbagliando io..
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