#seconda categoria
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Bonnanaro promosso in Seconda categoria
La squadra del Bonnanaro Il Bonnanaro può brindare nel girone E della terza categoria: la vittoria tennistica 6-2 nei confronti del Caniga ha definitivamente aperto le porte del paradiso con ben tre giornate d’anticipo, andando diritta in Seconda categoria, mentre nel girone F il cambio al vertice tra Santa Lucia Sennori e Centro Storico Sassari rende sempre più entusiasmante la volata per la…
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PRIMA PAGINA Nuova Ferrara di Oggi domenica, 22 settembre 2024
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Il mondo si divide in due grandi categorie:
Categoria 1 → "ora esco ci sentiamo quando torno, a dopo"
Categoria 2 → "mica ti abbandono perché sono fuori con i miei amici, ti rispondo comunque"
Ecco, alle persone della seconda categoria, cari miei, vanno mandati i nudini di apprezzamento (proprio quando stanno fuori con gli amici) perché è così che si trattano le persone
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"Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci guardi. A seconda del tipo di sguardo sotto il quale vogliamo vivere, potremmo essere suddivisi in quattro categorie. La prima categoria desidera lo sguardo di un numero infinito di occhi anonimi: in altri termini, desidera lo sguardo di un pubblico. [...] La seconda categoria è composta da quelli che per vivere hanno bisogno dello sguardo di molti occhi a loro conosciuti. [...] C'è poi la terza categoria, la categoria di quelli che hanno bisogno di essere davanti agli occhi della persona amata. [...] E c'è infine una quarta categoria, la più rara, quella di coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti. Sono i sognatori. Ad esempio Franz."
(Milan Kundera, l’insostenibile leggerezza dell’essere)
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Ciascun uomo ha due biografie erotiche. Di solito si parla solo della prima: l'elenco degli amori e degli incontri amorosi. Probabilmente la seconda biografia è più interessante: le molte donne che abbiamo desiderato e che ci sono sfuggite, la dolorosa storia delle possibilità non realizzate.
Ma c’è anche una terza, segreta e inquietante categoria. Quella delle donne con cui non siamo stati capaci di confrontarci, con le quali non abbiamo saputo creare qualcosa in comune. Ci piacevano, noi piacevamo a loro, ma nel contempo capivamo che non potevamo tenerle al nostro fianco perché ci trovavamo al di là di ogni confine.
Milan Kundera - Il libro del riso e dell’oblio
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C'è buon giorno e buongiorno
Riporta il sito online della Treccani:
Come si scrive, Buongiorno oppure Buon giorno (attaccato oppure staccato)? Bisogna distinguere a seconda della categoria grammaticale. Un conto è infatti il trattamento dell’interiezione (il saluto, in buona sostanza), un altro conto è il trattamento grafico del sostantivo. Quando siamo in presenza dell’interiezione, cioè della formula di saluto, possiamo decidere di adottare indifferentemente la forma analitica (buon giorno) o la forma univerbata (scrizione continua: buongiorno): buon giorno, mamma!; buongiorno a tutti! Invece, buongiorno va scritto tutto unito quando ha valore di sostantivo: mai una volta che i miei vicini mi diano il buongiorno!; il buongiorno si vede dal mattino.
Per quanto mi riguarda, se devo scriverlo sulla carta, in una mail o in una chat, uso sempre e rigorosamente il "Buon giorno" per dare il buongiorno a chi mi legge; questa regola l'ho imparata alle scuole elementari e continuo imperterrito a rispettarla; in quanto a riceverlo, il saluto, un "Buon giorno" non lo leggo mai.
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Le elezioni europee sono il mio appuntamento quinquennale con lo scorno politico. Non che io normalmente sia un entusiasta ma per qualche motivo, vuoi il letale mix di respiro internazionale e pochezze locali, vuoi un quorum incompatibile con le mie passioni di nicchia, vuoi per ricordi di ex parlamentari europei comportatisi quasi ineccepibilmente a Bruxelles per poi rovinare anche le aspettative più basse una volta usciti di lì, l'appuntamento con le europee mi mette addosso una mestizia Baudelairiana.
Oltre ad una già discussa impressione di peggioramento qualitativo, si sono uniti gli scambi umani con persone più o meno conosciute, ascrivibili a due macrocategorie:
i nichilisti in attesa di mordere, che sono quelli che buttano lì l'argomento europee come il pescatore da laghetto la pastura, e alla prima ipotesi sul voto anche vaga ti trasmettono con una certa delicatezza che loro non vanno a votare e che tu sei chiaramente un coglione se ci vai
gli indecisi tormentati che si chiedono a vicenda un parere sperando che qualcuno di stimato tiri fuori idee illuminanti e propongono una chat di gruppo fra amici fidati per trovare una strada sensata tergiversando fino alle 22:50 di domenica
Tendo a preferire (e ad appartenere) alla seconda categoria. Ieri l'altro un'amica diceva che sarebbe entrata in cabina guardando la scheda senza fare niente aspettando di essere richiamata dal presidente di seggio, e un po' la capisco.
Poi non è che voglia sovrastimare l'importanza delle europee, ma non è tanto per l'elezione in sé, è più per il suo ruolo di fotografia rappresentativa di un fallimento di ambizioni politico-sociali e di assenza di movimento in quel senso, che non è una novità per nessuno ma vederlo in 4k e in ogni singolo doloroso dettaglio è un passaggio un poco sofferente.
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Riflettevo (e non iniziate a fare battutacce, ogni tanto succede anche a me):
Io, in quanto maschio etero, guardo culi e tette. Io, in quanto maschio etero, se una Donna ha un bel portamento, resto imbambolato, se gli occhi, le labbra, la schiena eccetera eccetera... Che ci volete fare, ho questo pessimo difetto. E ovviamente riporto questo mio aspetto da maschio etero anche su quella che è la schiera di persone che seguo sui social. Però ho anche un cervello che ogni tanto funziona e non fa sempre corto circuito con l'altra testa (sì sì, quella giù in basso) e quindi ho anche il bisogno di recepire delle emozioni dalle persone che seguo, che ammetto candidamente, sono per un buon 90% di sesso femminile. E dunque mi sono ritrovato a suddividere questo stuolo di belle Donne da Social in due grandi categorie: la prima è quella in cui ho messo dentro chi vado a cercare sempre, per leggere i loro pensieri, le disavventure, il sarcasmo, l'amore, le gioie, le loro vittorie, i casini sul lavoro e perché no, anche guardarle, perché ammettiamolo, ce ne sono di Belle da mozzare il fiato. E dico belle nel senso più profondo della parola, non solo estetico. La seconda categoria riguarda quelle che... Oh, non c'è un cazzo da fare, anche volendo cercare nel profondo un minimo di pensiero con una certa logica, andate bene solo per farvi guardate il culo e le tette.
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Sono in un momento particolare della mia vita, un momento che colpisce noi donne... a qualcuna dura meno, per altre si prolunga anche per mesi e mesi. Appartengo alla seconda categoria e credetemi, non è per niente piacevole. Sono diventata irascibile, non mi riconosco, passo in pochi minuti da uno stato d'animo all'altro, piango continuamente e gli attacchi di ansia sono sempre più frequenti. Improvvisamente ho un caldo assurdo, poi dopo due minuti il gelo nelle vene. Mi fa paura tutto e divento una persona intrattabile... mi odio da sola. purtroppo non è facile da capire nè da accettare e credetemi per me è terribile! Ciclicamente si hanno atteggiamenti noiosi e stufevoli, ma credetemi, non si controllano!! È terribile, non si può spiegare!!! Chiedo venia a chi ha provato a sopportarmi!! Sono donna!!!
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SASSARI È LA CITTÀ CON LA MIGLIORE QUALITÀ DELL’ARIA IN ITALIA
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È Sassari la città con l’aria più pulita d’Italia.
Secondo i rilevamenti dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, la città sarda si posiziona al 21esimo posto tra le città europee nella classifica della qualità dell’aria, con una concentrazione media annua di particolato fine (Pm2,5) pari a 6,2 μg/m3; un valore considerato “soddisfacente” per la salute. La seconda città con l’aria più pulita è Livorno (65esimo posto in Europa) seguita da Savona (148esimo posto), Battipaglia (161esimo posto) e Siracusa (167esimo posto). Ventinove città italiane, tra cui Firenze (247esimo posto in classifica), Roma (269esimo posto), Napoli (283esimo posto) e Bologna (292esimo posto), hanno una qualità dell’aria definita “moderata”, con una concentrazione di Pm2,5 tra 10 e 15 μg/m3 di media annua. Nessuna città italiana rientra nella categoria “molto scarsa”, caratterizzata da livelli di Pm2,5 superiori a 25 μg/m3.
All’inizio del 2024, le istituzioni dell’UE hanno raggiunto un accordo su una proposta per aggiornare le direttive dell’Unione per allineare gli standard di qualità dell’aria dei Paesi membri ai livelli guida dell’OMS e contribuire a realizzare gli obiettivi del piano d’azione per l’inquinamento zero. La qualità dell’aria in Europa è in miglioramento nell’ultimo decennio e i dati mostrano gli effetti delle campagne di sensibilizzazione e delle azioni intraprese negli ultimi anni. 13 città europee hanno concentrazioni medie di particolato fine inferiori al livello base stabilito dall’Organizzazione mondiale della sanità di 5 microgrammi per metro cubo di aria. Queste città sono quattro capitali del nord Reykjavik, Tallinn, Stoccolma ed Helsinki e due portoghesi, Faro e Funchal.
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Fonte: Agenzia Europea dell’Ambiente; foto di Sicco CC
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PRIMA PAGINA Gazzetta Di Modena di Oggi venerdì, 23 agosto 2024
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VERMIGLIO
Quando nelle sale cinematografiche uscì “L'albero degli zoccoli" di Ermanno Olmi, Maura Delpero aveva solo tre anni, non so quindi se abbia potuto immaginare che tipo di dibattito pubblico scatenò il film (ricordo solo en passant la polemica sul "leopardo"). Fatto sta che anche "Vermiglio" rientra in quella nutrita categoria di film sul mondo dei tempi andati, di cui l'Italia vanta una nobile e ben nutrita tradizione (a cominciare da Olmi e Pupi Avati). Anche qui, come nel recente "Campo di Battaglia" di Gianni Amelio (ancora nella sale), mentre in quest’ultimo tempo raccontato è quello della Grande Guerra, in Vermiglio siamo nella Seconda guerra mondiale e più o meno siamo anche nella stessa area geografica. In cima ad una montagna nei pressi del paesino di Vermiglio, nella Val di Sole in Trentino, Lucia, Ada e Flavia, figlie femmine della prolifica famiglia Graziadei conducono la loro esistenza fatta di lavoro e poco altro. Il padre, maestro elementare del paese, cerca di inculcare, con rigore e con rassegnata consapevolezza ai propri alunni e ai loro famigliari, che la vita dello spirito ha una parte importante. Piero, un disertore di origine siciliana rifugiatosi nel paese per sfuggire alla guerra, dopo qualche timidissima avances riesce a far breccia nel cuore di Lucia. I due giovani convoleranno presto a nozze e dalla loro unione nascerà un “popo" (in dialetto trentino, un bambino). Ada, la figlia irrequieta e un po' ribelle si rifugia nelle braccia di Agata, donna spregiudicata del paese, mentre un figlio maschio della numerosa famiglia, timido ed indomito, sembra intraprendere una vita di dissoluzione casalinga per via della sua dedizione all'alcol. Ma naturalmente, la tragedia è in agguato e così su Pietro, il bel disertore tornato in Sicilia, si scopre che è già maritato e con moglie siciliana la quale non aspetta di meglio che ucciderlo a sangue freddo (o caldo). Il bambino di Lucia, come prevedibile, finisce in orfanotrofio poiché la ragazza deve andare a lavorare “in città” e fare la serva. Ecco, se a Vermiglio sostituiamo Palosco nella pianura bergamasca e magari alla famiglia Graziadei sostituiamo la famiglia Batistì e, volendo azzardare, se a Lucia e Pietro sostituiamo Maddalena e Stefano, il clima e la temperie che si respira è la stessa. Olmi vinse la Palma d’oro a Cannes per aver portato sullo schermo il mondo dei vinti, tutti coloro che lo hanno fatto dopo sono inesorabilmente condannati ad imitarlo.
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Ciao Papero! Mio parere non richiesto sui cartoni animati (io orgogliosamente cresciuta con Telecapri e reti regionali). Yattaman ok, per gli altri robottoni io non li amavo, però stravedevo per Harlock e Galaxy Express. Le parti violente ci sono ma più discrete che in Ken o nei Cavalieri dello Zodiaco, che ricordo di aver iniziato a 6-7 anni e a posteriori forse era presto. Ricordo che guardavo tutto ma che sotto sotto mi impressionavo. Su tutt'altro genere e di quegli anni meravigliosi ci sono Lamù, Maison Ikkoku, Orange Road, Pollon e il Fantazoo che sono uno spasso anche per i più piccoli. Mi piaceva tanto anche Mila e Shiro che ha fatto appassionare tanti ragazzini alla pallavolo, poi a seconda dei tuoi gusti ci sono Holly e Benji oppure Jenny la tennista. In definitiva, credo che robottoni e anime con toni troppo seriosi o violenti siano da evitare per adesso.
Ciao,
grazie mille per il tuo parere SUPERPREZIOSO, il primo :)
Sì, da due giorni che ci penso, e guardando di nuovo Trider G7, che dovrebbe essere uno dei più "sciapiti" della categoria, mi sono reso conto che forse è meglio aspettare.
C'è pure il discorso della lingua, che se da un lato è ancora presto (ascolta in italiano tutto il giorno, ma comprende veramente poco per ora), dall'altro mi chiedevo se quei dialoghi potevano essere un ulteriore banco di apprendimento, come lo sono in film in tedesco per me, ma considerando tutte le variabili, forse è meglio aspettare i 6/7 anni, avrà un vocabolario migliore e potenzialmente sufficiente per poterli capire.
No, Ken se lo vede da sola se vuole e quando sarà, che io non ce l'ho mai fatta a vederlo 😅.
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Cosa ne pensi del recente scandalo della Ferragni?
Ho due opinioni, che sembrerebbero espresse da 2 persone diverse ma in realtà una non esclude l'altra:
La prima è che dovevamo aspettarcelo, in molti (includo anche me stessa) spesso hanno applaudito alle iniziative benefiche di questi due, ma abbiamo dimenticato di che categoria di persone fanno parte, e diciamo che adesso sta uscendo fuori l'ovvio
La seconda è che la destra non aspettava altro e ci sta volutamente marciando sopra, ma hanno dimenticato che loro essendo al governo avrebbero altre priorità, e sono anche più squallidi dei ferragnez che fingono beneficienza
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Oggi rispondiamo alla domanda "a che gioco stiamo giocando", con the Shadow Theater, board game per due giocatori che ci permetterà di rivivere la leggenda cinese del re scimmia, gioco dalle grafiche e componenti meravigliosi che abbiamo scoperto assieme domenica scorsa e che per tutti questi elementi non potevo lasciare su sugli scaffali delle novità di Hirtemis, ma solo oggi scopriremo effettivamente com'è questo gioco da tavolo.
The Shadow Theatre è un gioco da tavolo che appartiene da una categoria che io apprezzo in maniera particolare quelli che hanno un game design immediato, asciutto ed estremamente chiaro sin dalla prima lettura del manuale, ma nonostante ciò durante le primissime partite, non ho trovato il gioco particolarmente affascinante. Questo giudizio, però, è figlio del consiglio che vi dà il regolamento,m per giocare le prime partite, ovvero eliminare un aspetto fondamentale del gioco: le tessere pergamena.
Il game design di the Shadow Theater prevede un'azione obbligatoria durante il nostro turno da scegliere tra due ed una opzionale da svolgere ad inizio turno; un'azione ci consentirà di ritirare tutte le scimmie da un singolo luogo, l'altra invece ci consentirà di piazzare quelle che abbiamo nella nostra riserva in un luogo ed ottenerne i benefici specifici, con l'azione opzionale potremmo adoperare le carte arma dei drago, se le abbiamo; a seconda dei luoghi le azioni ci consentiranno d avere le risorse che ci consentiranno di fare punti e vincere i round. La partita si conclude al meglio dei tre round! In questa maniera, però, i round risultano abbastanza piatti, ripetitivi, senza particolare mordente, cosa che cambia totalmente con l'uso delle tessere pergamena, elemento di game design che introduce varietà, imprevedibilità: le tessere pergamena cambieranno le regole del gioco durante il round oppure nel calcolo del punteggio e verranno sostitute round dopo round con tessere nuove dando la possibilità ai giocatori di cambiare strategia.
The Shadow Theater è un board game che va giudicato a partire dalla versione completa, non lasciandosi ingannare dalla versione didattica che consiglia il manuale, e che vi conquisterà con le sue due versioni avanzate. Nelle versioni avanzate la vittoria della partita si otterrà sommando il punteggio dei singoli round aggiungendo bonus specifici a seconda del round vinto, se questo cambiamento di game design rende The Shadow Theater un board game diverso, permettendo strategie di lungo termine, è la gestione delle tessere pergamena che ne cambia ancora una volta l'aspetto: nella prima versione a partire dal secondo round potremo scegliere una nuova tessera, che si aggiungerà alla precedente, combinando le due avremo un'evoluzione delle strategie sul tavolo. Nella terza versione invece potremo anche gestire tutto ciò, perché potremo scegliere 3 fra 5 tessere e decidere turno dopo turno quale scoprire per affiancare le altre ottenendo nuove possibilità!
The Shadow Theater è un board Game per due giocatori con una durata stimata di 30 minuti a partita consigliato da 10 anni in su creato da Cédric Lefebvre e Florian Sirieix, con le illustrazioni di Julien Rico edito in Italia da Asmodee Italia!
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Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci guardi. A seconda del tipo di sguardo sotto il quale vogliamo vivere, potremmo essere suddivisi in quattro categorie. La prima categoria desidera lo sguardo di un numero infinito di occhi anonimi […] La seconda categoria è composta da quelli che per vivere hanno bisogno dello sguardo di molti occhi a loro conosciuti […] C’è poi la terza categoria, la categoria di quelli che hanno bisogno di essere davanti agli occhi della persona amata […] E c’è infine una quarta categoria, la più rara, quella di coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti. Sono i sognatori.
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Milan Kundera
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