#se sei scemo
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omarfor-orchestra · 2 years ago
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Mi fa ridere Marghe che è già amicissima di tuttə
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raccontidialiantis · 17 days ago
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Prepotente e sfacciato
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"Silvana, ti mando questo messaggio perché non ce la faccio più. Io penso, anzi: sono sicuro che tu segretamente nel letto ti tocchi pensando a me. Certo: fai la sostenuta, davanti agli altri che ballano sulla pista impegnati nella danza. Vieni a scuola di ballo due volte a settimana. T'accompagna tuo marito. Lui non balla, ma stranamente t'ha chiesto di vestirti sempre più provocante."
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"Da quella prima volta, dalla sera in cui ha visto come ballavamo insieme, ma persino lui ha capito che ti desidero, che ti stringo come se volessi portarti a letto subito. E ha percepito che tu rispondi al mio corpo. Infatti, per ballare ormai, come partner per la lezione cerchi sempre e solo me. Anche se gli dici che ti sto sulle palle e che ti stringo troppo. Però quando arrivi, i tuoi occhi cercano immediatamente i miei. E per ballare i lenti, il tango, la kizomba, la milonga, non so perché ma mi porti sempre lontano da lui."
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"Così da frapporre molte altre coppie tra noi e il suo sguardo. Da poco hai iniziato anche a respirarmi roca nell'orecchio. Mi sussurri che ti sto soffocando, però quella che si stringe… sei tu! Vuoi farmi morire di passione. Ti devo avere. Dimmi tu quando. Ti voglio. Così smetterai di toccarti sognando che io ti possieda e potremo darci al più grande e proibito dei piaceri. Non preoccuparti troppo di tuo marito: è chiarissimo ormai che lui desidera che io ti scopi. E anche tu non vedi l'ora: confessa."
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"Antonio, ma... sei completamente impazzito? Solo perché metto minigonne plissè, calze velate e camicette di tulle trasparenti nere o bianche senza sotto il reggiseno, non vuol dire che tu mi piaccia e che voglia stimolare la tua libidine. Poi, sai che sono sposata e ho un bambino: non scordarlo. Certo, mio marito non mi tocca spesso. Anzi: è mesi che non mi sfiora. Oddio, ti sto facendo delle confidenze forse troppo intime… scusami!"
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"Dovrei essere offesa dalle tue parole, però! Ma... insomma, per chi mi hai presa? Comunque, a dirla tutta, in fondo sono lusingata dalle tue attenzioni di maschio. Questo si, te lo confesso. Al massimo, ma solo per ringraziarti dell'attenzione e siccome non sono una persona maleducata, ti dico che possiamo prendere insieme un caffè. Solo un caffè rapido. Domani: nel primissimo pomeriggio, subito dopo mezzogiorno. Lui è al lavoro e il bimbo ancora all'asilo, dove mangia anche."
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"Ma poi guarda che massimo alle due devo correre a prenderlo. Ti va bene? Capisco che ti fa piacere, perciò verrò vestita… da ballo. Indosserò anche scarpe tacco dodici. Così, dai: potrai finalmente vedermi in tutta la mia... prorompente femminilità! Ti piacerò ancor di più. Oh, Signore! Ma che mi fai dire... Però so anche che di sicuro non ne approfitterai, da gentiluomo quale sei. Ripeto: solo un caffè, ok? Allora, vengo a casa tua?"
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"Si. Ti aspetto già da adesso. Ti mando l'indirizzo e preparerò il miglior caffè. Il miele ce lo metteranno i tuoi occhi. E la tua voce sarà la musica di sottofondo. Non vedo l'ora. Così domani sera i nostri balli saranno più armonici e fluidi, non credi?"
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"Ah, ah: che scemo! Inizi a non starmi più così tanto sulle palle… Ci vediamo domani. Però… per favore non farne parola con nessuno: sai, potrei morire dall'imbarazzo. Una signora per bene che prende un caffè a casa di un separato più giovane… Potrebbero pensare chissà cosa…"
"Tranquilla. Sono un gentiluomo. Baci."
"Un bacio a te. A domani."
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RDA
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scritti-di-aliantis · 2 months ago
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Ti osservo, ti studio, ti desidero: sei bella come una dea. Vorrei solo sapere che cosa aspetti ancora a buttarti tra le mie braccia! Non capìsco se sei più orgogliosa o se invece ti vergogni, se ti senti in imbarazzo. Magari può iniziare tutto con un tuo semplice: "ciao, scemo!" e sfonderai una porta aperta, vedrai. Aperta solo per te.
Aliantis
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naomullen · 8 months ago
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He's so silly, I love him so much 🤓🐤
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😎 Barcelona 2024 | 📷 rammstein_lifad_colombia
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der-papero · 6 months ago
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Oh, questo non era affatto banale, @hope-now-and-live (grassie grassie), quindi partecipo volentieri.
Preferiresti...
1) ...passare il resto della tua vita con qualcuno che ami, o qualcuno che ti ama?
Guarda, fino a 4 mesi fa non avrei saputo scegliere, ma oggi ti dico qualcuno che amo e la accendo.
2) ...perdere tutti i soldi per cui hai lavorato una vita, o tutti i tuoi ricordi?
perdere i miei ricordi, quelli hai ancora una vita per fartene altri, ma rifarsi i soldi sono bei cazzi
3) ...guardare solo film e serie brutti per il resto della tua vita, o non guardare nessun film/serie?
non guardare nessun film/serie
4) ...dare un giro nel tuo futuro, o tornare indietro per cambiare qualcosa del tuo passato?
indietro per cambiare qualcosa del mio passato, ma non per dimenticarlo, ma solo per riparare un torto che ho fatto e del quale non ho mai smesso di vergognarmi
5) ...vivere in una casa grande e lussuosa con un partner odioso, o da solo in un monolocale modesto?
da solo in un monolocale modesto
6) ...essere conosciuto come "quello brutto", o come "quello scemo"?
quello brutto
7) ... avere una sindrome che ti costringe a dire sempre bugie, o a dire sempre la verità?
a dire sempre la verità, ma non perché io sia una persona corretta o dotata di chissà quale morale, ma perché la verità può essere raccontata in maniera ambigua e parziale, quindi nascondendola pur lasciandola nel suo stato di verità, ma se menti sempre sei fottuto :)
Questo è il post perfetto per @neltempodiuncaffe ❤️
E taggo come sempre e piace a me le new entries :) @apettaa @animaspoglia @moglichkeiten @umanitacriptica @caffebruciato
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dramasetter · 3 months ago
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Ci sono due tizi seduti a un bar nel cuore selvaggio dell’Alaska. Uno è credente, l’altro è ateo, e stanno discutendo l’esistenza di Dio con quella foga tutta speciale che viene fuori dopo la quarta birra.
L’ateo dice: "Guarda che ho le mie buone ragioni per non credere in Dio. Ne so qualcosa anch’io di Dio e della preghiera. Appena un mese fa mi sono lasciato sorprendere da quella spaventosa tormenta di neve lontano dall’accampamento, non vedevo niente, non sapevo più dov’ero, c’erano quarantacinque gradi sottozero e così ho fatto un tentativo: mi sono inginocchiato nella neve e ho urlato: «Dio, sempre ammesso che Tu esista, mi sono perso nella tormenta e morirò se non mi aiuti!»
A quel punto il credente guarda l’ateo confuso: "Allora non hai più scuse per non credere," dice. "Sei qui vivo e vegeto."
L’ateo sbuffa come se il credente fosse uno scemo integrale: "non è successo un bel niente, a parte il fatto che due eschimesi di passaggio mi hanno indicato la strada dell’accampamento.
David foster wallace
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ma-come-mai · 1 year ago
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Caro Burioni,
io non ce l'ho con te. O meglio, ti considero un imbarazzante e goffo gavettone di bile, tuttavia non te ne faccio una colpa: è la tua natura.
Non potrei mai chiederti di essere altro perché renderti ridicolo e insopportabile allo stesso tempo è una caratteristica inscritta nel tuo DNA.
A non poter davvero essere perdonati sono coloro che ti hanno mostrato all'Italia come un luminare della scienza, come un paladino della ragione e addirittura come un arguto commentatore.
Sto parlando del maleodorante circo mediatico che per almeno due anni ti ha invitato, idolatrato, messo sotto le luci della ribalta.
Quanto ti è piaciuto godere delle prime serate e degli inviti prestigiosi? Quanto ti sono piaciute le risate di plastica che echeggiavano negli studi televisivi ad ogni tua battuta contro i non inoculati? E gli applausi, le strette di mano, gli editoriali, le copertine... Che sogno, eh?
Ma il problema, ripeto, non sei tu. Il problema vero, il più grande che abbiamo in Italia, è rappresentato dai giornalisti e dai conduttori che hanno innalzato la tua pochezza ponendola su di un piedistallo e costringendo tutta Italia a guardarla.
Sono loro, non tu, a doversi andare a nascondere. E se ciò accadesse, tu potresti davvero gironzolare dove ti pare. Perché se non avessimo la peggiore classe giornalistica del mondo, uno come te farebbe solo ciò per cui è nato: lo scemo del villaggio.
Matteo Brandi
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canesenzafissadimora · 10 months ago
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Che bello avere
qualcuno vicino a te
nel letto.
Che quando sente
che ti giri.
E ti rigiri.
E ti rigiri ancora.
Quando sente
che sei tu contro la notte.
Contro i pensieri.
Che ci provi.
A chiuderli
quei maledetti occhi.
E non ce la fai.
E dopo un po’ ti chiede: tutto bene?
E tu rispondi sì.
Ma lui mica ci crede.
Quel qualcuno
non è mica scemo.
E tu gli dici: dormi non ti preoccupare.
E lui risponde: vieni qui che ti abbraccio.
E poi ti abbraccia.
E ti sente.
E ti incontra.
E di due corpi.
Se ne fa una solo.
Ecco, pensavo io.
Ma quant’è bella questa cosa qua.
E forse a qualcuno
potrà sembrare
così scontato.
Così normale.
E invece no.
Non lo è.
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Andrew Faber
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sciatu · 3 months ago
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Gegè entrò in casa stanco morto. Si levò le scarpe (se no Mimì si sarebbe incazzata), appese il giubbotto tutto umidiccio per la pioggia imminente ed entrò in cucina. “ciao” Disse sconsolato e senza alcuna forza si sedette al suo posto mettendo il pane appena comprato nel centro della tavola. “Ti sei lavato le mani” Chiese Mimì che stava spadellando sulla cucina. “si si - Rispose lui che non aveva voglia di rialzarsi – cosa si mangia?” Chiese con lo stomaco che gorgogliava “Oggi ho cucinato io …. – fece orgogliosa Mimì, la cui esperienza più alta come cuoca era stata l’acqua messa a bollire per la pasta – ho fatto il merluzzo alla ghiotta” Gegè inghiotti amaro. Non bastavano le dodici ore di lavoro, la giornata ‘cupusa con le colline introno a Messina piene di nubi grigie e cupe, la pioggerellina sottile che a scrosci bagnava le strade e rendeva brillanti e scivolosi i marciapiedi delle strade. Ora ci voleva uno dei famosi piatti di Mimì che era capace di bruciare anche l’acqua quando la metteva a bollire “Ahh – fece con falsa gioia e capendo che commentando l’abilità culinaria della moglie avrebbe scatenato una sciarra senza fine aggiunse rassegnato – che bello … e che cosa hai preparato?” ��Ho fatto il merluzzo alla ghiotta !! – rispose Mimì orgogliosamente – ho messo il merluzzo in padella, ho aggiunto l’olio, i capperi, le olive e appena è incominciato a cuocere l’ho bagnato con un bicchiere abbondante di vino bianco. Ho lasciato andare e poi ho messo il pomodoro e infine il prezzemolo” E con orgoglio, gli mise davanti un piatto abbondante con i filetti di merluzzo affondati in un brodetto di pomodoro” Gegè l’osservò diffidente. Non c’erano segni di cose strane, come le spezie di curcuma, curry e pepe rosa che una volta Mimì aveva messo in abbondanza in un uovo al tegamino rendendolo immangiabile. Con la punta della forchetta toccò il brodo e se la portò alla bocca per capire se al suo solito aveva versato su tutto un cucchiaio di sale, rendendo tutto orrendo come raggia. Si sorprese: il sale era giusto e il gusto era buono. Spezzò un pezzetto di pane e lo immerse nel brodo e quando il pane fu ben ammorbidito dal sugo lo mangiò in un attimo. Era buonissimo. Si sentiva il vino, un bianco secco, e il sentore marino dei capperi. Prese un’oliva con la forchetta e la mangiò. Sentì il gusto amarognolo addolcito dal sugo. L’oliva si sciolse in bocca lasciandogli il palato vellutato e pieno del suo gusto. Spezzò ancora il pane e ne immerse un boccone nel sugo, prendendo con la forchetta un pezzo di pesce e con entrambi si riempì la bocca. Masticò con soddisfazione e ripeté la doppia imboccata ripetutamente, sentendo sotto i denti il sapore delicato del pesce e quello croccante del pane inzuppato dal sughetto dolce e caldo. L’umidità che sentiva nelle spalle scomparve e la stanchezza rallentò. Si riempi il bicchiere con il vino bianco che Mimì aveva usato per cucinare il pesce. Il vino scese freddo e fruttato in gola, liberandola dal sapore dolce e mieloso del pesce e del sugo, spingendo i rimasugli del pane sparsi in bocca e in gola, giù giù nello stomaco, dove l’alcool del vino si diffuse immediatamente dandogli una sensazione di leggerezza e soddisfazione. Guardò Mimì che osservava stupita la fame con cui mangiava. Incontrò i suoi occhi con il suo sguardo e gli chiese “allora, ti è piaciuto?” “si – rispose pronto – bravissima” Poi prese il bicchiere con ancora un sorso di vino, e lo alzò verso di lei “alla più bella cuoca che ho mai conosciuto” “Scemo” rispose lei sorridendo e arrossendo. Lui inghiottì il vino e restò a guardare il rossore delle sue gote “Ti amo” Disse alla fine, forse per colpa del vino o dello stomaco pieno e caldo. Lei sorrise e abbassò lo sguardo perché si era commossa. Da allora, quando voleva dirgli che l’amava, gli faceva sempre il pesce alla ghiotta.
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carmen35 · 4 months ago
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Che bello avere qualcuno vicino a te
nel letto.
Che quando sente che ti giri e ti rigiri
ancora, quando sente che sei tu contro
la notte, contro i pensieri, che ci provi
a chiuderli quei maledetti occhi e non
ce la fai e dopo un pò ti chiede:
"Tutto bene?" e tu rispondi..."Sì".
Ma lui mica ci crede...
Quel qualcuno non è mica scemo.
E tu gli dici: "Dormi, non preoccuparti".
E lui risponde: "Vieni qui, che ti abbraccio".
E poi ti abbraccia e ti sente e ti incontra;
e di due corpi se ne fa uno solo.
Ecco, pensavo, ma quant'è bella questa
cosa qua.
E forse a qualcuno potrà sembrare così
scontato, così normale...
E invece no. Non lo è.
A. Faber
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naomullen · 8 months ago
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Silly pulcino 🐤
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😎☔️ Barcelona 2024 | 🎥 dropkicknic13
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be-appy-71 · 9 months ago
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Che bello avere qualcuno vicino a te nel letto.
Che quando sente che ti giri, e ti rigiri e ti rigiri ancora, quando sente che sei tu contro la notte,
contro i pensieri, che ci provi a chiuderli quei maledetti occhi e non ce la fai e dopo un po’ ti chiede:
tutto bene? E tu rispondi sì. Ma lui mica ci crede.
Quel qualcuno non è mica scemo.
E tu gli dici: dormi non ti preoccupare.
E lui risponde: vieni qui che ti abbraccio.
E poi ti abbraccia, e ti sente, e ti incontra,
e di due corpi se ne fa una solo.
Ecco, pensavo io, ma quant’è bella questa cosa qua.
E forse a qualcuno potrà sembrare così scontato,
così normale. E invece no. Non lo è... ♠️🔥
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raccontidialiantis · 3 months ago
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Ti scrivo: “preparati e vieni qui”
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Mi devi obbedire. Ricorda sempre che tu sei un semplice strumento di voluttà, per me. Quando ti contatto, qualsiasi cosa tu stia facendo tu trova una scusa e corri a casa mia: siamo vicini di pianerottolo, dopotutto. Perché devi essere sempre pronta per me. E appena arrivi, dovrai disporti subito nella posizione più opportuna, per offrirmi rapidamente qualsiasi parte del corpo io ti chieda per ottenere il mio egoistico piacere.
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Se ti ordino di aprirti, tu ti apri: culo o fica. E accetti il mio membro in corpo senza fare un fiato. Se ti comando di succhiare, tu senza protestare apri la bocca e ti ci infili il mio uccello. Slingui, succhi, giochi e poi vai fino in fondo, mi lecchi a lungo palle e asta. Infine da brava troia anziana, avida e golosa di cazzo, mi fai sborrare nella tua gola. Devi ingoiare il mio seme: tutto e senza fiatare. Non scordare mai che dovrai farmi sempre provare il massimo del piacere, da brava schiava.
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Non tollererò una tua performance senza passione. Mi devi far capire in ogni momento che mi adori e che decisamente non puoi stare senza il mio cazzo. Devi ringraziarmi se ti do attenzione, se ti elargisco le mie carezze e se ti trovo sufficientemente attraente per i miei gusti di maschio molto schizzinoso. No: non ho tempo di stare a sentire le tue storie di casalinga frustrata e moglie repressa, da anni non più degnata di uno sguardo carico di libidine da parte di un marito spento.
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Non voglio sapere dei sacrifici che fai da anni, dei rospi che ti fa ingoiare tua suocera, dei figli difficili da gestire, delle difficoltà economiche. Da te voglio solo sesso. Tanto e coinvolgente. Solo dopo che avrò goduto a sufficienza, potrai aprire quella porta e tornartene a casa tua. Devi essere sempre pronta a toglierti slip e reggiseno con rapidità, quando vieni da me. Vesti comode, mi raccomando: sempre.
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Solo queste cose sono importanti. Non mi interessano i tuoi gusti in fatto di arte, musica, cinema o il fatto che tu malgrado tutto sia impegnata socialmente e faccia del bene a molte persone. Tutte cose lodevoli, per carità. Ma di te apprezzo solo i lavori di bocca, il culo, la fica e soprattutto le tue incredibili mammelle un po’ morbide. Che adoro letteralmente: faccio l’amore con te soprattutto per loro! Certo: poi adoro riempirti di sborra e sentire che ti piace prendere il mio cazzo in corpo. Corpo che comunque tu ti lavi, profuma sempre di ragù e spray per i vetri. Ti adoro.
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Oh, le tue tette, poi! Mi fanno impazzire, col loro odore, con quel benedetto sapore di casalinga trascurata, perciò vogliosa di membro maschile e le tue areole marrone scuro, grandi e un po’ slabbrate. E i capezzoloni larghi e alti… Mi ricordi madame Mireille, una donna separata di mezz’età da cui avevo affittato una stanza quando ero ragazzo e studiavo a Nantes. Una vecchia puttana francese che dopo tante mie velate proposte, subito diventate dichiarate insistenze verbali e infine dopo aver subito un mio vero e proprio assalto fisico, aveva finalmente ceduto e preso a godere del mio uccello sempre a caccia di fregna, perennemente duro e giovane.
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Dopo averlo provato la prima volta, ogni giorno non vedeva l’ora che tornassi a casa. Con lei mi intrattenevo piacevolmente, nelle altrimenti noiose serate invernali. Come iniziò, mi chiedi? Be’, Mireille era una persona pulita, una donna cattolica di sani principi. Integerrima ex segretaria d’azienda in pensione. Molto morigerata: solo casa, spesa e chiesa. Sin dal mio arrivo lei fu molto contenta di avermi attorno: arrotondava così la pensione e aveva finalmente qualcuno di cui prendersi cura e con cui scambiare due chiacchiere. Però io, perfido e sempre affamato di passera, l’avevo fatta immediatamente diventare piena di mille scrupoli.
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Arrossiva sempre, quando senza mezzi termini le dicevo che era una bella topa e che mi piaceva veramente tanto. Però, anche se sorridendo e gongolando tra sé mi diceva “smettila scemo”, da quando aveva in casa un giovane impegnato in qualche misura a dedicarle delle attenzioni di natura sessuale, prese comunque a truccarsi e curarsi molto di più. Odorava di pulito e usava un profumo di classe.
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La desideravo sempre più, malgrado l’enorme differenza d’età. Un pomeriggio in cui avevo proprio una voglia incredibile di svuotarmi dentro di lei e fuori nevicava da fine del mondo, le andai dietro, le bloccai la vita con un braccio, infilai direttamente la mano sotto la gonna e a seguire un dito nel culo. Era ora che si sbloccasse la situazione, tra noi due. E alle brutte al massimo avrei rimediato uno sberlone. Ero però sicuro che avrebbe ceduto immediatamente.
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Sentendo il suo culo improvvisamente violato, si fece rossa come un tizzone e sgranò gli occhi. Come osa questo sbarbatello… che non smetta mai, però: anzi… Per tre secondi rimase paralizzata e indecisa sul comportamento da tenere. Io, cattivissimo, insistevo a fotterla col dito medio infilato nel suo culo fino in fondo. Si decise e optò per godersela.
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In quel brevissimo lasso di tempo prese coscienza del fatto che non stava certo ringiovanendo e che un’occasione così unica forse gliela stava inviando il cielo. Un giovane italiano, bello, robusto e desideroso di infilarglielo ovunque. Che per giunta era sempre a disposizione e... bello duro che girava in casa sua!
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Poi mi disse che capì che era arrivato il momento che cedesse al suo segreto desiderio del mio corpo di ragazzo e che comunque si vive una volta sola. Quindi sentii chiaramente il suo ano rilassarsi, aprirsi alle mie altre due dita, che lesto le infilai dentro le chiappe insieme al medio per prepararla e vidi i suoi larghi e morbidi fianchi muoversi e ondeggiare, al ritmo delle vampate di un inatteso e dimenticato piacere che stava finalmente provando.
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Chiuse gli occhi e si chinò in avanti, appoggiandosi al tavolo da pranzo. Dopo un po’ tolse le mutandine, sollevò la gonna e tornò in posizione allargando le gambe. Inarcando la schiena, sollevò i fianchi, aprì completamente le natiche davanti ai miei occhi e disse solo: “va bene, te lo consento; ti voglio anche io, ragazzo. Sono pronta per te, però per favore fammi il servizio completo. Portami a godere. Saprò ricambiarti, vedrai.”
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La inculai con vigore, con spinte potenti e lei godette come non le succedeva da anni. Finalmente, dopo tanta astinenza e triste piacere solitario, lanciava grida soffocate di piacere nel sentire le spinte e i getti potenti di un uomo che le invadevano le viscere. La stantuffavo nel culo e lei assecondava con esperienza. Era veramente una troia insaziabile: ne voleva ancora e ancora. Una vera porca risvegliata dal torpore.
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Mi spompò già col culo: allargava l’ano arretrando sul mio inguine di continuo. Poi mi tratteneva dentro stringendo il buco del culo al massimo. Infine, dopo mezz’ora di frizione incessante nel suo ano che mi avevano arrossato il cazzo, volle anche farmi un pompino. Esausto, riuscii a farla calmare solo promettendole che avrei dormito con lei quella stessa notte e anche quando altro avesse voluto.
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Da quel momento in casa non me la potetti più scrollare di dosso. Di mattina, prima che andassi all’università, voleva sempre scopare. Era magicamente ringiovanita. Però non mi lamentavo: raddoppiò la razione di cibo giornaliera. Lo faceva per tenermi in ottima forma, carico di energia. Mi disse anche che sperava così di farmi produrre enormi quantità di sborra. Ambrosia d’uomo che prediligeva inghiottire. In massima parte la sorbiva con gran godimento ogni sera dopo cena sotto al tavolo.
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Infatti, mentre io ero ancora seduto a mangiare un frutto o il dolce, regolarmente e improvvisamente lei scompariva sotto la tovaglia e prendeva dal mio corpo quello che lei chiamava il suo digestivo preferito. Ecco perché mi piacciono le casalinghe frustrate e mature. No, il fatto che tu abbia sessant’anni suonati non è un ostacolo. Anzi: ti preferisco, perché sai esattamente come far godere un uomo. E apprezzi il sesso. Adesso più che a vent’anni. Lo capisco e lo sento chiaramente in te: perché ti sento vibrare di passione purissima quando ti scopo o t’entro nel culo. Vieni qui e succhiami, ora. Bevi tutto ciò che produrrò per te.
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RDA
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scritti-di-aliantis · 2 months ago
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Custodisci con gran cura quella che è la mia fissazione: adoro il tuo seno. Amo leccartelo, succhiare i tuoi capezzoli e subito a seguire assaporare il gusto delle tue parti intime. E, a seguire, farti l'amore il più a lungo possibile.
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Il tuo corpo, se mi è lontano, costituisce per me una vera tortura psicologica. È come non avere a portata di labbra qualcosa da bere sotto il sole di luglio dopo una camminata in montagna. Sei l'ossessione da cui non vorrò mai guarire. Ho bisogno della tua bocca: che mi sorrida o si avvolga attorno al mio sesso con voluttà.
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Perché solo tu sei l'acqua che disseta la mia voglia, placa la mia anima. Anche il tuo desiderio è continuo e inconfessabile, io ti conosco. Vivi di passione pura. E hai bisogno di essere soddisfatta, accarezzata, torturata, riempita. Più volte al giorno.
"Pronto... dove sei? Vieni qui per favore?"
"Ma... sei scemo? Sto facendo un po' di spesa, sennò moriamo di fame..."
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"Non importa: torna qui immediatamente, per favore. Mi sazierò di te. E tu di me. Oggi è sabato e un po' di astinenza dal cibo non può farci che bene... mangiamo troppo e facciamo poco l'amore..."
"Poco l'amore? Ma sei matto? Ho tutto arrossato, sotto. E cammino a gambe un po' larghe, stamattina..."
"Vieni qui: è un ordine!"
"Senti: vai af&€#@€#... Arrivo..."
Aliantis
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dudewayspecialfarewell · 5 months ago
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Faccio finta di essere scemo, ma capisco benissimo Se ci stiamo frequentando e vuoi che ti scrivo, vuoi che faccio 10,000 km per venire da te, vuoi che ti offra le battute migliori, le mie spalle su cui piangere, il sesso migliore del mondo, lo avrai. Ma non lo avrai sempre, perché io sono stanco. Se basta una serata fuori per farti scopare con un altro, non ti voglio nella mia vita. Se basta che ti dico una cosa per farti dire "ti lascio", non ti voglio nella mia vita. Se basta che " non ho la macchina" per un mese per farmi lasciare, non ti voglio nella mia vita. Non ti voglio nella mia vita se mi prendi su solo perché ti senti disperata. Non ti prendo su se devo fare tutto io. Ti prendo su se: sei in grando di dimostrare affetto oltre a farmi i bocchini, e anche tu per una volta ti svegli alle 4 del mattino per venire da me. Ti do spazio se sei in grando di stare da sola e allontanare gli altri uomini invece che farti trombare dal primo che passa. Anche io li uso i cessi pubblici, ma non me li porto a casa. Ti amo se sei in grado di sostenere una conversazione che non termini in 30 secondi con un semplice " eh ma io faccio cosí" o frasi del genere che dimostrano l'incapacità di agire su se stessi e quindi nella coppia. So di meritare di essere amato. E sono stufo di offrire il mondo a tutte e poi essere lasciato come un cane. Esistono donne là fuori con cui è possibile avere una conversazione normale, fare l'amore senza troppe pare e che riescono da persone civili a navigare la vita senza scoparsi il fratello dell'amica e poi lamentarsi di essere single a 35 anni. L'umanità è un gran casino, c'è bisogno di amore, affetto per tutti. E va bene. Ma dare affetto in queste situazioni è tipo volontariato. Portarsi in casa questi casini è male. Fine
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aitan · 8 months ago
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"Legendo a mundo recedimus, ut melius eum intellegamus."
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