#schiuma
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laragazzafortesworld2 · 9 months ago
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Relax 🫧
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twistedwhitesnow · 1 year ago
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lesolitecose · 2 years ago
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Se ti chiamo non rispondi ma
mi riscrivi dopo giorni e io
provo a diventare ghiaccio ma tu
giochi a mordermi le cosce
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innerthinglife · 1 year ago
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thistimeisneverenough · 6 months ago
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Ero solo spuma in mezzo al mare
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copihueart · 8 months ago
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Pensieri di Primavera
Il sentiero conservava una castità antica, lasciava spazio ai davanzali dove sbocciano i gerani, si perdeva lento creando una sottile linea tra i filari di cipressi che segnavano il passaggio. Era questo il suono dei vicoli, dove le case si affacciavano con una affezione particolare, invadendo i marciapiedi con le loro ombre e i mattoni scoperti acquistavano nuova dignità baciati dal sole del meriggio. Una gazza padrona si dissetava alla sorgente, interrompendo con le sue ali il flusso della luce e scendevano lente contro i vetri le luccicanti stille lasciate dagli insetti in successione. Poi si apriva improvvisa la pianura, con la sua fragranza di vaniglia e il sentore asciutto delle nebbie e l’aria pulita chiamava a se la primavera penetrando nell’ingenuità degli ammiccamenti delle fronde e dei rami intrecciati nei loro abbracci. In lontananza le colline disegnavano i loro monili nella rifrazione del giorno e le canne palustri nel diradarsi lasciavano intravvedere un turacciolo a galleggiare nella corrente del fiume. Il fiume nel suo arto tortuoso sembrava voler leggerci dentro il cuore e scorreva impetuoso tra le rocce fino a voler dormire su di un materasso di foglie nella calma pensierosa del formarsi di acquitrini e pozze quasi alla fine della sua corsa.
Così il bosco rivelava i suoi rumori, permeando delle sue osservazioni il senso dell’udito, era tutto un brulicare di rovi, di fioriture che si accavallano durante il giorno, di allusioni nel passaggio strisciante di piccoli animali e di silenzi inconsueti a presagire l’arrivo di un viandante.
Avrei cercato in quelle partiture la quiete notturna, la statica abitudine dei monti che si stagliavano rigidi in lontananza sfregiati dal biancore della luna e il borbottio incessante delle acque abbandonate all’indistricabile gracidare delle creature dell’oscurità. Quale fanatico lavoro la natura doveva compiere per mantenere in armonia tutto ciò, mentre l’eco delle voci e il frastuono penetravano profondi solleticando l’impalcatura delle terre arate e dell’erba rigogliosa spremuta contro il cielo. Se poi a lungo e inutilmente quel sapiente bisturi delle stelle ti versava addosso lo splendore del suo manto sfiorandoti con la sua incalzante marea, ti sarebbe sembrato di non avere più tempo per goderti quello spettacolo.
Lentamente, lasciata indietro ogni radura i steli inservienti, devastati dalla stanchezza delle fungaie e dei fiori selvatici ti invitavano a seguirli, scambiandosi monotone formule di sopravvivenza, a seguire il commento musicale delle innumerevoli specie di uccelli che sembravano voler imitare la colonna sonora di un film.
Era la vastità degli spazi, dove sempre più sparute vegliavano le case isolate e le cataste di legna ammucchiate per l’inverno , che ti davano il senso di quella lieve luminosità che avvolgeva il tutto, nel riverbero lasciato dagli stampi dei tronchi a marcire, come se il respiro bruciasse tra le fiamme dei falò accesi dai contadini per dar fuoco alle sterpaglie.
A voler proseguire oltre i campi di lavanda, un tappeto di lucciole marcava il territorio con mille lumini incandescenti disegnando un carosello di luminarie a splendere nel tepore della sera e la prodezza impudente dei girasoli percuoteva il vento pieno di richiami, che nel suo desiderio impetuoso si faceva largo nei territori oltre le lande perenni e punti isolati del finir della boscaglia.
Come nel fondale di una piazza cambiava il paesaggio, sparpagliando quella brace di nuvole minacciose che s’inseguivano scontrandosi, dietro la lunga impronta degli zoccoli dei cavalli e degli animali al pascolo e nel riverbero del tramonto finalmente si intravvedeva il mare, che affondava le sue mani tra le dune creandosi un varco, con i suoi grandi baffi di schiuma e le sue onde nello scompiglio concitato lasciato a vegliare sulla riva.
Potevi finalmente con la scia dei tuoi occhi ammirare quella nuova e indescrivibile confusione di richiami festosi che la natura ti aveva donato e lo sfarfallio leggero della neve che presto sarebbe giunta a coprire le barche ammucchiate nel porto, a rischiarare debolmente i sacchi di paglia della tua anima che adesso saltellava dalla gioia perchè in quell’enorme labirinto di trincee costruito dagli uomini c’era ancora spazio per quell’ambiente naturale da preservare, dove poter vivere in simbiosi.
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comevolertibene · 10 months ago
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Detergere al meglio il viso la mattina
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silviadeangelis · 2 years ago
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LONTANI ECHI
Nella proiezione d’una realtà sommersa in uno spazio ove contraltano sussurri di parole scivolo silenziosa nel pressappoco d’un limbo ostentato. Sgusciano soffi alternati di paura e incerti ronzii sulle ciglia. Tra dita schiuse mi schermo in un declivio innato d’apatia unico mentore d’un lontano inizio ove s’infrange la schiuma del mare proiettando piedi snudati fra fossili appesi a lontani…
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maurosempre · 6 months ago
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Farò della parola tumulto e del tumulto schiuma d’onda. Saranno segrete lacrime liberate. E ne faremo destino.
Tu che hai trasformato ogni mio “dovevo” in splendidi “Puoi”.
Non c’è sfiorare senza mutare. E nel mutare sorridere. Questo è accettarsi. E sorridere al destino.
E anche se spigoloso ami il mio essere talvolta scoglio perchè è lì che il tuo tumulto d’onda ama infrangersi.
Forse solo chi sorride fa suo il proprio destino.
Tu che di me ami anche i mutamenti. Sorridi nel mio morire e rinascere in mille forme: sei sostanza, sei respiro dei miei mari lunari.
L’inquietudine derivante dal tedio. Ecco cosa uccide il desiderio. Spegnendolo.
Non temiamo il destino. Non ci tireremo indietro. Prima di essere schiuma saremo indomabili onde.
(Cesare Pavese - Schiuma d'Onda da Dialogo N°7 con Leucò)
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I desideri e l’inquietudine ti han fatta chi sei.
Noi giochiamo a sfiorare le cose, non fuggiamo. Mutiamo. Questo è il nostro desiderio e il destino.
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laragazzafortesworld2 · 11 months ago
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ipierrealism · 3 months ago
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Girando per la sezione cura del corpo mi é sembrato pazzesco quanto l'interezza delle creme femminili siano apertamente dichiarate come qualcosa che serve "per fermare l'invecchiamento" o "per farti apparire più giovane" senza che vi sia alcun beneficio concreto di salute in tutto questo.
Cioè fondamentalmente l'intero messaggio suona tipo "oh devi prendere ste cinque creme al mattino, tre la sera, otto prima di dormire, questa maschera facciale, queste spugne magiche™, e questi integratori alimentari in dosi da cavallo solo perché il tuo unico scopo deve essere rimanere il più sessualmente appetibile il più a lungo possibile"
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omarfor-orchestra · 5 months ago
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Ma voi come fate a fare questa cosa per cui andata a bere ogni weekend
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fantasticazioni · 2 years ago
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Alise rivolse a Colin uno sguardo pieno di tenerezza. Era talmente gentile che si potevano vedere i suoi pensieri, azzurri e malva, agitarsi nelle vene delle sue mani.
Boris Vian, La schiuma dei giorni
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barschool · 8 months ago
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(via Foam Kit Deluxe Aeratore per arie e bolle 100% Chef)
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pietroalviti · 2 years ago
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Pofi, il Meringo si riempie di schiuma
Per chiarire subito: Meringo è il nome di un torrente che attraversa i territori dei comuni di Ripi e Pofi, affluente del Sacco. Si è riempito di schiuma bianca probabilmente a seguito dello sversamento di sostanze contenenti tensioattivi. I lettori ricorderanno i fenomeni simili sul Fiume Sacco, a Ceccano e a Castro. Il sindaco di Pofi ha inviato una nota all’Arpa, all’Asl di Frosinone, ai…
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