#schiscetta
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Ho appena salvato 20 primi piatti, 17 secondi e 10 contorni così da avere già pronte le ricette per i pranzi all'uni. Non so quanto durerà questa cosa. Intanto domani vado a comprare gli ingredienti per la prima settimana :)
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in un giorno ho scoperto
la schiscetta che si scalda da sola
che lo struccante bifasico è effettivamente preferibile rispetto allo scorticarsi le labbra laddove il rossetto abbia la consistenza del cemento armato
attendo colonnina su forbes 30 under 30
#comunque lungi da me essere guru trucco uso davvero quattro cose in croce che centellino dato che hanno lo stesso peso al grammo dell’oro#ma ho finalmente trovato rossetto che STA! PER DAVVERO! anche quando mangi parli bevi esisti insomma pazzesco
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Continuando il discorso del post precedente: fare ciò che c'è da fare e venirmi incontro senza giudizio, o meglio senza temere il giudizio dato che anche se sbaglio qualcosa non ci sarà mia madre a rimproverarmi e farmi sentire una completa deficiente incapace.
Ho letteralmente nascosto -spostandola di zaino in zaino- per un mese e mezzo una schiscetta con degli avanzi perché l'avevo dimenticata per uno o due giorni nello zaino e mia madre non ironicamente mi insulta quando questo succede, quindi aspettavo di poterla svuotare e lavare quando lei non era a casa ma la combinazione astrale si è verificata solo: oggi.
Inutile dire che contenitore e zucchine sono entrambi irriconoscibili e muffati.
Adesso contenitore e coperchio riposano in un bel bagno di aceto, speriamo bene.
Senza mia madre avrei lavato, o quantomeno svuotato, il contenitore il giorno in cui me ne sono ricordata e non avrei scritto questo post :)
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Mi sembra di essere tornata alle vibes universitarie visto che sono le 22.11 ed io sto grigliando le verdure per la schiscetta
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Come cazzo fai a tenere la tua schiscetta del pranzo sporca per tre giorni nel tuo zaino, che schifo madonna
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Quando è lui a prepararti la schiscetta per il pranzo a lavoro ❤️
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fatto lezione in 5L (linguistico), finendo di parlare di Courbet (spaccapietre e seppellimento a ornans). a parte la propaganda comunista e la scoperta che sono due (2!!!) persone conoscono Gaber in quella classe, ho chiuso sulla fine e la morte di courbet con un po' di poesia mostrando la falsità della borghesia.
e ovviamente ho detto "roma provincia torino capitale milano colera" quando ho definito un particolare da Gli spaccapietre, ovvero il baracchino (e non la schiscetta).
però dai, mi è piaciuto fare una lezione con calma e tranquillità, prendendomi i tempi giusti.
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LO STATO DELLA COSE_CHIARA ALESSI
Ci sono e ci sono state pochissime persone, e pochissimi intellettuali, che hanno raccontato la Storia (quella con la “S” maiuscola) attraverso la storia degli oggetti. Così a memoria mi vengono in mente Paolo Fossati, Bruno Munari, ma anche Neil MacGregor, ricordando quel gran libro che è “La storia del mondo in 100 oggetti”. Non posso poi non citare Andrea Branzi e Kenya Hara e la loro grandiosa mostra “100 verbi” di qualche anni fa alla Triennale di Milano. Indubbiamente qualcuno c’è stato, ma non sono molti. È anche per questo che ho accolto con interesse e curiosità “Lo Stato delle cose” (Longanesi) di Chiara Alessi, dopo aver già letto “Tante care cose” lo scorso anno. Chiara Alessi entra quindi di diritto nel novero dei “raccontatori” della Storia attraverso le cose. “Lo stato delle cose” non è tuttavia la prosecuzione del libro precedente, pur trattando anch’esso di oggetti, in quanto in questo volume non si tratta più di oggetti di design, ma di oggetti di uso comune, ma in un certo senso molto simbolici. Non per nulla il sottotitolo del libro è “Breve storia della Repubblica per oggetti”. Chiara Alessi sceglie di parlare di sei “oggetti”, la borraccia, la penna a sfera, la “schiscetta”, il passamontagna, la striscia rossa dei carabinieri, il fiore del logo Fininvest. Apparentemente questi oggetti reali e simbolici, non sembrano avere un diretto rapporto tra loro, ma Chiara Alessi, racconta una storia fatta di legami sottili, che l’autrice ricerca con passione e che effettivamente appaiono convincenti, ma soprattutto affascinanti. La borraccia (in realtà una bottiglia) che apre il volume è quella che si scambiano Coppi e Bartali al Tour de France. Un’immagine pubblicata su “Lo sport illustrato”, che colpì molto la fantasia popolare, ma che forse non era un’immagine così genuina come si potesse pensare. Chiara Alessi, partendo dalla ricostruzione di tutto ciò che sta intorno a quello scatto, ci racconta la storia di questo oggetto e del suo mutare, anche in relazione alla storia del costume e della storia tout court. Le stessa cosa avviene, nel capitolo successivo, (che ha in realtà moltissimi punti di incontro con il capitolo precedente) per la penna a sfera, a cominciare dal legame con Gino Bartali, primo testimonial di una penna (sebbene stilografica) nel 1953. Questa capacità della Alessi di tenere vivo il legame tra gli oggetti, prosegue per tutto il libro. E così dopo la penna a sfera, messa in cantiere dall’ingegnere torinese Marcel Bich, e la penna Aurora prodotta da Olivetti grazie a Marcello Nizzoli, è la volta della”schiscetta, il contenitore per il pasto della classe operaia, che vedrà ancora la Olivetti come esempio inimitabile ed inimitato, nel rapporto tra impresa e classe operaia. Insomma come si sarà capito, non si tratta solo di oggetti, ma di rapporti umani, sociali, economici e di politica in senso nobile. È in questa chiave che viene raccontata la storia del passamontagna, indumento che da pratico diventa simbolico (ricordiamo il passamontagna dei terroristi o quello delle Brigate Rosse), ma è anche la storia del Conte di Cardigan che utilizzò il passamontagna per le truppe inglesi in Crimea, quello del Subcomandante Marcos e quello delle Pussy Riot. Capita la stessa cosa anche per il curioso capitolo sulle strisce rosse dei pantaloni dei carabinieri, la striscia rossa più famosa d’Italia, che fanno parte di una “uniforme” e non di una “divisa”, cosa molto diversa anche da un punto di vista concettuale. Anche il fiore del logo Fininvest contiene allusioni, significati e relazioni che sono tutt’uno con la storia del nostro Paese (ah già, dimentico sempre che adesso si deve dire “nazione”). Insomma un libro che parlando di “cose” in realtà parla di tutto, perché sono le cose che spesso parlano di tutto, basta trovare solo chi, come Chiara Alessi, riesca a farle parlare…
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Ora di pranzo.
Tempo di una pausa, dopo un'intera mattinata di lavoro.
Ma quali sono le abitudini degli italiani?
Schiscetta, bar o trattoria?
E quali sono i piatti preferiti?
Le risposte, nel servizio del quotidiano Il Mondo del Lavoro
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Diluvio
Inizia a diluviare appena prima della partenza qui al Lago di Poschiavo e, non lo so ancora, ma sarà il leitmotiv che accompagnerà i prossimi giorni.
Il programma di oggi è fare la partenza del Wertical San Romerio, accompagnare i bambini della mini, salutare tutti, fare la doccia e passare a prendere la Lilly alla volta di Chamonix.
Direi che come inizio ferie non c’è male.
Caricata la Vale e la 500 che sembra la Fiat Uno dei miei quando partivamo per il Lido di Dante con la tenda, finalmente mettiamo il cofano verso ovest e verso la Francia.
Ovviamente al tunnel c’è coda e quindi entriamo nella nostra casetta d’oltralpe alle nove di sera.
Ma che bella è? Le valige e le razioni portate dall’Italia occupano i 3/4 dell’area del pavimento ma non ci scoraggiamo e alle 22:30, complice la schiscetta già preparata dalla Vale, siamo finalmente a tavola. Il primo giorno finisce così, ascoltando la pioggia che picchietta sul lucernario sopra al nostro letto.
E anche il resto dei giorni a Chamonix saranno così, senza fermarsi mai, passati tra camminate in ciclabile con l’ombrello, cappuccini di soia a 11€, corse e camminate, cene e pranzi guardando film su netflix, giri all’Expo, incontri con amici, capendo il complesso funzionamento dei Bus di UTMB (missione fallita), cercando di incontrare Tommy Rivs e Courtney Dauwalter (non ci siamo riusciti), chiedendo a Gugul come si dice “farsi la cacca addosso” in francese e tante, tante, tante risate.
Bisogna riposare prima di una Ultra? Forse… ma il concetto in questo caso è diverso perché bisogna prima di tutto vivere a pieno il momento, senza problemi, senza tabelle e senza tanti programmi.
Perché la gara, come dicevo, non è che la “scusa” per godersi un nuovo viaggio e una nuova esperienza in posti sconosciuti.
Il letto, lo “scarico”, il “carico carbo” e la tensione pre gara la lasciamo ai pro (o a quelli che vogliono sembrarlo).
Emozionarsi vedendo il Bianco dopo la pioggia.
Questa è Ultra Vita. Questo è il mood di #poweracciachamonix
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saggezza è portarsi il mini contenitore col parmigiano insieme alla schiscetta di pasta al sugo
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So I need ho have dinner, 2 hours of security course, clean my schiscetta, decide what to cook AND wash my hair
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Stasera la mia cena al sacco prevede strudel salato con salmone, zucchine grigliate e caprino, contorno di cavolfiore cotto al forno con aromi, sullo sfondo. Buona serata e buon ferragosto! . #strudel #strudelsalato #salmone #dinner #dinnerbox #cena #schiscetta #estate #summer #summertime #food #cibo #ig_food #fooditaly #healthyfood #piattilight #ricettefit #cibosano #fattoincasa #giallozafferano #foodblog #foodlogger #cucinare #cooking #ricette #recipes #dieta https://www.instagram.com/p/CD62d1Zgarh/?igshid=lqs9ftgbmyk7
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Ho riesumato la mia vecchia e cara amica compagna, forse ne avrò bisogno nei prossimi giorni. Dolce schiscetta, ti ricordi quando partivamo da Ostia alla volta dei più remoti cantieri di qualche palazzinaro di Roma a fare gli elettricisti - ascensoristi? Quante millemila volte abbiamo mangiato insieme? E quanti pasti abbiamo suddiviso e scambiato con tutti gli altri lavoratori dei cantieri? E quante amicizie vere, sincere e durature nel tempo sono nate? Preparati perché avrò nuovamente bisogno di te infatti qui a pranzo è tutto chiuso e non si mangia un cazzo se non te lo porti da casa; io ho qualche idea, guarda qui
mega.nz/file/3eoHnIra#8JG3yPl6UcGD6s3N9YYdZqwK941903APuFg2ZCPcMSI
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SCHIACCIATINE MANTOVANE FATTE IN CASA
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