Tumgik
#scarp gigi
crunchy-pavement · 2 years
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Future thing 👀
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chetuttoarda · 11 months
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voglio andare ad un concerto di musica classica, mettere il vestito buono, il profumo delle grandi occasioni, le scarpe belle che fanno male, sentire la magia, provare qualcosa e poi subito sfondarmi di birra nel primo bar possibile e cantare al karaoke “non dirgli mai” di gigi d’alessio per bilanciare.
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micro961 · 2 months
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Silvia Falanga - Il nuovo brano “Metti le scarpe e corri”
Il singolo tratta il delicato argomento della violenza sulle donne
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Il nuovo brano della poliedrica artista e cantautrice Silvia Falanga “Metti le scarpe e corri” è disponibile dal 1° giugno 2024 sugli stores digitali e dal 16 luglio 2024 nelle radio in promozione nazionale. Il singolo, scritto dalla stessa Silvia Falanga in collaborazione con la sorella Lucia Falanga, veste gli arrangiamenti di Gianni Romano, ed è stato distribuito dall’etichetta N.F. Production del compositore e produttore Nello Fiorillo. Il brano è incentrato sul tema della violenza sulle donne. Le sonorità brillanti e pop nascondono la sensazione di paura della protagonista che, dopo essere stata lasciata dal partner, continua a ricevere chiamate e messaggi sul cellulare. La donna è alla ricerca della libertà perduta, vuole fuggire e lasciar andare i pensieri negativi, rivendicando la sua indipendenza. Il delicato problema sociale della violenza sulle donne è affrontato dalla cantautrice con sensibilità e delicatezza, ricorrendo ad immagini e metafore significative.
Ascolta il brano
Storia dell’artista
Silvia Falanga è una cantante e showgirl napoletana. Ha debuttato come ballerina e cantante con conduttori del rango di Pippo Baudo e Mike Bongiorno, Antonella Clerici, Pippo Franco, Mara Venier, Gigi Sabani, Nino Frassica, Gigi Marzullo, Eleonora Brigliadori, Pamela Prati, Antonella Clerici, Gianfranco D’Angelo e altri. Ha partecipato come corista e cantante con Gianni Bella, Gigi D’Alessio, Peppino di Capri, Aleandro Baldi, Maestro Mazza e Renzo Arbore; è passata in numerose trasmissioni televisive Rai e Fininvest, tra cui “Ci Siamo”, “Grazie Mille”, Numero Uno”, “Sotto a chi Tocca”, “Uno Mattina”, “Domenica in” e “Aspettando il 2000”. Con la sua voce calda, quasi afro, Silvia Falanga si inserisce in maniera magistrale nel panorama artistico sud italiano e nazionale. Innumerevoli sono suoi tributi alle star del calibro di Tina Turner, rilasciando persino il CD “Tribute a Tina Turner” e organizzando un tour denominato “T. Tina and the Falanghettes”. È amante del teatro, del jazz e del soul; tra il 2021 e il 2022, vince persino il secondo posto come migliore interprete al Festival di Napoli. A Natale 2022, rilascia un altro CD in cui mette in risalto le sue doti canore con le canzoni internazionali natalizie più famose. Sempre nello stesso anno, presenzia il concorso “Miss Italia” e si impegna in prima persona come presentatrice e cantante nel programma sportivo “Azzurro Sport”; ha partecipato anche a “Casa Sanremo”, durante il 72° Festival della musica italiana, ottenendo il premio “Sanremo Unlimited” e presentando in anteprima il singolo “Anna verrà” di Pino Daniele. Tra i riconoscimenti, i più recenti sono il “Premio Internazionale Capitolino”, il “Premio internazionale Università studi Giuridici A.U.G.E.”, il “Premio VII edizione Carnevale Epomeo” e il “Premio dell’Artista dell’anno”, concesso dalla “Noble’s Crown Association”. Attualmente, Silvia è impegnata nella realizzazione di altri inediti e si divide fra la famiglia e le sue più grandi passioni: il teatro, lo sport e il buon vivere.
Facebook: https://www.facebook.com/silvia.falanga.9
Instagram: https://www.instagram.com/silvia.falanga
Tik Tok: https://www.tiktok.com/@silviafalanga2?_t=8o1KV5ERsPJ&_r=1
Youtube: https://www.youtube.com/@silvianapoliitalia9535
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cresy · 2 years
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LA SATIRA CHE TIRA...OGGI!
LA SATIRA CHE TIRA…OGGI!
Satira/Vignette by Gigi@ “Un giorno piangevo perché non avevo le scarpe, poi vidi un uomo senza piedi e smisi di piangere.”(J. Morrison) Per seguirci su Facebook mettete il “mi piace” sulla pagina PUGLIA D’AMARE QUOTIDIANO o iscrivetevi al gruppo  pugliadaamarequotidiano.it  Grazie.
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der-papero · 2 years
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Venerdì è stato uno di quei momenti dove rivivi un qualcosa che avevi e adesso non hai più.
Ero in mezzo ad un migliaio di persone che avevano tutte qualcosa in comune, una identità da condividere ed esibire.
Mi sono sentito nello stesso momento tanto solo e tanto in mezzo a gente con la quale stare, vivendo la sorpresa di come persone lontane le une dalle altre, provenienti da mille realtà, potessero salutarsi e abbracciarsi come vecchi amici. Immaginate un concerto dove, da un lato del palazzetto, uno si alza e urla "guarda chi cazz ce sta", puntando un gruppo che è dal lato opposto: era tutto un inseguirsi, corrersi incontro, stringersi, raccontarsi. Un po' come quando esci dalla chiesa alla messa di Natale.
Quando Nino D'Angelo e Gigi D'Alessio hanno iniziato a cantare, io li ho sentiti cantare tutti, TUTTI, insieme, in un coro perfetto, conoscevano ogni singola parola, intonazione, tutto il repertorio, ma proprio TUTTO, cantavano come se quella fosse stata l'ultima serata da vivi, come se domani dovesse finire il mondo e chisenefotte. Una canzone di Gigi D'Alessio è stata tutta cantata dal pubblico, lui ha solo eseguito al pianoforte, e non hanno sbagliato nulla, al punto che Gigi stesso ha allargato le braccia come se ci avesse voluto abbracciarci tutti, con una soddisfazione e una gioia simile a quella di uno chef che si vede tornare in cucina il piatto consumato dalla scarpetta.
La persona che avevo accanto non cantava soltanto, le interpretava le canzoni, avete presente quella parte de 'O Sarracin, quando la canzone fa
Tene 'e capille ricce ricce Ll'uocchie 'e brigant e 'o sol n'faccie Ogne figliol s'appiccie si 'o ver 'e passà Na sigarett 'mmocc, 'na man rint' 'a sacc E se ne va, smargiass, pe' tutt' 'a città
Lui recitava manco se fosse a teatro, e non era solo lui, eh, una partecipazione così io non l'ho mai vista, e ne ho fatti di concerti belli. L'ennesima dimostrazione che Eduardo de Filippo fosse un genio.
Ad una canzone di Nino D'Angelo, che purtroppo conoscevo poco perché seguo di più il suo periodo musicalmente più recente, si è seduto e ha iniziato a piangere. E questo era solo quello che riuscivo a scorgere con i miei occhi, ognuno ci metteva proprio l'anima in quello che sentiva, sciarpe del Napoli ovunque, foto di bambini appena nati da far vedere a mezzo palazzetto, e l'ha fatto anche Gigi D'Alessio, portando sul palco in braccio suo figlio, come se non ci fosse più differenza tra artista e pubblico, è come quando torni a casa, tiri via le scarpe e inizi a fare quello che ti piace, ti senti nel tuo mondo, e quello era un pezzo di Campania che si era trasferito a Stoccarda, per intero, senza contaminazioni, senza giudizi da culture che non capirebbero e alle quali non chiediamo di capire.
Io ci sto provando a scrivere quello che ho vissuto, ma non è facile, le parole non le trovo. Potrei raccontarvi, per farvi fare due risate, di quando Nino D'Angelo, in un raptus di follia partenopea, gli è venuta l'idea, pessima dal punto di vista tedesco, di arrampicarsi sul traliccio del palco per saltare su una cassa frontale e accompagnare il pubblico, come un direttore d'orchestra alto 3 metri, mentre due persone dello staff teutonico bestemmiavano in lingua ariana e provano a tirarlo giù di peso, prima che potesse cadere e poi chi cazzo glielo spiegava alla Versicherung che noi siamo fatti così, la cazzata la facciamo e basta, non esiste il verbo überlegen nella nostra cultura.
Tanto mi resterà di una serata dove sono stato a casa, incluse queste parole di una canzone di Nino D'Angelo, che da sole significano tutto:
te voglie ben pur assi' me dice ca' nun me vuo' ben
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iacomary97 · 3 years
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List of songs mentioned in this Sanremo 2022 sketch by Maria Chiara Giannetta and Maurizio Lastrico
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I'm not going to translate everything since its going to take too much time. It's a really long list, more then 70 songs at least, these are the ones i found: Also i created a Spotify Playlist with all the songs: click here
- Buongiorno Italia, buongiorno Maria (Toto Cutugno - L'italiano) - Grazie dei Fiori (Nilla Pizzi - Grazie dei fiori) - Prego, grazie, scusi, tornerò (Adriano Celentano - Grazie, Prego, Scusi) - Quanta fretta, ma dove corri, dove vai? (Edoardo Bennato - Il gatto e la volpe) - A prendere il latte, devo dirti qualche cosa che riguarda noi due (Gianni Morandi - Fatti mandare dalla mamma) - Mi sono informato, c'è un treno che parte alle sette e quaranta (Lucio Battisti - 7 e 40) - E adesso siediti, su quella seggiola (Riccardo Cocciante - Bella senz'anima) - Cerco un centro di gravità permanente (Franco Battiato - Centro di gravità permanente) - Questa di Marinella è una storia vera? (Fabrizio De Andrè - La canzone di Marinella) - Lo sai che la Tachiprina 500 se ne prendi due (Calcutta - Paracetamolo) - Poi me ne restano mille (Fedez, Achille Lauro, Orietta Berti - MILLE) - Dimmi la verità (Sergio Endrigo - Dimmi la verità) - Perché la verità tu non l'hai detta mai (Little Tony - Cuore Matto) - La verita' ti fa male. Lo so! (Caterina Caselli - Nessuno Mi Può Giudicare) - E' colpa di Alfredo (Vasco Rossi - Colpa D'Alfredo) - Eravamo quattro amici al bar, Eravamo tre amici al bar, Eravamo due amici al bar, Son rimasto da solo al bar (Gino Paoli - Quattro amici al bar) - Non posso star fermo con le mani nelle mani (Riccardo Cocciante - Margherita) - Ci son cascato di nuovo (Achille Lauro - Me ne Frego) - Minchia Signor Tenente (Giorgio Faletti - Signor Tenente) - Datemi un martello (Rita Pavone - Datemi un martello) - Tu sei fuori di testa, ma diversa da loro (Måneskin - ZITTI E BUONI) - Parole, parole, parole, soltanto parole, parole tra noi (Mina - Parole Parole) - Ascoltami (Elisa or Dalida) - Il mio canto libero (Lucio Battisti - Il mio canto libero) - Grazie (Adriano Celentano again or Marco Mengoni) - Parlami di te Bella signora (Gianni Morandi - Bella signora) - Non sono una signora (Loredana Bertè - Non sono una signora) - Piccola Katy (Pooh - Piccola Katy) - Cos Cos Cos Cos Frat Cos (Clementino - Cos Cos Cos) - Ti lascio così (i think this was an improv moment but i have found a song so i'll add it anyway) (Gianni Morandi - Lasciarsi per amore) - Marco grosse scarpe e poca carne (Lucio Dalla - Anna e Marco) - Ma-ma-ma, mamma Maria (Ricchi e Poveri - Mamma Maria) - Dimmi quando quando quando (Tony Renis - Quando quando quando) - Yesterday (The Beatles - Yesterday) - Ma Marco che a ballare sembra un cavallo (Sempre Lucio Dalla - Anna e Marco) - Si, con quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così (Paolo Conte - Genova Per Noi) - Pazza idea di far l'amore con lui (Patty Pravo - Pazza idea) - Era un gioco non era un fuoco (Lucio Battisti - Eppur mi son scordato di te) - Io lavoro e penso a te, torno a casa e penso a te, chiudo gli occhi e (E penso a te - Lucio Battisti) - Penso che un sogno così non ritorni mai più (Volare - Domenico Modugno) - Ti mando un vocale di 10 minuti soltanto per dirti quanto sono felice (Thegiornalisti - Felicità puttana) - E tu (Claudio Baglioni - E Tu) - Apri la porta a un guerriero di carta igienica (Umberto Tozzi - Ti amo) - Bella stronza (Marco Masini - Bella stronza) - Marco se n'è andato e non ritorna più (Laura Pausini - La Solitudine) - Io rinascerò cervo a primavera (Riccardo Cocciante - Cervo a primavera) - Ti odio, poi ti amo, poi ti amo, Poi ti odio, poi ti amo (Mina - Grande, grande, grande) - Sei Chiara come un alba (Vasco Rossi - Albachiara) - Pígliate na pastiglia, siente a me! (Renato Carosone - Pigliate Na Pastiglia) - Nun te reggae più (Rino Gaetano - Nun te reggae piu) - Stasera mi butto (Rocky Roberts - Stasera Mi Butto) - Quando esta noche tramonta el sol, Mon amour mon amour (Gigi D'Alessio - Mon Amour) - Imagine (John Lennon - Imagine) - Io e te, io e te, Seduti sul divano, Parlar del più e del meno (Vasco Rossi - Come Nelle Favole) - Ah te vuoi fare la baldoria seeeh io no (_rootsie_ - Statt alla casa) - Buonanotte fiorellino (Francesco De Gregori - Buonanotte Fiorellino) - Ti prego non uccidermi il mood, dai (Ghali - Good Times) - Please don't go
(Double You - Please Don't Go) - Torna a Surriento (Ernesto de Curtis - Torna a Surriento) - Maestro (Raffaella Carrà - Ma che musica maestro) - Metti un po' di musica leggera, Perché ho voglia di niente (Colapesce, Dimartino - Musica leggerissima) - T'appartengo ed io ci tengo (Ambra Angiolini - T'Appartengo) - Balliamo... E' da tanto tempo che non lo facciamo (Balliamo - Fred Bongusto) - Ahhh Feel Good (James Brown - I Feel Good) - Tu come stai, Tu come stai, Tu come stai (Claudio Baglioni - Tu come stai) - L'importante è finire (MINA - L'Importante è Finire) - Lo sai che i papaveri son alti alti alti (Nilla Pizzi - Papaveri e papere) - Sei Grande grande grande, come te sei grande solamente tu (Mina - Grande, grande, grande) - Son le tagliatelle di nonna Pina (46° Zecchino d'Oro 2003) - Lui chi è (...) Il triangolo no non l'avevo considerato (Renato Zero - Triangolo) - Amadeus Amadeus (Falco - Rock Me Amadeus) - Lo so che ho sbagliato una volta e non sbaglio più Ho visto la differenza tra lui e te ed ho scelto (Caterina Caselli - Nessuno Mi Può Giudicare) - Pedro (Raffaella Carrà - Pedro)
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sciatu · 5 years
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Dolci tipici del Carnevale in Sicilia - Rispeddi, frittelle dolci ripiene a volte di crema, rispedde al miele con bucce d’arancia candita, teste di turco ripiene di ricotta, i gigi, il latte fritto, la pignolata messinese, la pignolata classica, le frittelle dolci di riso, i cartocci siciliani ripieni di crema vaniglia, crema cioccolata e ricotta , i fiori di carnevale con crema ricotta.
LA NONNA E …. I CONDOMMI
N - Prontu o prontu P - Si nonna sono io Petru N - Oh cori i so nonna, comi stai sciato mei? Manciasti? P - Nonna, ancora devo digerire e mi vuoi far mangiare di nuovo N - Ma non hai mangiato niente un piatto di rispeddi, un vassoio di chiacchere tre cannoli e un vassoio di pignolata …. Samantha cu l’ acca ha mangiato più di te P - Infatti ora Samantha è coricata sul letto e russa come un portuale che ha scaricato una nave di incudini. Io nonna non ce la facevo più, mi son buttato sul divano per morto. A proposito ti ho chiamato apposta: non è che hai visto il mio portafoglio? Forse mi è caduto tra i cuscini del divano? N - No Petruzzu no visti. P - Ma nonna guarda bene perchè avevo cose importanti nel portafoglio: tutti i documenti N - Non è du cosu ca catina chi lassasti fora nto baccuni quando sei uscito a fumare quel tabacco che faceva nu fedu chi non si putia stare P - Forse nonna poi non faceva puzza…. Era robba buona…. N - Allura u truvai.. P - Ah lo avevi già trovato? N - E si la signora Romano aveva sentito tutta quella puzza che era venuta a chiedere se c’era qualche paio di scarpe che bruciava in balcone, io sono uscita e ho visto il pottafogghi P - Ah meno male N - Ma dimmi na cosa, io l’ho aperto solo per vedere se portavi ancora l’immaginetta di Sant’Antonio  che ti avevo regalato e non l’ho vista!! Dove l’hai messa? P - Nonna, lo sai che l’ho persa! Poi non mi prendere in giro! L’hai aperto perchè non ti fai mai i cazzi tuoi!!! N - Ma chi dici sti cosi a to nonna! Viggogna! Fimmina seria sugnu. Sei tu che sei ancora carusazzu chi si potta ancora i palloncini nto pottafogghiu P - Palloncini? Nonna ma che dici? N – Si, si: ammia non mi pigghi pi fissa! I palloncini chi c’eranu nta stagnola quatrata, i palluncini chiddi longhi longhi e stritti chi parianu banani! P - Stagnola quadrata? palloncini lunghi? nonna non avrai aperto i Condom? N - I chi? Chi su i condommi? P - Nonna i profilattici … quelli che servono … a non fare figli N - Oh veru? E a tia chi ti sebbunu, tu nun si spusatu? Ma poi  picchì se li deve prendere u masculu? Come fai a inghiottire quella cosa di plastica? P - Nonna non si inghiottono, non sono pillole che si devono prendere, si mettono li … supra a ciollitta quannu è u mumentu N - A metti da intra?  oh cosi cosi chi si sentunu! e non ti struppia (non ti fa male)? Va bhe ca to ciollitta non è longa come du palloncinu  e ci sta comoda como … P - Nonna quelle sono misure esaggerate! poi non è importante quantu è longa, ma quantu resta dura N - Si si: puru to patri dici sempri accussi, ma poi …. da povira figghia mei sempri cu disiu resta P - Come…? N - Nenti nenti, cosi mei, poi veni e tu pigghi, ciau ciau P - Prontu nonna…, nonna … N - Spetta che chiamo subito a signora Romano S R - Prooonto? N - Si prontu, jo sugnu signora Romanu… S R - Oh Signooora come sta? N - Bona, ringraziannu u signuri signora, … volevo chiederle … quei palloncini che ho portato a Luigino …. S R - Ah si grazie grazie, ora li ha appesi fuori sul balcone per farli vedere al ragazzo che abita di fronte e che va in classe con lui N - Oh santilibiranti… no… ecco … signora ….li prenda subito che sono profilati lattici S R - Come signooora? N - Sono condomini signora, cosi bastasi chi si mettunu i masculi quannu fannu di cosi chi fimmini … se li lascia fuori la gente pensa che dopo averli usati li ha lavati e stesi fuori come fannu i pricchi (avari) S R - Oh madonna mia Luigino Luiginooooo….
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tarditardi · 5 years
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Villa Bonin, un grande ottobre: 25/10 Cuore Matto - Tacco 12, 27/10  Gourmet Festival, 31/10 Besame Halloween Edition
25/10 Cuore Matto - Tacco 12 @ Villa Bonin https://www.facebook.com/events/2542166289176870/
Cuore Matto, a Villa Bonin, è un classico. E' una festa che fa divertire sempre e comunque e che per solo una notte Tacco 12, ovvero è dedicato a tutte le ragazze che da sempre frequentano la Villa, per guardare, divertirsi e farsi guardare... Ingresso omaggio donna con drink a tutte le ragazze che arrivano con scarpe tacco 12. NB: il tacco sarà misurato dai Toy Boys di Villa Bonin all'ingresso di Villa Bonin! /////
26/10, 27/10 Gourmet Festival @ Villa Bonin con Giornale di Vicenza https://www.facebook.com/events/2434911506753562/
Per la prima volta a Villa Bonin Club & Restaurant va in scena Gourmet Festival, un appuntamento organizzato con  Il Giornale di Vicenza.  L'evento prende vita sabato 26 e domenica 27 ottobre dalle 15 alle 20: 30. Tutti il programma nel dettaglio è disponibile nell'evento Facebook (link qui sopra). L'Italia è il Paese del gusto, del buon gusto, ricco di pepite gastronomiche, spesso sconosciute e introvabili. Ed è proprio per far conoscere queste eccellenze del territorio che Gourmet Festival apre le porte. Un fine settimana per immergersi nel mondo dell'enologia e sprofondare nella gastronomia gourmet. È l'occasione di  assaporare nuovi e tradizionali sapori della tavola: dal vino alle birre, dai formaggi ai salumi, dalle marmellate alle salse, dal pane alla pizza, dai gelati ai dolci, dai prodotti DOP ai piatti degli chef emergenti, sarà un viaggio a 360° di sapore! Il costo del biglietto è di €15 e con esso riceverai un bicchiere per degustare i vini proposti. Per partecipare alle Masterclass (costo 15 euro) è necessario iscriversi presso http://gourmetfestival.info o scrivendo a [email protected] ////
31/10 Besame Halloween Edition @ Villa Bonin https://www.facebook.com/events/2170655209900684/
Besame, festa dedicata a urban, electro latino & pop house che ormai scatenare i club di mezza Italia, fa scatenare Villa Bonin ad Halloween, il 31 ottobre 2019. Besame riempie di ritmo e performance uno spazio d'eccellenza, quello in cui è nata. E' una notte stregata, un regno di spiriti e strani personaggi che dura una sola notte...  Le tenebre si fanno spazio nel cuore della notte ma i fiori e le note di Besame la illumineranno! La crew di Besame è al completo: special guest Double Deejay, performer voice AryFashion, voice show Ares Favati, Regular Dj Andrea Bozzi, special show Besame crew. ///
Villa Bonin Club & Restaurant Via Del Commercio, 49 | 36100 Vicenza - Uscita A4 Vicenza Ovest +39 393 012 33 93 [email protected] www.villabonin.it https://www.facebook.com/VILLABONIN/ https://instagram.com/villa_bonin/
COS'E' VILLA BONIN Villa Bonin da vent'anni è un punto di riferimento in tutto il Nord Italia per chi ha voglia di divertirsi, cenare e ballare. Aperta da gennaio a dicembre, è un grande spazio pieno del meglio che la tecnologia al servizio dello spettacolo può offrire: maxi schermi, luci e impianto audio creano emozione, grazie al talento di top dj come Bob Sinclar, Nervo, Gigi D'Agostino e Gabry Ponte e a party scatenati come Besame, format nato qui e oggi costantemente in tour in tutta Italia. Ma Villa Bonin non è solo questo. Come dice il nome stesso del locale, è anche un edificio ricco di storia, che ospita la barchessa di una grande villa palladiana. Qui ogni serata che inizia presto, da un aperitivo a cinque stelle che diventa una cena servita all'altezza delle aspettative dei più esigenti.
special adv by ltc - lorenzo tiezzi comunicazione
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mydemonicas · 6 years
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VARESE!AU PARTE 3
CE L’ABBIAMO FATTA. Questa terza parte della AU ambientata al lago di Varese è stata un vero parto perché io e @Iriennevaplusl (che non riesco ancora a taggare per motivi sconosciuti) siamo prolisse e Tumblr con i suoi blocchi limitati ci ha messe davvero alla prova per la pubblicazione.
Come avrete notato questa cosa si sta davvero sviluppando e se tutto va bene il totale sarà di 5 parti, in parte (scusate il gioco di parole) già scritte e plottate. Quindi il prossimo aggiornamento arriverà davvero a breve!
Nelle puntate preceprima (cit):
PARTE 1
PARTE 2
Eravamo rimasti con i nostri piccioncini separati dopo un venerdì decisamente intenso, con Ermal che torna in camera e Fab che se ne va. Appena varcata la soglia si ritrova Marco, Vige e Dino che si zittiscono e lo fissano e Ermal che “Avete visto l’apparizione della madonna?”
Vige: “Se la madonna si è fatta la permanente... beh si”
Ermal: “Ma non dovreste, che so, stare in giro a rimorchiare gente invece di star qua chiusi in camera? Da quando i nerd siete diventati voi?”
Dino: “Sai com’è, sei sparito da dopo pranzo e a momenti chiamavano la polizia pensando alle cose più tragiche che potevano esserti capitate”
Marco: “Io ho puntato sul rapimento”
Ermal: “Esistono i messaggi”
Vige: “Se tu rispondessi”
Marco: “In realtà era solo lui quello preoccupato, io sono solo stanco”
Vige: “Era più preoccupato dalle spiegazioni da dare a Mira comunque”
Dino: “Begli amici che siete!”
Vige e Marco in contemporanea: “Ma è la verità!” seguiti da attimi di pausa in cui si lanciano delle occhiate di sfida e poi tornano a guardare Ermal
Ermal: “Ero in giro”
Vige: “Da solo, per tutto ‘sto tempo”
Ermal che sbuffa e: “...con Fabrizio”
Dino e Vige che ???????
Marco: “Il tipo che ci ha aperto la porta?” e Ermal che tace e inizia a spogliarsi per mettersi il pigiama togliendosi la camicia e le scarpe, ma quando si toglie la cintura si ricorda di aver limonato con Fabrizio per 20 minuti nel retro dell’albergo e si rende conto che forse ha bisogno di un’altra doccia fredda
Vige: “Ah quello... A H” Marco e Vige che si scambiano un’occhiata che dice tutto
Dino: “E?”
Ermal: “E cosa?”
Dino: “Com’è andata?”
Ermal: “È un pigiama party e ci dobbiamo confidare tutti i nostri segreti?”
Vige: “Potresti” con Ermal che gli lancia uno sguardo truce e: “Vado a farmi una doccia”, si prende il pigiama e si chiude in bagno e immaginate i ragazzi sui letti a spettegolare come delle 70enni AHAHAHAH, Vige e Dino in particolare
Vige: “Secondo te ci dirà qualcosa?”
Dino: “Ah boh, vallo a capire”
Vige: “Ma siamo i suoi amici! Qui è l’unico che rimorchia effettivamente qualcuno, ci servono i dettagli” Marco che esce dal silenzio con un: “Ma parla per te!”
Dino: “Buona fortuna”
Vige: “Marco che ne pensi?” e Macco se ne esce con un’alzata di spalle. Quando Erma esce dal bagno ormai hanno abbandonato in un angolo l’argomento e mentre Ermal prende il tabacco per farsi una sigaretta sentenzia con un “vado a fumare” aprendo la finestra del balcone “Aspè vengo anch’io” dice Marco prima di alzarsi dal letto per prendere il pacchetto delle sigarette. Fatto sta che si ritrovano Ermal e Marco sul balcone appoggiati con i gomiti alla ringhiera con le finestre socchiuse mentre gli altri parlano di musica e cose varie.
Ermal: “Mi piace davvero, sai? -Marco che si gira verso di lui alzando le sopracciglia- Fabrizio. Sono stato bene oggi, non mi capitava da un po’”
Marco: “Suona? Ho visto la chitarra” ad Ermal si illuminano gli occhi e sorride d’istinto: “Si, ha una voce spettacolare. Dovresti sentirlo, è... graffiante, calda. È molto bella.” Marco che lo guarda e fa un mezzo sorriso, bastava quello per capire che Ermal era già sotto un treno per il tipo
Ermal, dopo qualche secondo di silenzio: “E se stessi sbagliando? A provarci, intendo”
Marco: “Pensi che lui non ci starebbe?” e Ermal che si gira a guardarlo ridendo: “Oh ci starebbe eccome, credimi, anche troppo” e Marco solo ora si rende conto di un leggero livido succhiotto che viene nascosto dai riccioli e quasi si soffoca facendo un tiro alla sigaretta “E allora che problemi ci sono?”
Ermal: “Sai come sono, dovrebbe essere una vacanza” e Marco che capisce, è il suo migliore amico e sa che se qualcuno lo prende ci investe anima e corpo e questa vacanza finita, non durerà in eterno e non può permettersi di perdere la testa per una persona che tra tot giorni non rivedrà più
Marco: “Non ti fasciare la testa prima di cadere, vedi come va e non ti privare di nulla finché puoi, poi si vedrà” dice subito dopo aver spento definitivamente la sigaretta girandosi verso Ermal che sta spegnendo anche la sua
Ermal che sussurra un “Grazie Macco” mentre appoggia per un attimo la testa sulla spalla di Marco mentre lui gli mette un braccio sulla spalla stringendola un po’ e Ermal che trattiene a stento il “E se stessi già cadendo?” che ha sulla punta della lingua (In inglese poi è tutto più bello perché cadere=fall=fall in love=innamorarsi e AAAAAAAAAA E CHE CAZZO)
La sveglia, la mattina successiva, suona dopo quello che gli sembra troppo poco tempo. Ad Ermal sembra di aver dormito due ore. E con tutto il tempo che ha passato a girarsi e rigirarsi nel letto probabilmente non ha tutti i torti.
Per ore ha rimuginato su quello che ha detto a Marco, e i dubbi, la confusione cosmica dei suoi sentimenti e i ricordi dei giorni precedenti l'hanno tenuto mezzo sveglio, lasciandolo riposare in una sorta di dormiveglia solo di tanto in tanto. Fatto sta che Andrea sta già facendo casino e tutti gli altri si stanno arrendendo all'incombere di un nuovo giorno, Ermal compreso, il quale ancora mezzo rimbambito si conquista il primo posto in bagno
Va a finire che, mezzo addormentato o meno, è il primo ad uscire e no, non è assolutamente di cattivo umore a causa della carenza di riposo e, soprattutto, dell'assenza di Fabrizio per la buona parte del weekend
Passa la colazione a pensare a tutte le diverse attività con cui si terrà occupato il suo Bizio quel giorno, mentre lui passerà la giornata a non fare niente e quasi sicuramente a peggiorare il suo stato d'animo esponenzialmente E ASPETTA ASPETTA N'ATTIMO CHE ERA QUEL SUO? "ERMAL RIPIGLIATI" pensa, prima di alzarsi da tavola e andare a raccattare velocemente le sue cose, mandare un messaggio sul gruppo per avvisare gli altri e uscire in fretta e furia da quell'hotel. Gli altri non si stupiscono nemmeno più di sto atteggiamento a parte Vige che "un po' insofferente il ragazzo", ma dopo un'occhiata di Macco, una delle sue, si rassegna pure lui
Il fresco del mattino e le rive verdi del lago sono una boccata d'aria fresca per Ermal, deciso a camminare sulla ciclabile fino a perdersi (per una volta si trova a ringraziare gli dei per la tecnologia). Non passano nemmeno venti minuti che si ritrova fermo a fissare affascinato un locale dall'altro lato della strada. La pizzeria è un gioiello di posto: un ampio giardino che lo circonda, lanterne, lucine e mobili di vimini a ornare il patio esterno, vetrate luminose e camerieri elegantissimi nella loro divisa nera, già indaffarati in vista del pranzo. Ermal immagina Fabrizio con una divisa nera, poi l'immagine lascia spazio a un Fabrizio con giacca e cravatta, le mani tatuate e i capelli sparati in aria che fanno da contrasto, e sinceramente è una delle cose più belle che gli abbia mai servito la sua mente così, su un piatto d'argento.
Mancano non tantissimi giorni alla fine della vacanza e fanculo, buttiamoci. La passeggiata gli ha tirato su il morale molto più del previsto, ed Ermal torna vittorioso in hotel con il foglietto della prenotazione per due  per la sera dopo stretto nella mano.
Sto cambiamento di umore non passa inosservato agli altri, ma nessuno commenta, e Vige si sente libero di sfidarlo, sorridendo maleficamente, a una seconda gara di tuffi convintissimo di vincere e guess what: Ermal si prende la sua rivincita battendolo su tutta la linea, ahh, sweet revenge
Ora non resta che aspettare il pomeriggio successivo. Ermal sorride, rendendosi conto che sarà effettivamente il loro primo appuntamento.
Ermal ha osservato Andrea autodistruggersi nella sua competitività, e nonostante Marco tifasse palesemente per Vige, alla fine persino lui non ha potuto fare altro che ammettere che la tecnica di Ermal nelle ultime due settimane è leggermente migliorata. Andrea dal canto suo ha accettato la sconfitta con un "certo che ce ne metti di impegno per far colpo sul tuo amico laggiù" al che il cuore di Ermal balza allegramente un battito, mentre il suo proprietario gira i tacchi un tantino troppo velocemente e ah già, è sabato pomeriggio
Ermal era sicuro che non avrebbe rivisto Fabrizio almeno fino a quella sera, sicuramente sarà di turno al bar, Ermal ne era certo grazie alle sue doti da stalker e ai calcoli intricati riguardanti i turni di bizio, 100% confirmed e invece guarda un po' chi gli sta facendo l'occhiolino da dietro il bancone
Ed Ermal non può far a meno che sorridergli e pensare "oh sto infame sempre a fare occhiolini e mandare bacetti sta", more like "okay fai finta di nulla mi raccomando non pensare a cose troppo porno, come per esempio quelle labbra stirate in un sorriso un po' troppo furbo, o i muscoli delle braccia tesi mentre finisce di preparare i Campari per le due bionde sedute sugli sgabelli di fronte a lui, o lo sguardo un po' troppo penetrante per uno che sta ancora lavorando e contemporaneamente sembra ul punto di andare a sollevarlo e sbatterlo al muro malamente-"
"Oh Ermal ma sei ancora tra noi o no?" la voce di Dino lo riporta nel regno dei vivi e buongiornissimo Gigi
“Ma sì, sempre a rompere le palle state, mi ero perso un attimo nei miei pensieri" al che gli torna in mente la prenotazione per la cena dopo e non può fare a meno che sorridere come un bimbo felice
Fatto sta che Ermal getta un'occhiata verso il bar di soppiatto, e Fabrizio non si vede più da nessuna parte. Un bambino gli passa vicino strillando qualcosa del tipo "SONO GIÀ LE CINQUE E ANCORA NON MI HAI PRESO IL GELATO MAMMAA" e oddio come le cinque, Ermal ha solo un paio d'ore per docciarsi, cambiarsi, decidere quello che si metterà quella sera, un dilemma esistenziale vero e proprio, e prendere il solito aperitivo al piano di sopra. Fabrizio avrà finito il turno, per forza è sparito nel nulla che manco Luke Skywalker.
Ermal si dilegua e dopo aver passato tre quarti d'ora buoni in bagno (sti capelli non stanno da nessuna parte diobó) eccolo là, impalato a torso nudo davanti a tre appendini che sorreggono le rispettive camicie a dir poco eccentriche.
Dopo aver rimuginato per un'altro quarto d'ora (gli altri erano praticamente già pronti, e dire che li ha preceduti di una mezz'ora buona), mette via tutto e tira fuori la camicia più sobria che si è portato dietro, tinta unica turchese. Sopra ci piazza un bel giubbotto dorato e oh yes, ora ci siamo
Aperitivo e cena passano velocemente tra battute e risate (e non mancano le lamentele di Andrea perché hai barato, non ci si allea contro un avversario onesto come me E VIA ALLE DISPUTE PURE A TAVOLA IN MEZZO ALLA GENTE) mentre di Bizio, nemmeno l'ombra, non sarà mica caduto da una scala un soppalco un albero un tetto?
Ermal finisce di bere il suo caffè (è il quarto che prende quel giorno l'iperattività inizia a farsi sentire)A un certo punto si rende conto che sta davanti al bar, a fare avanti e indietro come un forsennato, perso nei suoi pensieri. Fabrizio lo sta fissando e manco cerca più di trattenere le risate ormai e “Me stai a scavà na fossa ner pavimento.. tutto bene??"
“Mmh mi sa che ho esagerato con i caffè oggi" Ermal fa per sedersi sullo sgabello, appoggiandosi con i gomiti al bancone, quando Fabrizio gli prende la mano e ci lascia su un bacio sonoro. Ermal.exe che più .exe nun se pò.
"Me sei mancato, sai" e il rossore di Ermal passa inosservato all'orda di ragazzi ventenni che si affollano per prendersi il primo drink e farsi fighi con le ragazze inglesi già sedute sui divanetti. Un po' meno inosservato a Bizio, che arrossisce leggermente a sua volta, ma allo stesso tempo guarda Ermal con una scintilla indecifrabile negli occhi e un sorriso che non tradisce alcun imbarazzo
Sti pischelli finalmente se ne vanno ed ecco, è il momento giusto, nessuno sta facendo caso a loro. "Devo dire-" attacca Ermal "che mi sei mancato un bel po' pure te" e Fabrizio nota il bracciale al polso di Ermal "Pure io non l'ho tolto, me sa che dà proprio n'influsso positivo, nun te so dì il perché"
“Non ho intenzione di toglierlo molto presto nemmeno io" e sì vanno avanti cosi per dieci minuti, tra sorrisi dolci che evviva il diabete e ammiccamenti da sedicenni. Ed Ermal tra un po' si dimentica della cena ma per fortuna la divisa nera dell'altro cattura la sua attenzione e dai ora o mai più
“Ho pensato di farti una specie di sorpresa" Fabrizio alza le sopracciglia, colto alla sprovvista "sì, insomma, dopo che mi hai sopreso in quel modo sul lungolago regalandomi questo" riprende, accennando al bracciale, "mi sono sentito in dovere di fare qualcosa per te"
“Qualsiasi cosa sia-" lo interrompe Fabrizio avvicinandosi ancora di più "direi che ho ricevuto un ringraziamento più che soddisfacente"
La sua voce è troppo bassa e roca ed Ermal seve deglutire un attimo per riprendersi prima di mettere in ordine i pensieri e continuare
Lasciamo un attimo da parte quello" [inserire occhiata MOLTO eloquente di Bizio] "stavo pensando-" e un signore di mezza età li interrompe, seppur molto gentilmente, per chiedere a Fabrizio due drink. Ermal tira giù tredici santi nella sua mente.
“Stavi pensando...?" Lo incalza Fabrizio- “Sei libero domani a cena?" Ermal sputa fuori quelle parole come fossero un insulto e woah, easy tiger, mentre Fabrizio scoppia a ridere di fronte alla faccia costernata e ai gesti nervosi di Ermal (si è sistemato i ricci almeno cinque volte negli ultimi dieci minuti) e "sì, certo che so libero"
“Meno male perché ho già prenotato, cena, io e te, rimaniamo per le otto, fai anche otto e un quarto va" Ermal è sollevato, e si rende conto di sembrare un rincoglionito ma non riesce a levarsi il sorriso dalla faccia. Fabrizio nel frattempo è rimasto di stucco, qualcosa nel suo cuore è andato a posto e ora sente solo un calore strano in mezzo al petto, e guarda ammirato il ragazzo stupendo che ha davanti. "Sei ancora più luminoso co' sta giacca" gli dice con un mezzo sorriso "e grazie dell'invito, non mancherei per nulla ar mondo"
“Ti do il mio numero di telefono, nel caso ci fosse qualche imprevisto” e Bizio sgrana un attimo gli occhi perché ah già il telefono e fatto sta che appena gli scrive il numero su un foglietto inizia ad arrivare una marea di gente ed è costretto a tornare a lavorare seriamente
Tra l’altro i ragazzi lo trascinano via perché la serata karaoke e Bizio che osservando da lontano la scena pensa almeno lo sentirò cantare mentre lavoro
Il problema è che non sapeva COSA gli avrebbero fatto cantare
Aka la compilation di Canzoni imbarazzanti, canzoni che vanno da Cicale della Carrà a I migliori anni della nostra vita, passando per Sarà perché ti amo con tanto di balletto e Vige canta con lui, Dino si scompiscia dalle risate e prontamente Montanari riprende tutto perché “Vi ricatterò a vita con tutto ‘sto materiale”
A few hours later Vige è più di la che di qua a causa dell’alcol ingerito aka sta male e ha davvero bisogno di vomitare perché raramente si prendeva sbronze simili e per punizione, visto che il giorno prima erano stati brutalmente abbandonati, quello che si dovrà occupare di lui per il resto della serata è proprio Ermal che in versione fratellone che gli regge il capo e gli bagna la testa con una bottiglietta ghiacciata rubata a una signora sorry Vige, tvb
Ermal si accorge tipo alle 3 di notte del messaggio che gli aveva mandato Fabrizio all’una con scritto “Buonanotte infermiere!” Perché aveva visto tutta la scena da lontano mentre lavorava e ovviamente trattiene a stento le risate quando spiando il suo profilo si accorge che ha come stato ancora l’”Hi there! I’m using WhatsApp!”
La Mattina dopo Ermal si sveglia con un mal di testa assurdo, solo a vedere del cibo gli viene il voltastomaco e opta per un thè+moment accompagnato solo da due biscotti perché non si prendono i medicinali a stomaco vuoto.
La soluzione è passeggiare e non possono mancare i millemila film mentali e ripensamenti sull’appuntamento di quella sera perché non usciva seriamente con qualcuno da un po’, flirtava o andava con gente random conosciuta in maniera random semplicemente perché era una persona e ne aveva bisogno, neanche si impegnava. Era da quando stava con la sua ex che non si organizzava davvero per qualcosa e questa cosa lo turbava perché anche con lei era stato tutto molto graduale essendo prima di tutto compagni di classe, ma Fabrizio lo conosceva da quanto, 4 giorni???
D’altro canto, lui non lo sapeva, ma anche Bizio ci teneva tantissimo che andasse tutto bene perché nonostante sia molto fisico è quasi più attratto dalla connessione mentale con lui e la cosa lo sconvolge perché l’essere attratto per uomini e donne gli era già capitato, sapeva di essere bisessuale, ma un coinvolgimento mentale/emotivo così non lo aveva da una vita
“Stavo diventando quasi l’ombra dei miei anni” dal nuovo inedito e cazzo Aveva 32 anni e si sentiva così stanco emotivamente che si stava un po’ lasciando andare, prendeva le cose come capitavano senza impegnarsi e Ermal è stato letteralmente una luce, che nel giro di poche ore gli aveva fatto venir voglia di fare qualcosa, di non stare fermo ad aspettare che la vita passi
DETTO QUESTO, Ermal deve pur annunciare la sua non-presenza a cena alla truppa, quindi decide di dire la cosa a pranzo e “Stasera non contate su di me, esco a cena con Fabrizio" lo sentenzia proprio cosi senza infamia né lode, in qualche modo doveva dirlo e via il dente e via il dolore
Marco proprio not impressed e annuisce mentre Vige che lo guarda come a dire MA TU SAI QUALCOSA E NOI NO, ferito nell’anima proprio
“Ma siete amici o amici amici?” Manco alle elementari Vige
“Siamo io e lui, punto.” grazie Ermal ora è tutto più chiaro
Vige fissa ancora un attimo Ermal e poi ci rinuncia definitivamente perché dovreste vergognarvi, dopo tutto quello che faccio per voi e Ermal lo guarda e mangia come a dire “Ma stat citt”
Vige fa il finto offeso e decide di consumare quel che era rimasto dal post-sbornia sotto il sole cocente, seguito da Dino, mentre Marco che da protective mama si gira e “Oh se hai bisogno di qualcosa chiama me mi raccomando, non sparire” perché è ancora in fase soft dalla chiacchierata di ieri sera e in fondo anche due anni fa è stato l’unico a vedere come stava di merda Ermal e non vuole vederlo di nuovo ridotto a uno straccio
E non si sa mai che questo non sparisca a caso e certo Macco lui penserà a te durante la serata
Poi arriva il momento in cui poco dopo pranzo Ermal va a prendere una cosa al bar mentre c’è Fabrizio e Vige sotto l’ombrellone col binocolo a vedere la scena perché voglio sapere
Ermal che si appoggia al banco con gli occhi a cuoricino mentre Bizio a un certo punto ha due secondi di numero liberi e mentre sistema dei bicchieri gli mette una mano sulla fronte per spostargli i capelli dagli occhi perché “ma non hai caldo??? Fosse per me girerei nudo”
Vige si gira a guardarli proprio mentre Bizio si sporge e gli dà un bacio a stampo CHE MANCO NEI FILM, SOTTOOOONI
Vige ha capito e facciamo tutti un applauso di supporto per sto poretto pls
“Ma allora come me devo vestì stasera, me lo vuoi dare 'n mezzo indizio o no??" e Ermal.exe che manco sa lui che mettersi e "è un posto molto carino, ma non ti sto portando a teatro tranquillo, vestiti come preferisci" GLI PASSANO DAVANTI VISIONI CELESTIALI DI FABRIZIO IN CAMICIA E BASTA PENSA AD ALTRO ERMALÌ
FATTO STA CHE questi si devono pur preparare
Fab alla fine opta per la camicia nera mezza sbottonata per mettere in mostra la croce + via delle girandole con le maniche arrotolate sulle braccia e dei pantaloni neri che gli fasciano le cosce e collane random, coronando il tutto con il suo fidato cappello nero
Mentre Ermal è da 20 minuti con un asciugamano alla vita davanti a 3 grucce attaccate all’armadio indeciso su cosa mettersi
Alla fine opta per una maglia nera semplice sui pantaloni di pelle nera e una giacca nera con i fiori blu (per intenderci: quella della finale di Sanremo)
FINALMENTE, dopo aver sistemato alla bella e meglio la sua matassa di capelli, va verso la hall dove si doveva incontrare con Fabrizio e non può mancare il selfie in ascensore che manda prontamente alla sorella
E per oggi finisce così! Vi ringraziamo come sempre per i commenti bellissimi che ci lasciate e speriamo che il continuo vi piaccia
La prossima parte di questa AU sarà una vera bomba, vi posso anticipare solo questo. <3
Alla prossima!
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tepasport · 3 years
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Nell’immagine principale del 1974, potete ammirare, da più angolazioni, uno degli stabilimenti di Rudiano in provincia di Brescia, dove si producevano oltre 10.000 paia di scarpe al giorno con marchio Tepa Sport, costituito da un fregio a forma di «V» idea di vittoria.
Tepa Sport in brevissimo tempo divenne la calzatura più venduta, usata e ricercata nei mitici anni ‘70, si distinse oltre che per diverse discipline, in particolare nel segmento calcio, dove divenne la scarpa ufficiale di molteplici Football Club tra i quali Milan, Inter, Juventus e Napoli e testimonial d’eccezzione del calibro di Gigi Riva, Dino Zoff, Roberto Bettega, Fulvio Collovati e Ruben Buriani e altri migliaia di testimonial di tutte le categorie, dalla serie A fino ad arrivare a livelli amatoriali.
Nell’immagine seguente scattata nei primi anni ‘50 con i genitori, i tre fratelli Riva, fondatori dello storico ed ineguagliabile Marchio,
In piedi: Rino, Paolo e Battista
Accosciati: Maria e Francesco
https://www.tepasport.it/
Made in Italy dal 1952
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pangeanews · 6 years
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“Mai comprato un libro perché lo devo leggere… comunque, oggi è quasi tutta fuffa”: dialogo con Luigi Mascheroni, l’uomo da 20mila libri
Ogni tanto mi manda le fotografie delle sue ultime ‘prede’. Pochi giorni fa mi invia la copertina de Il solstizio di giugno di Henry de Montherlant. Sa che mi morderò gli alluci per l’invidia. Quando mi dice che lo ha pagato due euro, mi disintegro le falangi con il ‘Meridiano’ del Doctor Faustus di Thomas Mann. Io e Luigi Mascheroni, micidiale firma de il Giornale, siamo agli antipodi: lui ama il contenitore io il contenuto, lui la forma io il senso, lui la copertina del libro io cosa c’è scritto dentro. Posso passare ore alle fatidiche bancarelle dei libri tormentato dall’amletica domanda, lo leggerò? non lo leggerò?, senza comprare nulla; Mascheroni invece, Diabolik della bibliomania, afferra e va via. Ha ragione ‘Gigi’, ovviamente, l’estetica è tutto, io sono un bilioso reazionario che ancora pensa alla scrittura… Così, quando mi dice che “sono arrivato a 20mila libri!”, gli dico, fermi tutti. Faccio qualche rapido calcolo a mente. 20mila libri diviso 30 anni (suppergiù) di devota ‘caccia’ libraria fa un numero magnetico, diabolico, anzi: 666,6 libri all’anno, cioè una media di due libri comprati – o rubati – al giorno. Esulto – il numero diabolico mi stimola l’estro – facciamo una intervista! Quella di ‘Gigi’, in effetti, mi pare una ossessione che sfocia nel romanzesco. Mascheroni, uomo tutto d’un pezzo, alto, elegantissimo fino allo snobistico cinismo, raffinato fino allo sfottò, intelligente come una faina, editore per sfizio e per vanto, devoto al libro – che è lì, chiuso, una seduzione di innumerevoli possibilità – più che all’uomo – che è sempre lo stesso: banale, corrotto, mentitore – pare una creatura libresca che si libra per il mondo sorniona, l’incarnazione di un fulminante epigramma di Carlo Dossi. Se non fosse che sono certo che già ce l’ha, nei precordi della sua biblioteca infinita, regalerei a Mascheroni un Sellerio del 2006, Delle tesorerie dei re, firmato John Ruskin: il grande inglese, che non aveva molta fiducia nella facoltà intellettuale umana (“le menti della maggior parte degli uomini sono invero poco più che lande desolate di sterpaglie… la prima cosa da fare, per il bene loro e per voi stessi, è di appiccarvi subito il fuoco, bruciare tutta la giungla, sì da renderla un fecondo mucchio di ceneri”), sapeva che “il libro, nella sua essenza, non è una cosa che parla, ma una cosa scritta; e scritta non con la finalità della mera comunicazione, ma della permanenza”. Con 20mila libri, in fondo, Mascheroni si garantisce un viaggio di 20mila leghe sotto l’ottusità dominante, si prenota l’immortalità: la sua casa ne contiene altre 20mila, la sua vita si riverbera in migliaia – un libro chiuso, emblema dell’unica perfezione possibile nel mondo corrotto, è l’avvio di una avventura, il precipizio nell’avvenire, l’unico tempo degno di essere perduto; il mondo corre e tu sei lì, avvinghiato in una festa ferale di frasi, simili a pitoni, a desiderare il prossimo libro, una leccornia. (d.b.)
Ventimila volumi: dove li tieni? Cosa pensano di te i tuoi eredi? Come può sopportarti tua moglie?
Li tengo in casa, perlopiù: un’unica libreria rigorosamente in legno di ciliegio cileno. Calcoliamo 150 libri a scaffale, in doppia fila, per sette pareti su due piani di appartamento, sotto la sala e sopra lo studio, in tutto fanno 140 scaffali, aggiungendo tre grandi armadi strapieni in redazione e la parte di libri sul cinema nella vecchia casa di famiglia, siamo a ventimila libri. Millennio in più, Meridiano in meno… Cosa dicono i miei figli? Quando torno a casa, ogni giorno, con uno, due, tre libri nuovi, davanti ai loro sguardi di rassegnata disapprovazione cerco di giustificarmi dicendo “Lo faccio per voi! Vi lascerò un patrimonio economico (più che culturale…) straordinario! Vi renderò ricchi!”. Ma non ci credono, naturalmente. Meno di tutti mia moglie. Ma con lei è più facile: se mi rinfaccia la mania dei libri io faccio lo stesso con la sua. Le scarpe.
Immagini in esclusiva della fatidica libreria privata di Luigi Mascheroni. Al momento, è impedito l’accesso al pubblico.
Ventimila volumi: ti ricordi il tuo primo libro? E il libro numero 100? E il millesimo? E il decimillesimo? E l’ultimo che hai comprato?
Avendoli tutti accumulati personalmente, senza aver ereditato alcunché – soltanto rubato qualcosa a mio fratello maggiore, essendo il furto da sempre la fonte di approvvigionamento principale della mia biblioteca… – certo che mi ricordo il primo libro, o comunque uno tra i primissimi, sul quale ho fondato la mia collezione. Era alla fine del liceo: il “Manfred” di George Gordon Byron nell’edizione dei Quaderni della Fenice della Guanda. Gliel’aveva fatto leggere il suo professore di inglese al Liceo, che da lì a poco sarebbe stato anche il mio. Franco Buffoni, insegnante straordinario peraltro. Un bell’inizio, no? Tra l’altro la veste grafica di quei Quaderni è meravigliosa, se ne trovo qualcuno in giro lo compro. Il numero 100, mille, diecimila, no… quelli non me li ricordo. Anche perché non li ho mai contati, solo fatto calcoli approssimativi. L’ultimo invece è di stamattina: Il solstizio di giugno di Henry de Montherlant, edizioni Akropolis del 1983. Ho una certa predilezione per la letteratura della collaborazione… i Brasillach, i Céline, i Drieu, i Rebatet… Comunque l’ho pagato due euro a un bouquiniste di piazza Cordusio, qui a Milano.
Dove li compri i libri? Ti guida il masochismo bibliografico, il sadismo, il feticismo, cosa? Ma poi: t’importa ciò che c’è scritto dentro?
Li compro sulle bancarelle, appunto. Poi nelle librerie dell’usato o antiquarie, qualcosa su Maremagnum o eBay – dove si possono trovare ancora cose belle a pochi euro, la gente spesso non sa cosa vende – poi alle fiere e ai mercatini, il posto più divertente: è dove i libri trovano te, non tu i libri. Poi molto, e parlo delle novità, mi arriva dalle case editrici per il mio lavoro di giornalista, ma tengo davvero poco. La maggior parte di quello che esce oggi, diciamo nove libri su dieci, è fuffa… Cosa mi guida nella scelta? Nella stragrande maggioranza dei casi l’eleganza o la particolarità della veste editoriale. Possiedo decine e decine di libri della Rizzoli e della Mondadori degli anni Settanta e Ottanta che mai mi verrebbe in mente di leggere, ma che colleziono perché hanno le copertine disegnate da John Alcorn o Ferenc Pinter… Oppure, cito a caso, i libri delle vecchie edizioni Fògola di Torino, quei libri con la sovraccopertina muta in carta velina… Gli autori erano Vintilă Horia, Astolphe de Custine, Guido Ceronetti… L’importante è che siano copie perfette: senza strappi, segni, tagli. Altrimenti non li considero. Anche per questo motivo il contenuto è secondario. Mai comprato un libro perché lo devo leggere. Lo compro prima di tutto perché mi piace come oggetto, poi posso anche sfogliarlo… Sì, credo sia puro feticismo.
Un gioco. Il libro che ti è costato di più e quello che hai pagato due centesimi.
La mia è una collezione di quantità, prima che di qualità. È un accumulo malato, irrazionale, disorganico e disordinato. Non ho mai speso tantissimo per un solo libro, è più facile che lo stesso giorno spenda moltissimo per diversi libri. Sì, certo. Ho pagato un po’ per una copia immacolata della prima edizione Corbaccio del 1938 di Bagattelle per un massacro. Che peraltro non ho mai letto. E anche per una copia con dedica del Poema a fumetti di Buzzati. Che ho soltanto sfogliato. È molto più divertente pagare pochissimo i libri rari o introvabili. Mi succede spesso. Qualche settimana fa – per dire – ho trovato in una libreria famosa di Milano, specializzata in modernariato, una copia del libro di Oreste Del Buono La nostra età, in edizione comunissima, la collana Nuovi Coralli di Einaudi, anno 1974. Niente di che. Però io tutto quello che trovo di Del Buono lo compro – non chiedermi perché – e istintivamente l’ho preso in mano, anche se ce l’ho già. E nel foglio di guardia c’era un elaboratissimo disegno a penna Bic di Del Buono, una caricatura molto curata e molto bella, siglata OdB. Il libro era prezzato cinque euro, perché il libraio non se ne era accorto. Io correttamente – e non è da me – gliel’ho fatto notare. Ma lui correttamente me l’ha fatto pagare come l’aveva valutato. Ma devo dire che sono un suo cliente fedele. Un’altra volta un amico mi ha chiesto di valutargli la biblioteca del nonno, che voleva vendere. Io l’ho messo in contatto con un antiquario, che poi gli ha rilevato tutto in blocco. Però prima mi sono fatto regalare una cinquantina di pezzi. I più pregiati, ovviamente. Lì sono stato molto meno corretto…
Il libro che ami di più. E quello che non sopporti, ma di cui non puoi fare a meno.
Il libro che amo di più – dal punto di vista editoriale – è il “Libro illeggibile” di Bruno Munari stampato nell’officina grafica di Giorgio Lucini. Lucini peraltro è appena morto, qualche giorno fa… Quando andavo a trovarlo nel suo studio-laboratorio finivo che stavo male. Avrei voluto possedere tutto. Come quando andavo nello studio di Franco Sciardelli, altro maestro stampatore… Poi alla fine cercavo di evitare, mi veniva mal di testa, cattivo umore, depressione… Vedere cosa c’era in quegli scaffali, senza poterlo avere, era come essere in una pasticceria senza soldi. O alla finale di un concorso di bellezza senza non potere toccare le miss… Meglio stare a casa. Ah, il libro che non sopporto… La conosci la storia della prima edizione italiana de Il codice da Vinci di Dan Brown? Esce nel novembre 2003 per Mondadori. Nel retro della sovraccopertina c’è una foto di Dan Brown seduto con alle spalle un quadro raffigurante una maschera elaborata. Poi anni dopo si sparge la voce che questa prima tiratura del libro sia diversa dalle successive in cui la foto dell’autore è cambiata: Dan Brown è in piedi, con dietro un orologio. Non è che sia rarissima quella copia, però in futuro potrebbe diventarlo. La tengo, con pochissima convinzione. E comunque non ho mai letto il romanzo. Sono il tipico intellettuale snob. Detesto per principio tutto ciò che vende, ha successo o è di moda.
L’autore defunto di cui ti vanti di possedere l’opera omnia. Meglio. L’autore defunto a cui sei devoto. E il vivente che ti piace di più leggere.
Il defunto più vivo di tutti è Sua Magnificentia Carlo Emilio Gadda. Ho tutto ovviamente, anche se non tutto in prima edizione… Dovessi leggere e rileggere solo un autore nella vita, è lui. Poi compro anche ogni edizione che trovo delle opere di Kafka: tra brossura e tascabili i Racconti ad esempio li avrò in venti edizioni diverse, anche di più. Perché? Non lo so. Ma continuo a comprarle… Tra i viventi? Parlo degli italiani. Arbasino, Ceronetti e il primo Busi, diciamo fino a Sodomie in corpo 11. Al massimo Altri abusi… Dopo basta. Per il resto, non credo di avere finito di leggere con soddisfazione un solo premio Strega dopo Sillabario di Parise, anno 1982. Sì, dài: La chimera di Vassalli, 1990…
Senti, ma… ti dessero da dirigere Tempo di Libri, la prima cosa che faresti è…?
“Tempo di Libri” temo purtroppo che non si rifarà… Esperienza finita. Siamo praticamente a settembre e ancora nessuno ha detto niente della prossima edizione… strano, no? Secondo me vogliono chiuderlo. Peccato, io ci avevo creduto tantissimo. Milano quando si muove è micidiale: un paio d’anni per rodare e poi sarebbe diventato un evento che avrebbe reso obsoleto il polveroso, stanco e sempre uguale a se stesso Salone del Libro di Torino. E invece le vecchie logiche del culturame italico, le abitudini rassicuranti, le paure degli editori e soprattutto l’ideologia progressista – in realtà il massimo del conservatorismo – che avvolge fino all’asfissia il mondo intellettuale italiano, hanno fatto passare l’idea distorta che Milano fosse il simbolo negativo di un libro succube del Mercato e dei manager mentre il salone di Torino il simbolo esemplare del libro come vera Cultura degli scrittori e dei lettori. Con risultato che, affossato Tempo di libri, si perde l’occasione di una vera grande fiera per tutti, moderna efficiente e internazionale: non ideologica, pesante e provinciale come Torino, che può portare al Lingotto anche venti premi Nobel eppure resta sempre una manifestazione con una mentalità casalinga che non riesce a uscire dal tinello Einaudi-Radio3-pagine culturali di Repubblica-talk show de La7… Ma tant’è. Mentre il Paese sta andando da tutt’altra parte, il salottino del libro rimane fermo alla prima Repubblica. Intesa non solo come forma di governo…
L’editore del passato che ti piace di più. E quello di oggi. 
Gli editori di ieri sono tanti: la Longanesi quando era di Longanesi, ovviamente. E la collana i “Centolibri”. L’Einaudi che si inventava la collana “Centopagine” con la grafica di Bruno Munari. Il vecchio Saggiatore (e un po’ anche il nuovo) delle Silerchie, ad esempio. La Rusconi di Cattabiani. La vecchia Vallecchi. La vecchia Bietti che ora è rinata e fa ancora cose molte belle. E tra gli editori di oggi, dal punto di vista dell’attenzione alla qualità materiale oltre che dei testi, il più bravo è Vincenzo Campo con la sua Henry Beyle, anche se volutamente resta una casa editrice per bibliofili e lettori fortissimi. Poi ci sono sigle molto ben strutturate dal punto di vista imprenditoriale che portano avanti progetti editoriali interessanti, come Sur per la letteratura latino-americana. E poi ci sono piccoli editori molto agguerriti, e coraggiosi. Mi vengono in mente Historica o Gog, che ritirano fuori cose molto belle per la saggistica, la politica e certa letteratura dimenticata del ’900, Raffaelli per ciò che riguarda la poesia, e poi Italo Svevo, Giometti & Antonello…
Il libro che vorresti fosse studiato nelle scuole. E quello scolasticamente sopravvalutato. 
Vado controcorrente: e cito quello che moltissimi reputano scolasticamente sopravvalutato e che io invece vorrei fosse continuamente studiato nelle scuole. E sono I promessi sposi. Come mi disse una volta in un’intervista Cesare De Michelis, gli scrittori italiani ormai scrivono un romanzo ogni due anni. Manzoni scrisse un romanzo solo perché sapeva che lì dentro c’era tutto.
Ho un vago presentimento. I libri che non riesci a trovare li fai stampare: o dai raffinati tipi De Piante – casa editrice che hai fondato con due amici – o da Aragno, per cui curi una anomala collana. Ergo: cosa fai stampare prossimamente?
Sia la De Piante editore sia Aragno ragionano in modo inverso rispetto al mercato editoriale. Tutti dicono: faccio libri che vendono, cercando di farli anche belli. Noi invece facciamo libri belli, poi se vendono meglio. Nino Aragno mi dice sempre, e non è solo una battuta: “Mascheroni, mi raccomando! Se i libri che decidiamo di fare poi vendono anche, abbiamo sbagliato tutto… Se piacciono a troppi, non sono buoni libri!”. A lui non interessa fare business, a lui interessa restare nella storia dell’editoria. E infatti lo è già… Mentre il pay off della De Piante editore è: “Pochi libri per pochi”. E ho detto tutto. Comunque, per Aragno, dopo aver ripubblicato gli elzeviri di Emilio Cecchi, Firenze, e l’Ideario di Giuseppe Prezzolini, usciremo a breve – tra l’autunno e l’inverno – con i reportage di viaggio di Piero Chiara per la prima volta raccolti in volume, e una straordinaria raccolta di tutte le interviste italiane di Ezra Pound… Mentre con De Piante pubblichiamo a breve alcune lettere inedite di Leonardo Sciascia, con in copertina una foto del grande Ferdinando Scianna, e poi un elogio del vino di Gianni Brera, ritrovato dal figlio Paolo… Ti piace l’idea?
L'articolo “Mai comprato un libro perché lo devo leggere… comunque, oggi è quasi tutta fuffa”: dialogo con Luigi Mascheroni, l’uomo da 20mila libri proviene da Pangea.
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“Travelight”, oggi la parola d'ordine è viaggiare leggeri
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Perdere ore davanti alla valigia per escogitare la miglior strategia per portare il maggior numero di capi e scarpe possibile, controllare in modo ossessivo il meteo per capire quanti indumenti includere nella categoria del «non si sa mai», concentrare ogni sforzo nella chiusura di valigie stracolme per poi incastrarle in auto come abili giocatori di Tetris. E non è tutto: per chi viaggia in aero la tensione cresce in aeroporto, quando davanti al check-in la paura di superare i limiti di peso fa da padrona e si acutizza nuovamente a destinazione di fronte al timore di non veder arrivare il proprio bagaglio sul nastro trasportatore. Uno scenario tragicomico lontano, però, dai sempre più numerosi viaggiatori che scelgono di seguire il fenomeno internazionale del “Travelight”, ovvero la tendenza nata negli Stati Uniti e arrivata in Italia che permette di viaggiare il più leggeri possibile. Un trend che ha conquistato anche le celebrities internazionali: l’attrice Jessica Biel, sostenitrice della filosofia «less is more», che consiglia di scegliere pochi vestiti ma con colori concordanti, la top model Gigi Hadid abituata a volare con un comodo trolley per evitare i lunghi tempi di attesa e infine l’attrice Shailene Woodley che, durante un’intervista al The Ellen DeGeneres Show, ha affermato che il suo guardaroba può essere compreso tutto in una piccola valigia. Read the full article
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margiehasson · 5 years
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Vanessa Villa e Gabrielle Caunesil: «vi raccontiamo i nostri primi 10k»
La prima volta non si scorda mai. Soprattutto quando si tratta di una 10 km di corsa. Ancora di più se fino a poco tempo fa non pensavi nemmeno di poterti infilare delle scarpe da running. È quello che è successo alla karateka Vanessa Villa e alla modella Gabrielle Caunesil che hanno vissuto l’esperienza di correre quella distanza che sulla carta sembra così dura. Ma il 10 in fondo è un numero tondo, rassicurante, completo, è il simbolo di un traguardo e la sfida nel raggiungerlo è avvincente e sfidante.
Ed è arrivato alla fine di un percorso che le due neo runner hanno compiuto insieme a Nike e fatto di quattro appuntamenti dove il tema centrale era sì l’allenamento, ma anche il recovery, ovvero il recupero fisico indispensabile per massimizzare lo sforzo fatto e non tradire i risultati dove il focus è stato posto sulla nuova Nike Joyride Run Flyknit, una scarpa da corsa pensata per non affaticare le gambe grazie allo speciale sistema di ammortizzazione personalizzato costituito da migliaia di microsfere colorate TPE.  Appuntamenti a cui Vanessa e Gabrielle hanno affiancato sessioni di corsa per mettersi alla prova e allenare il proprio fisico a uno sforzo nuovo.
Fino ad arrivare preparate e combattive all’appuntamento con la distanza, scarpe Nike Air Zoom Pegasus 36 ben allacciate, per correre più veloce e più a lungo. Grazie alla sua Zoom Air a tutta lunghezza, e rivestita dalla schiuma Cushion nell’intersuola, consente una falcata più regolare, reattiva e ammortizzata. Appuntamento al Nike store di Milano per le foto di rito e un po’ di riscaldamento, l’avvicinamento alla partenza e l’attesa. È tutto quello che c’è prima dello sparo a rendere la partenza un vero e proprio evento da celebrare.
Vanessa e Gabrielle sono cariche, saltellano, ascoltano musica e pensano focalizzate al loro obiettivo, quello di arrivare in fondo e farlo nel miglior modo possibile. E così è, la completano, e tagliando il traguardo si permettono di sorridere incredule a quello che hanno appena realizzato. «La mia prima 10k? In tre parole direi difficili, entusiasmanti e divertenti. È stata molto emozionante e l’ho presa davvero come una gara», dice Vanessa. «Io sono un’agonista, arrivo dal mondo del karate e ho vissuto questa running proprio come un combattimento vero e proprio. Mi sono fatta la mia coda alta, il make up che uso negli incontri e la stessa concentrazione. Volevo fare la performance, a qualunque costo. E infatti ho registrato il mio tempo migliore, ho chiuso a 5:30 al km che, non essendo una runner professionista e senza allenarmi tantissimo, mi soddisfa!».
Vanessa Villa
Soddisfazione enorme anche per Gabrielle. «Era la prima volta che accettavo una sfida come quella in cui Nike mi ha coinvolto, e devo ammettere che non avrei mai pensato di farcela. Quando ho iniziato ad allenarmi, dopo solo 3km mi sono sentita morire, non avevo più fiato e sentivo male da tutte le parti. Ma poi ho iniziato a seguire le indicazioni di Anita, Coach di Nike Running e lei mi ha insegnato come correre bene, come restare concentrata, come respirare…e ce l’ho fatta!».
Intorno a loro una grande energia. Il gruppo di Nike le ha spronate, accompagnate e guidate durante tutti i 10km e l’energia di chi correva con loro ha permesso di trovare sempre la giusta energia e motivazione. «La più grande forza l’ho trovata sia dentro sia fuori di me», racconta Vanessa. «Cantavo mentre correvo, i ragazzi del gruppo Nike avevano casse bluetooth da cui risuonavano canzoni come Volare, Maracaibo, ma anche Gigi d’Ag per un sostegno costante che ha reso il tutto divertentissimo».
Gabrielle Counesil
Nel tragitto che copre la distanza può succedere ogni cosa, soprattutto quando si attraversa una città, in questo caso Milano, che si fa così a misura d’uomo. Momenti belli di condivisione, ma anche duri, dove ci si mette di fronte alle proprie difficoltà. «Ho vissuto una piccola crisi nei primi kilometri, ho iniziato a sentire un po’ di male al fianco, ma poi mi è successa una cosa strana», racconta Gabrielle. «Passato questo momento di sconforto, ho sentito le endorfine entrare in circolo e mi sembrava di non sentire più il mio corpo, svanito ogni dolore. Stavo correndo con un buon passo e allo stesso tempo sentivo come se mi stessi riposando: il mio respiro era calmo e regolare, quasi come se stessi camminando e quello è stato un momento fantastico. Penso che sia proprio così: devi solo aspettare e spronarti ad andare oltre i tuoi limiti, e quando li superi sai che puoi continuare a correre».
Limiti che anche la karateka si è trovata ad affrontare. «Sì, lo ammetto. Intorno al settimo chilometro mi sentivo davvero stanca e allora mi sono detta “è giunto il momento di abbattere questo limite”. Ho sempre vissuto la corsa così fino a ora visto che per me fino a un anno fa lei stessa era un limite. Poi ho cominciato e durante ogni allenamento mi mettevo di fronte a un limite diverso: il vento, la pioggia, la fatica. Mi dava fastidio, ma dovevo abbatterlo, dovevo andare avanti. Così al settimo chilometro mi sono detta “devo andare oltre” e gli ultimi 2000 metri li ho corsi a cannone. È un po’ come il karate, ci vuole disciplina mentale».
E ora che il traguardo è stato raggiunto, le due hanno lo sguardo già rivolto al futuro verso il prossimo obiettivo dove la corsa sarà protagonista. Vanessa vorrebbe aggiungere chilometri, Gabrielle vuole migliorare il tempo. Ma quel che conta per entrambe è quel che resta di questo percorso perché in fondo quello che conta di un arrivo è sempre il viaggio.
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sangha-scaramuccia · 5 years
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(fotografie di Marco)
6 -14 luglio - Guillestre, Monte Pelosa e San Lorenzo ma… senza stelle!
Per l’estate 2019, le settimane di arrampicata proposte dalla scuola di montagna di Scaramuccia, sono molte. Bello sarebbe partecipare a tutte (Val Pennavaire, Sardegna, Guillestre, Ferentillo, Dolomiti) ma lavorando le ferie sono poche, la pensione è sempre più lontana e … bisogna operare delle scelte.
Mai avrei rinunciato alla settimana in Francia, nelle Alte Alpi Provenzali, con pernottamento e mezza pensione presso l’Ostello Cap Verb di Guillestre, vicino al parco regionale del Queyras, alla confluenza dei fiumi Guil e Durance che energicamente scorrono nelle due valli, accanto a numerosi villaggi fatati e profumati dai fiori di lavanda.
Con Donatella e Silvia partiamo sabato 6, per goderci un giorno di vacanza in più, peraltro Alvise e Laura, con Fabian e Lena, sono lì da una settimana e per domenica ci hanno proposto di fare quattro passi a Nevache.
Nonostante i numerosi “lavori in corso” e un paio di distrazioni, il lungo viaggio scorre ed arriviamo giuste in tempo per ottimizzare la situazione delle stanze riservate al nostro gruppo, conquistandone due con balcone in comune (dopo uno scambio di frasi in un improbabile francese con il gentile gestore Alain) dove trascorreremo gradevolmente le nostre notti.
I “quattro passi” preannunciati per la domenica si rivelano essere una bella scarpinata nella giornata più calda della settimana, con arrivo al Rifugio Buffère e rientro passando per la strada più lunga e ulteriori salite e discese alterante. Insomma, proprio “i quattro passi”! Alla fine, però, ci conquistiamo un’ottima birra artigianale e profumatissima in un piccolo giardino di una locanda, nel grazioso paesino di Nevache.
Tornati all’Ostello nel tardo pomeriggio, ci ritroviamo con il resto del gruppo, appena arrivato.
La formazione finale è la seguente: Donatella, Lea, Silvia Teresa e la sottoscritta nella stanza delle donne, il Maestro Gigi Mario, Doc, Marco e Maurizio, in quella degli uomini. Alvise e Laura, con Fabian e Lena dormiranno nel camper, in campeggio. In totale siamo 11 adulti, due bambini e il cane Bia.
Le giornate scorrono velocemente e sono vivacemente piene. Posso riassumerle così: sveglia verso le 7:00, meditazione, yoga e tai-chi, colazione; 9:00 partenza per la falesia con sosta all’Intermarche’ per il panino; arrampicata; 13:00 laghetto, pranzo e bagno; 14:00 arrampicata; 18:00 birretta&c.; 19:30 cena, chiacchiere, tisana e … ammazzatisana; 22:00 chiacchiere sul balcone e nanna….. (dico solo che ho portato un libro del quale ho letto forse 15 pagine).
Lena e Fabian sono stati bravissimi e anche quest’anno hanno preparato caffè e mazzetti di lavanda.
Abbiamo arrampicato tanto in posti noti e nuovi, con giorgetti a gogò fra mattina e pomeriggio.
Tra le falesie note, siamo piacevolmente tornati (e spero torneremo ancora) a Mont Dauphin - Fort, settore alto (sempre bello ma un po’ affollato) dove il Maestro si scalda su un 6b+ mascherato da 6a, Rues Des Masques (che quest’anno ho capito meglio), Rocher Baron (bella falesia un po’ marmorea dove abbiamo preso le uniche gocce d’acqua della settimana) e Gorge de la Biaysse (bellissime vie di placca).
Con piacere abbiamo scoperto la falesia bassa di Mont Dauphin, dove siamo stati due volte (Rez de Chaussee e Raph), le placche di granito di Ailefroid e la bella falesia di Beauregard.
Dopo cinque giorni, trascorsi simpaticamente insieme, tante risate, chiacchiere e tantissima arrampicata, il venerdì mattina, rientrando verso l’Italia, ci fermiamo alla falesia di Pamplinet, dove la caduta di qualche sasso (non proprio piccino) forse lascia poca voglia di tornare.
Siamo vicini a Nevache e ne approfittiamo per salutarci con la profumata birra e un brindisi.
Viaggio di ritorno con lavori in corso e interminabili file di Tir… ma come è possibile, nel terzo millennio, prediligere il trasporto su ruote, con tutto l’inquinamento e il traffico che comporta?…bha!
Nonostante l’arrivo a Collescipoli ad ore piccole (con Silvia approfittiamo dell’ospitalità di Donatella per il we), sabato mattina riusciamo a raggiungere Kiyoka che con Lea, Gloria e Fabrizio hanno in programma una passeggiata al Monte Pelosa (e dove sennò), con i cani Teo e Cibi
Il tempo è fresco ed è piacevole camminare. Saliamo e scendiamo velocemente. Cibi, che non è mai stato “fuori zona”, non conoscendo le mucche ha tentato un approccio un po’ aggressivo, rischiando una cornata. Fortunatamente, dopo un po’ di strilli, Kiyoka e Lea sono riuscite ad allontanarlo e una parte del percorso l’ha fatta al guinzaglio. Tornati a valle ci salutiamo al bar, con l’immancabile birretta.
Arriviate a casa abbastanza presto, ne approfittiamo per fare un riposino ma … si dorme così bene che alle 19:00 ci sveglia la telefonata di Maurizio, che sta rientrando da Roma per cenare con noi a Scheggino, in Val Nerina, per il compleanno di Dona, ed è già arrivato ad Orte. Presto!
La bella serata trascorsa ci ha fatto arrivare a casa dopo la mezzanotte e come si dice: di sera leoni e …. Domenica arriviamo un po’ in ritardo il Maestro con Lea, Marco, Simona, Sandro, Gloria, Fabrizio, Peppe, Maurizio, Filippo, Gianfranco, Vittorio e Federico hanno già cominciato ad arrampicare.
Nonostante sia un sito che mi piace molto, sarà il sonno, sarà il caldo, la stanchezza accumulata, “le scarpe da risuolare” o…. il vino di ieri sera, ma oggi alla falesia di San Lorenzo non brillo come le stelle!!!
Grazie a tutti.
Danila
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fashioncurrentnews · 6 years
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Scarpe da comprare ai saldi estivi 2018
I saldi estivi 2018 stanno per iniziare in store (data ufficiale è il 7 luglio), mentre online potete già approfittare di qualche interessante sconto. Vi abbiamo già segnalato quali sono i must have da comprare subito, ma un’attenzione speciale va alle scarpe, uno degli accessori più amati dalle fashioniste.
Sandali, espadrilles, sneakers o mules? Guarda la gallery per scoprire la nostra selezione dei fashion item online e leggi qui sotto la nostra shopping guide sulle scarpe da comprare ai saldi 2018
Mules: una moda che è esplosa con i diversi look delle star dell’estate 2018. Da Gigi Hadid alle sorelle Kardashian, sono il complemento perfetto per la quotidianità, il giusto compromesso tra fashion e comfortable.
Espadrillas: alte e con la zeppa o super flat? A voi la scelta. Qui vi abbiamo selezionato più di 40 modelli.
Décolleté: non devono mancare mai nel guardaroba femminile. Se non le avete, allora dovere rimediare. Optate per colori neutri come il nero o il nude. Se invece avete già una collezione a disposizione, vi suggeriamo di optare per modelli più creativi, ricchi di scritte o borchie.
Sandali slide: il ritorno degli anni 90 si vede anche dalle scarpe. Scegliete dei modelli a listini sottili e con il tacco stiletto. Sono perfette con qualsiasi look estivo da sera.
Sneakers: futuristiche, areodinamiche e chunky, e tutte colorate.
Sandali gioiello: ricoperti da glassa di cristalli o glitter, saranno il vostro passe-partout  (qui tutti i sandali must have dell’estate 2018).
L'articolo Scarpe da comprare ai saldi estivi 2018 sembra essere il primo su Vogue.it.
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