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PRIMA PAGINA Giornale Di Sicilia di Oggi lunedì, 19 agosto 2024
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Salviamo le api dai pesticidi! LA TUA FIRMA E’ IMPORTANTE: insieme possiamo ottenere la messa al bando di questi pesticidi, per sempre! Save bees from pesticides! YOUR SIGNATURE IS IMPORTANT: together we can get these pesticides banned, forever!
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Roberto Oriolesi e il progetto Salviamo Norchia
Il Dr. Roberto Oriolesi è un archeologo orientalista italiano, originario di Vetralla, specializzato in assiriologia, egittologia e antichità nubiane. Docente presso l’Università “La Sapienza” di Roma, Roberto Oriolesi ha partecipato a numerose missioni archeologiche in Medio Oriente e Africa, collaborando con istituzioni accademiche e scientifiche di rilievo. Tra i suoi principali interessi…
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la peggior invenzione dell'essere umano dopo tipo la bomba atomica è l'aria condizionata.
ma solo l'unica che percepisce quanto male fa? peggior droga
ma è logico che se tutti tengono l'aria accesa fuori si scalda ancora di più. è ovvio
ma io veramente basita e già stufa e non siamo neanche luglio
#per non parlare dei supermercati#io okau sono freddolosa#ma dio cristo devo portarmi la felpa per andare a fare la spesa#ce non è possibile dai#ma ci siete o ci fate#però mi raccomando i tappi delle bottiglie di plastica devono rimanere attaccati cosi salviamo l'ambiente#OOOHHHH#aria condizionata
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A scuola di clima: Educare alla sostenibilità ambientale 🌿
La terra è più calda (Scuole Secondarie di Primo grado)Download 👥 Condivido con i colleghi che si occupano di Educazione Civica il materiale messo a disposizione dal sito di Greenpeace 🌐 per attività nelle classi delle scuole Secondarire di 1° e 2° al fine di sensibilizzare i ragazzi sull’emergenza climatica e sul legame tra questa e i combustibili fossili 🔥, gli allevamenti intensivi 🐄 e la…
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#ambiente#apprendimento#clima#colture intensive#crisi climatica#deforestazione#ecologia#ecosistema#geologia#green peace#insegnamento#meteorologia#pianeta#salviamo il pianeta#scuola#scuola superiore#secondaria di primo grado#secondaria di secondo grado#sfruttamento
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CIVENNA: LETTERA A GEORGE CLOONEY PER IL MONTE SAN PRIMO
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#Ambiente#appello#civenna#comunita#coordinamento salviamo il monte san primo#george clonney#Laglio#lettera
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you told us we could
plus we are italians OF COURSE we're going to commit vote frauds, have you SEEN what we can pull off?
Ho creato una roba tipo 10 account per falsificare il voto del sondaggio mig/diggia
Ups
io ho fatto iscrivere unǝ miǝ amicǝ solo per il voto piango
il problema è che ora siamo 50 50
andrò a creare ottanta profili fake
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Leggere, Scrivere, Narrare.
Sono tre gesti che facciamo da sempre.
Li abbiamo nel sangue.
Li conosciamo come le nostre tasche.
Non dovrebbero mai essere una fatica o un dovere, per nessuno.
Sono gesti con cui ci salviamo la vita.
Sono la seconda luna che gli umani hanno inventato
per sconfiggere il buio nelle notti di tempesta.
A. Baricco, La seconda luna
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Salviamo il pianeta, vieni a fare la doccia con me
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Oggi corriamo dietro alle informazioni senz’approdare ad alcun sapere. Prendiamo nota di tutto senza imparare a conoscerlo. Viaggiamo ovunque senza fare vera esperienza. Comunichiamo ininterrottamente senza prendere parte a una comunità. Salviamo quantità immani di dati senza far risuonare i ricordi. Accumuliamo amici e follower senza mai incontrare l’Altro. Così le informazioni generano un modo di vivere privo di tenuta e di durata.
Byung-Chul Han, Le non cose. Come abbiamo smesso di vivere il reale
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Bambini in guerra che a scuola non tornano | il manifesto
Una bambina legge nella scuola dell’Unrwa usata come rifugio dai palestinesi - foto Ansa
Il primo giorno. Il primo giorno in classe è il primo giorno del mondo nuovo, il nostro pensiero va a Gaza: buco nero dell’umanità, inizio e fine di ogni principio etico e morale sull’esistere
Pubblicato 21 ore fa
Edizione del 12 settembre 2024
Valeria Parrella
Il primo giorno di scuola è importantissimo, è la notizia, perché la scuola salva la vita, come il servizio sanitario nazionale, né più né meno. E certo tra le istituzioni su cui si incardinano le democrazie ci sono entrambi.
E certo un pronto soccorso ti salva la vita sull’urgenza e la scuola pubblica te la salva sulla lunga percorrenza: sul resto dell’esistenza. E certo per noi sono i pilastri, il fondamento, il motivo per cui siamo sicuri che pagare le tasse non è solo un dovere ma anche un diritto, e questa cosa riesce ancora a essere vera, nonostante da anni i governi che si avvicendano non diano importanza né all’uno né all’altra, smantellandoli nel senso e nelle risorse.
Ma, come meritoriamente Cartabellotta ha lanciato l’appello Salviamo il Servizio sanitario nazionale, così ugualmente dobbiamo fare con la scuola pubblica, salvarla dalla fatiscenza delle strutture, dalla privazione delle risorse, dall’ingaggio truffaldino dei docenti, dalle graduatorie umilianti, dall’emigrazione colpevole, dal reclutamento sine ratione dei docenti di sostegno.
Dobbiamo salvare la nostra scuola dall’indebolimento dell’idea stessa di Scuola, costretta a viversi come un’azienda, con i presidi che si devono chiamare dirigenti. Come se fosse una cosa privata, in cui va meglio chi produce, e di cui però non si sanno valutare i meriti.
E nessuna prova invalsi ha mai provato nulla.
E nessuna corsa alle iscrizioni ha mai provato nulla.
E nessuna graduatoria di «quanti cento alla maturità» ha mai provato nulla.
Da sud a nord la prova di una buona scuola è che ci sono ragazzi che vengono dalle situazioni famigliari più disparate, dalle condizioni economiche e psicofisiche più diverse, e si ritrovano negli stessi banchi, ad ascoltare le stesse parole, a studiare dagli stessi testi, a confrontarsi con le stesse paure, a criticare o amare gli stessi professori.
Entrano insieme ed escono insieme e riescono a dividere tutto. È questa la buona scuola.
Un posto dove sappiamo che i nostri figli sono al sicuro, dove si sentono liberi, dove possono fare domande, ricevere risposte, e anche sconfessarci.
Lì si crea il cittadino, in quel momento lì.
E noi questa cosa la sappiamo, la sappiamo da sempre perché è stato lo strumento con cui si sono emancipate le nostre madri, la sappiamo perché, assieme al voto, è il vero lascito di cui parla Cortellesi nel suo bel film. La sappiamo perché c’è un’ondata di populismo che parte da Trump e arriva a palazzo Chigi in cui si dice il contrario, ci si permettono ignoranze, e grammaticali, e istituzionali, e di contenuti. Si avallano le stesse come se questo garantisse una maggiore aderenza alla realtà. Quando l’unica cosa che garantisce è maggior servaggio. Chi è ignorante può essere condotto, chi studia è libero.
Noi lo sappiamo da sempre, è per questo che mentre ci arrivano nelle chat foto di primi giorni di scuola, di ragazzine con i trolley rosa e giovani genitori alle prese con l’inserimento, il nostro pensiero va a quelle ragazzine a cui è negata l’istruzione, a chi un primo giorno di scuola non ce l’ha perché dei governi oscurantisti vogliono le donne come schiave, e sanno che la prima catena nasce dall’analfabetismo.
Mentre ci arrivano le foto delle nostre bambine che incerte sui passetti vanno a conoscere il mondo il nostro pensiero va a quelle bambine costrette in casa, nei campi, come nei racconti di Carlo Levi: non era molto tempo fa, che una bambina o un asino per portar la gerla erano la stessa cosa, picchiate uguale, asservite uguale, ammogliate senza scelta.
E ma appunto, noi lo guardiamo appena girandoci di 50 anni dietro, ma qui e ora, proprio nello stesso smartphone sul quale ci arrivano le speranze e le emozioni e i saluti delle mamme dei liceali, lì dove ci diciamo «buon primo giorno!» in quello stesso smartphone ci arrivano le immagini senza volto delle stesse bambine, nate qualche meridiano più in là.
Proprio perché sappiamo che il primo giorno di scuola è il primo giorno del mondo nuovo, il nostro pensiero va a Gaza, buco nero dell’umanità, inizio e fine di ogni principio etico e morale sull’esistere. Abominio sotto gli occhi di tutti, luogo perduto- vicino, lontano- dove si scavano a mani nude corpi di altri bambini che la scuola l’avrebbero amata come l’amiamo noi.
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Roberto Oriolesi e il progetto Salviamo Norchia
Il Dr. Roberto Oriolesi è un archeologo orientalista italiano, originario di Vetralla, specializzato in assiriologia, egittologia e antichità nubiane. Docente presso l’Università “La Sapienza” di Roma, Roberto Oriolesi ha partecipato a numerose missioni archeologiche in Medio Oriente e Africa, collaborando con istituzioni accademiche e scientifiche di rilievo. Tra i suoi principali interessi…
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠️
Francesco Colafemmina
SALVIAMO I CLASSICI
La cultura greca e romana, luce per l’uomo in un’epoca oscura
Nonostante la tendenza a deformare o dimenticare l’eredità del mondo greco e romano, i Classici continuano a vivere ogni volta che vengono letti, ispirano le nostre vite ed elevano le nostre anime. Non più funzionale alla formazione di ubbidienti consumatori e di schiavi delle nuove tecnologie, la cultura classica è trascurata o data in pasto ai deliri della cancel culture.
Per questo, occorre recuperare la lunga tradizione del primato dei Classici, riscoprire i loro valori e continuare a tramandarli, senza smarrire le nostre radici. Perché nella poesia e nella storia, come nella filosofia greca e romana, scopriamo gli antidoti alle nuove tirannidi del presente e gli strumenti autentici per formare uomini e cittadini consapevoli.
Questo saggio – che accompagna il lettore nell’universo dei Classici – offre anche una accurata traduzione dell’A Demonico di Isocrate, scrigno dei valori educativi degli antichi. Soltanto salvando il seme del passato – infatti – possiamo assicurare un futuro solido ai nostri figli, in un’epoca che vive solo al presente. La luce dei riferimenti perenni continua ad illuminare l’umanità in ogni epoca buia, attraverso la saggezza, la virtù e l’anelito di bellezza che riscatta le nostre anime dalla provvisorietà della materia.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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Sto su un treno lunghissimo che mi riporta a casa. Non vivo ansie di lavoro, non vivo ansie di relazioni, non vivo ansie in generale. Il senso del ritorno mi calma e un po' mi inquieta perché comunque torno sempre, e io vorrei smetterla di tornare. Vorrei andare, sempre, anche sulle stesse strade. Uso il trucco di avere qualcosa da fare quando torno e farlo diventare un semplice andare. Fenotipicamente non cambia nulla, genotipicamente cambia tutto.
Oggi ero a un parco con l'amica psicologa. Io e lei a fare da npc mentre intorno tutti svolgevano delle quest. Chi si sfidava a basket, chi flitrava, chi si allenava, chi parlava, io e lei invece in silenzio a osservare. Ho preso l'analogica nuova e ho scattato qualche foto. Le vedrò tra un anno almeno.
Ho istituito in lab il venerdì casual. Io e un altro andiamo con le maglie da calcio, niente di che, è solo un priscio mio che durerà non so quanto. Ho chiesto al compagno di banco di venirsene anche lui con una maglia da calcio, mi ha risposto con un No secco. Miss frangetta ha riso e l'ha stimata perché l'ha trovato lapidario. Io l'ho trovato triste, ma perché in fondo lui lo trovo sempre triste. Cioè relax, non salviamo vite, pigiamo dei tasti su una tastiera e speriamo che ci siano dei risultati. Non so, il mondo della ricerca mi rattrista come poche cose al mondo.
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Resoconto post palestra post Natale: mi fa male tutto e per di più qualche ora prima mi è venuto il ciclo quindi mentre soffrivo pensavo pure al fatto che avrei voluto piangere al pensiero che mi dovrò allenare per tre giorni di fila (forse pure 4) con il ciclo e per di più il 2 e 3 gennaio la palestra fa mezza giornata, ma io lavoro tutto il giorno quindi non posso allenarmi perché noi assicuratori si sa, salviamo il mondo e quindi tutti in ufficio dalle 9 alle 18 che sia mai che facciamo un ponte dio porco
P.s la punteggiatura errata è stata fortemente voluta, arrivederci
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