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#scuola a Gaza
missviolet1847 · 13 days
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Bambini in guerra che a scuola non tornano | il manifesto
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Una bambina legge nella scuola dell’Unrwa usata come rifugio dai palestinesi - foto Ansa
Il primo giorno. Il primo giorno in classe è il primo giorno del mondo nuovo, il nostro pensiero va a Gaza: buco nero dell’umanità, inizio e fine di ogni principio etico e morale sull’esistere
Pubblicato 21 ore fa
Edizione del 12 settembre 2024
Valeria Parrella
Il primo giorno di scuola è importantissimo, è la notizia, perché la scuola salva la vita, come il servizio sanitario nazionale, né più né meno. E certo tra le istituzioni su cui si incardinano le democrazie ci sono entrambi.
E certo un pronto soccorso ti salva la vita sull’urgenza e la scuola pubblica te la salva sulla lunga percorrenza: sul resto dell’esistenza. E certo per noi sono i pilastri, il fondamento, il motivo per cui siamo sicuri che pagare le tasse non è solo un dovere ma anche un diritto, e questa cosa riesce ancora a essere vera, nonostante da anni i governi che si avvicendano non diano importanza né all’uno né all’altra, smantellandoli nel senso e nelle risorse.
Ma, come meritoriamente Cartabellotta ha lanciato l’appello Salviamo il Servizio sanitario nazionale, così ugualmente dobbiamo fare con la scuola pubblica, salvarla dalla fatiscenza delle strutture, dalla privazione delle risorse, dall’ingaggio truffaldino dei docenti, dalle graduatorie umilianti, dall’emigrazione colpevole, dal reclutamento sine ratione dei docenti di sostegno.
Dobbiamo salvare la nostra scuola dall’indebolimento dell’idea stessa di Scuola, costretta a viversi come un’azienda, con i presidi che si devono chiamare dirigenti. Come se fosse una cosa privata, in cui va meglio chi produce, e di cui però non si sanno valutare i meriti.
E nessuna prova invalsi ha mai provato nulla.
E nessuna corsa alle iscrizioni ha mai provato nulla.
E nessuna graduatoria di «quanti cento alla maturità» ha mai provato nulla.
Da sud a nord la prova di una buona scuola è che ci sono ragazzi che vengono dalle situazioni famigliari più disparate, dalle condizioni economiche e psicofisiche più diverse, e si ritrovano negli stessi banchi, ad ascoltare le stesse parole, a studiare dagli stessi testi, a confrontarsi con le stesse paure, a criticare o amare gli stessi professori.
Entrano insieme ed escono insieme e riescono a dividere tutto. È questa la buona scuola.
Un posto dove sappiamo che i nostri figli sono al sicuro, dove si sentono liberi, dove possono fare domande, ricevere risposte, e anche sconfessarci.
Lì si crea il cittadino, in quel momento lì.
E noi questa cosa la sappiamo, la sappiamo da sempre perché è stato lo strumento con cui si sono emancipate le nostre madri, la sappiamo perché, assieme al voto, è il vero lascito di cui parla Cortellesi nel suo bel film. La sappiamo perché c’è un’ondata di populismo che parte da Trump e arriva a palazzo Chigi in cui si dice il contrario, ci si permettono ignoranze, e grammaticali, e istituzionali, e di contenuti. Si avallano le stesse come se questo garantisse una maggiore aderenza alla realtà. Quando l’unica cosa che garantisce è maggior servaggio. Chi è ignorante può essere condotto, chi studia è libero.
Noi lo sappiamo da sempre, è per questo che mentre ci arrivano nelle chat foto di primi giorni di scuola, di ragazzine con i trolley rosa e giovani genitori alle prese con l’inserimento, il nostro pensiero va a quelle ragazzine a cui è negata l’istruzione, a chi un primo giorno di scuola non ce l’ha perché dei governi oscurantisti vogliono le donne come schiave, e sanno che la prima catena nasce dall’analfabetismo.
Mentre ci arrivano le foto delle nostre bambine che incerte sui passetti vanno a conoscere il mondo il nostro pensiero va a quelle bambine costrette in casa, nei campi, come nei racconti di Carlo Levi: non era molto tempo fa, che una bambina o un asino per portar la gerla erano la stessa cosa, picchiate uguale, asservite uguale, ammogliate senza scelta.
E ma appunto, noi lo guardiamo appena girandoci di 50 anni dietro, ma qui e ora, proprio nello stesso smartphone sul quale ci arrivano le speranze e le emozioni e i saluti delle mamme dei liceali, lì dove ci diciamo «buon primo giorno!» in quello stesso smartphone ci arrivano le immagini senza volto delle stesse bambine, nate qualche meridiano più in là.
Proprio perché sappiamo che il primo giorno di scuola è il primo giorno del mondo nuovo, il nostro pensiero va a Gaza, buco nero dell’umanità, inizio e fine di ogni principio etico e morale sull’esistere. Abominio sotto gli occhi di tutti, luogo perduto- vicino, lontano- dove si scavano a mani nude corpi di altri bambini che la scuola l’avrebbero amata come l’amiamo noi.
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ginogirolimoni · 6 months
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Foto: UNICEF. Bambina in una scuola di Gaza preoccupata che non le arrivino bombe dall'alto.
Nell’era del Covid eravamo tutti preoccupati per la salute mentale, la socializzazione e l’acculturazione dei nostri frugoletti, e ce la prendevamo con Conte, con Speranza e con la Azzolina che chiudevano le scuole e istituivano la DAD.
Oggi non gliene frega niente a nessuno dei bambini palestinesi che, quando non muoiono o sono feriti dall’esercito israeliano, fanno scuola su edifici bombardati e senza tetto e sono più occupati a schivare bombe, pallottole e a procurarsi del cibo se non vogliono morire di fame per sapere quanto fa 7 x 8.
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kon-igi · 1 month
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QUESTO MONDO NON MI RENDERÀ CATTIVO (ma un po' incazzato sì, dai)
Un veloce recap delle puntate precedenti:
TI AMO ERIKA DI NOVI LIGURE - Ventitré anni fa una sedicenne ha fatto a fette mamma e fratellino con l'aiuto del moroso diciassettenne, dando poi la colpa agli albanesi. La sera in cui la Lega stava per fare una fiaccolata a base di torce e forconi per scovare i responsabili e linc... assicurarli alla giustizia ops no, scusate ciabbiamo judo. Quella frase del titolo l'avevo vista scritta su un muro nel 2003 e a quei tempi le mie figlie erano troppo piccole perché capissimo le nostre colpe e le nostre responsabilità.
TUTTO D'UN PEZZO - Non leggo più e non guardo serie tv o film. Sono mesi e mesi che la sera faccio binge watching di One Piece, un anime da più di mille episodi, e a momenti mi metto in pari ma non ho idea quanto il mondo del cinema e dell'editoria sia andato avanti mentre ero distratto.
DUE METRI DI TERRENO - L'altro giorno ho assistito a un'accesa discussione su conti correnti, parenti serpenti e carichi pendenti, quando a un certo punto non ce l'ho fatta più e ho urlato un haiku ispirato dal tenore livoroso dell'argomento
Soffi di vento, l'attimo prima spiri e dopo spiri
DI QUESTO TI PUOI FIDARE - Ho ripreso a forgiare - caldo per caldo che sia un caldo fruttuoso - e sono a metà strada nel progetto ambizioso di un'arma inastata che nel Giappone feudale usavano le donne per proteggere casa.
MEDICE, CURA TE IPSUM - Una persona mi ha detto che mi invidia perché se sento male da qualche parte ne conosco subito le cause. Certo... contusione del piatto tibiale sx a opera dei condili femorali con infiammazione da stiramento dei legamenti crociati, rachialgia lombare a sbarra con irradiamento gluteo da compressione del plesso femorale dx a livello di L5-S1 da bulging discale, epicondilite dx con rizartrosi e mialgia del flessore del pollice, corda colica, bruxismo e reflusso gastro-esofageo. Che culo.
MUORE GIOVANE CHI È CARO AGLI DEI - Piccola pausa di ferragosto dal masteraggio su Discord di una campagna di Call of Cthulhu ambientata nel 1983 nel mio quartiere viareggino. Se non sapete cosa sia una Baldoria è inutile vi racconti la trama.
INTERCAMBIABILITÀ DI FACCIA E CULO - Qualche anno fa vidi uno scherzo in cui un critico veniva invitato alla premiere di una proiezione cinematografica d'essai (volutamente orribile) e a tutti i suoi colleghi era stato chiesto di parlarne in modo entusiasta, mentre lui si guardava attorno con sconcerto crescente. Sono 10 mesi che io ho quell'espressione tutte le volte che i mezzi di informazione parlano del genocidio del popolo di Gaza utilizzando perifrasi e litoti che tanto mi ricordano 'allergia al piombo' e 'la scuola non c'è più a causa di eventi esterni'.
NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI - Ciao Laura... Ti ricordi quando ti sono venuto a prendere in macchina per andare a fare gli orali della maturità? La mia non fu solo la gentilezza di un compagno di classe ma che tu l'avessi capito o meno non importa... non ho avuto il coraggio di dirtelo e così la storia che avevo immaginato è sopravvissuta luminosa al mondo che è andato avanti.
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fridagentileschi · 8 months
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LE FOIBE E PERTINI
Pertini e' ritenuto da molti, troppi, il miglior presidente d'Italia e sapete perche'? Perche' ai mondiali di calcio del 1982 alzo' la coppa vinta dall'Italia in quell'occasione!!!
Nella realta' questo essere non si e' mai ritenuto italiano e per l'Italia non fece mai nulla. Au contraire! Fece un discorso il 31 dicembre alla nazione con un bambino arabo di Gaza....tanto per abituarci alla futura invasione progettata dai comunisti come lui...
Ma raccontare gli orrori di Pertini -come raccomandare lo stupro delle italiane durante la seconda guerra mondiale e stupratore lui stesso...e' davvero lungo...qui ve lo voglio raccontare in relazione alla tragedia delle Foibe e di Porzûs che agli inizi degli anni '80 erano solo appena sussurrate negli ambienti della destra extraparlamentare e completamente ignorate dalla storiografia ufficiale, comunista-partigiana. Parlare di queste tragedie che imbrattavano l'ideologia della Resistenza si rischiava di essere bollati fascisti e revisionisti. Esattamente come oggi.
Ebbene, Tito, il dittatore jugoslavo comunista, morì nel 1980. L'allora presidente Sandro Pertini — il presidente più amato dagli italiani... e credo dagli ex jugoslavi — anziché restarsene al Quirinale, andò a rendergli omaggio, ignorando (si fa per dire) del tutto quel che accadde nell'Istria tra il '43 e il '45. Ignorando la tragedia delle Foibe e quanto i comunisti, sotto gli ordini diretti di Tito, combinarono a danno degli italiani, colpevoli solo di essere italiani. Nessun capo di Stato che avesse avuto un minimo di senso nazionale avrebbe mai reso omaggio al macellaio del suo popolo. Ma Sandro Pertini lo fece. E non si limitò a rendergli omaggio con la sua presenza, ma baciò persino il suo feretro e la bandiera nel quale era avvolto.
Questo fece Sandro Pertini, nonostante le urla di sangue e dolore degli infoibati e degli esuli che fuggirono dall'Istria e Dalmazia. E questo fu solo un episodio (forse il più eclatante). Da bravo socialista partigiano, appartenente alla vecchia scuola (quella di Nenni e Matteotti), Pertini concesse persino la Grazia a Mario Toffanin, altrimenti noto come il 'Giacca'. Un partigiano che durante la guerra aveva compiuto (con la complicità di altri partigiani comunisti) la strage di Porzûs per la quale, nel 1954, la Corte d'Assise di Lucca lo aveva condannato all'ergastolo. Pena a cui erano stati sommati altri trent'anni di reclusione per sequestro di persona, rapina aggravata, estorsione e concorso in omicidio aggravato e continuato. Mario Toffanin, tuttavia, non sconterà mai queste pene, perché riuscirà a riparare in Jugoslavia, godendo persino della pensione italiana che la Grazia di Pertini gli aveva permesso di percepire dall'estero (l'ex partigiano infatti non rientrerà mai più in Italia).
Che differenza c'e' tra lui e Napolitano? Tra lui e i nazisti?
Che vergogna la memoria corta degli italiani...
Che questa giornata della memoria possa re-insegnare la storia agli italiani, e mettere finalmente Pertini la' dove merita, nell'elenco dei criminali!
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soldan56 · 10 months
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Tra i catturati, bendati denudati e umiliati a #Gaza ci sono sfollati, anziani, medici e giornalisti, «una campagna arbitraria di arresti di massa». I corpi dei vinti esposti da un Netanyahu in cerca di sopravvivenza come trofei per l’opinione pubblica israeliana https://ilmanifesto.it/arresti-di-massa-nella-scuola-dellonu-allarme-del-wfp-gaza-ha-fame-e-sete #gaza
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muffa21 · 1 month
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Ho avuto un'infanzia meravigliosa. Con i monti e i torrenti e gli alberi e le lucertole assolati del mio Paesello. E Dio che ci sorvegliava, sonnacchioso dentro ai tabernacoli delle chiese, insieme alle vecchiette con la bocca piena di caramelle Rossana e canti sacri nella luce colorata che filtrava attraverso le vetrate della Matrice.
A undici anni, il declino. Abusato il primo anno di scuole medie da un compagno di classe pluri-ripetente. Mi costringeva a masturbarlo di fronte a tutti. Nessuno mosse un dito. Temo che qualche professoressa sapesse; ma meglio non andarsi a infilare in faccende più grandi di sé... soprattutto se ti ritrovi disgraziatamente a buscarti il pane nel quartiere più violento e feroce di Palermo, a pochi anni della guerra e delle stragi di Mafia. Nessuno si vergognò. Né l'abusante, né i compagni, né chi sapeva e non ha mosso un dito. In compenso mi vergognai io. Questo causò una timidezza patologica, una goffaggine che superava il ridicolo. E di conseguenza il bullismo, il male minore fra quelli sopportati, mi costrinse a chiudermi in casa. Ad uscire solo per andare a scuola e incontrare giorno per giorno il mio carnefice. Perché conoscevo già cos'erano i doveri. La mia famiglia mi ha sempre amato - le uniche persone ad averlo mai fatto - e li ho ripagati essendo sempre ligio ai miei doveri di figlio.
Le superiori andarono un po' meglio. Ma anche qui, amicizie superficiali che si basavano sulla simpatia che sucitava il mio essere goffo e ridicolo e brutto - avevo denti sporgenti e pesavo quanto una vacca - e per il resto cinque anni passati in casa a leggere narrativa fino alla nausea.
En passant: Prima e unica esperienza sentimentale. Rifiutato e umiliato.
Botta di culo. Passo i test di medicina. Volo a Pavia. Ci resto sei anni.
Il primo anno, fantastico. I miei sono lontani. Mi sento in diritto di mollare la presa sulle mie remore morali. Inizio a fumare tabacco e a bere, quasi ogni sera. Passo alla marijuana. Sembra la svolta. Ma dietro l'angolo c'è il baratro. Divento dipendente dall'erba - sì, gente, come si può essere dipendenti da quella porcheria che è il porno si può benissimo essere dipendenti da un fumo magico che fa svanire le proccupazioni - fumo fino a 15 canne al giorno; e le fumo solo, uscendo fuori dalle grazie di Maria. Dimentico che sto lì per studiare e inizio a mandare a troie la possibilità di laurearmi, dicendomi c'è tempo, e raccontandomi un fottìo di fregnacce. Ma sono consapevole delle fregnacce e per tre anni non faccio niente, se non spendere soldi in droga, vedere film d'essai su megavideo e masturbarmi fino a stordirmi, perdere i sensi e finalmente dormire.
Un gruppi di belle persone mi raccatta dal fango a 22 anni. Tra i 22 e 24 finalmente vivo, mi diverto, sono felice, quasi quasi mi viene pure voglia di studiare e dare una bella ordinata alla mia vita... ma i traumi dell'infanzia sono troppo pesanti e mi ammalo. Esordio psicotico acuto. Fottuto. Per 10 anni passo la vita, tra ricoveri, farmaci, psicologi, psichiatri, testi di roschark (o come cazzo si scrive) e le urla, i pianti e la depressione di tutti i miei familiari.
Per 10 anni lotto... e ne vengo fuori. Trovo lavoro a Milano, le miei poesie vengono pubblicate da una piccola casa editrice di Roma che crede in me, mi metto in forma, da dipendente pubblico ho tutte le agevolazioni del mondo e uno stipendio che farebbe invidia al mio psicologo.
Ma perché questa carrellata sulla mia vita? Perché ieri ho visto questo angolino di luce che mi sono costruito a calci e mozzichi e mi sono detto: non ho nessun diritto ad essere così fortunato. E pensavo a Gaza, all'Ucraina, alle carceri libiche, alla barista del mio paese morta a 40 anni, senza aver mai visto la Luce.
Fortunato? Porca Madonna, l'unica fortuna è essere nato in un paese del primo mondo, avere una famiglia che mi ama, ed essere molto meno stupido della media. Tutte cose niente affatto scontate. Ma la Fortuna, cazzo, è un'altra roba.
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momentidicri · 1 year
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non ho mai studiato a scuola il conflitto israele-palestina. da piccola avevo sentito che gli ebrei erano andati in palestina perché gli avevano trovato un luogo dove abitare e essere al sicuro dopo i campi di concentramento. quando vedevo le immagini alla tv pensavo che i palestinesi fossero orribili, erano musulmani, e uccidevano come uccidevano tanti altri.
poi crescendo là mia curiosità storica è cresciuta e ho compreso: i media mi avevano influenzato facendo pensare che tutti gli arabi sono assassini.
mi rendo conto solo ora che però la maggioranza stia dalla parte di israele, non ha mai letto nulla, non è mai andato oltre. io non potevo immaginare che i palestinesi vivessero in prigioni a cielo aperto, come si puó immaginare una cosa simile?
ora non riesco a non pensare a Gaza devastata e a cosa si aspettano in Cisgiordania. nessuno ha mai fatto nulla, solo accusare di terrorismo e ora siamo qui a essere spettatori di una realtà che non ci hanno mai spiegato.
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crossroad1960 · 8 months
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Blinken: «Israele non ha licenza di disumanizzare gli altri»
Israele non ha “la licenza per disumanizzare gli altri”. Lo ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken a Tel Aviv, precisando che “gli israeliani sono stati disumanizzati nel modo più orribile il 7 ottobre. Da allora gli ostaggi sono stati disumanizzati ogni giorno. Ma questa non può essere una licenza per disumanizzare gli altri”. La Casa Bianca non ha nascosto la sua insoddisfazione nei confronti di Israele per le vittime civili nella Striscia di Gaza e per la situazione umanitaria durante la guerra, ma la critica di ieri del segretario di Stato è stata la più dura fino ad oggi.
Blinken ha dedicato gran parte del suo intervento a questi argomenti, dopo una giornata di incontri con la leadership politica e militare di Israele. “La stragrande maggioranza delle persone a Gaza non ha nulla a che fare con gli attacchi del 7 ottobre”, ha detto Blinken. “Le famiglie di Gaza la cui sopravvivenza dipende dalla fornitura di aiuti da parte di Israele sono proprio come le nostre famiglie. Sono madri e padri, figli e figlie, che vogliono guadagnarsi da vivere dignitosamente, mandare i figli a scuola, avere una vita normale. Ecco chi sono. Questo è quello che vogliono”.
(Da ilsole24ore)
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ossicodone · 1 year
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Disclaimer: questo post contiene luoghi comuni, classismo, black humor e rancore personale. Se continuerete con la lettura e vi sentirete offesi, discriminati, interdetti o che so io, so cazzi vostra. La direzione.
Ma non ho capito, la gente che sta ancora al mare il 14 ottobre, sono quelli che non vogliono rinunciare alla fine dell'estate, quelli che possono lavorà con le palle a mollo in smart working, quelli che fanno scienze della Kinder Ferrero lamentandosi comunque di un power point, times new roman 17 stampato con immagini ogni pagina da studiare per il prossimo esame da 0,5 cfu o quelli in cui l'università, scuola, o che so io si trovava come distaccamento a Gaza ed è esplosa per mano israeilita?
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b0ringasfuck · 2 months
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generalevannacci · 11 months
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Adriano Sofri
Sugli scudi umani.
Caro Claudio Cerasa. Ci sono frasi piene di senso, che pronunciamo con convinzione, insieme. Poi viene voglia di pensarci su. Hamas, diciamo, abusa anche della gente di Gaza come di scudi umani, oltre che degli ostaggi rapiti. Ci fermiamo qua? Qual è la conseguenza? Tu hai intitolato: “I civili di Gaza sono tutti sulla coscienza di Hamas”. Ma non è così, non solo. Se fosse così, non esisterebbe la questione degli scudi umani. Hamas non ce l’ha la coscienza, e se ce l’ha è diversissima dalla nostra, oltre che dal famoso diritto internazionale. Ho scorso quello che se ne dice: nell’art.28 della Quarta Convenzione di Ginevra, nell’art.51 del Primo Protocollo Addizionale, nell’art.8 dello Statuto della Corte Penale Internazionale, o in documenti meno universali, come il Manuale sul diritto di guerra del Dipartimento di Stato USA (2015). Antico come il mondo, cioè come la guerra, l’impiego di scudi umani si è moltiplicato via via che cresceva la capacità di risonanza dei mezzi di informazione. Chi è abituato a trovarsi dalla parte “regolarmente” più forte tende a ridurre la proporzionalità necessaria ad agire contro chi faccia uso di scudi umani, all’opposto di chi conduca un’azione militare o di forza “irregolare” e tanto più se terrorista. L’impiego di scudi umani non può legare per intero e senza riserve le mani al nemico. Ma appunto chi si stia battendo contro un obiettivo militare deve osservare una proporzione fra il suo legittimo scopo e il danno “collaterale” che ne può derivare alle vite dei civili e delle persone protette: “L’uso di scudi umani da parte di una delle parti in conflitto non libera l’altra dalle obbligazioni del diritto internazionale umanitario...”. E’ abbastanza in voga oggi un’irrisione del “diritto umanitario”, come di un lusso superfluo e comunque di una irrilevante litania. Ma dietro – o davanti – al “diritto internazionale” sta una questione morale decisiva per la scelta di ciascun attore, singola persona o banda armata o Stato. L’infamia di chi si serve di scudi umani, per la sua rapina in banca o per la sua guerra mondiale, non toglie affatto a chi le si oppone una drammatica responsabilità. Dovrebbe essere ovvio, ma sembra esserlo sempre meno. Se non lo fosse più, il riferimento stesso agli “scudi umani” non avrebbe ragione di sussistere: “peggio per loro”. Sussiste, perché si riconosce una differenza fra coloro che vi fanno ricorso e coloro cui il sacrificio di innocenti ripugna. E non si può invocare, per accantonare il dilemma, la situazione di emergenza in cui si presenta: l’impiego di scudi umani è per definizione un’emergenza estrema - benché non faccia che diffondersi, e raggiunga dimensioni tremende come quella della popolazione civile di Gaza. Sebbene a denunciarla sia, fra tanti, la Cina degli Uiguri e del Tibet, la “sproporzione” di bombardamenti e coazione al trasferimento della popolazione civile non è meno vera. (Il diritto, se non sbaglio, non è stato abbastanza lugubremente fantasioso da immaginare che il crimine di guerra del trasferimento forzato della popolazione civile all’interno di uno stesso territorio non venga addebitato a chi lo “difende”, ma a chi attacca, com’è oggi a Gaza). L’assalto di Hamas del 7 ottobre ha una portata spaventosa di ferocia e abiezione, ma questo appunto stabilisce un termine alla proporzionalità della risposta, non la abolisce.
C’è bensì una “dottrina” favorevole a ridurre fino ad abolirla la responsabilità di chi si confronta con l’abuso di scudi umani, sostenendo che segnerebbe una disparità inaccettabile fra gli opposti belligeranti. E arrivando a prevedere che, se il ricatto degli scudi umani venisse bellamente ignorato – qualcuno è maestro, per esempio il Putin della scuola di Beslan e del teatro Dubrovka – si cesserebbe di ricorrervi. Pretesa che, nel suo esplicito cinismo “realista”, mette sullo stesso piano “belligeranti” come, oggi, Israele e Hamas, che è esattamente ciò che si vuole rifiutare. (Osservo che in parecchie circostanze Israele in passato seppe sfuggire a diatribe come la tipicamente nostra su fermezza e trattativa, mettendo al primo posto la salvezza degli ostaggi e rinviando puntualmente la punizione). Comunque, anche le posizioni più spinte in questa direzione, come quella dell’aeronautica militare degli USA, dichiarano la possibilità di “attaccare obiettivi legittimi protetti da civili e considerarli danni collaterali, purché non risultino eccessivi rispetto al vantaggio militare concreto e diretto che ci si aspetta di ottenere”.
In un’altra, più precoce puntata della guerra perenne, nel 2009, Stefano Levi della Torre, chiarendo che “l’ostilità che circonda Israele non è solo rivolta alla sua politica, ma alla sua stessa esistenza”, scrisse: “Si dice, spesso a ragione, che i terroristi si fanno scudo dei civili. Dunque i civili sono ostaggi. Si massacrano gli ostaggi? La pratica degli scudi umani è ignobile perché espone cinicamente degli esseri umani al sacrificio, ma perché dovrebbe essere meno ignobile l’azione di chi quel sacrificio lo compie sparando comunque? O forse la convivenza della popolazione con Hamas è intesa di per sé come connivenza, nell’idea aberrante di una colpa collettiva a giustificazione del massacro. Ma non è questa un’idea esattamente simmetrica a quella dei terroristi contro cui si combatte, non solo per necessità ma anche in nome dei ‘nostri principi superiori’?”
Non ti scrivo per esporre un dissenso. Un eventuale dissenso è la situazione ordinaria della mia ospitalità qui. Provo a far emergere un tema che ci riguarda intimamente. In alcune prese di posizione di questi giorni sembra che l’antico occhio della pietà si voglia chiudere: in realtà, si è così spalancato sul pogrom del sabato 7 da imporsi di chiudersi sui contraccolpi, come temendo che una pietà distribuita si diminuisse e facesse torto alle vittime proprie. Lo provo anch’io. In questi giorni si è riletta – lo si faccia di più, e senza limitarsi alle citazioni, andando da capo a fondo – la commemorazione che Moshe Dayan fece, il 29 aprile 1956, del suo amico Roy Rotenberg, agente ventunenne ucciso nel suo kibbutz al confine di Gaza. “Ieri all’alba Roy è stato assassinato. La quiete della mattina di primavera lo aveva accecato, e non ha visto coloro che, nascosti dietro il fosso, lo volevano morto. Non dedichiamoci oggi a deplorare i suoi assassini. Che cosa possiamo dire del loro odio terribile verso di noi? Da otto anni si trovano nei campi profughi di Gaza e hanno visto come, davanti ai loro occhi, abbiamo trasformato la terra e i villaggi che erano loro, dove loro e i loro antenati abitavano in precedenza, facendoli diventare casa nostra”. Si può dire, e quando lo disse Dayan voleva dire “Siamo condannati a combattere”, non invocava la pace – lo avrebbe fatto, più tardi. In Israele, non solo su Haaretz, voci rigorose e impavide si levano a denunciare le colpe del governo e di un’intera storia. Ci se ne serve a vanvera. Noi, alcuni di noi, non riusciamo a essere altrettanto rigorosi. Io non posso essere così reciso, perché non sono ebreo (credo: nessuno può dirlo, di sé) e ancor meno ebreo israeliano. Sono (forse) meno legato all’ebraismo, ma più responsabile. Corresponsabile. Mi ero interrogato sulla frase del cancelliere Scholz: “La nostra storia, la nostra responsabilità derivante dall'Olocausto, ci impone il dovere perenne di difendere l'esistenza e la sicurezza dello Stato di Israele". Ieri Maurizio Maggiani ha protestato vivamente – “un lavacro di coscienza sulle spalle degli altri” - ed Ezio Mauro ha vivamente approvato – “la democrazia del dovere”. Io dubito, ma in quella frase è implicita, con il peso schiacciante che le viene dal vincolo con uno Stato e il suo passato, la responsabilità personale cui alludo, e che riguarda la sopravvivenza di Israele. Oggi qualche vecchia canaglia e molti giovani senza memoria mostrano di non aver più bisogno di mascherare sotto il nome di antisionismo il loro antisemitismo, e forse anche dire questo è troppo, rispetto all’insofferenza che esibiscono al nome di ebreo. Della Shoah, quando credono di sapere che cos’è, la considerano usurpata e la dichiarano prescritta. A Odessa, a Sderot, a Gaza, forse siamo davvero sull’orlo di un precipizio che appena due o tre anni fa non sapevamo nemmeno immaginare. Quando si arriva al punto, bisogna mirare alla salvezza. Chi ha memoria, è un po’ meno libero. Aveva un passato mirabile Willy Brandt, e non era libero, e perciò si inginocchiò davanti al monumento alla rivolta del ghetto a Varsavia nel 1970. Ciò cui può appigliarsi chi è fuori e non veda una luce è l’immedesimazione: che cosa farei se fossi ad Ashkelon, che cosa se fossi a Gaza. Non saprei che fare, probabilmente, e allora che cosa pregherei che succedesse, o che non succedesse. Per che cosa sto pregando.
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curiositasmundi · 4 months
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Nella notte fra il 5 e il 6 giugno un attacco aereo dell’esercito israeliano ha bombardato una scuola dell’UNRWA nella Striscia di Gaza (l’UNRWA è l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di fornire assistenza umanitaria ai profughi palestinesi). L’edificio si trovava nel campo profughi di Nuseirat, nella parte centrale della Striscia. L’esercito israeliano (IDF) ha detto che al suo interno si nascondevano dei membri di Hamas che avevano preso parte al violento attacco compiuto in Israele il 7 ottobre, che ha dato inizio alla guerra attualmente in corso nella Striscia. Il ministero della Salute della Striscia di Gaza, controllato da Hamas, ha detto che nell’attacco sono state uccise 40 persone, secondo quanto riportato da Reuters.
Alcuni giornalisti locali hanno riferito a BBC che nella scuola si trovavano centinaia di persone sfollate e che due missili sono stati sparati contro l’ultimo piano dell’edificio. Ismail Al-Thawabta, direttore dell’ufficio stampa del governo di Hamas nella Striscia, ha negato che nella scuola si nascondessero combattenti dell’organizzazione. Secondo l’esercito israeliano, invece, questi avrebbero «diretto attacchi terroristici» dalla scuola, sfruttandola come rifugio.
[...]
L’attacco alla scuola dell’UNRWA di Nuseirat fa parte di una serie di intensi bombardamenti cominciati mercoledì mattina contro obiettivi mirati nella Striscia di Gaza, anche se l’ong Medici senza frontiere ha dichiarato che almeno 70 persone morte, la maggior parte donne e bambini, sono state portate nell’ospedale locale in cui opera da martedì.
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ballata · 8 months
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Guterres è responsabile delle azioni degli operatori dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati che Israele ha accusato di aiutare #hamas . Per questa indiscrezione, Guterres dovrebbe dimettersi dalla carica che ricopre dal 2017, ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano #israelkatz . "Guterres deve dimettersi" o "le Nazioni Unite devono sostituirlo", ha aggiunto.Secondo Katz, il capo delle Nazioni Unite "ha ignorato molte denunce e informazioni riguardanti il comportamento dell'organizzazione umanitaria, così come le indicazioni di cooperazione con Hamas". Israele ritiene che #unrwa stia collaborando completamente con Hamas. L'UNRWA, che gestisce scuole, ospedali e programmi di assistenza nei campi profughi di Gaza, Cisgiordania, Siria, Libano e Giordania, non è parte della soluzione, è parte del problema. Deve essere sostituita da una nuova agenzia, nella quale gli Stati arabi dovrebbero essere più coinvolti di prima, ha affermato.
Il Segretario di Stato americano Blinken ha dichiarato che le accuse israeliane sono credibili. indagare in modo indipendente.Guterres nega le accuse e incolpa Paesi come gli Stati Uniti per aver tagliato i fondi all'UNRWA. Guterres ha affermato che "le presunte azioni abominevoli di questi membri del personale devono avere delle conseguenze", tra cui il perseguimento penale. Tuttavia i Paesi a non devono seguire seguire le orme di Usa, Germania e Italia, che hanno tagliato i finanziamenti. Circa 2 milioni di civili palestinesi a Gaza dipendono dagli aiuti forniti dall'agenzia per sopravvivere, ha sottolineato il capo delle Nazioni Unite..
Il problema è che sovvenzionano solo terroristi...avete mai visto un infrastruttura, una strada, una scuola, un edificio nuovo, un quartiere non decadente o un istituto che non sia la solita cellula terroristica alias madrassa coranica ? #collabirazionisti
#islam #bugie #lies #war #terrorist #complici #hamas #moneymoney
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ladrodiciliegie · 11 months
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Gaza
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gdsradio7 · 12 days
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Attacco israeliano a Nouseirat: 18 i morti
Non si fermano gli attacchi israeliani a Gaza. Questa notte, 18 persone (secondo quanto riferiscono gli ultimi aggiornamenti) sono morte in due raid aerei sferrati contro la scuola  di Al-Jouni, nel campo profughi di Nouseirat. Sei sono membri dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi. Ci sono anche donne e bambini, che stando al racconto di alcuni…
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e-o-t-w · 1 month
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Eyes on the world #207
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In ferie sì, ma sempre sul pezzo in un modo o nell’altro. 
Torniamo con una veloce carrellata di brevi per un contro-esodo pieno di argomenti di cui parlare. Ce n’è per tutti i gusti, credetemi. 
Cominciamo subito 👇 
🇨🇦 Giovedì, le compagnie ferroviarie canadesi Canadian National Railway e Canadian Pacific Kansas City hanno avviato una serrata, bloccando gran parte delle attività e sospendendo circa 10mila dipendenti dopo il fallimento delle trattative per il rinnovo contrattuale. La serrata riguarda principalmente i treni merci e potrebbe causare gravi disagi in Canada e negli Stati Uniti, con ripercussioni sull'economia di entrambi i paesi. I sindacati chiedono migliori condizioni di lavoro e stipendi più alti, mentre le aziende propongono un accordo di modernizzazione. Il governo canadese potrebbe intervenire, ma è ostacolato dagli alleati politici vicini ai sindacati. 
🧫 Il virus dell’mpox, precedentemente noto come "vaiolo delle scimmie", è stato dichiarato un’emergenza sanitaria internazionale dall'OMS il 14 agosto. Endemico in Africa centrale e occidentale, tra il 2022 e il 2023 si è diffuso in diverse parti del mondo. Attualmente, è particolarmente presente nella Repubblica Democratica del Congo, dove una nuova variante, più contagiosa e pericolosa, ha causato oltre 14.000 casi sospetti e 511 morti quest'anno. In Europa, i casi sono stati pochi e d’importazione, con un solo caso della nuova variante “1b” rilevato in Svezia. Il virus si trasmette principalmente attraverso il contatto prolungato con persone infette o oggetti contaminati e può causare sintomi variabili, tra cui eruzioni cutanee e febbre. La malattia è particolarmente rischiosa per persone con difese immunitarie deboli e bambini in Africa centrale. Attualmente, sono disponibili due vaccini, ma le campagne vaccinali non sono ancora diffuse nei paesi più colpiti. L’OMS spera che la dichiarazione di emergenza favorisca una migliore coordinazione nella lotta contro il virus. In risposta, l'azienda farmaceutica danese Bavarian Nordic ha donato 40.000 dosi del suo vaccino alla Repubblica Democratica del Congo. Il vaccino, denominato Imvanex in Europa, Jynneos negli Stati Uniti e Imvamune in Canada, è considerato il più promettente per prevenire l’mpox. Attualmente, il rischio di diffusione del virus in Europa è basso, mentre in Africa – come detto – la situazione è più critica. La vaccinazione è raccomandata per persone a rischio, ma non è necessaria per la popolazione generale. Bavarian Nordic prevede di aumentare la produzione del vaccino, con una domanda crescente soprattutto dai paesi africani. 
🇪🇺 La commissaria europea per gli Affari interni, Ylva Johansson, ha annunciato nuove misure per rafforzare i controlli alle frontiere dell'area Schengen. Dal 10 novembre entrerà in vigore il Sistema di ingresso e uscita (EES), che richiederà ai viaggiatori extracomunitari di fornire dati biometrici alla dogana, conservati per 3-5 anni. Entro maggio 2025 sarà introdotto l’Etias, un’autorizzazione elettronica simile all’ESTA statunitense, necessaria per cittadini extracomunitari senza visto, inclusi quelli del Regno Unito. L’Etias avrà un costo di 7 euro e sarà valida per tre anni, con un periodo di transizione di sei mesi. 
🇮🇱 Torniamo a parlare della questione Gaza. Il ministero della Salute locale ha riportato un caso di poliomielite in un bambino di 10 mesi a Deir al Balah, nel centro della Striscia di Gaza, colpita dall'invasione israeliana dallo scorso ottobre. La poliomielite, che può causare paralisi permanente e morte nei bambini, era stata eradicata in gran parte del mondo grazie ai vaccini, ma il virus è stato trovato nelle fognature di Gaza a luglio. Le autorità sanitarie di Gaza hanno inviato campioni biologici in Giordania per confermare la presenza del virus. L'OMS ha chiesto un cessate il fuoco per vaccinare 640mila bambini palestinesi contro la malattia. Sul campo, martedì l’esercito israeliano ha bombardato una scuola a Gaza usata come rifugio dai civili, causando almeno 10 morti, tra cui due bambini, e 15 feriti. Israele ha giustificato l’attacco affermando che la scuola ospitava un centro operativo di Hamas, mentre il gruppo nega di utilizzare edifici civili per le proprie attività. Nel frattempo, le negoziazioni per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, iniziate il 15 agosto a Doha, sono fallite e dovrebbero riprendere al Cairo. Israele, mediato da Stati Uniti, Qatar ed Egitto, ha accettato una proposta americana, criticata da Hamas per essere troppo favorevole a Israele. La proposta prevede un cessate il fuoco di sei settimane, il rilascio graduale degli ostaggi israeliani e il controllo israeliano di parte del confine tra Gaza e l’Egitto, a cui Hamas si oppone. Israele, che ha occupato il corridoio durante un'operazione a Rafah, vuole mantenere una presenza militare per motivi di sicurezza, temendo il contrabbando di armi verso Hamas. L'Egitto, invece, chiede il ritiro israeliano, considerando la presenza militare una violazione dell'accordo di Camp David del 1978. Un altro punto critico riguarda il rilascio dei prigionieri palestinesi. Finora sono stati recuperati 13 ostaggi israeliani, ma 105 sono ancora in Gaza. Intanto, da oltre tre settimane, Israele e altri paesi del Medio Oriente attendono un attacco dall'Iran in risposta all'uccisione del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, avvenuta il 31 luglio, presumibilmente per mano israeliana. Nonostante le minacce iniziali del leader iraniano Ali Khamenei, l'attacco non è ancora avvenuto, creando un clima di tensione nella regione. L'Iran ha dichiarato che l'attacco ci sarà, ma sta temporeggiando, forse per motivi strategici o per attendere l'esito di negoziati di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. La lunga attesa potrebbe indicare un cambio di strategia o la preparazione di un attacco diverso dal solito. 
🇺🇸 In USA, la convention del Partito Democratico statunitense è iniziata a Chicago con il discorso di Joe Biden, originariamente previsto per la chiusura dell'evento. Nonostante alcuni problemi organizzativi, Biden ha ricevuto un'accoglienza calorosa dalle oltre trentamila persone presenti. Il discorso di Biden, che ha rivendicato i successi della sua amministrazione e ammonito sui rischi di una nuova presidenza Trump, ha lasciato poco spazio al futuro e a Kamala Harris, sua vice e candidata del partito. Durante la giornata, sono intervenute anche Hillary Clinton e Alexandria Ocasio-Cortez, entrambe critiche nei confronti di Trump. Contestualmente, si è tenuta una manifestazione contro i Democratici, con scarsa partecipazione rispetto alle aspettative, concentrata principalmente sulla critica al sostegno degli Stati Uniti a Israele e alla guerra in Ucraina. La convention è proseguita fino a giovedì, con il discorso conclusivo di Harris. La candidata Democratica ha sottolineato la sua storia personale e la sua carriera da procuratrice, presentandosi come una leader forte e determinata a difendere le libertà americane. Ha criticato duramente Donald Trump, accusandolo di mettere i propri interessi sopra quelli del paese, e ha promesso di proteggere la nazione, affrontando temi di politica interna ed estera. Harris ha chiuso il discorso con un richiamo al patriottismo e all'importanza delle elezioni imminenti. 
🇱🇾 In Libia, la fragile stabilità post-guerra civile del 2020 è a rischio a causa di crisi politiche ed economiche interconnesse. Il paese rimane diviso tra due governi rivali: uno a Tripoli, guidato da Abdulhamid Dbeibah e sostenuto dall'ONU, e l'altro a Bengasi, controllato da Khalifa Haftar e i suoi figli. La banca centrale libica, che gestisce i proventi del petrolio, è al centro dello scontro, con il suo presidente Sadik al Kabir che ha rotto i rapporti con Dbeibah, spostando il sostegno finanziario verso Haftar. Questa mossa ha aumentato l'influenza degli Haftar, che ora minacciano di riprendere Tripoli, violando il cessate il fuoco. L'instabilità cresce, anche se una nuova guerra civile appare improbabile grazie alla presenza di truppe turche a protezione di Tripoli. 
🇺🇦 Negli ultimi giorni, le forze ucraine hanno distrutto tre ponti nella regione russa di Kursk, che collegavano un'ampia area di confine con l'Ucraina al resto della Russia. Questa azione fa parte di un'offensiva ucraina iniziata due settimane fa, mirata a creare una «zona cuscinetto» per allontanare il fronte e prevenire attacchi russi sul territorio ucraino. Due dei ponti sono stati distrutti durante il fine settimana e il terzo lunedì, mentre l'esercito russo ha costruito due ponti provvisori di barche, di cui uno è stato già abbattuto. Non è chiaro il numero esatto di soldati russi presenti nell'area, con stime che variano tra 700 e 1.000. La riuscita dell'accerchiamento ucraino rappresenterebbe un successo significativo, ampliando il territorio conquistato lungo il confine. Tuttavia, i recenti avanzamenti ucraini sono stati limitati e la Russia ha inviato grandi quantità di truppe, comprese molte reclute, che potrebbero rallentare l'offensiva ucraina. Intanto, nella notte tra il 20 e il 21 agosto, l’Ucraina ha lanciato 10 droni sulla regione di Mosca, tutti abbattuti senza causare danni. Il sindaco Sergei Sobyanin ha descritto l'attacco come uno dei più estesi mai tentati contro la capitale. Gli aeroporti di Vnukovo, Domodedovo e Zhukovsky hanno limitato temporaneamente le operazioni. Inoltre, sono stati abbattuti altri 34 droni ucraini, di cui sei sulla regione di Belgorod e due su Kursk. Nella stessa notte, la Russia ha lanciato 50 droni contro l’Ucraina, tutti intercettati. Gli attacchi con droni sono ormai una costante nella guerra, con la Russia che colpisce frequentemente le città ucraine e l’Ucraina che mira a obiettivi strategici. Altrove i combattimenti nella regione del Donbass si sono concentrati su Pokrovsk, una città strategica per le linee di difesa ucraine. L'esercito russo è avanzato rapidamente, avvicinandosi a 10 chilometri dalla città, mentre i civili tentano di fuggire e l'esercito ucraino cerca reclute. L'importanza di Pokrovsk deriva dalla sua posizione, che controlla accessi a città cruciali come Zaporizhzhia e Dnipro. L'Ucraina sembra cedere rapidamente a causa della carenza di munizioni e soldati, nonostante un attacco in territorio russo per alleggerire il fronte. La battaglia per Pokrovsk potrebbe durare mesi e essere molto violenta. 
🇩🇪 Venerdì sera a Solingen, in Germania, un uomo ha accoltellato diverse persone durante una festa cittadina, uccidendo tre persone e ferendone altre otto, di cui cinque gravemente. L'aggressione è avvenuta intorno alle 21:30 nella piazza del mercato, durante un evento per i 650 anni della città. La polizia ha avviato una vasta ricerca dell'aggressore, che è riuscito a fuggire tra il panico generale. Non ci sono ancora informazioni sull'identità dell'attaccante o sul suo movente. La festa, che avrebbe dovuto durare tre giorni, è stata annullata. 
Alla prossima 👋 
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