#scuola a Gaza
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Bambini in guerra che a scuola non tornano | il manifesto
Una bambina legge nella scuola dell’Unrwa usata come rifugio dai palestinesi - foto Ansa
Il primo giorno. Il primo giorno in classe è il primo giorno del mondo nuovo, il nostro pensiero va a Gaza: buco nero dell’umanità, inizio e fine di ogni principio etico e morale sull’esistere
Pubblicato 21 ore fa
Edizione del 12 settembre 2024
Valeria Parrella
Il primo giorno di scuola è importantissimo, è la notizia, perché la scuola salva la vita, come il servizio sanitario nazionale, né più né meno. E certo tra le istituzioni su cui si incardinano le democrazie ci sono entrambi.
E certo un pronto soccorso ti salva la vita sull’urgenza e la scuola pubblica te la salva sulla lunga percorrenza: sul resto dell’esistenza. E certo per noi sono i pilastri, il fondamento, il motivo per cui siamo sicuri che pagare le tasse non è solo un dovere ma anche un diritto, e questa cosa riesce ancora a essere vera, nonostante da anni i governi che si avvicendano non diano importanza né all’uno né all’altra, smantellandoli nel senso e nelle risorse.
Ma, come meritoriamente Cartabellotta ha lanciato l’appello Salviamo il Servizio sanitario nazionale, così ugualmente dobbiamo fare con la scuola pubblica, salvarla dalla fatiscenza delle strutture, dalla privazione delle risorse, dall’ingaggio truffaldino dei docenti, dalle graduatorie umilianti, dall’emigrazione colpevole, dal reclutamento sine ratione dei docenti di sostegno.
Dobbiamo salvare la nostra scuola dall’indebolimento dell’idea stessa di Scuola, costretta a viversi come un’azienda, con i presidi che si devono chiamare dirigenti. Come se fosse una cosa privata, in cui va meglio chi produce, e di cui però non si sanno valutare i meriti.
E nessuna prova invalsi ha mai provato nulla.
E nessuna corsa alle iscrizioni ha mai provato nulla.
E nessuna graduatoria di «quanti cento alla maturità» ha mai provato nulla.
Da sud a nord la prova di una buona scuola è che ci sono ragazzi che vengono dalle situazioni famigliari più disparate, dalle condizioni economiche e psicofisiche più diverse, e si ritrovano negli stessi banchi, ad ascoltare le stesse parole, a studiare dagli stessi testi, a confrontarsi con le stesse paure, a criticare o amare gli stessi professori.
Entrano insieme ed escono insieme e riescono a dividere tutto. È questa la buona scuola.
Un posto dove sappiamo che i nostri figli sono al sicuro, dove si sentono liberi, dove possono fare domande, ricevere risposte, e anche sconfessarci.
Lì si crea il cittadino, in quel momento lì.
E noi questa cosa la sappiamo, la sappiamo da sempre perché è stato lo strumento con cui si sono emancipate le nostre madri, la sappiamo perché, assieme al voto, è il vero lascito di cui parla Cortellesi nel suo bel film. La sappiamo perché c’è un’ondata di populismo che parte da Trump e arriva a palazzo Chigi in cui si dice il contrario, ci si permettono ignoranze, e grammaticali, e istituzionali, e di contenuti. Si avallano le stesse come se questo garantisse una maggiore aderenza alla realtà. Quando l’unica cosa che garantisce è maggior servaggio. Chi è ignorante può essere condotto, chi studia è libero.
Noi lo sappiamo da sempre, è per questo che mentre ci arrivano nelle chat foto di primi giorni di scuola, di ragazzine con i trolley rosa e giovani genitori alle prese con l’inserimento, il nostro pensiero va a quelle ragazzine a cui è negata l’istruzione, a chi un primo giorno di scuola non ce l’ha perché dei governi oscurantisti vogliono le donne come schiave, e sanno che la prima catena nasce dall’analfabetismo.
Mentre ci arrivano le foto delle nostre bambine che incerte sui passetti vanno a conoscere il mondo il nostro pensiero va a quelle bambine costrette in casa, nei campi, come nei racconti di Carlo Levi: non era molto tempo fa, che una bambina o un asino per portar la gerla erano la stessa cosa, picchiate uguale, asservite uguale, ammogliate senza scelta.
E ma appunto, noi lo guardiamo appena girandoci di 50 anni dietro, ma qui e ora, proprio nello stesso smartphone sul quale ci arrivano le speranze e le emozioni e i saluti delle mamme dei liceali, lì dove ci diciamo «buon primo giorno!» in quello stesso smartphone ci arrivano le immagini senza volto delle stesse bambine, nate qualche meridiano più in là.
Proprio perché sappiamo che il primo giorno di scuola è il primo giorno del mondo nuovo, il nostro pensiero va a Gaza, buco nero dell’umanità, inizio e fine di ogni principio etico e morale sull’esistere. Abominio sotto gli occhi di tutti, luogo perduto- vicino, lontano- dove si scavano a mani nude corpi di altri bambini che la scuola l’avrebbero amata come l’amiamo noi.
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Foto: UNICEF. Bambina in una scuola di Gaza preoccupata che non le arrivino bombe dall'alto.
Nell’era del Covid eravamo tutti preoccupati per la salute mentale, la socializzazione e l’acculturazione dei nostri frugoletti, e ce la prendevamo con Conte, con Speranza e con la Azzolina che chiudevano le scuole e istituivano la DAD.
Oggi non gliene frega niente a nessuno dei bambini palestinesi che, quando non muoiono o sono feriti dall’esercito israeliano, fanno scuola su edifici bombardati e senza tetto e sono più occupati a schivare bombe, pallottole e a procurarsi del cibo se non vogliono morire di fame per sapere quanto fa 7 x 8.
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manifestazioni contro il genocidio: ennesimo divieto da una scuola, stavolta il plinio, a roma
l’articolo su Fanpage: https://www.fanpage.it/roma/al-liceo-plinio-lennesimo-caso-di-divieto-di-manifestazioni-pro-palestina-in-una-scuola/
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PRIMA PAGINA Tirreno di Oggi mercoledì, 16 ottobre 2024
#PrimaPagina#tirreno quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi faro#ispiratore#cecina#rivoluzione#mercato#case#lungo#termine#toscana#boom#ferma#scuola#sara#solo#donne#musulmane#gaza#polo#funghi#anche#piatto
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QUESTO MONDO NON MI RENDERÀ CATTIVO (ma un po' incazzato sì, dai)
Un veloce recap delle puntate precedenti:
TI AMO ERIKA DI NOVI LIGURE - Ventitré anni fa una sedicenne ha fatto a fette mamma e fratellino con l'aiuto del moroso diciassettenne, dando poi la colpa agli albanesi. La sera in cui la Lega stava per fare una fiaccolata a base di torce e forconi per scovare i responsabili e linc... assicurarli alla giustizia ops no, scusate ciabbiamo judo. Quella frase del titolo l'avevo vista scritta su un muro nel 2003 e a quei tempi le mie figlie erano troppo piccole perché capissimo le nostre colpe e le nostre responsabilità.
TUTTO D'UN PEZZO - Non leggo più e non guardo serie tv o film. Sono mesi e mesi che la sera faccio binge watching di One Piece, un anime da più di mille episodi, e a momenti mi metto in pari ma non ho idea quanto il mondo del cinema e dell'editoria sia andato avanti mentre ero distratto.
DUE METRI DI TERRENO - L'altro giorno ho assistito a un'accesa discussione su conti correnti, parenti serpenti e carichi pendenti, quando a un certo punto non ce l'ho fatta più e ho urlato un haiku ispirato dal tenore livoroso dell'argomento
Soffi di vento, l'attimo prima spiri e dopo spiri
DI QUESTO TI PUOI FIDARE - Ho ripreso a forgiare - caldo per caldo che sia un caldo fruttuoso - e sono a metà strada nel progetto ambizioso di un'arma inastata che nel Giappone feudale usavano le donne per proteggere casa.
MEDICE, CURA TE IPSUM - Una persona mi ha detto che mi invidia perché se sento male da qualche parte ne conosco subito le cause. Certo... contusione del piatto tibiale sx a opera dei condili femorali con infiammazione da stiramento dei legamenti crociati, rachialgia lombare a sbarra con irradiamento gluteo da compressione del plesso femorale dx a livello di L5-S1 da bulging discale, epicondilite dx con rizartrosi e mialgia del flessore del pollice, corda colica, bruxismo e reflusso gastro-esofageo. Che culo.
MUORE GIOVANE CHI È CARO AGLI DEI - Piccola pausa di ferragosto dal masteraggio su Discord di una campagna di Call of Cthulhu ambientata nel 1983 nel mio quartiere viareggino. Se non sapete cosa sia una Baldoria è inutile vi racconti la trama.
INTERCAMBIABILITÀ DI FACCIA E CULO - Qualche anno fa vidi uno scherzo in cui un critico veniva invitato alla premiere di una proiezione cinematografica d'essai (volutamente orribile) e a tutti i suoi colleghi era stato chiesto di parlarne in modo entusiasta, mentre lui si guardava attorno con sconcerto crescente. Sono 10 mesi che io ho quell'espressione tutte le volte che i mezzi di informazione parlano del genocidio del popolo di Gaza utilizzando perifrasi e litoti che tanto mi ricordano 'allergia al piombo' e 'la scuola non c'è più a causa di eventi esterni'.
NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI - Ciao Laura... Ti ricordi quando ti sono venuto a prendere in macchina per andare a fare gli orali della maturità? La mia non fu solo la gentilezza di un compagno di classe ma che tu l'avessi capito o meno non importa... non ho avuto il coraggio di dirtelo e così la storia che avevo immaginato è sopravvissuta luminosa al mondo che è andato avanti.
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LE FOIBE E PERTINI
Pertini e' ritenuto da molti, troppi, il miglior presidente d'Italia e sapete perche'? Perche' ai mondiali di calcio del 1982 alzo' la coppa vinta dall'Italia in quell'occasione!!!
Nella realta' questo essere non si e' mai ritenuto italiano e per l'Italia non fece mai nulla. Au contraire! Fece un discorso il 31 dicembre alla nazione con un bambino arabo di Gaza....tanto per abituarci alla futura invasione progettata dai comunisti come lui...
Ma raccontare gli orrori di Pertini -come raccomandare lo stupro delle italiane durante la seconda guerra mondiale e stupratore lui stesso...e' davvero lungo...qui ve lo voglio raccontare in relazione alla tragedia delle Foibe e di Porzûs che agli inizi degli anni '80 erano solo appena sussurrate negli ambienti della destra extraparlamentare e completamente ignorate dalla storiografia ufficiale, comunista-partigiana. Parlare di queste tragedie che imbrattavano l'ideologia della Resistenza si rischiava di essere bollati fascisti e revisionisti. Esattamente come oggi.
Ebbene, Tito, il dittatore jugoslavo comunista, morì nel 1980. L'allora presidente Sandro Pertini — il presidente più amato dagli italiani... e credo dagli ex jugoslavi — anziché restarsene al Quirinale, andò a rendergli omaggio, ignorando (si fa per dire) del tutto quel che accadde nell'Istria tra il '43 e il '45. Ignorando la tragedia delle Foibe e quanto i comunisti, sotto gli ordini diretti di Tito, combinarono a danno degli italiani, colpevoli solo di essere italiani. Nessun capo di Stato che avesse avuto un minimo di senso nazionale avrebbe mai reso omaggio al macellaio del suo popolo. Ma Sandro Pertini lo fece. E non si limitò a rendergli omaggio con la sua presenza, ma baciò persino il suo feretro e la bandiera nel quale era avvolto.
Questo fece Sandro Pertini, nonostante le urla di sangue e dolore degli infoibati e degli esuli che fuggirono dall'Istria e Dalmazia. E questo fu solo un episodio (forse il più eclatante). Da bravo socialista partigiano, appartenente alla vecchia scuola (quella di Nenni e Matteotti), Pertini concesse persino la Grazia a Mario Toffanin, altrimenti noto come il 'Giacca'. Un partigiano che durante la guerra aveva compiuto (con la complicità di altri partigiani comunisti) la strage di Porzûs per la quale, nel 1954, la Corte d'Assise di Lucca lo aveva condannato all'ergastolo. Pena a cui erano stati sommati altri trent'anni di reclusione per sequestro di persona, rapina aggravata, estorsione e concorso in omicidio aggravato e continuato. Mario Toffanin, tuttavia, non sconterà mai queste pene, perché riuscirà a riparare in Jugoslavia, godendo persino della pensione italiana che la Grazia di Pertini gli aveva permesso di percepire dall'estero (l'ex partigiano infatti non rientrerà mai più in Italia).
Che differenza c'e' tra lui e Napolitano? Tra lui e i nazisti?
Che vergogna la memoria corta degli italiani...
Che questa giornata della memoria possa re-insegnare la storia agli italiani, e mettere finalmente Pertini la' dove merita, nell'elenco dei criminali!
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Tra i catturati, bendati denudati e umiliati a #Gaza ci sono sfollati, anziani, medici e giornalisti, «una campagna arbitraria di arresti di massa». I corpi dei vinti esposti da un Netanyahu in cerca di sopravvivenza come trofei per l’opinione pubblica israeliana https://ilmanifesto.it/arresti-di-massa-nella-scuola-dellonu-allarme-del-wfp-gaza-ha-fame-e-sete #gaza
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Ho avuto un'infanzia meravigliosa. Con i monti e i torrenti e gli alberi e le lucertole assolati del mio Paesello. E Dio che ci sorvegliava, sonnacchioso dentro ai tabernacoli delle chiese, insieme alle vecchiette con la bocca piena di caramelle Rossana e canti sacri nella luce colorata che filtrava attraverso le vetrate della Matrice.
A undici anni, il declino. Abusato il primo anno di scuole medie da un compagno di classe pluri-ripetente. Mi costringeva a masturbarlo di fronte a tutti. Nessuno mosse un dito. Temo che qualche professoressa sapesse; ma meglio non andarsi a infilare in faccende più grandi di sé... soprattutto se ti ritrovi disgraziatamente a buscarti il pane nel quartiere più violento e feroce di Palermo, a pochi anni della guerra e delle stragi di Mafia. Nessuno si vergognò. Né l'abusante, né i compagni, né chi sapeva e non ha mosso un dito. In compenso mi vergognai io. Questo causò una timidezza patologica, una goffaggine che superava il ridicolo. E di conseguenza il bullismo, il male minore fra quelli sopportati, mi costrinse a chiudermi in casa. Ad uscire solo per andare a scuola e incontrare giorno per giorno il mio carnefice. Perché conoscevo già cos'erano i doveri. La mia famiglia mi ha sempre amato - le uniche persone ad averlo mai fatto - e li ho ripagati essendo sempre ligio ai miei doveri di figlio.
Le superiori andarono un po' meglio. Ma anche qui, amicizie superficiali che si basavano sulla simpatia che sucitava il mio essere goffo e ridicolo e brutto - avevo denti sporgenti e pesavo quanto una vacca - e per il resto cinque anni passati in casa a leggere narrativa fino alla nausea.
En passant: Prima e unica esperienza sentimentale. Rifiutato e umiliato.
Botta di culo. Passo i test di medicina. Volo a Pavia. Ci resto sei anni.
Il primo anno, fantastico. I miei sono lontani. Mi sento in diritto di mollare la presa sulle mie remore morali. Inizio a fumare tabacco e a bere, quasi ogni sera. Passo alla marijuana. Sembra la svolta. Ma dietro l'angolo c'è il baratro. Divento dipendente dall'erba - sì, gente, come si può essere dipendenti da quella porcheria che è il porno si può benissimo essere dipendenti da un fumo magico che fa svanire le proccupazioni - fumo fino a 15 canne al giorno; e le fumo solo, uscendo fuori dalle grazie di Maria. Dimentico che sto lì per studiare e inizio a mandare a troie la possibilità di laurearmi, dicendomi c'è tempo, e raccontandomi un fottìo di fregnacce. Ma sono consapevole delle fregnacce e per tre anni non faccio niente, se non spendere soldi in droga, vedere film d'essai su megavideo e masturbarmi fino a stordirmi, perdere i sensi e finalmente dormire.
Un gruppi di belle persone mi raccatta dal fango a 22 anni. Tra i 22 e 24 finalmente vivo, mi diverto, sono felice, quasi quasi mi viene pure voglia di studiare e dare una bella ordinata alla mia vita... ma i traumi dell'infanzia sono troppo pesanti e mi ammalo. Esordio psicotico acuto. Fottuto. Per 10 anni passo la vita, tra ricoveri, farmaci, psicologi, psichiatri, testi di roschark (o come cazzo si scrive) e le urla, i pianti e la depressione di tutti i miei familiari.
Per 10 anni lotto... e ne vengo fuori. Trovo lavoro a Milano, le miei poesie vengono pubblicate da una piccola casa editrice di Roma che crede in me, mi metto in forma, da dipendente pubblico ho tutte le agevolazioni del mondo e uno stipendio che farebbe invidia al mio psicologo.
Ma perché questa carrellata sulla mia vita? Perché ieri ho visto questo angolino di luce che mi sono costruito a calci e mozzichi e mi sono detto: non ho nessun diritto ad essere così fortunato. E pensavo a Gaza, all'Ucraina, alle carceri libiche, alla barista del mio paese morta a 40 anni, senza aver mai visto la Luce.
Fortunato? Porca Madonna, l'unica fortuna è essere nato in un paese del primo mondo, avere una famiglia che mi ama, ed essere molto meno stupido della media. Tutte cose niente affatto scontate. Ma la Fortuna, cazzo, è un'altra roba.
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non ho mai studiato a scuola il conflitto israele-palestina. da piccola avevo sentito che gli ebrei erano andati in palestina perché gli avevano trovato un luogo dove abitare e essere al sicuro dopo i campi di concentramento. quando vedevo le immagini alla tv pensavo che i palestinesi fossero orribili, erano musulmani, e uccidevano come uccidevano tanti altri.
poi crescendo là mia curiosità storica è cresciuta e ho compreso: i media mi avevano influenzato facendo pensare che tutti gli arabi sono assassini.
mi rendo conto solo ora che però la maggioranza stia dalla parte di israele, non ha mai letto nulla, non è mai andato oltre. io non potevo immaginare che i palestinesi vivessero in prigioni a cielo aperto, come si puó immaginare una cosa simile?
ora non riesco a non pensare a Gaza devastata e a cosa si aspettano in Cisgiordania. nessuno ha mai fatto nulla, solo accusare di terrorismo e ora siamo qui a essere spettatori di una realtà che non ci hanno mai spiegato.
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I bambini chiedono di andare a scuola. C’è speranza.
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Confessione ispirata dalla tua risposta circa le visione politiche opposte. Io quest'anno mi sono candidata in una lista comunale di sinistra, a cui partecipava un neo-diciottenne che sulla bio di Instagram aveva taggato il profilo giovanile di Fratelli d'Italia, sul cui giornale scriveva. Ero a disagio, ho fatto presente la cosa ma mi era stato detto che era ancora giovane e blablabla. Scopro in questo ragazzo una persona estremamente intelligente, che ha fatto una scelta politica piuttosto informata (è persino gay) e su cui abbiamo discusso parecchie ore durante i periodi della campagna elettorale. Caso vuole che a giugno esca il mio libro e per una serie di congiunzioni lo invito a partecipare attivamente alla presentazione, perché durante i comizi ecc è stato il nostro "presentatore" ufficiale, la mascotte. Ho fatto successivamente un'altra presentazione, in un paesino in cui mi sono ritrovata grazie alle conoscenze di alcuni del mio gruppo politico e non sapendo chi potesse presentarmi, ho chiesto a lui. Che ha letto anche una mia poesia su Lenin!
Tempo fa, discutemmo ferocemente anche sulla questione di Gaza. Lui, ovviamente, d'accordo con l'idea che ad Israele si sia dovuto dare un territorio. Il 7 ottobre ha condiviso una storia pro-Israele e non riesco a fare a meno di pensarci. Come può un ragazzo intelligente sostenere quello?
E qui arriva il punto: ci sono due persone, sempre affiliate a quel gruppo politico, che mi hanno invitato per presentare il libro (in una scuola e nel paese in cui una di queste vive) e vogliono coinvolgere il brillante giovane studente appassionato di politica e che vince dibattiti di retorica. E a me, onestamente, mi viene il vomito e non so come dire di no.
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Il copione non cambia mai : si legge tregua ma Israele intensifica i bombardamenti e la strage di palestinesi. Il mondo occidentale si finge ottimista e come sempre sta a guardare e non muove un dito.
***Bombardata a Gaza scuola ONU con almeno venti morti, settanta palestinesi uccisi nei bombardamenti..
***C'è chi la racconta in barzellette ad Atreju.
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Blinken: «Israele non ha licenza di disumanizzare gli altri»
Israele non ha “la licenza per disumanizzare gli altri”. Lo ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken a Tel Aviv, precisando che “gli israeliani sono stati disumanizzati nel modo più orribile il 7 ottobre. Da allora gli ostaggi sono stati disumanizzati ogni giorno. Ma questa non può essere una licenza per disumanizzare gli altri”. La Casa Bianca non ha nascosto la sua insoddisfazione nei confronti di Israele per le vittime civili nella Striscia di Gaza e per la situazione umanitaria durante la guerra, ma la critica di ieri del segretario di Stato è stata la più dura fino ad oggi.
Blinken ha dedicato gran parte del suo intervento a questi argomenti, dopo una giornata di incontri con la leadership politica e militare di Israele. “La stragrande maggioranza delle persone a Gaza non ha nulla a che fare con gli attacchi del 7 ottobre”, ha detto Blinken. “Le famiglie di Gaza la cui sopravvivenza dipende dalla fornitura di aiuti da parte di Israele sono proprio come le nostre famiglie. Sono madri e padri, figli e figlie, che vogliono guadagnarsi da vivere dignitosamente, mandare i figli a scuola, avere una vita normale. Ecco chi sono. Questo è quello che vogliono”.
(Da ilsole24ore)
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Disclaimer: questo post contiene luoghi comuni, classismo, black humor e rancore personale. Se continuerete con la lettura e vi sentirete offesi, discriminati, interdetti o che so io, so cazzi vostra. La direzione.
Ma non ho capito, la gente che sta ancora al mare il 14 ottobre, sono quelli che non vogliono rinunciare alla fine dell'estate, quelli che possono lavorà con le palle a mollo in smart working, quelli che fanno scienze della Kinder Ferrero lamentandosi comunque di un power point, times new roman 17 stampato con immagini ogni pagina da studiare per il prossimo esame da 0,5 cfu o quelli in cui l'università, scuola, o che so io si trovava come distaccamento a Gaza ed è esplosa per mano israeilita?
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Nella notte fra il 5 e il 6 giugno un attacco aereo dell’esercito israeliano ha bombardato una scuola dell’UNRWA nella Striscia di Gaza (l’UNRWA è l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di fornire assistenza umanitaria ai profughi palestinesi). L’edificio si trovava nel campo profughi di Nuseirat, nella parte centrale della Striscia. L’esercito israeliano (IDF) ha detto che al suo interno si nascondevano dei membri di Hamas che avevano preso parte al violento attacco compiuto in Israele il 7 ottobre, che ha dato inizio alla guerra attualmente in corso nella Striscia. Il ministero della Salute della Striscia di Gaza, controllato da Hamas, ha detto che nell’attacco sono state uccise 40 persone, secondo quanto riportato da Reuters.
Alcuni giornalisti locali hanno riferito a BBC che nella scuola si trovavano centinaia di persone sfollate e che due missili sono stati sparati contro l’ultimo piano dell’edificio. Ismail Al-Thawabta, direttore dell’ufficio stampa del governo di Hamas nella Striscia, ha negato che nella scuola si nascondessero combattenti dell’organizzazione. Secondo l’esercito israeliano, invece, questi avrebbero «diretto attacchi terroristici» dalla scuola, sfruttandola come rifugio.
[...]
L’attacco alla scuola dell’UNRWA di Nuseirat fa parte di una serie di intensi bombardamenti cominciati mercoledì mattina contro obiettivi mirati nella Striscia di Gaza, anche se l’ong Medici senza frontiere ha dichiarato che almeno 70 persone morte, la maggior parte donne e bambini, sono state portate nell’ospedale locale in cui opera da martedì.
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