#sai cosa mangi
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OPPURE, SE SEI UN BAMBINO...
Non voglio assolvere chi non ha avuto una educazione affettiva corretta perché ci sono anche ragazzi che in famiglie disfunzionali sono cresciuti in modo sano, magari grazie alla scuola.
Voglio solo evidenziare come sia necessario contrastare l’educazione stereotipata e come sia necessario l’intervento delle agenzie educative diverse dalla famiglia, la scuola soprattutto. Ma anche i media naturalmente hanno un peso enorme: tv, film, canzoni, pubblicità, social media.
Abbiamo assolutamente bisogno dell’educazione affettiva, dell’educazione al rispetto, del contrasto agli stereotipi. Ho fatto alcuni esempi, in questo ipotetico percorso di crescita, giusto per rendere più realistico questo bisogno.
Ecco cosa può succedere quando nasce un bambino, maschio.
Appena nato sei festeggiato perché sei maschio oppure, ti hanno festeggiato perché sei sano e bello.
Dopo un giorno sei registrato all’anagrafe con il cognome di tuo padre oppure potrebbero averti dato il doppio cognome.
Dopo tre giorni torni a casa con le tutine di supereroe oppure indossi delle bellissime tutine di tanti colori.
A un anno hai paura a dormire da solo ma ti dicono che sei un maschio e devi essere coraggioso oppure ti spiegano che mamma e papà sono nella camera affianco se hai paura.
A due anni hai già piena la cameretta di un certo tipo di giocattoli, da maschio oppure hai tanti giochi diversi incluse le pentoline per cucinare come papà e mamma.
A tre anni, poiché fai i capricci per mangiare, ti dicono che se mangi diventi forte come papà oppure ti dicono che mangiare è importante per diventare grande, in salute.
A quattro anni vai alla scuola dell’infanzia e ti dicono che puoi dare il bacetto a quella bimba che ti piace, anche se lei non vuole oppure ti spiegano che non si dà un bacetto a chi non lo vuole.
A cinque anni impari che puoi difenderti dal compagno prepotente restituendogli lo schiaffo oppure ti spiegano che se subisci prepotenze a scuola puoi chiedere aiuto ai genitori o all’insegnante.
A sei anni ti regalano libri solo con protagonisti maschi, perché sei un maschio oppure ti regalano tanti libri diversi perché non esistono libri per maschi o libri per femmine.
A sette anni ti sei fatto male e vorresti piangere ma ti dicono di fare l’uomo, piangere è da femminucce oppure ti medicano, ti lasciano piangere (perché le lacrime escono) e ti consolano con delle coccole.
A otto anni pensi che, se non puoi piangere, puoi dare un calcio alla sedia se sei arrabbiato oppure ti spiegano che puoi elaborare la rabbia parlandone.
A nove anni ti fanno capire che sei grande per avere le coccole oppure mamma e papà continuano a farti le coccole, finché le desderi.
A dieci anni tuo padre ti fa notare come sono belle le tette della ragazza dell’ombrellone affianco oppure tuo padre continua ad insegnarti il rispetto verso le donne.
A undici anni ti dicono che è sciocco che un maschio scriva e legga poesie, oppure ti dicono che scrivere poesie è un bellissimo modo per narrare ed elaborare le emozioni.
A dodici anni sei il più bravo in italiano ma ti dicono che poiché sei maschio dovresti essere il più bravo in matematica oppure ti spiegano che non esistono materie maschili o femminili in cui essere più bravi.
A tredici anni vorresti praticare danza ma non te lo permettono, perché sei un maschio oppure non ti costringono a fare calcio e sono felici che tu voglia fare danza.
A quattordici anni i tuoi compagni prendono in giro un compagno perché è gay e devi farlo anche tu per essere parte del gruppo oppure comprendi che puoi non seguire il branco e puoi ragionare con la tua testa.
A quindici anni hai la tua prima ragazza ma lei ti lascia e per la rabbia dici in giro che è una ragazza facile oppure ti confidi con un amico per sfogarti e pensi che ti innamorerai presto di un’altra ragazza.
A sedici anni hai un’altra ragazza ma sei geloso e le controlli il telefonino oppure sai che non il controllo non è sano in una relazione sana.
A diciassette anni insisti con la tua ragazza per avere rapporti sessuali oppure aspetti che anche lei sia pronta per fare l’amore.
A diciotto anni sui social ridi delle battute sessiste dei tuoi amici oppure, da adulto quale sei diventato, li inviti ad evitarle.
Potrei continuare, fare tanti altri esempi per l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta. Basta fare un giro attento soprattutto su Instagram per leggere in questi giorni, ma non solo, commenti rivoltanti sul consenso, sulla libertà delle donne, sulla negazione stessa della violenza.
Abbiamo bisogno di uomini che prendano tutti i giorni le distanze da tutto ciò e non solo quando succede qualcosa che provoca dolore. Facile addolorarsi per Giulia, più difficile non ridere della battuta sessista sull’aspetto di una donna o chiedere di evitarla. E potrei fare mille esempi del sessismo maschile diffuso, quotidiano, becero che alimenta la cultura della violenza e dello stupro.
Noi donne continueremo a fare quello che già facciamo ma sarà abbastanza inutile finché davvero non si daranno da fare gli uomini, in modo deciso, forte, autorevole. Abbiamo bisogno che gli uomini facciano oggi quello che le donne hanno fatto negli anni Settanta del secolo scorso, una vera rivoluzione. Non sarà un percorso breve, ci vorranno anni anche perché in questo spaventoso backlash culturale che stiamo vivendo sul piano politico e sociale bisognerà andare molto controcorrente, ma è il momento di cominciare.
Mentre finisco di scrivere questo testo sul mio cellulare arriva la notifica dell’arresto di Turetta. Ogni volta che scriverete un commento duro su di lui ricordate di non ricominciare poi domani a praticare quel sessismo, anche benevolo che è pure peggio, chi ci porta a dover vivere queste tragedie.
Donatella Caione su: https://lapizzicallante.blog/2023/11/19/oppure-se-sei-un-bambino/#
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Spiego il bourn-out.
Hai la vita che ti piace, fai ciò che ami, sei realizzata. Hai i tuoi amici, la tua routine, i tuoi hobby. Vivi nella città che ami e che ti emoziona ogni volta che cammini per strada.
Ti innamori. Ti fidanzi. Lui viene trasferito per lavoro in un'altra regione. "Vieni con me?" E che fai? Non vai? Vai. "Tanto sono solo sei mesi." Tu fai sei mesi la pendolare. 2 ore di treno andata e 2 al ritorno. Ti svegli alle 5 e torni a casa alle 9. I mesi diventano 9. Poi un anno e mezzo. Poi 4.
Dopo 4 anni di pendolarità, decidi che se non c'è possibilità di ritorno e devi lasciare il tuo lavoro, i tuoi amici, la tua città. All'inizio è stimolante, poi frustrante. Non trovi nulla che sia nelle tue corde. Accetti il colloquio di una multinazionale molto famosa. Ti prendono subito. Non vorresti ma accetti lo stesso.
Dopo sei mesi di gavetta, ti promuovono subito. Odi il lavoro, ma i colleghi ti piacciono. Ti spostano di ruolo perché un collega se ne va. Ti mettono in un ufficio strategico anche se tu non vuoi. "Sono solo tre mesi". I mesi passano, il capo ti abbandona, ti riempie di attività, ti dice di andare a delle riunioni al posto suo con clienti importanti avvisandoti all'ultimo e tu vai senza avere idea di cosa dire ma qualcosa ti inventi, ti mandano all'estero da sola, ti danno altre attività. Tu lo dici, lo ammetti, "io non ce la faccio." Il CEO viene a parlare direttamente con te. "Tu ti sottovaluti, certo che ce la fai."
Inizi a dover essere reperibile 7/7. Ti scrivono dal Giappone, dal Messico, dalla Thailandia. Devi rispondere. Da te dipende il fatturato. Di giorno fai riunioni, la notte lavori. E piangi. Inizi a soffrire di coliti, gastriti, mal di testa. Non hai più voglia di niente, vuoi solo lavorare, fare tabelle. Mentre cucini controlli le mail, mentre sei a fare un aperitivo rispondi alle mail, mentre sei in spiaggia di domenica fai una call. Non vai ai compleanni dei colleghi, non fai ferie, perché sai benissimo che se non lavori mezz'ora della tua vita resti indietro e tu non puoi restare indietro.
Inizi a soffrire di insonnia, dormi tre ore a notte (se va bene) e sei contenta, perché così puoi lavorare. Prendi 10 kg in un anno, perché mangi male e ciò che mangi sono solo patatine o pane con maionese e crudo. Mangi cioccolato e biscotti. Inizi a prendere delle pastiglie per dormire. La pressione aumenta e ogni tanto ti si annebbia la vista, ma continui a rispondere alle mail. Sei stanca, vorresti solo dormire per una settimana di fila, ma non puoi. Continui a fare call, tabelle, tabelle, ancora tabelle e call. Poi le riunioni. Tabelle. Call.
Gli occhi diventano opachi, la pelle si decolora, inizi a vestirti sempre di scuro, perdi il sorriso. Ti devono operare al dente del giudizio e tu la prima cosa a cui pensi è "sì, però facciamo presto, che devo lavorare." Un'ora dopo l'intervento sei già in ufficio. "Vai a casa." dice il tuo capo, ma tu stai lì, a rispondere ai colleghi, mail, telefono, con due antidolorifici presi contemporaneamente, anche se sul foglietto illustrativo dice di non farlo assolutamente. Senti che non ti può succedere più niente. Questa non puoi essere tu, non ti riconosci più.
Vai a casa e mentre guidi hai un mancamento. Sbandi. Ti riprendi subito. La prima cosa che fai non è chiederti se stai bene, ma controllare le mail sul cellulare. Capisci che vuoi cambiare lavoro.
Inizi a cercare un lavoro che sia meno stressante. Non trovi nulla. Troppo qualificata. Troppo laureata. Troppo giovane. Troppo vecchia.
Hai un mutuo da pagare di una casa che non volevi comprare in una zona dove non volevi stare, un marito accanto felice e realizzato, amici lontani che vorresti avere vicino, una famiglia che invecchia senza che tu possa vederli ancora giovani, e inizi a pensare che l'unica soluzione sia la morte. O un miracolo. Questa non è la tua vita, ti dici, è sicuramente quella di un altro. Continui a essere sempre sul pezzo, ad essere un passo avanti a tutti, puntuale, precisa.
Iniziano a preoccuparsi per te. Sai che devi rallentare, ma non puoi, non riesci più. Sei risucchiata in un vortice e non sai come uscirne. Non ti ricordi più com'è la vita "prima", anzi, a volte dubiti che ci sia stata. Ti sei snaturata a tal punto che non sai più cosa ti piace, e quello che ti piaceva non ha più nessun gusto. Non vuoi più fare niente. L'aria aperta, il sole, la musica, non ti bastano più. Quello che ti riusciva bene, non ti riesce più. Hai la memoria più corta. Non riesci a seguire un film per più di sei minuti. Sei distratta, sei seria, sei senza energia. Non hai più paura del vuoto, perchè ci sei dentro.
Vuoi solo chiudere gli occhi. E spegnerti.
#lunamarish#lavoro#sofferenza#dolore#depressione#odio il mio lavoro#tristezza#non so che fare#stanchezza#apatia#sono stanca#bourn-out#bournout
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SVILENTE
Francesco Lollobrigida ha affermato che svilente non è il lavoro nei campi, ma stare sul divano e gravare sulle spalle altrui col reddito di cittadinanza.
Ma analizziamo questo ribaltamento della logica con un esempio concreto.
«E così vorresti un lavoro?» «Sì». «In quale settore?». «Vorrei lavorare come contadino». «Ok, sono tre euro l'ora senza contratto». «Non ci penso proprio». «Ah, quindi sei convinto che lavorare nei campi sia svilente?». «Non posso lavorare per tre euro l'ora senza alcuna tutela». «Ti fanno schifo i contadini, vero? Pensi che l'agricoltura sia roba per gente inferiore? Pensi che ci sia da vergognarsi? Invece sai cosa ti dico? Il lavoro nei campi è un'attività dignitosissima e dovresti sprofondare sotto terra (quella terra che non rispetti) per aver pensato il contrario. Sei un classista. Quello che mangi è stato prodotto dai contadini che tanto disprezzi». «Mio padre era un contadino. Sono stato io a chiedere un lavoro come contadino! Ma non per tre euro l'ora in nero!». «Eh, certo, il signorino preferisce stare sul divano. Non vogliamo mica sporcarci le mani? Tanto c'è il reddito di cittadinanza!». «Di sicuro preferisco il reddito di cittadinanza a un ricatto». «Sei parassita e classista!». [L'Ideota]
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Se ti sei innamorato una volta, sai ormai distinguere la vita dalla sopravvivenza. Solo l’amore, con la vibrazione delle sue folgorazioni, può favorire quel cedimento della mente che è necessario, perché la roccaforte della ragione, a differenza del cuore, è incapace di sfiorare la verità senza possederla.
Se ti sei innamorato una volta, sai ormai distinguere la vita da ciò che è supporto biologico e sentimentalismo, sai ormai distinguere la vita dalla sopravvivenza. Sai che la sopravvivenza significa vita senza senso e sensibilità, una morte strisciante: mangi il pane e non ti tieni in piedi, bevi acqua e non ti disseti, tocchi le cose e non le senti al tatto, annusi il fiore e il suo profumo non arriva alla tua anima. Se però l’amato è accanto a te, tutto, improvvisamente, risorge, e la vita ti inonda con tale forza che ritieni il vaso di argilla della tua esistenza incapace a sostenerla. Tale piena della vita è l’Eros. Non parlo di sentimentalismi e di slanci mistici, ma della vita, che solo allora diventa reale e tangibile, come se fossero cadute squame dai tuoi occhi e tutto, attorno a te, si manifestasse per la prima volta, ogni suono venisse udito per la prima volta, e il tatto fremesse di gioia alla prima percezione delle cose. Tale eros non è privilegio né dei virtuosi né dei saggi, è offerto a tutti con pari possibilità. Ed è la sola pregustazione del Regno, il solo reale superamento della morte. Perché “solo se esci dal tuo Io, sia pure per gli occhi belli di una zingara, sai cosa domandi a Dio e perché corri dietro di Lui.”
Umberto Galimberti
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vorrei che il sole non tramontasse, avere più tempo. una giornata non basta per andare a scuola, starci 5 ore, tornare a casa, pranzare un'ora, dormire due ore, rilassarsi e riprendersi per altre due ore, e poi iniziare i propri doveri.
la voglia di fare ti passa quando vedi che se ne va via il sole.
ti svegli alle 6/7
esci di casa alle 7.45
sei a scuola alle 8.05
ci resti fino alle 13
torni a casa mangi fino alle 14.30
resti un po' sveglio e alle 15 dormi
ti svegli alle 17
ti prendi due orette per riprenderti dalla dormita, dalla giornata, ti prendi il tuo tempo, e arrivano le 19
ora sono le 19 e vorresti iniziare finalmente i compiti ma il sole se ne sta andando, allora procrastinerai e arriveranno le 20, poi le 21, e allora le 22, e alle 23 avrai rinunciato: "vabbè domattina mi sveglio presto dai". vai a dormire tardi e quella mattina non ti svegli presto, "vabbè non andare in ansia ce la puoi fare" fai tutto l'indispensabile in fretta e tralasci qualcosa. a scuola stai una merda, non vedi l'ora di tornare a casa. magari hai un interrogazione, cerchi di studiare meglio in classe ogni 5 minuti si distrae la prof, all'interrogazione prendi una sufficienza ma non è abbastanza, lo sai in cosa hai fallito, lo sai il motivo dietro quel 6 e mezzo, e sai anche di averti deluso, essere delusi di se stessi è letale. ma ci ho fatto ormai così l'abitudine che ogni volta non mi sorprendo più. lo accetto e pure se piango cerco di essere matura abbastanza per non piangere sul latte versato.
ma la psicologa a scuola mi ha detto una cosa. "premere start quando vuoi guardare un film, anche se pensi potrebbe essere non adatto a quel momento e anche se.. tutti i "se" del mondo che troverai in quel momento. premilo 'sto Start"
e quindi io, ora, ho acceso la luce. anche se il sole se ne va, ho riacceso la luce.
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ci sono quei momenti in cui ci ricaschi è ormai vivi questa cosa come “normale”, esci e addirittura sei tornata a mangiare qualcosa fuori… ma ci sono quelle sere in cui ci ricaschi, ammetti che è un problema, che hai un problema; si avvicinano le feste, la routine rallenta, fai meno cose e probabilmente mangi di più, cose con molte più calorie… e te ci pensi , sai già che pensandoci ci sei ricaduta. Le feste in cui ci saranno tavolate piene di cibo, digiuni per giorni prima di affrontare tutto questo. Non sarà facile ma vedrai che ce la farai.
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loro mi piacciono
non mi piace chi dice io io io mio io mio il mio è mio by me
e dici niente, in un mondo vetrina, ma sono figlia di mio padre, e virgulto evolutivo di mia madre, per fortuna.
quindi: mi piacciono quelli nascosti nei cespugli nelle tane come gli scoiattoli, quelli che i lamponi te li offrono, non dicono Guardate i miei lamponi miei di me, li ho fatti io SONO MIEI DI ME DI IO ME!, ma che tu li mangi e basta, i lamponi belli, e lo capisci da solo poi, le capisci da solo certe cose se sono vere, succose di vero.
quelli che fanno cose senza senso perché l'intenso il senso ce l'ha, lo vedi, che per loro è vero. loro mi piacciono.
quelli che se cominciano una cosa la mantengono tale, jusqu'à la fin, innamorati pure dopo, quando l'amore è finito, apparentemente, magari triste, ma pure dopo.
allora ci credo davvero.
mi piace chi scrive un libro e si comporta come quel libro, come le parole che usa, come le virgole che usa, come gli spazi che lascia
non puoi andare a capo così nello stampato, se non sai andare a capo in privato, dove non c'è spazio per il by me, non ti vede nessuno, ti vede solo uno, magari di sfuggita, e tu devi andare a capo uguale, così sincero allo stesso modo devi fare.
a me interessa quel punto, ti vedo o non ti vedo, che tu ti senta guardato o no,
che il tuo esprimere-sentire sia lo stesso.
ed è il sentire, e non la forma, giuro, che passa.
come il non-sentire pure si vede, è smascherato.
non puoi curare il suono allitterato della tua frase, se poi sei spigolo di consonanti d'un pensiero gutturale, tutto chiuso nella gola tua
non puoi dire bene, se non ci tieni a ogni lettera che lo compone.
e invece se stai attento le puoi percepire sotto le labbra e la lingua e il respiro che esce come esalato da te all'altro come l'ultima cosa che dici b e n e
secondo me ci si vede, si riconosce.
ed è assai bello, azzurrino celestino ma pure ombroso puntiglioso come rovo di more, in questa vetrina tutta, pensare che il non scritto, non firmato con l'io by me, e non il Mio mio io io di me mio oh come sento oh come so!, guarda che successo che ho!,
è di pochi, preziosi pochi, che fate silenzio, che lo sapete sia con che senza occhi che vi guardano,
che offrite lamponi succosi.
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Come controaltare della realtà sociale, dove a nessuno è concesso di essere se stesso perché ciascuno deve essere come l’apparato lo vuole, l’amore diventa l’unico ricettacolo di senso rispetto a una vita considerata alienata, il luogo dell’individuazione, lo spazio per l’esercizio della propria libertà fino ai limiti dell’anarchia, perché là dove il diritto del sentimento è considerato assoluto e divinizzato come unica e autentica via per la realizzazione di sé, che cosa ci difende dalla natura del sentimento che ha come sue caratteristiche l’instabilità e la mutevolezza? Nulla. E perciò in amore costruzione e distruzione avvengono insieme, esaltazione e desolazione camminano affiancate, realizzazione di sé e perdita di sé hanno intimi confini.
Per questo diciamo che amore non è una cosa tranquilla, non è delicatezza, confidenza, conforto. Amore non è comprensione, condivisione, gentilezza, rispetto, passione che tocca l’anima o che contamina i corpi. Amore non è silenzio, domanda, risposta, suggello di fede eterna, lacerazione di intenzioni un tempo congiunte, tradimento di promesse mancate, naufragio di sogni svegliati. Amore è violazione dell’integrità degli individui, è toccare con mano i limiti dell’uomo. Se ti sei innamorato una volta, sai ormai distinguere la vita da ciò che è supporto biologico e sentimentalismo, sai ormai distinguere la vita dalla sopravvivenza. Sai che la sopravvivenza significa vita senza senso e sensibilità, una morte strisciante: mangi il pane e non ti tieni in piedi, bevi acqua e non ti disseti, tocchi le cose e non le senti al tatto, annusi il fiore e il suo profumo non arriva alla tua anima. Se però l’amato è accanto a te, tutto, improvvisamente, risorge, e la vita ti inonda con tale forza che ritieni il vaso di argilla della tua esistenza incapace a sostenerla. Tale piena della vita è l’eros. Non parlo di sentimentalismi e di slanci mistici, ma della vita, che solo allora diventa reale e tangibile, come se fossero cadute squame dai tuoi occhi e tutto, attorno a te, si manifestasse per la prima volta, ogni suono venisse udito per la prima volta, e il tatto fremesse di gioia alla prima percezione delle cose. Tale eros non è privilegio né dei virtuosi né dei saggi, è offerto a tutti, con pari possibilità. Ed è la sola pregustazione del Regno, il solo reale superamento della morte.
Umberto Galimberti
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Guarda "Eclipse" su YouTube
youtube
Eclipse
All that you touch
All that you see
All that you taste
All you feel.
All that you love
All that you hate
All you distrust
All you save.
All that you give
All that you deal
All that you buy,
Beg, borrow or steal.
All you create
All you destroy
All that you do
All that you say.
All that you eat
And everyone you meet
All that you slight
And everyone you fight.
All that is now
All that is gone
All that’s to come
And everything under the sun is in tune
But the sun is eclipsed by the moon.
“There is no dark side of the moon really.
Matter of fact it’s all dark.”
Appena termina l’ultimo verso, torna lo stesso battito cardiaco che ha aperto l’album in “Speak to Me“, ed è possibile ascoltare la voce fuoricampo del portiere Gerry O’Driscoll, degli studi di Abbey Road, che dice:
«There is no dark side of the moon, really. Matter of fact it’s all dark. The only thing that makes it look alight is the sun.»
(In realtà non c’è nessun lato oscuro della luna. Di fatto è tutta scura. L’unica cosa che la fa sembrare luminosa è il sole.)
Pink Floyd
Composta da Roger Waters
Eclisse
Tutto ciò che tocchi
Tutto ciò che vedi
Tutto ciò che assaggi
Tutto quello che senti.
Tutto ciò che ami
Tutto ciò che odi
Tutto ciò di cui non ti fidi
Tutto quello che salvi.
Tutto ciò che dai
Tutto ciò che tratti
Tutto ciò che compri
Elemosini, chiedi in prestito o rubi.
Tutto quello che crei
Tutto ciò che distruggi
Tutto ciò che fai
Tutto ciò che dici.
Tutto ciò che mangi
E chiunque incontri
Tutto ciò che tocchi
Tutto ciò che ignori
E chiunque combatti.
Tutto ciò che è ora
Tutto ciò che è andato
Tutto quello che deve venire
E qualsiasi cosa sotto il sole è in sintonia
Ma il sole è eclissato dalla luna.
#ilgufostufo
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Hey ciao! Sai perché i vegani non mangiano le uova? Vieni che te lo spiego!
Le galline ovaiole producono le uova tramite il mangime che consumano ( che sono pieni di antibiotici, quindi dal momento che consumi carne ti mangi sia antibiotici sia tumori e malattie che quelle povere anime hanno contratto all'interno dei lager per animali), le uova per la gallina servono per ridurre lo stress e calmarle e infatti le covano oppure beccano il guscio per prendere da esse il calcio.
Ogni volta che viene tolto un uovo alla gallina (sia negli allevamenti intensi che quelli BIO o quelli "del contadino") lei sarà estremamente stressata e sarà incentivata a produrne sempre di più, in continuazione...
Quando poi non ne produrrà più per lo sfinimento, verranno sgozzate.
E ai pulcini? Cosa gli accade?
Questo è un altro discorso che è sempre collegato e a cui tenevo rispondere.
Ai pulcini maschi, siccome non producono uova e la loro carne non viene venduta, verranno dislocati sopra ad un filo trasportatore che li condurrà poi alla morte, infatti verranno tritati, oppure vengo soffocati con del gas, dove moriranno dopo qualche giorno se non settimana di vita. Un'usanza comune negli allevamenti è "il taglio del becco", che viene effettuato senza anestesia per evitare che i pulcini si possano ferire l'uno con gli altri (nel becco ci sono delle terminazioni nervose, ciò le renderà ancora più stressate).
Mentre le femmine diventeranno galline ovaiole e vivranno tutta la loro vita in delle gabbie piccolissime e al buio. Siccome vengo nutriti (sia i pulcini maschi che le femmine) con mangime pieno di ormoni spesso quindi avranno le zampe troppo fragili per reggere il loro petto gigante (anche negli allevamenti a terra accade).
immagina di essere al loro posto per un attimo...
Come ti sentiresti? La trovi una cosa giusta e etica? Come ti sentiresti ad essere sfruttato per tutta la tua vita senza una minima possibilità di cambiamento, morire in dei modi macabri ed ingiusti ed essere di continuo stressati a tal punto che ti tagliano il becco per non andare ad uccidere gli altri tuoi coetanei?
Se sei un essere umano con un minimo di coscienza e bontà nel cuore e capisci che ciò che queste povere creature stanno vivendo non è vita, puoi diventare vegano ed iniziare ad alzare la voce per questi animali che non possono gridare tutta la sofferenza che hanno dentro.
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Il vero amore è mia nonna che dopo avermi detto "stai sciupata, ma non mangi?" Mi cucina un piatto di pasta e le frittelle. ☁️
L'amore mio è mia nonna che quando ho mal di testa recita la preghiera del malocchio mettendo l'acqua dentro un piatto e poi ci mette del sale e le gocce d'olio d'oliva. ☁️
L'amore mio è mia nonna che quando mi tremano le mani per l'ansia me te stringe tra le sue. ☁️
L'amore mio è mia nonna che quando mi hanno diagnosticato un DCA faceva di tutto per farmi mangiare cucinando i miei piatti preferiti. ☁️
L'amore mio è mia nonna che mi è stata sempre accanto in tutte le mie battaglie, senza giudicarmi.☁️
L'amore mio è mia nonna che quando parliamo al telefono capisce se sto bene o male solo nel sentire la mia voce. ☁️
L'amore mio è mia nonna che mi ama immensamente tanto, infinitamente tanto, esageratamente tanto. ☁️
L'amore mio se tu nonna che ogni volta che parto per tornare su ci guardiamo piangendo, perché tu sai e io so cosa ci lega.
Perché io ti amo nonna. Immensamente tanto, infinitamente tanto, esageratamente tanto. ☁️
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Wow ma quanto mangi?vorrei essere come te che non ti interessa di quanto cibo ingurgiti, oddio mangi anche quello?fossi in te non farei il bis,mia cara evita quando avrai la mia età mi ringrazierai,apperó abbiamo messo su ciccia è? Mado ma quanto sei ingrassata da l'ultima volta?oh guarda hai il salvagente intorno la pancia ahahaha,con quelle cosce ci sfamo l'Africa, sei bella si ma se dimagrissi? Ma io lo dico per la tua salute perché ti arrabbi se dico la verità?attività fisica cosa a te sconosciuta suppongo,guarda che fare attività fisica non ti fa male sai?ma basta mangiare,nicole è sparito del cibo so che sei stata tu,...,ti hanno diagnosticato un disturbo alimentare cos'hai che non va?
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Coldiretti Lancia la Campagna Digitale per l'Etichettatura Trasparente: “E Tu Sai Cosa Mangi?”
Coldiretti Alessandria ha avviato una nuova campagna digitale a sostegno dell'etichettatura trasparente, per garantire ai consumatori una maggiore chiarezza sull'origine dei prodotti alimentari.
Coldiretti Alessandria ha avviato una nuova campagna digitale a sostegno dell’etichettatura trasparente, per garantire ai consumatori una maggiore chiarezza sull’origine dei prodotti alimentari. L’obiettivo è raccogliere un milione di firme per una legge di iniziativa popolare che renda obbligatoria l’etichetta d’origine su tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Unione Europea. Perché…
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E il modo in cui mi guardano...
Loro come se fossero soddisfatte di essere migliori di me...
E loro... Come se il mio viso fosse sprecato su un corpo del genere... Come se fosse qualcosa che dipende da loro, o qualcosa sulla quale hanno il diritto di scegliere, di oggettificarlo.
E tra una battuta e l'altra non perdono mai tempo per dire la loro stupida verità camuffata da barzelletta...
"Eh ti vedo ingrassata..." e la prima volta che te lo dicono non ci fai nemmeno troppo caso...
"Sei ingrassata... Dovresti metterti a dieta" e la seconda volta abbassi lo sguardo, guardi i tuoi fianchi, le tue cosce... Ti assicuri che la maglietta che stai indossando ti copra le braccia...
"Stai ingrassando perché mangi male."
"Sei ingrassata, perché?"
Più volte in una sola giornata... Torni a casa, ti pesi alla bilancia... Ti senti frustrata per aver preso peso...
Guardi la persona che ti ama per quello che sei...
"Amore, mi trovi ingrassata?"
Sorride "Sei bellissima, non dire stronzate."
Ti guardi allo specchio, ti pizzichi qua e la, alzi le spalle...
Ridi e scherzi... Cerchi di far passare il tempo mentre lavori...
"Guarda, lui ha perso molti chili... Si vede che andava a camminare... Tu eri dietro di lui?"
Cosa devi fare? Ridi... Non vuoi sembrare permalosa, ma sopratutto non vuoi mostrare che una di queste insulse persone, che non hanno alcuna importanza nella tua vita, possa averti in qualche modo ferito... E quindi ridi...
Non vuoi mostrare che giorno dopo giorno stanno scavando uno dopo l'altro lungo la tua corazza, e giorno dopo giorno si passano lo scalpello e picchiettano in profondità, quanto sarà spessa la tua corazza?
"Quanto pesi ora?" Ridono
"70 chili..." e invece ne pesi 72, ma qualcosa dentro di te, la vergogna per il tuo corpo, ti spinge a mentire a persone della quale non devi rendere conto proprio di nulla.
"Vedrai presto peserai 80 chili."
"Perché mi dici questo?"
"Cosi... Vuoi scommettere?"
Fanculo... Vai a casa... Dalla persona che ti ama...
"Cosa mangiamo per cena amore?"
"Non ho fame..."
Sei al lavoro... Ridi... Scherzi con tutti...
"Lo sai... Questo nostro collega ti fa la bella faccia ma dice che sei diventata una cicciona..."
Davanti a tutti... Senza alcun tatto... Detto da una ragazza, mentre rideva.
Mi passa il sorriso e me ne vado... torno a casa... Mi peso... Mi odio...
Ridi e scherzi... Mentre lavori... Per far passare il tempo... Nonostante non sopporti più nessuno li dentro... Cerchi comunque di farti vedere solare, come lo sei sempre stata...
"Eh sei ingrassata..."
"Quanto pesi ora?"
Pesi 85 chili... Non sai cosa dire...
"Secondo me lei pesa 90 chili..."
Guardano una ragazza
"Lei pesa 90 chili" ridono....
Anche lei ride... poi per pulirsi la coscenza dice "poverina..."
"Eh ma lei è l'unica che continua a ingrassare qui dentro, tutti quanti dimagriscono." Aggiunge uno di loro ridendo.
Non sanno che sono le 20 di sera... e tu non mangi nulla dal giorno prima... Ridono... mentre a te hanno tolto il sorriso.
Questo è quello che significa prendere peso mentre lavori in una ditta... Con un sacco di uomini... Che non hanno altro da fare di meglio se non classificare e giudicare scopabili o meno i corpi delle donne con la quale lavorano...
Ma la cosa più straziante sono le ragazze... Così stupide... Fin quando una donna vedrà concorrenza verso un'altra donna il patriarcato andrà avanti.
Ps... Ho 21 anni... da quando ho 19 anni le persone della mia azienda mi fanno vivere questi momenti mentre lavoro, persone di ogni età... uomini di 30/40/50 anni...
Le cose e le frasi che ho elencato qui... non sono nemmeno la metà di quelle che vivo giorno dopo giorno.
#ingrassare#grassa#fat#critiche#insicurezze#lavoro#donna#donne#uomini#insulti#disturbi#disturbi alimentari#body shaming#sto male#odio tutti#dieta#obesa#vaffanculo#fabbrica#maschilismo#femminismo#curvy#società#sola#tristezza#lacrime#bilancia#peso#cibo#vita
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"Sai cosa? Penso che.."
"No, alt!"
"Cosa?"
"Perché?"
"Cosa 'perché?'"
"Perché 'pensi?'"
"Madonna, oh! Non cominciare con le tue domande del cazzo, eh!"
"Ok, se è del cazzo rispondimi"
"Eh, figa, sarà naturale pensare no?"
"No! Lascia stare quello che è naturale.. Naturale, poi.. È naturale pure scoreggiare, ma mica scoreggi sempre, no?"
"Ma che c'entra! No che non scoreggio"
"Sicuro? Perché c'è un odorino.."
"NON HO SCOREGGIATO! Arriva al punto!"
"Vabeh, vabeh! Assodato che una cosa 'naturale' mica è detto che la devi per forza fare, poniamo anche che tu VOGLIA farlo, ti chiedo: perché? Da dove arriva tutta 'sta voglia? Ne trai qualche giovamento? Stai meglio a pensare? Dopo che hai pensato, cos'è? Ti senti più leggero?"
"Ma no, cazzo! Ma che discorso è! Leggo cose, mi raccontano cose, succedono cose, ci rimugino e poi..."
"Bravo, poi...?"
"Eh.. Niente.."
"ECCO! Vedi? Il più delle volte pensi ed è comunque un esercizio fine a se stesso, come tagliare la pasta. Lo mangi un piatto di pasta con forchetta e coltello? No! Potresti? Sì! Ma 'poter fare' qualcosa e 'farlo' son due cose diverse!"
"Ma dai! Ovvio che stai perculando, il tuo è solo un esercizio di logica, che non porta a niente!"
"Dici? Va bene, mettiamola così, quanti dei grandi, preziosissimi pensieri che fai, risultano in una sensazione positiva, e quanti invece ti lasciano con qualcosa di negativo"
"Sì dai, ma se la metti così vinci facile, è ovvio che la maggior parte son pensieri negativi: le bollette, la salute, Salvini, il Milan.. È istintivo dare priorità ai problemi!"
"Ho capito, quindi facciamo pure finta che sia NORMALE sprecare energie su qualcosa che NON ci fa stare BENE, che già mi pare una cazzata, vogliamo pur ammettere che a volte i pensieri possono essere positivi?"
"Oooooh! Ecco, vedi che ci siamo?"
"Eh no! È che ci caschi come un coglione! Dimmi in totale onestà, ma devi essere onesto eh! Al 100%! Quanti bei pensieri positivi, poco dopo, non si rivelano altro che illusioni?"
"..."
"Ecco! Ma allora, se devi pensare per preoccuparti e star male, o se devi pensare solo per illuderti, cazzo pensi a fare?"
"Sì, però, figa... Stronzo pessimista, io volevo solo dirti che pensavo di portarti a mangiare dal Burger King"
"Mi pare un'ottima idea"
"Eh, ma mi hai fatto passare la fame, però! Ma, senti, Raggio-di-sole: a 'sto punto, che si campa a fare"
"Per l'amore, coglione! Per l'amore"
"Eh, bravo! Perché non è illusione quella!"
"Nah, l'amore degli altri, forse, spesso, ma il tuo, quello che parte da te, è sempre vero!"
"Eh.. Sarà.. Va a finire che lo stronzo pessimista adesso sono io"
"Ma va! Piuttosto, pensi di portami a bere, prima o poi?"
"No, ho smesso"
"Oh! Ma allora lo vedi che pensi cazzate?"
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App per leggere le etichette degli alimentari
Capire le etichette degli alimentari può essere un vero rompicapo. Tra ingredienti sconosciuti, valori nutrizionali e claim salutistici, orientarsi diventa un'impresa. Ecco perché le app per leggere le etichette degli alimentari sono diventate strumenti essenziali per chi desidera fare scelte alimentari consapevoli.
Scopri i segreti degli alimenti con le app per leggere le etichette degli alimentari. Decifra ingredienti, controlla valori nutrizionali e fai scelte consapevoli per la tua salute
Ti sei mai chiesto cosa ci sia davvero dentro i prodotti che acquisti al supermercato? Sai come interpretare le informazioni nutrizionali e gli ingredienti che compaiono sulle confezioni? Se la risposta è no, non sei il solo. Molti consumatori si trovano spesso in difficoltà a decifrare le etichette alimentari, che possono essere confuse, ingannevoli o incomplete. Per fortuna, esistono delle app scanner che leggono le etichette alimentari e che ti aiutano a scoprire la verità sui cibi che mangi e a fare scelte più consapevoli e salutari.
Cos’è un’app per leggere le etichette degli alimentari?
Un’app per leggere le etichette degli alimentari è un’applicazione per smartphone o tablet che ti permette di scansionare il codice a barre di un prodotto alimentare e di visualizzare le informazioni relative alla sua composizione, qualità, origine e impatto ambientale. In questo modo, puoi confrontare facilmente diversi prodotti e scegliere quello che più si adatta alle tue esigenze e preferenze.
Quali sono i vantaggi di un’app per leggere le etichette degli alimentari?
Un’app per leggere le etichette degli alimentari ti offre diversi vantaggi, tra cui: - Decifrare le etichette alimentari: spesso le etichette alimentari usano termini tecnici, sigle o additivi che non sono facilmente comprensibili. Un’app per leggere le etichette degli alimentari ti traduce questi termini in un linguaggio semplice e chiaro, e ti spiega cosa significano e quali sono i loro effetti sulla salute. - Scanner le etichette alimentari: non sempre hai il tempo o la voglia di leggere attentamente le etichette alimentari, soprattutto quando sei di fretta o hai tanti prodotti da scegliere. Un’app per leggere le etichette degli alimentari ti permette di scansionare il codice a barre di un prodotto in pochi secondi e di avere una panoramica immediata delle sue caratteristiche. - Controllo gli ingredienti alimentari: se hai delle allergie, intolleranze, diete particolari o semplicemente vuoi evitare certi ingredienti, un’app per leggere le etichette degli alimentari ti aiuta a identificare la presenza di sostanze potenzialmente nocive o indesiderate, come zuccheri, grassi, sale, coloranti, conservanti, OGM, glutine, lattosio, ecc.
- Valutare la qualità dei prodotti alimentari: non tutti i prodotti alimentari sono uguali, e spesso il prezzo non è un indicatore affidabile della loro qualità. Un’app per leggere le etichette degli alimentari ti fornisce una valutazione oggettiva e indipendente della qualità di un prodotto, basata su criteri scientifici e certificati, come la freschezza, la provenienza, la tracciabilità, il rispetto delle norme igieniche e sanitarie, ecc. - Scegliere prodotti più sostenibili: se ti preoccupi dell’ambiente e vuoi ridurre il tuo impatto ecologico, un’app per leggere le etichette degli alimentari ti aiuta a scegliere prodotti più rispettosi del pianeta, che hanno una minore impronta di carbonio, che non contengono ingredienti di origine animale, che sono biologici, equosolidali, a km zero, ecc.
Quali sono le migliori app per leggere le etichette degli alimentari?
Esistono diverse app per leggere le etichette degli alimentari, ma non tutte sono uguali. Alcune sono più complete, altre più semplici, alcune sono gratuite, altre a pagamento, alcune sono disponibili solo per alcuni paesi, altre per tutto il mondo. Tra le app più popolari e apprezzate, possiamo citare: Yuka (Android/iOS)
Yuka è un’app francese che ti permette di scansionare oltre 1 milione di prodotti alimentari e cosmetici e di avere una valutazione della loro qualità, basata su un algoritmo che tiene conto degli ingredienti, dei valori nutrizionali, degli additivi e dell’impatto ambientale. Ogni prodotto riceve un punteggio da 0 a 100 e un colore (verde, giallo, arancione o rosso) che indica il suo livello di salubrità. Inoltre, l’app ti suggerisce dei prodotti alternativi più sani e ti offre dei consigli per migliorare la tua alimentazione. Yuka è disponibile gratuitamente per iOS e smartphone Android, ma solo in Francia, Belgio, Svizzera e Spagna. Open Food Facts (Android/iOS)
Open Food Facts è un’app collaborativa e open source che ti permette di scansionare oltre 1,5 milioni di prodotti alimentari provenienti da tutto il mondo e di visualizzare le informazioni relative agli ingredienti, ai valori nutrizionali, agli additivi, alle allergie, alle certificazioni, ecc. Ogni prodotto riceve un punteggio da A a E e un colore (verde, giallo, arancione o rosso) che indica il suo impatto sulla salute, basato sul sistema Nutri-Score. Inoltre, l’app ti permette di contribuire al database aggiungendo o modificando le informazioni sui prodotti. Open Food Facts è disponibile gratuitamente per iOS, e cellulari Android e in diverse lingue. CodeCheck (Android/iOS)
CodeCheck è un’app tedesca che ti permette di scansionare oltre 20 milioni di prodotti alimentari e cosmetici e di avere una valutazione della loro qualità, basata su criteri scientifici e indipendenti, come il sistema Nutri-Score, il sistema NOVA, il sistema EWG, ecc. Ogni prodotto riceve un punteggio da 1 a 10 e un colore (verde, giallo, arancione o rosso) che indica il suo livello di salubrità. Inoltre, l’app ti offre dei consigli personalizzati in base alle tue preferenze, allergie, diete, ecc. CodeCheck è disponibile gratuitamente per iOS e telefonini con sistema Android, ma solo in Germania, Austria e Svizzera. Edo (Android/iOS)
Edo è un’app che ti permette di scansionare il codice a barre di un prodotto alimentare e di avere una valutazione della sua qualità, basata su un punteggio da zero a dieci, una sintesi delle caratteristiche positive e negative, la presenza di allergeni o intolleranze, e una lista di alternative più sane. Edo è disponibile gratuitamente per Android e melafonini con sistema iOS12. Food Scanner ( Android/iOS)
Food Scanner è un’app che ti permette di scansionare il codice a barre di un prodotto alimentare e di visualizzare le informazioni relative agli ingredienti, ai valori nutrizionali, agli additivi, al sistema Nutri-Score, e alla compatibilità con le tue preferenze alimentari (vegetariano, vegano, senza glutine, ecc.). Food Scanner è disponibile gratuitamente sul Play Store di Google per Android e su App Store di Apple per iOS.
Conclusione
Le app per leggere le etichette degli alimentari sono degli strumenti utili e pratici che ti aiutano a conoscere meglio i prodotti che acquisti e consumi, e a fare scelte più consapevoli e salutari. Ti basta avere uno smartphone o un tablet e scansionare il codice a barre di un prodotto per avere tutte le informazioni che ti servono. Che aspetti? Prova subito una di queste app e scopri la verità sui cibi che mangi!
Note finali
E siamo arrivati alle note finali di questa guida. App per leggere le etichette degli alimentari. Ma prima di salutare volevo informarti che mi trovi anche sui Social Network, Per entrarci clicca sulle icone appropriate che trovi nella Home di questo blog, inoltre se la guida ti è piaciuta condividila pure attraverso i pulsanti social di Facebook, Twitter, Pinterest, Tumblr e Instagram per far conoscere il blog anche ai tuoi amici, ecco con questo è tutto Wiz ti saluta. Read the full article
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